sabato 3 giugno 2023

Qui giacciono i materieprimisti

Lo stucchevole pianterello della sinistra sull'aggressione al pluralismo che si starebbe perpetrando in Rai mi ha riportato con la mente a un episodio di qualche anno fa (datarlo, come poi vedremo, non sarà difficile). Un giorno l'autore di un programma Rai mi disse che a loro avrebbe fatto anche piacere ospitarmi, perché si divertivano ad avere un po' di vita in studio, ma purtroppo non potevano farlo perché la Presidente Tarantola aveva vietato di invitarmi, dato che parlavo di certi temi in un certo modo. Sì, stiamo parlando dell'economista che Monti prese in Banca d'Italia e inviò come commissario politico in Rai, suscitando, all'epoca un vivace dibattito in Commissione di vigilanza. Attenzione! Io non sto dicendo che quella persona (l'economista) abbia detto quanto mi è stato riferito: non l'ho sentita con le mie orecchie, e io credo solo a quello che constato di persona (a differenza di voi, che ultimamente vi state comportando - spiace dirlo - come dei babbalei che abboccano a qualsiasi fanfaluca giornalistica). Sto dicendo però che a me è stato detto quanto vi ho riferito. Dopo di che, la plausibilità del referto può essere valutata andando con la mente al periodo 2012-2015 e verificando quante volte io sia andato in Rai, e quante volte in altre emittenti. A mia memoria, in quel felice periodo a me risultano 19 apparizioni televisive, di cui solo due in Rai: la prima a giugno 2012, quando il simpatico Vianello provò, senza successo, a farmi fare la figura dello zuzzurellone (ma capì presto che non era aria) e la seconda e ultima a maggio 2013, quando incontrai un nostro carissimo amico, quello dei prezzi "che sarebbero aumentati sette volte" (credo che ve lo ricordiate tutti).

Inutile dire che la conversazione con l'autore avvenne appunto a valle di questo secondo incontro: potevano anche tollerare che io non facessi la figura dello scemo, ma che la facessi fare ai mejo fichi del loro bigoncio questo no, non potevano tollerarlo.

E fu subito (felpato) editto bulgaro.

D'altra parte, lo dico sempre, e l'ho ripetuto anche al simpatico Lauro: la differenza fra sinistra e destra mi si è chiarita quando nella mia precedente vita di intellettuale mi rivolgevo con assoluto equilibrio e trasversalità sia a destra che a sinistra. A sinistra ci si premurava sempre di farmi sapere entro quali limiti mi sarei dovuto muovere, che cosa non avrei dovuto dire. A destra no. Da qui la mia conclusione: o quello che mi era stato raccontato del fascismo come periodo in cui la libertà di espressione veniva compressa era falso, o i fascisti oggi stavano dall'altra parte, appartenevano cioè a quella particolare specie di fascisti nota come antifascisti (come Flaiano aveva intuito). In ogni caso, io, da antifascista, coi fascisti non ci volevo stare, e il resto è venuto da sé. Chi crede che il pluralismo sia disporre di una pluralità di figuranti che dicono una sola cosa, quella che vuole lui, mi incute ribrezzo, è lugubre, è sinistro. Chi pensa che il pluralismo si manifesti quando persone in numero maggiore di uno dicono quello che credono, magari non la stessa cosa, possibilmente non all'unisono, auspicabilmente non zittendo l'altro, mi fa meno schifo, ed è meno sinistro.

Il fatto che chi ha esercitato una violenza brutale e incondizionata sugli altri poi frignucoli quando le vicende si riavviano naturalmente ad equilibrio fa parte delle umane cose. Credo che si siano impietositi su se stessi anche molti nazisti, per dire, ma siamo comunque legittimati dalla storia (cioè dal fatto che hanno perso le elezioni la guerra) a considerarne le vicende con distacco.

Per chi non è abbastanza intelligente da capire Luca 6, 38 non c'è medicina né redenzione.

Amen.

Chiuso questo inciso sul pluralismo che la sinistra rimpiange (quello in cui solo i suoi pregiati esponenti erano abilitati a profferire nel servizio pubblico le loro oscene fregnacce), volevo intrattenermi brevemente con voi su una cosa che sarebbe divertente, se non fosse avvilente, perché non ce ne siamo liberati: ha solo cambiato forma. Volevo farvi vedere ex post quello che sia io che Claudio abbiamo per anni cercato di spiegarvi ex ante, cioè quanto fossero grulli quei grulli dei materieprimisti. Ve li ricordate? Quelli che "se uscissimo dall'euro svaluteremmo del 20%-30%-50% [scegliete voi, NdR], le materie prime aumenterebbero del 20%-30%-50% e quindi l'inflazione schizzerebbe al 20%-30%-50% [secondo i casi, NdR]!"

