martedì 31 ottobre 2023

Gli sciroccati e la sanità

Torno su un argomento talmente incontrovertibile da stupirsi che ci sia chi lo trova controverso. Stupore che si vena di amara tristezza quando constati che chi cerca di difendere la posizione del PD è persona che non solo ci ha seguito per molto tempo, partecipando alla vita del Dibattito e conducendo un esperimento di divulgazione che resta interessante, ma è anche persona matematicamente alfabetizzata, da cui quindi certe sciocchezze (perché tali sono, spiace dirlo) non te le aspetteresti. Anzi! Proprio perché l'uomo la matematica la sa, il fatto che se ne esca in un certo modo fa capire quanto egli sia tutto pervaso di un risentimento livoroso la cui natura non riesco a decifrare: ideologica (lo ho deluso accettando la candidatura con la Lega?), umana (gli ho fatto mancare carezzine sul capo e bacini sul collo?), politica (non mi sono dato fuoco quando il mio partito ha deciso di entrare nel Governo Draghi)? Inutile dire che si tratta di una delle tante persone che hanno il mio indirizzo email, e forse anche il mio numero di telefono, una persona che mi ha accolto a casa sua, e che ora sparla in giro di me nel cesso ex-azzurro (ma sempre cesso).

Se c'è un problema, fra uomini magari se ne parla, no?

No.

Si preferisce insinuare, denigrare, diffamare, a mezze parole, senza argomentare, affidandosi al fatto che qualcosa sfugga.

Tristezza, delusione...

Comunque, veniamo al fatto, che è un fatterello, ed è questo:

Che quella del buon Giorgio sia una insinuazione sciocca credo sia evidente a tutti, ma chiarisco per i meno esperti. Gli anni considerati sono stati a inflazione bassa o bassissima. Questo significa che "tenere conto dell'inflazione", nel caso in specie, significa dividere per una grandezza quasi costante o comunque il cui profilo evolve con estrema regolarità, e che pertanto non è in grado di alterare la localizzazione del punto di svolta nella dinamica della spesa sanitaria, che coincide sostanzialmente con l'avvento di Monti e con l'inizio della stagione dell'austerità.

Solo un illetterato o un troll potrebbe chiedere un simile approfondimento, ma siccome noi siamo di animo buono non abbiamo difficoltà a fornirlo.

Qui sopra, per chi lo desideri, il dato nominale è confrontato con quello a prezzi 2015 (il che, come vi dicevo, non altera la localizzazione del punto di svolta, ma eventualmente ne accentua il profilo), e qui sotto invece è confrontato con quello a prezzi 1995:

dove ovviamente appare più evidente quanto l'occhio esperto desume anche dal grafico precedente, ovvero che la crescita della spesa pubblica sanitaria totale è stata più lenta in termini reali che in termini nominali, ma non si sfugge al dato graniticamente iscritto nei numeri, ovvero che a riportarci e mantenerci indietro è stato il PD (il punto di svolta, com'è ovvio, resta lì: attorno al 2011).

Devo dire la verità: nella community ci sono anche tante persone limpide. Tuttavia, quando accade roba di questo tipo, mi chiedo se sia valsa la pena di perdere tanto tempo qui. Perché, certo, so che esiste una maggioranza silenziosa, quella che magari incontro per strada girando per il Paese e cui posso stringere la mano. Ma questa minoranzucola rumorosicchia di personcine che pur di darmi torto stuprano i dati per dar ragione al PD sinceramente, se non ci fosse l'opportunità di considerarla come un curiosum psicanalitico (l'uccisione del padre?), sarebbe un dato scoraggiante, anzi, no, questa non è la parola esatta: la parola esatta è nauseante, tale da indurre un senso di nausea più o meno sartriana.

Vorrei tanto capire perché la gente si comporti così, ma purtroppo ho altro da fare. Chi si fida sa che quanto sto facendo lo sto facendo nell'interesse di tutti e al meglio delle mie possibilità (chi non si fida potrà avere per tabulas al #goofy12 la dimostrazione del fatto che se non avessi lavorato così la riforma del MES sarebbe stata ratificata a gennaio 2019). Chi però dubita della mia buona fede ha tutto il mio più cordiale e sincero disprezzo, cui non credo di dover aggiungere anche il mio tempo, che non posso dargli semplicemente perché non ne ho.

(...devo una risposta a Lucia, che invece se la merita. Seguirà anche quella: i pochi che hanno capito il post precedente capiranno anche perché devo dedicare ad altri il mio tempo...)

sabato 28 ottobre 2023

venerdì 27 ottobre 2023

I tagli alla sanità

Scusate, forse la cosa migliore per chiuderla lì è mettere in prospettiva quello che sta succedendo. EUROSTAT ci fornisce il database della spesa pubblica per classificazione funzionale (COFOG), e lì troviamo tutto quello che interessa. Questo è il profilo della spesa pubblica complessiva per sanità in Italia:


Sinceramente non credo che ci sia molto altro da aggiungere. Aveva iniziato Berlusconi? Sì, aveva iniziato Berlusconi. Il massimo locale è nel 2010, e quindi il "contenimento" era iniziato già nel 2011 (dove si è speso quanto era stato allocato con la legge di bilancio 2011, fatta nel 2010 da Berlusconi). Ma evidentemente non è bastato. Poi è proseguito, e mentre prima della crisi la spesa sanitaria era su una tendenza crescente, dopo, per tornare al valore del 2010, si è dovuto aspettare il 2018.

