La singolare parabola che ha portato la sinistra dal propugnare il contrasto all'emigrazione regolare (sì, avete letto bene: regolare) all'esaltare ebefrenicamente il "migrante" come "avanguardia del nostro stile di vita" può sembrare analoga alla parabola che ha portato la medesima sinistra da una posizione di scetticismo nei riguardi dell'integrazione monetaria, vista come progetto di "deflazione antioperaia", alla totale e incondizionata adesione alla moneta unica (momento più alto e irreversibile dell'integrazione monetaria), presentata come "pilastro più forte e innovativo dell'Europa".
Può sembrare analoga, ma non lo è.
Non è (semplicemente) analoga, perché è la stessa identica traiettoria, vista da due angolazioni diverse, ma guidata dalla stessa forza incomprimibile: l'istinto di conservazione, l'ansia di sopravvivere al crollo del proprio blocco geopolitico di riferimento al costo, che nei fatti si è dimostrato sostenibile (they live), del tradimento del proprio blocco elettorale di riferimento: voi.
Ma partiamo dal principio.
La sinistra non immigrazionista
Sì, c'è stata una sinistra contraria all'immigrazione regolare. Sono note, e ve le proposi qui, le parole di Marchais, che vale comunque la pena di riascoltare insieme:
"Il faut stopper l'immigration officielle et clandestine. Il est inadmissible de laisser entrer des nouveaux travailleurs immigrés en France, alors que notre Pays compte près de deux millions de chômeurs français et immigrés" (applausi).
Qui siamo europei, non europeisti, quindi non abbiamo bisogno di traduzione, vero?
Sono pressoché certo che, nonostante il tentativo di occultarle e negazionarle, esistano esternazioni simili anche di esponenti del PCI, in aggiunta a quelle del più illustre esponente del PCF, anche perché il concetto espresso è piuttosto ovvio, e a sinistra, specificamente nella sinistra comunista, aveva una lunga storia (biglietto omaggio per il #goofy14 a chi me le rintraccia). Del resto, perché pensate che fosse stata creata la Prima internazionale? Se lo chiedete a Wikimm... non avrete la risposta, ma basta andare un po' in giro (e noi, che siamo europei, non europeisti, possiamo farlo) per trovarla:
Eh già!
La Prima internazionale si era posto il problema del coordinamento internazionale dei sindacati, che in re ipsa prevedeva lo scoraggiamento dell'importazione di crumiri da altri Paesi. L'immigrazione di lavoratori esteri veniva cioè correttamente inquadrata e gestita per quello che era ed è: un modo per indebolire i proletari nella loro lotta contro la borghesia, una lotta che, come aveva detto Carletto, "è in un primo tempo lotta nazionale" (forse vi ricorderete di quando lo spiegai ai comunisti di Zombia). Se quando un proletariato nazionale indice uno sciopero il padrone si rivolge ai lavoratori di un altro Paese, lo sciopero risulta meno efficace, direi. Il motivo per cui i proletari di tutto il mondo dovevano unirsi, come aveva detto er sor Carletto nel 1848, non era quello di organizzare congiuntamente l'accoglienza a barconi di ultimi, ma quello di evitare che i penultimi si beccassero fra loro come i polli di Renzo (se pure attraverso i confini nazionali).
Incidentalmente, ogni volta che un sepolcro imbiancato, o un ignorante, tenta un azzardato paragone fra i morti di Marcinelle e quelli delle troppe tragedie marittime dei giorni nostri, bisognerebbe opporgli il dato oggettivo:
Nel 1954 il tasso di disoccupazione in Belgio era all'1.2%, e quindi il lavoro c'era. Quando la gentile collega passata alla storia per la particolare torsione data al termine "risorse" (stra)parlava di avanguardie del nostro futuro stile di vita:
il tasso di disoccupazione, da noi, era al 13.7%.
