domenica 12 febbraio 2012

Eurodelitto ed eurocastigo

(Avviso al lettore: in questo post si alluderà a situazioni sconvenienti e si farà esteso impiego del turpiloquio, in particolare di quello di tradizione labronica, per il quale si rinvia al fondamentale testo di Giorgio Marchetti (1996) Il Borzacchini universale – Dizionario ragionato di lingua volgare, anzi volgarissima d’uso del popolo alla fine del secondo millennio, Firenze: Ponte alle Grazie. Se ne sconsiglia pertanto la lettura alle anime belle piddine sprovviste di cilicio e/o non accompagnate dal proprio padre spirituale.)


Ricevo da un affezionato ed acuto lettore questo commento:


prof! hai ragione, ma adesso, politicamente ed economicamente... che dobbiamo fare? per la serie: domanda da un milione di dollari! saluti aleC



La domanda è da un milione di dollari, ma la risposta puoi averla per €11,48 su IBS (poi ti do il link), o anche gratis qui. La articolo in due racconti: quello di una storia capitata a me, e quello di una storia capitata a un giovane di sinistra portatore di un’astratta e nobile visione.

Comincio da me.


Scene della vita di provincia
Qualche mese fa venni invitato da un partito della sinistra di centrosinistra a intervenire in un ciclo di conferenze che si teneva in una cittadina del Nord, al quale avrebbero partecipato economisti molto più prestigiosi di me. Lusingatissimo accettai e feci la mia solita sparata che conoscete (l’archetipo è in questo filmato, per i latecomers). Siccome è chiaro (non a tutti, diciamo a quelli un po’ above average) che accetto il dialogo, tutti interloquivano, e io cercavo di soddisfarli. E gli interventi erano di varia natura: ne riporto tre in ordine crescente di originalità.

“Ma la sua posizione non è leghista?”

E io pensavo (in livornese): “Ecco, te si cche ttu lo sai dove dorme ‘r porpo! Se Prodi ti dicesse che la forza di gravità non esiste e Maroni ti dicesse il contrario, tu subito spiccheresti il volo dalla finestra, e non sarebbe questa gran perdita, onestamente...”

“Ma se ci presentiamo così ai nostri elettori facciamo la fine di Bertinotti!”

E io pensavo (sempre in livornese): “Ber mi ghiòzzo di bùa! Che ben triste e tristo spettacolo quello di questa giovinezza che preferisce perdere difendendo l’idea sbagliata anziché quella giusta, sapendo per di più che sta difendendo un’idea sbagliata... Chi è stato il corruttore di questa giovinezza? Il voto “utile”. Una volta, a ben altri corruttori, si faceva bere la cicuta.”

“Ma bisogna pur ricordare che la moneta unica in teoria presentava dei vantaggi e che c’erano delle motivazioni ideali e non solo riferite al progetto di integrazione europea, perché il commercio, la crescita, ecc. ecc.”

E io pensavo: “Questo è parlare! Forse era meglio quando i comunisti leggevano il Capitale anziché il Dornbusch-Fischer... E sì che Dornbusch, tra l’altro, ai suoi colleghi diceva cose ben diverse da quelle che diceva ai suoi studenti! Però questo almeno è preparato. All’università mi toccherebbe promuoverlo, con una certa ripugnanza. Dura lex, sed lex. Qui è meglio se lo cauterizzo.” E lo cauterizzai, col dovuto garbo.

Poi si va a pranzo, e siccome il mondo è piccolo, chi ti incontro dopo al bar: il cauterizzato! Amici come prima, ovviamente. Del resto, qui bene amat bene castigat, e il medico pietoso ecc. Quindi nell’ambito di un sereno fair play si scambiano due chiacchiere all’insegna del “ma tu ti rendevi conto che stavi sparando una raffica di cazzate?” (pacatamente, giuro!). Risposta (sorprendente): “Sì, ma son dovuto intervenire perché anche se sono d’accordo con te secondo me i nostri non sono ancora pronti per questo discorso”. Ah! Ma veramente erano venuti a dirmi grazie, erano venuti a dirmi che loro avevano sempre pensato che le cose stessero più o meno come gliele stavo rappresentando, ma che loro, però, si sentivano dire il contrario da tutti: dai giornali, dalle televisioni, dai loro dirigenti. Forte di questa legittimazione, mi permisi di obiettare: “Ma ormai l’evidenza dei dati si impone a tutti, non è possibile non fare i conti con la realtà!”. E l’amico, di rimando: “Ma la politica non può ridursi al mero calcolo economico, la politica ha bisogno di ideale, di visione: ai nostri elettori dobbiamo vendere un sogno”. Be’, certo, pensai: io di politica non me ne intendo, me lo dicono tutti, ma temo (per te) che non se ne intendano nemmeno gli elettori.

E non dissi niente.

Ma avrei voluto dire questo, all’amico (caso mai ci legga): “Amico caro, ci sarà una tangenziale in questa cittadina, e ti accadrà di percorrerla, e magari di notte sarà, come talora accade, mal frequentata (ma sempre meglio di certi emicicli). Ecco, la prossima volta che ci passi e fai qualche incontro, tu non accostarti col finestrino abbassato per chiedere “quanto vuoi?”, come farebbe un politico della sinistra di centro, o magari un suo portavoce. No, no, tu fai una cosa diversa: accosta la macchina, scendi, torna indietro, avvicinati a quella creatura, prosternati a terra e baciale il piede. Questo devi fare. Lei non capirà subito, no, dovrai tornare da lei una seconda volta. Tu forse non capirai mai.”

Ma qualche lettore, ne sono sicuro, ha già capito... e può risparmiarsi il secondo racconto.


Fogno e vifione nel suicidio della sinistra (non sono errori di battitura, sono errori politici).
C’era una volta un giovane, or vedi caso, di sinistra, il quale, essendo portatore di una astratta e nobile visione, riteneva di esser libero, per realizzarla, di imporre ad altri dei costi trascurabili e transitori, senza preoccuparsi di richiedere il loro previo consenso. Chissà, il consenso forse sarebbe anche stato dato: è poco probabile, ma come ci ricorda il vostro ex-premier, nel mondo esiste anche l’irrazionalità, anche il suicidio. Tuttavia, insomma, nel dubbio, però, meglio non chiederlo, il consenso: via, orsù, si vada, si esegua! La visione, si sa, è come la cacca: quando ti viene, devi farla. A che pro’ indugiare? Questo ci insegna il XIX secolo.

Ma in questo suo romantico élan vital il giovine di sinistra, ahimè, non aveva preso in conto la possibilità di danni collaterali. Certo, Lizaveta Ivanovna lì non ci doveva essere, come probabilmente non ci sarebbe dovuto essere il fallimento Lehman, ma c’era, oh, se c’era: con tanto d’occhi sgranati nell’orrore, impietrita: quegli occhi, sai, proprio quegli occhi molto buoni, buonissimi anzi, di persona tranquilla, mite, docile, che acconsente facilmente, acconsente a tutto (difatti, poveretta, era sempre incinta come la madre dei piddini), gli stessi occhi, sai, proprio gli stessi stessissimi occhi di quelle persone che venivano da me a dirmi “ma noi in effetti credevamo di aver capito, pensavamo anche noi che le cose stessero come ci dice lei, ma tutti ci dicevano il contrario...”. E infatti anche loro, poveracci, avevano acconsentito a tutto, come Lizaveta: a votare, loro di sinistra, candidati democristiani, a farsi sfilare di mano una dopo l’altra le conquiste faticosamente raggiunte in decenni di lotte, financo a sentirsi dire che era colpa loro, perché non erano tedeschi...

Il giovane di sinistra, portatore di una astratta e nobile visione, ha un problema: ora loro lo guardano, con le labbra storte così, pietosamente, come quelle dei bambini piccoli, quando cominciano ad aver paura di qualcosa e guardano fissi l’oggetto che li impaurisce, preparandosi a urlare. E il giovine di sinistra, in nome della sua astratta e nobile visione, sapendo, o non sapendo, che in questo c’è qualcosa che non va, cala una seconda volta l’accetta.

Del resto, il treno della Storia è lì che aspetta. Non perdiamolo.

Ma... ma... la storia (con la “s” minuscola) non finisce qui. Oh, no... Anzi: è appena iniziata.

Perché i mercati stanno salendo per le scale. Sono faceti, i mercati, chiacchierano del più e del meno: “ier l’altro, al Gambrinus, vi ho vinto tre partite di seguito al biliardo!”. E ora che si fa? Si scappa. Ma non dai mercati, che lo screening lo fanno come sappiamo: uno gli dice “qui c’è qualcosa sotto.. voi rimanete qui e io corro sotto a cercare il portinaio”, e quelli invece scendono le scale e ti lasciano andare libero come l’aria. No, dai mercati, all’inizio, non c’è bisogno di scappare. Tutt’altro. Sai, sulla porta dell’Inferno c’è scritto a chiare lettere: “non v’inganni l’ampiezza del prestare”. All’inizio i mercati largheggiano.

Non da loro devi scappare, ma da te stesso.

Che sembra facile, perché in effetti basta non inseguirsi per non raggiungersi.

Ma siccome non sei uno squalo bianco, ma un uomo, e per di più di nobile e “sinistro” sentire, non è in tuo potere non inseguirti... E i mercati, dopo un po’, fiutano l’irrazionalità, per la quale hanno meno indulgenza, loro, gretti e meschini, di quanta non ne abbiano i giovani portatori di nobili e astratte visioni. E i mercati, si sa, dopo un po’ perdono il loro umor faceto, cominciano a incalzarti con la non celata, insistente, irritante e scortese causticità di Porfirij. Vogliono sapere a chi hanno dato i soldi. “Ma ecco ditemi: come distinguere questi uomini straordinari da quelli ordinari? Hanno qualche segno speciale dalla nascita? Lo domando in questo senso, che qui ci vorrebbe la maggior precisione possibile, per così dire la maggior differenziazione esterna: scusate la mia naturale preoccupazione di uomo pratico e benpensante, ma non si potrebbe introdurre, per esempio, una foggia di vestire speciale, portare addosso qualcosa, un marchio, o che so io?”

Confessatelo, non ve ne eravate mai accorti, vero? Eh già, proprio così, il vecchio Fjodor sta parlando di rating (vecchio... mica tanto: son più vecchio io, ormai!).

Caro Rodion Romanovic (Romano... vic), Porfirj che tu sei junk (in tutti i sensi) lo sa, lo sa benissimo, e tu sai che lui lo sa, e lui sa che tu sai che lui lo sa. E alla fine, guarda, so che sembra paradossale, ma la sua apparente causticità è in realtà una profonda pietas: lui vuole che tu confessi, perché se ti costituisci avrai uno sconto di pena. E lui ti capisce, sa che sei migliore di quello che sembri, sa che quello che hai fatto non ti somiglia. Ma sa anche che ti devi sbrigare.

(E questo, AleC, serve a motivarti alle buone letture: vedi, il vecchio Fjodor viene incontro anche alle tue feconde seghe mentali e ti parla del dilemma del prigioniero.)

E del resto, che ti devi sbrigare lo sai anche tu. Perché non ce la fai più. E allora vai da Sonja. E ti prosterni davanti a lei. “Non a te mi sono inchinato, ma a tutta la sofferenza umana”. Alla quale, in effetti, un pochino hai contribuito anche tu, con un paio di colpi d’accetta, se pure dati a fin di bene, in nome di un’astratta e nobile visione europeista. Ma Sonja non capisce. E allora le chiedi di leggerti il Vangelo, ma siccome sei un giovine di lettere, sai cosa vuoi sentire: tu vuoi sentire che dopo, DOPO, capisci, DOPO, c’è QUALCOSA. Perché vuoi, appunto, sapere che fare (vedi, ci avviciniamo...). Che fare?

Perché non sei, tu, no, non sei un cazzone come Stepan Trofimovic, il padre nobile della sinistra decotta e perbene (il VP o la RR della situazione, insomma), quello che chiede a un’altra giovane fanciulla di aprire il Libro a caso: e Fjodor, beffardo, dove glielo fa aprire? Qui: “Utinam frigidus esses aut calidus!”. Ma tu non sei un tiepido, tu no, e infatti questa è un’altra storia, o un altro lato della stessa Storia. Perché anche nei nostri porci politici sono entrati dei demoni. Ma non divaghiamo. Tu chiedi cosa c’è dopo, e lei te lo dice con una voce fatta sonora come metallo: “‘Lazare, veni foras!’ Prodiit, qui fuerat mortuus”. E allora tu le spieghi: “Poi capirai: dobbiamo quindi andare insieme, per la stessa strada! Andremo!”. Ma lei non capisce, e quel pensiero non le viene in mente. In nessun modo! In nessuno!

Lei non ha capito, ma Razumichin ha già capito, e ha capito perché glielo hai detto tu, e allora è tornato da Dunja. Tu glielo hai detto, anche se lui non te lo ha chiesto, perché non ce la fai più a mentire a te stesso, a tradire te stesso.  La tua astratta e nobile visione che fine ha fatto? Si è sbriciolata contro la realtà, come il cranio di Lizaveta (e prima, non dimentichiamolo, quello di Alëna).

Ma a Sonja lo dici per ultima, e io lo so perché. Non lo fai, come mi racconti al bar, perché la politica non può arrestarsi alla cruda realtà dei fatti, perché la politica deve vendere un sogno (anzi, un Fogno), deve aspirare a una dimensione ideale, a una visione. Amico caro, la tua visione ormai lo sappiamo qual era e qual è forse ancora: “io speriamo che me la cavo”! Una visione di merda (e infatti l’hai già defecata, la tua visione). E, amico caro, diciamocelo: del sogno di Sonja non te ne fotte niente. Sì, magari ti farebbe comodo che continuasse a tenere gli occhi chiusi per un po’, sogno o incubo che sia, e che ti lasciasse vivacchiare nel compromesso (storico?). Ma poi, in fondo, non è nemmeno questo quello che vuoi, perché alla fine sei meglio di così. Tu vuoi che lei sappia. Sei tu che lo vuoi. E se vai da lei per ultima è solo perché hai paura, una paura fottuta, la paura che una vecchia, nota sensazione torni ad agghiacciarti l’anima. Hai paura di vedere nel suo viso quello di Lizaveta, quello della vittima che anche tu sai essere innocente (perché quanto fosse innocente Alëna, tu, a questo punto della storia, diciamocelo, ancora non lo hai capito), quel volto, vedi (il vecchio Fjodor te lo ripete), come quello dei bimbi, quando cominciano d’un tratto ad aver paura di qualche cosa, e guardano fissi, con inquietudine, l’oggetto che li spaventa, indietreggiano e, tendendo innanzi la manina, si preparano a piangere. Vedi: lo ripete. Si vede che è importante.

“Che avete fatto, che avete fatto di voi!”. “Come sei strana, Sonja, mi abbracci e mi baci dopo che ti ho detto questo. Non hai coscienza di quello che fai.” “No, no, non c’è ora al mondo uno più infelice di te!” “Allora non mi lascerai, Sonja?” “No, no; mai, in nessun luogo! Ti seguirò, dappertutto ti seguirò!”

E qui, come sai, comincia una nuova storia, la storia della graduale rigenerazione del giovine portatore di una nobile e astratta visione, del suo graduale passaggio da un mondo in un altro, dei suoi progressi nella conoscenza di una nuova realtà, finora completamente ignota (Dostojevskij non la cita, ma evidentemente si tratta della teoria delle aree valutarie ottimali). E, come sai, questo potrebbe formare argomento di un nuovo racconto; ma il nostro racconto odierno è finito.


La morale delle favole
E aggiungiamo due parole di esegesi, laddove tu sia più piddino di quanto non m’è parso finora (cosa che non credo).

Cosa fare "politicamente" è molto semplice: dire la verità.

