Murmur ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Epistemologia for dummies: paradigmi e rivoluzioni nel pensiero di Kuhn":
Buonasera,
consapevole che per lei il tempo è una risorsa molto scarsa, commento comunque questo vecchio post perché ritengo che troverà il contenuto meritevole di quei 5 minuti necessari alla lettura.
L'antefatto è che nel 2017 Hossenfelder su Nature criticò le capacità di auto-correggersi della comunità scientifica, con un focus in particolare sulla fisica fondamentale, quella oggetto degli esperimenti dei grandi (e costosi) acceleratori.
In risposta, un collega le mandò la seguente email. Un letterale "tengo famiglia" in cui credo riconoscerà alcune delle disfunzionali dinamiche accademiche contro cui lei stesso si è più volte espresso.
Materiale da archiviare, nel caso le capitasse di incontrare nuovamente i ricercatori del Gran Sasso!
L'email:
"Actually, I would like to ask you next time think not only about short-term personal benefits but about the community in general. You understand what consequences your publication might bring for our community? What are all these Beyond Standard Model-builders with
exaggerated self-opinion going to do afterwards? What about experimentalists who survive hiding inside big multi-TeV collaborations? Can you offer them all any decent employment
alternatives? Some of them have families & young children, some of them are already too old to get employment elsewhere, for some of them academia is the only way to get US visa ...
If you like, yes, what we created is a bubble, but it helps thousands of those guys and their families not to die from hunger. We all do the same stuff, and have some trade secrets. For example, I am one of the authors of the so-called [……] model, pretty useless stuff, old refurbished [….] with a couple of new blows and whistles, but if people buy this [….] crap and it helps them to get grants, who cares? For people who pay us, all we do is just noise.
They have zero idea that elementary particles exist; they pay us from public funds (not from their own) and basically pay for “something cool”, some new crazy hype, which they need either to include into their science spending reports or (in case of universities) to attract students.
Your paper made a lot of noise, and most likely will affect redistribution of High Energy Physics funds towards other areas, but I doubt that you will be able to suggest and implement any organizational changes. Also, any changes of “quality criteria” which would demonstrate uselessness of somebody’s work will have zero chance of approval. […]
I understand that all what I wrote above might sound a bit harsh (sorry for this), but this is how our society is built; and this is not only a problem in the High Energy Physics community but also exists in all other areas. My heart is bleeding when I regularly see bright and intelligent persons with independent ways of thinking leaving academia or getting kicked out, whereas obedient idiots remain, but there is nothing we can do those who get kicked out usually find better opportunities outside of academia; those who remain in academia accept the rules and enjoy the comfort of academic life. Of course, sometimes there are exceptions like string theorists Smolin and Woit, but I doubt you would like to share their destiny."
Il video completo:
Pubblicato da Murmur su Goofynomics il giorno 16 feb 2025, 18:38
Diciamo che senza essersi letti il post cui si riferisce questo commento (cioè senza aver ascoltato il video dell'intervento, che forse dovrei "sbobinare") il contenuto di questa lettera si apprezza di meno, e forse scandalizza di più. In realtà la Sabine, che mi avevate segnalato, la prende un po' troppo sul personale: è sempre stato così, e nonostante tutto ciò, ovvero nonostante la scienza, l'umanità ha progredito... Non odiate gliScienziati: sono dei poveri cristi che tengono famiglia! Se deponessero l'arroganza nessuno li pagherebbe, il loro personaggio deve obbedire a certe regole. Non sto poi a ripetervi che queste dinamiche si applicano in modo identico al mondo dell'economia. Possiamo sostituire i LHC con i DSGE (per dirne una) e alla fine il discorso sarebbe pressoché perfettamente replicabile! Ma, ripeto, ciononostante la conoscenza avanza, e la cosa su cui secondo me dovremmo concentrare l'attenzione non è tanto l'esistenza e il costo di questo autoreferenziale clero di tromboni della "matrix", quanto i meccanismi attraverso cui lavorando alla matrix questi esseri intrinsecamente, disperatamente, irrevocabilmente ottusi aprono la strada al glitch, al clinamen, all'anomalia creativa e creatrice.
Comunque, dal mondo della scienza oggi viene anche una buona notizia, questa:
Sembra una probabilità piccola, ma non lo è. Siamo però su dimensioni molto inferiori a quelle di Chicxulub, quindi non possiamo contare su questo aiutino astronomico per liberarci dai draghi come la Terra si liberò dai dinosauri. Sarà un bel regalo per il mio settantesimo compleanno: avremo visto anche questo...
(...consiglio pratico: se vedete un forte bagliore in cielo, non avvicinatevi mai alle finestre, ma anzi allontanatevene il più possibile. Se ignorate i motivi di questo consiglio disinteressato, potrete apprenderli qui. Occhio perché quello del 2032 sarà dalle tre alle nove volte più grosso..)
