Comunque, ricevo da un abitante di Giovinia una lettera che condivido con voi. Seguirà dibattito...)
Chia.mo [Ndc: sta per chiarerrimo] Prof. Alberto Bagnai,
sono uno studente di finanza e
metodi quantitativi per l’economia dell’Università degli studi di Piddinopoli (curriculum finanza e assicurazione). Durante la preparazione di
un esame sulla valutazione delle imprese assicurative italiane, mi sono
imbattuto in una serie di pubblicazioni da parte dell’Ania
(Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) che sono
decisamente illuminanti. Mi scuso della lunghezza della mail ma per
evitare di parlare a sproposito (speriamo) l’ho dovuta scrivere così.
Visto
che oramai sono un appassionato lettore del suo blog Goofynomics parto
dall’assunzione che non ci fosse alcun bisogno di riformare il sistema
pensionistico italiano nel 2011 (a.k.a. riforma Fornero), visto che il
grafico relativo all’indicatore S2:
a pagina 49 di questo report del
lontano 2011 (Lei solitamente cita il fiscal sustainability report del
2012, con la riforma Monti/Fornero già implementata, mentre a me piace
più questo studio in quanto dimostra che anche senza la riforma già nel
2011 si stava bene comunque [Ndc: giusto, e grazie per il contributo, ma non sono del tutto convinto che spiegare l'ovvio a dei cialtroni pezzi di sterco sia esattamente parte del mio lavoro, anche perché certe cose non le capisce solo chi non le vuole capire, e quindi il tuo lavoro, sappilo, è inutile. Però grazie sinceramente]) della commissione europea dimostra che non
ne avevamo bisogno (ammesso che ancora riesca a leggere bene i grafici).
Un’amante dell’austerità a tutti i costi [Ndc: questo presuppone una coppia lesbica, o un apostrofo di troppo. Preferisco la prima ipotesi: sono molto più tollerante in fatto di preferenze sessuali che di grammatica. D'altra parte, va anche scusato: è di Piddinopoli...] potrebbe argutamente far
notare che i rischi riguardavano il breve termine, ma a questo punto gli
si potrebbe far sommessamente notare che il fiscal sustainability report della
commissione europea del 2102 riportava dei valori dell’indicatore S0
per l’anno 2011 sotto la soglia di pericolo:
(threshold, per gli amanti
dell’inglese a tutti i costi), come peraltro lei ci ha fatto notare in
numerosi e svariati suoi articoli nel blog. Quindi il succo della
questione è che le prestazioni pensionistiche garantite dal sistema
pubblico (che erano delle pensioni decenti) non rappresentavano una
minaccia per la tenuta dei conti pubblici né tantomeno una minaccia per
la sostenibilità del debito pubblico a lungo e a breve termine e quindi a
questo punto possiamo finalmente metterci anche noi al riparo con il
famigerato “CE LO DICE L’EUROPA” (ma non ce lo chiede, aggiungerei).
[Ndc: applausi!...]
Ed
ecco che veniamo alla crescita della raccolta premi ramo vita. [Ndc: e qui cominciano i problemi...].
L’ipotesi dalla quale parto è la seguente: se lo stato non mi garantisce
più delle prestazioni pensionistiche decenti e decorose, l’unica cosa
che mi rimane è di rivolgermi al sistema privato [Ndc: un primer su questo argomento è rinvenibile a questo link]. L’unico problema è che
i contributi che vengono versati all’aerarium (INPS) non si possono
dirottare su piani pensionistici privati, pertanto per garantirmi una
pensione (a.k.a. consumo posticipato) dovrò necessariamente rinunciare a
parte dello stipendio (consumo corrente) per garantirmi in futuro una
pensione decorosa (consumo posticipato). I manuali classici di politica
economica e macroeconomia ci dicono, bonariamente ed ingenuamente, che
il risparmio è pari agli investimenti (lo so che la sto facendo molto
semplicistica, d’altra parte io studio finanza e per me la tassazione è
la variabile T e molto spesso neanche la considero, poro bischero mi
direbbe il mi babbo), quindi mi si direbbe che il risparmio rientra con
gli investimenti e pertanto il Pil non ne risente affatto, ma neanche
per sogno rispondo io. Infatti se si vanno a vedere i regolamenti per la
composizione del portafoglio di investimenti per un fondo pensione si
nota le compagnie assicurative sono obbligate ad investire la maggior
parte delle risorse rivenienti dalla raccolta vita in titoli pubblici,
quindi questo risparmio non ritorna come investimento.
