domenica 11 giugno 2023

Le grandi opere non escludono le piccole. Replica a un (non) ppdm.

Massimo Ciuffini ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "#sevedeva":

Forse la parte che più mi ha influenzato del Tramonto dell'Euro. Mi è capitato di inviarla (senza evidenziare la fonte) a molte persone di sinistra e ambientalisti (la mia "famiglia") e ricevere sempre consensi e condivisione sulla bontà del contenuto. Purtroppo è molto più facile unirsi sulla negazione delle ragioni della fazione avversa che su un programma di azione comune.

Paradossalmente, oggi lo invierei con la stessa attitudine a persone che si riconoscono con le politiche infrastrutturali di Salvini. Chissà che effetto otterrebbe?

Pubblicato da Massimo Ciuffini su Goofynomics il giorno 3 giu 2023, 10:12


Vuoi vedere l'effetto, Massimo? Eccolo:


Mi affretto ad aggiungere che se sicuramente Matteo ha letto questa pagina:


quando Lorenzo gli fece trovare il mio libro sul comodino, quasi altrettanto certamente le sue parole di oggi non sono influenzate da quella pagina di un distante ieri, ma dal buon senso, quel buon senso che permette a chiunque di comprendere che il "clima" è diventato l'ultimo rifugio delle canaglie che dopo aver devastato per incuria il nostro ambiente vogliono autoassolversi dalle loro responsabilità, magari perché sono in cerca di prestigiosi incarichi (ma chi troppo vuole nulla stringa)!

Per quanto io voglia sentirmi importante, arrivo ad ammettere di essere qualche volta inutile (e per dirla tutta aspiro a una più completa inutilità, come sa chi mi vive accanto: "se rinasco voglio essere inutile" è frase che molti mi hanno sentito dire)!

E ora parliamone.

Tu, Massimo, non sei un ppdm: ti conosco, ti ho visto in faccia, mi sono confrontato con te, sei una persona onesta intellettualmente. Non ti riconosci in un partito di destra come non mi ci riconoscevo io, ma questo, qui, non c'entra nulla, e anche altrove non dovrebbe entrarci. Ti sono debitore di alcune risposte che non sono riuscito a darti perché i tuoi temi non sono i miei, ma anche questo non c'entra.

Quello da cui vorrei affettuosamente metterti in guardia è il tuo lato canino: ognuno di noi lo ha, sono i riflessi cosiddetti pavloviani, dove il riferimento al cane non è minimamente inteso in senso offensivo, ma in senso storico: Pavlov scelse un animale intelligente per studiare i riflessi condizionati, forse perché intuiva che la principale fragilità delle creature intelligenti, ma anche il loro principale punto di forza, è la dimensione istintuale, e il modo in cui influenza la nostra reazione agli stimoli.

In altre parole, caro Massimo, se intuisco il velen dell'argomento, nel tuo commento grato, ma agrodolce, si cela il riflesso condizionato Salvini = destra = merda. Questa linea retta (su cui nella tua mente politica giacciono, fra infiniti altri, questi tre punti) ti conduce naturaliter a un ragionamento del tipo: "Vedi? A noi servirebbero le grandi opere, ma Salvini che è 'de destra' sta solo facendo demagogia per aiutare le mafie e le grandi imprese, devastando il territorio, mentre ecc. ecc.".

Eh, sì! Unirsi sulla negazione delle ragioni della fazione avversa è più facile, anche perché spesso non ci affidiamo a Marx per farlo, ma a Pavlov!

Per carità! Sono io il primo a dire, nei miei seminari politici, che non dovremmo mai deflettere dalla linea su cui giacciono i tre punti UE = PD = pasta di cacao! Sono io il primo a dire che (nelle sedi opportune) dovremmo essere più, e non meno, ideologici! Questo ci consentirebbe di deflazionare radicalmente tanti inutili dibattiti interni e di dare all'esterno un senso della direzione in cui vogliamo andare, che è opposta a quella di questo signore spettacolarmente ignorante dei dati, cioè è "meno Europa".

Però quello che vale per la prassi politica di un partito non vale forse per l'elaborazione intellettuale che facciamo qui: qui il riflesso pavloviano non ci aiuta, secondo me. Da nessuna parte è stato detto né pensato di sostituire le piccole opere con una grande opera. Il dibattito su quest'ultima quindi non può essere posto in dialettica con le prime, perché non sarebbe intellettualmente onesto, neanche sotto il profilo ragionieristico delle fonti di finanziamento (che saranno diverse).

In conclusione, caro Massimo: ho sempre affetto per te, ma il mio animale preferito resta il gatto! Con lui Pavlov non avrebbe avuto soddisfazioni, e su questo dovremmo aprire una riflessione. Il cane protegge il gregge, il gatto protegge le derrate. Lo fa perché mangia il topo (che forse dei tre è il più furbo, ma il meno intelligente: questa però è solo un'ipotesi, e se c'è un etologo che può aiutarci a valutarle gliene saremo grati). Il conflitto è nelle cose: la prima, suprema evidenza di quanto sia menzognera la pacchiana narrazione europea, in effetti, è la sua dimensione irenica.