La verità non ha costi politici, e anche ne avesse, sarebbero, quelli sì, costi di breve periodo. Non come i costi della menzogna tecnica, che come ciascuno vede sono tutt’altro che transitori: sono persistenti e cumulativi (-2.2% nel 2012, ragazzi).

Certo, un costo per voi politici c’è, ed è lo stesso che deve pagare Rodjon Romanovic: i vostri elettori dovrete guardarli in faccia. E non sarà un bel momento. Poi, certo, se diceste la verità, la “destra” proverebbe a farvi lo sgambetto: “ma come, voi l’avete voluto e ora ci dite che è un errore”! Ma non sopravvalutate questo costo! La gente che è un errore oramai lo sa: lo sa Porfirij, naturalmente, ma lo sa anche Razumichin, ma lo sa anche Sonia, ma lo sa anche Svidrigajlov, lo sanno tutti, tutti, tutti. Ognuno è venuto a saperlo in un modo diverso: chi perché conosce le leggi dell’economia, chi perché ha subito quelle del mercato, chi perché si informa, chi perché si deforma. Ma ormai lo sanno tutti. E infatti, prudenti e saggi, i nostri governanti, che sanno che la gente oramai sa, la mettono in guardia contro il populismo. Che poi, questo populismo, sarebbe fare quello che una manciata di premi Nobel ritengono sia giusto fare.

E allora, ora che quasi tutti la sanno, preferite che la verità venga detta da altri? Volete prendervi anche questa responsabilità, portare anche questa vergogna? E sia, accomodatevi, poveri fessi. Io ve l’ho detto ad agosto che le politiche di destra alla fine avvantaggiano solo la destra. Non lo avete capito? Non avete voluto capirlo? Non è chiaro il concetto? Alla fine la gente seguirà chi dice la verità. Questo ci dicono i lettori: che sempre più gente sta realizzando come stanno le cose. Che sempre più spesso la realtà delle cose trapela dalle analisi che i media presentano.

Capitelo, capitelo finché siete in tempo: cosa dice Sonja? “Ti seguirò, dappertutto ti seguirò!” Dappertutto significa in Siberia per Rodjon, e per noi significa nella necessaria espiazione di un errore tecnico che ci costerà fra il 20% e il 30% della nostra ricchezza, ma che, una volta rimosso, farà ripartire i nostri redditi. Capite la differenza? La ricchezza è uno stock, il reddito è un flusso. E se il reddito scende del 2.2%, come farà nell’anno in corso, tanta ricchezza non si accumulerà comunque. Una svalutazione del 20% l’abbiamo già sperimentata. Quando? La prima volta che abbiamo fissato “credibilmente” il cambio, nei primi anni ‘90. Ne siamo usciti. Una recessione del 2.2%? Sì, certo, anche questo abbiamo avuto, e anche peggio, ma solo da quando abbiamo defecato l’astratta e nobile visione: ormai, dopo quasi quattro anni (non giorni) di recessione l’Italia puzza più di Lazzaro (Domine, iam foetet; quatriduanus enim est!). Ed è ora che qualcuno le dica di uscire dal sepolcro dell’euro.

Questo detto a beneficio dei fessi che in questa storia vedono solo i costi, e anche di quelli che vedono solo i benefici. Ci sono entrambi, ma la strada è una sola: quella di cominciare col sostenere i costi. Che saranno minori se la situazione sarà gestita, e gestita subito. E per gestirla occorre creare un consenso. E per creare un consenso occorre dire la verità.

E allora uscite, andate in piazza, porci, gridate, urlate che avete sbagliato, dite la verità, dite che non eravate in buona fede, o, se volete anche fare la figura degli imbecilli (il che, in effetti aggiungerebbe all’espiazione), dite che eravate in buona fede, ma dite la verità: è stato un errore. La nobile e astratta visione era sbagliata, e anche non lo fosse stata non giustificava i costi che ha comportato, e anche non avesse comportato costi, non era ammissibile che venisse imposta senza un consenso democratico. Quello è stato il primo furto di democrazia: il disinformare (come i nostri amici) e il non chiedere il consenso. E da lì in giù è stata tutta una discesa. Perché una volta sfondato il primo cranio, senza chiedere “permette?”, poi è chiaro che ne devi sfondare un altro, e un altro, e un altro: la Grecia, il Portogallo, e da noi l’art. 18, e via così. Oppure devi andare da Sonja.

Vacci. Piantala con questa stronzata che poi lei ti lascerà. Lei ti ha già lasciato: vogliamo parlare di astensioni? Se lo farai, e se lo farai ora, prima che Porfirj ti abbia preso per la collottola, allora lei ti seguirà ovunque. Ma se non lo farai, allora è inutile parlare di cosa fare “economicamente”.

Ah, capisco... Fai parte anche tu di quelle animelle ritrose che non si fidano... Ah, certo... Capisco... Tu sei proprio di quelle persone che io cordialmente detesto, quelle che al ristorante cominciano a chiedere “ma questo come lo fate? ma cosa c’è dentro?”. Certo, perché mai fidarsi di chi propone una cosa giusta, soprattutto se è un premio Nobel, quando ci si è fidati di chi ha proposto quella sbagliata (e scientificamente non era nessuno)? Lo capisco: chi si è scottato ha paura dell’acqua fredda. Solo che... voi non vi siete scottati: voi siete nella pentola dell’acqua bollente. Volete sapere cosa c’è fuori? Semplice: non c’è l’acqua bollente. Non è abbastanza? Volete sapere chi uscirà, quando, come, quanti giorni staremo senza Bancomat, di che colore saranno le nuov e banconote di chi deciderà di uscire, e quale sarà la grammatura della loro carta? Be’ certo, son cose importanti. Ma questa analisi, l’analisi “tecnica” del che fare, qualcuno l’ha già fatta, la trovate su Internet. Ce ne sono tante, sono tutte giuste e sono tutte sbagliate. Perché nessuna può tener conto con sufficiente accuratezza dell'unica variabile indipendente veramente cruciale: quand’è che i politici cominceranno a dire la verità? E la verità va detta subito. Quale che sia lo scenario, i ritardi saranno costosi.

Io riesco ora a intravedere solo tre scenari: secessione del Nord (forse il più probabile), effetto domino a partire dalla Grecia, “smontaggio” concertato a partire da un’iniziativa francese (estremamente improbabile, perché Hollande è quello che tutti vedono, ma non impossibile perché il deficit estero francese sta andando a picco e lì la gente discute del problema). Certo non possiamo chiedere al governo Monti di farsi attore di questo processo, i motivi mi sembrano sufficientemente ovvi. Il governo Monti è qui dichiaratamente per impedirlo, ed è giusto e legittimo che agisca così se ritiene che questo sia il suo interesse (sì, i governi dovrebbero fare gli interessi dei paesi, lo so...). Allora cosa facciamo? Diciamo “viva l’euro” fino al giorno dopo il collasso della Grecia? Diciamo “abbiamo avuto ragione” fino al giorno dopo quello in cui sarà innegabile il nostro torto? Non attiviamo da ora una discussione equilibrata e onesta sui fatti, solo perché tanto nessuna istanza politica attualmente al potere o in odore di potere se ne farebbe oggi portatrice? E così continuiamo a renderci complici del progetto di disinformazione che ci ha condotto fin qui? Per cosa? Per non essere "marginalizzati"? Per non sembrare "leghisti"? O per non perdere la speranza di un sub-sub-segretariato nel prossimo governo della sinistra di “destra”? Volete la mancia?

E poi, scusate, cosa fare “economicamente”, non devo dirvelo io, e forse nemmeno i colleghi che ve lo hanno già detto. Forse vi sfugge che devono dirvelo gli elettori. Ecco, voi cominciate a dirgli come stanno le cose. Male non farà. Non vorrete mica che Sonja segua Berlusconi? Il quale avrebbe su di voi il beneficio di una consolidata esperienza nel settore del meretricio. E allora sì che sarebbero dolori, cari Fognatori (con la F di... sogno).




Contributi a una critica macroeconomica della letteratura occidentale. Caro Marco Basilisco, in Siberia non ci andrò solo io. Ci andremo tutti. E torneremo migliori. Prima si parte, prima si torna. Dai, AleC, hai capito che non è stata un'ottima idea: avresti fatto meglio a chiedere a Mike Tyson qualche dettaglio sulle abitudini sessuali di sua sorella: almeno sarebbe finita prima! Però siamo ancora amici, perché io so che tu sai (come Rodjon) che io non ce l'ho con te, ma con quelli peggio di te. Praticamente tutti gli altri. 

185 commenti:

  1. "E qui, come sai, comincia una nuova storia, la storia della graduale rigenerazione del giovine portatore di una nobile e astratta visione, del suo graduale passaggio da un mondo in un altro, dei suoi progressi nella conoscenza di una nuova realtà, finora completamente ignota (Dostojevskij non la cita, ma evidentemente si tratta della teoria delle aree valutarie ottimali)".

    MEZZ'ORA A RIDERE. GRAZIE.

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    1. Prego, per così poco. A proposito, hai un link diretto al tuo montaggio sulla lezione di Prodi? Non sono più riuscito a trovarlo, mica l'avrai tolto!

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    2. Tolto? Ma che mi hai preso per un piddino? Io mi prendo la "responsabilità" di quello che dico e faccio. Il fatto è che ecodellarete.net funziona per edizioni, circa una a settimana (è una piattaforma fatta in casa), per cui, per trovare i contenuti più vecchi, bisogna cliccare su "Archivio edizioni". Comunque ogni articolo ha il suo "Permalink", ovvero "link permanente".

      Il link al videomontaggio su Prodi è questo: http://www.youtube.com/watch?v=CX8uJuQoNqY

      Secondo me non vale la pena di diffonderlo troppo: non mi è uscito particolarmente bene. Diciamo che ho dato miglior prova di me in altre occasioni...

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    3. Eco, non ci devi far vedere queste cose. Così torna la nostalgia della ghigliottina.

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  2. “Sì, ma son dovuto intervenire perché anche se sono d’accordo con te secondo me i nostri non sono ancora pronti per questo discorso”

    Che parole infami e immorali. Il tuo racconto è riuscito a scandalizzarmi.

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    1. Vorrei poterti dire che è solo un romanzo...

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    2. Però... Ragioniamoci...

      Le parole erano incoerenti, sì, perché se il problema è che qualcuno potrebbe non capire, allora se sai intervieni a chiarire, non a fare contrappunto dove c'è bisogno di armonia.

      Forse puoi anche vederle come immorali, ma ti ricordo un detto genovese (in realtà universale): col culo degli altri ecc.

      Ovvero: possiamo chiedere a un dirigente locale di immolarsi sull'altare della verità, nel momento in cui sappiamo che l'operazione di rimozione della verità è stata decisa ed effettuata con precisione chirurgica al livello più alto? Tu ti ricordi l'Aristide del mio primo articolo? Guarda che esiste, quelle parole sono vere, e quelle parole sono immorali.

      E forse è esattamente questo il motivo per il quale be', sì, in effetti anche le parole del dirigente locale sono immorali. Lui rischia più dell'amico Prody, certo, ma quello che va capito è che la menzogna, a differenza dell'umiltà, è una malattia molto contagiosa.

      Un po' come i crani: se ne sfondi uno, poi devi sfondarne un altro, anche se non vuoi. E visto che tanto in Siberia c'hai da anna', tanto vale che ti fermi al primo... posto proprio che tu debba sfondarne uno!

      Morale della favola: sì, hai ragione, sono parole immorali, perché la verità va detta subito e da chiunque. Ora.

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  3. Comunque, a proposito di fogn...a, mi sto rivedendo Ratatouille con mia figlia. "Il cambiamento fa parte della natura, è quella parte della natura sulla quale noi possiamo agire."

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    1. I film a cartoni animati sono una miniera di perle di rara saggezza...
      Una di quelle che mi piace di più: l'etica del lavoro secondo l'industriale Big-Weld in Robot: "se vedi un bisogno, soddisfalo!", semplice, sintetico, indiscutibile.

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    2. Certo, certo... Ma la nostra etica è un po' diversa: "se non vedi un bisogno, crealo!". Semplice, sintetico, discutibile.O no?

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    3. Assolutamente, l'etica di Ratchet...

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  4. si ma lei non capisce una cosa, professore Bagnai è che una lotta nazionale e non europea è una lotta di retroguardia. noi siamo l'avanguardia e lo Stato nazione è morto. sarebbe l'errore più grosso che la Sinistra (e utilizzo la S maiuscola perché di nobile concetto si tratta), quella vera, quella dei Togliatti, dei Berlinguer, dei Gramsci, si troverebbe a fare in questo periodo storico. Una lotta le cui parole d'ordine sono di retroguardia, malsana retroguardia. lei è fuori dai tempi Bagnai, e mi dispiace.

    è vero, l'Euro è stato un progetto fallato sotto ogni punto di vista, ma vede il problema di fondo non è l'Euro, come moneta, ma l'Euro come concetto, o meglio come strumento di oppressione dal mezzo al fine, non so se mi spiego. dal metamezzo al metafine. Il punto di vista economicista è condivisibile, ma sino a che punto? vuole forse negare che un progetto europeo come quello dell'Unione Europea ha portato ad una maggiore dialettica fra i popoli? vuole forse negare che il mito dello Stato Nazione, è stato superato in una modalità che il mite e profetico Negri chiama "meccanismo di liberazione metapolitica"? è questo che forse a lei sfugge, nel suo laboratorio, la forza travolgente del meccanismo di liberazione metapolitica. le consiglio l'ultima fatica letteraria del grande Peleo Truglio, storico, filosofo, filologo e grande conoscitore di tassidermia che ha scritto un saggio a riguardo. io personalmente l'ho trovato fondamentale per la formazione del mio io.

    ma allora lei vuole cancellare 10 di anni di storia? così? solo perché una moneta non funziona? e che vuole, per due spiccioli glieli do io? che le turba? com'è forgiato? il disegno? e tutti quei grafici e grafici, parole vane e vuote solo perché non le piace l'euro. e mamma mia, e usi solo banconote, che ne so, faccia un bonifico, un vaglia. ma addirittura un blog intero per andare contro l'euro, 'mazza ne ha di tempo la gente. ah ah ah si scherza eh! grande prof! sei la maggior parte di noi!

    il punto poi è che qua si è creato una politica fiscale senza la politica monetaria, si è voluto fare prima l'euro della politica economica europea, un errore, un vero errore. e penso che non fosse malafede, penso fosse una visione sbagliata, forse dovuta a una precisa speranza. sa com'è, a me piace dire sempre, e mi permetta ma mi autocito "si è fatta l'europa prima degli europei...". questa frase è mia originale, e penso sia pregna di significato, e ho voluto condividerla con voi.

    certo, il suo discorso è valido professor Bagnai, ma si scorda che in Italia abbiamo un evasione de pauraaaa!

    tutto condivisibile. arriva tardi però, io è 7 anni circa che lo dico, mi pare abbia cominciato a dirlo il 17 di marzo del 2005. e adesso lo dicono tutti. ma succede sempre così a noi intellettuali.

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    prima che arrivino, li ho anticipati. sono solo alcuni, prima o poi si riciclano però.

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    1. o senza offesa alcuna per nessuno, si fa per sdrammatizzare. ci sono pure io tra quelli ovviamente.

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    2. tu Claudio mi capisci. lunga vita al fu Mascetti. anche perché:

      http://www.caratteristi.it/foto2/Philippe_Noiret.jpg
      http://blog.panorama.it/economia/files/2012/01/corrado-passera1.jpg

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  5. Ma chi l'ha voluto l'euro? i politici sono eletti da altri e gli altri chi erano? Le industrie che prima vendevano perchè svalutavano che non si sono accorte che ci andavano a perdere? Ho sentito che pure Romiti il capo della fiat, era contrario ma se gli industriali erano contro allora chi l'ha voluto? I comunisti non sono mai stati maggioranza, l'hanno voluto in tanti, ingannati dai giornali e dalla tv. L'hanno voluto le banche che controllano i giornali?