Era il famoso periodo in cui "si chiudevano gli ospedali" (secondo Delrio, da soli, secondo gli elettori, dal PD).

Basta questo.

Bastano i dati.

Tutto il resto è noia, o pattume informativo.

Risalire la china non sarà, non è facile, e nel contesto attuale non è nemmeno detto che sia possibile, ma di questo e delle ragioni sottostanti abbiamo parlato tante volte e sinceramente non credo sia necessario ogni volta ricominciare da capo.

Intanto, se vi capita, fate vedere questi dati al vostro piddino di riferimento, e poi, se ne avete ancora voglia, venite qui a deliziarci con le sue reazioni. Ma le conosciamo già, ormai non fanno nemmeno più ridere, e capisco che per questo a molti di noi stia passando la voglia...

mercoledì 25 ottobre 2023

“Una volta c’era la Repubblica!”

 (…per la serie: i privilegi della casta, fra cui quello di viaggiare in ritardo in turistica…)

Antefatto

Giovedì scorso Simona Bordonali, la brava collega che assolve con scrupolo e dedizione il ruolo essenziale di delegato d’aula (la persona che tiene aggiornati i colleghi sullo svolgimento dei lavori di aula, in modo che possano essere presenti nei momenti cruciali), ci aveva avvertito che a Fiumicino i deputati potevano nuovamente passare dai varchi staff. Mi era capitato di farlo in passato, ma in effetti Fiumicino è un aeroporto piuttosto efficiente, se confrontato con altri aeroporti oiropei, quindi a meno di giornate affollatissime passo dai varchi consueti. Non mi ero pertanto accorto che la facoltà di passare dai varchi staff ci fosse stata tolta: registravo con interesse che ci fosse stata restituita.

Ieri

Fatto sta che ieri avevo un bagaglio più laborioso del solito, non avevo priority o altri ammennicoli (poi un giorno capirò perché), e quindi me ne sono andato dritto al varco staff per non perdere tempo (non sia mai un aereo parta in orario! Nun capita, ma ssì capita...).

Delle due linee staff ne funzionava solo una, mi accodo, passo.

Completate le operazioni, un agente di polizia mi chiede: "Scusi, ma lei perché è passato da qui?" Io: "Perché sono un parlamentare e mi hanno detto che posso farlo, ma se dà fastidio passo dall'altra parte!" Lui: "A noi non dà fastidio, ma bisogna che qualcuno ce lo dica, perché da qualche giorno molti suoi colleghi passano qui ma nessuno ci ha avvertito!" Io: "Se posso aiutare, magari lo facciamo presente. Chi deve notificarlo, il ministero?" Lui: "No, il ministero non c'entra, va detto ad Aeroporti di Roma." Io: "Mi dispiace, lì non posso aiutare, riferirò al deputato questore". Lui: "Una volta da qui potevate passare, sul varco c'era anche il simbolo della Repubblica".

Io: "Una volta c'era la Repubblica!".

Lui sorride.

Arrivederci e avanti verso il carro bestiame, fra ritardi e gente che non si lava (abbiamo già stigmatizzato l'egemonia della fiatella in Parlamento, ma anche il trasporto aereo le sue soddisfazioni le dà...).

E la morale della favola è...

...che la Repubblica è stata obliterata dalla grillanza, e che da questo colpo mortale non si riavrà, da questa situazione non si tornerà indietro, fino a quando non succederà qualcosa che induca gli elettori a desiderare fortemente la democrazia, perché, come sapete:

Tanto per capirci, le miocarditi incorrelate benigne non sono evidentemente abbastanza, a giudicare dal fatto che la reazione di molti è quella di aggredire chi ha cercato di difenderli. Come non vi ho mai nascosto, purtroppo il respiro (pesante) della Storia ci insegna che la democrazia viene riscoperta quando entra in gioco l'effetto Chichijima, descritto qui

Capirete che oggi i figli dei ricchi non sono più a bordo di aerosiluranti, ma dietro il joystick di un drone (in realtà neanche lì, ma questo è  un altro discorso), quindi l'eventualità che qualcuno, tirandoli giù, apra un dibattito sulla distribuzione del reddito (e a ricasco sui benefici di tutelare la rappresentanza parlamentare degli interessi di classe) è molto più remota. A meno di un conflitto nucleare, vi confesso che non vedo quale rottura di sistema potrebbe riportarci in cima al piano inclinato.

Eppure, quello che sta succedendo è piuttosto chiaro. Prendete ad esempio il MES. Perché non sta passando? Perché qui la maggioranza parlamentare è contraria. Ricordo quando un bravo funzionario di Bruxelles mi disse: "Qui hanno paura di un'unica cosa: che in un qualche Paese una forte e coesa maggioranza parlamentare gli si opponga".

E quindi i Parlamenti servono.

Ed è qui che si capisce quale sia il ruolo degli ortotteri, o, come dice Claudio, della grillanza. L'odio dei rappresentati per i loro rappresentanti, l'antiparlamentarismo, è una costante della politica italiana. Era antiparlamentare il fascismo, lo era l'Uomo qualunque, lo sono gli ortotteri. Il capitale sa come arruolare legioni di utili idioti, e ovviamente non è un caso il fatto che quando i parlamentari avevano gli insigni privilegi di essere in un numero decente, di potersi permettere uno staff, e di essere immuni dalle iniziative degli attuali detentori abusivi dell'indirizzo politico, gli operai avevano l'insigne privilegio di una remunerazione crescente in termini reali, nonostante un'inflazione fuori scala, come abbiamo più volte documentato:


smentendo le cretinate di operatori informativi e idiots savants di varia estrazione.

