mercoledì 25 ottobre 2023

“Una volta c’era la Repubblica!”

 (…per la serie: i privilegi della casta, fra cui quello di viaggiare in ritardo in turistica…)

Antefatto

Giovedì scorso Simona Bordonali, la brava collega che assolve con scrupolo e dedizione il ruolo essenziale di delegato d’aula (la persona che tiene aggiornati i colleghi sullo svolgimento dei lavori di aula, in modo che possano essere presenti nei momenti cruciali), ci aveva avvertito che a Fiumicino i deputati potevano nuovamente passare dai varchi staff. Mi era capitato di farlo in passato, ma in effetti Fiumicino è un aeroporto piuttosto efficiente, se confrontato con altri aeroporti oiropei, quindi a meno di giornate affollatissime passo dai varchi consueti. Non mi ero pertanto accorto che la facoltà di passare dai varchi staff ci fosse stata tolta: registravo con interesse che ci fosse stata restituita.

Ieri

Fatto sta che ieri avevo un bagaglio più laborioso del solito, non avevo priority o altri ammennicoli (poi un giorno capirò perché), e quindi me ne sono andato dritto al varco staff per non perdere tempo (non sia mai un aereo parta in orario! Nun capita, ma ssì capita...).

Delle due linee staff ne funzionava solo una, mi accodo, passo.

Completate le operazioni, un agente di polizia mi chiede: "Scusi, ma lei perché è passato da qui?" Io: "Perché sono un parlamentare e mi hanno detto che posso farlo, ma se dà fastidio passo dall'altra parte!" Lui: "A noi non dà fastidio, ma bisogna che qualcuno ce lo dica, perché da qualche giorno molti suoi colleghi passano qui ma nessuno ci ha avvertito!" Io: "Se posso aiutare, magari lo facciamo presente. Chi deve notificarlo, il ministero?" Lui: "No, il ministero non c'entra, va detto ad Aeroporti di Roma." Io: "Mi dispiace, lì non posso aiutare, riferirò al deputato questore". Lui: "Una volta da qui potevate passare, sul varco c'era anche il simbolo della Repubblica".

Io: "Una volta c'era la Repubblica!".

Lui sorride.

Arrivederci e avanti verso il carro bestiame, fra ritardi e gente che non si lava (abbiamo già stigmatizzato l'egemonia della fiatella in Parlamento, ma anche il trasporto aereo le sue soddisfazioni le dà...).

E la morale della favola è...

...che la Repubblica è stata obliterata dalla grillanza, e che da questo colpo mortale non si riavrà, da questa situazione non si tornerà indietro, fino a quando non succederà qualcosa che induca gli elettori a desiderare fortemente la democrazia, perché, come sapete:

Tanto per capirci, le miocarditi incorrelate benigne non sono evidentemente abbastanza, a giudicare dal fatto che la reazione di molti è quella di aggredire chi ha cercato di difenderli. Come non vi ho mai nascosto, purtroppo il respiro (pesante) della Storia ci insegna che la democrazia viene riscoperta quando entra in gioco l'effetto Chichijima, descritto qui

Capirete che oggi i figli dei ricchi non sono più a bordo di aerosiluranti, ma dietro il joystick di un drone (in realtà neanche lì, ma questo è  un altro discorso), quindi l'eventualità che qualcuno, tirandoli giù, apra un dibattito sulla distribuzione del reddito (e a ricasco sui benefici di tutelare la rappresentanza parlamentare degli interessi di classe) è molto più remota. A meno di un conflitto nucleare, vi confesso che non vedo quale rottura di sistema potrebbe riportarci in cima al piano inclinato.

Eppure, quello che sta succedendo è piuttosto chiaro. Prendete ad esempio il MES. Perché non sta passando? Perché qui la maggioranza parlamentare è contraria. Ricordo quando un bravo funzionario di Bruxelles mi disse: "Qui hanno paura di un'unica cosa: che in un qualche Paese una forte e coesa maggioranza parlamentare gli si opponga".

E quindi i Parlamenti servono.