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    1. Lo hanno voluto i politici lungimiranti dotati di visione europeista, ispirati ad Altiero Spinelli (ma lo spinello era allucinogeno?)...

      No, scusate, stasera il sarcastico di turno è istwine. Io chi lo ha voluto pensavo di averlo detto sul Manifesto: quelli ai quali ha fatto comodo. A lei l'art. 18 fa ombra?

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  6. Profe, davvero bella questa "Lettre persane" del XXI secolo. Ma mi sa che dovrà ricorrere a uno pseudonimo in previsione di altre (le comunico che Pierre Marteau è già stato usato)
    Cmq. se quelli (loro) non sono ancora pronti a sentirsi dire verità del genere, saranno almeno pronti questa sera ad accendere la tv e dare un'occhiata al "caso" greco?
    O il KGB de' noantri oscurerà gli schermi tv?
    Il primo scenario è in svolgimento.
    Ma la lotta non può essere "semplicemente" economica, bensì politica. Non so chi potrà impersonare questa lotta politica, sono scettico su quei popoli europei invocati dalla "sinistra" a "sinistra" per ricominciare a fare l'Europa. Quei popoli, questi popoli, e non gli happy few, finora se ne stanno a guardare gli avvoltoi che spolpano la Grecia, sperando che la prossima volta non tocchi a loro.
    roberto

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    1. Ed è per questo, se posso essere sincero, che non capivo perché Schneider (nei commenti al post precedente) rimproverasse al XVIII secolo un certo disprezzo per il popolo. Mi sembra che due secoli dopo il popolo stia facendo di tutto per meritarselo, cosa che mi pare sia chiara, nel dibattito italiani, solo a Marino Badiale e ai suoi coautori. Noi dovremmo essere in piazza per e con la Grecia. Invece no. L'Europa serve a essere fratelli, a non fare battaglie nazionalistiche di retroguardia (grazie istwine come sempre AAA), e poi però, si sa, fratelli coltelli...

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    2. ma da come la vedo io l'interpretazione dei 'casini' greci
      da parte dei media italiani è : attenti che se non continuiamo a pagare (E fare i sacrifici ) e non facciamo le riforme bene&infretta succede un casino come in grecia...

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    3. Certo. Ma io e roberto ci stiamo chiedendo come mai la gente ci creda e non si indigni. Tutto qui. E credo che il post spieghi abbastanza bene perché.

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  7. vedi come girano le cose ...

    http://www.corriere.it/economia/12_febbraio_12/ue-squilibri-economici-italia-spagna_9ee50156-55af-11e1-9c86-f77f3fe7445c.shtml

    avevo scritto un altro messaggio ma si è perso...

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    1. No. Lo hai scritto sotto il post precedente.

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    2. no no era proprio un altro ma lo riprendero'in un altro momento perchè puo' essere utile (l'ho perduto per istabilita' del browser)

      il post è molto virtuosistico pero' pero' secondo me i piddini non esistono nella maniera in cui li intendi tu quelli che ^conosco^ di buona o ottima cultura e intelligenti sono dei neoliberisti convinti (anche incosapevolmente) c'è stato un forte condizionamento culturale in italia in quel senso -forte consapevole e voluto- quindi l'anomalia' non è il veneziano ex-leghista
      che ha addirittura estimatori a palermo!!
      a me il piddino ^attendista^ con cui hai parlato a parte
      il cinismo studipido ...mi lascia l'impressione di uno che magari ha capito qualcosa ma non la gravita' del proplema e delle conseguenze...per quanto le sensisibilita' sono tanto diverse quindi anche le risposte agli stimoli...
      riguardo a prody -che in fondo- dell'euro -da quello che dice nino galloni - sembra piu' un traghettatore , un padrino al massimo : per me non avrebbe reale influenza
      comunque ha usato parole violente contro sarkozy e merkel
      probabilmente si sente tradito dai tedeschi di germania
      su cui ha sempre contato molto
      Prodi è(stato) un leader di facciata... [se penso cosa hanno fatto con la telecom italia...sarebbe bastata una puntata di report sulla privatizzazione di telecom per delegittimare per sempre il cs e prodi...perfino telefonica è diventata una potenza...difficile pensare che verra' qualcosa di buona da quelle stesse persone]

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    3. Ma certo che lo so: te l'ho detto che nei nostri porci sono entrati i demoni. Il demone del liberismo (neo non mi piace). E certo che Prody è un traghettatore. Ma sinceramente: quale leader europeo non è "di facciata"? Il veneziano ex-leghista non so nemmeno chi sia. E perché dopo ogni puntata di Report non succede mai niente? Sai che questo è uno dei motivi per i quali Donald non mi convince poi così tanto...

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  8. L'articolo 18 fa gola agli industriali per la libertà di licenziare ma se ne parla oggi. Allora gli industriali erano contrari! Non me lo spiego. Se pure la fiat non voleva l'euro chi era che lo voleva?

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    1. Una moneta unica porta sempre con sé un bias deflazionistico, soprattutto se imposta a un'area valutaria non ottimale, e soprattutto, evidentemente, per i paesi periferici e piccoli. In questi paesi l'euro lo hanno voluto gli attori sociali cui faceva comodo la deflazione. Non ricordo cosa abbiano detto singoli industriali all'epoca, ma certo la disoccupazione fa più comodo a loro che al disoccupato. I paesi del nucleo hanno altri incentivi (vedi il post precedente). La finanziarizzazione dell'economia ovviamente aggiunge moventi (transnazionali), come hai notato anche tu. Il capitalismo industriale, in fondo, potrebbe convivere con un po' di inflazione meglio di quello finanziario. Ma non sopravvaluterei troppo questo aspetto, e non starei troppo alla lettera di quello che può aver detto Romiti. La politica del cambio forte fin dagli anni '80 è stata esplicitamente concepita come politica di disciplina del sindacato. Punto.

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    2. Non so se vale la pena partire dall'inizio, partiamo dalla fine. Ecco come Repubblica sintetizza il pacchetto di riforme che il parlamento greco sta per votare pur di rimanere nell'euro:

      "Il pacchetto prevede una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation; una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio nelle pensioni; una drastica economia di spesa in settori come la difesa, gli ospedali e le autonomie locali; la vendita dei gioielli di famiglia, come le quote pubbliche in petrolio, gas, acqua e lotteria".

      Come si chiama "questa cosa" che viene dopo tante altre cose analoghe già precedentemente votate? Per Monti si chiama grande successo dell'euro.

      Gli industriali sanno apprezzare...

      antonino

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    3. lo scrive anche repubblica a cosa serve veramente castrare
      l'art.18 (non serve leggere i blog ^complottisti^) basta leggere :
      A Palazzo Chigi sanno bene che il 97 per cento delle aziende e il 67 per cento dei lavoratori sono già sottrattati alla disciplina dell'articolo 18 perché impiegati in strutture con meno di 15 dipendenti. Difficilmente nasceranno un numero consistente di medie e grandi imprese. Ma costituisce soprattutto un segnale agli investitori internazionali. Un messaggio ai mercati che si aspettano delle novità su questo terreno.

      http://www.repubblica.it/politica/2012/02/12/news/accordo_articolo_18-29737118/?ref=rephpnews

      ps:e mi fa anche schifo aprire repubblica !lo faccio per voi sigh!:)

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    4. Il che spiega anche perché certi "economisti" nostrani lamentano la piccola dimensione delle nostre aziende, che invece piace a quel dilettante di Bob Solow. Modello renano?

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    5. Sì Robert, quello è l'articolo pubblicato anche sul cartaceo nelle pagine 2 e 3. Poi a pag. 4 si aggiunge che nell'idea del governo non sarebbero solo le nuove imprese a beneficiare della sospensione dell'art.18 ma anche "i nuovi investimenti industriali esteri in Italia"...che però non capisco bene cosa siano, che vuol dire "nuovi"? Se un tedesco (per dire) si compra un'impresa italiana si configura questa sciagurata fattispecie?

      antonino

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    6. Brancaccio dice che (e io sarei d'accordo) la scarsa dimensione delle nostre imprese è una delle ragioni della bassa produttività (principalmente del capitale) del nostro sistema paese. Lei ha un'idea diversa a quresto proposito. qual è il suo ragionamento?

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  9. professore, guardando wikipedia vedo che dopo l'euro la disoccupazione in Italia è diminuita! come fa a dire che l'euro lo volevano quelli che volevano la disoccupazione.
    http://it.wikipedia.org/wiki/File:Italian_unemployment_rate.png

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    1. Caro, sei molto gentile a volermi informare sulla disoccupazione italiana, a me che sono solo un economista con uno sparuto numero di pubblicazioni, e per di più ricorrendo a una fonte così qualificata come Wikipedia (a me che ho solo l'accesso alle basi dati online di OCSE, IMF, Eurostat, ecc.).

      C'è solo un problema: io ho detto che l'euro faceva comodo a chi voleva la deflazione. La disoccupazione può essere un modo per ottenerla, ma evidentemente non è l'unico. Ho anche detto da altre parti che la performance dell'Italia in termini di disoccupazione è stata migliore di quella della Germania.

      Capisco che sei arrivato oggi e che sei perplesso. Puoi tranquillamente restare a perplimerti qui se capisci quello che puoi chiedermi e quello che devi insegnarmi.

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  10. Sui commenti circa gli italiani qui letti due modesti spunti per la discussione:

    http://www.youtube.com/watch?v=VMPClDFSH7o

    http://www.youtube.com/watch?v=J-CpuwAJ2Gk

    Herr Lampe

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  11. Ma... in effeti questo tipo di commenti mi sembra del tutto isomorfo a quello di chi oggi dice (e ieri diceva) che noi italiani abbiamo bisogno della disciplina dell'euro (o del cambio forte) perché non siamo in grado di governarci e di essere bravi come i tedeschi. Cioè ai commenti dei piddini. E la vittoria sull'acqua vediamola quando Monti avrà liberalprivatizzato anche l'aria che respiri, caro Herr Lampe... Ah, per inciso: io adoro Moretti, ma temo che di quello che sta succedendo non stia capendo un beneamato cazzo. La sua produzione "scientifica" lo rende alfiere di quelli per i quali "il problema è Berlusconi". Bene: spero che si trovi anche lui meglio adesso...

    RispondiElimina
  12. Era solamente per suggerire meno autodisprezzo, capire che forse non siamo necessariamente servi e che se si vuole risolvere un problema politico bisogna pure capire che o si riforma un partito politico esistente o si costruisce un'organizzazione politica alternativa. La propaganda della verità è essenziale ma è come le opere rispetto alla grazia: non sufficiente.
    Leggo il suo blog da un po' tempo e l'apprezzo molto, solamente non vorrei veder scivolare la discussione su quanto i popoli in generale si meritino i governanti infami che hanno. Una vittoria parziale ha due facce, l'una è la parzialità, l'altra è la vittoria.
    Per inciso, a mio avviso, tutta la produzione morettiana post Caro Diario è apocrifa.
    Ma che vuole, io rimango comunque solo un umile domestico.

    Mi scusi per l'intrusione, torno a stendere i panni.

    Herr Lampe

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    Risposte
    1. Carissimo: nessuna intrusione e gtazie per aver precisato il tuo pensiero, così posso precisare il mio. Io non disprezzo Sonja. Qui non c'è nessun autodisprezzo. Io disprezzo i politici, perché se lo sono meritato, e i piddini, perché hanno ragionato per appartenenza, in base al seguente sillogismo: Chi è di sinistra ha ragione, Prodi è di sinistra, Prodi ha ragione. Sillogismo la cui premessa minore era quanto meno discutibile.

      Io dico sempre esattamente il contrario di quello che mi attribuisci: gli italiani NON si meritano il governanti che hanno, gli italiani SONO migliori di come i media eterodiretti li rappresentano. Non capisco come e dove tu possa leggere il contrario e mi farebbe piacere, perché ti vedo acuto e appassionato, che tu me lo indicassi onde consentirmi di precisare.

      Sonja non solo non si merita Prody o Bersy. Secondo Fjodor non si merita nemmeno Rodka. Ma è andata così, e allora, però, bisogna ripartire insieme.

      Sono assolutamente d'accordo, del resto, con la tua premessa. Va da sé che io non voglio costruire un partito né riformarlo, non è il mio lavoro. Ho sempre detto di aver molto esitato a intraprendere questa attività di divulgazione perché trovavo ingiusto togliere ai piddini i loro leader senza poter indicar loro nulla in cambio. E nel post si capisce bene qual è la forza politica (con paesini limitrofi) che secondo me dovrebbe "riformarsi" e guidare il cambiamento (come sta provando a fare in Francia).

      Quindi ti assicuro che siamo d'accordo su tutto. E se non fosse così, non me ne importerebbe una bella sega di convinverti: non sono qui per convincere te, ovviamente, ma per esprimermi in modo chiaro, e ti sono grato per avermi consentito di farlo con migliore approssimazione.

      E ora vado anch'io a stendere i panni: il mio hobby preferito, mi riporta a quando andavo a vela...

      Elimina
  13. Professore ma lei a chi vuole parlare, solo ai suoi colleghi?
    Se quei dati di wikipedia sono sbagliati lo dica e le crederò.
    Se sono giusti, che vengano da wikipedia o dall'ocse che differenza fà???
    Ora tutti attaccano le banche. Non c'entrano niente? Solo industriali che non volevano l'euro o che volevano una disoccupazione che però non c'è stata?
    Sbagliano tutti quelli che vedono le colpe delle banche? Siamo sempre a padroni contro operai come la sinistra che lei critica?

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    1. Carissimo,

      non perché tu hai banalizzato il mio umile sapere (e quello degli altri lettori) io vorrò banalizzare la tua domanda, anzi, le tue domande.

      Comincio dall'ultima.

      Io non voglio parlare solo ai miei colleghi. Anzi, ai miei colleghi italiani non voglio parlargli proprio. Prova ne sia che da parecchi anni non sottopongo nessuno dei miei lavori a riviste italiane, che hanno un rapporto spocchia/qualità troppo elevato per i miei standard (considerando anche che ti danno meno punti in sede di concorso). E sì che io sono abbastanza spocchioso!

      Se mi sono messo a divulgare è per parlare agli altri, con una precisazione: desidero non perdere tempo, e quindi preferisco parlare a chi mi ascolta.

      Ti faccio un esempio, così ci capiamo subito. Tu intervieni in una discussione che va avanti da qualche mese, e in questi casi netiquette vuole che o si voli un po' basso, o ci si vada a leggere quello che è stato scritto prima. Non vuoi farlo, e va bene: a me piace ripetermi, non sono Paganini. Ma poi non mi ascolti, e questo non va bene.

      Io dico: l'euro evidentemente fa comodo a chi è avvantaggiato dalla DEFLAZIONE.

      Tu mi rispondi: in Italia è diminuita la DISOCCUPAZIONE.

      Io ti dico: lo so meglio di te, ma il dato è che esiste una letteratura sterminata, comprese le affermazioni dei governatori delle banche centrali ecc. che stabilisce come la politica del cambio forte abbia una motivazione di disciplina del sindacato. Inoltre, la finanziarizzazione dell'economia aggiunge un'altra serie di moventi, che però secondo me sono un po' sopravvalutati nel dibattito, e tra l'altro non è slegata (questa finanziarizzazione) dall'adozione di certi modelli di relazioni industriali.

      E tu mi dici che io ho detto che sbagliano quelli che vedono la colpa nelle banche.

      Ma io ho detto esattamente il contrario!

      Allora, caro, il problema è questo: se questi slittamenti semantici sono dovuti a una lettura affrettata, ti suggerisco di prenderti il tempo di leggere questo articolo, che potrebbe servirti a capire non tanto come la penso io, ma soprattutto cosa sta succedendo (humblement).

