lunedì 12 giugno 2023

In memoriam

Nel post precedente citavamo una pagina dei libri (ton bibliòn). Oggi ve ne propongo un'altra, questa:

Il tassista de "L'Italia può farcela", il protogrillno che "Se sò magnati tutto!", ve lo ricordate certamente in molti. Pochi però notarono all'epoca, o almeno pochi, praticamente nessuno, mi fecero notare di aver notato dove mi stesse portando. Era stato il mio modo per segnalarvi, osservando la necessaria riservatezza, che un interesse per il nostro lavoro c'era stato, che un discorso stava andando avanti. Perché di avviarlo, quel discorso, me lo avevano chiesto alcuni di voi, e io non avevo motivi per non darvi retta.

Ma forse dovremmo fare un passo indietro, tornando qui, cioè qui, cioè qui:


Era il 23 agosto del 2011, io ero solo un associato di politica economica, fuori dai palazzi, ignaro della grammatica e della sintassi della politica, ma avevo capito come sarebbe andata a finire, e lo trovavo profondamente ingiusto. Se questo blog che non esiste ha avuto il successo che (non esistendo non) ha avuto, è, credo, perché molti di voi, nonostante foste stati, come me, educati da quei maestri di hate speech che sono i media a disprezzare Berlusconi, capivate che quello che stava succedendo era profondamente ingiusto, perché Berlusconi era stato voluto lì dagli italiani, magari non da noi, ma comunque da altri italiani. Era ingiusto che il sorrisetto di due personaggi su cui nel frattempo è calata la scure della Storia (questo e questa) fosse sufficiente a deporlo, ed erano assurde e pericolose le reali motivazioni di questa ardita operazione: spianare la strada all'austerità, al macellaretto col grembiule rosso (che poi sarebbe stato, ma io ad agosto 2011 questo non potevo saperlo, Mario Monti).

Mentre oggi quelli del codardo oltraggio si sbilanciano in servi encomi tutti personalistici, il cui unico scopo, come ci ricorda sempre Daniele Capezzone, è quello di mettere il proprio ego nel cono di luce lasciato dall'ombra del defunto di turno, qui mi limito a darvi solo una valutazione politica: il Dibattito, cioè questo blog che non esiste, ha sempre avuto ben chiaro che l'attacco sciacallo e vile cui Berlusconi veniva sottoposto all'epoca in cui iniziammo a parlare era un totale nonsense. Le condizioni in cui si trovava il Paese non potevano essere imputate a lui né tantomeno, come era uso fare nei salotti della sinistra pruriginosa e benpensante, alle intemperanze (effettive o presunte che fossero) della sua vita privata. Qui si consumò una tappa importante del mio distacco dalla sinistra: nella foga savonaroliana con cui questa riconduceva a un tema soggettivo, ad astio personale (abbondantemente intriso di invidia), le dinamiche oggettive che erano all'opera, e di cui evidentemente preferiva disinteressarsi, o peggio ancora che voleva nascondere ai propri elettori, nel timore che accadesse l'inevitabile (cioè che questi, riconosciuta la consustanzialità della sinistra con queste dinamiche oggettive, asseverata la sua natura di quinta colonna del podestà straniero, la abbandonassero, nonostante i suoi disperati tentativi di salvarsi aggrappandosi al salvagente bucato del "dirittismo").

Altro non voglio aggiungere: l'operazione "quella volta che mi disse..." o "l'ultima volta che l'ho visto..." la lasciamo volentieri agli altri. Mi limito a osservare che, in qualche modo, il Dibattito è nato, se non da lui, da quello che gli stavano facendo, e che ci stavano facendo: cioè, come ricorderete, dalla constatazione che i salvataggi che avrebbero dovuto salvarci (sottinteso: da lui, secondo la sinistra) non ci avrebbero salvato.

E così fu.

Del resto parleremo un'altra volta.

