BAGNAI (L-SP-PSd'Az).
Signor Presidente, gentili colleghi, ho accettato con gratitudine l'incarico
del Capogruppo di esprimere la dichiarazione di voto del mio Gruppo sul
decreto-legge fiscale: un provvedimento che ho accompagnato nel suo percorso in VI Commissione al Senato.
Ringrazio i colleghi che hanno
generalmente espresso un apprezzamento per il modo con cui abbiamo cercato in
quella sede di dare alle nostre opposizioni la possibilità di esprimere il loro
contributo.
Voglio anche esprimere un
ringraziamento non di circostanza agli Uffici, che ci hanno aiutato nel compito
complesso di affrontare un provvedimento che, per le sue sfaccettature,
necessitava di un supporto consistente, anche sotto il profilo tecnico. (Applausi del senatore D'Alfonso).
Quando mi sono affacciato al
mondo della politica, l'ho fatto portando con me le parole di un amico, Giorgio
La Malfa, che mi aveva detto che questa esperienza mi avrebbe arricchito
culturalmente. Credo che volesse dirmi che avrei visto tante cose strane. In
effetti, questo, in qualche modo, sta succedendo. Una l'ho vista oggi, quando
mi sono sentito rimproverare la mancanza di autonomia valutativa dall'erede del
partito che ha eretto a sistema il metodo del centralismo democratico. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S).
Questa è stata per me una sorpresa e per discolparmi, in un certo senso, da
questa accusa, e anche perché - devo dire - il mestiere di Presidente di
Commissione che sto provando ad apprendere è piuttosto impegnativo, per dare
prova di autonomia, se non valutativa quantomeno discorsiva, non ho con me un
foglio (perché non ho avuto il tempo di scriverlo, essendo tante le questioni
da affrontare).
Voglio quindi soffermarmi, con
spontaneità, sincerità e con lo spirito di confronto che ha caratterizzato un
po' tutta la genesi del provvedimento in Commissione, su tre punti che mi
sembrano essenziali, sui quali mi piacerebbe veramente che, posatasi la polvere
e attenuatisi i toni, che sono necessariamente accesi in Assemblea, si possa
riflettere con calma. Un punto è il contesto; un altro è il metodo e un terzo
punto sono i contenuti.
Il contesto nel quale questo
decreto-legge nasce è stato evocato dalla collega Conzatti, relatrice di
minoranza, facendo, però, riferimento alle informazioni giornalistiche degli
ultimi giorni e delle ultime settimane, che dipingono un'Italia completamente
allo sbando; un Paese sull'orlo della bancarotta per colpa di noi, i barbari.
Vi proporrei, tuttavia, un esercizio diverso.
Per apprezzare il tipo di
operazione che è stata fatta con questo decreto-legge, vi proporrei di
allargare un po' lo zoom e magari di
non rifarci alle fonti della stampa, che necessariamente esprime un ampio
ventaglio di opinioni, ma, come sapete, citando - visto che qualche giorno fa
abbiamo commemorato un grande classico del nostro cinema - un classico del
cinema statunitense, l'ispettore Callaghan, le opinioni ognuno ha le sue. Io
vorrei piuttosto soffermarmi sui dati - guardiamo cosa ci dicono - secondo cui
ci vorranno ancora cinque anni perché il livello del reddito in Italia ritorni
a essere quello pre-crisi. Questa frase ve l'ho già detta in altre circostanze,
quindi rischia di diventare un ritornello un po' stantio. Per arricchirla di
icasticità, mi sono permesso di mettere il grafico sul mio blog così chi vuole può andare a vederlo, sta lì.
Ci vorranno altri cinque anni, e
questo non significa che fra cinque anni la crisi sarà finita: significa che
fra cinque anni avremo quindici anni di ritardo sulla nostra storia. Significa
che, nella storia del prodotto interno lordo di questo Paese, la crisi appena
terminata ha aperto una cicatrice che si vedrà per i prossimi secoli, se
qualcuno fra secoli avrà voglia di registrare ancora il PIL come oggi lo
concepiamo.
L'evento nel contesto del quale
ci muoviamo in termini economici ha la dimensione di un evento bellico. Questo
per dire che, quando sento porre questioni pregiudiziali rispetto all'urgenza
d'intervenire in campo fiscale, non posso resistere alla tentazione di
considerare queste eccezioni come strumentali o come derivanti da un non
completo apprezzamento della tragicità della situazione nella quale siamo,
della drammaticità della situazione del nostro Paese. Questo per il contesto.
Vorrei ricordare che altri Paesi,
i quali a differenza di noi non hanno ritenuto di fare i primi della classe
obbedendo a tutte le regole dettate dai loro concorrenti, hanno già raggiunto -
e anche questo lo trovate oggi sul mio blog
- il sentiero di crescita di lungo periodo. Fra il sentiero di crescita
pre-crisi e quello sul quale siamo adesso c'è un gap di 400 miliardi di euro, che non so se riusciremo mai a
recuperare. Teniamo conto di questo quando parliamo di un atteggiamento
condonistico.