Ed è qui che si capisce quale sia il ruolo degli ortotteri, o, come dice Claudio, della grillanza. L'odio dei rappresentati per i loro rappresentanti, l'antiparlamentarismo, è una costante della politica italiana. Era antiparlamentare il fascismo, lo era l'Uomo qualunque, lo sono gli ortotteri. Il capitale sa come arruolare legioni di utili idioti, e ovviamente non è un caso il fatto che quando i parlamentari avevano gli insigni privilegi di essere in un numero decente, di potersi permettere uno staff, e di essere immuni dalle iniziative degli attuali detentori abusivi dell'indirizzo politico, gli operai avevano l'insigne privilegio di una remunerazione crescente in termini reali, nonostante un'inflazione fuori scala, come abbiamo più volte documentato:


smentendo le cretinate di operatori informativi e idiots savants di varia estrazione.

Ve la metto in un altro modo: la race to the bottom la vuole chi dovrebbe avere meno interesse a volerla, perché parte da più in basso. Colpevolizzo l'elettore? No: lo responsabilizzo. Io queste cose le ho sempre dette, anzi: non dette (ci siamo capiti). Continuare ora a (non) dirle evidentemente non mi mette in conflitto di interessi.

La Storia il suo equilibrio lo trova: solo un progressista può immaginare che basti dire "mai più" per evitare che il riequilibrio sia traumatico. Questo non lo rende meno necessario, e con tutta la buona volontà che ognuno di noi investe ogni giorno per evitare di vivere in tempi troppo interessanti dubito che riusciremo a evitarlo. Vi consegno questa rapide, e non particolarmente originale, riflessione dalla cattedrale dei nuovi farisei:


e chiudo, perché, per uno strano paradosso della storia, l'UE che vuole elettrificare tutto in un mondo in cui la biologia è dominata dall'acqua (che con l'elettricità non ha un buon rapporto) ha dimenticato di mettere delle prese nei banchi del parlamentari, un po' come si fa in qualsiasi Stato membro.

E già questo ci spiega perché dobbiamo tenerci stretti gli Stati nazionali...

16 commenti:

  1. delle riflessioni illuminanti che trasudano saggezza c'è tanto da imparare con te cresco ogni giorno sei un maestro comprensivo e paziente grazie per esserci sempre fiera di te #combattere 🤗🤩

    RispondiElimina
  2. "A meno di un conflitto nucleare, vi confesso che non vedo quale rottura di sistema potrebbe riportarci in cima al piano inclinato".
    Appunto, prof. Questa frase è un epitaffio.

    Andiamo veloci, che tra noi...come indica il titolo del post, la repubblica e la democrazia appartengono al tempo che furono. Come in tutti i sistemi fisici, c'è un certo ritardo prima che le persone se ne accorgano e le forme istituzionali concrete mutino cristallizzando quella che è già la situazione de facto. E la situazione de facto è quella di un'oligarchia plutocratica internazionale, un Senato imperiale, diffuso tra cda di corporation, holding e fondazioni, think tank, ong, istituzioni sovranazionali che innerva il potere di quell'impero informale che sono gli Stati Uniti con le sue varie articolazioni ed agenzie. Un impero euro-americano, a guida anglosassone, che vede l'Europa e le altre colonie dell'est asiatico in una posizione di sempre maggiore vassallaggio. Un impero di cui noi italiani, svanito, agli occhi dei padroni, il valore che avevamo per geografia nel corso della guerra fredda, siamo ormai provincia e appendice, colonia di altri vassalli.
    Un impero informato da una ideologia marcatamente anglosassone, chiamata liberalismo, anti-democratica e per certi, non secondari aspetti anche anti-umana, che si declina nelle teorie economiche, politiche, sociali che vengono adottate all'interno dell'impero (pur con le varie sfumature regionali dovute ai differenti percorsi storici) e che ha abbandonato tutti i contrappesi e le ibridazioni che la rendevano presentabile per combattere i propri nemici.

    Questo impero è in declino, lo dicono tutti gli indicatori di peso relativo (pil, popolazione). Il Senato e l'Imperatore lo sanno e stanno razionalizzando l'Impero. Stringeranno ancora di più viti e bulloni al proprio interno per rinsaldare il consenso. Sacrificheranno intere regioni alla sua sopravvivenza (in ucraina si combatterà fino all'ultimo ucraino e fino all'ultimo miliardo di euro, ad esempio). Sta già succedendo, lo vediamo coi nostri occhi accadere, per quanto pensiamo di vivere nel mondo di 20 anni fa. (1 di 2 -continua)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Qui ti scrivo la seconda osservazione, perché è più pertinente a questa parte del tuo intervento (la prima la trovi sotto): riguarda la descrizione, che tu fai, della complessità del reale, e quindi della sua intrinseca inerzialità, cioè della sua difficoltà ad deviare dalla traiettoria che ha preso (tale per cui qualsiasi tentativo di farlo "dalla periferia" sarebbe necessariamente una battaglia di retroguardia).