Illo tempore facevamo notare che questo ragionamento non teneva sotto diversi profili:

  1. il disallineamento dell'economia italiana dalle altre economie mondiali non era di un simile ordine di grandezza: tutti gli studi davano ordini di grandezza inferiori (una sintesi la trovate nel paragrafo 3 di questo studio);
  2. il trasferimento (pass-through) di una svalutazione sull'inflazione interna (via aumento dei prezzi delle materie prime) è di un ordine di grandezza molto inferiore al 100%: secondo gli studi più accreditati, occorrerebbero almeno 18 mesi perché il 46% della svalutazione si trasferisse all'inflazione.

Ora, i tempi interessanti, interessantissimi, in cui viviamo, non ci hanno messo di fronte a un esperimento naturale del caso 1 (siamo ancora tutti felicemente dentro)! D'altra parte, però, la crisi energetica, rectius: la crisi delle materie prime, è un eloquente esperimento naturale su quale impatto i prezzi delle materie prime abbiano sull'inflazione. Non siamo cioè in grado di verificare il primo anello del becero ragionamento dei grulli ("se uscissimo svaluteremmo del millemila per cento"), ma siamo assolutamente in grado di valutare il secondo anello del becero ragionamento dei grulli ("un aumento del prezzo delle materie prime di x determina un pari aumento dei prezzi interni di x"). Mi affretto ad aggiungere che la libertà è anche quella di dire delle grullerie. Quella di impedire agli altri di dire cose giuste però ho qualche difficoltà a considerarla come una libertà, ma non ci torno sopra.

Non che la scarsissima tenuta di questo ragionamento non fosse già evidente dai dati storici, eh! Sarebbe bastato osservarli, ma indubbiamente gli ultimi tre anni rendono certi pattern più visibili:


Ecco qua! In blu avete l'indice globale dei prezzi delle materie prime per l'Italia, tratto da qui (inutile che vi spieghi che ogni Paese ha il suo, per il semplice motivo che se un Paese dispone già di certe materie prime, non deve acquistarle all'estero e quindi le oscillazioni delle quotazioni sul mercato globale lo lasciano nella più serena indifferenza). E in giallo? Beh, in giallo avete la cosa che nel ragionamento dei cretini dovrebbe muoversi all'unisono con i prezzi delle materie prime: l'indice dei prezzi al consumo, quello su cui si misura l'inflazione (tratto da qui, perché l'ISTAT, nel suo anelito di purezza etnico-statistica, ci preclude di visualizzare serie lunghe di dati che, a suo dire, sarebbero non comparabili: ma insomma, il discorso è chiaro: di dati meno se ne fanno vedere e meglio è, vale per i prezzi quanto per gli effetti avversi, tanto bastano le chiassate dei grulli in TV a riscrivere la storia, o almeno così era finora...).

Notate nulla?

Mi sembra piuttosto evidente che la relazione fra i due indici è tutt'altro che di perfetta sincronia: l'indice dei prezzi al consumo tira dritto per la sua strada, mentre i prezzi delle materie prime oscillano convulsamente. L'unica possibile eccezione si vede verso la fine del grafico (a destra), dove effettivamente i prezzi interni decollano in un modo che sembra preoccupante (e in effetti lo è), ma è tutt'altro che anomalo. Intendo dire che, come voi già sapete, 1 è il 10% di 10 ma l'1% di 100: un incremento così rilevante in termini assoluti sarebbe notevole nella parte bassa del grafico (a sinistra) mentre nella parte destra lo è un po' di meno. Per confrontare in modo più sensato i vari episodi, in effetti, bisognerebbe o esprimere le variabili in logaritmi:


o prenderne i tassi di variazione (cioè, trattandosi di prezzi, i tassi di inflazione):


Quale che sia la soluzione prescelta, noterete che il tasso di crescita dei prezzi al consumo registrato negli ultimi tempi non è una assoluta novità (siamo lontani dalle due cifre di inizio anni '80) e che la volatilità dei prezzi delle materie prime è infinitamente superiore a quella dei prezzi al consumo, la cui traiettoria è fortemente inerziale.

Tutte cose già dette, già viste.

