venerdì 17 febbraio 2012

Economia e contabilità della crisi

Ricevo da istwine un commento che ritengo di dover mettere in evidenza per la sua rilevanza sotto il profilo metodologico:


comunque c'è un aspetto interessante di questo post. è ovvio e sicuramente colto da tutti, ma lo sottolineo. le identità di contabilità nazionale non ti dicono nulla di speciale riguardo a quello che è avvenuto, ma l'interpretazione di quello che è avvenuto non può (in nessuna maniera) discostarsi dalle identità di contabilità nazionale.

ecco perché il 90% degli articoli degli economisti del momento sono totalmente ridicoli. e mi faceva ridere tempo fa quando lessi su un sito base dei mortidisonno che deridevano chi lavorava e analizzava con identità contabili, semplicemente dimostrando l'ovvio. così ovvio che loro però non l'hanno ancora capito.





Caro, carissimo, acuto e arguto istwine,


il 95% degli economisti di tutti i momenti non ha mai costruito un modello econometrico, e anzi, con argomenti molto raffinati, raffinati come una porcellana di Meissen, e altrettanto fragili, si accanisce a dimostrare che questo tipo di attività è inutile. Sarà per questo che tutte le agenzie multilaterali e tutti i centri di ricerca cercano di dotarsene.


Ora, chi invece i modelli li costruisce capisce subito che in economia la contabilità sta alle teorie (attenzione ai singolari e ai plurali) esattamente come in un'automobile lo chassis sta ai possibili motori.


Certo, mettiamola così: un motore è più complicato (almeno in apparenza) di una ruota. Quindi dà molta più soddisfazione all'ingegnere che lo costruisce! Il quale, al termine del lavoro, guarda non il motore, ma se stesso, nello specchio, e si dice: "Ecco, IO ho progettato e costruito questo motore perché IO sono bravo, perché IO ho studiato la matematica, che è difficile, e tutto ciò che è difficile è utile e bello, anche se pochi ci arrivano, ma IO ci arrivo." A differenza di Michelangelo, lui al motore non chiede nemmeno “perché non parli”? Non glielo chiede, perché a lui basta una cosa sola: IO. Cioè lui.


Io, il più lurido dei pronomi... (chi l'ha detto? Alex lo sa, oh, se lo sa...).


Ma il fatto è che anche se la ruota è tonda da tempo immemorabile, anche se non si sa chi l'abbia inventata, anche se certamente era ignaro di hamiltoniani, equazioni di Bellmann e isoperimetri vari (che vengono tanto male a scriverli con l’ocra sulle pareti di una caverna), anche se aveva solo un umile problema pratico da risolvere (e lo ha risolto) e non degli astratti furori teorici da mettere in scena a beneficio delle vecchiette della prima o seconda serata, anche se è così trivially obvious che la ruota è meglio non sia quadrata (lo capirebbe chiunque, e al nostro amico IO non piace quello che chiunque può capire: piuttosto, preferisce non capire quello che capisce chiunque, come tu dici), anche se tutto questo è vero, purtroppo c’è un problema...


Amico neoclassico, hai mai provato ad andare da Milano a Bergamo a cavalcioni del tuo motore? Ogni tanto, in effetti, qualcuno ci prova. Il risultato è che non va da nessuna parte e si frigge i testicoli (se li ha). Ma, caro istwine, ti assicuro che la maggior parte non ci prova nemmeno. Perché quando profferisce certe “lievi imprecisioni” è totalmente in cattiva fede.


Perché, scusa, giovane (anzi, giovine) amico nato vecchio (come me): ma come si fa a pensare seriamente, se si è in buona fede, che un motore non montato su uno chassis sia più utile, poniamo, di una umile carriola con due ruote, magari di legno, e a pensarlo proprio ora, con tutta la merda che c’è da spalare? E come si fa, se si è in buona fede, a non capire che se il motore si rompe la macchina si ferma, e tu non ti fai male, mentre se si rompe una ruota rischi la vita?


