Da qualche tempo sto cercando di farvi capire che la situazione degli altri Paesi europei è meno rosea di quanto i nostri cari operatori informativi cerchino di lasciar trasparire. La facile profezia sul "segare il ramo" si sta materializzando coi suoi tempi, che sono purtroppo quello della Storia, la cui lentezza non deve indurci a dubitare della logica dell'Economia. La mortifera ideologia dell'austerità (cioè la difesa ultra vires della quota distributiva del capitale) non può che condurre a una cronica insufficienza di domanda, cioè a un mondo di poveracci e di scarsa remunerazione del capitale. Un circolo vizioso che non ha nulla di originale e che spiega le cicliche eruzioni di violenza da cui è punteggiata la storia dell'umanità. I periodi di una prosa terminano con un punto, quelli della Storia con una guerra.
Anche se l'attenzione di molti si concentra sulla potenza egemone, quella tedesca, per una serie di motivi, fra cui l'indubbia rilevanza del Paese, la sua penetrazione nel tessuto della nostra economia, il fatto che lo conosco bene e che ho una lunga esperienza diretta e indiretta di esso, da qualche tempo, da ben prima del gigantesco QED di Nanterre, stavo cercando di attirare la vostra attenzione sulla Francia, che, a differenza della Germania, è, come sappiamo da tempo, una vittima diretta delle rigidità determinate dalla moneta unica. Il suo deficit estero cronico le avrebbe (e le ha) imposto, come qui ci dicemmo tanti anni fa, politiche regressive (Hood Robin policies): togliere ai poveri per sostenere la competitività del Paese, dando ai ricchi. Il povero Macron di queste dinamiche oggettive sarebbe stato vittima, come avevamo detto qui e ribadito qui, non necessariamente nel senso che ne sarebbe stato travolto, ma nel senso che la loro gestione sarebbe stata sempre più complessa, a mano a mano che le tensioni sociali (nell'immagine del mio amico del post precedente, la pressione del vapore nella pentola a pressione) si fossero rivelate più esplosive.
La ciurma awanagan-gianniniana, qui degnamente rappresentata dall'amico Marco con la "m" maiuscola, travolta dal proprio livore antiitaliano (quel Paese così ingrato da non attribuire una laurea honoris causa ai millantatori!), ma anche gli intelliggenti (sic) come Valerio, intrisi, questi, di diverso ma coassiale livore verso questo popolo di mandolinisti che si attarda oziosamente su un blog insignificante (e che peraltro non c'è) invece di inchinarsi alla superiorità del loro pensiero forte, ha reagito a questo discorso coerente e dalle lunghe radici abbandonandosi alla tentazione (cit.) del "micugginismo": m'ha detto micuggino che in Francia sta bbene, m'ha detto Numbeo (e che cazzo è? Ma perché non andare sul sito dell'Eurostat?) che il Pil in Francia è più alto, ecc.
Tutte osservazioni assolutamente inconferenti, come vi mostro con un semplice esempio numerico, sintetizzato da questa tabella:
Immaginiamo che in Cracozia ci siano 10.010 (diecimiladieci) abitanti, di cui 10 ricchy e 10.000 poveri. Com'è noto, i ricchy hanno ovunque una bassa propensione al consumo. Se guadagni un milione, difficilmente spenderai 750.000 euro in pane (il rischio del diabete si concretizzerebbe rapidamente), e all'obiezione che però i ricchy possono comprare champagne, si può obiettare che con 750.000 euro di champagne puoi farci il bagno nella Jacuzzi tenendola spenta, ma certo non dissetarti, a meno che tu non voglia fare la fine dell'immortale autore de Il corvo. Come capite, la diversa propensione al consumo di ricchy e povery è un dato fisico, oggettivo. Naturalmente quasi nessun modello economico ne tiene conto, a parte quelli kaleckiani, come questo. Nell'esempio ipotizzo che in Cracozia i ricchy consumino il 20% del loro reddito (risparmino l'80%) e i povery il 90% (risparmino il 10%). Se 10.000 povery guadagnano 1.000 eury il totale dei loro redditi è 10 milioni, esattamente come il totale dei redditi dei 10 ricchi che guadagnano un milione a testa. Il Pil della Cracozia quindi nello scenario di base è 20 milioni (di cui 10 guadagnati dai ricchy e 10 dai poveri), con 11 milioni di consumi.
Passiamo ora allo scenario "M'ha detto mi cuggino che er Pille in Francia è arto" (lo scenario degli awanagan-gianniniani e degli intelliggenti).