Occhio però che mutatis mutandis la Hossenfelder sta alla comunità scientifica come Beppe Grillo sta a quella politica. Se il dito di Kuhn indica la luna possiamo scegliere di guardare il dito, ma converrebbe almeno non morderlo.
RispondiEliminaEhm...
EliminaMi vedo costretto a citare me stesso: "Diciamo che senza essersi letti il post cui si riferisce questo commento (cioè senza aver ascoltato il video dell'intervento, che forse dovrei "sbobinare") il contenuto di questa lettera si apprezza di meno, e forse scandalizza di più. In realtà la Sabine, che mi avevate segnalato, la prende un po' troppo sul personale: è sempre stato così..."
Aggiungendo un corso accelerato di lettura fra le righe, vedrai che salterà fuori quello che tu ci segnali. Restano due punti: il primo è che ogni scienza è umana, troppo umana; il secondo è che questo non le impedisce di progredire.
Sugli ultimi due punti non posso che concordare, vedendo la ricerca dal di dentro. D’altra parte sono qui dal 2013, quel post l’ho letto e commentato. Mi pare però che un lettore meno accorto rischi di perdere di vista il condivisibile contenuto epistemologico per fermarsi alla descrizione degli scienziati in termini di un “autoreferenziale clero di tromboni” “disperatamente irrevocabilmente ottusi”. Non siamo tutti così, e in un momento di crisi verranno utili proprio quelli di noi che non sono così.
EliminaScusa, devo integrare la definizione: “disperatamente e irrevocabilmente ottusi e corporativi”.
EliminaTutto un magna magna insomma, casta cricca e corruzione in LHC
EliminaMa no, ma no! Scusa: mi fai un esempio di un altro economista che vi abbia spiegato la teoria delle aree valutarie ottimali (traendone le conseguenze)? Non credo ci sia. Perché dovrei essere sfortunato io? Perché dovrei pensare che sugli altri campi dello scibile pascolino dei buoi differenti? Non lo credo. E non è questione di magna magna. Il conformismo e le cantonate fanno parte del meccanismo di costruzione del paradigma. Ho assistito a discussioni private fra scienziati più scienziati di te. Mi sono divertito molto.
EliminaA priori non mi aspetto differenze tra le abitudini dei buoi, ma ne ho notata qualcuna a posteriori tra il pascolo degli astronomi computazionali e quello degli economisti (più precisamente dei regional scientists). Intanto la frequenza delle desk rejection: da noi si va quasi sempre al referee, almeno nei tre giornali principali (ApJ, A&A e MNRAS), mentre da loro capita spesso che ti rispondano di andare a quel paese prima ancora di concederti una valutazione tecnica. Poi la durata del processo di revisione, che dal lato economia mi pare più lungo e doloroso, con riviste anche secondarie che richiedono revisioni multiple e alla fine ti impongono arcane danze lessicali attorno al totem delle policy implications (che noi non abbiamo, almeno al prim'ordine) o sacrifici sull'altare dell'external validity (che in astrofisica è spesso data per scontata, forse sbagliando). Inoltre il panorama delle riviste è più frammentato, con una coda più lunga, mentre per noi ci sono in sostanza solo le tre che ho menzionato sopra e se pubblichi altrove sei subito additato come uno scappato di casa. Tutti dati che mi fanno pensare che ci siano differenze sostanziali nell'importanza dei fattori sociologici, che pure sono presenti e simili ovunque. D'altra parte uno ha necessariamente l'esperienza personale come punto di partenza per generalizzare verso altre direzioni; solo non gettiamo il bimbo coll'acqua sporca.
EliminaEggnente, mi vuoi proprio costringere a riconsiderare una categorizzazione che mi ripugna, quella fra scienze umane e scienze dure. In linea di principio la trovo futile (prendendola alla lettera: so bene che è giustificata da un percorso storico ben noto!) perché non ho mai visto un gorilla con un regolo calcolatore nel taschino. D’altra parte però forse uno scimpanzé o qualche altro nostro lontano cugino ormai dovrebbe aver capito che qui non si butta niente, nemmeno l’acqua sporca!
EliminaEppure nel leggere Kuhn mi sembrava di essere stato chiaro!
Al netto della gratitudine che ti devo per la piacevole analisi sociologica (ogni giorno se ne impara una), insisto sul fatto che un uomo di lettere dovrebbe sapere che “quell’imbecille [Cottard] era un ottimo medico”, e che il fatto che la maggioranza della professione scientifica, come di tutte le professioni, sia fatta di ottimi professionisti (in senso proustiano!) non toglie nulla alla funzione sociale dei sullodati professionisti e non sospende la legge dei grandi numeri (fra tanti, qualcuno di non imbecille ci sarà, generalmente considerato come imbecille dalla maggioranza).
