L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
A margine delle inevitabili polemiche sulla NADEF sarà utile tenere presente in che cosa si sono tradotte le politiche di austerità a seguito del precedente shock, quello del 2009: in un rientro del deficit a ritmi forsennati, dal -5,1 del 2009 al -2,9 del 2012, mentre gli altri se la prendevano comoda (ad esempio la Francia, che fece rispettivamente -7,1 e -5,1). Allora potevano farlo, perché erano in posizione di relativo vantaggio. Ora, con la Germania in recessione e con i rispettivi Governi nazionali in calo verticale di consenso, magari abbaieranno ancora di più (per strizzare gli occhi ai loro cittadini), ma sicuramente possono mordere di meno, e quindi l'Italia può fare la cosa giusta, o comunque quella meno sbagliata dato il contesto: rientrare dal deficit in modo meno aggressivo. Le regole europee passate, presenti e future lo consentono (altrimenti la Francia non l'avrebbe fatto) ma soprattutto lo consentono le circostanze.
(…giornata complessa! Sveglia all’alba, di corsa a Chieti per terminare l’allestimento di un piccolo ufficio che cercherò di tenere aperto - promessa fatta in campagna elettorale e mantenuta - poi al ritorno passaggio a Tocco da Casauria per procurarmi un saggio dell’artigianato locale, poi cena ristretta a Roma, ora a letto. Il tutto farcito da una raffica di telefonate da e per consiglieri regionali, sottosegretari, presidenti di varie entità, esponenti dell’alta e della bassa amministrazione. Al termine di una di queste telefonate esprimo il desiderio di incontrare di persona l’interlocutore, che ricambia, sostenendo con accenti di verità di seguire da tempo con attenzione e interesse i miei interventi. Lo ringrazio: “Le sono grato per questo attestato di stima verso il Bagnai visibile! Oggi ha potuto conoscere anche il Bagnai invisibile, quello che in silenzio, nell’ombra, aiuta le persone a parlarsi e a capirsi, per prevenire o risolvere problemi. È un’attività che non sommuove le masse, ma spero che possa esserle stata di qualche utilità.”
Perché come voi non esistete, così non esiste più la maggior parte di me, ormai risucchiata da un vortice di minuzie di cui una volta ignoravo l’esistenza, e che ora sono la mia vita, e di cui devo interessarmi non solo per lealtà al mio capo, che me lo chiede, ma soprattutto per lealtà a me stesso, che continuo a detestare le cose fatte a cazzo! Un po’ di ordine, di metodo, di razionalità. Le stesse virtù necessarie per montare i mobili della nota multinazionale: virtù che nessuno, a giudicare dai risultati, possiede, forse perché il vantaggio di praticarle non è immediatamente evidente!…)
(...chiedo scusa per la mia latenza. Il mese di settembre è stato piuttosto denso: fra l'elezione in Commissione Enti Gestori, gli impegni sul territorio, qualche affare di famiglia da risolvere, sono in debito di parecchie risposte a tutti voi, e ho indietro almeno tre post, due tecnici e uno politico. Oggi però, piuttosto che rispondervi, #urge parlare di politica...)
La quarantesima settimana del 2023, quella dal 2 all'8 ottobre, sarà particolarmente importante per la community che non esiste e che, non esistendo, non ha potuto dare vita al dibattito sull'opportunità di aderire o meno alle magnifiche sorti e progressive del progetto europeo, né tantomeno a quel movimento culturale e politico che i coglioni chiamano sovranismo, e noi chiamiamo rispetto vero della Costituzione del 1948.
Che la community che non c'è non c'entri nulla è possibile (non) dimostrarlo adducendo ampia (ed inesistente) documentazione iconografica:
che sugli equinozi equivoca, ma anche su tutto il resto, forse sarà meglio per un momento abbandonare la filastrocca del blog che non c'è, con cui irridiamo l'atteggiamento tattico di certi operatori informativi, e dire le cose piatte, come stanno, sviluppandoci dall'inviluppo delle doppie e triple negazioni.