      Se gli slittamenti sono dovuti a sterile spirito polemico, be', ho moderato il blog per questo.

      Perché dopo due volte che io dico una cosa, e il mio interlocutore mi attribuisce il contrario di quello che ho detto (o giù di lì) a me qualche dubbio viene, oltre alla certezza di star perdendo tempo. E il tempo è poco: il posto lo ho scritto per questo.

      Quelli che demonizzano la finanza lo fanno esattamente per lo stesso motivo per il quale demonizzavano Berlusconi: per non farvi capire un cazzo, e a quanto pare ci riescono. Il che ovviamente non significa che TUTTA la finanzia sia SEMPRE BUONA, né che Berlusconi fosse Licurgo. Va da sé. Significa che ci sono diversi problemi e diverse priorità, e che una prospettiva storica e l'analisi dei dati spesso riservano delle sorprese e allargano gli orizzonti rispetto a quello che i disinformatori di Repubblica o del Manifesto raccontano.

      Tutto qui.

      Se ti piace pensare che il mondo sia un teatrino dei pupi dove la finanza gioca il ruolo del cattivo e chi ti parla di salariati il ruolo del coglione accomodati: sono sicuro che sei giovane, questo è il mondo che stanno costruendo per te, ti ci troverai benissimo.

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  14. Credo che non la ggente, né il ppopolo, ma la società civile potrà (e dovrà) avere voce in capitolo in questa congiuntura per uscire dal delitto castigando senza essere maggiormente castigata. La società civile che come concetto in sé è nebuloso, ma che come realtà liquida non manca di dare prove della sua saggezza politica, come nel caso del referendum sull'acqua, dell'elezione di De Magistris, di Pisapia (preciso: non sono miei beniamini, segnalo solo lo scarto di questa risposta eccedente rispetto alla nomenklatura) e, proprio adesso, a Genova, con la schiacciante vittoria di un outsider contro le due anime locali della nomenklatura, la quale ha perso i contatti con le persone e continua a martellarsi le dita. La società civile che, semplifico, nel "disprezzato" XVIII secolo magari aveva nome di Terzo Stato, e che dai cahiers de doléances è passata alla presa della Bastiglia e al 21 gennaio 1793 senza contarsi per vedere se raggiungeva il 50% più uno o senza tirare per la giacchetta i vari Danton, Murat, Robespierre per chieder loro impaurita: "ma cosa faremo dopo, senza il Re?".
    Certo, i problemini ci sono, ma se si constata la sclerotizzazione delle nomenklature e l'oggettiva crisi irreversibile (qui da noi a partire dagli anni '90) della forma-partito, non credo ci siano altre strade politiche. Sono le maniche politiche che vanno rimboccate.
    roberto

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    1. E a te Porfiry da un bel AAA+...

      Hai afferrato perfettamente i motivi della mia devastante insofferenza verso certi pseudo-pensatori. Io ho fiducia in Sonja e anche in Rodjon. Ma naturalmente Berlusconi-Svidrigajlov, considerando che con Dunja non gli è andata bene (e nonostante quello che pensa Roman(o) sul suicidio), potrebbe decidere di non suicidarsi e consolarsi facendo Lui un giro con Sonja.

      Tradotto (non per te): fiducia nella società civile cieca totale assoluta (gli esempi che fai sono molto calzanti e sono gli stessi che faccio io), ma dobbiamo sbrigarci perché la società "civile" sta molto male, e quando sta così non sempre reagisce in modo "civile".

      I venditori di Fogni sono avvertiti: dopo questo post, se succede è colpa loro!

      (ritraduco, sempre non per te: se succede che l'esito della crisi sia una svolta verso destre autoritarie di vario tipo).

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  15. post bellissimo, adoro i "russi",oggi parlavo con due piddini uno rassegnato e disilluso-però ha capito- (metalmeccanico ENEL???)l'altro avvocato che riteneva tutto quello che sta succedendo un attacco alle socialdemocrazie nord europee-accidenti ho pensato ,vuoi dire che piano,piano.....-mi ha stroncato quando ha concluso usiamo la germania come modello il reswto sono discorsi da massimi sistemi.
    poi l'inter ha pure perso,
    saluti
    ps. sto cercando di conoscere
    un pò più approfonditamente la storia delle teorie economiche e gli andamenti economici reali-

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    1. Se vuoi una introduzione all'economia internazionale monetaria ti suggerisco questa. Spiega come funziona la bilancia dei pagamenti, cos'è e come si accumula il debito estero, ecc. Lo ho scritto per un corso di simpatici noglobal capitolini che saltellavano in piazza "cancella il debbbito" senza sapere una beneamata sega di cosa esso debbbito fosse. Me ne sono stati grati, e spero possa essermene anche tu.

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    2. allora c'hanno ragione a dirmi che son nato vecchio. io ho la metà dei suoi anni e a molti di questi ho fatto lo stesso ragionamento. vuoi vedere che son loro che son nati superficiali?

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    3. Siamo nati vecchi in due. Satie amava dire di esser nato troppo giovane in un mondo troppo vecchio. Io di me, non fosse che per riverenza verso il grande maestro, preferisco dire l'esatto contrario. Sono nato troppo vecchio in un mondo troppo gggggiovane.

      E son contento di non essere solo!

      Però qualche gggiovane non è piddino: se gli parli ti capisce. Ci vuole pazienza. La differenza fra me e te è che io, per fare questo sporco lavoro, sono pagato!

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    4. P.s.: saremmo in tre con Pasolini se non gli avessero fatto fare la fine che ha fatto. Vedi gli Scritti corsari (se non ti è già capitato di dargli un'occhiata).

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    5. dirò una cosa che creerà dissapori (si fa per dire, come Lucrezia). io Pasolini, sa, c'ho provato, ho letto e ascoltato. ma proprio non mi va giù. penso che determinati concetti, per quanto lungimiranti, si potessero esporre con più senso dell'umorismo. da qui, Flaianone. e non a caso Satie aveva un senso dell'umorismo spiccato e un tot di innovazione sugli occhiali.

      il che non significa dire che Pasolini non avesse senso dell'umorismo, non aveva il mio senso dell'umorismo. certo lui è lui e io non sono un cazzo. ma ho sempre avuto difficoltà laddove il concetto è giusto ma la persona mi sembra una che non frequenterei troppo.

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    6. Ma infatti Flaiano, osservatore ugualmente acuto del quale mi servo spesso e volentieri, detestava cordialmente Pasolini, e aveva alcune riserve anche "ideologiche"... diciamo sull'opportunità di non frequentarlo troppo... da vicino.

      Però ti assicuro che alcuni limitati passi degli Scritti Corsari sono illuminanti, anche se capisco il tuo fastidio. Capisco pure il fastidio di Erick per Hugo, ma che ci posso fare se quando Jean Valjean entra dal vescovo mi vengono i lucciconi? E se il sogno di Jean Valjean nella sua notte dell'innominato mi sembra il più bel delirio della storia della letteratura (altro che i Fogni dei Sellini)? E se quando Mabeuf esce di casa vedi alla voce lucciconi? (e quando Jean prende il secchio a Cosette, ecc. ecc.).

      Al cuore non si comanda.

      Il problema è che pur essendo nato vecchio, sei pur sempre nato da poco. Alcuni sapori si apprezzano con l'età. E anche alcuni dissapori!

      Sei sempre AAA+ per Porfirj, con outlook positivo...

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    7. A me vengono i lucciconi anche quando il Vescovo va da G., l'ex membro della Convenzione. Li Hugo mi ha dato qualcosa in cui credere.

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    8. E come no! Ma mi sembrava di averne già parlato in un post precedente. Molto francese anche il fatto che il vescovo chieda la benedizione (e il modo in cui lo fa). Molto umano il suo essere prima risentito verso G., come capita a tutti di risentirsi verso chi non la pensa come noi. Insomma: molto.

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    9. Ahi si? M'era sfuggito. Comunque: molto, molto, molto.
      A presto, sto preparando delle domande per te sull'economia turca

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    10. mai letto i Miserabili, preferisco osservarli.

      piuttosto, mi indica dove posso trovare il Flaiano pensiero su Pasolini? sembra gustoso.

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    11. perché, dici che sarebbero state forzature sul dire ciò che non è?

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    12. questo messaggio va un bel po' sotto. ma è andata.

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  16. salve professore,abbia pazienza è in arrivo una uneducated question.Questo punto non mi è chiaro: se l'euro doveva avere effetti deflattivi come mai abbiamo assistito a quell'impennata dei prezzi ? Tutti a scagliarsi contro gli animal spirits delle parrucchiere e dei salumai e i bravi elettori di sinistra,ricolmi di dogmatica europeista risolvevano il conflitto interiore dando la colpa al signor B.(Prodi ci ha fatto entrare e questo ci fa cacciare)Ma questo scenario si è avuto forse solo presso noi Pigs? Prima di mandarmi a mangiare le cocce dee noci,consideri che sono una late, but very late comer,oltre che docente di conservatorio (se conosce l'articolo sara' clemente)exil la contessa

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    1. Carissima, è una domanda molto molto opportuna. Dopo due diplomi e mezzo conosco l'articolo: ha una grande varianza. Diciamo che alcuni insegnanti di conservatorio sono la dimostrazione più lampante di quello che amo sempre ripetere: si può imparare veramente da tutti. Perfino da me!

      Molto in sintesi, la deflazione che interessa è quella dei salari (cioè pagare di meno i lavoratori). Preciso che per un datore di lavoro è legittimo voler pagare di meno il lavoratore e per un lavoratore è legittimo volersi far pagare di più. Si chiama "Labour goofynomics". Nessun moralismo.

      Ora, il salario che conta per l'imprenditore è quello in termini reali, ovvero quello corretto per la crescita dei prezzi, ovvero ancora il "potere d'acquisto" che il datore di lavoro trasferisce al lavoratore. Più potere d'acquisto trasferisce a lui, meno ne tiene per sé.

      Il problema è che se prezzi e salari raddoppiano, la situazione rimane identica a prima.

      Se i invece prezzi raddoppiano, ma il salario nominale (li sòrdi che te piji) no, allora il salario reale si dimezza, perché con la stessa busta paga compri la metà dei beni. Certo, il gioco non finisce qui (in teoria) perché il lavoratore a questo punto può chiedere la revisione del contratto. Ma è chiaro a tutti che qui entra in gioco il vincolo esterno: "lavoratore, tu ci vuoi rovinare, chiedi troppi soldi, saremo meno competitivi, la colpa è tua che non sei produttivo, ecc.".

      Questo è il gioco a grandissime linee. Questo è il discorso "vincolo esterno=disciplina del sindacato". Certo che B. qualche colpa per come ha gestito il processo ce l'ha. Ma in realtà ha solo la colpa di aver interpretato fin troppo bene lo spirito "europeista". Che era quello di far stagnare i salari reali, in teoria per competere con la Cina, in pratica per NON competere con la Germania. E quello di evolvere verso un modello "americano" di economia finanziarizzata dove i consumi si finanziano a credito (ricordate: "l'economia gira con te"!). Il che diventa necessario se ti pagano di meno (e quindi, come vedi, e come non vede perplesso, c'è un ovvio link fra deflazionare i salari e far contenta la finanza).

      Naturalmente siccome la produzione reale nel frattempo è aumentata (poco), questo significa che quello che è aumentato (poco) sono stati i profitti. In proporzioni variabili nei vari Piigs e non Piigs.

      Un ottimo tema sul quale cercherò di sviluppare una bella fuga a quattro parti: Germania (soprano), Cina (contralto), Stati Uniti (tenore) e Piigs (basso).

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  18. Mi scusi, non capisco perche' dei salari stagnanti sarebbero competitivi con la Cina ma non con la Germania......

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    1. Colpa mia.

      Il problema è che non so chi sia la contessa Elvira (se la fonte è Sordi penso che sarà una personaggia del marchese del Grillo). Quindi penso sempre a donna Elvira, e qui mi sono comportato come don Ottavio.

      La domanda, in termini musicali, è: perché quel si bemolle è un la diesis?

      Questo perché la mia risposta precedente contiene una modulazione enarmonica, come qui, a battuta 27.

      Allora: le parole chiave sono "in teoria" e "in pratica". Partendo dal presupposto che in realtà (che è una cosa diversa dalla pratica e soprattutto dalla teoria) io ritengo che i paesi avanzati non debbano competere con i paesi emergenti sul terreno del costo del lavoro, dove sono battuti in partenza, la costruzione europea è stata venduta come qualcosa che IN TEORIA ci avrebbe reso più competitivi con gli emergenti. Ora, questo non è successo e lo si vede dalla prima figura del post precedente: le esportazioni nette dell'eurozona si sono ridotte, anziché aumentare.

      Qualcuno ora dice (si legga interventi e commenti precedenti) che la Germania è stata brava perché facendo moderazione salariale è stata in grado di competere con la Cina. Questa è una scemenza, ovviamente. Preciso anche, a beneficio dei perfettini rompicoglioni, che so bene che sono state avanzate anche altre spiegazioni (fasulle) dei benefici di competitività che avremmo potuto conseguire.

      Rimane il fatto, però che il razionale della moneta unica riposava in larga parte NELLA TEORIA sul fatto di promuovere il commercio intraeuropeo, come spiega Spennacchiotto.

      Ora, in questo contesto, la strategia di deflazione è stata in larga misura imposta dalla Germania, la quale sapeva benissimo (dopo quaranta e passa anni di esperienza) di essere in grado di vincere IN PRATICA a questo gioco con i suoi partner più importanti, che, nel campo del commercio, sono spesso quelli più vicini. Anche per questo rinvio al post precedente.

      Non so se sono riuscito a chiarire perché il si bemolle diventa un la diesis: perché dobbiamo finire in si minore, facendoci mangiare dalla Germania che si comprerà le nostre migliori aziende e ci userà come fabbrica cacciavite per competere con l'estero tramite la nostra qualità (sottopagata, grazie all'oculata gestione della crisi).

      Ma... non bisogna capire tutto subito... Rimanga in ascolto!

      Quindi, in pratica i salari stagnanti non sono competitivi né con la Cina né, evidentemente, con la Germania. Quello che sarebbe competitivo, a livello europeo, nei riguardi del resto del mondo, sarebbe fare delle vere politiche di ricerca e sviluppo, che non si possono fare finché saremo costretti a sacrificare una quantità immane di risorse al vitello d'euro. Si possono invece fare uscendo dall'euro, riprendendo a crescere ognuno alla propria velocità, con la flessibilità del cambio, e coordinandosi, se lo si vuole fare, se si è in buona fede, sul vero terreno di integrazione, che non è quello della moneta, ma delle politiche di istruzione, ricerca, sviluppo, delle politiche sociali, ecc. Che poi è quello che suggerisce Frey.

      Chi vuole l'euro non vuole questo, e chi non vuole questo non vuole cooperare con i paesi vicini, ma fotterli.

      Come se non fosse già successo.

      E... credo sia sufficientemente chiaro che non ho nulla contro i tedeschi né contro gli austriaci!

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    2. Il si bemolle IN PRATICA era un la diesis. E non ho pace s'ella non l'ha.

      Capito mi hai?

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  19. Complimenti per gli articoli, come sempre convincenti, colti e condivisibili.
    Volevo tornare al discorso "scenari possibili".
    Fra i tre ipotizzati:
    1) la Grecia fallisce;
    2) il nord fa la secessione;
    3) la Francia si inc.. (mi ricorda Fantozzi: e la polizia si inc.. quella greca pare già inc.., guardate qua: http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Grecia-sindacato-polizia-chiede-mandato-arresto-per-Troika_312961341395.html) e smonta l'euro, credo che il primo sia - oggi - solo rimandato di poco (di quanto, mi chiedo? qualche settimana?); che il terzo sia il preferibile; che il secondo sia quello che temo di più, perché io sto nella parte d'Italia sbagliata (che è ovviamente il nord che si terrà l'euro).
    Ho già comprato una casa in campagna con l'orticello per futura sopravvivenza; ora che faccio? vendo tutto e mi trasferisco al sud?