Mi pare però che nessuno abbia intravisto il reale tema politico: il clero di cui parlo sopra vive sì della nostra giusta e doverosa elemosina, ma quell’elemosina gli arriva dall’UE, e questo è quello che loro vedono. Devo sviluppare il tema?
La distinzione tra le scienze umane o sociali e le scienze dure ha chiaramente una impronta ideologica, ma come ogni ideologia si fonda però su elementi che una relazione col reale ce l'hanno.
EliminaL'oggetto delle scienze dure, i congegni meccanici o elettromagnetici, l'abbiamo creato noi. LHC è phénoménotechnique, si studiano cioè eventi che lo sperimentatore stesso provoca a proprio relativo piacimento (purché arrivi l'elemosina).
Gli oggetti di quelle molli, se uno ci crede, li ha creati Dio; altrimenti la Natura, comunque l'altro da noi. Sperimentarci è difficile, così come darne una teoria che discenda deduttivamente da pochi principi.
Non mi sorprende quindi che il primo gruppo di fenomeni sia più comprensibile e meno controverso del secondo. Ne conseguono anche dinamiche diverse all'interno della comunità. Corollario: la cosmologia è più simile a una scienza sociale di quanto sembri a prima vista, se non altro per la sua natura storica.
Peggio mi sento sulla contrapposizione tra lettere e scienze: senza Federico Commandino difficilmente avremmo avuto Newton. Qui ci viene in forte aiuto il lavoro di ricostruzione storica fatto da Lucio Russo, che smonta la narrazione tossica (cit.) promossa da Voltaire e amici sul rapporto tra antichi e moderni.
Parliamo però volentieri -sempre nel rispetto del suo tempo- di bandi ERC, se vogliamo a confronto coi nostrani FIS, e di quel che sta succedendo ora cogli assegni di ricerca. Da questo lato della barricata girano petizioni e quant'altro, ma immagino che dal lato opposto ci sia più chiarezza sugli obbiettivi di medio termine...
@mario L'ambiente, accademico, di ricerca, è quello descritto e non ci piove. Che alcuni singoli siano diversi (non siamo tutti così) è cosa ancora più ovvia, soprattutto se la decliniamo nella più realistica "non siamo tutti SEMPRE così", perché poi, in molte occasioni, anche i migliori si piegano alla necessità. Da persona che, pur avendo iniziato a pubblicare su due delle tre "riviste serie", si ritrova perfettamente nel paradigma del fuoriuscito che finisce per trovar migliore fortuna altrove, e quindi soffre un po' l'argomento, mi fermo qui. Ma avrei aneddoti in quantità per affermare che la scienza normale funziona esattamente come descritto nel post. Anche nella fedeltà, esagero un po', "canina" alle fonti di finanziamento.
Elimina***Perché dovrei pensare che sugli altri campi dello scibile pascolino dei buoi differenti? ***
EliminaAd esempio in quello "medico" ?😀
Comunque confermo il problema anche in quello che fu il mio campo ( "scienza dura" senzacca)
TUTTI "tengono famiglia" " ( e molti medici anche la barca 😀)
Certo, ma il paradosso (apparente) che non è chiaro alla grillina qua sopra è che questo non ostruisce in alcun modo il cammino del progresso (nonostante regolarmente screditi la professione).
EliminaC'è chi tocca la coda dell'elefante, chi la zampa, chi la proboscide. Io da dentro alla comunità scientifica nazionale, dopo un tempo congruo speso in quella internazionale in altri due continenti, non approvo il facile qualunquismo della Hossenfelder, che secondo me fa il paio con la ridicolizzazione e i tagli di Musk e compari oltreoceano, che guarda caso preluderanno a privatizzazioni. Di bersagli polemici ce ne sarebbero in abbondanza nel contesto, pensiamo al ruolo delle riviste scientifiche che si fanno pagare profumatamente per fare un rubber stamping basato sul lavoro gratuito dei referee. Se consci di questo si attacca comunque la figura dello scienziato in quanto tale, trattata come un monolite, pubblicando lettere in inglese sgrammaticato scritte da non si sa bene chi e che rivelano in fin dei conti un segreto di pulcinella, boh... rimango quantomeno perplesso.
EliminaChiaramente rispondevo, in modo forse un po’ troppo piccato, a Enrico Pesce.
Elimina"Se consci di questo si attacca comunque la figura dello scienziato in quanto tale, trattata come un monolite, pubblicando lettere in inglese sgrammaticato scritte da non si sa bene chi e che rivelano in fin dei conti un segreto di pulcinella, boh... rimango quantomeno perplesso."