Basta immaginare che il reddito dei ricchy raddoppi, passando a due milioni a coccia, e quello dei povery si dimezzi, passando a 500 eury a cranio.
A questo punto, i ricchy da soli fanno 20 milioni di reddito (cioè bastano i ricchy a raggiungere il reddito della baseline, dello scenario precedente), cui si aggiungono i 10.000x500=5.000.000 milioni di reddito dei povery, per un totale di 25 milioni (ovvero: il Pil è aumentato del 25% da 20 a 25 milioni, e analogamente il Pil pro capite - visto che gli abitanti sempre quelli sono: il conto fatelo voi!). I consumi, però, sono diminuiti, passando da 11 milioni a 8 milioni e mezzo: questo perché si sono dimezzati i redditi della popolazione a più alta propensione al consumo.
Questo spiega perché quando un economista vede questo grafico:
(tratto da qui) immediatamente visualizza questo:mentre quando un ingengngniere awanagan-gianniniano o un intelliggente vedono lo stesso grafico immediatamente vanno su Numbeo per cercare di dimostrare a Bagnai che ha sbagliato (ignari del fatto che Bagnai se ne strabatte), e fanno la figura dei peerla (ma non dobbiamo infierire noi dove Natura si accanì).
Capito, pirlottoni? Vi voglio bene, ma (o anche perché) non ce la potete fare! Andate a parlare di calcio al Bar dello Sport, il vostro giardino di Academo, cercando di scalarne la tabaccaia, ma qui è meglio che lasciate perdere: non siete buoni nemmeno come sparring partners!
Oh, poi io lo so che siete autolesionisti, quindi aspetto con trepidazione, soffocando gli sghignazzi, la vostra relazione di minoranza. Nel frattempo, i normodotati, ove mai non lo avessero già capito, hanno un quadro chiaro della situazione: del fatto che il cuggino di Marco stia bene rigorosamente all'interno della "cerchia dei Navigli" di Parigi ce ne possiamo tranquillamente strabattere. L'ultimo visiting a Paris XIII l'ho fatto nel 2017 e già allora mi dissero di non muovermi da solo dalla metropolitana alla facoltà perché era pericoloso (e in effetti durante un seminario venimmo interrotti dalla notizia che un collega si era fratturato la mascella - nel senso che lo avevano corcato di botte - nel tentativo di difendere lo zainetto del suo computer dalle affettuose attenzioni di un nuà - noir - vi risparmio le contorsioni logiche cui si sottopose il messaggero, dovendo recare tale infausta notizia in un'università de sinistra).
Non sono 10 super ricchy (di cui la Francia abbonda) a rassicurarci:
(qui): ove mai volessero farlo, non saranno Arnault, Bettencourt, Saade, Pinault e Wertheimer ad arginare centinaia di migliaia di diseredati che non hanno nulla, o troppo poco, da perdere, e cui il Governo letteralmente non sa in quale lingua rivolgersi! L'unico modo che avrebbero a disposizione per farlo sarebbe assoldare dei mercenari, ma se lo facessero (e dovranno farlo) li userebbero per difendere se stessi, non Macron! Si ritireranno nell'Ile Saint Louis, trasformeranno coi fondi del PNRR il Ponte Luis Philippe, il Pont Marie et il Pont de Sully in ponti levatoi, e tanti saluti! Per i punti a Sud, come sa chi conosce Parigi, basterà qualche cavallo di frisia e una trentina di ragazzotti dotati di fucili a pompa.
Chiaro il concetto?
Poi va da sé che i moti si sopiranno, fino alla scintilla successiva, in un'alternanza risonante di fasi acute e fasi croniche. Ma anche la Francia è soggetta al peccato originale. Rimuovere gli effetti senza rimuovere le cause è un esercizio tanto nobile quanto disperato. Le riforme, alla Francia, servono:
Lo vedete, poveri ciucci miei!, che in termini di conti esteri è sistematicamente sotto di noi, con tutto che l'energia per lei non è un problema? Quindi agli scalmanati che stanno mettendo a ferro e fuoco le città (non solo les cités) della Francia Macron può dire quello che vuole, ma quello che dovrebbe, e alla fine dovrà dirgli, e che anche se non gli dirà loro capiranno, se non lo hanno già capito, purtroppo è: "Siete già incazzati ora? Pensate quanto lo sarete di più quando, non potendo lasciar cedere il cambio, sarò costretto a tagliarvi ulteriormente i salari per tentare di limitare l'indebitamento estero!"
Tutto qua.
Come vi ho sempre detto, il tempo è dalla nostra, o, per lo meno, non è dalla loro: e questa non è Schadenfreude, è economia, e non è strateggiah: è strategia.