Se la politica italiana ha preso una certa direzione, questo è dovuto in parte magari non determinante, ma certamente non trascurabile, al fatto che qualcuno, scrivendo un libro che ha occupato la testa della classifica Amazon per settimane, come ricorderete, vendendo circa 25000 copie, sbattendosi per studi televisivi e blog "de sinistra" e "de destra", parlando a tutti, dai monarchici ai comunisti, con uguale rispetto e con uguale competenza, ha guadagnato l'autorevolezza per far sedere intorno a un tavolo nella Sala del Nord del Serena Majestic di Montesilvano, di fronte a 475 persone, politici di tutti gli schieramenti, alcuni dei quali, all'epoca, non era certo che avrebbero superato la soglia di sbarramento elettorale, e ora sono premier e vicepremier. Nel 2014 ero così fiero di aver attratto a Montesilvano Bertinotti (chi?) e Cuperlo, quello stesso Cuperlo che ora saluto con affettuosa ma distratta cortesia mentre solco a grandi falcate il Transatlantico per andare in Commissione o tornare a San Macuto (e che in casa sua ha qualche lettore del blog inesistente)!
A ripensarci mi faccio tenerezza!
Una platea non enorme, quella del 2014 a Montesilvano, inferiore, ad esempio, ai 578 che si sarebbero riuniti due anni dopo, ma la cui tensione emotiva e intellettuale era palpabile, incuteva rispetto, e induceva a riflettere su dove fosse il consenso, su quali temi appassionassero gli italiani che votano, quelli disposti a fare un viaggio di ore per ascoltare non politici, ma argomenti, per assistere non a comizi, ma a seminari, pagandosi il viaggio e dividendosi le spese congressuali. Una cosa simile, allora come oggi, nessun partito era in grado di realizzarla, e questo impressionava i politici, sempre alla ricerca (a differenza di chi vi scrive) del consenso. Il consenso è fatto di numeri, e sta a chi desidera indirizzare le cose in una certa direzione dimostrare che quella direzione è sostenuta da un forte consenso.
La potenza della community che non c'è aveva colpito altre volte i politici.
Mi ricordo ad esempio che all'uscita del midterm del 2014 Giorgio La Malfa, nel salutarmi, mi chiese se avessi mai pensato di dare uno sbocco politico al consenso che avevo raccolto, perché, mi diceva, la presenza di queste persone esprimeva una domanda, e a quella domanda bisognava rispondere. La mia posizione all'epoca era semplice e condivisa con voi: non ero io a dover rispondere. Famoerpartito non era una soluzione, era una barzelletta (ne abbiamo avuto poi ampia prova). Erano i politici cui mi rivolgevo, nel rispetto di tutte le posizioni, a doversi far carico della risposta, e lo avrebbero fatto se avessero percepito che c'era una domanda. Sale piene i politici non ne vedevano e non ne vedono spesso. Esattamente come noi non vediamo mai sale vuote.
Quindi c'erano ampi spazi per uno scambio Pareto-efficiente.
Ma ciò era possibile perché qualcuno (io) aveva creato un mercato: era riuscito a rendere percepibile a qualcun altro (i politici) la presenza di una domanda, la vostra ansia di libertà e di autodeterminazione, il vostro desiderio di impegnarvi, di combattere con le armi della democrazia per ridiventare arbitri del vostro destino. In altre parole, l'enorme rilevanza, anche elettorale, di temi che secondo comunicatori e sondaggisti (il marcio cancro della democrazia) non appassionavano la mitologematica "sciura Maria", l'alfa e l'omega dei comunicatori quelli bravi, la bussola senza ago con cui si orientano nel mare delle vostre aspirazioni (salvo poi lamentarsi quando portano il loro naviglio a impantanarsi nel Mar dei Sargassi dell'astensionismo).
Ci sono modi propositivi, intelligenti di rendere visibile il consenso, così come ci sono modi cretini di farlo.
Abbiamo stigmatizzato più volte il modo stupido, petulante e controproducente che alcuni hanno di imprimere al dibattito una certa direzione: andare sui canali social a insultare o infastidire chi la pensa come loro! Non è spiegando a me perché l'Unione Europea e l'euro non funzionano che farete cambiare le cose, semplicemente perché se lo sapete è perché ve l'ho spiegato io, o qualcuno che lo ha imparato da me (o al limite da Giorgio La Malfa). I famosi "cacciatorpedinierini" di Borghi, insomma: i coglioni narcisisti sulla cui psicopatologia ci siamo lungamente intrattenuti, e non mette conto tornarci sopra, anche perché sono irrilevanti quanto i loro metodi di influenzare il dibattito.
Parliamo invece dei metodi intelligenti: alla fine, questo non è un blog di psichiatria (se pure, nell'analizzare l'eurismo, abbia utilizzato anche le neuroscienze)!