22 commenti:

  1. Fu una pagina orribile della nostra storia. Non ne siamo ancora usciti. Spero solo che sui libri del futuro una simile carognata e i suoi complici nazionali siano messi nella giusta luce. Se sarà così sarà stato anche grazie a lei, in una misura per nulla trascurabile

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  2. Fu un piccolo golpe bianco, o sarebbe meglio dire rosa.
    Purtroppo in tanti, troppi, a sinistra gioirono per la defenestrazione del loro peggior nemico, che consideravano tale perché così era stato designato per loro conto dalle quinte colonne di poteri sovranazionali militanti nella sedicente sinistra, o nascosti nei media e nella magistratura, e non si resero affatto conto che con lui veniva letteralmente buttato dalla finestra, insieme a quella che a torto o ragione consideravano acqua sporca, anche il bambino della democrazia.
    Evidenzierei anche che, forse con l'intenzione di preservare l'azienda e il partito che aveva costruiti da possibili attacchi speculativi e giudiziari, mancò di parlar chiaro ai cittadini su ciò che era accaduto e stava accadendo (posto che lo avesse capito) preferendo ritirarsi in buon ordine.

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  3. Ero un povero minorato mentale, in quel novembre del 2011 (mentre postavo su facebook sguaiate foto di brindisi a spumante nella notte delle dimissioni): "educato da quei maestri di hate speech che sono i media a disprezzare Berlusconi", ero del tutto incapace di discernere le dinamiche oggettive da quegli infami, sinistri interessi soggettivi che avevano schiavizzato il mio cervello sin dai primi anni '90, epoca della mia maggiore età. Fu solo grazie a questo blog inesistente che pochi mesi dopo cominciai a venir fuori dal mio kantiano stato di minorità. Di ciò le sarò sempre grato, caro Prof. E qui, con emozione non dicibile, mi taccio. Non prima di aver mandato un ideale abbraccio al Cavaliere, con cui condivido giorno e mese di nascita (cosa di cui, peraltro, mi son sempre immeritatamente vantato).

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  4. Grazie per questo post. Ricordo bene la gogna a cui si veniva sottoposti tra amici parenti e conoscenti nel criticare quello che stava accadendo. Non adeguarsi alla narrazione era imperdonabile. Chissà perché mi ritrovo sempre "prima" dalla parte sbagliata della storia, fra icattivi per intenderci, ma che poi "dopo" si rivela essere stata quella giusta.

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  5. Quando fecero fuori Berlusconi, io ero un dottorandino piddino in una piccolta facoltà di ingegneria di provincia. Nonostante il mio piddinismo, ricordo che obiettavo ai piddini giubilanti che mi attorniavano: "Guardate che non ha mica perso una elezione! Lo hanno fatto fuori i mercati: non è stato un esito democratico". Queste obiezioni, neanche a dirlo, facevano poco effetto sui miei interlocutori.

    Di lì a pochi mesi terminai il mio dottoratino. I fondi promessi per proseguire quella attività d'improvviso non si trovarono (c'entra forse il periodo austero? i miei referenti non me lo vollero spiegare) ed io mi ritrovai a lavorare in una grande unversità del Nord biondo e produttivo.
    Una volta arrivato lì, tra una lettura e l'altra di Scacciasestesso sul blog del Fatto, capitai sulla intervista di Borghi a Byoblu. Quasi quasi mi convinceva, questo Borghi, ma aveva un problema: era di destra, e Scacciasestesso parlava convincentemente di Bungalire, ed Elio e le Storie Tese avevano canticchiato così amabilmente di Bunga Bunga con Lele.

    Poco dopo, tuttavia, fu pubblicato il video fiume di Bagnai su Byoblu. Scoprii Goofynomics. Era convincente, questo Bagnai, era un accademico, era addirittura di sinistra! E stranamente, il suo messaggio e quello di Borghi coincidevano.
    Ci misi pochi giorni a fare il salto. Fu l'inizio della fine del mio piddinismo, un lungo percorso di rendezione che continua tutt'ora.

    Quindi, grazie, Silvio. Quella defenestrazione umiliante non fu vana. Per lo meno, per me, segna l'inizio della comprensione della manipolazione pluridecennale del piddinismo.