Si capisce la differenza fra andare a lavorare dove il lavoro c'è e andare a lavorare dove il lavoro non c'è? Che senso aveva fare l'elogio della globalizzazione se questa, in tutta evidenza, conduceva i fattori produttivi dove non potevano essere impiegati? Un senso naturalmente c'era...
La sinistra non deflazionista
Sì, c'è stata una sinistra contraria all'integrazione monetaria. Sono note, e ve le proposi ne Il tramonto dell'euro, le parole di Napolitano in dichiarazione di voto contraria a quella larva di euro che fu lo SME, il Sistema Monetario Europeo, un sistema di cambi fissi ma aggiustabili di cui tante volte abbiamo parlato:
L'asimmetria del sistema era chiara e nitida, i pericoli per l'Italia erano ben delineati, e tutto era stato messo a verbale qui. Del resto, se Napolitano non sapeva l'economia, Spaventa la sapeva bene, e Barca (quello vero) ne sapeva abbastanza da intuire le conseguenze della moneta "forte": deflazione e recessione antioperaia! Preoccupazioni fondate nella teoria economica, e tralasciate quando i fatti le hanno confermate.
Per sopravvivere.
Per non restare schiacciati sotto le macerie del muro per antonomasia, quello di Berlino.
Per costruirsi una nuova sponda esterna al Paese su cui far leva per governare “al riparo del processo elettorale”.
Per ottenere tutto questo bisognava piegare il capo all’euro, bisognava reinventarsi la lotta di classe, cioè la difesa del salario reale, non come difesa del salario nominale, ma in termini di difesa dall’inflazione: i rentiers ringraziavano (e tolleravano, anzi: blandivano e sostenevano una sinistra simile!), ma naturalmente, come dice John Maynard, chi vuole il fine (la deflazione) vuole, nel senso che non può non volere, i mezzi per realizzarlo (e il relativo costo politico).
E con quali mezzi si realizza la deflazione?
Essenzialmente tre:
1) tagli agli investimenti pubblici,
2) tagli allo stato sociale,
3) creazione di un vasto esercito industriale di riserva (aka: disoccupati).
È quest’ultimo a essere in diretta connessione logica con il livello dei prezzi, via “curva di Phillips”, ma i primi due (i tagli) servono indirettamente a crearlo, l’esercito di disoccupati, e a renderlo vulnerabile.
Quando poi questo meccanismo non agisce abbastanza in fretta, i disoccupati basta importarli. E anche in questo la sinistra si è data il suo bel da fare: l’immigrazionismo è la faccia umanitaria dell’arcigno austerismo. Sono due modi per ottenere la stessa cosa: una pressione al ribasso sulla remunerazione dei salariati. Va da sé che per definizione entrambi hanno conseguenze negative sui salariati (per forza: servono a ridurre il loro tenore di vita per metterli in concorrenza diretta con “lu cinese”!), ma l’immigrazionismo ha in più una conseguenza negativa diretta e immediata sulla vita dei ceti che la sinistra tradizionalmente si era proposta di tutelare. Eh già! Perché l’immigrazionismo, il fetish degli ultimi in danno dei penultimi, che, come ricorderete, fu il motore primo della mia scelta conservatrice, pone una minaccia esistenziale diretta sulla vita biologica dei penultimi e soprattutto delle penultime (le statistiche parlano chiaro). Stupisce anche come i piddini non si rendano conto che i loro tentativi di edulcorare la pillola negando la realtà (in ossequio alla famosa Carta igienica di Roma) siano controproducenti, siano il vero motore della repulsione prima e dell’odio poi, perché la gente non ne può più di sentir parlare di Uomolandia e del Coetanistan. Quando diventa evidente che ti si vuole raccontare una cosa per un’altra, ci sta che tu diventi sospettoso e suscettibile.