Certo, per il nostro amico IO lo chassis, cioè la contabilità, ha anche un altro difetto, oltre a quello di essere umile, banale, ovvia: è compatibile con diverse motorizzazioni, cioè con diverse teorie, cioè con diverse ideologie. Quindi non offre l’immenso beneficio di poter attaccare dialetticamente l’avversario, di poter sparare qualche fumogeno ideologico (a beneficio delle solite vecchiette). Che bello litigare! Che bello lo squadrismo verbale! Ma non è mica una cosa nuova. Oh, no! Sai, amico istwine, tu da giovine, per motivi che non capisco e non condivido (penitentiam age), ti stai interessando di questa cosa assolutamente insulsa che è l’economia. Ma io da giovine leggevo Lucrezio. Lucrezio ne parla: i litigi della prima serata sono il certare ingenio nel quale si arrabattano gli omuncoli che puoi vedere dagli edita doctrina sapientum templa serena. Quanta fatica! E quanto vero amore per l’umanità, tutta, omuncoli, merde e traditori compresi, in queste parole:


o miseras hominum mentis, o pectora caeca!
qualibus in tenebris vitae quantisque periclis
degitur hoc aevi quod cumquest! nonne videre
nihil aliud sibi naturam latrare, nisi ut qui
corpore seiunctus dolor absit, mente fruatur
iucundo sensu cura semota metuque?


Quanti pericoli! Per lo più assolutamente evitabili. Perché la recessione non è come la belva che ti viene a cercare (e poi c'è quel famoso "viva videns vivo seppelliri viscera busto", che tanto piaceva alla mia insegnante di liceo... l'orrore...). La recessione la andiamo sempre a cercare noi (come razza umana, intendo: ovvero: quella parte di noi che dalla recessione ci guadagna, e che, guarda caso, è anche quella che ci guida).


E gratta gratta il problema è sempre un problema di pronomi. IO. L’ho detto e lo dico IO. Quindi non vi fornisco i dati, perché IO non avrò certo bisogno di dimostrare le mie asserzioni. Se lo dico IO, è sufficiente. Krugman dice il contrario? How could he be popular?


Vedete come sono geniali i cartoni? In Ratatouille c’è anche un economista neoclassico. E come si chiama: Anton Ego! Tout se tient.


Ma, ecco, dai cartoni ci viene una remota speranza. Perché Anton Ego alla fine si ammorbidisce e compie un atto di resipiscenza che lo rende più onesto e più felice. Ma è stato necessario trovare la chiave per aprire il suo cuore.


Ecco, forse se riuscissimo a trovare la mamma del nostro amico neoclassico, se lei potesse dirci cosa gli cucinava da piccolo, per consolarlo, quando era caduto dalla bicicletta (poverino, il rapporto con le ruote era conflittuale anche all’epoca), ecco, se ci riuscissimo, io poi chiederei ar Pantegana di prepararglielo, questo manicaretto, e forse dopo potremmo parlarci, col nostro amico neoclassico. Anche lui è una creatura di Dio.


Dai, capisco che vi chiedo una cosa difficile. Ma vi ho chiesto di trovare la sua mamma, non il suo babbo. Quello, forse, potrebbe essere impossibile.


Collega, scusa: sì, tu sei bravo. Ma IO sono bello. Preferisco. Come si dice da queste parti, à ego, ego et demi... Che poi significa che se il problema è guardarsi allo specchio e dirselo da soli, la soluzione non deve necessariamente richiedere l’uso del differenziale di Fréchet. Or vedi il paradosso! Io che non sono un economista bravo, ho trovato una soluzione molto più economica. Meglio scoattare con Telemann che con Bellmann. Diciamo che il referee report arriva subito. Si chiama applauso. Dovresti provarlo: è bellissimo!



Dedicato ai porci. Che, come ricorderete, sono in buona fede, e quindi, poveretti, in fondo non meritano la fine che fanno:

Interrogavit autem illum Iesus dicens: “ Quod tibi nomen est? ”. At ille dixit: “ Legio ”, quia intraverunt daemonia multa in eum. Et rogabant eum, ne imperaret illis, ut in abyssum irent. Erat autem ibi grex porcorum multorum pascentium in monte; et rogaverunt eum, ut permitteret eis in illos ingredi. Et permisit illis. Exierunt ergo daemonia ab homine et intraverunt in porcos, et impetu abiit grex per praeceps in stagnum et suffocatus est.

(Luca, 8, 30-33)

Sono legione, in effetti. Ma... Dieu et mon droit! (e infatti, questi, svalutano...).