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  6. Sebbene in molti fossero (o ancora sono) all'oscuro di tutti i retroscena, le cattiverie, le bassezze di cui è stato oggetto, è come dici tu. Nelle persone, col passare del tempo, una certa consapevolezza è stata raggiunta. R.I.P. 🙏

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  7. Io allora (nell'agosto 2011) non c'ero, nel senso che in questo blog (che comunque mi pare esista, ma la mia è un'opinione /impressione soggettiva...) mi ci sono imbattuto quasi per caso, dopo aver visto nel 2013 un suo intervento nella trasmissione di Santoro del giovedì sera. Quell'articolo mi fece capire che ciò che avevo letto 10 anni prima a proposito della trasformazione della sinistra da reale soggetto politico impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori, a banale e
    vile strumento di propaganda al servizio degli interessi che a questi si oppongono (esito finale della dissoluzione nichilista del movimento comunista dopo il biennio 1989-91) coglieva assolutamente nel segno, e in tale quadro risultava chiarissimo che l'antiberlusconismo era chiamato a svolgere la funzione di collante ideologico e di mobilitazione quale versione 2.0 dell'antifascismo, ovviamente in totale assenza di fascismo (i girotondi, "Berlusconi fascista!" etc.). Fino d allora, mi ero psicologicamente rifiutato di "tirare le somme" di quella ricostruzione che pure, dal punto di vista della logica, non faceva una piega sotto i profili storico e filosofico, ed è stato proprio questo blog (ripeto: per me esiste, ma può darsi mi sbagli...) a svelarmi i modi e le scelte con cui la sinistra italiana ha concretamente realizzato la sua abiura e il suo tradimento alla causa dei lavoratori svendendosi a quella dei capitalisti, per giunta stranieri (mi scuso per la terminologia un po' veteromarxista, ma magari così si capisce meglio)



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  8. Si da un punto di vista "umano" Berlusconi è stato un "arcitaliano" di successo massacrato da altri rancorosi italiani ( nemo propheta in patria, in Italia soprattutto).
    Ma a me di Berlusconi più che su l' uomo interessa soprattutto un giudizio sul POLITICO perché due domande faccio ( e mi faccio) spesso :
    Questo imprenditore di successo ha fatto il bene di questo paese aldilà della ricchezza prodotta ( e le coppe vinte ) ?
    Questo politico di successo ha ottenuto qualche valido risultato POLITICO per questo paese?
    Io propendo per il no ad entrambe le domande e credo che "postmortem " sarà difficile santificarlo politicamente (quantomeno non come un ' altro "martire" della politica italica : il suo amico Craxi) , semplicemente perché nel 2011 non provò minimamente a lottare contro i traditori del Paese
    Se invece lo avesse fatto (e ne fosse sopravvissuto) oggi sarebbe morto presidente della repubblica .
    Ma forse in lui il gaudente imprenditore ha fatto sempre aggio sul politico : perché rischiare l' azienda ( e la vita) ?
    Se è come penso, umanamente lo capisco, ma politicamente non lo assolvo

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  9. Fu accusato di comprare rete 4 per quattro soldi , invece furono i Mondadori a pregarlo di comprarla in quanto altrimenti le perdite di Retequattro avrebbero affossato la Mondadori Editore . Fu accusato di frodare il fisco per la villa di Macherio ma l'operazione era regolare come poi fu sentenziato: era evidentemente regolare come a qualsiasi ragioniere doveva apparire . Aveva tutto il diritto di tenersi la quota Mondadori di Repubblica : in un paese con la magistratura non genuflessa molti (o tutti ?) dei suoi processi non sarebbero esistiti.
    Le polemiche assurde di gente che definiva le "passività" come "debiti" erano per me "fuori di melone" eppure i giornali ci facevano pagine.
    Quando entrò in politica mi convinse e non capii mai la mossa di Bossi.
    Pare che lui non lo disse mai , ma io spero che lo abbia almeno pensato . "Cul..... Inchiav......" deve essere riportato nei libri di storia.

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  10. Riporto, senza vantarmene, un mio tweet di ieri: "Santo subito gli uni, merda i rimanenti...
    Ma volete scrivere da adulti, per una volta, e salutare un uomo che se ne è andato o tacere di fronte alla morte?
    (Sono incorso nella stessa meschina partigianeria, un tempo mi è capitato, ma allora ero un cretino)".
    Non è perfettamente a fuoco sul tema di questo post, se non nella parentesi: credo che il ruolo storico di Berlusconi sia stato quello di un formidabile rivelatore di tossine (anche tra i suoi), di imbecilli e traditori.
    Forse sono ancora un cretino ma con certezza non sono un piddino (c'è cretino e cretino).
    Devo la mia metanoia a Goofynomics e SOLAMENTE a Goofymomics.
    E non dimentico, né questo né il 2011.