Vi do qualche ordine di grandezza, per aiutarvi nell'orientamento. Da aprile 2020 a marzo 2022 i prezzi delle materie prime (incluse quelle agricole) sono aumentati del 197,9% (si fa prima a dire: sono triplicati). L'indice dei prezzi al consumo, nello stesso biennio, è aumentato del 7,2%. Quindi l'argomento "se la nostra valuta si riducesse a un terzo del valore le materie prime ci costerebbero il triplo e l'inflazione andrebbe a tre cifre" è visibilmente una cretinata, non è nei numeri, non è nelle cose, non è negli ordini di grandezza, non è nella storia dei dati. Lo si vedeva già prima, ma lo si vede meglio adesso. Diciotto mesi dopo il picco del tasso tendenziale di variazione dei prezzi delle materie prime, pari al 91,7% e raggiunto ad aprile 2021, il tasso tendenziale di variazione dei prezzi al consumo (l'inflazione) era a 8,9%. 

Sì, ce lo possiamo dire: c'è qualcosa che i grulli non sanno su come gli shock esterni si trasmettano al sistema dei prezzi interni. Ne abbiamo parlato a lungo in passato, inutile tornarci su. Va da sé che esattamente come non è successo quello che i grulli prevedevano (un immediato ed identico incremento dei prezzi interni in risposta a quelli delle materie prime), non succederà quello che i grulli prevedono (un immediato ed identico decremento dei prezzi interni in risposta a quelli delle materie prime).

Altrimenti non sarebbero grulli!

Bene.

Se l'eterno ritorno dell'uguale dovesse portarci nello stesso dibattito con gli stessi, ma anche con altri, grulli, ora potremmo dirgli: "Sì, certo, come quando nel 2022 i prezzi delle materie prime triplicarono e i prezzi al consumo aumentarono del 7%!", o anche "Sì, certo, come quando nel 2021 i prezzi delle materie prime raddoppiarono, e diciotto mesi dopo l'inflazione era intorno al 9%!".

Ma servirebbe a qualcosa?

No.

Perché da quando la sinistra ha imposto come cifra del dibattito il suo squadrismo, cioè da quando "quello non lo vogliamo in televisione perché dice cose che non ci piacciono", l'unica cosa che funziona è la sopraffazione dell'avversario. E allora, sia fatta la loro volontà, cioè la vostra, che di vedere grulli in giro ne avete (giustamente) le tasche piene e glielo avete anche dimostrato (del che vi ringrazio)!

(...alla fine, quello che stupisce del Dibattito è stato vedere interlocutori del tutto ignari di quali fossero gli ordini di grandezza dei fenomeni che millantavano di conoscere. Sono certo che gli ordini di grandezza, se ci fosse possibile verificarli, ci aiuterebbero anche a risolvere altri dibattiti isomorfi, come quello sulla nuova religione. Ma in quel caso i dati, nonostante siano più banali da raccogliere - basta una catinella! - e abbiano una storia più lunga, sono estremamente difficili da recuperare per gli stessi specialisti del settore, o almeno così mi dicono. Ed è così che eventi tragici diventano eccezionali, mai visti primi, esattamente come la disoccupazione del 2014 era alta come nel 1977, ma noi, nonostante sappiamo che ci vengono dette fregnacce, perché a dirle sono i soliti fregnacciari, e col solito sussiego rancoroso e arcigno, non siamo in grado di contestarglielo, perché anche avessimo un dottorato in scienze della terra non avremmo un database condivisibile e verificabile: o, se ci fosse, nessuno è finora stato in grado di dirmi dove sia...)

18 commenti:

  1. si ritrova il duetto con vianello? vorrei vederlo

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    1. Beh, quella è stata una puntata fondante sotto tanti profili, anche lessicali. Fu la puntata delle dell'Argentina e delle "pallottole in garage" citate dal figurante che avevo davanti, oggi pressoché scomparso dal radar! Qui invece i vostri commenti a caldo, incluse lezzioncine di comunicazzione ecc., come vostro solito (sintomatico il diluvio di recriminazioni deliranti fondate sul vostro radicale rifiuto del principio di realtà). Ovviamente, esclusi i presenti!

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    2. Il video pare non funzionare più dopo una trentina di minuti (magari è solo un problema mio).
      Peccato, ma è comunque sufficiente a far capire il clima.

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    3. Beh, a differenza di undici anni fa ora possiamo parlare con qualcuno là dentro e fargli sistemare il problema.

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    4. Sarebbe ancora interessante, anche se la si può immaginare, sentire la replica a Gozi, il video casualmente si ferma lì.

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    5. Confermo anche io non riesco; peccato si interrompe quando il Professore sta per replicare al piddino.