[Ndc: Ehm... Qui l'economia c'entra poco e c'entra invece la contabilità, che abbiamo spiegato illustrando il caso della Grecia. Il ragionamento dell'amico di Piddinopoli presuppone che lo Stato getti in un vulcano i soldi che raccoglie emettendo titoli. Vabbè. In realtà, a dirla tutta, le cose stanno anche peggio di come dice lui, ad esempio perché circa 60 miliardi di debito pubblico sono andati a salvare le banche di altri paesi, come sapete. Ma lasciamo stare. A Giovinia sono bravi con le cose difficili, mica con quelle semplici. Però c'è un'età per tutte le cose, e quanto segue, nonostante questa sesquipedale imprecisione, è pieno di dati considerazioni interessanti...]
Quindi il consumo
e il Pil ne risentono in modo drammatico. A questo punto i più arguti
mi potrebbero dire: guarda che non è detto che i lavoratori abbiano
rinunciato al consumo corrente per farsi una pensione anzi è molto
probabile che abbiano svuotato i conti correnti e le altre forme di
risparmio per finanziare il proprio piano pensionistico privato. Anche
io mi ero fatto questa domanda e la risposta è stata delle più ovvie, no
non lo hanno fatto come dimostrano queste pubblicazioni dell’Ania
relative alla composizione delle attività finanziarie delle famiglie
italiane nel periodo 2011-2012:
(pag
113, si in questo periodo hanno drenato risorse anche dalle
assicurazioni private, d’altra parte i consumi stavano diminuendo e la
gente doveva pure mantenere livelli di consumo normali [Ndc: ma sai che non l'ho capita? I depositi diminuiscono in c/c diminuiscono costantemente, tuttavia questa tabella non consente di fare un'analisi dei flussi né nel senso indicato dai tuoi ipotetici interlocutori, né nel senso che sembri suggerire tu, ovvero che la gente si è privata der cibbo per pagarsi la sanità privata. Sarà sicuramente andata così in alcuni caso, ma questo dato aggregato dove dovrebbe dimostrarlo?]) e nel periodo 2013-2014:
(occhio
che qui la gente si rende conto che è obbligata a fare piani
pensionistici privati, e occhio che qui aumentano anche i fondi
comuni). Quindi dal mio punto di vista e ammesso che abbia interpretato
bene le tabelle, questi famosi piani pensionistici, a meno di altre
sorprese, sono stati finanziati diminuendo il consumo corrente [Ndc: scusa, ma hai visto il dato relativo agli investimenti in obbligazioni?]. E
quindi? Se si osserva questo bellissimo
grafico a pagina 10:
si nota che le compagnie assicurative hanno
incrementato la raccolta vita (risparmio/consumo posticipato) di un 20
miliardi di € nel 2013 rispetto al 2012 e di altrettanti miliardi (sono
all’incirca 25) nel 2014 rispetto al 2013. Non sono pochi circa 40
miliardi di consumi in meno [Ndc: questo lo dici tu: potrebbero essere 40 miliardi di bond privato...] in soli 2 anni alla luce del fatto che
questi non sono nemmeno rientrati nel circolo economico sotto forma di
investimenti dato che le compagnie sono obbligate ad investirli in
titoli del debito pubblico, per la gran parte [Ndc: a parte che su questa deduzione ci sono ovvi dubbi, vorrei far notare che l'aumento ha riguardato prevalentemente le forme di assicurazione tradizionali].