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  11. Non esageriamo, ecco!, non esageriamo. L'intervento del padrone di casa è molto più misurato e io immagino di condividerne lo spirito, almeno credo, ma nuovamente non i tempi. Il defunto non era uno sprovveduto, né il cappuccino cercatore di noci; sapeva il fatto suo e i suoi interessi, e non è facile tutelare un impero rimanendo incontaminato. Tuttavia convengo: rifulge, ma rifulge soprattutto rispetto alla totale, assoluta, stratosferica bassezza sociale dei suoi detrattori. E non mi riferisco né a Travaglio, né a Santoro, né tantomeno a Ezio Mauro; il singolo pensi ciò che vuole e misuri pure col suo l'altrui cuor, ma mi riferisco al partito che Bersani ha voluto plasticamente rappresentare con il suo intervento, nel quale è stato in grado di rinfacciare a Berlusconi di essere stato solo un falso liberale, cosa che aveva già espresso quando lui, e tutti gli altri amici, avevano creduto di essersene appena liberati, e disse: “La rivoluzione liberale la faremo noi.” Ma questo proposito intendevano perseguirlo anche da molto prima che il cavaliere venisse ad esistenza politica. E, non distinguendo liberale da liberista per ragioni culturali, loro hanno sempre inteso una pura rivoluzione liberista, cioè tecnicamente: la follia scatenata. Se, prima della defenestrazione voluta dai mercati asserviti agli interessi stranieri, erano arrivati a far ministro tal Padoa Schioppa per il solo fatto che si era augurato il ritorno alla durezza del vivere, quale altra prova occorre esporre per testimoniare la loro intrinseca ferocia? E quali mai avrebbero dovuto essere coloro da ricostringere al pane e cipolla? L'odiata piccola e media impresa? Solo quella? No, occorre guardare nei presupposti più intimi da cui la ferocia sgorga, e occorre risalire ai tempi insospettabili dei segretari dalle mani incontaminate, ma possibilmente anche a prima. Trattasi dell'assenza strutturale di una vera empatia e della presenza solo di un suo surrogato estrinseco. E per questo Berlusconi rifulge, perché al di là dei suoi immensi interessi, pure pronunciò frasi, che sono quelle che a me interessa ricordare adesso: “L'Italia è il paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze e i miei orizzonti.” Un gioiello, seguito, è vero, da altre frasi di sola propaganda, e pure irritanti, ma queste prime no, decisamente rimarranno scolpite. Allora si poteva credere che fosse tutto solo propaganda, ma i fatti hanno testimoniato a favore della sincerità di queste prime frasi, che, evidentemente, sgorgavano dal cuore. Nel cuore dei suoi detrattori c'è, invece, sempre stata solo una foglia secca, e vicinanza solo verbale e non veramente sentita con il popolo, per assenza intrinseca della dimensione empatica, e dominio della dimensione tecnica per costituzione originaria. Dunque il male è più profondo, assoluto, ma soprattutto irriscattabile. Berlusconi non può che rifulgere, anche se io, ad esempio, penso che abbia distrutto il calcio italiano, per dire. Anche qui ha messo passione, e parecchi miliardi, ma gli piaceva troppo vincere, e troppo poco partecipare, e, per fare bene allo sport, vale più questa seconda; ma questa è un'altra storia.

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  12. L'interesse ci fu ma, visto com'è andata dopo, la comprensione un po' (tanto) meno.

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  13. si dice che tutte le "cose" intendendo per tali le "mode", gli "usi" i "costumi", ma anche le crisi finanziarie e non, le tendenze e quant'altro avvenga negli USA, prima o poi arrivano qui da noi. Beh...Berlusconi è riuscito ad invertire questa tendenza ed ha esportato OGGI negli USA quello che qui da noi è avvenuto nei suoi confronti: la distruzione giudiziaria di un nemico politico. Il Re è morto, lunga vita al Re.