Accettare una drastica riduzione dei propri diritti sociali, magari in cambio di una spruzzatina di diritti cosmetici (i c.d. diritti “civili”, che per la sinistra sono iDiritti™️ per antonomasia), è un esercizio impegnativo ma non impossibile. Accettare una violenza fisica diretta, magari di natura sessuale, magari su un tuo parente stretto, è un ben diverso cimento, ed è a questa prova che la sinistra sta chiamando i suoi elettori, e purtroppo anche noi (che non ce la meriteremmo).
Quali siano le divisioni (in senso militare) della sinistra è sufficientemente chiaro. La sinistra ha con sé l’Armata Non Moderabile (risparmiamoci qui le sciocchezze sulle maggioranze silenziose), che però un errore l’ha fatto: è uscita allo scoperto… E quando le istituzioni cui noi affidiamo la nostra sicurezza si schierano in modo così palese contro di essa, la rottura del patto sociale è dichiarata, nel male e nel bene, il bene essendo (forse) lo stimolo alla ricerca di un nuovo equilibrio. E sì, per smontare questo bel castello di menzogne e privilegi dovete partire da un’operazione concettualmente semplice e intuitiva, che non a caso tanto hanno fatto per rendervi odiosa: rafforzare i vostri rappresentanti, cioè contare di più. Chi vi ha dato come obiettivo virtuoso il contare di meno voleva solo fottervi, voleva solo sopravvivere a una condanna inequivocabile della storia, e non c’era sacrificio vostro che non fosse disposto a sopportare per farlo, incluso quello della vita vostra o dei vostri cari!
Ma ora le carte sono sul tavolo, e tutti potete leggerle. E quindi fate (voi) una cosa di sinistra: pretendete sicurezza per il vostro lavoro e per i vostri cari, restituendo a voi stessi una rappresentanza efficace e non ricattabile da chi, dall’alto dei propri privilegi, può abbandonarsi al vagheggiamento estetico di ultimi sempre più ultimi (da Uomolandia al Coetanistan…). Chissà se così lo capiranno, lo capirete? Era veramente necessario arrivare a tanto? Avrei sperato di no, ma mi sbagliavo. Le due cifre del PD restano una intollerabile e incomprensibile anomalia nel quadro europeo, soprattutto alla luce della consapevolezza storica che qui abbiamo dell’entità del tradimento perpetrato.
Forse quello spiacevole effetto collaterale della deflazione consistente nel non poter più girare serenamente per strada indurrà alla riflessione qualche piddino. Nella peggiore delle ipotesi, possiamo pensare che ce lo tolga di torno. Perché non può toccare sempre a noi: non è statisticamente possibile e, soprattutto, non ce lo meritiamo!
Dopo la lettura, ma anche nel mentre, pensavo come sia possibile che ci siano ancora le due cifre.
RispondiEliminaIo sono un loro ex elettore, lo sono solo dalla eta' Ellenica, e mi chiedo cosa mi ha portato a smettere di votarli.
Conosco la risposta, ma io sono uno e non potrei essere non rappresentativo.
Aggiungo solo che forse aiuterebbe, ma non conosco in che misura e quindi se la fatica ripagherebbe lo sforzo, capire e comprendere l' intollerabile e incomprensibile anomalia.
PS: se a qualcuno interessa posso spiegare perche' sono un loro ex, ma non aspettativi rivelazioni in stile Fatima.
Anche io sono un ex e vivo in piddinia. A me la spiegazione delle due cifre appare abbastanza semplice. Far votare a destra un piddino è come far diventare milanista un interista, per capirsi, come far cambiare contrada a un senese. È un fatto emotivo, identitario, non razionale. Qualcuno portato al cambiamento e al pragmatismo ci può riuscire, ma non è facile. Io stesso non mi dichiaro, soprattutto per quieto vivere.
Eliminaed e' possibile che la componente emotiva esista solo in Italia tenendo in piedi questa anomalia?
Eliminaio capisco assolutamente che un piddino non possa mai votare a destra, quello che non capisco è come faccia un comunista a votare PD.