EliminaNon sembrava rispondessi a me, o almeno non solo a me che, comunque, non sono tipo che si offende. Tuttavia, credo ti sia sfuggito il punto del post che è di sicuro un po' crudo ma veritiero nella rappresentazione dell'ecclesia accademica (il mio commento confermava solo l'esperienza diretta di questo) e che non tocca la professionalità o l'intelligenza del singolo scienziato. Quindi, perché piccarsi in una presa di posizione che, per il suo spirito corporativistico, sembra più confermare che smentire il significato del post?
Perché l’ultima cosa di cui il nostro paese ha bisogno è meno investimento pubblico in scienza e tecnologia. Il grillismo porta sempre lì, a prescindere dalla casta che prende di mira. Oggi tocca a me, domani tocca a te. Servirebbe invece un dialogo costruttivo su come riformare quello che c’è: se Sabine (per dire) crede che LHC sia un mega carrozzone pieno di imbucati ci dovrebbe dire in che altro modo allocare i fondi. Ci sono studi che mostrano come tanti piccoli finanziamenti siano più efficaci di pochi grandi. Potremmo partire da lì, ma temo che alla politica (anche europea) la big science piaccia più di quella piccola, forse perché parla una lingua più comprensibile. Su un altro versante del discorso: era inevitabile che dopo un periodo in cui la faccia della scienza di fronte al pubblico è stata gente come Burioni ci fosse poi una reazione di rifiuto. Con quel genere di difensori la scienza non ha bisogno di nemici. Però come era doveroso combattere quell’autoritarismo scientista qualche anno fa, sarebbe ora doveroso evitare di finire nell’eccesso opposto.
EliminaA mio parere, è ingeneroso ridurre la Hossenfelder a una "grillina della scienza". Le sue critiche alla comunità accademica e scientifica, se si guardano altri suoi video, sono più articolate di quella qui presentata. Includono anche le riviste scientifiche e le dinamiche generali della ricerca odierna. Insomma, non se la prende affatto solo con GliScienziati, e a volte ha trattato temi qui familiari (il rapporto tra scienza e politica).
EliminaPoi ammetto che ci sarà anche una certa dose di grillismo (gli "sprechi" nella ricerca pubblica e la "casta" de GliScienziati), ma una scienziata non-scientista come lei la trovo cosa abbastanza rara.
Non avrà la consapevolezza complessiva che può avere chi legge questo blog, ma la trovo incomparabilmente superiore al panorama mediatico-scientifico nostrano (Rovelli, Parisi, Bressanini), composto esclusivamente da piddo-scientisti.
Indubbiamente intorno a noi il panorama è desolante.
EliminaIl grillismo è anche nell’occhio di chi guarda: se uno svela veri o presunti scandali fa una operazione la cui valenza comunicativa dipende appunto da come (e a chi) viene comunicata. Sabine ha scelto di fare l’influencer, quindi parla alle masse. Le masse mi pare abbiano una tendenza al grillismo, che poi può venire incanalata in varie direzioni. Stiamo a vedere
EliminaSembra quasi rientrato allarme asteroide , tornato sotto 1% probabilita impatto
RispondiElimina1% è comunque tantissima roba, sopra le più rosee previsioni!
EliminaDeclassato a 0,28%. Si è chiuso lo spread, non ci sono più gli asteroidi di una volta.
EliminaSperiamo abbiano tirato fuori questo 3% in maniera più scientifica di quel 3% di europea memoria.
RispondiEliminaLo scopriremo solo vivendo. Del resto, la valutazione va necessariamente fatta su scala astronomica. In everyday’s life essere dalla parte del 97% sarebbe comunque molto rassicurante!
EliminaQualcuno segretamente confida che l'asteroide ci liberi, se non dai draghi, almeno da Draghi? Sarebbe un peccato mortale. Perchè rischiare l'estinzione del genere umano pur di estinguere Goldman (Sachs) City? Deciderà Dio quando resettare l'umanità, incenerendo Sodoma e Gomorra (ed allora addio diritti d'autore per Roberto Saviano), che verosimilmente è l'Europa ormai scristianizzata ed anzi anticristiana (e pensare che le dodici stelle che campeggiano nella bandiera dell'Unione riproducono la corona della Madonna!). Quanto al conformismo accademico, ci sono fulgidi esempi di appecoronamento (intellettuale se non anche sessuale) in tutti i settori scientifici.
RispondiEliminaQuesto è inevitabile. Nonostante gli sforzi prodigati da personaggi dall'antropologia discutibile per proporre se stessi come superuomini, credo sia sufficientemente chiaro a tutti che gli "scienziati" sono uomini, senza distinzione di settore. Ci saranno quindi delle inevitabili inefficienze.
