lunedì 8 febbraio 2021

L'evoluzione...

...è questa:


Il Fmi a ottobre (è passato un po' di tempo) prevedeva che il saldo pubblico (in arancione) sarebbe rientrato attestandosi poco sopra il -3% del Pil (ovvero, il deficit pubblico poco sotto il 3% del Pil). Simmetricamente, la ripresa di consumi e investimenti avrebbe fatto rientrare l'eccesso di risparmio privato (in blu) verso il 5% del Pil. Il saldo del settore estero (in verde) praticamente immobile.

Le previsioni, non solo quelle del Fmi, sembrano sempre un po' fatte col righello. Certo che qui abbiamo a che fare con uno shock fuori scala. Credo che se il Paese riparte, allora la linea verde (il saldo del settore estero) dovrà risalire verso lo zero (cioè il nostro surplus con l'estero chiudersi). Chiaramente questo dipende da tante variabili, ovviamente non solo interne. Un esercizio interessante potrebbe essere verificare quanto questo scenario sia compatibile con le previsioni della vecchia NADEF, o del prossimo DEF. Magari con un po' più di calma lo facciamo.

Intanto, vi aggiungo un altro pezzo importante della storia:


Il rapporto debito/Pil. Anche qui, credo che le valutazioni per quest'anno siano un po' pessimistiche (la NADEF lo dava al 158%). Il sentiero di rientro previsto dal Fmi somiglia abbastanza a quanto siamo riusciti a fare in altre occasioni, ma non somiglia molto a quanto previsto dalla NADEF.

E avendo dato altro alimento alle vostre riflessioni, col vostro riverito permesso... ci dormo sopra!

domenica 7 febbraio 2021

La situazione...

...è questa:


descritta con lo strumento dei saldi settoriali, che qui abbiamo illustrato e spiegato infinite volte e che ci è servito a prevedere una serie di esiti inevitabili, come il fallimento del povero Hollande (annunciato fin da subito, e poi commentato passo passo, ad esempio qui, dove trovate una buona spiegazione dell'algebra dei saldi settoriali). Gli europei possono trovare una spiegazione concisa del significato dei saldi in queste slide di una mia lezione a NYU Shanghai (correva l'anno 2016). Ovviamente, astenersi sedicenti "europeisti", quei figli di una antropologia minore che borbottano un inglese stentato e che a Turku cercano il ristorante italiano per poi lamentarsi che la pastasciutta è scotta...

Ieri, un po' per divertimento, e un po' perché è capitato, ho fatto leggere questo grafico a due persone: un intellettuale "organico" (consideratelo un anglicismo, più che una reminescenza gramsciana), che tangenzialmente ha incrociato il Dibattito (cioè questo blog), e un imprenditore (qui ce ne sono tanti, e veri), che invece del Dibattito ha fatto parte come lettore e come commentatore. Con mia non enorme sorpresa, l'imprenditore ha capito subito, l'intellettuale no (però, essendo un intellettuale, lo ha immediatamente confessato, così come faccio io quando non capisco: se non si chiede, non si capirà mai: mi ha proposto di andare a spiegarlo a lui e ai suoi studenti e lo farò - in incognito!).

E voi, di questo grafico, che cosa capite?

Dovete fare un po' da voi, perché tempo per spiegarvelo non ce l'ho. Ma chi nel Dibattito c'è stato in un ruolo diverso da quello di soprammobile ha gli strumenti per valutare (gli indizi ci sono), e chi non c'è stato, se vuole capire, può cliccare sui link e farsi una cultura. Interpretare la fase è sempre utile, non credo che ci sia una persona cui ciò non serva, ma posso anche dirvi, con altrettanta certezza, che quelli in grado di farlo, fuori dal Dibattito, sono un insieme di misura nulla. Siatemene grati e continuate a studiare: ce ne sarà tanto bisogno. Farò il possibile per rispondere ai commenti, ma vi prego di avere pazienza. Mi manca molto il rapporto con voi. So che siete indulgenti. Buona lettura!