Quindi?
anche io a questo punto ho molti dubbi che non mi riesco a spiegare e
che sono il motivo di questa mail. Il succo della mia domanda è: si è
smantellato un sistema pensionistico pubblico che garantiva pensioni
decenti quando non ce ne era assolutamente il bisogno, questo per
favorire il sistema privato che però a sua volta ha comportato una
depressione consumi (questa è una mia ipotesi supportata da quelli che
io ritengo siano fatti e di cui pertanto le chiedo conferma) e quindi di
minore crescita del Prodotto Interno Lordo quando in realtà noi ne
avevamo disperatamente bisogno, per raggiungere cosa? La famosa
decrescita? Perché se quello fosse stato l’obiettivo, a questo punto mi
sento di dire che l’abbiamo centrato in pieno, bravi ragazzi! Oppure c’è
di più? La volontà di voler mettere in ginocchio un intero paese?
Magari da parte di qualche paese che noi consideriamo amico ma che alla
luce dei fatti non lo è? Magari di uno di quelli che diceva che avevamo
finanze pubbliche marce perché avevamo una spesa pensionistica
insostenibile (e occhio che qui il cerchio si stringe)? [Ndc: non funziona così].
Una delle poche certezze è che le assicurazioni private ci hanno guadagnato e molto come dimostra questo bel grafico qua:
(a
pagina 13). E poi se i titoli di stato erano così pericolosi come ci
hanno voluto far credere, perché le assicurazioni private non hanno
fatto altro che aumentare la propria esposizione in titoli pubblici
nonostante la tempesta, come dimostrato qua a
pagina 57?
[Ndc: ma scusa!? Prima dici che usano i titoli pubblici a copertura delle riserve perché hanno vincoli di legge in tal senso, e poi ti chiedi perché hanno aumentato la loro esposizione verso attività risk-free in un momento di crisi finanziaria? Una spiegazione più articolata qui.]
Non è che sapevano che i titoli pubblici non erano rischiosi
ma a quel punto garantivano un’occasione ghiotta per farci profitti
risk-free (questo era il vero livello di rischio visto tutto il bel
discorso che ho fatto qui sopra) e quindi era bene incoraggiare e
sostenere la narrazione (story telling) che lo stato era inefficiente e
spendaccione, visto che questo garantiva un’aumento della raccolta e
quindi un’aumento dei profitti visto che i tassi d’interesse erano così
alti, sarà mica andata così?
Non voglio e non posso crederci, ma sembra quasi che io debba crederci. [Ndc: in Italia c'è libertà di culto, ma c'è anche libertà di non capire cosa stai dicendo].
La
ringrazio vivamente dell’attenzione ma ho ritenuto che lei fosse uno
dei pochi che potesse darmi delucidazioni viste le sue posizioni
accademiche e le competenze. Avrei avuto altro da fare, per inciso stò
diventando pazzo con i modelli arima e garch, ma questo meritava di
essere approfondito. [Ndc: i Garch non si prestano al complottismo, quindi te li sconsiglio. Per il resto, grazie per i dati, ma ribadisco: il mondo non funziona così...]
Distinti Saluti
Dino Pi
(...ti arrivano lettere così, che veramente non sai come reagire. Riassumendo: non avevamo bisogno di riformare il sistema pensionistico, e questo si sapeva; Monti e la Fornero non hanno salvato alcunché perché non c'era nulla che bisognasse di essere salvato - se non da loro - e questo si sapeva; il quadro generale è quello di una diversione dei flussi di risparmio dal circuito di intermediazione pubblico a quello privato, e questo si sapeva; ma con questi dati ben noti il discorso sviluppato dal nostro amico cosa c'entra? Voglio dire: un conto è dimostrare, con la contabilità ai flussi di fondi, che il sistema delle imprese degli Stati Uniti si autofinanzia, e quindi il risparmio "fresco" delle famiglie non viene convogliato verso investimenti "produttivi" - formazione lorda di capitale fisso, alla quale le imprese provvedono coi mezzi propri - ma verso operazioni di carattere sostanzialmente finanziario con l'intermediazione del sistema dei fondi privati. Ma se vedo che la raccolta tradizionale ramo vita aumenta di 40 miliardi mentre il flusso di investimenti in titoli privati crolla cosa ne devo dedurre? Voi ci avete capito qualcosa? C'è un assicuratore in sala?
Comunque, la conferma che la Commissione Europea ce lo diceva, e quindi non ce lo chiedeva, già nel 2011, vale da sola il prezzo del biglietto. Qualcuno vada a dirlo a Ricchiardo Pagliuzza, l'autofake del pasdaran della Fornero...)