38 commenti:

  1. è un peccato, è bello avere a che fare con uno che suona il clavicembalo, avrei da chiederle molte cose dal vivo di fronte allo strumento, qua non fa. ma io sono fatto per luoghi come il minton's playhouse o il 3 deuces, lì l'inchino non si fa mai.

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  2. http://www.unita.it/italia/caselli-grazie-a-mani-pulite-br-non-abbiamo-fatto-la-fine-dell-argentina-1.382870

    [...] L’opera della Magistratura, frenando in quel frangente il dilagare della corruzione e quindi della spesa pubblica e quindi dell’indebitamento, ha salvato l’Italia dal baratro, quello stesso baratro in cui sarebbe invece precipitata, negli stessi anni novanta, l’Argentina. L’Argentina, indebitata e corrotta, andò a rotoli. Dal baratro è risalita, ma a costo di pesantissimi sacrifici. L’Italia venne messe in tempo al riparo dal disastro. Se ci riuscimmo fu anche grazie alla tenacia e alla intelligenza di quei magistrati».

    Caselli dev'essere un esperto di econometria. Adesso comunque comincio anche io a sparare cazzate, voglio essere famoso e ritenuto (non considerato, ritenuto).

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    1. Purtroppo non trovo in rete il video fondamentale in proposito, cioè la scena tratta da Il divo di Sorrentino, dove Caselli si lacca i capelli.

      antonino

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    2. Di Caselli ammiro soprattutto una cosa. La chioma folta e canuta. Su quanto ci sia da lì in giù mi sembra che questo intervento sia abbastanza eloquente. Chi dedica troppo tempo ai propri capelli, lo sottrae al doveroso compito di informarsi (sì, lo so, parla l'invidia...).

      Ma per i non addetti ai lavori (cioè per chi non fa il parrucchiere) mi basterà ricordare che nel decennio di dollarizzazione il saldo del bilancio pubblico argentino ha oscillato fra un surplus di 1.2 punti di Pil a un deficit di -2.4 punti di Pil, abbondantemente dentro i parametri europei, per capirci. Cosa quindi c'entri la spesa pubblica "corrotta" col disastro argentino è cosa che andrebbe chiesta al dott. Caselli,il quale però temo farebbe la stessa scena muta che fece Forlani di fronte a Di Pietro (se non vado errato). Nemesi.

      Anche lì, ovviamente il problema era il debito privato estero, non certo quello pubblico. Il debito pubblico è esploso dopo, quando il governo ha fatto delle coraggiose politiche attive per sostenere i redditi della popolazione, e ha avuto ragione, perché ha così prodotto sufficiente ricchezza per ripagare il proprio debito pubblico. Questo, che era al 45% del Pil nel 2000, è arrivato al 165% nel 2002, e oggi, con tutta la crisi, è tornato al 43% (i dati sono qui).

      Come sempre, il problema è: parlo mai di abigeato io? Parlo mai di inversione dell'onere della prova? Fai il lavoro tuo, come io faccio il mio, ringraziando sempre Dio di averne uno da fare, e non parlare di cose che in fondo non sarebbero al di là della soglia della tua percezione (e quindi perché non le sai, o le dici falsificando i dati?). In un momento come questo non ci può essere indulgenza per chi ci deruba del bene più prezioso per una democrazia (e per un mercato): l'informazione.

      Vergogna, vergogna, vergogna! Altro che resistere, resistere, resistere. Resistere, certo, ai ladri di verità. Come si fa, dopo un exploit simile, a non pensare che Mani pulite sia stata pilotata per scopi che forse stiamo cominciando a intravedere solo adesso?

      Per altri dettagli vi rinvio a Frenkel e Rapetti, tab. 5.

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    3. @antonino

      Sono contento di non esser solo in certe mie convinzioni...

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  3. La dichiarazione di Caselli serve ad alimentare quel grottesco moralismo che da decenni ottunde le coscienze a sinistra. Le cause della crisi economica? La mancanza di etica nel mondo della finanza, e in Italia, ovviamente, le prestazioni sessuali di Berlusconi; che fare? Regole, regole, regole; riforme, riforme, riforme; sobrietà, sobrietà, sobrietà!
    Non saprei dire se Mani pulite fu pilotata, l'idea che mi sono fatto è che il pool di Milano trovò aperte porte che prima dell'89 sarebbero state sbarrate.
    Giuseppe

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    1. Impeccabile. Ma le porte non credo le abbia aperte un colpo di vento, e nemmeno, se non molto indirettamente, il crollo di un muro... Credo che dopo dieci anni di cambi opportunamente irrigiditi si sentisse il bisogno di dare uno scossone. E infatti dopo Mani Pulite ci fu la prima ondata di shopping, non ricordate? Il gioco adesso è esattamente lo stesso con esattamente le stesse, vuote, parole d'ordine.