Ve la metto in un altro modo: la race to the bottom la vuole chi dovrebbe avere meno interesse a volerla, perché parte da più in basso. Colpevolizzo l'elettore? No: lo responsabilizzo. Io queste cose le ho sempre dette, anzi: non dette (ci siamo capiti). Continuare ora a (non) dirle evidentemente non mi mette in conflitto di interessi.

La Storia il suo equilibrio lo trova: solo un progressista può immaginare che basti dire "mai più" per evitare che il riequilibrio sia traumatico. Questo non lo rende meno necessario, e con tutta la buona volontà che ognuno di noi investe ogni giorno per evitare di vivere in tempi troppo interessanti dubito che riusciremo a evitarlo. Vi consegno questa rapide, e non particolarmente originale, riflessione dalla cattedrale dei nuovi farisei:


e chiudo, perché, per uno strano paradosso della storia, l'UE che vuole elettrificare tutto in un mondo in cui la biologia è dominata dall'acqua (che con l'elettricità non ha un buon rapporto) ha dimenticato di mettere delle prese nei banchi del parlamentari, un po' come si fa in qualsiasi Stato membro.

E già questo ci spiega perché dobbiamo tenerci stretti gli Stati nazionali...

martedì 24 ottobre 2023

Bruxelles

Quanti ricordi!

E quanto tempo che non ci venivo!

Dopo un viaggio funestato da compagnie maleodoranti e sgomitanti (e io che pensavo di recuperare sonno in aereo: invece, appena in fase di atterraggio ero riuscito a appisolarmi, le compagnie sono diventate anche scatarranti: perché si sa, il parlamentare deve viaggiare in carro bestiame, altrimenti #aaaaacoruzzione lo contaminerebbe...), dopo un arrivo intristito da una pioggia piuttosto insistente, ma assolutamente connaturata al luogo, ho rivisto la luce pastello e i lunghi orizzonti della pianura:


le guglie e le garguglie del Sablon:


la chiesa dove i belgi celebravano un'immagine miracolosa, giunta con un barchino:


ma venerata come Santa Maria della Vittoria (di Lepanto): niente a che vedere col twist immigrazionista dell'attuale "Europa"!

E tutto questo, questa bellezza, questa memoria, questo sfarzo:


questo bagno salutare e purificatore in una pioggia di luce:


tutto questo a un costo tutto sommato contenuto: ascoltare un seminario piuttosto accablant sulla tassazione indiretta a livello internazionale (insomma: su come tassare Amazon), dove, come notavano alcuni studenti italiani di passaggio, non si era detto niente (per il semplice motivo che, come condividevo col nostro ufficiale di collegamento, l'Europa su quel tema non può fare niente: tutt'al più può intervenire l'OCSE, per il semplice motivo che ha dentro gli Stati Uniti...), e poi ascoltare un seminario di un'altra oretta, un po’ più frizzantino, dove i soliti noti (in questo caso Zucman) ci facevano sapere che bisogna mettere una tassa sulla ricchezza perché i ricchi pagano poche tasse, senza tener conto del fatto che se i ricchi le tasse non le pagano, non pagheranno neanche quelle sulla ricchezza. Quindi forse la storia è un po' più complicata di così, e l'afflato à la Robin Hood così innaturalmente condiviso da certi figuri apparentemente tanto disparati ha, come abbiamo più volte argomentato e dimostrato qui, un obiettivo comune.

I vostri risparmi.

Ma questo lo sapete e spero che ve ne ricordiate l'anno prossimo.

(...e ora vado a cena con gli amici...)

I piddini e la sanità

 (...perché non c'è solo il PD: ci sono anche i piddini, che così come i grillini non sono - solo - quelli iscritti al Movimento 5 Stelle, non sono, essi piddini, necessariamente iscritti al PD: ne abbiamo tanti anche fra noi, anche qui...)

Un poro cojone nel cesso nero, e massimo_bad qui, mi hanno sollevato la seguente obiezione:


massimo_bad ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Il PD e la sanità":

A parte l'ovvio ringraziamento per lo spiegone, però mi pare che non si tenga conto dell'inflazione.

I 122 mld del 2021, adeguati con l'inflazione prevista, dovrebbero corrispondere a qualcosa vicina a 140 mld nel 2025.

Sempre che non stia dicendo una cazzata, nel qual caso mi scuso.

Pubblicato da massimo_bad su Goofynomics il giorno 23 ott 2023, 16:33


L'obiezione non è infondata, se fatta con toni ricevibili, come quelli di massimo, è ricevibile, ma non è che non fosse prevista, e la risposta in questo caso è una domanda: so what? Non è che l'inflazione ci sia solo per noi e non per il Migliore: quindi se lui aveva allocato meno soldi di noi in termini nominali, ancor meno ne avrebbe allocati in termini reali, cioè depurandoli dall'inflazione.

Il conto si può fare, non è difficile e magari è utile: basta riprendere i dati delle tabelle precedenti e depurarli per le inflazioni previste, con un maggiore o minore grado di raffinatezza.

Procediamo. Per essere magnanimo, considerando che sostanzialmente tutto il resto del mondo non aveva capito come sarebbe andata (voi che siete qui avete visto che è andata così), cercherò di essere assolutamente scrupoloso. Applicherò quindi alle cifre di Draghi quello che il Fmi aveva detto sull'evoluzione dell'inflazione ad aprile 2022 (cioè le previsioni che erano nel suo info set), e alle cifre di Meloni quello che il Fmi ha detto dell'inflazione ad aprile del 2023 (cioè il nostro info set). Per deflazionare i dati porrò pari a uno l'indice dei prezzi al consumo nel 2021 (in modo da avere dati confrontabili nei due scenari).