      Qui le osservazioni sono due e derivano dallo studio della storia. La prima è che il mondo è sempre stato complesso. Dove ora vedi "un'oligarchia plutocratica internazionale, un Senato imperiale, diffuso fra cda di corporation ecc." una volta avresti visto una aristocrazia, raccolta in una corte imperiale, con un potere diffuso fra ordini ecclesiastici, gilde e corporazioni, ecc. Non a caso fino al 1800 i Comuni del mio feudo si chiamavano "Università": perché erano un insieme abbastanza complesso di cose piuttosto variegate. Quindi la complessità c'è sempre stata, la sua inerzialità c'è sempre stata, ma il cambiamento, o, a questo punto, se vuoi, la sua apparenza, hanno proceduto in modo più o meno rapido ma comunque costante.

      Gli imperi si cambiano dal centro? Sì? Eppure Adrianopoli non mi sembra vicina né a Roma né a Bisanzio, ma qualcosa ha cambiato.

      E, in un modo più radicale, riprendendo quello che dico sotto sull'impegno che ho preso: se non cominciamo da un uomo, poi da due, poi da tre, come pensiamo di cambiare la sorte dell'umanità? Non esiste il luogo in cui ci si presenta a contrattare la salvezza del globo, non è un film di fantascienza. Sull'efficacia di quanto si sta facendo, e ancor più sulle ragioni della sua inefficacia, si può discutere a lungo. La discussione sulle alternative credo che sarebbe molto più breve.

      Elimina
    2. Sai, a biliardo l' angolo è determinante, più della forza com cui colpisci. Basta un decimo di grado per influire sull'andamento della partita. Spero che l'angolo d'impatto scelto da Bagnai contribuisca al cambio di paradigma che, in nuce, è in atto in UE

      Elimina
    3. Prof, le rispondo solo qua, così non disperdiamo la riflessione. Intanto grazie per la risposta; provo ad articolarne una anch'io, complessiva. Non prometto che sarà coerente o avrà molto senso.

      Per ragioni di spazio e sintesi, riassumo la sua posizione etica in quella della parabola del chicco di senape. Non la coglie pienamente, la sua posizione è più articolata, ma mi sembra che il senso non sia distante, e anche la speranza che la pervade. La condivido e in anni recenti ho anche iniziato a comprenderla: è un richiamo alla responsabilità personale nell'influenzare le cose del mondo per il bene. Si può discutere dell'efficacia, appunto, ma è sterile dibattere dell'alternativa, ovvero non fare nulla quando se ne ha la possibilità e le capacità, giacché abbiamo il dovere di ripagare in qualche modo le qualità che ci vengono donate (lo ricordo da Dostojevski, se non sbaglio).

      Va da sé che su questo rispetto sono completamente d'accordo con lei. Ma non sono più tanto sicuro di avere le capacità di influire in alcun modo, anzi l'esperienza porta a credere il contrario, se considero che intorno al 2001 facevo parte di quel "popolo di Seattle" poi diventato "noglobal" e che da allora, pur con tutta l'evoluzione personale che ho avuto, conto moltissime sconfitte e ritirate. Di certo non ho un'eredità per cui combattere, e altrettanto certamente ho perso la fiducia nelle "risorse culturali" della nostra nazione prima e della nostra civiltà in generale. Fuori da questa community, a livello di elaborazione dal basso, ci sono poche altre isole, e non è che all'estero le cose vadano molto meglio, si veda l'ipnosi generale che ci ha accompagnato nella guerra in Ucraina o in recentissimamente a Gaza . Diciamo che mi sento molto spettatore, e mi concedo il lusso di qualche speranza come quando spero che l'Italia si piazzi bene al Sei Nazioni, per simpatia verso il rugby.