      Ma col piddino chi ci parla? Ci parli tu? Io vado a correre.

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    2. Senza dubbio, le porte non si aprirono per un colpo di vento, diciamo che ci si dimenticò per un po' di chiuderle, anche perché il dissolversi dello spauracchio che stava oltre quel muro rendeva meno guardinghi.
      Se non ricordo male nello shopping era coinvolto anche l'editore di un noto quotidiano, in particolare nel caso della rete telefonica ferroviaria, quotidiano oggi in prima fila nella diffusione di quelle parole d'ordine.
      Giuseppe

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    3. Attenzione a non confondere mani pulite con Caselli. A parte le fesserie che spara sulle crisi economiche, non lo criticherei per il lavoro che ha fatto, soprattutto a Palermo dove è stato l'unico ad avere il coraggio di istruire il processo contro Andreotti e per questo motivo non gli è stato concesso il posto che è ora ricoperto dal pacato Grasso.

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    4. Ottima precisazione. Non è perché c'è gente che parla a vanvera che si debba fare altrettanto. Ma ti faccio notare che di "Mani pulite" ne ha parlato lui. E che la crisi economica, che le sue ricette aggraverebbero, uccide quanto la mafia, se pure in modo meno eclatante e immediatamente riconoscibile.

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    5. @Marco , non è il luogo e il post per discuterne ma la ^mafia^ è sempre stata usata ...e da quello che ho capito piu' da istituzioni ^estere^ che italiane (ma anche italiane off course) comunque non so se avete notato ma la cosa piu' curiosa uscita dai files di wikileaks è il fatto che politici e e rappresentati del governo italiano vengono letteralmente iterrogati da funzioari dell'ambasciata americana con una frequenza sorprente (tipo settimale )
      Chiaramente non si diranno nulla di rilevante ma la prassi è significantiva

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    6. bé però va sottolineato che il particolare atteggiamento verso i NoTav non gli fa onore. (sono in modalità diplomazia)

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    7. Per carità, non è in discussione l'attività di singole persone. Piuttosto mani pulite a sinistra è diventato una sorta di mito fondativo, sulla base del quale tutta la storia italiana precedente viene ridotta ai nani e alle ballerine dei tempi del cinghialone.
      Giuseppe

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    8. ...il quale cinghialone, aggiungo, comincia a starmi simpatico, perché in un mondo nel quale poco avviene per caso non mi sembra così casuale il fatto che lui, solo lui, nient'altro che lui sia additato come unica causa di tutti i nostri mali da quelli che istwine chiama i "morti di sonno"... cioè i nemici della contabilità... Tout se tient?

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  4. Potresti parlare di improcedibilità di un giudizio arbitrale (rituale) unitario nel caso di cumulo soggettivo determinato da litisconsorzio necessario.

    Ma noi ti preferiamo quando ci insegni qualcosa.

    I stay tuned

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    1. Potendo scegliere allora preferirei parlare dell'evoluzione della modalità nella musica romana del '600 (seduto dietro all'organo). Solo che questo non so se vi interesserebbe.

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    2. Tu non ci crederai, ma al confronto dei litigi con certi tiorbisti sull'opportunità di diesizzare o meno certi sol, un dibattito con Boldrin sembrerebbe un cartone dell'Ape Maia. Ma almeno con i tiorbisti si parla di un dato concreto!

      Di quante cose (inutili) ci si può appassionare...