Siete pronti?

Via!

Intanto, gli indici dei prezzi al consumo originari e normalizzati sono questi:


A questo punto possiamo vedere a quanto corrispondessero in termini reali per esempio i 128 miliardi  nominali per il 2024 di Draghi, deflazionati prima con l'inflazione che si aspettava lui e poi con quella che ora sembra una stima più attendibile, così come possiamo confrontare i 134 miliardi nominali di cui parla Schillaci se depurati con l'indice dei prezzi al consumo attualmente previsto.

I 128 miliardi nominali di Draghi per il 2024 in realtà erano 116.9 miliardi reali ai prezzi del 2021 con l'inflazione stimata nel 2022, e 110.6 ai prezzi 2021 con l'inflazione stimata nel 2023 (ovvero oggi). I 134 miliardi nominali di Schillaci per il 2024 sono 115.0 miliardi nel 2024 con l'inflazione stimata nel 2023. Quindi l'anno prossimo in termini reali siamo due miliardi sotto a Draghi se applichiamo ai suoi dati le sue rosee aspettative di inflazione (tenute basse o per insipienza o per “gonfiare” il dato reale), ma 5 miliardi sopra se applichiamo a lui e a noi le ultime previsioni di inflazione.

So what?

L’obiezione corretta (che però né i sagaci avversari né gli alacri operatori informativi hanno fatto, concentrandosi sui rapporti al Pil), è che in termini reali la spesa sanitaria è comunque scesa. Ma se la mettiamo così, resta il fatto che essa è scesa anche durante il Governo del Migliore, e che con il Governo attuale la tendenza, se non si è invertita (perché sì, in termini reali non si è invertita), si è però molto attenuata.

Sinceramente, dà fastidio che chi ha posto le condizioni per impedire l’inversione di tendenza (gli “europeisti”, cioè quelli che non stanno venendo con me a Bruxelles oggi, per dire…), rimproveri con argomenti capziosi chi l’ha almeno attenuata. Ai loro tifosi certi argomenti potranno anche fare impressione. Noi ci ridiamo su e tiriamo avanti.



domenica 22 ottobre 2023

Il PD e la sanità

 (...intanto una comunicazione di servizio. Il #goofy12 è sold-out. Ci eravamo dati come limite dei partecipanti quello dell'edizione 2014 - #goofy3 - e lo abbiamo raggiunto, cosa di cui non dubitavo. Alcuni un po' troppo sensibili agli umori, o per meglio dire ai fetori, dei social manifestavano pessimismo: mi viene da sorridere quando qualcuno pensa di avere più di me il polso della community... Tuttavia, siccome le norme ora ce lo consentono, cercheremo di essere un pochino più inclusivi - perché no? Prima però, per evitare problemi logistici, vorrei fare un sopralluogo nella struttura, ora che anche lì hanno capito di che si tratta, perché credo che non gli fosse chiaro. Sai, a forza di parlare di community che non c'è, magari qualcuno ci ha creduto... Sto cercando di capire se può valere la pena di aprire una lista di attesa, e intanto stiamo lavorando al programma definitivo. Ci vediamo fra un mese e tre giorni! Ma passiamo all'argomento del post...)



A sentir loro siamo al disastro! E le argomentazioni sono convincenti, convincentissime:


Un livello di tecnicismo che mai ci saremmo aspettati, in altri tempi, da operatori informativi, né tantomeno da laureati in giurisprudenza (o forse da questi ultimi sì, atteso che una delle norme non scritte della nostra Costituzione materiale è che sia imperativo - o come dicono i coglioni "mandatorio" - essere laureati in qualsiasi cosa tranne l'economia per discettare ex cathedra di argomenti economici: una caratteristica del nostro ordinamento che ci ha procurato momenti di esilarante delizia nei lunghi anni della nostra frequentazione).

E il pensiero va al primo anno di università, quando Troina, all'epoca assistente di Capaldo, per fissare le idee di una classe riottosa e distratta, esordì dicendo che "un rapporto è una cosa in cui uno sta sopra e uno sta sotto" (potrei ricordare male, ma non credo). Ecco: il PD, nella sua pulsione verso la fluidità, nel suo disorientamento programmatico e ontologico, ha un po' di difficoltà ad assegnare e comprendere i ruoli di un rapporto. Quello che "sta sotto" il PD se lo dimentica sempre: si chiama denominatore, in termini astratti, e in concreto, se i rapporti sono calcolati rispetto al Pil, si chiama Pil.

Tutta l'analisi di sostenibilità del debito fatta dagli scienziati del PD ignora il ruolo del denominatore, cioè della crescita del Pil, e su questo ci siamo più volte confrontati, quindi non mette conto insistere: sarebbe accanimento terapeutico, una cosa che, oltre a essere eticamente discutibile, costa (in questo caso costa tempo, ma io da perdere per commentare le lievi imprecisioni di Cottarelli e Galli oggi non ne ho più).

Unsurprisingly enough, dato che, come diceva la mia povera mamma, si fa tutto con la stessa testa, anche le brillanti analisi del PD sui tagli alla spesa sanitaria si basano sulla medesima logica: ignorare il denominatore.

E certo!