Buona domenica e buona traversata. La sponda non la vediamo, ma c'è!

17 commenti:

  1. La sponda l'ha indicata "il migliore"(cit.):
    https://www.affaritaliani.it/politica/draghi-una-vittoria-della-russia-porterebbe-alla-fine-unione-europea-859484.html

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    1. Scusa Roberto, non è che avessimo bisogno di questa ulteriore conferma per sapere da dove ci viene il sedicente “più migliore”! E se da lì viene, quello che esterna in ambito geopolitico, economico, sanitario, ecc., è noiosamente consequenziale. Dopo di che, auguri a tutti: alla Nato e a chi vuole uscirne, con una sommessa preghiera che non è né può né vuole essere un consiglio: pensate laterale, e quindi, ad esempio, immaginate le alternative. Anche la vecchiaia, te lo confermo, non è così male…

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    2. Condivido totalmente. Il mio era un tentativo mal riuscito di enfatizzare che i russi stanno togliendo le castagne dal fuoco per molte vittime della cricca che dà ordini al "più migliore".
      Quindi per quanto mi riguarda il motto è keep calm e aspettiamo che i russi finiscano il lavoro. Ti sembrerò un sognatore ma mi sembra di intravedere la fine del sogno (incubo) neocon.

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  2. Non capisco quale sarebbe il problema se anche fosse…se la nostra battaglia é quella per la sovranità e i nostri nemici ci superano in numero e mezzi non capisco veramente cosa ci sia di male nello stringere rapporti e convenienze con chi quel divario potrebbe aiutarci a colmarlo.
    Semmai il tema (tutto politico, tutto riservato) dovrebbe essere quello di evitare di essere usati anziché usarli per raggiungere il nostro obiettivo (che oltretutto é veramente “ambizioso” e “cospicuo”).

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    1. Non riesco a capire dove si agganci questo commento.

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    2. "Vedi? A noi servirebbero le grandi opere, ma Salvini che è 'de destra' sta solo facendo demagogia per aiutare le mafie e le grandi imprese, devastando il territorio, mentre ecc. ecc.".
      Mi riferivo all’accusa non troppo velata che i giornali di “sinistra” (il Domani e il Fatto su tutti) rivolgo a Salvini circa la sua presunta vicinanza ai costruttori (WeBuild in particolare, che tra l’altro ha come secondo azionista lo Stato attraverso la Cdp).
      Esclusa ovviamente la cosa sulla mafia che fa ridere e non merita commenti, volevo semplicemente dire che non ci vedo nulla di sbagliato nello stringere “collaborazioni” che possono tornare utili.
      Ps. Ho apprezzato molto l’evento alla Camera e mi ha fatto piacere salutarla.

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    3. Questa poi è la migliore di tutte! Chi dovrebbe costruirlo un ponte se non un costruttore? Per il PD = pasta di cacao la risposta è semplice: un costruttore estero. Spiace, noi preferiamo sia un italiano. Tutto qui, senza allargare troppo lo spettro ddl ragionamento.

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    4. Vero.
      In questo senso avete fatto un buon primo passo nell’inserire nella riforma del Codice dei contratti pubblici la valorizzazione del fornitore italiano (o europeo) quale criterio per la valutazione dell’offerta.
      Se un giorno la casa comune non dovesse esserci più potremmo anche escludere le imprese europee…
      La concorrenza é bella quando é tra italiani, il resto si chiama Pd.

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    5. Accolgo con soddisfazione qualche restrizione giuridica alla concorrenza, se utile al sistema Italia (non dico di imitare la Germania) ma condizione necessaria, non sufficiente, non è il protezionismo, ma una certa flessibilità del cambio (difensiva), in assenza della quale... condivido in toto il tuo commento Giacomo.
      Aggiungerei che sia vitale ricostruire delle filiere di Stato, partendo anche dalle emergenze ecologiche che tanti agricoltori, e non solo, aihmé, subiscono sulla loro pelle.
      Ero un apicoltore, ne so qualcosa.

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    6. Di quello che ci siamo dicendo, come dimostra il Dibattito sviluppato in questo blog, il PCI era consapevole.
      Poi 1978...