    Altra questione: ma perché dobbiamo aspettare che i piddini si sveglino? forse bisognerebbe cercare di far leva sulle masse di imprenditori e lavoratori del nord, che votano largamente lega e pdl, ma che non reputo siano tutti dei beceri razzisti o degli estremisti, e che sentono più di altri gli effetti della crisi, per portarli positivamente ad un cambiamento rispetto all'idea dell'intangibilità dell'euro.
    Credo che proprio il non tentare di coinvolgere queste categorie possa essere l'errore che porterebbe il Paese alla rovina più completa, quale dei tre scenari di cui sopra si dovesse avverare...

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    1. Be', io parlavo del Nord Europa, non del Nord Italia. Per i motivi che dice lei, non credo che al Nord Italia convenga più di tanto una rivalutazione reale. Già la stanno subendo e non ne sono contenti. Penso anch'io che chi vota lega o pdl non sia necessariamente un paria, e del resto sono convinto che molti nostri lettori ultraliberisti in realtà vengono da salotti piddini, più che da fabbrichette padane.

      La mia paura, comunque, è che se non ci si ravvede ci tocchi cambiare emisfero.

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    2. Avevo frainteso. Se la "secessione" la fa il nord europa e noi restiamo fuori dall'euro, allora mi tengo la casa e l'orticello, forse una speranza ce l'ho!
      Sul fatto che gli ultraliberisti vengano soprattutto dalle schiere della sinistra è uno dei paradossi di questa nazione.

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    3. Non esageriamo! Un sagace lettore mi ha già accusato di nostalgia per il tornese (che non so bene cosa sia: suppongo una moneta italiana pre-unitaria). Se si potesse avere una via di mezzo...

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    4. non capisco perchè il ^nord^ ovvero l'europa centrale (germania olanda austria...) dovrebbe secedere per prima ...
      che motivi avrebbe ...a parte il calo di export verso il i paesi mediterranei...ma quello è inevitabile a prescindere
      e la germania ha i mezzi per affrontarlo questo calo produttivo + export

      come è inevitabile la svalutazione del 20%+ dell'italia
      quella è 'virtualmente' presente

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    5. Ma, un motivo potrebbero essere gli scollamenti di cui parlava Schneider nei suoi commenti al post precedente. In Finlandia un politico di destra ha vinto le elezioni su un programma di forte critica verso l'euro. I politici del Nord potrebbero essere schiacciati dal peso delle proprie menzogne. Hanno detto ai loro elettori che la causa dei loro problemi erano i pigri del Sud, e ora gli elettori potrebbero chiedergli di lasciare andare i pigri del Sud per la loro strada.

      Pensa al Nord: l'elettore mediano della Lega mica lo sa che senza manodopera straniera il Nord si bloccherebbe!

      In tutti i paesi europei (Nord e Sud) si stanno creando le condizioni perché destre fasciste sorpassino A SINISTRA (o a destra) i partiti al governo! Allegria...

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    6. Non disperare. I sondaggi danno le sinistre greche, intendendo con "sinistre" le forze che si oppongono alla Trojka, al 42%. Berlusconiani locali al 30, nostalgici dei colonnelli tutti assieme all 8, stessa misera percentuale dei piddini d'Atene (che nel 2009 avevano vinto col 43%).
      Per ora, a carte ferme (come dice l'Annunziata) si delineano di fronte a noi delle decise svolte a destra in Finlandia e presto in Olanda, e una svolta uguale ma contraria in Grecia. Poche settimane fa i socialisti irlandesi sono riusciti a scalzare decenni di dominio conservatore. Una crescita della destra più o meno estrema è prevista si è verificata in Austria, nelle Fiandre, in Ungheria, in Slovacchia. In Portogallo invece i comunisti ingrossano le proprie file. Il quadro quindi presenta una impressionante divaricazione tra le opinioni pubbliche e le società civili dei diversi popoli europei (tié). Ma non tutte le forze che avanzano devono farci venire i sorci verdi. Vedremo.

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    7. Ma cari... è un po' quello che sto cercando di dire! Chi pensa di star bene tenderà a "conservare" (svolta a destra) e chi pensa di star male a "cambiare" (svolta a sinistra). Chi ci governa veramente sa che però entrambi vedranno nell'euro l'origine dei loro mali: chi sta bene lo accuserà di volerlo far stare peggio, e chi sta male, be',è chiaro... E siccome chi ci governa veramente questo lo sa, a ogni buon conto in Italia MA ANCHE IN FRANCIA SULLA PRIMA PAGINA DI LE MONDE LA SETTIMANA SCORSA CON GRANDE STUPORE E INDIGNAZIONE DEI MIEI COLLEGHI è partita la campagna di stampa contro gli "opposti populismi". La Repubblica francese (Le Monde) titolava: "La rencontre des populismes: Marine Le Pen et Mélenchon". Il che dimostra che i piddini ci sono anche in Francia (come ovunque: ripeto: il piddismo è una categoria dello spirito, un carattere, secondo me esistono anche in Teofrasto e La Bruyère, controllerò), e che ovunque esistano sono funzionali al disegno di oppressione portato avanti dal simpatico capitale finanziario transnazionale transpartito...

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    8. Mme chiamma na figliola: "Trase, trase,
      quanta spíngule daje pe' nu turnese?" (1)

      (1)Il tornese napoletano era una moneta di rame emessa dagli Aragona a Napoli alla metà del XV secolo e battuta fino al 1861

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  20. "Ma la lotta non può essere "semplicemente" economica, bensì politica. Non so chi potrà impersonare questa lotta politica, sono scettico su quei popoli europei invocati dalla "sinistra" a "sinistra" per ricominciare a fare l'Europa. Quei popoli, questi popoli, e non gli happy few, finora se ne stanno a guardare gli avvoltoi che spolpano la Grecia, sperando che la prossima volta non tocchi a loro."
    (roberto)

    "Mi sembra che due secoli dopo il popolo stia facendo di tutto per meritarselo [il disprezzo, NDR], cosa che mi pare sia chiara, nel dibattito italiani, solo a Marino Badiale e ai suoi coautori. Noi dovremmo essere in piazza per e con la Grecia. Invece no [...]"
    (professore)

    Queste le frasi "imputate" ma non le riporto per polemica, solo per evitare che un blog che seguo e ammiro scivoli in discussioni sterili.
    Grazie per le precisazioni, ho colto il suo pensiero che avevo frainteso. Preciso questo in quanto, come sa, anche di noi tedeschi si tende a fare di tutta l'erba un fascio, quindi...

    Herr Lampe

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    1. Grazie mille per la precisazione, capisco bene. Guardi, distinguiamo due aspetti. Uno è l'idea che gli Italiani siano una razza inferiore e che in quanto tale non meritino di governarsi da soli. In estrema sintesi, la "visione" europea è stata da molti venduta e da molti intesa in questo modo. Questa idea la ritengo sbagliata, nel senso che intanto ritengo che ognuno abbia a casa propria il diritto di fare quello che gli pare, e poi i risultati economici dicono che farsi "eterodirigere" non è stata (e non è attualmente) una buona idea.

      Altro è dire che i popoli europei (compreso quello italiano) manifestano scarsa comprensione dei processi in atto e quindi non si mobilitano per contrastarli, in nome dell'"io speriamo che me la cavo". Questo atteggiamento va riprovato. Forse non è giusto parlare di disprezzo, perché è chiaro che alla base di certi atteggiamenti c'è tanta ma tanta disinformazione. Però, suvvia, qualcosa di più ce lo potremmo anche attendere, o per lo meno proviamo a chiederlo...

      Chiaro, no?

      Io conosco molti tedeschi pigri, e comunque tutti molto simpatici (anche quelli solerti), sono sempre stato ottimamente accolto in Germania, il problema lì mi sembra sia più con l'attuale governo (che non esprime tutti i tedeschi, soprattutto non gli amici miei) che con lo "spirito del popolo".

      Grazie per avermi chiarito l'equivoco.

      AB

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  21. buon giorno professore,
    trovo davvero interessante tutto quello che lei dice su questa crisi.
    Sostanzialmente perchè è quello che penso anche io in base alle opinioni che mi sono fatta negli ultimi anni,leggendo ovviamente, io non sono un'economista.
    il problema, a mio avviso,sta nella possibilità di una soluzione.
    Lei dice che bisogna informare e sono d'accordo. ma il problema e che non c'è il ricevente. Gli italiani ormai non pensano. gli unici interessi sono i telefonini e i videogiochi ( dimenticavo il grande fratello!)se provi a fare un discorso serio ti guardano come se fossi da compatire.
    E poi, non per fare la catastrofista, cosa che mi riesce benissimo, ma anche nel caso che la maggioranza della gente tornasse ad avere un pensiero proprio e non "indotto" dai media che tipo di ribellione potrebbero fare?

    Referendum popolari ormai hanno valore zero!

    Votazioni tanto si presentano sempre i soliti e riconosciuti delinquenti. E gli italiani li votano!

    Manifestazioni e ti mandano i black bloc per giustificare la repressione della polizia.

    Blocchi, come abbiamo visto recentemente, e il governo e i media se ne fregano mentre noi qui in sicilia non avevamo più neanche il pane.

    potrei continuare volendo. ma temo che il concetto sia chiaro.
    La vedo male. sono sicura che faremo la fine della povera Grecia.

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    1. Questa la vedo un po' nel senso che indicava sopra Herr Lampe. Qualcuno che sta pensando c'è. Certo che l'edonismo del piccolo consumo di massa ha lobotomizzato un paio di continenti. Ma qualcosa, ogni tanto, succede. Forse sì, faremo la fine della Grecia, prima che succeda qualcosa. Ma qualcosa succederà. Sta a noi impegnarci per diffondere la conoscenza.

      Naturalmente la "ribellione" che la gente può mettere in pratica diventerebbe molto più semplice se qualche forza politica finalmente si decidesse ad occupare lo spazio della verità, perché allora ci sarebbe qualcuno per cui votare, dando un segnale. Questo esperimento per ora nessuno vuole fare: hanno troppo bisogno (credono) del consenso della comunità finanziaria per sperare di accedereal potere.

      Ma le cose potrebbero cambiare, anche alla luce dell'esperienza greca, e (non sottovalutiamolo) del fatto che la comunità finanziaria stessa si rende conto di quanto controproducenti siano certe politiche. Magari i fili cominceranno a tirare da un'altra parte. Di sicuro burattini ci metteranno un po' a capirlo. Ma accordiamo anche ai nostri politici il beneficio del dubbio!

      Ottimismo... come diceva Lui! (Svidrigajlov)

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  22. Ecco cosa pensa il "comunista" Napolitano dell'art. 18.
    http://www.repubblica.it/politica/2012/02/13/news/napolitano_rimuovere_ostacoli_investimenti-29800714/

    Almeno si dice la verità. La riforma non serve solo ad "aumentare la produttività" (il problema sono i lavoratori che chiedono troppo con i loro salari tra i più alti del mondo), ma soprattutto ad "attirare gli investitori stranieri". E, come insegna Bagnai, gli IDE (esteri non "dalla" Italia ma "in" Italia) fanno bene alla bilancia dei pagamenti e quindi all'economia. Irlanda docet.

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    1. Fanno bene... quando entrano, ma non quando i profitti escono, ovviamente! Sento l'urgenza di spiegarvi la BdP una volta per tutte, così poi cominciamo a parlare di storia...

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    2. Guidato dall’ignoranza e dall’ideologia, penso che se i capitali entrano è ovvio che i profitti escono. Se non fosse così i capitali non entrerebbero, se parliamo di economie di mercato e di paesi che competono. Però ammetto di non conoscere bene la BdP.

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    3. L'ignoranza e l'ideologia ti sono ottime guide. Ma ti aiutano a competere con il callido piddino? Quello che ti dice che se i capitali esteri non arrivano in Italia è colpa di Berlusconi? Perché glielo ha detto Scalfari?

      Colpa?

      Aveva ragione Mme Roland: "Libertà (di stampa) quanti delitti si commettono in tuo nome!" Cioè, voleva dire "grazie a te", ma sapete, in certi momenti magari la frase celebre ti si ingarbuglia, e comunque, se la riportano male, non puoi certo chiedere una rettifica...

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    4. Mi sa che mi sono incartato, come sempre. A proposito di BdP, ho visto i dati sul sito della BdI http://www.bancaditalia.it/statistiche/rapp_estero/pimebp/2012/sb05_12/suppl_05_12.pdf interessanti i grafici sulla posizione patrimoniale netta sull'estero e sul conto corrente. Peggio di così solo l'Argentina del 2001.

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  23. mi segnalano : fate un ricerca con google alla voce alberto bagnai
    guardate cosa c'è scritto nella didiscalia di anteprima del blog:

    Goofynomics
    goofynomics.blogspot.com/
    1 giorno fa – Pubblicato da Alberto Bagnai a 17:52 43 commenti ..... Quindi Bagnai è un economista della domenica che sta truccando le carte per sfogare il ...

    conincicenza ? boicottaggio?

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    1. Ma no, è un meraviglioso lancio pubblicitario! Incuriosirà molto. Vado in cucina che ho nientemeno che il prof. Santarelli a cena...

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    2. La contessa Elvira risiede in "arrivano i dollari".spero sia di buon auspicio.

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    3. Ottimo auspicio! Mi documenterò...

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  24. Nel sito fogna di repubblica un interessante articolo del prof. Odifreddi sulla situazione greca (lo segnalo perchè è stranamente in home page, visto il suo contenuto nettamente contrario alla linea editoriale del quotidiano).

    Riporto solo una frase a mio avviso significativa: "Nel suo editoriale (da vomito n.d.a.) di ieri su Repubblica, parlando delle conseguenze del possibile default della Grecia, del Portogallo e dell’Irlanda, Scalfari ha scritto che “il fallimento di due o tre paesi dell’Eurozona avrebbe ripercussioni molto serie sul sistema bancario internazionale, obbligando gli Stati nazionali a nazionalizzare totalmente o parzialmente una parte notevole dei rispettivi sistemi bancari”. Ma, più che una minaccia, questa dovrebbe essere percepita come una speranza!"