Perché credo che vi ricordiate tutti che grazie alle sagaci politiche di lockdown attuate da Mister Gratuitamente, politiche sulla cui validità in ambito sanitario non mi pronuncio (osservando che comunque questa strada venne perseguita dalla maggioranza dei Paesi), nel 2020 il Pil italiano collassò:


(lo dice l'Eurostat, nel caso ve ne foste dimenticati), tornando ai livelli del 1998. Mi sembra abbastanza evidente che, anche a parità di spesa sanitaria (al numeratore) un simile crollo del Pil (al denominatore) avrebbe fatto "schizzare" (come dicono gli operatori informativi) il rapporto della spesa sanitaria al Pil.

Vediamo come la mettevano i dossier parlamentari del settembre 2022 (cioè quelli fatti dal Governo cui voi, con un'ingratitudine e una mancanza di lungimiranza che vi disonorano, avete dato il benservito, il Governo del Migliore). La mettevano così:


C'era stato "er picco emergenziale" a 122 miliardi (immagino che negli uffici si dicesse "mijardi", ma questo è solo un mio educated guess), dopo di che dal 2023 sarebbe iniziato il contenimento (un grazioso eufemismo per: austerità), che nel 2024 avrebbe portato la spesa a 129 miliardi (128,8). Questo prevedeva the Best (o, secondo le opinioni, the Beast).

Per entrare a ragion veduta in questi numeri, però, occorre una precisazione. I rapporti al Pil considerano il Pil nominale, cioè ai prezzi correnti. Insomma: quello che varia non solo per effetto dell'aumento (o diminuzione) delle quantità fisiche di beni e servizi scambiati, ma anche per effetto dell'aumento (o diminuzione) del loro prezzo. Il motivo è ovvio: le voci di spesa vanno in bilancio ai prezzi correnti (non avrebbe senso fare altrimenti in un bilancio), per cui le si rapporta al Pil anch'esso ai prezzi correnti.

Il profilo del Pil nominale è leggermente diverso da quello del Pil reale:


anche se in definitiva racconta la stessa storia, ma con un dettaglio, quello di cui noi qui ci eravamo accorti subito: dopo la crisi ci sarebbe stata inflazione (da offerta). Per questo motivo nel secondo grafico (quello del Pil nominale) la ripresa post-Covid è più accentuata: perché considera anche il contributo dell'inflazione.

E ora entriamo nei numeri, vedendo prima quello che è successo e quello che sarebbe dovuto succedere secondo il governo PD, e poi quello che sta succedendo e succederà col governo non-PD (perché la summa divisio per me resta questa).

La storia va così:


dove i numeri sono quelli della Tabella riportata sopra, cui ho aggiunto il Pil nominale, distinguendo fra quello storico (cioè quello che nel 2023 sappiamo essere successo fino al 2022) e quello implicito (cioè quello che nel 2022 si poteva desumere dal valore della spesa sanitaria in milioni e dal valore del rapporto spesa sanitaria/Pil).

La prima cosa che salta agli occhi è una certa qual ignoranza crassa da parte di chi si straccia le vesti perché questo Governo avrebbe fatto un taglio criminale alla spesa sanitaria portandola dal 7.2% del Pil nel 2020 al 6.2% nel 2025. C'è sempre quel fottuto problema del rimettere le lancette del calendario... Le cifre che espongo qua sopra provengono da un dossier pubblicato il 28 settembre 2022. Il Governo Meloni avrebbe giurato 24 giorni dopo (capito? Non prima: dopo). Quindi il taglio dal 7.4% al 6.2% era stato previsto e implementato nella NADEF dal Migliore. Ma tutto questo Elly pare non lo sappia, e si potrebbe argomentare che forse lo abbia mai saputo. Oppure, ed è un'ipotesi ugualmente plausibile, lo sa, o almeno lo ha saputo, ma finché il taglio era fatto da the Best one andava bene, perché lui era uno di loro: lo stesso taglio fatto da noi invece non va bene, anche se i numeri sono, anzi: sembrano esattamente gli stessi.

Ancillarmente notiamo che le stime di the Best one si sono dimostrate leggermente imprecise, ma di questo non possiamo fargliene una colpa: praticamente tutti hanno toppato, sottostimando sia la crescita reale (per autorazzismo) che l'inflazione (per l'incapacità di comprendere che le politiche green avrebbero contribuito a renderla persistente), quindi questo è un peccato veniale. Da cosa lo intuiamo? Prendete ad esempio l'anno 2021. Il dossier del 2022 sul finanziamento del sistema finanziario nazionale dava per il 2021 una spesa pari a 127,834 milioni, ovvero al 7,2% del Pil. Ma nel 2021 il Pil (nominale) è stato di 1,822,345 milioni, e il rapporto fra 127,834 e 1,822,345 è 7.0%, non 7.2%. Insomma, se ragionassimo à la Schlein diremmo che il Governo del migliore ha tagliato la spesa ecc.. Ma quello che è successo è una cosa diversa: le stime del Migliore non erano migliori di quelle di tanti altri Governi (e questo, lo ripeto, ci sta...).

Perché però sopra ho detto che i numeri del nostro Governo sembrano uguali a quelli del Governo Draghi? Ma semplicemente perché i rapporti al Pil saranno anche gli stessi, solo che... il Pil è cambiato, rispetto alle previsioni di Draghi, e di molto!