Senz'altro è un modo intelligente di evidenziare il sostegno verso una certa tesi quello scelto da Claudio per far notare che di MES non ne vogliamo tanto sapere. Ne abbiamo parlato qui, e il fatto che questo tweet sia arrivato a 2,3 milioni di visualizzazioninon è irrilevante in termini politici (e infatti è stato notato). Vi sfido a trovare il tweet di un altro politico italiano che abbia attratto così tanta attenzione. Non c'è, semplicemente perché gli altri politici vi parlano di cose che vi interessano secondo sondaggisti e comunicatori, cioè di cose che non vi interessano.
La prossima settimana vi offre altre due opportunità per indirizzare in modo intelligente nella direzione giusta il dibattito politico alla vigilia della campagna elettorale per le europee. Lunedì 2 ottobre ricorre infatti il FIN DAY, e domenica 8 ottobre il click day.
E qui sarà forse opportuno spendere una qualche parola a favore di una specie particolarmente perniciosa di intelliggenti(TM), quelli che "io ti voto/sostengo perché sei tanto bello, tanto bravo, tanto intelligente [NdCN: tradotto: mi fai sentire tanto bello, tanto bravo, tanto intelligente...] ma il tuo partito non posso votarlo/sostenerlo!" Sì, sto parlando dei fantasiosi teorizzatori del "parlamentare forte nel partito debole".
Le cose purtroppo non funzionano così: se il partito è debole, il parlamentare, per quanto possa sbattersi, in qualsiasi trattativa peserà quanto il suo partito, e se è all'opposizione peserà zero (cosa che certi sindaci di provincia non capiscono).
Quando prima della campagna elettorale dello scorso anno chiesi il vostro sostegno, in meno di una settimana raggiunsi la cifra massima che potevo raccogliere e fui costretto a respingere molte vostre offerte di aiuto. Non credo che molti altri miei colleghi parlamentari potessero contare su una simile risposta. Imprenditori (pochi o tanti) che li sostengano ne trovano (e poi devono rispondergli), ma una community che esprime un'unica domanda alla quale rispondere, quella di libertà, nei fatti non ce l'ha nessuno. In quella circostanza voi sapevate di sostenere me, il candidato Bagnai, e questo vinceva le remore di quanti (sbagliando) vorrebbero che io facessi miracoli ma al contempo vorrebbero eliminare il partito in cui milito! Il meccanismo escogitato da Claudio viene incontro a queste morbose e poco pragmatiche sensibilità: le somme che vorrete corrispondere nelle modalità che lui vi spiega saranno chiaramente riconducibili a questa community e serviranno quindi a dimostrare quanto pesa. Sarà il più utile dei sondaggi sull'europeismo degli elettori leghisti, sarà qualcosa di misurabile, qualcosa che potremo mettere sul piatto della bilancia. Perché "nontivotopiuuuh" è un ululato al vento: "non ti sostengo più", se si può misurare il quantum, potrebbe essere un argomento di gran lunga più convincente. In ogni caso, una community si costruisce in anni e ce l'ha chi l'ha costruita. Affermarla, attraverso un'azione concreta, come strumento di misura del consenso implica che questo consenso si sposti verso le tesi di chi una community ce l'ha. E ce l'abbiamo solo noi.
In altri termini: invece di rimbecillirsi leggendo i retroscena dei retroscemisti, quelli di voi che non sono contenti di quella che pensano (molto spesso a torto) sia la linea del partito hanno ora un modo molto semplice di indicare quale linea vorrebbero: aderire al FIN DAY. Non vi stiamo chiedendo di sostenere un partito che non va dove vorreste andare: vi stiamo chiedendo di aiutarci a far andare il partito dove voi vorreste che andasse.
Se siete tanti, basterà poco.
Certo, il meccanismo premiale di Claudio è fatto per invogliare a dare di più, perché per contrastare la ben finanziata propaganda altrui c'è bisogno di molta linfa.
Ai premi di Claudio aggiungerò il mio: indulgenza plenaria, con revoca del blocco, per i primi venti contribuenti.
Click day
Sul click day dell'8 ottobre credo di avere poco da spiegarvi. Quest'anno si torna al vecchio format, da sabato pomeriggio a domenica pomeriggio. Minori costi, minore sbattimento, maggiore partecipazione. Esserci è importante. Se nove anni fa sono bastati 475 spettatori a indurre certe riflessioni, a far nascere quello che i coglioni chiamano "sovranismo", lo stesso vale oggi, anzi, forse vale di più, perché la vostra attesa di cambiamento è stata frustrata, me ne rendo conto: l'idea che valga la pena di impegnarsi può sembrare logora, chi esorta a farlo può sembrare interessato. Ma il dato resta, e lo avete sperimentato nove anni fa: se volete che si vada in una certa direzione dovete indicarla, e per indicarla dovete esserci.
