Un rapido post "di servizio" per quelli di voi che amano i dati. Ricorderete il "grafico della vergogna", quello che presentai al #goofy4 e che ultimamente Branko Milanovic ha riproposto, in modo indipendente, su Twitter?
Un grafico piuttosto esplicito. L'ultima volta ne abbiamo parlato
qui il mese scorso (e mi è venuta voglia di conoscere Milanovic).
Mentre preparavo le slides per la Scuola di formazione politica della Basilicata, nel cui contesto interverrò a Venosa il prossimo 13 giugno (se siete nei pressi, fatemelo sapere che vi imbuco), mi sono accorto che l'Eurostat fornisce i dati della vergogna. Nel suo database troviamo cioè il Pil pro capite espresso in percentuale della media dell'Unione Europea, e questo sia in euro che a parità dei poteri d'acquisto (sempre a prezzi correnti). Per arrivarci, dovete seguire questa alberatura del database:
Naturalmente Eurostat si guarda bene dal darvi i dati antecedenti al 2000, altrimenti qualcuno potrebbe notare qualcosa. In compenso, però, fornisce il dettaglio regionale e macroregionale:
che qualche informazione interessante la fornisce (ad esempio, è interessante vedere come l'austerità abbia massacrato relativamente di più il Centro del Nord-Est, determinando un
gap fra i rispettivi redditi pro capite).
E visto che in questo momento, mentre trasferisco i dati su un nuovo telefono (sul vecchio mi ci sono seduto un po' violentemente un anno fa salendo a Forca Resuni...), l'ANSA batte questa agenzia:
Bulgaria: migliaia in piazza contro l'adozione dell'euro = AGI0321 3 EST 0 R01 /
Bulgaria: migliaia in piazza contro l'adozione dell'euro =
(AGI/AFP) - Sofia, 31 mag. - Migliaia di persone sono scese in
piazza a Sofia e in oltre 100 altre citta' bulgare per
manifestare contro l'adozione dell'euro prevista per il 1
gennaio 2026. La manifestazione principale, organizzata dal
partito ultranazionalista Resurrezione, terza forza politica del
Paese, si e' svolta di fronte alla sede della Banca Nazionale
Bulgara, con lo slogan "Manteniamo il nostro lev (la moneta
bulgara, ndr), insistiamo sul nostro referendum", uno slogan che
riassume l'opposizione del partito - che detiene 33 dei 240
seggi in Parlamento - all'abbandono della moneta nazionale.
Le proteste, che si sono svolte anche di fronte alle ambasciate
bulgare nei Paesi dell'Unione Europea (Ue), si sono svolte senza
incidenti.
Gli organizzatori criticano la volonta' del governo di
introdurre l'euro senza consultare i cittadini e considerano la
moneta unica una minaccia alla sovranita' economica temendo un
aumento dei prezzi.
La Bulgaria e' il Paese piu' povero dell'Unione, con il 30%
della popolazione a rischio di esclusione sociale.
Anche il presidente bulgaro Rumen Radev si e' schierato a favore
della protesta e ha chiesto che la voce del pubblico venga
ascoltata: "perche' si troverebbe ad affrontare prezzi che lo
Stato non puo' controllare. Solo pochi giorni fa, le autorita'
di regolamentazione hanno gia' ammesso di non avere il personale
o la capacita' finanziaria per un'azione su larga scala contro
gli aumenti incontrollati dei prezzi".
Il 9 maggio, Radev ha proposto di indire un referendum per
decidere l'ingresso nell'eurozona. Tuttavia, il presidente del
Parlamento si e' rifiutato di sottoporre l'iniziativa ai
deputati, sostenendo che viola il Trattato di adesione della
Bulgaria all'Ue, in vigore dal 2007.
La Corte Costituzionale bulgara sta ora esaminando la
legittimita' di questo referendum, e la sentenza e' attesa nei
prossimi giorni.
Il governo bulgaro prevede di ricevere la prossima settimana una
relazione straordinaria sulla convergenza dalla Commissione
Europea, che si augura possa dare l'approvazione definitiva
all'adozione dell'euro. (AGI)Uba
311532 MAG 25
NNNN ********
così, tanto per gradire, vi fornisco Italia e Bulgaria insieme:
e, com'era facile prevedere, ci stiamo venendo rapidamente incontro (purtroppo per noi), ancor più se il calcolo viene effettuato a PPA:
dal che dovrebbe scaturire spontanea una domanda:
ma quanto può far schifo il "progetto europeo" se perfino quelli che ne hanno tratto un discreto vantaggio fanno così tanta resistenza a un definitivo ingresso in esso? Capirei noi, che in tutta evidenza ci abbiamo scapitato, ma i bulgari, che al suo interno sono tanto cresciuti (coi soldi nostri) di che cosa hanno paura?
Sospetto che temano che l'entrata nell'euro interrompa la fase di catch-up, di recupero di posizioni rispetto alla media. Sarà un timore fondato, o è un'ondata di irrazionalità fomentata dai soliti populisti irresponsabili?
Per rispondere a questa domanda potremmo dare un'occhiata ai Paesi membri la cui valuta è l'euro più vicini, cioè Slovenia e Slovacchia (la Croazia è entrata da troppo poco perché sia ragionevole individuare un trend), dove le cose sono andate così:
il pallino rosso indica la data di ingresso nell'Eurozona, e subito dopo la ripresa verso la media europea si interrompe o rallenta bruscamente. Certo, essendo a ridosso della crisi qualcuno potrebbe obiettare che il deterioramento del quadro macroeconomico sia un discreto fattore confondente. Tuttavia, chi sostenesse questa tesi dovrebbe spiegarci perché attorno agli stessi anni la Bulgaria continui il suo recupero senza essere minimamente perturbata dal disastro finanziario globale! Ma non sarà che c'è qualcosa nell'Uem che impedisce di reagire correttamente a uno shock esterno? E, badate bene, questo "qualcosa" non può essere il cambio fisso, perché, come vi ho spiegato, nell'
Europa a sette velocità il lev bulgaro è già agganciato all'euro!
Poveri bulgari! Per lo meno loro hanno protestato, mentre noi eravamo tanto orgoglioni di essere ammessi alla prima classe del Titanic... Ma ormai per protestare è tardi: per non ascoltare i cittadini basta argomentare che sono stati subornati dai social! Quindi che tutto vada come deve andare, e anzi che ci vada il più rapidamente possibile! Non vorrei privarmi dello spettacolo...