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    7. Sul cambio flessibile siamo (inevitabilmente) tutti d’accordo qui.
      Come ha più volte ribadito recentemente l’Onorevole, il tema al momento si presenta con un’urgenza meno forte di quanto non potesse essere dieci anni fa.
      La svalutazione interna ci ha de facto quasi permesso di recuperare completamente il differenziale di inflazione con l’area del marco.
      Ma il tema rimane centrale e non solo per le numerose implicazioni politiche che l’appartenenza ad un vincolo esterno, di cui l’euro ne é lo strumento più forte, comporta ma anche sotto il profilo spiccatamente economico (come abbiamo capito): per poter tornare a crescere in modo sano e duraturo (la produttività) é necessario espandere la domanda interna e senza una politica fiscale espansiva questo é tendenzialmente impossibile.
      Formalmente delle tre politiche, la fiscale rimane sotto sovranità nazionale mentre quella valutaria e del tasso di cambio sono momentaneamente indisponibili (o quasi).
      Sostanzialmente però, senza la politica monetaria é difficile sostenere una politica fiscale espansiva (o comunque é più oneroso per il decisore politico, non potendo controllare ne’ il tasso di interesse ne’ l’eventuale monetizzazione del deficit).
      Ma il vero vulnus, che fin dai primi post il Professore ci ha evidenziato (o sarebbe meglio dire ricordato, dato che era scritto nei manuali base di economia) é che una politica fiscale espansiva non accompagnata da una flessibilità del tasso di cambio non fa altro che erodere i conti con l’estero facendoci accumulare il vero debito cattivo, ossia quello estero.
      Pertanto, se mai un giorno volessimo tornare a crescere aumentando gli investimenti (ad esempio con un programma massiccio di manutenzione del territorio piuttosto che con una politica industriale sorretta da finanziamenti da decine di miliardi) e aumentando la spesa pubblica (per ricostruire una PA letteralmente ridotta all’osso) l’unico modo sostenibile sarebbe attraverso un tasso di cambio flessibile.
      Dunque, sono d’accordo quando mi dici che il cambio flessibile é la migliore politica protezionistica nella misura in cui ti consente di attutire i colpi deflazionistici altrui e mitigare quelli inflazionistici interni (causati per l’appunto dall’espansione della domanda interna).

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    8. Per il secondo post, diciamo che ad un certo livello erano in moltissimi consapevoli.
      Pensa che in entrambe le decisioni di impiccarci al cambio fisso (o quasi come nel caso dello SME), ossia nel 1979 e nel 1997, la BdI era contraria (e non solo perché avrebbero perso potere) ma proprio perché erano consapevoli dell’insostenibilità dell’operazione (almeno Baffi riuscì a negoziare un alleggerimento del meccanismo con la banda larga).
      Tante cose si potrebbero asserire circa le ragioni sottostanti alle grandi scelte di politica economica prese in questo Paese negli ultimi decenni e tante di queste sono state presentate e spiegate su questo blog ma credo che in fin dei conti non esista una risposta unica; credo piuttosto che sia stata la sommatoria di queste, più o meno reali, più o meno disinteressate, ad averci portato dove siamo.
      Come una sorta di effetto palla di neve, una volta innescata era difficile fermarla.

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    9. Bellissimi commenti Giacomo.

      Non sono candido.

      Paolo Baffi era sostenuto al tempo della nomina 1975 da Enrico Barlinguer, Aldo Moro Presidente del Consiglio e Ugo La Malfa suo vice.
      Baffi si fece importanti nemici, fu incriminato per un fatto di vigilanza nel 1979.
      Tornando al rapimento e all' omicidio Moro, un ex parlamentare autorevole mi disse: Erik, Presidente del Consiglio era Giulio Andreotti, Ministro dell' Interno Francesco Cossiga, Enrico Berlinguer era per la "fermezza" (ho avuto un brivido mentre lo scrivevo), Bettino Craxi era per la trattativa.

      Non credo che Alberto mi pubblicherà 'sta roba, ma mi ha fatto bene scrivere.

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  3. E poi a me mi viene spontanea una domanda perché è vera la proporzione che ha scritto. in tanti non solo lui dopo sono raffigurati così ma solo perché tante figure x come tipo lei che hanno voluto operare insieme a Mister S. prima che entrasse in politica come docente universitario ha avuto una certa reputazione di rispetto dopo quando è entrato in politica visto che è entrato in politica sulla linea S. di conseguenza ha ricevuto la stessa "benedizione". Però una cosa ancora non mi torna perché con la signora Giorgia non lo fanno? Forse perché essendo una donna andrebbero loro stessi in contraddizione perché essendo una donna dovendo portare rispetto perché fa parte nel loro mondo del cosiddetto sesso più debole se facessero una stessa proporzione oltre che essere degli stupidi sarebbero anche dei sessisti ? vedo un po' di differenza di trattamento fra le due personalità , anche se poi ovviamente casi isolati gli animali da cortile ci sono lo stesso che quelli li si trova dappertutto.

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    1. Qui invece capisco l’aggancio ma un po’ meno il commento.

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    2. Eh 😅 ogni tanto evidentemente vado troppo, bajo in english in "Overthinking" e non mi capisco più nemmeno io , meglio "messaggio criptato" e se ha capito l'aggancio e quanto basta.

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  4. Caro Alberto, mi accorgo di questo post con più di un anno di ritardo. Sicuramente ho sempre avuto un debole per i cani piuttosto che per i gatti, ma i riflessi pavloviani io li attribuirei a Salvini piuttosto che a me. Le politiche che sta perseguendo da quando si è insediato come ministro di infrastrutture e trasporti non mi piacciono e non perché lui sia di destra. Sarebbe opportuno spiegare perché ma questa non è l'occasione adatta. Quel che mi preme è ringraziarti della risposta e scusarmi per non averti usato la stessa cortesia. Un caro saluto e buon goofy.

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