EliminaInformazione a mero scopo statistico: siamo almeno in due.
Elimina@Francesco Favia In relazione al post delle 10:59, può dipendere dal fatto che qui abbiamo avuto fascismo e antifascismo?
EliminaSecondo me il motivo sta nel fatto che ci sono ancora troppe persone che stanno bene e che non sono ancora state raggiunte dalla durezza del vivere.
EliminaL'Italia con il boom economico ha creato un'enorme ricchezza che, nonostante tutto, fa star bene ancora molti.
I discorsi che facciamo qui pertanto non li toccano o, peggio, godono nel vedere gli altri schiantarsi.
Questo attacco ostinato e frontale dell'Armata Non Moderabile mi sorprende ma non mi dispiace. Nella mia malignità lo trovo strategicamente sconsiderato e autodistruttivo. O forse è solo una speranza, ma non credo. Very ill timed, I believe.
RispondiEliminaPossiamo sperare che lo sia. Sicuramente lo raccontano così alcuni giornali “de destra”. Quelli “de sinistra” ci stanno passando sopra, mi pare.
Elimina"Accettare una violenza fisica diretta, magari di natura sessuale, magari su un tuo parente stretto, è un ben diverso cimento, ed è a questa prova che la sinistra sta chiamando i suoi elettori, e purtroppo anche noi (che non ce la meriteremmo)."
RispondiEliminaLa soluzione è estremamente semplice: basta spostare le "risorse" di volta in volta che gli EELL cambiano amministrazione dagli enti che votano a dx a quelli che votano a sx: quanto crediamo possa durare Milano con tutti i richiedenti asilo della Lombardia?
Ma dirlo è una cosa da "grullino" per cui immagino di non poterci sperare.
P.s. statisticamente succede spesso anche a loro: l'aneddoto del piddino niuiorchese ucciso dalla risorsa bideniana (e cosa ha fatto poi la compagnia di lui merita una ricerca su Google) è noto, così come gli stupri nei centri per "risorse" ai danni dell "operatrici". Ma le piddine non cambieranno idea perché il sostegno al PD non è politica, ma autostima: le donne sono ipergamiche e finché essere di dx è "da sfigati" loro voteranno PD a due cifre
Noooooo! La redpill pure qui noooooo! 😂
EliminaIn realtà è Schmitt.
EliminaO si riferisce all'"ipergamia" femminile?
Decisamente la seconda; l'ipergamia femminile ai tempi dei social/app di incontri è uno dei cavalli di battaglia principali dei redpillati :-/
EliminaAllora semmai è la "manosphera" di Tomassi e compagnia: la "redpill" è un concetto molto più esteso. Mentre l'ipergamia è un concetto biologico e sociale molto ben strutturato, se vuoi ho le fonti. Ma capisco che la facile battuta da "cesso nero" sia molto più carina.
EliminaAldo Barba e Massimo Pivetti Il lavoro importato Immigrazione, salari e Stato sociale
RispondiEliminaCapitolo settimo Flussi migratori e internazionalismo proletario
Del resto, in una lettera a Sigfrid Mayer e a August Vogt dell’aprile 1870, lo stesso Marx così si era espresso su un caso importante di concorrenza tra lavoratori di diversa provenienza e coscienza di classe: Ciò che però conta è che attualmente in Inghilterra ogni centro industriale e commerciale dispone di una classe lavoratrice divisa in due campi ostili, i proletari inglesi e i proletari irlandesi. Il normale lavoratore inglese odia il lavoratore irlandese come un concorrente che abbassa il suo standard di vita. […] Questo antagonismo è il segreto dell’impotenza della classe lavoratrice inglese, nonostante la sua organizzazione. È il segreto attraverso il quale la classe capitalista conserva il suo potere.
Manca un pezzo. "Questo antagonismo viene alimentato artificialmente e accresciuto dalla stampa, dal pulpito, dai giornali umoristici, insomma con tutti i mezzi a disposizione delle classi dominanti."