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  5. Gli ultimi due articoli sono davvero spettacolari! Più che i complimenti le faccio i ringraziamenti, leggere questo blog oltre che divertente è davvero utile, geniale la "storia" del motore e dello chassis...
    Mi resta un solo dubbio, capire se molti genii sono in malafede o semplicemente "nun ce capiscono un cazzo", se però penso che basta volerla cercare la verità e anche chi come me riesce sbattendo la testa più volte almeno ad avvicinarsi a capire, chi dovrebbe farlo per lavoro e chi ha la responsabilità politica di capire almeno di cosa si sta parlando non può essere assolto anche perché i nostri politici sono informati se devo credere alle parole del professor savona che li conosce tutti e ha spiegato loro queste cose qui:
    http://www.youtube.com/watch?v=kO7RuFUJZ9g

    Giuseppe

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    1. Ma io in effetti i politici ho tendenza a non assolverli. Cosa vuoi assolvere delle persone che ragionano così? Ci vorrebbe il Lingchi, che ignoravo fino a ieri, quando me ne ha parlato il mio collega Arsène, appena tornato dal Vietnam, e che mi sembra una risposta tutto sommato pacata e ragionevole a fronte dei ragionamenti che riporta la De Gregorio nel video sopra citato. Ovviamente non è una proposta ma un paradosso: io sono per la non violenza. Ma quelli che pensano di poter conquistare il potere lasciando lavorare la crisi economica sono per la violenza, per la più schifosa e vigliacca delle violenze (hai sentito? lo conoscevi?). Del resto, noi non siamo cinesi. E infatti pensiamo "che a noi oggi nel Lazio ci convenga perdere"...

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  6. Letti i dati odierni della disoccupazione, è lampante come Mani pulite abbia agevolato il prodursi delle attuali Mani incrociate.

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  7. "Io, il più lurido dei pronomi... (chi l'ha detto? Alex lo sa, oh, se lo sa...)"

    La so! L’IO, il gran visir dei pidocchi del pensiero!

    “(..)Quando il pensiero ha i pidocchi, si gratta come tutti quelli che hanno i pidocchi(..) [1]

    ed inoltre come diceva quel russo malato, sgradevole e cattivo

    (..) Ma l’uomo ha tanta passione per il sistema e la deduzione astratta, che è disposto ad alterare deliberatamente la verità, è disposto a non vedere e non sentire, pur di giustificare la propria logica.(..) [2]

    Ed allora agli ipercoscienti non rimane altro che

    (..)seppellirsi vivo per il dolore, nel sottosuolo per quarant’anni,(..) [2]

    Ok debbo spiegare il concetto ad un consesso di piddini…
    Gia!

    si fa presto a dire "Spiegalo ad un piddino"...

    qui ci vuole l’uomo giusto…

    ci sono...

    Istwine “This is your mission..”

    http://www.youtube.com/watch?v=5A8k1NZfov8&feature=related

    …sono un bastardo eh?

    Alex

    [1] Gaddus La cognizione del dolore
    [2] F. Dostoevskij – Memorie dal sottosulo

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    1. Non è possibile. Guarda il post successivo per capire con chi abbiamo a che fare.

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  8. ...ma anche: "Io (ma quante volte ho scritto questo dannato pronome?)" come scrisse Landolfi (che infatti di russi s'intendeva e amava punzecchiare Gadda).


    antonino

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    1. Già!
      (dicono qualche cosa anche sui già, i Russi?)
      :-)

      Alex

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    2. Dai! Ganzo! Dopo il litigio fra neoclassici e postkeynesiani, e quello fra modalità e tonalità, un bel litigio fra gaddiani e landolfiani...

      Come siete fottutamente elitari! Mica siete come il Bersy: lui sì che sa parlare al popolo...

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    3. Che poi Bersy ne è orgoglioso. Una volta ha spiegato che non si deve scambiare il suo linguaggio colorito per quello che non è. Negli anni '70 parlava difficile anche lui, eh, come tanti altri, poi ha studiato duramente da 'Zdora.

      Per il resto occorre controllare le vendite. Ma secondo me nessuno (che valga la pena di leggere) vende meno di Landolfi: ergo non c'è partita, cioè Landolfi non si batte.

      Ma propongo un temporaneo fonte-impopolare per sconfiggere il nemico. Regoleremo i conti dopo la liberazione.

      antonino

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  9. Su mani pulite, le privatizzazioni etc. io non riesco a togliermi dal cervello le pesantissime dichiarazioni dell'alto dirigente ENI Benito Livigni delle due l'una o deve andare in galera lui per diffamazione o quello che dice almeno nella sostanza è vero.
    Per chi non lo ha mai ascoltato, in particolare se piddino si sturi le orecchie:

    parte1
    http://www.youtube.com/watch?v=R9BDpRWrfIw&list=UUCejRVrKn_XMSd6r5rjkTOQ&index=8&feature=plcp

    parte 2
    http://www.youtube.com/watch?v=lD_qRPGf0ug&list=UUCejRVrKn_XMSd6r5rjkTOQ&index=7&feature=plcp

    Giuseppe

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    1. A me, purtroppo, sembra che dica cose sensate, e che sia una brava persona. Quello che dice ha un senso. E naturalmente lo scopo del gioco "europeo" è vendere il nostro paese alla finanza internazionale (cioè americana). Ma pe' malati c'è la china, pe' piddini...

