lunedì 24 luglio 2023

Instant QED: l'elettrico e il carbonio

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Ora, farsi dare del negazionista da uno stronzo ci sta. Lo quereli, dopo di che te ne dimentichi. Ma farselo dare da un completo coglione è una cosa un po' diversa: magari il giudice gli accorda il beneficio della seminfermità mentale! Perché credere che produrre un pannello solare non generi CO2, tanta CO2, è da completo cretino, da caso psichiatrico, come sono casi psichiatrici, pericolosi a sé e agli altri, tutti quelli che vedete ragliare di "green" in giro per i social senza alcuna considerazione sul ciclo di vita dei prodotti che vogliono venderci, e quindi di quale ne sia il beneficio ambientale complessivo in termini netti.

Ma a questo tipo di "ragionamenti", qui, ci siamo abituati...

18 commenti:

  1. Posto che il coglione non è Shellenberger, mi chiedo a chi lei si riferisca.

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    1. Oggi sono tornato a Roma da Treia. C'erano 41 gradi (un po' tanti, in effetti), ma l'umidità era intorno al 36% e c'era vento, non si stava poi male. Non al punto di perdere la capacità d'astrazione.

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    2. Che peccato, se fosse passato a trovarmi le avrei offerto una bevanda dissetante, poco alcolica e con un pò di CO2...

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  2. Tutto a carico del contribuente (qui ne abbiamo parlato parecchio) e neanche risolve! Se si deve scegliere chi aiutare è meglio optare per altre cose! Io ormai provo un certo fastidio a parlare di qualcosa che offre a potenza di picco 5/ 6 ore di energia ovvero 5/6 Kwh su 24 ore.
    Forse l'unico utilizzo furbo (ma ancora non vedo sviluppi) sarebbe abbinare il fotovoltaico al condizionamento estivo.

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    1. Il fotovoltaico e tutte le relative opere connesse alla modernizzazione e crescita della rete elettrica nazionale, sono inquadrate come "infrastrutture strategiche" per la sicurezza energetica. Questi sono aspetti che spesso non vengono colti nella loro totalità: il fatto di poter collegare un generatore (che sfrutta energia liberamente disponibile in ogni punto del globo) ad una rete elettrica e che questo possa alimentare indistintamente sia il carico del consumatore (vedi climatizzatore, oppure tornio o forno di un'industria) sia immettere energia a disposizione di altri utenti, è un traguardo tecnologico e "normativo" di notevole importanza. Possiamo chiamarla "democratizzazione dell' energia elettrica" e questo a mio avviso è il più grande successo delle fonti rinnovabili.

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    2. Puoi dirmi quale è il costo di un KWh fotovoltaico puro, al netto degli incentivi a Trento, Roma e Palermo diciamo in inverno, autunno primavera ed estate?
      Quando feci la tesi nel '75 con il prof. Caputo a Roma, il titolo era: "Il problema dell'inserimento degli impianti di pompaggio nel sistema di produzione dell'energia elettrica" . Il costo di tali impianti per Kw installato era pari a quello di una centrale nucleare di grande potenza, diciamo 1000 MW ed all'epoca si pensava che in Italia potessero esserci solo 4 siti possibili e mi pare che tali siano rimasti, verificai che tali impianti fossero remunerativi e potessero essere adeguatamente inseriti nel sistema e tali si confermano.
      Le fonti rinnovabili sono soprattutto l'drico fluente almeno in Italia, e rappresentano oltre il 40% del totale (costo marginale del Kwh praticamente nullo).
      Il diagramma di produzione dell'EE è una piramide dove alla base si trovano appunto gli impianti idrici fluenti e i geotermici, (allora insieme a quelli nucleari) ovvero i più competitivi e ciò è legato alle ore di funzionamento annuali al netto delle ore di manutenzione.
      La copertura del diagramma era in termini di priorità legata a tre criteri(ENEL 1975):
      A)Massima convenienza economica assegnata a 1)idrofluente 2)geotermica 3)nucleare 4)energia da combustibil fossili.
      B)Pieno soddisfacimento delle necessità di esercizio rispetto alle variazioni di carico etc.
      C)Possibilità di idoneo sviluppo degli impianti di ciascun tipo.
      Allora mi chiedo, oggi, questi impianti fotovoltaici che non garantiscono le condizioni A) e B) precedentemente esposte, come possono essere inseriti adeguatamente nel sistema?
      Soprattutto considerando che i costi per dare 8760 ore di funzionamento annuali con soli impianti fotovoltaici alla pari con gli altri impianti, implicano almeno di quadruplicare l'installazione di detti impianti e soprattutto di trovare adegati sistemi di stoccaggio dei surplus energetici.
      Proprio concetti che io non capisco e mi devi scusare ma buttare soldi del contribuente non è cosa che mi piace.
      Poi sai, se i criteri sono cambiati allora dovrei tornare all'ENEL a impostare una seconda tesi dato che in questa materia occorre andare davvero con i piedi di piombo e non correre dietro le chimere green.