Le foto e i video delle nostre platee non lasciano indifferenti, ve lo assicuro.
Ululare "nonvivotopiuuuh" sotto il profilo di Claudio (ma anche di Matteo) sì.
Torno a farvi notare che avete avuto prova dell'una e dell'altra cosa. I 475 del #goofy3 hanno a modo loro cambiato la storia. I 4750 troll che ogni giorno vengono a ragliare (gratis o verso corrispettivo) le loro abominevoli e sconce idiozie sotto i nostri tweet non hanno cambiato niente, nemmeno la cosa cui tenevano di più: il loro destino personale, con la conquista della tanto deprecata quanto agognata cadrèga!
Non è una mia opinione, è un fatto osservabile.
Non ho altro da aggiungere, se non che so che non ci deluderete.
(…da un nostro amministratore ricevo e pubblico. Mi pare colga un punto importante, poi vedete voi…)
Ciao, Alberto. Ormai siamo tutti tornati al lavoro a pieno regime e tu soprattutto avrai parecchio da fare… Io ti porto oggi una riflessione sul tema migratorio. Molto giustamente noi amministratori locali del Sud siamo messi sotto pressione per non abbassare la guardia in tema di contrasto alle mafie, talvolta con effetti paradossali, ma comunque sempre con buone intenzioni. Intanto però credo che nessuna mafia storica abbia fatto un numero di morti paragonabile, in relazione al tempo, a quello che stanno facendo le organizzazioni criminali che gestiscono il flusso dei clandestini che praticamente buttano la gente in mare, peggio della dittatura argentina. Tuttavia la preoccupazione delle articolazioni periferiche dello stato continua ad essere quella di mettere questo sistema perverso in condizione di continuare a funzionare. I prefetti si vantano pubblicamente di quanto sono bravi a sistemare i migranti (ne ho sentiti un paio con le mie orecchie), la polizia passa le proprie giornate nei porti e il contrasto ad altri fenomeni criminali langue su più fronti. Tutti continuano a parlarne come se fosse un fenomeno naturale e non sociale e quindi politico. Pensa se si ricominciasse a parlare della mafia in questo modo, dicendo cose del tipo: “ma è una questione antropologica collegata alla presenza dei geni dell’uomo di Neanderthal”, “ma è legata alla pigrizia dell’uomo meridionale causata dalle alte temperature”, “delinquono per sfuggire alla povertà causata dalle calamità naturali” ecc… Ovviamente Don Ciotti insorgerebbe a buona ragione e in questo sarebbe seguito da tutti noi. Figurarsi poi se prefetti e polizia si attivassero non per reprimere i taglieggiatori, ma per reperire risorse da destinare alle vittime al fine che continuino a pagare gli estortori per evitare pericoli per la loro incolumità, magari vantandosene pure… Messina Denaro agonizza all’Aquila, scontando giustamente la sua pena, dopo anni di latitanza, i signori della morte che organizzano il traffico di esseri umani sulle coste africane e forse anche su quelle Italiane e magari anche a Malta, Berlino e Londra, continuano a godersi il frutto dei propri crimini: verrà anche il loro turno di essere consegnati a una giustizia giusta? Se non c’è una forte presa di coscienza non credo.