EliminaIn altri termini, i leghisti dell'epoca fomentavano gli autoctoni contro gli immigrati
Caro Bagnai, grazie per questo post.
RispondiEliminaPenso, spero, che in un futuro non troppo lontano,alcuni articoli di Goofynomics,tra cui questo, siano inseriti nei libri di storia. Vorrà dire che l’ Italia è quasi fuori dalla “piddinite”.
Al tuo giusto stupore delle due cifre del pd, probabilmente il motivo è lo stesso per cui nel referendum monarchia /repubblica vinse la repubblica.
Il mio amico Giorgio, suggeriva come boutade, ma non troppo, di far entrare in Italia giudici low cost.
Dopotutto il nemico va combattuto con le sue stesse armi.
Dio ti benedica
davvero!
EliminaAccanto alle cause economico-deflattive, che sono indubbiamente quelle di partenza, io credo che l'immigrazionismo della sinistra si è alimentato anche di un ulteriore elemento, che nasce del fenomeno
RispondiEliminaspesso analizzato sul blog, quello dell'autorazzismo. Per il piddino, come è noto, l'italiano è la feccia del mondo, chiunque (venga dalla Groenlandia o dal Burkina Faso) è per definizione migliore di noi e può insegnarci la cultura, la civiltà, gli 'stili di vita'. Nella sua visione totalmente in dissonanza dalla realtà, il mondo dei c.d. intellettuali di sinistra, vede nel migrante non il poveraccio che finirà a lavorare nei campi per pochi euro, o a spacciare alla stazione Termini, ma un soggetto che viene a migliorare la nostra povera Italietta provinciale. Che poi qualche migrante, sempre più spesso, si trasformi in violentatore o assassino è un fenomeno per loro irrilevante, anche perchè quasi mai (almeno per ora) ne vengono colpite le zone e i quartieri in cui vive. E quando le vittime sono ragazze di periferia (proletariato bianco), qualcuno di loro ci tiene a ricordare che in fondo si trattava 'di una dipendente da eroina e figlia di spacciatore italiano' e che quindi 'non si cada nella tentazione della reazione razzista' (Gad Lerner su Desireè Mariottini, massacrata da una banda di nigeriani a Roma nel 2018). E' un episodio di diversi anni fa, ma lo ricordo spesso perchè emblematico del cinismo rivoltante dei sedicenti buoni.
Arriveranno anche a casa loro. Dobbiamo augurarcelo?
EliminaNo: quando l'acqua arriva ai piani alti ha già annegato tutti quelli che stavano più sotto.
EliminaLe percentuali del PD sono in effetti difficilmente spiegabili: va bene una efficientissima macchina della menzogna, volta ad occultarne le nefandezze, va bene una estesissina rete di clientele, ma restano comunque troppo alte. C'è un fondo irriducibile che sfugge ad ogni razionalizzazione.
RispondiEliminaCredo che il problema politico dei sinistrati si basi su una distorsione a livello spirituale e, in quanto tale, difficilmente rimediabile.
RispondiEliminaDall’ “ama e fa ciò che vuoi” al “fai sentire la gente con la coscienza a posto e fagli fare ciò che vuoi” il passo è breve: chi tira le fila di questo condizionamento psicologico lo sa benissimo e sa come farlo.
Link esteso:
Ma questo qui, oltre a scopiazzarmi, in modo talmente pedissequo da essere quasi caricaturale, nella vita che fa? Non c’è una singola parola di questo video che non venga da questo blog! Ma tu te ne rendi conto? Posso aiutarti con dei link?
EliminaCome residente della Piddinia confermo che il fenomeno ha diverse sfaccettature.
RispondiEliminaInnanzitutto, si considera poco la diversa propensione a recarsi ai seggi e votare per qualcuno tra gli elettori dell'area piddina e quelli di centrodestra o anche "neutrali" (gran parte dei quali fino al 2021 propendevano per il Movimento 5 Stelle).