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    3. Buongiorno Alberto, provo a sgomberare ogni dubbio rispetto la sua domanda: ritengo che i fabbisogni elettrici del nostro paese (290 TWh/anno) alimentati al 100% da fonti rinnovabili intermittenti (Fv-eolico-idroelettrico ecc.) inneschino talmente tante complessità nella gestione e sicurezza del sistema elettrico nazionale da rendere questo scenario inattuabile; penso anche che la percentuale di equilibrio dove queste complessità non possono intaccare e/o annullare i vantaggi delle fonti rinnovabili, sia da identificare nella misura dell' 80% mentre per il restante 20%, in attesa del nucleare, il gas naturale sarà la fonte principale. Consideri però che un paese come l' Islanda che consuma 20 TWh di energia elettrica l'anno, è alimentato al 100% da fonti rinnovabili (65% geotermoelettico e 35% idroelettrico). La questione è sicuramente molto più complessa di come io la possa immaginare e/o descrivere ma sono anche convinto che spesso alcuni "schemi" e meccanismi inesorabilmente si ripetano nel tempo e vedo molte analogie tra quello che è successo negli anni della crisi petrolifera (e gli anni della sua Tesi) e le crisi attuali del gas. Spesso lo sviluppo di determinate tecnologie e/o sistemi di generazione elettrica non sono legate semplicemente al minor costo del kWh generato ma piuttosto a macro eventi ed accadimenti esterni che ci portano a fare scelte diverse. Partiamo con un parallelismo della situazione energetica del 1974 e dalla piramide di "priorità" che Enel assegnava alle fonti: (A)Massima convenienza economica assegnata a 1)idrofluente 2)geotermica 3)nucleare 4)energia da combustibil fossili; B)Pieno soddisfacimento delle necessità di esercizio rispetto alle variazioni di carico...
      Nel 1974 la produzione elettrica totale era di 148 TWh, di cui 40 TWh da idro (27%), 2,5 TWh da geotermico (1,6%) 3,5 TWh da nucleare (2,3%) e circa 70% da fonte fossile (carbone e olio combustibile) - fonte: https://download.terna.it/terna/0000/0837/47.PDF -
      Secondo la logica dei punti A) e B), quale sarebbe stato il vantaggio di sviluppare in Italia il geotermoelettrico (anche se storicamente aveva gli stessi anni dell' idroelettrico) ed il nucleare? Sarebbe bastato investire esclusivamente sull' idroelettrico, realizzare nuovi sbarramenti e nuovi bacini distribuiti sul territorio nazionale ed arrivare alla copertura del 70% per avere un sistema a costo/kWh basso. Molto probabilmente le complessità di un tale scenario (orografia del territorio, impatti ambientali e sottrazione di terreni abitabili a causa dei nuovi bacini ecc.) non hanno reso realizzabile un tale progetto. Perché dopo le varie crisi petrolifere e lo stop al nucleare abbiamo integrato il gas con i cicli combinati andando ad efficientare molto meglio di altri paesi il nostro parco produttivo? Quindi come spesso accade ci sono dei fattori esterni che possono influenzare determinate scelte anche se non esclusivamente legate al costo/kWh. Il fotovoltaico è una delle tecnologie a fonte rinnovabile che rispetto a tutti gli altri scenari può partire dal basso ed offrire uno scenario di generazione elettrica "distribuita” e la conferma di ciò viene anche da tutti quegli imprenditori o cittadini che hanno potuto beneficiare di un impianto fotovoltaico per compensare la crisi dei costi energetici degli ultimi 2 anni. E' probabilmente la forma di autoproduzione di energia elettrica più "democratica che esista", con tutti i suoi limiti.
      P.S. sarebbe utile ricavare il costo del kWh da fonte nucleare dal 1963 ad oggi! Quando ho un attimo di tempo provo a calcolarlo...