(…non è mai un segno di intelligenza interpretare come fenomeni naturali, come tendenze oggettive, prive di alternative, dei fenomeni politici, frutto di scelte. Non è mai un segno di onestà intellettuale presentare come fenomeni naturali dei fenomeni politici. Che sia l’immigrazione, l’AI, la globalizzazione, chi afferma che non esistano alternative semplicemente vuole precluderci alternative, vuole limitare la nostra libertà. Nei palazzi che contano non ci si gira tanto intorno: chi ha molte decisioni da prendere tende a dare per scontato ciò che è evidente. Ricordo ancora il discorso che mi fece un paio di anni fa un’altissima funzionaria: non ne poteva più del modo sciatto e superficiale con cui il PD gestiva i dossier europei “ma se va al governo il centrodestra questi ripartono coi barconi!” Non è complottismo, è scienza (che in Italia è arrivata grazie a noi). Quindi quello che sta succedendo è chiaro. Perfino Bruno Vespa ha dovuto inquadrarlo sostanzialmente con le categorie della Greenhill. Certo, gli manca l’ultimo miglio: se le elezioni europee non ci fossero, i socialisti non avrebbero bisogno di fare campagna elettorale coi barconi. Sinceramente, fra i socialisti e l’UE ho le idee piuttosto chiare su chi sia meno utile: il problema non è certo la coesistenza di diverse visioni del mondo: il problema è costringerle a confrontarsi in un sistema malato e distorto, marcio fino al midollo, inefficiente per elefantiasi e intrinsecamente alieno alla democrazia. Questo sì che è un bel problema, tant’è che se da un lato sono ovviamente convinto che si debba fare il massimo per cambiare il fronte in UE - la volta scorsa lo impedirono nove grillini - dall’altro sono ben consapevole che questa è solo una necessaria misura difensiva, ma non può essere una misura risolutiva. Tuttavia - e qui torno al senso più profondo del contributo del nostro amico - prima di poter pensare a impostare una soluzione del problema è necessaria una profonda rivoluzione culturale che ci renda padroni del discorso. Finché le parole saranno quelle degli altri, il mondo non potrà essere che quello che desiderano loro per i loro sordidi scopi. È a questo che dovete guardare per capire se stiamo avanzando o meno. E un po’ stiamo avanzando…)
Il commento ha riscosso la vostra attenzione (grazie!), ma verteva soprattutto sulla seconda risposta di Weber, e quindi potrebbe aver distolto la vostra attenzione dalla prima, in particolare da un dettaglio importante.
Il ragionamento di questo grigio burocrate ha sinistre assonanze con quello svolto da uno dei volenterosi carnefici dell'austerità in un'intervista che passò alla storia, e che ora è molto difficile da reperire su Internet. Noi la commentammo qui, e perfino il nostro commento è ora impossibile da trovare via Google: Google non indicizza più il Dibattito, come sapete con l'ottima scusa che diffonde malware.
Vediamo se trovate l'analogia, e che riflessioni suscita in voi...
(...ho una serie di commenti in coda, ma non riesco a stargli dietro: meritano un post a parte che sto scrivendo con una certa ansia, perché la Storia accelera, e ci mette sempre meno tempo a raggiungerci. Arriveremo comunque prima di lei, sperando che questa volta serva a qualcosa...)
Qualche tempo fa vi ho spiegato, fra tante altre cose, che rivestendo una carica elettiva ho potuto accumulare un discreto capitale relazionale, quel capitale in assenza del quale ogni aspirazione politica è confinata al dominio dello spontaneismo velleitario, per il semplice motivo che da soli non si va da nessuna parte. Questo capitale mi offre di quando in quando l'opportunità di avere uno sguardo più penetrante su certi processi della vita quotidiana che potrebbero altrimenti restare confinati in una inquietante opacità, di trovare il bandolo di matasse troppo ingarbugliate per il tempo che ho da dedicare loro.
Faccio subito un esempio, questo:
È stata annullata la pubblicazione del post intitolato "QED a valanga (45 e 46): il bacio della morte"
Blogger <no-reply@google.com>
gio 27 apr, 00:47
a me
Ciao,
Come forse già saprai, le nostre Norme della community (https://blogger.com/go/contentpolicy) descrivono i limiti di ciò che consentiamo, e non consentiamo, su Blogger. Abbiamo ricevuto una richiesta di revisione per il tuo post intitolato "QED a valanga (45 e 46): il bacio della morte". Abbiamo stabilito che viola le nostre norme e abbiamo annullato la pubblicazione dell'URL
rendendolo non disponibile per i lettori del blog.
Perché la pubblicazione del tuo post del blog è stata annullata?
I tuoi contenuti hanno violato le nostre norme relative a malware e virus. Per ulteriori informazioni, visita la pagina sulle nostre Norme della community tramite il link fornito in questa email.
Per pubblicare nuovamente il post, aggiorna i contenuti per fare in modo che aderiscano alle Norme della community di Blogger. Dopo averli aggiornati, puoi pubblicare nuovamente i contenuti all'indirizzo
Per ulteriori informazioni, consulta le seguenti risorse:
Termini di servizio: https://www.blogger.com/go/terms
Norme della community di Blogger: https://blogger.com/go/contentpolicy
Cordiali saluti,
Il team di Blogger
Sei anni fa, al ricevere una lettera simile, avrei semplicemente pensato: "Ci siamo! Andatevene a fare in culo voi e la vostra censura, fascisti di merda!" (avrei anche pensato "Ciao un cazzo!": questo tipo di lettere, lo confesso, mi mette sempre di buonumore...), dopo di che avrei tirato dritto, dedicando (o meno) all'accaduto un post, e attrezzandomi per combattere su un'altra trincea.