      Purtroppo, certi esiti hanno una buona probabilità di presentarsi. Prendiamo Adrianopoli. Nessuno si aspettava la disfatta romana. Ma ad Adrianopoli, nella provincia tracica, a ribellarsi non furono i cittadini romani, che accettavano supinamente il regime teocratico e dittatoriale degli imperatori, ma i barbari Goti che erano appena stati fatti entrare dal Danubio. L'errore di Valente fu sottostimare il loro numero. Se dovessi tracciare un parallelo col tempo presente, sarebbe troppo facile e porterebbe anche fuoristrada: i Goti non sono gli immigrati africani e mediorientali che arrivano in Europa, bensì l'esito di quel lungo processo di adattamento dei barbari all'Impero Romano, che li portò ad unirsi in confederazioni e sotto re sempre più forti e a civilizzarsi secondo il modello romano (sa meglio di me che erano cristiani, sebbene ariani). Oggi sarebbero il corrispettivo di una potenza regionale che si trova, quasi suo malgrado, in rotta di collisione con l'egemone. Buffo, vero?
      Se ad Adrianopoli avvenne qualcosa, non fu per causa della società imperiale, che aveva perso qualsiasi capacità di autoriformarsi e di crisi in crisi aveva completamente accettato il potere autocratico e assoluto degli imperatori. Dopo Adrianopoli verrà Teodosio il santo niceno, un impero una fede, i foederati barbari che formano ampi regni semi-autonomi, in molti casi col beneplacito dei potentati romani locali, all'interno dell'Impero. Il crepuscolo di un mondo con i suoi ultimi singulti. L'alternativa, per chi ha avuto la fortuna, era stare nella pars orientalis. Ma non so se me lo augurerei.

      PS: prof, inutile dirle che sono d'accordo sul fatto che questa è lotta di classe (al contrario).Il triangolo lotta di classe (ribellione delle elite, per citare un autore Christopher Lasch che ne scriveva già nei non sospetti anni '90) - ideologia liberale - egemonia anglosassone a guida USA (con UE al guinzaglio), stante che non si possono più replicare le condizioni al contorno che fecero il Trentennio Glorioso, a mio avviso è ormai indeformabile come ogni buon triangolo.

      Elimina
    4. caro Mauro, il bilardo su cui giochiamo ha quattro dimensioni e sul tavolo di sono migliaia di palle, molte alimentate da movimento proprio. in bocca al lupo per l'angolo d'impatto.

      Elimina
    5. la storia ci insegna che alcuni hanno voluto decidere angolo, forza e spin, e sono, a torto o a ragione, ricordati sui libri; altri hanno optato per calibrare il tiro e avere solo il controllo sull'angolo d'impatto e sul conseguente angolo d'uscita; meno variabili hai, più è gestibile il tuo colpo

      Elimina
  3. Come ha sinteticamente riassunto, con la sintesi che solo gli artisti hanno, questo assetto molto probabilmente cambierà soltanto a valle di un ribilanciamento del potere mondiale, che, ahinoi, basandoci sull'esperienza storica dell'egemone, gli USA, non potrà che avvenire attraverso una guerra egemonica, altrettanto probabilmente a suon di atomiche. Lo dicono la storia, la cultura, il modo di essere, apocalittico, manicheo, millenarista, degli Stati Uniti.

    In tutto questo, la battaglia sua e di quella minoranza della Lega in cui si riconosce non può che essere di retroguardia, per ragioni in primis geografiche. Gli imperi si cambiano dal centro, alla periferia si amministra. Lo sa bene anche lei. Qua non c'è una guerra: è guerriglia di formazioni sparse e disarticolate nel territoriogià fortificato dal nemico. E' il tentativo di formare una resistenza. Per una che fermate, cento ne passano e mille altre ne vengono preparate. Lo testimoniate voi stessi.

    Votare serve? Mah, si, forse più come testimonianza di speranza. Mettiamo cerotti alla diga che crolla. Guadagniamo un po' di tempo. Almeno non peggioriamo la vita di alcuni che sarebbero interessati dalle iniziative che vengono fermate. Nel farlo però si ci si fa corresponsabili, tramite la partecipazione a governatorati provinciali, nello spingere avanti il vento dell'Angelo della Storia. Rivolto al passato mentre avanza sulle macerie. Per la gloria dell'Impero.

    Mi chiedo perché e penso che sia questo il dilemma che molti vostri ex-sostenitori non riescono a concettualizzare. E' un dilemma etico e spirituale, in primis. E forse è proprio per questo che molti non riescono a capirlo, accusandovi di essere voltagabbana, e altrettanti si illudono che votare li salverà.
    Tutto comprendere è tutto perdonare. Speriamo nel miracolo.