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  2. Il platelminta non l'ho più visto in giro a sparar3e fregnaccie! https://twitter.com/i/status/1489659819791462408

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    1. ...capite bene che di avversari simili, con questa postura, questa capacità dialettica, questa competenza, uno ne vorrebbe una legione! Peccato che per qualche motivo non ce li schierino più contro...

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  3. segnalo il canale Rumble di Tony Heller, ingegnere, fu ricevuto anche da Trump, che si occupa spesso di andare a cercare e diffondere i dati storici e articoli relativi ad eventi atmosferici violenti e tutto ciò che riguarda il clima - in chiave antitetica all' IPCC e al catastrofismo antropogenico -

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  4. Lo stesso squadrismo che lei ha dovuto subire per anni nel suo campo e che, nel loro, hanno subito i medici dissenzienti negli anni della pandemia, ora lo subiscono i fisici dell'atmosfera che rifiutano di piegarsi ai dogmi della nuova religione. Il caso più eclatante è quello del Prof. Franco Prodi, probabilmente il massimo esperto italiano di fisica dell'atmosfera, costretto a misurarsi -- sempre in condizioni di minorità e con lo stigma del "negazionista" cucito addosso -- con adepti di un ambientalismo ottuso e velleitario particolarmente petulanti, incapaci di rendersi conto persino della impossibilità aritmetica delle loro fantasie distopiche. Non so se ci aveva già pensato, ma viste le implicazioni economiche di certi deliri antiscientifici penso sarebbe interessante ascoltare un suo intervento al prossimo Goofy12, dove possa esprimersi liberamente e senza fastidiose interruzioni.

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  5. E' OT ma inerisce alla polemica sulla capacità di spesa , che ovviamente non dipende immediatamente dai governi .
    Come spendere i soldi in maniera innovativa ma che forse funziona .
    Si sorteggiano (ripeto: sorteggiano) a caso 100 colonnelli in pensione delle forze armate (aviazione, carabinieri, esercito , marina ; no GDF , no polizia, no servizi ) . Per GDF , servizi e polizia si vede dopo.
    I colonnelli devono essere stati colonnelli per almeno 5-10 anni , non promossi colonnello al pensionamento , gente operativa.
    Ad ognuno di loro si dice:
    caro colonnello qui c'è 1 milione ( o 1,5 per alcuni settori) di euro che lei deve spendere impegnandosi nel suo onore entro 12 mesi in questo modo :

    -trovare una piccola azienda srl (o SAS o simile), di solito familiare , assolutamente no "startup innovativa" , ma esistente e viva e produttiva (no commercio)
    -convincerla a diventare SPA con l'apporto del capitale di cui sopra
    -il colonnello potrà intestarsi come compenso il 10% delle quote della SPA
    -ai vecchi soci rimane il 90% pro-quota ed il colonnello versa il milione come sovrapprezzo quote che poi si trasformano in quote dei vecchi soci (il commercialista fa i conti ) .
    -al colonnello spetta un posto nel consiglio di amministrazione
    -nel contratto di compravendita delle quote i soci si impegnano ad utilizzare l'importo per rafforzare la società secondo i seguenti criteri (trattandosi di contratto privato si fà quello che si vuole) avendo per obbiettivo:
    --raddoppio del fatturato entro 3 anni
    --acquisto di macchinari e strumenti solo di produzione italiana nella intera filiera (GDF e servizi vedi dopo )
    --accordo di brevettare a nome della azienda ogni apparato innovativo pensato dall'azienda anche se non suscettibile di produzione di mercato (es.: il sistema di abbattimento fumi o pulizia acque o semi-robot o interfacce IA specifico per la produzione de quo)
    --assunzione di ingegneri esclusivamente italiani e del territorio con stipendio livelli USA (direi per una prima assunzione di un ingegnere politecnico MI o TO circa 5000 euro netti al mese, cioè il minimo della dirigenza per poterlo licenziare se non funziona ) .
    --effettuare tutta la ricerca e sviluppo in azienda internamente con personale assunto .
    --per ogni ingegnere assumere (se si riesce) come aiuto 2 diplomati periti del settore, solo italiani (qui il problema è trovarli) , in mancanza amici di buona volontà .
    --fattura elettronica in acquisto e vendita con indicazione delle righe in chiaro , utile al MEF per verifche .