Eliminabuongiorno Professore. restando in tema kuhniano, via Telegram un pisano (Rinaldi Matteo) segnalerebbe, citando giustamente Russel ("L'impatto della scienza sulla società" 1951) che il fresco libro di testo https://www.rizzolieducation.it/catalogo/voce-in-capitolo-0073314/ (con tanto di anello colorato Agenda 2030 in copertina) a firma di due vecchie conoscenze... conterrebbe un'imprecisione (voluta/non voluta?) proprio su lebbasi: secondo essi, PIL non è= C + I + G + (X - M); non gli va bene, hanno tolto la "G"!
RispondiEliminaSì, ho visto questa cosa, ma si potrebbe comunque argomentare (tirandola un po’ per i capelli), Che quella identità è comunque corretta, perché la spesa pubblica considerata nella definizione del Pil coincide con i consumi collettivi, che quindi, nella versione degli amici, vengono semplicemente aggregati ai consumi delle famiglie. Un’operazione rozza dal punto di vista economico, tendenziosa dal punto di vista politico, fondata solo su una affinità nominale fra consumi privati e consumi delle famiglie, ma rispetto ad alcuni sviluppi dell’identità, come il calcolo del risparmio nazionale, potrebbe anche essere difesa in termini concettuali. Sono ovviamente dei guitti, ma non c’era bisogno di questo per rendersene conto e, tutto sommato, non mi sembra un tema così rilevante.
EliminaIl problema è che questo ragionamento si potrebbe applicare anche alla ricerca sul clima. In questo caso ci sono pesanti conseguenze sulle scelte di politica economica, deindustrializzazione e vantaggi per altre nazioni (leggi Cina). Nel caso della ricerca sul clima, il tengo famiglia è legato al fatto che ci sia una crisi climatica che potrebbe invece non esserci nei dati, ma nella loro farlocca interpretazione e conseguente resa catastrofizzante.
RispondiEliminaCi furono conseguenze (soprattutto per gli Americani) molto concrete per la ricerca farlocca che indusse a credere che lo zucchero negli alimenti fosse innocuo e il grasso deleterio: due generazioni di obesi. Forse per la ricerca di base non ci sono conseguenza dirette per la popolazione ma per altre branche sì. Ovviamente ce ne sono eccome per l'economia....
*** vantaggi per altre nazioni (leggi Cina).***
RispondiEliminaRagazzi è vero che la cina "cavalca" ogni "narrazione globale" ( dal green al covid etc.) ma è altrettanto vero che lo fa nel SUO interesse ( e che "interesse" !)
Non si può criminalizzare la Cina perché non è " fessa " come noi,
In ogni raggiro ci vuole un "fesso di ultima istanza " e gran parte di ogni "PIL" consiste nel separare i " fessi" dai propri i soldi, no ?
Certo è del tutto legittimo che la Cina (o chiunque altro paese) faccia il proprio interesse. Il punto è un altro: che le storture della scienza occidentale portano a delle conseguenze.
Elimina***le storture della scienza***
EliminaVorrai dire "le storture della politica" , quella dei "veri decisori" che va nei parlamenti solo "a ratifica".
La scienza ( con l' acca e senza) come tutte le altre attività umane poi "lega l' asino dove vuole il padrone".
Ed è sempre stato così, è inevitabile nelle società complesse.
Le cose cambiano solo POI , quando arrivano le DOLOROSE "conseguenze" delle "storture".
"Mi pare però che nessuno abbia intravisto il reale tema politico: il clero di cui parlo sopra vive sì della nostra giusta e doverosa elemosina, ma quell’elemosina gli arriva dall’UE, e questo è quello che loro vedono. Devo sviluppare il tema?"
RispondiEliminaFrancamente non mi dispiacerebbe se lo facesse. Mi perdoni l'ottusità ma non colgo dove voglia andare a parare e intuisco che potrebbe essere interessante.
grazie
***quell’elemosina gli arriva dall’UE,***
EliminaLa U€ è solo uno dei tanti "elemosinieri" vogliamo comparare la U€ con gli U$A?.
La domanda quindi dovrebbe essere : "chi comanda" agli "elemosinieri" ?
Io una idea ce l' avrei , ma in base al " primo principio della termodidattica" ci dobbiamo arrivare ciascuno da solo.