    Come faccia poi Odifreddi ad avere ancora lo stomaco di scrivere su quest'organo di sovrana disinformazione, per me è un mistero. Ecco il link http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2012/02/13/la-grecia-brucia/


    Il tenore dei commenti dei lettori li possiamo suddividere principalmente in due categorie, riportando due esempi:


    icsconzero 13 febbraio 2012 alle 12:15
    Che ha fatto Prodi? Tu sei fuori. Prodi si è preso la responsabilità di portare l’italia in Europa con la impopolare Eurotassa, facendoci passare da un’inflazione dell’8% a quella del 2%. Nel 2001 eravamo vicini al pareggio di bilancio. Il debito pubblico negli anni di Prodi è sempre sceso, l’economia cresciuta, l’evasione diminuita. Peccato che la sinistra non è stata all’altezza di Prodi, avremmo fatto molta strada. E poi ci lamentiamo perché paga un intero popolo per la sua classe dirigente incapace e corrotta? E chi dovrebbe? Il popolo è sovrano. Se c’è gente che vota e fa vincere un incapace e interessato come B., chi deve scontarla se non il popolo che l”ha eletto? Questa volta invece Napolitano insieme a Bersani, e alla parte più profetica (non quella politica) della Chiesa nella quale ha girato il vento, c’hanno levato le castagne dal fuoco. E allora si trova chi come sergionero e Odifreddi, la accusa anche di colpo di mano, una volta tanto che la parte sana della classe dirigente ha salvato il popolo beota (mica tutto certo, ma parecchi!).

    lucapaolo44 13 febbraio 2012 alle 12:24
    icsonzero,qui nessuno sta difendendo Berlusconi, si cerca solo di dire che i mali attuali sono da attribuire a un modello economico e a politiche monetarie che non ha inventato lui, ma che sono state perseguite ben prima di lui – a iniziare dai Ciampi, dai Prodi e dagli Amato – da parti politiche ormai quasi sovrapponibili (i vari centri-dx e -sx europei). Tu ritieni che i tempi di Prodi fossero felici, io non ricordo un Paese così diverso da quello di oggi; capisco però che se una fase ciclica positiva è facile far quadrare i conti, lo è molto meno in un momento come questo, dove nessuno Stato riesce a far fronte alle richieste degli usurai internazionali.
    A proposito, sapevi che nelle piazze di Atene sono presenti forze di polizia “europee” destinate al controllo del dissenso? Se poi pensi che la confederazione dei sindacati di polizia greci ha addirittura richiesto l’arresto degli esecutivi della troika per attentato alla sovranità del Paese.. un po’ in ritardo, ma si sono svegliati anche loro.
    Politiche economiche e lungimiranti non stanno né da noi, né in Regno Unito (che non produce nulla) né negli USA; e prima che mi parli della Germania: quel Paese continua a dominare l’economia europea solo perché ci sono altri Paesi più deboli nell’euro che abbassano i costi di esportazione. Se la Germania fosse da sola, con i PIIGS sempre più affamati, verrebbe giù né più né meno di noi.


    In generale vedo che tanti iniziano a capire. Forse c'è speranza. Certo per dare concretezza a questa speranza sarebbe un bell'inizio una mobilitazione della cosidetta società civile a favore del popolo greco contro le politiche di austerity della troika; la domanda è chi potrebbe essere oggi così lungimirante da proporre una cosa del genere?

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    1. Lo ho letto anch'io portando mia figlia in piscina (il tempo di qualità che dedico a quel cesso di giornale) e sono rimasto stupito, non per Odifreddi, che mi sembra una persona "compos sui" e che leggo sempre con piacere o almeno interesse, ma per il fatto che lo abbiano pubblicato.

      Non escludo che Repubblica stia preparando anche lei il suo piano B. Del resto, non è da oggi che ci sono due Repubbliche. Mi ricordo quando Berlusconi fece scandalo per le sue dichiarazioni sull'euro, e il giorno prima Repubblica (che si scandalizzava) aveva pubblicato le stesse cose dette da Krugman (senza scandalizzarsi).

      Ai nostalgici della ghigliottina ricordo la figura di Talleyrand. Il buon Scalfari, secondo me, ci sta provando. Gli auguro cordialmente la fine di Fouché (nulla di cruento).

      All'ultima domanda la risposta è: purtroppo nessuno. Sarebbe bello se, poniamo, un Vendola (non dico un Bersy, perché è ovviamente impossibile), si pronunciasse sul tema (non dico prendesse una posizione). Non sono lungimiranti. Vogliono la mancetta. E la cosa triste è che questa volta rischiano di non averla!

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  25. "La fiducia è un elemento determinante nella economia macroeconomica" (De Cecco uora uora sull'"Infedele").
    Poi è stato ripreso dalla deputata greca del Pasok sul fatto che la Grecia non spende il 4% del Pil in armamenti (venduti da Germania e Francia), bensì il 7%.
    Ma la fiducia non è nelle corde dell'animo della Germania. E non è nemmeno quella avidità che il buon Adam diceva essere la ragione per cui ci si può aspettare la buona carne dal macellaio. E' l'avidità allo stato puro, quella che sta imponendo alla Grecia (tra l'altro) l'acquisto di carri armati, sottomoarini e aerei militari per 7 miliardi e mezzo (sempre dai soliti noti). Una follia che nemmeno il Gaddus troverebbe parole per turpiloquiarla.
    Il deputato del Bundestagt Kolbe, lì ospite (profilo volitivo da colonnello della Wermacht), continua a dire che la Grecia deve fare i compiti perché è inaffidabile, e che i 150.000 licenziamenti previsti nel pubblico impiego sono solo il primo passo per lo sfoltimento degli impiegati pubblici.
    (A latere: Ma come è andata a finire dopo la prima guerra mondiale, quando alla Germania col Trattato di Versailles era stato imposto un debito di riparazione di 33 miliardi di dollari?)
    Considerazioni a caldo in questo inverno freddo
    roberto

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    1. In alcuni anni oltre il 10%.La Grecia ha la percentuale di spesa militare sul Pil più alta dell'eurozona, e perché? Per difendersi dai turchi! E con quali armi? Con le armi dei tedeschi (e in parte dei francesi, e degli italiani). Che poi sono, i tedeschi, quelli che vogliono i turchi dentro l'UE. E il cerchio si chiude.

      La Thyssen-Krupp ha pagato più di 100 milioni di euro di bustarelle per convincere i politici greci a comprare dei sottomarini assolutamente inutili (e i filobus, ecc.). Vi dicono che la Grecia ha truccato i conti e che il problema è il debito pubblico. Anche lì il problema è il debito estero, contratto per comprare i beni dei soliti noti. 7 miliardi di euro è il 3% del Pil tedesco, vi rendete conto?

      Poi uno deve anche perder tempo a rispondere alle merde che ti fanno la lezioncina su quanto son bravi i tedeschi, su quanto son competitivi! Be' certo, i sottomarini li esportano...

      Sono morti degli italiani, degli italiani, se questa parola per qualcuno qui ha un senso (non credo ne abbia per i molti anonimi) per colpa della Thyssen-Krupp. Come? Nel solito modo: arrostiti. Questo si dimentica chi ci fa la lezioncina su quanto i tedeschi siano competitivi. Ad esempio risparmiando sulla sicurezza, che notoriamente costa.

      I tedeschi, col loro Hegel del cazzo, non sono evidentemente in grado di imparare nulla dalla storia. Hanno periodicamente bisogno di una ripetizione, di un ripasso. Quanto inutile dolore ci aspetta...

      E il problema è che qui destra e sinistra non c'entrano. Dopo anni di menzogne, qualsiasi politico vada al governo (se anche la Merkel perdesse) non potrà che avere un atteggiamento stolidamente punitivo e antieuropeo verso i paesi periferici, perché il seme della menzogna è stato seminato su un humus molto fertile (il malcontento e la frustrazione del sottoproletariato Hartz).

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    2. (e ovviamente si ridimostra che gli economisti che vanno da Lerner non conoscono i dati).

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    3. (e soprattutto si dimostra nuovamente che perdono un'occasione per non cavalcare, come fan tutti, l'orrendo concetto di "finanza allegra" e "fare i compiti", possibilmente lamentando 10 minuti dopo il perpetuarsi del pensiero unico austero)

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    4. Io passo di delusione in delusione, caro istwine.

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    5. pensi, ne ho visto un pezzo e le cose più intelligenti le ha dette tale Giovanni Dosi, che non conoscevo. università di Pisa. non so se lei conosce (ma non è obbligato a rispondere, nel caso si tratti di giudizio negativo.

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    6. Non si occupa di queste cose, normalmente, ma so che è molto bravo, sono contento per lui e per la professione che riesca a dimostrarlo in una situazione così difficile.

      Ti dico solo una cosa: ho avuto le solite proposte di partecipazione a PRIN. Quest'anno ho escluso a priori quelle degli economisti. Sono con un gruppo di altra disciplina. Se saremo finanziati, va bene, altrimenti va meglio (meno burocrazia), ma ho già la certezza che se una ricerca si farà, sarà su qualcosa di concreto. Non ce la faccio veramente più.

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    7. @istwine
      diciamo meno peggio degli altri, ma assolutamente poco incisivo nelle sue argomentazioni, almeno così mi è sembrato.

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    8. Ma cosa vuoi che incidano, poracci! Sono lì per tranquillizzare. Troncare, sopire, come il conte zio. Ma tu pensi mai che un articolo come "Crisi finanziaria" una rivista di economisti lo avrebbe mai pubblicato? In Italia? Ormai solo giuristi e matematici hanno il coraggio di dire le cose come stanno.

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    9. pippo,

      anche io in privato sulla performance di De Cecco avrei detto altro, è in pubblico che sto giocando di gentilezza.

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    10. Sommessamente. però in quella selva oscura senza veltro spezzerei un byte per il Dosi (eppoi il Sant'Anna d'eccellenza, come la Luiss... Istituzioni che valgono un invito, dopo aver dato fondo ai bocconiani...)
      roberto

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    11. Certo che io da Pescara parto svantaggiato. Sarà per questo che mi invitano a Rouen: uno scambio di cortesie fra facoltà di provincia...

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    12. Ormai solo giuristi e matematici hanno il coraggio di dire le cose come stanno.
      ---
      Speriamo che si uniscano al coro i militari
      In fondo la vexata quaestio della sottoscrizione dei titoli di stato da parte della banca centrale è materia di loro competenza

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  26. Professore,insomma io gia' faccio fatica e lei si mette a farmi gli indovinelli! La diesis, si bemolli !! Vediamo potrebbe essere l'enarmonia un procedimento per cui uno che sta andando a Torino si ritrova a Lecce ? Sono sulla buona strada ? Pazientero'. Mi dica solo, se no non ci dormo stanotte , in che senso si e' comportato come don Ottavio ?

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    1. Ora sono sicuro che lei insegna in conservatorio! ;)

      Ma del resto se i miei colleghi che vanno da Gad Lerner non sanno quanto è il surplus estero della Germania e quanto è la spesa militare della Grecia...

      Chi è senza peccato scagli la prima pietra...

      Il si bemolle diventa la diesis fra la battuta 27 e la battuta 28 dell'aria "Dalla sua pace la mia dipende". In quel senso mi sono comportato come don Ottavio. Perché anche nella sua aria, come nella mia risposta, c'è un esempio di differenza fra la teoria e la pratica.

      Ma...

      Lasciando da parte il divino fanciullo...

      La mia risposta era chiara? Chiaro cioè che mentre ci prendevano per il culo (mind my French) dicendoci "eritis sicut Deus, competerete con la Cina", in realtà si stavano attrezzando per farci diventare la fabbrica cacciavite del capitalismo tedesco? Perché questo è quello che deve succedere, ce lo ha detto oggi Napolitano...

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    2. E' proprio quello che volevo dire con Lecce e Torino ! L'euro ci prometteva di portarci da una parte e invece ci ha portato da un'altra ( lo sprofondo )

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    3. Bravissima, e scusi se mi sono permesso una battuta affettuosa... Legga quello che dice Odifreddi su Repubblica, è molto meno criptico di me.

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    4. Speta un mument … sol - sol diesis … fa doppio diesis - sol diesis … speta un mument… si fa presto a dire sensibile… That is the question… speta un mument… UT queant laxis, Resonare fibris … speta un mument… si-mi-la-re-sol-do-fa… ..speta un mument …. fa-do-sol-re-la-mi-si … si fa presto a dire quarta … la Giusy la g’aveva na bella quarta … comoda comoda… eccedente quasi una quinta diminuita … speta un mument..

      http://www.youtube.com/watch?v=S5GBasfDnrI

      Alex

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    5. Rockapasso aveva appena detto: "Ma quanto è diventato laconico Alex!". E io: "Zitta lì! Non evocare le forze del male...". E infatti... Eccolo qua, con un bel circolo delle quinte gaddiano, in senso orario e antiorario...

      Aggiungo una chiosa alla tua lezione di contrappunto trigonometrico, degna del sirventese elettromagnetico del Gaddus. La quinta diminuita, che potrebbe anche essere una quarta eccedente, è un intervallo ambiguo, per un motivo molto semplice: spacca esattamente in due l'ottava. Ed è per questo che è difficile da intonare, ed estremamente dissonante (come tu sai bene, nel contrappunto osservato la chiamiamo "diabolus in musica"). Ecco, l'ambiguità è dissonante, o se vuoi la dissonanza è ambigua. Immagina una persona che cammina sull'asse di equilibrio. Quanto sforzo per non cadere! Questa tensione è la dissonanza. Il tonfo è la risoluzione. Che, evidentemente, può essere o a destra o a sinistra dell'asse.

      In questi giorni il dibattito è dissonante perché molti commentatori, se poniamo le banche a destra, sanno che il mondo dovrà cadere a sinistra, e quindi sono lacerati fra il mettere una monetina alla banca dell'"io l'avevo detto", e il non scontentare chi ancora li tiene a libro paga. Da questa tensione nasce un perenne "diabolus in musica".

      E quindi... questo fa diesis ascenderà al sol? O è forse quello che sembra un do a rivelarsi per un si diesis, che ascende al do diesis? Quarta ascendente o quinta diminuita?

      Già: si fa presto a dire sensibile. Di sensibilità, in chi ci parla dalla scatola magica, ce n'è quanto di cultura. Il che ci dà la gradita e liberatoria opportunità di insultarli a man salva: tanto non capiscono! Come dice il barone di Charlus, "la bava di mille omuncoli come voi, accovacciati gli uni sugli altri, non arriverebbe a lambire la punta del mio augusto alluce!". Una checca integrale, ma integralmente espressiva...

      Eppure sarebbe così semplice seguire le regole del contrappunto, così logiche...

      La prima induce monotonia. Dalla seconda alla quinta, serviti a piacimento. Dalla sesta in su, devi evitare la forma discendente, quella che la forza di gravità suggerirebbe: l'estetica però ci dice che l'intervallo ascendente è più espressivo, e per questo più facile da intonare. Cade sulla settima un pesante interdetto: è dissonante, va evitata. Nel contrappunto doppio, laddove il Signore ti riserbasse questa gradita opportunità, ricordati di usare solo terze e seste (fatte sempre salve eventuali note di passaggio), ché altrimenti avresti problemi ad ogni cambio di posizione.

      Ma l'intervallo dell'amore rimane sempre la sesta minore, ovviamente ascendente: la fa (mi re#). E mi dispiace per rockapasso, che non ci arriverà mai (non nel senso della sesta, nel senso del cromatismo... vabbè, adesso devo chiamare una compagnia di sminatori per uscire dalla risaia nella quale mi sono invischiato... l'orrore...).

      Perché "trigonometrico"? Ah, voi pensavate che prima, seconda, terza... fossero intervalli? Mi sembra evidente che per Alex sono misure, ma non di coseni! Sì, caro Alex, in questo siamo berlusconiani! Ci piace la sesta ascendente. Così come in questo mi risulta non sia tanto berlusconiano chi vende sogni. Direbbe La Fontaine, "c'est là son moindre défaut" (perché mi viene in mente questa favola? Sarà per la "bise"?)

      E ti ho risparmiato il solfeggio berlusconiano del Giorgiazzo: sire, sire, la mi sorela la si fa fare, la si fa fare sol sofà. Fa: dòdo, dòdo. Fala fare, fala fare, fa soldo...

      To 'o do io Scriabbi'. Ma 'o senti Telemann che tte fa co' ddu note? E c'aveva pure 'na laurea in legge, mica era 'no scappato de casa come 'sti cazzo de musicisti der XIX secolo...

      E ora, che lo spirito di Radio Coatta Classica vi pervada!

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    6. mi si consenta di dire che il tritono (altrimenti detto 5 diminuita o quarta eccedente) ha fatto la fortuna di TSphereM (e non solo, e starei ore e mesi a discuterne), quindi lo si tratti con cortesia e con tutto il rispetto che quell'intervallo, che ti porta a tante interessantissime sostituzioni di tritono, merita, visto e posto cosa ci ha dato a noi auscultatori (e non solo).

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    7. Se è per quello, il tritono ha fatto anche la fortuna di JSB... Sentiti qui quanti bei tritoni belli esposti... Arriva la tonalità: e ogni settima di dominante ha il suo tritono, che però sa da che parte andare: fuori dall'euro...