    A questo punto entrano in funzione i colonnelli (pensionati) di GDF, servizi e polizia: ognuno di loro viene messo in contatto per area territoriale con 5 colonnelli entrati nelle aziende allo scopo di dare supporto amministrativo ed informativo (es.: come fregare la dogana libica per esportare vestiti da sposa dentro i tubi dell'ENI (fatto vero: circa 1985, i vestiti da sposa erano per gli harem ) , come organizzare la contabilità per essere in regola senza dover dipendere dai commercialisti per le informazioni sulle pratiche bloccanti, contrasto alle politiche comunali di ricatto per le installazioni edilizie e fisiche in genere , ecc ecc )
    Lo stato controlla l'andamento delle aziende attraverso l'accesso alle fatture elettroniche e comunica eventuali dubbi al colonnello .

    Dedicare 100-150 milioni è cifra che può essere gestita direttamente dal ministro attraverso i servizi (che hanno una dotazione priva di controlli formali ) .

    Il rendimento di tale iniziativa può essere usato come "gruppo di controllo" per l'azione del PNRR valutandone il valore del moltiplicatore rispetto alla media nazionale .

    L'idea mi nasce per aver partecipato all'altra via: startup innovativa , acquisizione di garanzie dallo stato , questua alle banche ecc ecc , con la prova provata che saper fare bellisimi fogli excel per il ministero non serve a far riempire le scatole di prodotto ed a venderlo ma solo a pagare stipendi al marketing , ai consulenti , ai professori universitari per l'innovazione ecc ecc .
    My 2 cent .

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  6. Alcuni dati meteo interessanti, dal 1836 ad oggi, si trovano a questo link https://www.meteociel.fr/modeles/archives/archives.php?day=1&month=1&year=1836&hour=0&type=ncep&map=0&type=ncep&region=&mode=0

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    1. Non mi sembrano molto utilizzabili.

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    2. Cercando in rete ho trovato questi informazioni sulle precipitazioni nel nostro paese:
      1 Dal 1951 al 2012 su questo sito http://www.cespevi.it/meteost.htm
      2 Dati Istat su: " Temperature e precipitazioni delle città capoluogo negli anni 1971-2021" qui https://www.istat.it/it/archivio/284549
      Questo sito invece devo ancora consultarlo https://public.wmo.int/en
      Non è molto, ma è qualcosa.

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    3. Questi sono i dati dal 1901 al 2021. https://tradingeconomics.com/italy/precipitation

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  7. Ovviamente quando chiedevi ai materieprimisti come mai alle svalutazioni/rivalutazioni dell'euro nei confronti del dollaro non corrispondessero aumenti o diminuzione immediati dei prezzi delle materie prime, loro ti rispondevo con profonda convinzione:" Perché la sacra moneta (lo euro) è CREDIBBBBBBBILE! Mentre la Liretta era brutta, sporca e kattiva."

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  8. Loro sono dalla parte della Scienza, anzi sono la Scienza, per cui quando sovrastimano il fenomeno inflazionistico probabilmente hanno in mente l'inflazione cosmologica.
    E' una battuta, ma inizia a essere diffusa ormai in una certa area politica questa commistione indissolubile tra i due fenomeni, scientifico ed economico.
    Mi ha colpito molto la sua lucida analisi su alcuni parallelismi che ricorrono nelle "emergenze" dell'ultimo quindicennio.
    - Fate presto
    - Sacrifici immediati per un domani migliore
    - Vivendo al di sopra delle nostre possibilità distruggeremo chi viene dopo
    - Chi viene dopo nascerà con il "fardello"
    Si potrebbe continuare, i parallelismi sono tanti e sono slogan che il piddino medio applica indistintamente alle varie "emergenze" senza neanche un grande sforzo di adeguamento lessicale. Come ci faceva saggiamente notare nella diretta di questa mattina, c'è però una differenza significativa nella maggiore difficoltà a confutare la narrazione con i dati che mancano.
    Io personalmente ammetto di fare molta fatica ad unire i puntini relativamente ad alcuni fenomeni che ci circondano, pur avendo sempre avuto molta curiosità e voglia di approfondire i temi e lei ci fornisce degli spunti di riflessione e di approfondimento importanti per ragionare sul quadro di insieme, sul metodo, sulla luna e non sul dito.
    Ha anche i suoi difetti, viva Dio, nessuno è perfetto; infatti era di sinistra :-D.
    Siamo cresciuti entrambi a mio modesto parere: i Conservatori in Italia (va dato merito a Salvini) hanno trovato un pensatore importante; lei ha potuto dare seguito ad un percorso politico e di idee che a sinistra non avrebbe mai trovato spazio visto il conformismo culturale ed intellettuale che affligge la sinistra a mio modo di vedere dal 68.
    Grazie e buon lavoro
    Giuseppe

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