Si è alzato il vento, scuote le fronde dei faggi. Nei punti ridossati brillano le lucciole. Me ne sto al buio, disponendomi al riposo dopo una giornata di lavoro, e penso.
Il retaggio più doloroso della stagione del COVID è stato per me il rendermi conto che quanto mi illudevo di avervi trasmesso in realtà non ero riuscito a trasmettervelo, e che quindi il mio lavoro era stato inutile. Non ero riuscito a trasmettervi nulla di più di quanto voi credeste già di sapere, e questo esponeva voi a quello che poi abbiamo visto succedere, l’adorazione di vitelli di cioccolata (i vitelli d’oro col nostro budget non possiamo permetterceli), e me alla mancanza di sostegno, quando più sarebbe stato necessario (come si vide in piazza nel 2021, peraltro). Per inciso, forse non era nemmeno cioccolata, ma questo rafforza il mio discorso piuttosto che indebolirlo.
Mi colpisce oggi questo amaro lascito di un periodo da dimenticare, perché affacciandomi alla cloaca ho osservato con distaccato divertimento la vostra “indinniazione” nei riguardi di uno dei tanti idoli di cartapesta che vi siete creati (la prossima sarà la cotonata di provincia, già vi vedo arrivare) e di cui solo oggi scoprite l’inconsistenza, un’inconsistenza così palese, palmare, e radicale, da non gettare (scusatemi se ve lo dico) un’ottima luce su chi solo oggi la constata. Eppure sarebbe bastato poco per evitare delusioni! Sarebbe bastato, visto che mi seguite, seguirmi. Avreste così colto il momento in cui l’idolo oggi decaduto era stato bloccato da me per eurismo molesto, ad esempio (perché a quelli che “destra e sinistra non esistono più, signora mia!”, a chi prova un’ansia più o meno condivisibile di rifondare la topologia della politica, vorrei ricordare che la categoria più utile elaborata negli ultimi anni resta quella di PUDE…). Ma soprattutto avreste capito che chi vi si offriva come punto di riferimento in un momento in cui, non avendo capito quello che avevate letto, avevate tanto bisogno di punti di riferimento, non poteva essere un buon punto di riferimento, perché mancava di carità.
Detto in altre parole, il vintage di intellettuali che si sono svegliati e conseguentemente si sono fatti un seguito con la pandemia è composto da babbei o da furfanti. Perdonate se sono così ermetico: d’altra parte, affermazioni chiare e quindi falsificabili sono il presupposto di un discorso e quindi di un progresso scientifico. Aspetto da voi evidenze del contrario, cioè aspetto che mi citiate intellettuali “punturini” che abbiano aggiunto qualcosa a quello che qui sapevamo. Ora, non c’è nulla di male in democrazia a essere un babbeo o un furfante, o anche semplicemente un pensatore non originale e conformista, e finché qui questa roba resta fuori da qui non ci dà alcun fastidio. È però desolante capire a distanza di 13 anni che la frase chiave di un lavoro appassionato, onesto e lungimirante non è stata minimamente capita, o se è stata capita non è stata presa sul serio. Questo, in effetti, limita molto la portata di quel lavoro, e soprattutto frustra in radice quella che poteva essere la sua utilità: il fornirvi elementi per difendervi da inevitabili, prevedibili e previste aggressioni.
