La rassegna stampa di questa mattina ha riservato agli addetti ai lavori una assoluta sorpresa:
Repubblica ci ha annunciato che il premier vuole tagliare alcune inutili microtasse. Peccato che le cose non stiano esattissimamente così!
Non vorrei che quanto sto per dire suonasse a critica nei riguardi di alcuno, ma la mia sensazione è che a Palazzo Chigi ci sia ben altro di cui interessarsi, e ci si stia interessando a ben altro, piuttosto che a questi fastidiosi balzelli, di cui credo fossero e siano pochi ad avere contezza, come non ne sapevo niente io prima di leggere l'Atto Camera 2784 a prima firma del collega Gusmeroli recante "Disposizioni e delega al Governo in materia di semplificazione e abolizione di adempimenti fiscali per le persone fisiche e le imprese", presentato il 16 novembre dello scorso anno. Questo non vuol dire che il premier non voglia tagliarli, ma che molto verosimilmente non avrà ancora avuto modo di riflettere su una questione di questa rilevanza! In qualche modo, attribuendogli a caratteri cubitali una proposta abbastanza marginale nel contesto complessivo della riforma del sistema tributario di cui si parla, mi sembra che l'autore del pezzo sminuisca, anziché valorizzarla, la figura del premier, ottenendo un risultato certamente contrario alle proprie intenzioni. Un macroeconomista in fin dei conti è assente giustificato da una materia così tecnica e di dettaglio: dopo di che, per quel che mi riguarda sono in Parlamento per studiare e studio con l'aiuto dei colleghi che ne sanno più di me.
L'amore di verità però mi impone di precisare che questa non è una proposta fatta dal Governo a giugno 2021, ma una proposta fatta dalla Lega nel novembre 2020, quando era all'opposizione, e recepita oggi in un documento parlamentare di cui forse il Governo terrà conto domani (nel presentare, entro il 31 luglio, la legge delega sulla riforma del fisco).
Tra l'altro, il fatto che questa proposta sia stata ripresa in un documento delle Commissioni Finanze congiunte (che non sono una Commissione bicamerale), cioè in un atto parlamentare (tecnicamente, nella relazione conclusiva di un'indagine conoscitiva) non vuole dire che il Governo l'abbia fatta ancora propria, né tantomeno che sia farina del suo sacco (tautologicamente, gli atti parlamentari sono atti del Parlamento, non del Governo).
In questa ennesima "lieve imprecisione" vedo un bicchiere mezzo pieno: l'entrata in maggioranza ci permette, con umiltà e determinazione, di dare concretezza a proposte che se fossimo rimasti all'opposizione sarebbero rimaste sulla carta. Certo, poi c'è il bicchiere mezzo vuoto: quanto è difficile essere informati in modo preciso (vedendola dal vostro punto di vista), o (considerandola dal nostro) vedersi riconosciuto da un sistema dei media che ci è ancora pregiudizialmente ostile il lavoro politico che stiamo facendo!
Del resto, se tutti ora sono contro l'austerità (e chi è qui dall'inizio sa quanto questa affermazione [non] sia vera), in fondo ci sta anche che oggi tutti abbiano proposto l'abolizione delle microtasse...
O no?