    PS: in sincerità, non so di preciso cosa volessi dire. Ma è da anni che faccio parte di questa community e seguo questo blog, da cui ho imparato moltissimo. Anche se con sempre minore interesse, devo ammettere. (2 di 2 - fine)

    RispondiElimina
  4. “E già questo ci spiega perché dobbiamo tenerci stretti gli Stati nazionali”
    Se posso aggiungere, credo che la situazione dica anche qualche altra cosa. Mette in risalto non una svista o un'errore accidentale, ma l'esito fatale d'una struttura necessariamente e quindi intrinsecamente incoerente, come ho raccontato qui varie volte prendendo da altre mie esperienze altrettanto esplicite. Infatti, osservando più da vicino questa apparente inavvertenza, bisognerebbe pensare alla frase attribuita ad Einstein, che chissà se mai la pronunciò veramente, però va bene, anzi meglio, fa massa critica, e la frase, ovvero definizione, recita: “Il folle è colui che ripetendo sempre la stessa cosa si aspetta di ottenere risultati diversi”. Leuropa è la concretizzazione empirica dei giganti di Dante, tanto grandi quanto informi perché abbozzati, e abbozzati non per fretta o distrazione del dio, ma perché i giganti non possono essere fatti meglio di così, è per natura, per essenza della cosa stessa; e, se non si capisce quando parlano, è perché son giganti, e quando si trova qualcuno che fa viso di comprenderli, questo accade solo al folle di cui sopra. Dunque, se neanche il dio non può farci nulla, figurarsi gli umani.

    RispondiElimina
  5. Tutto giusto, tutto previsto, tutto verificato.
    Purtroppo vedo coesione ma a tutti i costi e purtroppo non c'è alternativa migliore tranne quella di premiare l'idea che porti avanti dal 2011.
    Pensavo tempo fa e in varie occasioni che sarebbe successo ma a questo punto sono incredulo.

    RispondiElimina
  6. Oggi è stata una pessima giornata piena di contrattempi. In mezzo a tante cose, però, ho avuto una lunga digressione durante una telefonata con un collega. Tanta gente comune, nonostante sia costretta ad avere come primo pensiero quello di arrabattarsi per avere un reddito dignitoso, guarda al di là del proprio naso ed ha capito l'origine della maggior parte dei problemi del nostro Paese. Rimane l'impresa non facile di unire le forze, senza disperderle in piccoli rigoli. La guerra, anche quella in senso lato, è lunga. Buonanotte.

    RispondiElimina
  7. Caro Prof. gli ortotteri proliferano quando i parlamenti non servono più a niente perchè non fanno nulla più che ratificare LEUROPA e/o IMERCATI. In Francia tagliarono la testa ai nobili non perchè fossero più avidi di quelli di altri regni, ma perchè a differenza degli altri erano diventati inutili.

    RispondiElimina
  8. Prof, io qui mi sono sempre sentita a casa.
    Sin da "i salvataggi" che non ci hanno salvato.
    Tante volte ho trovato spunti per rielaborare ciò che la vita di tutti i giorni mi metteva davanti.

    Oggi però, a 48 anni suonati, mi trovo con il nulla tra le mani e non risesco a capire (accettare) perché siamo stati sacrificati così.
    Un'azienda fallita a causa della gestione scellerata della pandemenza.
    Ho perso tutto: tutto ciò per cui avevo lavorato, tutto ciò che stavo costruendo.
    Come me, tanti altri piccoli imprenditori.
    Collaterals, giusto? Pazienza se dietro ci sono persone, famiglie.
    E' la guerra, bellezza!
    Siamo stati la pulizia "dell'inefficienza invocata da quello bravo".

    Qui non si tratta (più) di grillanza, Prof.
    Come si può credere che chi ha causato tanto male, possa ancora essere la soluzione?
    Non è un attacco personale, né al partito, vorrei fosse chiaro.
    Ho compreso i motivi di certe scelte e, anche se non li condivido, capisco non si potesse fare altrimenti.

    A questo punto, se davvero non è possibile rimettere in equilibrio il piano, perché ci affanniamo così tanto?

    Nel 2008 lehman brothers, nel 2020 la pandemenza, la continua instabilità politico-economica
    che impedisce qualsiasi programmazione a lungo termine.
    Non ho più strumenti e come me tante altre persone.

    Quando poi parli con un carabiniere citando le fonti del diritto e questo ti guarda come fossi una scimmia allo zoo, capisci che l'utile idiota messo nei posti giusti, fa più danno della bomba H.
    La nostra società è piena di utili idioti: nelle istituzioni, nei corpi armati, nei comuni... tra i cittadini rincoglioniti da Netflix.