Questo tema è stato anticipato da Claudio Borghi nel suo magistrale intervento in dichiarazione di voto alla NADEF:


Applicando la logica del suo ragionamento al caso in specie, potremmo recuperare la Tabella che ha fatto stracciare le vesti al PD:


(la trovate a pagina 63 di questo documento), e chiederci quanto sia, in miliardi, il 6.2% del Pil previsto per il 2025 (per non parlare del 6.1% previsto per il 2026). Ci assiste in questo un'altra tavola della NADEF:


che esplicita, insieme ai sentieri tendenziali e programmatici della finanza pubblica, le traiettorie del Pil nominale (la trovate a pag. 16). In base a queste informazioni (che, come vedremo, non sono le più recenti) la situazione è la seguente:


e quindi il 6.1% (non 6.2%) del 2025 equivarrebbe a 134.3 miliardi, cioè a quasi 5 miliardi in più di quelli previsti dal PD (e sui quali quindi il PD non frignava). In realtà la situazione è diversa e per certi versi migliore. Riferendo alla 10° Commissione del Senato il 17 ottobre (la NADEF è uscita il 30 settembre) sui pretesi "tagli" alla sanità, il ministro Schillaci ha riferito che nel 2024 il Fondo sanitario toccherà quota 134 miliardi, cioè quasi sei in più di quelli che prevedeva di stanziare il PD (qui trovate il video).

Ma il PD piange.

Non che non ne abbia motivi: ne ha e come! Come Pietro, per dire. Ma i dolori del PD non dipendono dalla spesa sanitaria. Dipendono dal fatto di dover pagare il prezzo del tradimento. E non è col gioco delle tre carte su percentuali e valori assoluti che può farselo perdonare o può farcelo dimenticare, perché per capire il suo giochino scemo non occorre essere un matematico o un economisto. Anche un medico ci arriva benissimo:

Notate, fra l'altro, che si spende di più in un Paese che sta meglio di come il PD pensava di lasciarcelo, cioè con un Pil non solo nominale, ma anche reale, più alto. Quindi questo Governo può piacere o non piacere, ma sicuramente su una cosa ha fallito: non sta riuscendo a fare la macelleria sociale che il PD avrebbe fatto, con l'applauso del PD!

Quindi va tutto bene?

No.

In un Paese in cui la TV di Stato mette una fake news (o meglio, una fake truth) nei propri titoli direi che per definizione tanto bene non può andare. Ma soprattutto, se intraprendi un percorso politico lo fai per migliorare le condizioni del tuo Paese, dei tuoi concittadini, e il meglio ha una cosa in comune col peggio: non trova fine!

Date un'occhiata al primo grafico: facendo meglio di quello che aveva dichiarato di voler fare il PD, nel 2022 ci troviamo col Pil del 2006, cioè di sedici anni prima. Annosa situazione più volte affrontata in questo blog e frutto della scellerata austerità. E abbiamo ancora quelli che ci accusano di essere spendaccioni ("urge ridurre il deficit!", mentre ci accusano di tagliare la sanità!

Ma se tutto questo litio di cui tanto si parla, invece che alle batterie con relativi fuochi d'artificio, lo dedicassimo a ciò per cui da tanto tempo lo si usa con successo? Il disturbo bipolare del PD trarrebbe giovamento, forse, da un trattamento farmacologico. Stabilizzato l'umore dei nostri avversari, potremmo indurli a riflettere con ponderatezza sul fatto che se il Paese li schifa è perché trova abietta la strategia di volere il male del Paese per causare un problema al Governo in carica, quando non sia il loro. Non si spiegherebbe altrimenti perché la stessa incidenza della spesa sanitaria sul Pil li fa ululare quando significa sei miliardi in più di quelli che, a pari incidenza ma minor Pil, esso medesimo PD aveva annunciato, senza fare un plissé, di voler allocare.

Sed de hoc satis.

Ora devo occuparmi della maggior tutela.

(...altro tema che richiederebbe un lungo post, e sul quale, però, il PD ha ragione: duole dirlo, ma come ogni orologio rotto può capitare che ti sia di aiuto, se lo consulti al momento giusto...).

domenica 15 ottobre 2023

Carma!

 (...con la "c", alla romana. Niente a che vedere col karma, che intanto sta facendo il suo lavoro, togliendoci di torno "lu grin"...)

Siamo ormai vicini al sold out, nonostante che ancora non sappiate che al convegno parteciperà Wolfgang Munchau, che avremo la preziosa opportunità di sollecitare su temi europei (Leregole) e internazionali (Ladedollarizzazione), e ci sia ancora qualche sorpresa dal lato degli ospiti internazionali. Come al solito, per voi (che decisamente non lo meritate) sempre il meglio. Ma la vita è ingiusta, quindi va bene così.

So che alcuni stanno sperimentando delle lievi difficoltà logistiche. Me ne spiaccio, ma purtroppo non si poteva fare altrimenti. La Basilica maggiore del nostro culto-che-non-c'è è in restauro, e ci siamo affidati alla Basilica minore, quella accanto, che riesce a tenerci tutti (e probabilmente ne terrebbe anche di più) in sala, ma non riesce a ospitarci tutti per la notte. Qualcuno sarà alloggiato nell'albergo accanto, il che non mi sembra un enorme sacrificio, ma riusciremo a essere tutti insieme sia durante le sessioni che a cena che dopo cena. Se avete difficoltà particolari, potete indicarle qui nei commenti e cercheremo di risolverle.

Guardate il lato positivo. Io il #goofy volevo farlo a Pizzoferrato! Per fortuna lo staff si è opposto. Ma l'anno prossimo potrei spuntarla io, e in quel caso avremmo solo 50 posti. Quindi approfittate, finché siete in tempo...

venerdì 6 ottobre 2023

Meno due (qualche anticipazione sul #goofy12)

(...meno due giorni al click day...)