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    2. pure a me sembra molto ma molto sensato. non a caso Cossiga (er picconatore) definì Draghi un vile affarista.

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    3. Soprattutto è sensato il suo riferimento al fatto che qui tutti parlano, tutti sanno tutto, ma il giorno dopo le "coraggiose inchieste" non succede nulla, perché probabilmente nulla può succedere. Se lo fai notare, ti dicono che è colpa tua perché non ti impegni! Ma vedrai, il popolo si impegnerà, alla fine, come sa fare (purtroppo). E invece avere dei poteri meno collusi (o più separati, non a chiacchiere)? Non sarebbe una buona idea? Se le inchieste le fai fare al popolo, lui, poi, alla fine le fa con la ghigliottina...

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    4. ma no professo' io sono italiano tengo molto alle tradizioni del posto, la ghigliottina la lascerei ai francesi, per me li porterei tutti incatenati sotto palazzo vecchio e farei loro prendere giusto un pò di paura facendo proiettare a ripetizione questa scena qui:

      http://www.youtube.com/watch?v=pt8RSCGfshA

      Mantenendo la massima civiltà e moderazione, i morti suicidi per questo macello non possono in alcun modo essere lasciati nel silenzio degli innocenti.

      Giuseppe

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    5. Non è facilmente accettabile che chi ha commesso un "errore" di queste dimensioni non sia chiamato a renderne conto e, se sente il bisogno di scusarsi, lo faccia in nome di nobili ideali. Siamo nel XXI secolo, giusto? E allora facciamo almeno finta di essere un po' razionali. Anche perché se invece siamo in un altro secolo, allora sì che sono dolori...

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    6. Scusate, traduco per i piddini: "lo faccia in nome di nobili ideali" significa "lo faccia prendendovi per il culo". Voi, non noi, perché noi abbiamo studiato.

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  10. dedicato ai piddini di ieri di oggi e di domani

    http://www.youtube.com/watch?v=PkjYaBh5l2o

    si sa che loro sono per la decrescita, a loro piace andare a piedi

    Giuseppe

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  11. Se posso vorrei fare una precisazione sulla frase

    in economia la contabilità sta alle teorie ... esattamente come in un'automobile lo chassis sta ai possibili motori

    Ecco, il discorso generale va bene, ma l'esempio non mi sembra del tutto azzeccato. Mi fido di più della tecnica automobilistica che dell'economia. In particolare ricordo rari casi di chassis falsificati (la Rollswagen è un esempio giocoso ed innocuo) mentre ogni volta che vedo contabilità verifico con attenzione la fonte e mi domando quanto possa essere stata taroccata e/o falsificata. E sempre mi resta il dubbio che la contabilità sia stata comunque manipolata per fini inconfessabili.

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    1. Accolgo la precisazione, ma ti faccio notare che non coglie il senso del mio intervento. Il problema non è se il dato è falsificato o meno. Con gli strumenti che hai, del resto, non riusciresti ad accorgertene: l'accesso ai microdati non te lo darà nessuno, e vorrei proprio vedere cosa ci faresti!

      Il problema che ponevo (al netto delle falsificazioni, che sono un'altra storia) è se abbia un senso formulare teorie e soprattutto analisi storiche che prescindano dalla struttura logica dei dati. E la risposta è no. La struttura logico-contabile del dato economico è un elemento di indagine insostituibile. E mi dispiace se a qualcuno sembra banale, e quindi non lo ritiene alimento sufficientemente calorico per il proprio narcisismo intellettuale.

      Dopo di che, a valle, esiste anche il punto che sollevi. Esempio banale: la misura dell'inflazione nei due anni del passaggio all'euro! Ecco, lì per capire che c'è qualcosa che non va basta poco... ;)

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