Ho già scritto in un commento recentemente (mia osservazione corroborata da 30 anni di presenza ai seggi come Presidente, segretario o scrutatore, mica noccioline o per chi è europeo a pieno titolo "that's no peanuts!"):
- che i piddini vanno a votare con il sole che invita ad andare al mare o la bufera di neve che invita a starsene chiusi in casa;
- se hanno dei malanni fisici o li ha un loro congiunto, spunta immancabile il certificato medico che consente di farsi accompagnare nella cabina elettorale; se il malanno sconsiglia di muoversi, c'è sempre la richiesta perfettamente legittima di votare nel letto d'ospedale oppure di richiedere il voto a domicilio, con il presidente, il segretario ed uno scrutatore che si recano a raccogliere il voto del degente;
- quando (immancabilmente) votano, il loro voto è sicuro e la fiducia è cieca, anche se non di rado il votante ha un certo disgusto per le politiche propugnate dai politici espressione "del Partito" (anche qui: esiste un solo "Partito", anche se ha cambiato più volte nome e perfino radicalmente ideologia; gli altri sono sempre "movimenti populisti" oppure come va di moda da qualche anno "tendenzialmente neofascisti"; e come si fa a votare per qualcosa del genere???).
Poi certo, c'è il rovescio della medaglia: perché chi è "contro il PD" (io ad esempio lo sono a prescindere, e per me quindi vale l'assioma contrario al loro: voterò sempre per chi si oppone a loro) in larga parte poi non ha tutto questo entusiasmo di correre alle urne quando vi è chiamato? Perchè preferisce la gita fuori porta o anche starsene placidamente al bar tutta la domenica senza recarsi a compiere il proprio dovere?
Ci sono tante ragioni, ma in Piddinia conta anche la delusione obiettivamente provata a fronte dei vari personaggi che hanno tentato (quasi sempre invano) di picconare il muro di Berlino (prendi nota Alberto...a suo tempo te l'ho già segnalato). Il più delle volte almeno in zona da me personaggi obiettivamente molto "opportunistici" (e qui mi fermo).
Dopo di che, conteranno altri fattori psicologici tra cui mettiamoci anche l'ipergamia (una mia cugina sicuramente ce l'ha in campo elettorale), ma soprattutto un pesante condizionamento esterno dato dalle "condizioni di favore" economiche di cui godono a vario titolo gli "appartenenti al partito" o anche loro simpatizzanti, anche se palesemente improvvisati (questo vale soprattutto per gli imprenditori locali), nonché dall'enorme vantaggio di controllare di fatto il mondo dei media.
Epperò, tutto considerato, "loro" ormai sono e restano una minoranza a livello nazionale...non bisogna fare errori però a modificare il sistema elettorale per esempio in senso di un maggioritario a due turni che per le ragioni dette sopra li avvantaggia enormemente. E soprattutto mantenere unito il fronte di governo.
Faccio notare che un pezzo di questa storia è decisamente dipendente dalla superiore struttura logistica di cui dispone grazie al suo rapporto organico con sindacati e cooperative. In un mondo in cui il partito, come corpo intermedio, era diventato un bersaglio ed era facile capire che sarebbe stato smantellato, loro hanno avuto l’intelligenza di tenersi stretti e di coinvolgere Altri corpi intermedi (appunto, sindacati e cooperative).