Oggi è un po' diverso, anche perché se da un lato tutto quello che verrà fatto a voi sarà come se fosse stato fatto a me, dall'altro tutto quello che viene fatto a me potrebbe un giorno essere fatto a voi! Quindi è mio dovere vedere che aria tira, anche per aiutarvi ad affrontare circostanze impreviste. Naturalmente di leggere i "Termini di servizio" e altri sproloqui in legalese generico assolutamente ridondanti e inutili non se ne parlava: non ne vedevo l'utilità, non ne avevo il tempo. Però (vedi alla voce "capitale relazionale") oggi posso fare una cosa che cinque anni fa non potevo fare: chiamare al telefono (o meglio: mandare un Whatsapp) ai padroni del mondo!
Per farvi capire come sono messo, dal 27 aprile in cui ho ricevuto questo avviso terroristico (io disseminatore di malware? Magari, se avessi tempo, potrei anche pensarci...) il Whatsapp ai Signori del cyberspazio l'ho mandato il 2 agosto:
Caro Demiurgo, per non so quale motivo siete andati a pescare un mio post del 2015 per tirarmelo giù. Mi piacerebbe capirne il motivo in privato, atteso che non mi risulta di aver inserito malware, pornografia, ecc.
In risposta ottengo un cortese messaggio in cui mi viene detto che effettivamente sembrava strano anche ai Signori del globo che io mi dedicassi ad attività simili, e mi chiedevano l'URL, che è questo, ma non ci cliccate: il post in questo momento non esiste più:
[redatto: dopo la lieta e istantanea conclusione di questa istruttiva storia il post si vede ed è qui. Tuttavia Google non lo indicizza più e se cercate il suo titolo nel motore di ricerca non lo trovate...]
e nel backend mi appare (e mi appariva) con gli occhietti rossi e in bozza:
Aprendolo, non è che avessi particolari lumi:
C'era la perentoria citazione in giudizio bella in evidenza in basso nel riquadro nero, c'era er martelletto del compianto Sante Licheri in alto a destra, ma il problema non veniva evidenziato in alcun modo.
Il giorno dopo (il 3 agosto) arriva la (probabile) soluzione dell'arcano:
Caro Alberto, ho capito cosa è successo. Il sito rifondazionemilano.org è stato violato e usato per lanciare campagne di phishing. Il tuo articolo è stato bloccato automaticamente perché conteneva un link a un sito di truffe. Se vuoi mantenerlo è sufficiente rimuovere il link e fare appello.
A una rapida ricerca su tutti i link, il link incriminato risulta essere questo, che peraltro rinvia a una pagina non più esistente (sulla cui pericolosità quindi avrei qualche dubbio):
Che Rifondazione fosse una truffa lo avevamo capito dai tempi della tabellina dello zero. Che una truffa da cui ci eravamo tenuti ben distanti potesse danneggiarci, se pure in modo trascurabile, se pure indirettamente, dopo la sua sostanziale estinzione, questo era in effetti più difficile da intuire.
Comunque, ora che ho un po' di tempo da perdere seguo le istruzioni dei Dominatori dell'universo: rimuovo il link, e clicco sul martelletto di Forum.
Vi racconterò come andrà a finire.
Intanto, fate tesoro di questa esperienza, la cui morale è che dei vostri contenuti potrebbero essere tirati giù col pretesto che altri potrebbero esserne danneggiati anche se voi non avete avuto alcuna parte attiva nella potenziale minaccia e anche se questa minaccia di fatto non esiste più, non può più nuocere:
La cosa un po' mi inquieta, per voi, ovviamente: perché voi non avete il cellulare di Dio.
Io sì, ma lo uso solo per cose futili: annoiarlo mi dispiacerebbe.
Keep in touch!
(...ci sono dei commenti in coda. Per cortesia evitate gli Gnooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo. Mi occuperò di voi quando potrò farlo e a quel punto preferirete che non avessi avuto il tempo di farlo, perché delle vostre fisime nel frattempo si sta occupando il Mondo. Io, se potessi, vi consiglierei di non mettervi contro il Dibattito, ma la buona educazione mi preclude di dare commenti non richiesti...)
(...comunque il cellulare di Dio funziona:
ci hanno messo un nanosecondo: quindi è stata una macchina a prendere la decisione. Non c'è che dire, siamo in buone mani. Tranquilli?...)