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    4. Confermo i dati da te esposti per il '74.
      Geotermico aveva già raggiunto il massimo disponibile di 320 MW utilizzati alla punta invernale nel '74 e tali previsti fino al 1990, Idrici ad acqua fluente 1450 MW (e tali previsti fino al 1990),Idrici a modulazione e regolazione 7530 mw (e tali previsti fino al 1990) Pompaggio 2800 MW (previsti 8.400 Mw entro il 1990), nucleari 1450 MW e 60000 MW al 1990 (43,5 % del totale nel 1990), Termoel. 27150 MW e 60300 nel 1990.
      Potenza totale disponibile alla punta invernale nel 1974 pari a 40.700 MW (138000 MW previsti nel 1990).
      Sappiamo come è finita col nucleare in Italia, mentre i programm previsti altrove sono andati avanti rispetto alle previsioni.
      Rilevo solo che il totale idrico compreso il pompaggio era previsto nel 1990 ad un totale percentuale di 12,4 % in termini di potenza disponibile e oggi siamo intorno al 30% (dato stimato) mentre i nucleare doveva coprire il 43,5% e il termoelettrico il 43,7%. Ovviamente la differenza è stata coperta da acquisizioni estere (Francia in primis nucleare, il che dimostra l'idiozia italica) e da termoelettrico.
      Sul resto mi sono già espresso, non vedo un grande futuro per il fotovoltaico per gli intrinseci limiti che ho già esposto e per la sua situazione reale.
      In termini di incrementi questa (incremento del + 3,3% ANNUO in produzione)è la situazione dal 2014 al 2022 e 1272 ore di annue di produzione a potenza di picco (28 TWh prodotti nel 2022 a fronte di 22 Gw totali installati ovvero circa il 15 % di un impianto idroelettrico o termoelettrico e circa 1272/365 GG ovvero una media di 3,48 ore su 24h giornaliere di fornitura.
      Roba da spararsi sui coglioni per uno che abbia un cervello minimamente attento all'economia del suo paese (ovviamente non riferito a te ma a chi dovrebbe occuparsi a livello aziendale e politico, soprattutto UE di questa autentica ignominia) (ovviamente impossibile trovare in chiaro questi dati come i costi puri di 1 kwh fotovoltaico) usia in termini di efficienza che di costi al kwh abbondantemente coperti da Pantalone!
      E ancora compriamo EE da estero in abbondanza (circa il 20% del totale a febbraio '23 con incremento '22 su 23 del 33%)!

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    5. Ciao Alberto, purtroppo o per fortuna ci sono diverse strade per raggiungere determinati obiettivi e non è detto che una strada sia più giusta dell' altra. Vorrei però darti un' ulteriore chiave di lettura per lo sviluppo delle fonti rinnovabili "distribuite" (e nel dettaglio il fotovoltaico) e gli effetti indiretti che può produrre nel sistema paese di cui nessuno parla: l'ammodernamento e potenziamento della rete elettrica BT/MT. Riporto un caso pratico. Ogni volta che si richiede la connessione di un impianto FV al gestore di rete locale, vengono addebitati al produttore/proponente i costi di potenziamento ed adeguamento della linea e di tutte le opere necessarie alla connessione (così può capitare frequentemente che per connettere un impianto FV da 1 MWp, sia necessario potenziare un tratto della linea area MT sostituendo i cavi che hanno più di 20 anni e non hanno la giusta sezione per sopportare il carico massimo). Questi interventi che arrivano tranquillamente a superare le centinaia di migliaia di €, sono interamente pagati dal produttore ma restano o diventano di proprietà del distributore di rete che in questo modo ammoderna e potenzia la rete elettrica pubblica utilizzando però esclusivamente capitale privato mentre la linea MT "ripotenziata" rimane a servizio di tutti i cittadini. Questo è un ulteriore esempio delle esternalità positive indirette generate dallo sviluppo della generazione distribuita sul nostro territorio.