Ma ormai l’ho capito: voi ascoltate le mie dirette perché gradite il suono della mia voce, e leggete il mio blog perché apprezzate il ritmo della mia prosa. Vi sono grato per l’apprezzamento, che mi aiuta a superare la frustrazione di non essere compreso. Ad esempio, che cosa non è chiaro in una frase così semplice come “non ci sono limiti a quello che ci potrà essere imposto”? Perché non siete riusciti a prenderla sul serio? Voglio prendermene la responsabilità: forse perché io non sono riuscito a spiegarvene il fondamento. Può sembrare strano disinfettare la sabbia, o mettersi la mascherina alle 18 perché prima il virus dorme, o una qualsiasi delle tante altre assurdità che ci sono state imposte durante la pandemia, ma chi è qui ha avuto gli elementi per capire che l’imposizione di una moneta unica ad un’area valutaria non ottimale è una assurdità che per stravolgimento della logica e per ampiezza delle conseguenze travalica di parecchi ordini di grandezza qualsiasi altra assurdità un essere umano riesca a concepire. Peraltro, una delle conseguenze di questa assurdità è mettere sotto ricatto i parlamenti che vogliano opporsi ad altre assurdità. Per questo motivo nel 2012 ammonivo che accettare questa specifica assurdità avrebbe aperto la strada a infiniti altri orrori. È per questo stesso motivo che oggi, nel 2025, chi si sveglia e scopre di vivere in un mondo, diciamo così, perfettibile, senza avere la benché minima idea di quali siano i dati strutturali che ci impediscono di migliorarlo, dovrebbe suscitare il sospetto non tanto dei ventenni, da sempre assolti per non aver compreso il fatto, ma certo di chi era qui 14 anni fa. Eppure, anche molti di questi ultimi, con mia rassegnata tristezza, sono andati dietro ai pifferai tragici. Ora, uno dopo l’altro, passata l’emotività della minaccia esistenziale diretta, li lascerete cadere nel dimenticatoio, ma intanto avremo perso tutti tempo.
Eppure, oltre all’assenza di carità, oltre a una visibile incapacità di questi figuri di accorgersi di qualcosa prima che capitasse a loro, c’è anche un altro elemento che avrebbe dovuto mettervi in guardia: il loro sterile narcisismo. Ma anche qui sono rassegnato: non posso aspettarmi e non mi aspetto che capiate il sacrificio fatto entrando in una squadra, e non perché essa sia composta di elementi scarsi, ma proprio perché, al contrario, essendo composta di elementi pregiati, impone un vincolo maggiore alla mia libertà di espressione, che non vorrei fosse mai un ostacolo al perseguimento di un fine collettivo.
Io ho saputo entrare in un partito e starci, a differenza delle tante buste di piscio che in giro per la cloaca social da anni si sbracciano per creare un partito sulle mie idee, cannibalizzando il mio seguito, ignorando un dato fondamentale: Bagnai non vorrebbe mai essere seguito da uno che segue Bagnai, ovvero, in altri termini, ogni occasione è a me gradita per sbarazzarmi di chi ignora il primo comandamento perché non ha praticato il comandamento zero (ascolta!). Eppure anche questo non è stato capito! Quando io avevo, come tuttora ho, un seguito di parecchi ordini di grandezza superiore a loro, e non pensavo mai di dare alla mia azione una esplicita veste politica entrando in un partito, mi sono sempre opposto con violenza a qualsiasi ipotesi di costituire un partito. Il dileggio che fin dall’inizio abbiamo riservato ai famoerpartitisti evidentemente a molti non è stato di lezione, come pure non lo è stato l’estrema attenzione con cui abbiamo evitato che a/simmetrie, una associazione scientifica, venisse interpretata, o peggio ancora usata, come “er partito de Bbagnai”!
Tanti di quelli che ragliavano “Bagnai narcisistaaaa!11!1” si sono poi fatti e si fanno ogni giorno abbindolare da nullità prive di carità, di preparazione scientifica, di capacità politica.
Va bene tutto, e in fondo, quando questa cosa è cominciata, non mi aspettavo niente. Certo, se oltre al timbro della voce e al ritmo della prosa qualcuno provasse ad apprezzare anche i contenuti, forse sarebbe meno faticoso andare avanti, forse ci si farebbe meno male. Ma io quello che ho da dirvi ve lo dico perché non posso fare altrimenti. L’illusione illuministica di cambiare il corso della storia iniettando conoscenza del corpo sociale forse posso averla nutrita all’inizio, ma da essa mi sono separato da tempo, e quel lutto è stato elaborato.
Più difficile convivere con la scoperta che persone che pensavi avessero capito in realtà non hanno capito un cazzo. Ma quello che vale per loro, forse vale anche per me. Nella serena constatazione di questa simmetria, ora che il vento si è calmato, vi lascio e vi auguro una buona notte.