EliminaUna parte della questione secondo me dipende dal rapporto che gli elettori hanno con la politica. Il sinistro tipicamente vota in ogni caso (nel senso che dà più importanza alla rappresentanza e all'attività politica) e, quando non è socialista (in senso marxista), finisce per votare PD perché, dal suo punto di vista, non trova di meglio da votare. Per questo il PD conserva sempre una certa stabilità nei consensi. Il non sinistro invece tipicamente vota perché vuole votare (nel senso che non attribuisce alla partecipazione costante ai suffragi l'importanza che gli attribuisce il sinistro) e dunque ad ogni elezione deve essere convinto a votare un certo movimento. Prima provvedeva la paura dell'unione sovietica a convincerlo a votare ad ogni giro contro il PCI, ma dalla caduta del muro quello stimolo è venuto meno (per questo può accadere che un partito come la lega prenda il 30% ad una elezione e il 10 all'altra e che il M5S possa recuperare voti dopo la sfilza di disastri che ha combinato). In pratica, per essere politici non di sinistra occorre convincere le persone di essere capaci di fare le cose che vanno a favore dei propri elettori, mentre per essere politici piddini basta ... spargere guano di verio genere sugli altri partiti.
RispondiEliminaSogno un sondaggio attendibile ( e gia' qui siamo all' utopia ) tra chi ha subito l' alluvione in Emilia Romagna e ha comunque votato a sinistra alle ultime elezioni regionali. Mi basterebbe la percentuale, con l' unico scopo di una mera statistica. Il perche' non mi interessa, per il semplice motivo che non lo capirei.
RispondiEliminaQuesto post è l'intervento politico più a sinistra che ho rilevato nel dibattito pubblico da una trentina d'anni.
RispondiEliminaTemo che, nel PD, gli unici a poter coglierne le verità e gli stimoli siano anche gli unici che non vogliono farlo (gli ex-DC).
E quindi mi faccio andar egoisticamente bene l'averlo potuto leggere e apprezzare io.
Cosa per cui ringrazio
Mie considerazioni maturate in tanti anni di vita trascorsa in Piddinia (dalla nascita), e condivise anche da molti altri.
EliminaLa vera "pars construens" del PD, nel bene e nel male, è quella di matrice cattolica - sono loro che si preoccupano (un po', almeno) della reale tutela dei lavoratori e della giustizia sociale. Non di meno, sono quasi sempre i più feroci avversari dei lavoratori autonomi ed i più entusiasti sostenitori della tassazione anche eccessiva e predatoria, forse nell'errata interpretazione evangelica di alcune parabole (la moltiplicazione dei pani e dei pesci è un miracolo che un sistema capitalistico efficiente è in grado, non con l'immediatezza dell'episodio raccontato dagli evangelisti, anche di replicare, ma non se chi è tenuto a coordinare i fattori di produzione viene depredato "ab ovo").
La parte ex-PCI/DS per intenderci è non di rado molto più tollerante verso chi si guadagna il vitto quotidiano lavorando in proprio, per non dire ammiccante ed adulatoria quando si tratta di avere a che fare con imprenditori capaci e di successo, perché il loro fine principale in politica è la conservazione del potere (ad ogni costo), quindi perché inimicarsi qualcuno?
Entrambe le due componenti sono poi unite da una visione di occupazione degli enti pubblici da loro amministrati, per cui si tende sempre ad occupare tutte le "caselle" disponibili, ovviamente con persone di cieca obbedienza al proprio "mentore". In quest'ottica l'arrivo dei migranti è spesso visto come una formidabile occasione di creare opportunità economiche per le loro strutture assistenziali privatistiche (cooperative sociali), mentre i costi sociali si scaricano direttamente sull'intera comunità.
Non sono d'accordissimo: a mia memoria il "dagli al kulako" (inteso come piccolo borghese) era molto di moda negli ambienti socialisti del vecchio PCI (con esclusione ovviamente dei loro clientes nelle regioni rosse). L'irenismo verso i comiunisti duri e puri che "in fondo erano quelli buoni" non spiegherebbe del resto come tutta la piccola borghesia, specie al nord, ne fosse letteralmente terrorizzata per decenni, votando in alternativa proprio i cattolici (ossia la DC).