Suggerirei caldamente di dare un'occhiata a questo:

anche se a ben vedere chi voleva (non poteva, tutti possono: voleva) capire quello che spiego lo ha già capito, e a chi non vuole auguriamo buon proseguimento altrove.

Il FIN DAY è andato piuttosto bene, nonostante che un certo numero di voi (quelli che hanno abbandonato il cessetto azzurro e non si fidano del suo restyiling) non avesse idea che fosse stato indetto e quindi non abbia potuto partecipare. Fatto sta che io sono reduce da un settembre piuttosto intenso, in cui non ho potuto mantenere alta l'interazione con voi, e quindi quelli che sono abituati a ritrovarsi qui in molti casi non hanno preso nota dell'annuncio che pure era stato dato.

Meglio così: la prossima volta, ove fosse necessario, con più lavoro si avrà maggiore risposta.

Della community che non esiste si è parlato in riunioni ristrettissime e in riunioni di gruppo, e come Claudio vi aveva preannunciato la community inesistente ha suscitato stupore anche in chi in effetti avrebbe dovuto essere conscio della sua esistenza, perché aveva avuto il privilegio di essere da lei accolto, e curiosità, talora arginata dalla barriera di nervosi sorrisetti di sufficienza, talaltra animata da un genuino spirito di comprendere. E forse sarebbe anche ora che qualcuno comprendesse. Perché, molto banalmente, quello che per noi era, è, e sarà normale, cioè riempire le sale, per altri non lo è. I numeri logorano chi non li ha. E quelli più vecchi in termini di militanza, e più onesti intellettualmente (non li cito per non metterli in difficoltà), mi hanno confessato, forse un po' ingenuamente, ma con accenti di sincerità, che per loro, che erano da tempo impegnati in un percorso politico che aveva avuto alti e bassi, entrare in questa sala:

era stata un'esperienza marcante: "Era un po' che non vedevamo così tanta gente, ed era gente che non conoscevamo!" Evidentemente ci sono politici che riescono a vedere le persone che non ci sono (cioè voi!): potremmo chiamarlo il sesto senso. Ci sono anche politici che non capiscono da dove venga e che cosa sia il consenso che li ha portati dove si trovano: ce ne sono a Roma, ma anche e soprattutto in giro per l'Italia. L'esperimento fatto da Borghi non pretendeva di essere risolutivo, ma sicuramente ha indotto molti a porsi delle domande. Anche in questo caso, chi non vuole capire non capirà, ma chi invece desidera, ora può farlo.

Tutte le idiozie dei politologi sull'elettorato fluido possiamo arrotolarle e rispedirle al mittente: voi non siete fluidi, voi volete graniticamente essere liberi, e lo volete in gran parte perché, e da quando, qui vi è stato fatto vedere da quante e quali catene eravate e siete avvinti. Il fatto che ci siano stati dei necessari arretramenti tattici per i motivi descritti nel primo video, arretramenti che avrebbero lasciato gente sul terreno, come era inevitabile e come personalmente avevo evidenziato in segreteria politica (in buona compagnia: con Siri), ha determinato sbandamenti. Ci sono persone che non capiscono nemmeno ex post che cosa è successo, quanto fosse vitale evitare che si riproponesse a Roma lo schema di Bruxelles, la maggioranza Ursula, una maggioranza che avrebbe dato immediata via libera a ius soli, legge Zan e patrimoniale. Non è così difficile capire che la nostra presenza al Governo rendeva impraticabile per FI collassare sulle posizioni del PD, cosa che invece sarebbe stata estremamente agevole e facilmente giustificabile se al Governo ci fossero stati tutti tranne i "fascisti" (cioè FdI e noi). Il progetto politico de iBuoni sarebbe stato agevole se iBuoni e iCattivi fossero stati demarcati da una linea netta. Ma questo lo abbiamo reso impossibile: entrando nella compagine de iBuoni, iLekisti cattivi hanno scombinato lo schema, costringendo la componente di centro del Governo Draghi a dover scegliere se schierarsi con la sinistra o la destra "di Governo", e quindi a dover segnalare ai propri elettori se fosse attratta dalla sinistra o dalla destra.

Il nazareneggiamento è diventato così impraticabile, ed è questo che ci ha salvato il portafoglio e altro che non specifico per eleganza.

Ma, ovviamente, a chi non l'ha capito ex post, non avremmo certo potuto chiedere di capirlo ex ante.  

Inevitabilmente qualcuno ha pensato che la sua domanda di libertà fosse stata elusa, con l'aggravante che a frustrare questa legittima aspettativa sembrava fosse proprio chi l'aveva fatta sorgere e alimentata. Esito previsto perché prevedibile. A chi vuole ragionare faccio invece osservare che il risultato oggettivo della nostra mossa è che ex post il gioco si è completamente rovesciato: ora siamo nelle condizioni di portare a Bruxelles lo schema di Roma: un centrodestra composto da tre partiti e contrapposto alla melma rossoverde. Il contrario di quello che il PD voleva, di quello che siamo riusciti ad impedire. E se lo schema di gioco si è rovesciato è anche perché qualcuno di noi, pur essendo pienamente consapevole dei rischi che si sarebbero corsi in termini di tenuta elettorale (a differenza delle oche giulive che realmente credevano che laggente amassero Draghi), ha accettato di stare per un anno e mezzo con la testa sott'acqua (come spiego nel primo video), impegnandosi a non minare la compattezza della squadra da cui era stato accolto. Farsi triturare dai giornali più di quanto non abbiano fatto non avrebbe avuto minimamente senso, avrebbe indebolito non le oche giulive (cui il conto sarebbe stato chiesto dal tempo, unico giudice della politica), ma noi (fra gli applausi tanto scroscianti, inebrianti, quanto inutili della turba vociante nel cessetto azzurro, cioè dello zero virgola dei votanti italiani).