    Prof, siamo sempre stati più di uno, due o tre. La domanda che mi pongo è perché non si riesca ad andare oltre.
    La questione è che la gente non vuole complicazioni ed è per questo che le avrà (e le infliggerà al prossimo).
    La scarsa lungimiranza, il non vedere oltre il proprio naso, il volere la vita comoda. Ma come ha fatto l'umanità a diventare questo informe ammasso di cervelli in formalina? Quando hanno (abbiamo) smesso di chiedersi (/ci) il perché delle cose?

    Come se ne esce? Semplice: non se ne esce a meno di un bel reset totale. Non è questione di colori politici, è proprio più una questione generale, di fondo, culturale.
    Mi spiace essere tornata a lasciare un commento così disfattista, non è da me.
    Passerà perché non so stare ferma a piangermi addosso però confesso che sto facendo tanta fatica, stavolta.
    Intanto mi sono iscritta alla facoltà di Giurisprudenza (ateneo fisico), il resto si vedrà.
    Chiedo venia per i pensieri sparsi e torno a fare da spettatore.

    "Ciascun suoni, balli e canti,
    arda di dolcezza il core:
    non fatica, non dolore!
    Ciò che ha esser, convien sia.
    Chi vuole esser lieto, sia:
    di doman non c’è certezza."

    Laura

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non se ne esce, quindi che fare? Chi si ferma è perduto. Lei ha un anno meno di me e si ritrova a ricominciare da capo, non posso immaginare quanta forza d'animo serva; io sono rimasta fuori dal sistema produttivo e ho ripiegato da casalinga, ho visto durante la pandemia chiudere il negozio dei genitori di una compagna di mia figlia, che si sono trovati anche loro con le pezze al..., una bambina, la necessità di rivolgersi alla famiglia, e sappiamo i servizi sociali in Italia a cosa servono, non a sostenere le famiglie ma a prendersi i bambini. E io stessa ho gli incubi a pensare di trovarmi in una simile situazione, ma non è che fuori dall'€uro non vi siano tragedie peggiori. Avremmo tutti i mezzi come umanità per distribuire pace sociale e progresso civile, credevamo che l'Europa fosse un faro, ed ecco che l'UE viene a ripiombarci in un medioevo senza Dio, che vuol dire senza compassione né carità per il prossimo. Man mano che andiamo avanti siamo sempre più stanchi e delusi, non so come si possa evitare; per me la ricetta è ricordarmi di tenere duro finché posso, finché non sarò ridotta a dormire sotto un ponte, avere in mente le facce dei sicari del liberismo delle multinazionali che si vedono come un'aristocrazia privilegiata a spese nostre, che ci stanno trasformando in bipedi dal pollice opponibile, in americani da bidonville e roulotte, come zingari in casa nostra, il cui ideale è quello di trasformarci in una idiocracy per potersi sentire superiori. Possiamo solo resistere, e votare la bandiera? Sapendo che B&B lì dentro fanno quello che possono, o sperandolo? Ognuno decide in coscienza, io sento di doverlo fare, e sono circondata dalla idiocracy, cresciuta con ideali di sinistra, ci volevano il PD e i suoi gregari per tirare fuori la FASCIA IGNORANTE che c'è in me. Non spero molto, di più prego, ringrazio il Cielo che né B né B si chiamino Mario, prego che la gente faccia di tutto per scongiurare un governo TECNICO, (quella simpatica categoria di economisti che quando no si passano il tempo a strappare le ali alle mosche, ci vengono a purgare a colpi di finanziaria), faccio il mio dovere, nel mio piccolo, e mi spiace che sia poco, ma fregarmene non posso, e non devo, almeno finché non sarò realmente sotto un ponte anziché sul divano di casa mia, con la mia famiglia. Vorrei poter dire o fare di più, spero che resti dei "nostri", e che chi è stato reso consapevole non si tiri indietro, e non stia troppo a pensare cosa gliene verrà di buono per non restare delusa, ma solo a tenere la testa alta finché si può.

      Elimina
  9. rende amara, inquinante ed inquietante nei confronti di tali considerazioni "strategiche" la proposizione quotidiana di beghe e begucce su pignoramenti AdE automatici, su incrementi cedolari sekke e su mille altri rivoli da prima pagina. Il tutto su cosa? Su bozze e quindi su valutazioni ancora liquide. Ok, spero che fra un anno si parlerà di quello di cui qui si sta parlando oggi.

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.