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    6. Capisco! Il risvolto è senz'altro positivo.
      Caro Fabio di cosa ti occupi?

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    7. :) lavoro in un' azienda nelle Marche che si occupa di impianti elettrici industriali e seguo lo sviluppo di progetti per l'efficientamento energetico delle imprese e la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili.

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  3. Il livello di cialtroneria del giornalismo professionale, quello serio, è arrivato a spacciare un bacino artificiale che viene svuotato periodicamente come un lago naturale prosciugato dal cambiamento climatico: sono dei falsi volgari e dozzinali, per cui la buona notizia è che i nostri nemici non brillano certo per intelligenza: http://europadeipopoli.org/2022/Rassegna/Ceresole.html

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  4. Il punto da capire è come gli "addetti alla normalità" siano così distratti.

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    1. Ciò che temo, è che lo sforzo dell' istituzione psichiatrica, è storicamente teso negli ultimi decenni a medicalizzare intensi stati d'animo, scatenati da un consapevole o meno consapevole conflitto tra l' identità di un individuo e la funzione normativa della società (scuola, famiglia, lavoro ecc. plasmata da media e likecrazia- meccanismo alla base della socievolezza dell' essere umano dai fenomeni di urbanizzazione in avanti, ora esasperante e più invadente), cioè omologante e tesa all' annullamento di un già precario sé, allo scopo di rendere l' individuo più incline all' accettazione dei condizionamenti della collettività, generando una dialettica tra identità e alienazione dal sé, pena l' emarginazione, l' esclusione dalla società (dai condizionamenti, autoritari o meno, della quale un irriducibile desiderio di scoprire e conoscere se stessi, la propria intima identità si sforza di emanciparsi) avvolta però da un paternalismo democratico (quando va bene) che si prodiga a mantenere una parvenza di vita sociale, in quanto non esiste una vita, se viene negata la possibilità di manifestare i propri bisogni e il proprio dissenso.
      Ora qui, invochiamo la psichiatria per reagire ad un becero e inquietante tentativo sistematico di delegittimazione esistenziale dell' avversario politico, ma è più probabile che la psichiatria assecondi questi tentativi, rispetto al nostro auspicio di prendersi cura dei vari fanatismi via via incontrati in questo blog.
      Queste considerazioni, sono all' origine di quell' inquetitudine che ho più volte, da qualche anno a questa parte, manifestato alla nostra community.
      Riflettiamoci.

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  5. Il Piddino ritiene di poter regolare con appositi dispositivi normativi l'andamento del clima; ma ritiene disdicevole anche solo pensare di poter, con appositi dispositivi normativi, regolare il movimento dei capitali.
    Fa ridere, non fosse che è tragico e pericoloso.

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    1. Credo che non ti sfugga il legame fra queste due fattispecie così apparentemente distanti.

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    2. Sono un silenzioso seguace da più di un decennio. A unire i puntini fra euro e green ho imparato qui (e te ne ringrazio).

      Aggiungo a questa conoscenza le mie osservazioni di prima mano, dato che il mio ambiente lavorativo è frequentato per la stragrande maggioranza da piddini international, che vivo e lavoro all'estero da ormai più di un decennio e che il mio Paese di adozione è intriso di piddinismo fino alla disperazione (a destra o a sinistra, tra i nativi e tra i pakeha... nessuno si salva).

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  6. ...è iniziato un nuovo giorno. Devo farlo ora, pensai, ma non riuscivo a staccarmi dal tavolo della cucina. Era come se tutte le forze mi avessero abbandonato e qualcuno fosse venuto alle mie spalle e avesse tolto silenziosamente un tappo dal mio corpo. Appoggiai i gomiti sul tavolo e nascosi la testa fra le mani.
    In quell' oscurità riuscii a scorgere una pioggia che cadeva nel mare. Cadeva silenziosamente sull' immenso mare, senza che nessuno potesse vederla.
    Continuai ad avere davanti agli occhi quell' immagine, fino a che qualcuno mi si avvicinò e mi appoggiò con delicatezza una mano sulla spalla.

    Haruki Murakami, A sud del confine, a ovest del sole, p. 207, ultima pagina, il romanzo finisce così.

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