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  27. Credo che De Cecco all'Infedele stia dicendo un sacco di corbellerie, con rispetto parlando si capisce.

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    1. Nel frattempo mi sono ricomprato la televisione, per venire incontro ai piccini, ma... sorpresa! Dopo un anno e mezzo di astinenza sono guarito: non l'accendo più. Credo che mi verrebbe l'ittero dopo dieci minuti. Meglio così. E quindi, caro Pippo, ti ringrazio per la segnalazione (con rispetto parlando), ma non cedo alle tue lusinghe e me ne vado a letto sereno!

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    2. Ha ragione, ah se ha ragione, questa sera guardando l'Infedele la mia fiducia in un possibile cambiamento è tornata sotto zero, con ulcera incorporata. Devo spegnerlo anch'io quel maledetto aggeggio. Mannaggia a me.

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    3. Non è escluso che siano l'orchestrina sul ponte del Titanic. Un economista, se è tale, oggi non può fare che un unico commento. Le richieste alla Grecia non hanno alcuna razionalità economica. Sono destinate a portare al collasso un paese che ha deciso (a un certo punto) di smettere di acquistare beni tedeschi. E questo uno che sta lì (non dico chi) in privato lo dice e lo documenta. Ma in pubblico no.

      Ora dico: io, se mi stessi zitto, potrei almeno pensare che è perché voglio diventare ordinario! Mi illuderei, perché da noi concorsi non ce ne saranno più, ma avrei un motivo.

      Loro sono tutti ordinari di lungo corso (in tempi in cui, onestamente, bastava meno per diventarlo)... ma cosa vogliono diventare? Ministri? Presidenti della Repubblica? Qual è il prezzo dell'insulto alla verità? Mistero...

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    4. Devo recuperarla questa puntata di De Cecco, vediamo se trovo il video da qualche parte...certo è che a De Cecco fare figuraccie non conviene, lui non è uno qualsiasi, nel senso che lui fa parte del gruppo di quelli che individuano la crisi europea nel modus operandi della BCE. Se questo gruppo dovesse perdere terreno nella lotta per l'affermazione delle proprie idee, rimane il duetto dei sostenitori del debito pubblico vs. squilibri commerciali (di cui quest'ultimo ovviamente fa parte il nostro Alberto).

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    5. L'orchestrina sul ponte del Titanic sovrappone quarte eccedenti... e non si capisce quindi tanto bene dove voglia andare... ma si capisce che vuole continuare a suonare quando la musica cambierà (vedi sopra la risposta a Alex).

      Viva Josquin!

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  28. Quasi pensavo che ci nascondessi qualche intuzione che ti aveva messo di buon umore...invece sbagliavo...

    comunque non mi preoccuperei per i sottoproletari hartz quelli non si occupano di politica , hanno accettato il loro ruolo di sconfitti , sono quelli acculturati che diventano un problema (ricordo dei post violentissimi provenienti dalla germania contro i paesi periferici dell'europa...)

    metto il link a quest' articolo in cui si poropone di portare il sistema hartz anche in italia , la cosa interessante è il commento all'articolo dove un tizio tedesco spiega in estrema sintesi come funziona l'harzt ,come avevo gia' accennato fra l'altro dice '..Sommando le singole voci, una ragazza madre con 3 figli a carico percepisce oggi senza lavorare più di un impiegato in Italia..'
    :
    http://www.ilsussidiario.net/News/Economia-e-Finanza/2012/2/13/SCENARIO-1-Pelanda-ecco-il-jolly-contro-Monti-che-puo-ridarci-la-tripla-A/242449/

    ps: a quanto sembra poi i sottomarini che gli hanno venduto ai greci sono pure un modello vecchio!!! ah gli ideali dell'europeismo!!!
    ps2:a me risultava fossero gli usa a spingere la turchia in europa...

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    1. Il problema è sempre la cultura, come questo post dimostra a sufficienza! Agli Usa credo che la Turchia serva come portaerei verso l'Iran. Alla Germania è servita come serbatorio di manodopera. Ma, certo, adesso hanno noi e i greci... Una faccia una razza...

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    2. Portaerei contro la Russia e più in generale contro gli arabi, altro che contro l'Iran

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    3. Ma certo, scusa, mi sono fatto distrarre dalla cronaca di questi giorni. Del resto, non dimentichiamolo, anche l'Italia, non era forse una splendida portaerei protesa nel mediterraneo?

      Così sapete anche come andrà a finire...

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    4. In un disastro, come al solito. Siamo al 2012 ma sembra il 1912. Imperialismo senza belle époque.

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    5. In effetti tutto le si può dire tranne che "belle"...

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  29. Mi scusi si era inceppata la tastiera ,l'enarmonia e' proprio questo, un procedimento che fa deviare ,esi puo' andare a finire molto lontano dal luogo(armonico previsto. buona notte

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    1. Eh, ma lo so, lo so... Io sono un vero tecnico, mica come Monty...

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  30. Sulla questione della disoccupazione in Germania:
    http://www.manifestepourundebatsurlelibreechange.eu/quels-sont-les-veritables-taux-de-chomage-en-france-et-en-allemagne/
    Giuseppe

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    1. Caro Giuseppe,

      pe' malati c'è la china, pe' coglioni non c'è medicina!

      Grazie per averci segnalato questo articolo, che tradurrò domani in aereo a beneficio di chi fosse indietro col francese, ma... tanto chi vuole capire ha capito, e i traditori che non vogliono capire non capiranno mai... e purtroppo non se ne vanno in Germania a partecipare del miracolo tedesco, non tanto perché il miracolo non c'è (ma loro non lo capiscono), quanto perché i loro limitati mezzi intellettuali generalmente inibiscono loro l'accesso alla splendida ed espressiva razionalità della lingua tedesca!

      Comunque grazie mille. Continuate con le vostre segnalazioni.

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  31. Eh, a chi lo dice!
    L'euro non rischia di distruggere solo l'Europa ma perfino le famiglie italiane, non immagina le furiose liti con mio padre (ex pci ora simpatizzante piddino)di fronte agli untuosi servizi del tg3 e di RaiNews24 sul governo Monti; hai voglia a citare dati e cifre contro i "moniti di Napolitano" e alla paura che ritorni lo stupratore di Arcore.
    Se non ricordo male Bordiga definiva l'antifascismo il più pernicioso prodotto del fascismo, certamente esagerava, ma ho l'impressione che sostituendo antiberlusconismo ad antifascismo la valutazione non sarebbe poi tanto paradossale.
    Giuseppe

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    1. Pensa che io son riuscito a convincere il mio. Ma ce n'è voluta. E l'ultima linea di resistenza qual era? Semplice! "Ma con dei politici come i nostri...".

      Be', certo, allora meglio la Merkel...

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    2. Con zia Gianna e Zia Maria non se ne parla nemmeno. irriducibili,ho perfino paura che mi diseredino.

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    3. A casa mia e di Alex troverai sempre un piatto di esacordi, e laddove tu ne abbia bisogno sono sicuro che anche Giuseppe ti darebbe una mano guidoniana. En tout bien tout honneur, ovviamente...

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    4. Sper ci sara' anche un piattino di terze piccar de.......

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    5. Ma così la bilancia dei pagamenti va in rosso...

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    6. Come ultima resistenza si può sempre fare appello al fatto che siamo un popolo di scimmie, alla mancata riforma protestante, a Machiavelli (quello degli elisabettiani però), al diabolico Schedoni, all'eredità borbonica eccetera.
      Giuseppe

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  32. Grazie di esistere.
    Sono diventato da poco tempo un lettore del Blog e ne sono rimasto affascinato. La chiarezza espositiva, la ricchezza dei dati, le analisi ed il contraddittorio sono una squisitezza. Sento il bisogno di ringraziarla per il suo impegno.
    Edoardo

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    1. E io la ringrazio per aver percepito che in effetti c'è un impegno. Sto elaborando il lutto di non essermi impegnato prima, in questa come in tante altre cose. Ma ho anche capito che non è mai troppo tardi, in questa come in altre cose. Si possono incidere dischi diplomandosi a 45 anni, e la verità si può cominciare a dirla a qualsiasi età! Grazie per il sostegno.

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    2. Mi associo ai ringraziamenti e la prego di continuare. Non è facile trovare un accademico che non prende a pesci in faccia dei semplici e umili lettori dall'alto della sua cattedra.

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    3. Ma se un accademico non vuole confrontarsi, perché non se ne resta nell'accademia (dove magari i pesci in faccia li prende dai colleghi)?

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  33. uno spot veloce. oggi mi son messo a leggere gli Appunti sulla BdP di Bagnai, li consiglio a chiunque. per me è stato un ripasso, ammetto, ma se avessi cominciato con questo, avrei avuto meno difficoltà in passato. quindi comprate i prodotti Bagnai.

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    1. Per il pagamento ci mettiamo d'accordo...

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    2. E comunque vorrei chiarire una cosa: sono solo un nano sulle spalle di un gigante.

      Che non si dica che parlo male di tutti i miei colleghi e maestri!

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  34. http://www.linkiesta.it/grecia-tagli-debito-pubblico

    il solito Boldrin. grande, diglielo cazzo, diglielo. latra sinché hai fiato.
    ma vi ho mai parlato delle mie idee sull'architettura ecosostenibile?

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    1. c'è un gruppetto di acchiappafantasmi PD a cui hanno consigliato il suo blog, in risposta a Boldrin. mi ha fatto ridere questo commento, a chi faceva notare che Boldrin di economia internazionale non sa un pero.

      "Boldrin è esperto in econometria e ha solo scritto frasi di buon senso. M M"

      al che, il buon Andrea, immagino lettore del blog, qui gli dice:

      "E' esperto di dirtti d'autore, l'ultimo libro pubblicato infatti parla di questo mi pare, basta andare su econlit per vedere."

      e il mite MM risponde, con arguzia:

      "Tu sei esperto in frignacce invece? Ha una lista di pubblicazioni scientifiche in econometria. M M"

      ah.

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    2. chiaro. ma non ho resistito tanto era ridicola. da ora in avanti non darò più spazio ai suddetti, lo giuro.

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    3. Grazie. Comunque il problema non è nemmeno quello di dare o non dare spazio, o di espormi a dire quello che penso (perché poi se me lo chiedete lo dico) di persone che si vantano pubblicamente di poter interferire nei concorsi universitari (naturalmente sempre a fin di bene, va da sé).

      Il problema è che la cifra della stupidità è il fascismo delle argomentazioni e il rifiuto del confronto. Cioè la perdita di tempo. Come del resto voi molto spesso mi avete fatto notare!

      Magari si potesse dar spazio a un confronto vero, anche restando ognuno della propria idea...

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    4. Ma almeno pubblicasse qualche dato. Mai un articolo con numeri. Il sito dell'OCSE o della CIA sono pure gratuiti.

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    5. Se vi interessa stasera Boldrin è ospite a Ballarò, parlerà della crisi greca. Io guarderò solo i primi 8 minuti di Crozza, la parte migliore del programma.

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    6. Purtroppo mi sto facendo due palle al cinema (Hugo). Mi divertirei di più a fare un gruppo di ascolto con voi. Ma Roberto Frenkel mi ha consigliato di occuparmi dei miei figli. Tanto quello che c'era da dire sulla crisi lo ha detto lui (questo ve lo dico io). Divertitevi!

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    7. Buona visione. Comunque è bello vedere Boldrin che viene cazziato da Lupi e Di Liberto. L'uno rimprovera alla Troika (e quindi anche alla Germania) posizioni poco solidali nei confronti della Grecia. L’altro evidenzia che i sacrifici richiesti ai paesi del sud Europa rappresentano crimini contro l’umanità. Adesso mi occupo anche io un po’ di mia figlia. 15 minuti di tv sono tanti.

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    8. Non c'è niente che mi trituri di più la fava di certi delicati omaggi al cinema (Scorsese). Il malcapitato collega n'a pas l'habitude. Toute ma solidarité. Mi piacerebbe assistere. Tu vizi troppo tua figlia, compagno!

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    9. No! In realtà vizio me stesso. Mi insegna un sacco di cose che non trovo sui libri. Inoltre, tra un pò mi tocca studiare dopo l'ufficio per un paio di mesi e la vedrò di meno.

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    10. comunque per me ballaro' santoro e lerner (...) sono alla base della crisi politico culturale italiana (e vi garantisco che non ho mai visto ballaro' mai santoro , pochi minuti su yt e mai lerner ) guardatevi le trasmissioni politiche economiche in svizzera o in St (e nulla di eccezionale intendiamoci) ma almeno parlano di 'fatti' e 'dati' e di 'fatti' e 'dati' che riguardano la vita della gente !!!

      mi hanno detto che stasera su rainew24 caprarica (che sembra un pezzo grosso in rai) da londra ha fatto la seguente dichiarazione :avete letto anche voi sul FT di oggi quell'articolo dove un dirigente del governo tedesco
      ammette che la moneta unica è stato un errore e non si sarebbe mai dovuta fare... forse per la prima volta in italia uno ha detto che l'euro è stato un errore (l'ha detto con ben 2 passaggi articolo del ft che parla di un indiscrezione di un diritente tedesco!!!) ...eppur si muove...

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    11. Alberto non ho capito se sei a Roma ma se fossi a roma
      e dovessi portare qualcuno al cinema andrei qui :
      http://www.cinemavvenire.it/attivita

      ma portali ad un concerto invece? c'è pure il mega centro della musica di piano , santa cecelia...ecc..senno' a centro sociale ...^^

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    12. ...ma poi va a vedere Scorsese dopo tutti i pacchi che ha prodotto dagli anni 90 in poi? Non so se lo proiettano ancora a Roma, ma le consiglio di vedere The Artist. Merita davvero.

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    13. Ormai gli unici film che meritano sono i cartoni. Seguiranno esempi.

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    14. @Robert

      Non posso mica dire dove sono! Mica vorrai rendere così semplice il compito ai droni della Bce!

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    15. giusto giusto , infatti non ti chiedevo la posizione non vorrei mai , attenzione soprattutto ai castle hack
      anzi chiederei a brancaccio una consulenza su come stare accorti ...inutile e non efficace esporsi a ezio auditore prima del tempo... ;)

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    16. E ieri mi è anche toccato dormire a Parigi perché la Bce aveva minato la Rer prevedendo il mio passaggio... Dai, su, sprofondiamo nel complottismo! A proposito, quel Cote de Blaye aveva un sapore un po' troppo amarooooooooooooooooooooooooooooo

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  35. Beh, prof un giurista rispetto ad altre figure si trova a suo agio perché nel suo percorso di studi è comunque "costretto" a studiare concetti astratti e quasi filosofici (ebbene si la filosofia serve -quando la si capisce- contrariamente a quanto diceva la mia insegnante di liceo che avrebbe fatto meglio a vendere le noccioline alle feste), già solo sapere il significato della parola "diritto" quella che, credo di ricordare, Kant (un altro "brillante" personaggio di aria tedesca con hegel e wittgenstein) definiva il caput mortuum del giurista pone quest'ultimo in una posizione di vantaggio (usare almeno un paio di neuroni) che aumenta quando si studia il concetto di stato sul testo del prof. Guarino "istituzioni di diritto romano" (perché noi italiani fra le varie cose abbiamo anche trovato il tempo di insegnarlo il diritto) è probabile (non certo) che alla fine uno lo sappia che si ha uno stato semplicemente quando le leggi che regolano una società di esseri umani hanno la massima forza coercitiva, una forza che si spinge fino a disporre della vita e della morte dei propri membri usando in ultima istanza la forza, è questa la differenza fra uno stato (la scelta, il libero arbitrio dell'uomo che dovrebbe dominare e regolare il mercato) e una associazione bocciofila non ci vuole una cima per capire che in questo senso se lo stato è governato dal liberismo (lo dice il mercato i mercati ci chiedono, non a caso la mano invisibile è di Dio - o forse satana?- in persona e le tue scelte non contano un cazzo il libero arbitrio non esiste) è automaticamente FINITO e con esso le sue leggi giuste o sbagliate, democratiche o dittatoriali, che siano nazionali o internazionali, chi usa la scusa del mercato è automaticamente un traditore delle istituzioni che lo hanno espresso, istituzioni che dopo essere state svuotate di ogni autorità vengono accusate e colpevolizzate di averne troppa che assurdità. Ma tutto questo ha un limite, nessuno sfugge alle proprie responsabilità, norimberga docet..il libero arbitrio esiste...
    Sui matematici non sono aggiornato ma presumo che anche fare 2+2=4 sia un atto rivoluzionario di questi tempi.
    Non viviamo dentro matrix ma dentro kazzenger.