Nel contesto italiano consideriamo per esempio un ricercatore impiegato da un ente pubblico di ricerca, EPR in breve. Il ricercatore ha il salario pagato dall’ente e può accedere a un fondo comune per varie spese (conferenze, costi di pubblicazione, laptop, altre piccole spese). Se vuole avere modo di assumere uno o più postdoc o comprare hardware deve procurarsi fondi aggiuntivi partecipando a selezioni competitive. Queste esistono a livello di istituto (abbastanza magre), a livello nazionale (esempio il recente FIS), e a livello europeo (grant ERC). Ci sono varie ragioni per cui i grant europei sono considerati (e quindi sono) più prestigiosi, su cui non mi dilungo. Chiaramente l’europeità (apparente, perché sempre soldi degli stati sono) dei grant ha un effetto a livello dell’impostazione di gestione, etc. Per esempio un vincitore di ERC, a prescindere dalla propria nazionalità e da dove ha inizialmente ricevuto il finanziamento si può spostare anche in corso d’opera (il grant viene erogato su 5 anni) in un altro paese UE. Diventa necessario allora competere intra UE per trattenere i grantee, offrendo migliori condizioni. Et cetera, di cui appunto si potrebbe parlare.
EliminaGrazie. Se questo è il tema, e concordo sostanzialmente con la descrizione della situazione fatta, credo che semplicemente si tratti di un effetto dell'egemonia culturale dell'élite "liberista/globalista" che ha dominato (e continua a dominare, anche se in difficoltà) il nostro mondo. Una riprova di questo è, ad esempio, la natura del FIS a immagine e somiglianza dello ERC. Ma la sostanza è mera "americanizzazione" ideologica: i mezzi non ti devono essere forniti dall'istituto per cui lavori ma devi ottenerli attraverso competizioni (questa parola ricorda qualcosa?) con gli altri scienziati, i fondi non sono per un gruppo ma individuali (opposto alla logica e alla nostra cultura), in pratica ci puoi solo assumere precari, chi vince il grant decide dove andare e di fatto determina la programmazione scientifica dell'istituto, gli istituti competono loro volta per assicurarsi chi ha avuto gli ERC (perché sono bravi? perché sono funzionali a un progetto? no perché portano i soldi - poi chiaramente sono anche bravi ma non è questo il nocciolo). Per vincere lo ERC devi essere convincente. Una collega fu mandata (dal suo istituto) a lezione da un attore in vista dell'interview finale per ottenere un ERC in modo che le insegnasse la postura, i giusti movimenti delle mani. Quindi più che i soldi in se il problema è il modello di mondo che ci è stato imposto e che la maggior parte degli scienziati (quelli che vedo io) lo hanno introiettato in uno spettro di sentimenti che va da "con difetti ma necessario" a "unico modo giusto e chi dice il contrario è un lombrico che teme la competizione". La sconfitta è culturale e ideologica. Gli scienziati (ancora una volta: quelli che vedo io), oltre a essere lavoratori indefessi, capaci e onestissimi, sono mostruosamente conformisti, mostruosamente infantili (bisognerebbe forse riflettere sul concetto di nerd), chiesaioli (della loro specifica chiesa), lettori compulsivi di Repubblica e per questo convinti di essere non solo scienziati ma eccellenza culturale tout court. Niente di nuovo per questo blog, sono appunto "clero". Ma, per concludere, il problema non sono i soldi, ma l'accettazione supina di modelli calati dall'alto, calati da fuori (colonizzazione), l'elemosina a cui si ambisce non è importante perché pecuniaria ma perché è patente di eccellenza e di Giustezza. Il fatto di non presentare domande ERC è considerato un difetto (non sei intraprendente, guarda quelli di...) e farle è una via per essere assunti. Anche se andasse tutto per il meglio per tornare a una visione critica e autonoma ci vorranno decenni. Certo se arrivasse da Repubblica l'ordine di pensare diversamente...
EliminaChe modello proporresti in alternativa? Secondo me si può far meglio dello status quo, ma si può anche far peggio.
EliminaQui tendiamo a ritenere, sulla base di esperienze fatte in tanti campi, che qualsiasi cosa non preveda l'Unione Europea e non sia proposta dall'Unione Europea sia tendenzialmente migliore. Poi, certo, Fermi senza ERC non avrebbe raggiunto i suoi risultati...
EliminaSe vuoi posso entrare anche in maggior dettaglio, così razionalizzo e spiego a me stesso, prima che a voi fratelli [e sorelle lo teniamo per la liturgia], perché desidererei non tornare in quella che fu l'università.
Non entro nel merito delle validità o meno delle teorie scientifiche, perché dopo la laurea non ho avuto più modo d'interessarmi alla Fisica. Riguardo alla incongruità tra le motivazioni addotte per ottenere i fondi e il fine del loro impiego, credo sia cosa risaputa da decenni - purtroppo non ricordo né l'autore né il titolo del libro che ci consigliò di leggere il Prof. Vegni durante il corso di Fisica delle particelle elementari. Sull'affermazione - piuttosto insistente e moralistica, a mio avviso - di Sabine Hossenfelder che le tasse andrebbero solo (?) a pagare i ricercatori ho almeno un'obiezione da muovere: costruire un acceleratore di particelle e dei dispositivi di rivelazione richiede un grande sviluppo di tecnologia at the state of the art che s'estende per decenni (ATLAS ad es. partì nei primi anni '90, se non erro). Non per nulla credo che al CERN lavorino più ingegneri che fisici. Tecnologia che bene o male poi utilizzeranno anche i contribuenti.