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    1. Ma il watergate? (intercettazioni illegali)

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    2. @Erik_Babini: sì, ma ecco il convitato di pietra, di cui anche stiamo qui dicendo da un po'. Certamente sul giornalismo ci hanno potuto dare la pista. Certamente il giornalismo moderno è nato prima oltreoceano. Ma molto prima però, e molto prima è marcito, appunto! Ricordo lo sconcerto con cui ascoltai tanti anni fa il nostro, pur bravissimo giornalista, Gianni Minoli che su raistoria se la ridacchiava, ebbene sì, con Paolo Galimberti, anche lui, per il resto, molto bravo. Se la ridacchiavano di soddisfazione per il potere immenso del loro mestiere proprio in relazione all'evento a cui ti riferisci, naturalmente sorvolando su quello che metti tra parentesi, e anche sulla estraneità dell'accusato, che cadde non perché fosse veramente il mandante, ma perché, essendone venuto a conoscenza successivamente, aveva "mentito" dicendo che non ne sapeva nulla. Da noi si chiama trappola per il topo, una trappola che ha una componente necessariamente sofista naturalmente. Poi se la ridacchiarono pure del fatto che nel 60, mentre Nixon si preparava e studiava gli argomenti prima del famoso scontro, l'altro eroe prendeva il sole sul palazzo della televisione. Dissero: "Aveva già capito l'importanza dell'apparire", e certo!, sul mezzo di cui essi sono i dominatori, al cospetto del quale, anche due così bravi giornalisti sembrano essersi fumato il cervello, incapaci di vedere la mostruosità che si si para evidente davanti agli occhi. Oltreoceano al Moloch moderno venivano sacrificati primogeniti parecchio prima che la moda arrivasse qui da noi.

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    3. Grazie per la gradita e bellissima (come al tuo solito!) risposta.
      Vedi, la condizione naturale, nella nostra società, è la depressione.
      Chi non lo è, ha un disturbo.

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  14. I salvataggi che avrebbero dovuto salvarci, facendo crollare l'ultimo governo guidato da Berlusconi, non solo non ci hanno salvato ma, come ci ha insegnato la Storia e come ci aveva preannunciato Lei, ci hanno regalato con Monti la peggiore e lunga recessione dopo la fine della seconda guerra mondiale. Questa terribile contraddizione delle politiche rigoriste, imposte dall'UE e sposate dalla sinistra con fede incomprensibile, generò in me, fino ad allora militante o simpatizzante critico di quella parte politica, una crisi profonda. Non riuscivo a comprendere l'illogicità di politiche economiche antipopolari e assolutamente dannose per i lavoratori, sostenute da partiti sedicenti di sinistra, uniti soltanto nella individuazione delle pesanti difficoltà dell'Italia nel male assoluto rappresentato dal nemico Silvio Berlusconi. La crisi trovò una razionale e lucida risoluzione nella lettura dei suoi scritti economici sul blog del FQ e su quell'articolo pubblicato da Micromega che rilessi più volte, fino allo sfinimento. Da lì la scoperta di questo blog, del quale nessuno parlava (forse perché non esiste), la cui lettura mi permise faticosamente di "unire i puntini" e sanare le troppe fratture del racconto politico ed economico del mio Paese e dell'Europa che mi era stato confezionato fino ad allora.
    Devo quindi a Silvio Berlusconi un profondo ringraziamento, non avendo mai fatto parte dei suoi ammiratori e avendone più volte giudicato negativamente l'operato, perché con la sua caduta nell'autunno del 2011 la mia vita cambiò radicalmente e crollò in blocco tutta la falsa narrazione dell'economia che giornali, libri e televisioni avevano negli anni costruito.
    Grazie a Berlusconi, perché mi ha permesso di conoscere questo blog (che non esiste) e il suo Autore.

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  15. Quando morirà Prodi (tutti devono morire), il suo avversario politico e ns avversario per tutto ciò che fece e continua a fare, vedi MES (ma non il solo), forse stapperò una bottiglia di quelle buone anzi di sicuro e credo che tale evento susciterà molto meno rammarico che per la dipartita del Cav.

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  17. Comunque la si pensi politicamente, credo che a Berlusconi nessuno possa negare che ci ha sempre "messo la faccia". E non e' banale in un mondo di "nani e ballerine" ( come i giornaloni definivano il suo entourage, incapaci invece di guardarsi dentro o solo timorosi che avrebbero visto di peggio ). Dalla partecipazione ai funerali di Craxi allo stare sul palco a fianco dell' amico e collaboratore Dell' Utri incriminato di reati di mafia ( e quindi mediaticamente poco conveniente ). Invece, per chi vota centro destra, non si puo' che dirgli grazie, per non avere premesso alla sinistra di andare al potere gia' 30 anni or sono, visto come ha regnato negli ultimi 10.

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  18. Gli avversari si combattono politicamente con la forza delle idee... non con altri mezzi ...sono cattolico non me ne vergogno riposi in pace ...amen

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