(…scritto col sorriso sulle labbra a bordo di un FrecciaRossa 1000 per Milano Rogoredo, da dove mi sposterò per raggiungervi a Piacenza…)
Visto che una sciocchezza di cui avevamo parlato è diventata un caso politico ad opera degli operatori informativi del Corsera, mi preme tornarci sopra per dirvi la verità dei fatti, che purtroppo, non essendo io più in Senato, non è quella che mi era stata inizialmente riferita. Parva res, ma non possiamo sottrarla a quello scrupolo di esattezza che è la cifra di questo blog che non esiste.
Resta ovviamente fermo che gli operatori informativi dicono sciocchezze:
Da responsabile economia e membro del comitato per il programma delle europee credo di appartenere un po’ allo “stato maggiore”. Tuttavia il motivo della mia assenza non era alcuna oscura congiura ai danni del Capo dello Stato: semplicemente, questi non mi aveva invitato, e a differenza degli intellettuali di sinistra io non credo che esista un diritto universale di entrare a casa di chi non ti invita!
Il non invito è un fatto.
Quella che va rettificata è la sua spiegazione.
Come vi ho detto, avevo sollecitato indirettamente fonti qualificate della Camera (Ufficio del Cerimoniale) da cui avevo saputo quanto vi avevo riferito qui, ovvero, in sintesi, che da dopo la pandemia i Presidenti di Commissione non venivano più invitati al Quirinale per la Festa della Repubblica. Mi duole dire, e spero che non sia letto come una mancanza di rispetto, che nonostante la sua oggettiva enormità (in un ricevimento con oltre 2000 persone che senso aveva non invitare le alte cariche parlamentari?) una simile notizia non mi aveva sorpreso, mi era sembrata plausibile. L’avevo inserita nel quadro del generale discredito e della progressiva e non sempre meritata mancanza di considerazione che l’istituzione parlamentare subisce in questo tornante storico, e non ci avevo fatto caso più di tanto, anche perché avevo un concomitante invito, quello del Sindaco di Magliano de’ Marsi (luogo dell’infanzia di SAR) a partecipare all’infiorata del Corpus Domini:
(nota bene: mi sto adeguando alla vulgata degli operatori informativi che parlano di ricevimento del 2 giugno: in realtà il ricevimento ha luogo il primo giugno e io ero a Milano, ma tant’è…).
Fatto sta che l’indomani, alla parata del due giugno, una collega mi ha chiesto come mai io non avessi partecipato al ricevimento del Quirinale, dandomi ampio resoconto del numero e della qualità dei colleghi presenti. Ne desumevo, anche qui, mi duole dirlo, senza soverchia sorpresa, che le qualificate fonti Camera da me sollecitate mi avevano preso per scemo raccontandomi una storiella qualsiasi pur di togliermisi di torno. Può capitare (mi ci dovrò abituare). Io, che ho fatto dell’esercizio della pazienza (non quella di Giobbe: quella di Hathcock) uno stile di vita, con grande semplicità ho richiamato le sullodate fonti esprimendomi questa volta in bagnaiese, e segnalando che se non avessi avuto una spiegazione esauriente di che cosa fosse effettivamente successo, visto che questo increscioso inconveniente era diventato un caso politico, avrei dovuto necessariamente segnalarlo al vertice politico dell’istituzione, il Presidente Fontana.
Potenza del bagnaiese!
Improvvisamente, la versione cambia, e salta fuori che sono stati invitati gli Uffici di Presidenza di tutte le Commissioni permanenti, e di tre organismi bicamerali: antimafia, vigilanza RAI, e COPASIR.
A questo punto coinvolgo direttamente il Presidente, non per altro, ma per sapere, atteso che, come vi ho più volte specificato, nel Cerimoniale della Repubblica le bicamerali hanno rango più alto delle permanenti, si fosse deciso di escludere proprio la bicamerale di più antico lignaggio (istituita niente meno che con RD 453/1913)! Se e quando saprò che cosa è successo ve lo farò sapere, ma intanto abbiamo ribadito un punto: se è su un quotidiano (ma anche se è su un periodico) è una falsità! Nessuna congiura, nessun attacco premeditato. Saremmo mica così scemi, nel caso volessimo attaccare qualcuno, da far cose che potessero metterlo in allarme!?
Ma noi non volevamo attaccare nessuno.
Non sono tuttavia in condizione di affermare che valga la reciprocità. Secondo me qualcuno vuole attaccare noi, per espropriarci del primo e più fondamentale dei nostri diritti: quello di essere arbitri del nostro destino, quello di scegliere. Non sarà mica un caso se in economia, quando si parla della capacità del consumatore di influenzare le strategie aziendali tramite le proprie scelte di consumo, si definisce questa capacità “sovranità del consumatore”!? La sovranità è scelta, e se non scegliamo noi, sceglie qualcun altro. Il tema di queste elezioni europee è tutto qui: vogliamo scegliere noi, o vogliamo che per noi scelgano altri?
Ma vedo che siete molto attenti e quindi mi tranquillizzo. Ricordatevelo: per quanto le cose siano andate molto oltre, siamo ancora in una fase in cui le apparenze vanno preservate. Avete quindi ancora il diritto di scegliere di voler scegliere, di scegliere di non lasciare che la vostra sfera decisionale venga obliterata da entità sovranazionali distanti, opache, e di dubbia legittimazione democratica, come avverrebbe ad esempio se il “più Europa” si traducesse nel principio del voto a maggioranza in sede europea! Per opporvi sapete come fare: votare per l’unico partito che ha da sempre deciso di conformarsi al dettato dell’art. 1 Cost., il partito che ha deciso di coinvolgere me e Claudio (cosa non scontata e troppo spesso rimossa).
Sugli altri, non se ne dolgano, qualche dubbio è lecito averlo.
(…io non chiedo mai niente, io rispetto sempre tutte le linee gerarchiche, io cerco di non abusare mai, per prevaricare, del patrimonio di relazioni accumulato in tanti anni di dibattito… ma se quando chiedo una cosa, una sola, mi si risponde in modo inconferente, posso smettere quando voglio di essere cortese e corretto! Se ho smesso di essere di sinistra, posso smettere tante altre cose. Pigé?…)