Insomma: di quali siano gli snodi tecnici da percorrere per poterci dire nuovamente liberi se n'è parlato per anni e non mette conto continuare. Ripeto: chi voleva capire ha capito. Se vedete altri percorsi politici verso la libertà sono qui per ascoltarvi. Ma se non volete capire che cosa è successo, temo che non potrò esservi di aiuto. La grillanza ha una sola cura: tanta, tanta sofferenza, come diceva Céline. Non posso certo somministrarvela io, più per motivi di tempo che per i pur decisivi motivi etici, e preferirei comunque che non fosse necessario!

Fra due giorni avrete un'altra possibilità di segnalare la vostra esistenza in vita: il click day. Suggerisco di non perderla. Il goofy di quest'anno torna allo schema classico, da sabato pomeriggio a domenica pomeriggio. Una scelta che abbiamo fatto su richiesta di tanti che per motivi pratici (logistici, economici, lavorativi) non riescono ad allontanarsi tre giorni da casa. Torniamo all'antico anche proponendo una significativa presenza internazionale, che negli anni del COVID avevamo abbandonato, per motivi pratici e organizzativi. Sentiremo quindi nuovamente lo schiocco dei ricevitori sul pavimento della sala, che però non sarà quella del Serena Majestic, ma quella dell'albergo accanto (il che ha richiesto un ulteriore sforzo organizzativo, per descrivere l'evento, fare sopralluoghi, ecc.).

L'evento è diviso in due sezioni: scenari e narrazioni. Gli scenari che analizzeremo sono due: dedollarizzazione e inflazione. Le narrazioni che decifreremo sono due: progresso e transizione. Con chi lo faremo in parte lo sapete, e in parte lo saprete. Vedrete relatori che conoscete già, e conoscerete relatori che non conoscete ancora. In tanti anni dovreste aver imparato a fidarvi e quindi non ho particolare bisogno di imbonirvi con annunci strepitosi (che pure potrei fare). Di chi non si fida di me ho imparato da tempo a non fidarmi, e se resta a casa mi fa un insigne piacere! Il dato è che alla fine, nonostante (o grazie a) tutto l'impegno che lo staff di a/simmetrie ci mette, la qualità dell'evento la fate voi. E siccome le ultime travagliate vicende cui accennavo qua sopra ci hanno separato dalla zavorra di un discreto numero di #ppdm, sono certo che l'edizione di quest'anno sarà, come ogni anno, migliore della precedente. Il Migliore una cosa buona l'ha fatta: ha reso il #goofy una zona defetecchizzata (nella misura di quanto umanamente possibile).

Approfittiamone smodatamente, e passiamo un bel weekend insieme!

mercoledì 4 ottobre 2023

Altri appunti

(...le cose da fare sono tante. Intanto, facciamo il punto della situazione...)


(...bella l'austerità, vero? E in effetti ha funzionato come doveva funzionare. Il dato di agosto, col tasso di disoccupazione al 7,43%, ci riporta ai livelli del febbraio 2009, quando la disoccupazione, sei mesi dopo il crollo della Lehman Brothers, qui in Italia era al 7,46%. Siamo tornati indietro di 14 anni, e in questo, come in altri casi, tornare all'antico è effettivamente un progresso...)


("...gnegnegnè, ma quello che conta è il tasso di occupazione!" Il tasso di occupazione è il rapporto fra occupati e popolazione totale. Lo vedete qui, coi dati dell'ISTAT. Il livello raggiunto ad agosto, pari al 61,5%, è il massimo storico rilevabile sui dati mensili pubblicati nei siti ISTAT e OCSE, che partono rispettivamente dal 2004 e dal 2005...)


(...certo, i dati trimestrali OCSE ci dicono che in termini di tasso di occupazione l'Italia non è messa bene. La sua posizione relativa, inizialmente di circa 8 punti più bassa rispetto a Germania e Francia, si è deteriorata nel tempo, in particolare quando il tasso di occupazione tedesco è decollato in seguito alla riforma del mercato del lavoro - i famosi "minijob", ve li ricordate? - e poi quando il nostro tasso di occupazione è andato in picchiata a seguito delle politiche di austerità. La storia è sempre quella, da qualsiasi angolo la si veda. Le politiche fatte "pensando alle generazioni future" (?) hanno aggravato le condizioni di arretratezza relativa di queste ultime. L'idea che si possa fare il bene dei figli facendo il male dei padri è stata instillata nei figli in ogni modo possibile, e ha abbastanza attecchito, ma non tiene né sotto il profilo logico né sotto quello statistico: nel mondo di oggi vivono i padri coi figli, e quindi chi peggiora oggi le condizioni di vita peggiora anche quelle delle generazioni future...)

(...tuttavia, i dati sul tasso di disoccupazione ci confortano in qualche modo. Qui l'anomalia, apparentemente positiva, è costituita dalla Germania, che viaggia attorno al 3%. Non so come potrà sopire le tensioni inflazionistiche con un tasso di disoccupazione così basso, ma lo scopriremo strada facendo. Da noi la disoccupazione, che era maggio 2021 era ancora a due cifre, è scesa più rapidamente che in Francia e ora è al livello di quella francese, ma in calo, mentre quella francese è in lieve aumento...)