RispondiEliminaQuesto è uno dei tanti elementi da considerare, ovvero l'indotto ingegneristico, più in generale tecnologico, della ricerca scientifica "pura". Ma più in generale qualsiasi cosa rafforzi il paradigma, INCLUSA LA STUPIDITA' DEI LASCIENZIATI, facilita il superamento del paradigma stesso. Al netto di chi si sente offeso (ma perché dovrebbe?) da questa considerazione, a me sembra che il messaggio di Kuhn sia questo, ed è per questo che NEL CAZZO DI POST CHE TUTTI STATE COMMENTANDO APPARENTEMENTE SENZA AVERLO LETTO IO PER PRIMO HO DETTO CHE LA SABINE SI SCANDALIZZA TROPPO, cioè si scandalizza delle cose sbagliate e nel modo sbagliato.
EliminaQuesto NULLA TOGLIE al fatto che la "scienza normale", cioè la professione, funzioni ESATTAMENTE così.
Ma capisco che anche voi, come tanti altri, avete bisogno di costruire narrazioni eroiche di attività normali... e soprattutto di crederci! Tutto ciò è molto umano e chi sono io per giudicarlo?
Vediamo se in maiuscole finalmente ci capiamo!
Per mario(): questione chiaramente troppo complessa per discuterla in ampiezza qui e io non sufficientemente preparato. Provo a enunciare due principi e qualche pensierino
Eliminaprincipi: 1. ogni lavoratore ha diritto ad avere gli strumenti di base adeguati a svolgere il suo lavoro senza bisogno di ottenerli solo attraverso una competizione coi suoi pari. 2. i bandi competitivi per fondi devono essere assegnati solo a progetti concreti, possibilmente di grande respiro, non individuali (la definizione di concreti richiederebbe lunga discussione, ma vedi sotto sull'acquisizione di strumenti per l'attività ordinaria).
Ne aggiungo un terzo in omaggio :) bisognerebbe lasciarsi la libertà (anche e soprattutto a livello politico) di pensare veramente in grande, sia come investimenti che come scala temporale.
Oggi siamo di fronte a storture evidenti: se voglio avere i soldi per cambiare il pc o per fare due missioni devo vincere un bando competitivo, dunque non partecipo al bando perché ho un progetto che lo richiede ma adatto un progetto per poter partecipare per ottenere i soldi che mi servono per l'attività ordinaria. Il finanziamento competitivo diventa il fine, non il mezzo. Oppure lo faccio perché è un mezzo per essere assunto o per far carriera o aumentare il salario (questi sono discorsi che si fanno ogni giorno in istituto, e.g., "sei molto bravo ma i concorsi non ci sono, potresti provare a fare un ERC"). Di nuovo il finanziamento come fine e non come mezzo. Una cosa del tutto naturale come provvedere i mezzi per fare il proprio lavoro, un diritto, oggi lo chiamiamo "finanziamento a pioggia" che è uno stigma peggiore della pedofilia. Dunque si mettono a bando anche finanziamenti da 10kE sennò sembrano "finanziamenti a pioggia" e il ministero s'incazza (e qui la responsabilità della parte politica - e apparato amministrativo di alto livello - è enorme: in genere sono intrisi della mentalità che descrivevo nella risposta precedente e di grillismo in salsa liberista anche più degli scienziati). Così questa è diventata un ulteriore irrinunciabile ruota di criceto in cui gli scienziati passano un'enormità di tempo a scrivere proposte di finanziamento e un'altra enormità a giudicare quelle degli altri in una colossale ammuina che giustifica solo se stessa (questa si!).
Ogni istituto dovrebbe avere fondi ordinari sufficienti a provvedere alle necessità di base di tutto il personale scientifico (computer, missioni ecc., esercitando un minimo di controllo, ragionevolezza e programmazione), ogni istituto dovrebbe avere i fondi per sostenere in certo numero di contratti (phd, post-doc, TD?) sulla base di un budget proporzionale a un parametro che tenga conto, ad esempio, sia del numero di scienziati afferenti all'istituto che alla sua produttività, il ministero assegna fondi su base competitiva solo a grossi progetti, favorendo le sinergie fra istituti.
Il lavoratore della scienza deve essere libero di pensare, di provare strade sbagliate, magari di lavorare per una frazione del tempo in un grosso progetto di "scienza industriale" e una frazione a inseguire farfalle.