    Giuseppe

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    1. Scine ca scine,ma ca scine in tutt (trad.c'e un limite tutto) ebbene si Maeshtro ho insegnato 5 anni a Peshcara

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    2. Ma dai! Allora sono stato suo allievo! Laddove così fosse, il cerchio sarebbe estremamente ristretto...

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  36. Potrebbe anche essere, sono pianista. Pero' non so se ci siamo con l'eta ' . Meglio non indagare

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    1. Allora no, perché io sono clavicembalista, e comunque a Pescara ho fatto la specialistica di flauto. Non ci siamo incontrati, che è il modo migliore per restare amici.

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  37. Salve
    Vorrei farle alcune domande.
    Esistono dei repertori statistici accessibili ai comuni mortali dove verificare l'entità (con tanto di base storica) della penetrazione di economie esterne in un paese (partecipazione azionaria in aziende, acquisizione di imprese, installazione di imprese o filiali)?
    Cioè se io voglio, ad esempio, capire quanto le aziende francesi siano penetrate nel settore agro-alimentare o della grande distribuzione (beh qui si vede ad occhio) italiana, c'è un modo per farlo?
    Qui in Lombardia, ma presumo anche in molte altre aree del paese, si sta assistendo ad una progressiva deindustrializzazione, è facile immaginare chi ne beneficierà (i soliti "ariani" piddini :-)), ma volevo capire se esisteva il modo per quantificare numericamente questo processo e se voi economisti ve ne occupate (magari c'è già qualche pubblicazione?)
    Ci sono statistiche pubbliche che se ne occupano?

    Ringraziandola anch'io per quello che scrive, e soprattutto per la RARA umiltà e "compassione" che prova leggendoci e rispondendoci, la saluto.

    PS.
    Che ne pensa della MMT?

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    Risposte
    1. Ivan , ti consiglio di leggerti (piano piano ) tutti i post
      e relativi commenti ...vedrai che troverai ampie e asauistive risposte , tra l'altro 'istwine' uno degli utenti storici del blog è il piu' grande esperto italiano di MMT(non è un iperbole...)
      Devi sapere pero' che il professore Bagnai non è attualmente interessato ad approfondire la MMT e soprattutto non vuole essere associato a PB (ovvero chi sta' organizzando il 'famoso' meeting mmt) tanto che l'eroico PB viene qui soprannominato ^l'innominabile^ o come variante ^Donald^ ^^^

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    2. nota Ivan che c'è una vena ironica in quello che dico
      perchè bagnai non puo' sopportare l'innominabile (ovvero P.B.)
      ma quasi tutti gli utenti del blog prima di arrivare qui sono passati dall'Donald ^--^

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    3. Sventurata la terra che ha bisogno di eroi, soprattutto se... non ne ha bisogno!

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    4. e riguardo all'entita' dell'acquisizione delle imprese italiane chiedi a tremonti (dico sul serio! cosi magari ci dedica un po' di spazio nel suo prox libro)
      http://www.giuliotremonti.it/index.html

      questo è un bel testo base sulle privatizzazioni (anche se non comprende quelle recenti )
      Le privatizzazioni nell'industria manifatturiera italiana / Massimiliano Affinito, Marcello de Cecco, Angelo Dringoli.

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    5. Il che spiega la transumanza che descrivi!

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    6. Mitico Robert, lo storico ufficiale del blog, sempre documentato, sempre aggiornato.

      Vorrei solo aggiungere una cosa a beneficio del latecomer Ivan, se mi permetti, con tutta la sobrietà di cui sono capace:
      ma che tte frega de Bagnai, noi c'avemo....
      Brancacciogoal, Brancacciogoooooal!

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    7. "più grande esperto di MMT in Italia"?

      bah, 'namoci piano su. è Donald il più grande esperto senza dubbio, io sono tuttalpiù il più grande onesto, intellettualmente parlando. e la mia onestà intellettuale la devo in particolare ad un indiano kaldoriano. pensa un po' la forza di internet. pensavo gli indiani fossero come gli aborigeni, e invece alle volte qualcosa da dirsi c'è.

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    8. @Batjushka

      Una prova di più che Brancacciogoal in effetti è Brancaccioautogol, come vi ho in più occasioni sommessamente mostrato...

      Rimane tutta la stima e l'ammirazione per un Davide che si è correttamente opposto ai Golia Giavazzi e Blanchard quando era giusto e tempestivo farlo (come vi ho altresì più volte segnalato).

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    9. Ho covato una serpe in seno! E dire che ti stavo procurando tanti clienti per il tuo elegante winter sports resort...

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    10. anche se non so quanto sia possibile discutere dell'uscita dall'euro con ambedue, quindi stringiamo i ranghi sommessamente che ha più senso.

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    11. @ist : era un wind up ' il piu' grande esperto...' seguendo il tuo stile ;)
      poi che sei esperto non si discute ma ora scopriamo che è brancaccio il vero esperto mmt in italia Lol
      solo che brancaccio sta' accorto ... in fondo se sai che avrai un pubblico e che la gente non è pronta ...

      ps: sono sorpreso dalla reazione degli italiani verso la cura prescritta dalla germania alla grecia...si stanno accorgendo che i tedeschi fanno i tedeschi e ragionano e agiscono da tedeschi wow !

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  38. Una barca a motore ed una barca a vela sono entrambe in mezzo al mare. Entrambe subiscono le correnti ed entrambe combattono contro la forza delle onde.
    Una barca a motore può andare in tutte le direzioni. Basta dare più motore se si va contro corrente o girare a piacimento il timone per raggiungere le proprie mete.
    Una barca a vela può andare in tutte le direzioni ad eccezione di una: controvento. Può andare contro corrente, ma mai controvento. Il fatto che non possa andare controvento non significa che non possa raggiungere un punto posto precisamente controvento. Anzi, nelle regate, bisogna raggiungere la boa controvento e virarci intorno. L’unica differenza è che mentre la barca a motore può puntare dritta alla boa, la barca a vela può solo seguire tante rotte differenti ed alternate per raggiungere la boa.
    Questo non vuol dire che la barca a vela “menta” sulla sua direzione finale e la barca a motore “dica la verità”. Semplicemente sono diverse ed adottando strategie differenti ed ugualmente “sincere”.
    Non o se fare il professore o il dirigente d’impresa dia la necessaria autonomia per raggiungere i propri obiettivi come se si comandasse una barca a motore, ma so sicuramente che fare politica significa guidare una barca a vela.
    Il vento non lo decide il singolo skipper, né decide la sua forza né decide se esso cambierà repentinamente tanto da far cambiare tutte le strategie.
    Nella barca a motore basta anche una sola persona per manovrare. Nella barca a vela, almeno due: uno che timona ed uno che muove le vele.
    Nelle barche a motore più grandi bastano poche persone per andare a sbattere contro uno scoglio.
    Nella barche a vela più grandi ci vuole uno skipper, un prodiere, un tattico, uno stratega, diversi mozzi, per andare a sbattere contro il medesimo scoglio.
    Difficile mettere tutti d’accordo su come affondare nel caso di una barca a vela.

    E'soprattutto difficile perseguire un obiettivo senza mai poterlo raggiungere direttamente, dovendo andare sempre di bolina o di traverso, e a patto che….. non cambi il vento. Non è questione di dire la verità o meno, è che andare a vela è molto più complesso che andare a motore.
    aleC

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    1. Sì, mi avevi già fatto questa similitudine. Alla quale faccio due obiezioni.

      La prima è che il vento è la verità: vogliamo andare di bolina o col vento in poppa? Tu dirai: dipende da dove sta la boa. Giusto. Ma la boa a chi la facciamo mettere? Al capitale finanziario internazionale? Allora poi non diciamoci, quando ci vediamo, che la sinistra ha perso ideali... La boa dobbiamo metterla noi!

      E, altro dettaglio. Io ho "studiato" anche vela d'altura. Ero commosso nel vedere che a fine anno molte persone ancora non avevano capito cosa significasse "sottovento". Ma dove era la boa lo sapevano. Non credo che il nostro insegnante, che era stato tailer del Moro di Venezia (sì, a partire dai 25 anni ho cominciato a scegliermi i maestri), ci abbia mai detto in regata "andiamo a Capo Linaro" per dirci che dovevamo cambiare bordo.

      Quindi in questa metafora, secondo me, c'è qualcosa che non va. Ma tu sai quanto io ti stimo, e quindi la "cosa" che non va non sei certo tu. Diciamo che è il Fognatore. E infatti un giretto in Francia ti dimostrerebbe che altrove la sinisra dove sta la boa lo dice.

      (...tu non sapevi che io andavo a vela,eh? Ci hai provato, furbacchiotto! Dai, quando si va?)

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  39. George Soros: http://www.megachip.info/tematiche/democrazia-nella-comunicazione/7723-la-direzione-sbagliata-delleuropa.html

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  40. aristide del tuo "storico" post è la fase finale di una classe dirigente"comunista" che il giorno dopo la caduta del MURO è subito corsa a cercarsi un nuovo PADRONE.
    TUTTO PUR DI RIMANERE NELLA STANZA DEI BOTTONI, ANCHE SOLO COME CAMERIERI!
    tu teli ricordi i PDSsini che parlavano di capitalismo sociale?
    ma senza tornare alla preistoria basta sentire cosa dicevano gli ospiti di renzi e il suo big bang.
    il mercato quant'è bello ,il mercato quanto è giusto,...
    NON POSSIAMO DELEGARE A QUESTE FOGNE IL FUTURO DELL'ITALIA.
    DA BUON LAICO HO SMESSO DI ADORARE IDOLI DA UN BEL Pò DI TEMPO,DIPENDERE DALL'UMORE DEL DIO MERCATO NON MI SEMBRA DEGNO DI UN CITTADINO DELL'XXI° SECOLO.
    TROVO IN QUESTA DEIFICAZIONE DEL MERCATO IL PECCATO ORIGINALE DI QUESTA CLASSE DIRIGENTE:GENTE CHE VUOLE NASCONDERSI NELL'OMBRA NON PRENDERSI LE PROPRIE MOSTRUOSE RESPONSABILITà.
    GENTE COSì NON è DEGNA DI DIRIGERE UN FRUTTIVENDOLO FIGURIAMOCI L'EUROPA.
    I TEDESCHI INVECE DI STRITOLARE LA GRECIA,CON LA SCUSA DEL DEBITO,DOVEVANO AIUTARE A SPALMARLO IN TRENT'ANNI,COSì INVECE DI DISTRUGGERE L"UE" L'AVVREBBERO RESA PIù FORTE CHE MAI E LORO SAREBBERO STATI A CAPO DI QUESTA POTENZA MONDIALE.
    IDIOTI,PER NON SEMBRARE DEBOLI,HANNO PERSO L'ENNESIMA OCCASIONE CHE LA STORIA GLI DAVA PER DIVENTARE LA GUIDA DELL'EUROPA.
    CON UNA PERIFERIA DI FABBRICHE CACCIAVITE NON VAI DA NESSUNA PARTE.
    LA STORIA INSEGNA LE PERIFERIE DEBOLI FANNO CROLLARE GLI IMPERI.
    il pil della grecia a -7% è solo l'inizio,chi gli comprerà i prodotti tedeschi se i "viziosi"piigs sono in coma profondo?
    gli americani ringraziano.
    a scanso di equivoci quest'euro con tutto il corollario di "commissioni",BCE,ecc... non sono che un'aborto come bagnai con chiarezza stai dicendo da tempo,ma sul lungo periodo un'altra europa dovremo inventarcela sennò faremo la fine,come europei, dell'italia dell'500-600-700.
    un campo di battaglia per gli altri poteri mondiali,finiremo come una colonia come tante altre.
    altro che ideali, questa è politica e basta.
    cioè qualcosa che non conoscono i pd di oggi e i pds di ieri.

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  41. Bella la metafora della barca a vela,di chi è di D'Alema?

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    1. Caro Carmine, ti esorto ad evitare allusioni ingiuriose. ;)

      Però diciamo che ci sei andato vicino, in tanti sensi...

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  42. Prof. Bagnai, è la prima volta che entro in questo blog e ho letto con interesse questo post e tutti i commenti ma volevo fare una domanda più in generale: e se il popolo non volesse sentirsi dire la verità? Se non gli importasse di rimanere nella menzogna pur di non perdere quel poco che ha? Sarebbe uno scenario molto triste.

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    1. Lo scenario è molto verosimile. Ma prima o poi si arriverà al punto in cui non c'è più niente da perdere. E allora le cose cambieranno. Per me sono già cambiate, esattamente per questo motivo.

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  43. Buonasera professore,
    le scrivo qui dato che credo sia il post giusto (per non andare off-topic da un'altra parte...).
    Considerazioni scaturite tra me e me ragionando sui flussi in entrata e in uscita dai vari paesi (o meglio: Germania vs. tutti). Ora qual'è il problema? Che ragionando sui saldi sono tutti lì a dire "la grande gggermania è a ppposto" (provavo a imitare il piddino...) "è la gggermania che ci vuole tutti virtuosi come lei, non come i pigs che sono spendaccioni; quindi dobbiamo tirare la cinghia...". Le considerazioni sono che se è vero (e non ne dubito) che la Germania ha bloccato i salari per 10 anni e "noi" no, per tornare competitivi cosa dovremmo fare, tornare anche noi di botto agli stipendi di 10 anni fa? Più ci penso, e più credo che (matematicamente) questo è quello che dovrebbe succedere.... peccato che l'italia di oggi non è più quella di 10 anni fa!
    Seconda considerazione: molti dicono che la Germania "non segherà il ramo su cui è seduta" (ovvero non ucciderà gli altri paesi europei per evitare la disgregazione dell'euro). Peccato che:
    a) oramai parecchi cominciano a chiedersi come fare a uscire da un "contratto" che non prevede vie di fuga, e contro i "big" che voglio farci restare nell'euro (mannaggia a loro...);
    b) secondo me la Germania il ramo su cui è seduta ha già iniziato a segarlo, direi piuttosto vigorosamente. Vediamo se anche secondo lei il ragionamento è corretto: se è vero che i tedeschi esportano sopratutto IN Europa e non fuori, dal momento che ha iniziato a premere sui rientri dei deficit (ovvero siamo tutti costretti a tirare la cinghia) voglio proprio vedere tra poco le loro belle macchinone a chi le vendono. Insomma, spero che la "locomotiva d'europa" faccia una bella frenata: così imparano prima a prestare i soldi "ad minkiam(R)", poi a pretendere di metterci tutti a stecchetto. Peccato che a stecchetto tra poco ci andranno anche loro.... e spero che molti italiani si sveglino e smettano di comprare macchine tedesche, e a comprarle italiane.
    Comunque la vedo grigia, se Monti farà le manovre che ha promesso, sono almeno 40 miliardi di euro all'anno IN PIU' di tasse... per vent'anni!!!!!
    Auguri...
    Che ne pensa?
    Marco (MI)

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    1. Buongiorno prof, sono da "no comment?"....
      Buona giornata (spero).
      Marco

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