Vorrei poi intervenire brevemente
sul metodo, dopo aver individuato il contesto. Ci è stato detto che quello in
esame è un provvedimento omnibus, che
non era il sedime normativo adeguato. Peraltro devo dire, a titolo di cronaca,
che per me è stato, è tutt'ora e sarà un grande piacere avere come Capogruppo
del PD in Commissione finanze il senatore D'Alfonso, del quale anche in questa
sede abbiamo potuto apprezzare l'eloquenza, che comunque è sempre pregna di
contenuti e ci permette di approfondire l'analisi. Egli ha parlato di sedime
normativo inadeguato. Beh, io non desidero fare il facile gioco di dire che
avete cominciato voi, però voglio notare che nelle pieghe del provvedimento in
esame, che era molto complesso, siamo dovuti intervenire anche perché c'è una
storia di provvedimenti di struttura presi in un sedime normativo inadeguato.
Noi abbiamo cercato di rimediare ad alcune criticità emergenti da riforme del
credito fatte per decreto-legge, senza una necessaria adeguata attività
istruttoria ed eccependo un'urgenza che in quei casi invece non c'era. Infatti,
se prendiamo ad esempio il comparto del credito cooperativo e andiamo a vedere
cosa ne dicono le relazioni della Banca d'Italia, noteremo che da nessuna parte
emerge una necessità ed un'urgenza d'intervento complessivo in quel comparto. E
quando poi si interviene sull'onda di una emotività o di circostanze
contingenti, accadono cose come quella che abbiamo dovuto gestire nel
provvedimento in discussione. Non so se fosse la sede opportuna per affrontare
il tema, ma vi ricordo che una riforma, quella delle banche popolari, adesso è sub iudice alla Corte di giustizia
dell'Unione europea per il semplice motivo che qualcuno ha riflettuto sul fatto
che neanche i regolamenti europei sono così draconiani da prevedere che chi
affida i propri risparmi a un istituito non venga rimborsato mai, che è
l'interpretazione data qui in Italia di una regola europea. Ci sarebbe quindi
da aprire anche un dibattito sul metodo, su questa nostra velleità di applicare
sempre ciò che viene dall'estero in modo estremamente penalizzante per noi
stessi. Fino a che noi non apriremo un dibattito sereno - e lo chiedo in questo
senso all'opposizione di sinistra - su questo tema, qualsiasi richiamo a regole
esterne verrà visto dai nostri concittadini, dai lavoratori italiani, più come
una volontà di aggressione nei loro riguardi, che come una volontà di aderire a
un progetto di ordine superiore. (Applausi
dai Gruppi M5S e L-SP-PSd'Az). Questo, se posso sommessamente dirvi dal mio
punto di vista, che è settoriale, limitato, di avversario politico, è il
principale problema che dovete risolvere.
Passando ai contenuti, perché
noto che mi devo avviare alla conclusione (ma in questa sede sul serio perché
non è come nelle conferenze dove poi si parla per mezz'ora), ci è stato detto
che noi, con misure condonistiche, avremmo in qualche modo intaccato ed eroso
il patto sociale. Occorre però ragionare su quale riteniamo sia lo scopo della
vita. A mia figlia a scuola hanno insegnato che gli articoli più importanti
della prima parte della Costituzione sono il decimo e l'undicesimo, perché sono
quelli che ci hanno consentito di entrare in Europa. Questo le è stato detto,
poverina. Io non l'ho contestato, perché per carità! Non sia mai per me entrare
nei percorsi didattici degli insegnanti. Però anche l'articolo 3 non è male. Lo
vogliamo leggere insieme? «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese». (Applausi dai Gruppi
L-SP-PSd'Az e M5S). Ce lo ricordiamo. L'austerità, intaccando questi
inderogabili doveri di solidarietà, ha messo, quella sì, a rischio il patto
sociale del Paese.
E che al termine di un periodo in
cui abbiamo visto aumentare i poveri si ricorra a interventi di rottamazione
che, a differenza dei precedenti, sono più accessibili (perché prevedono una
maggiore dilazione delle rateizzazioni), quindi offrono un effettivo ristoro,
non mi sembra che ci possa essere imputato come una grave violazione del patto
sociale o come un aggiramento dei doveri che il contribuente ha nei riguardi
dello Stato.
Dobbiamo capire a che punto
siamo: siamo in una situazione di estrema, tragica recessione, della quale -
ahimè - non riusciamo a vedere effettivamente la fine. E proprio per questo
motivo riteniamo parlando di una cosa della quale qui oggi non si tratta - che
l'impianto espansivo della legge di bilancio abbia una piena legittimità di
essere e possa contribuire a risolvere il problema.
È per questi motivi che dichiaro
il voto favorevole del Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d'Azione. (Applausi dai Gruppi L-SP-PSd'Az e M5S.
Congratulazioni).
(...nota: io però ho dettp Psdàz, con l'accento sulla "a"...)
(...avrei avuto delle cose un po' più strutturate da dire circa il provvedimento, ma siccome rigore è quando arbitro fischia e legge è quando esce in Gazzetta, prima portiamo a casa, e poi commentiamo. Non me ne vogliano gli operatori informativi: un modo per tutelarsi dalla loro tanto inesausta quanto certamente involontaria attività distorsiva è mantenere un minimo di décalage rispetto a quello che loro chiamano il "notiziabile": qui lo abbiamo sempre fatto, per metodo, e non sussistono motivi per deflettere proprio ora da questa bestpràctis...)