Come ho detto, pensierini. Ma di una cosa sono sicuro: questo che abbiamo non è l'unico mondo possibile e posso dire con certezza che i residui "baroni" di 30 anni fa mi hanno insegnato (molta) più libertà di quella che insegniamo ai giovani oggi (e che vanno a imparare all'estero, ancora più ideologizzato) a cui in parte insegniamo che il fund raising (e il lavoro burocratico totalmente rituale: vogliamo parlare di rendicontazioni o timesheet?) è una parte centrale e, peggio ancora, altamente qualificante, del loro lavoro.
Scusate il parziale off-topic ma, in tema di burocrazia vessatoria, approfitto dell'occasione per segnalare al professore, in qualità di Onorevole :), questa brutta novità della finanziaria 2025 (lei ne sarà perfettamente al corrente, voglio provare a sollevare la questione):
Eliminahttps://www.sagas.unifi.it/vp-999-tracciabilita-missioni-del-personale.html
In pratica alle regole già abbastanza bizantine per ottenere i rimborsi (da noi: caricare tutti gli scontrini in repository virtuale e presentare tutte le versioni cartacee, e se prendi un taxi fra un po' vogliono anche il DNA del tassista) si è aggiunto che bisogna (a) pagare con mezzi elettronici, se si paga in contante il rimborso è tassato (!), e presentare anche le ricevute delle carta di credito (o estratto conto) oltre agli scontrini/ricevute/fatture. Di là dalla questione di principio (sfavorisco il contante), e la rottura di scatole per noi, mi pare massimamente vessatoria per i colleghi amministrativi che devono raccogliere e verificare un ulteriore attestato di pagamento con una procedura da Stasi che francamente mi pare un orribile spreco delle loro capacità professionali e un'attività lavorativa avvilente. Grazie.
Il fatto che sia un'attività normale, essendo un'attività umana e non credendo nelle eroiche virtù dell'umano genere, l'ho sempre considerato scontato. Però dovrò approfondire -leggendomi Kuhn - questa sua affermazione, perché suona interessante:
Elimina«Ma più in generale qualsiasi cosa rafforzi il paradigma, INCLUSA LA STUPIDITA' DEI LASCIENZIATI, facilita il superamento del paradigma stesso.»
Se interpreto bene (e sono ragionevolmente sicuro di farlo) più che la stupidità é quel misto di arroganza e miopia che si potrebbe meglio chiamare coglioneria -in quanto esprime un tratto ortogonale all’asse stupidità-intelligenza- che é la benzina del motore di parte della scienza normale. Esempio da scienza che conosco bene: simulazioni a N-corpi di ammassi stellari, cose che per inciso si possono vedere a occhio nudo in cielo e sulle quali é quindi meno saliente la necessità di distinguere chiaramente tra modello (mappa) e fenomeno (territorio), per cui il coglione non lo fa. Ci sono certi parametri della simulazione che convenzionalmente si impostano su determinati valori, non perché ci siano forti giustificazioni teoriche per farlo ma perché « si é sempre fatto così ». I ricercatori sanno che questo può essere un problema in quanto può impedire la scoperta di risultati nuovi: se modelli male una cosa puoi lasciare inspiegato un certo fenomeno. Sanno però anche che un paper deve dire una cosa sola in modo chiaro e raccontare una storia coerente. Quindi in *questo* paper che stiamo facendo sulla questione A non possiamo introdurre innovazioni metodologiche rispetto alla questione B: in referee non capirebbe. Allora in questo paper facciamo quello che si é sempre fatto, a provare parametri diversi ci pensiamo dopo, nel *prossimo* paper. Che non scriveremo mai… Il punto é che fare scienza non normale comporta dei rischi: puoi lavorare anni a qualcosa di potenzialmente rivoluzionario e non cavarne un ragno dal buco. Lo fai solo se sei giustificato: ma cosa c’è di meglio per giustificare un rischio del genere che l’aver dimostrato che ci si é altrimenti cacciati in un vicolo cieco? É la comunità, esplorando fino in fondo il cul de sac in cui si é infilata a maturare di colpo la coscienza che permette di fare un balzo in avanti rivoluzionario. Il genio che volesse farlo anzitempo sarebbe emarginato e ignorato. Quando la comunità sarà pronta saranno altri a rifare il suo lavoro (talvolta pure peggio) e ad appiccicarci il nome. Qual é il ruolo della coglioneria in tutto questo? Contrariamente alla stupidità, non vale la massima di forrest gump: non si é coglioni in base a quel che si fa o non si fa. Lo si é quando a questa danza sociale ci si adegua per istinto, senza capirla, e magari credendosi geniali. Ma anche a chi coglione non é tocca ballare, pena lo stritolamento. La differenza é la consapevolezza.
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