EliminaForse in altre parti del Nord ma nn in Emilia quando c'era anche il PCI. Moltissimi artigiani e commercianti votavano il PCI tranquilli qua, se poteva il partito li aiutava e non li osteggiava. Mio papà artigiano fattosi da sé dalla più nera miseria è stato per una vita con la CNA, che qua aveva una chiara connotazione comunista (a metà anni 80 ho fatto uno stage in ufficio da loro, cosa fatta alla buona per richiesta di mia mamma e non certamente coordinata con le scuole come avviene oggi...una delle prime osservazioni che mi fecero alcuni colleghi, peraltro gentilissimi, fu "Ma tu non sei un compagno!"...ancora non potevo votare...). Dal punto di vista politico invece fece lo switch verso il PSI a metà anni 70, complice anche il matrimonio di sua sorella con il locale segretario del partito (i miei carissimi zii, due rocce), e mio zio era in maggioranza con loro in consiglio comunale ma era ed è a maggior ragione oggi un feroce anticomunista...Ma io cmq volevo parlare del PD, figlio indegno e degenere di due degnissime tradizioni, e qui è difficile sostenere che non siano i "cattolici adulti" quelli che ce l'hanno di più con i lavoratori autonomi (Bersani e Visco non fanno testo, loro sono chiaramente in mala fede quando parlano e cmq sono entrambi di matrice cattolica...). Invece Prodi (allievo di Andreatta) e il nuovo "astro nascente" EM Ruffini (nipote del card. Ruffini e figlio di un senatore DC al potere per 30 anni con diversi incarichi ministeriali) tanto per fare due nomi sono molto convinti quando espongono i loro programmi!!!
EliminaSe sentissimo pii diversi altri "di area" loro seguirebbero ciecamente la loro stessa polare...
L'Emilia Romagna ha sempre fatto storia a sé (del resto, insieme alla Toscana, sono le due regioni rosse che non hanno mai visto mutamenti di colore). In Piemonte, Lombardia e triveneto (ma credo anche in liguria) i vecchi comunisti del PCI erano decisamente anti piccolo borghesi.
EliminaMah, non voglio fare polemica ma già il termine "borghese" qua da noi non è mai stato molto in voga, in realtà il PCI anche a livello nazionale era abbastanza intelligente per non inimicarsi i ceti produttivi (consapevole che erano una parte non trascurabile della sua base), sicuramente laddove governava (Come anche in Liguria, in Piemonte e molto anche in Lombardia, sono stati in maggioranza con il PSI in Comune a Milano fino alla fine degli anni 80...) questa avversione non era manifesta, anzi!!! certo, poi uno legge gli editoriali dei radical chic alla Scalfari (che era un bel fascista convinto prima di passare per opportunismo alla sinistra) o Giuliano Ferrara (che era segretario del PCI di Torino prima di essere folgorato da Craxi) ed ha un'impressione diversa...(ma fortunatamente allora i quadri del PCI non erano organici ai media mainstream, anzi!)
Elimina" spiacevole effetto collaterale della deflazione consistente nel non poter più girare serenamente per strada" - per avere un panorama completo possiamo considerare anche il patto - o forse meglio 'voto di scambio' - tra i laburisti britannici e le grooming gang pakistane, vicenda che sta emergendo in questi giorni (vedi qui per esempio) - riporto anche il link in chiaro, si sa mai https://x.com/tpointuk/status/1874765109446524980?s=46&t=gumStfxggB8tyO-oCDZ0sg
RispondiEliminaIl PD ha recentemente beneficiato della fine politica del Movimento 5 scappatidicasa, i sinistri come già adombrato in un precedente commento fanno il tifo per il partito, poi c’è la propaganda, l’autorazzismo, la religione di Etarcos, il mancato esercizio del dubbio, il fatto che la sinistra è “il bene” e la Lega “il male”.
RispondiEliminaLa strada è lunga e difficile.
commento 2 di 2
RispondiEliminaSuccessivamente gli ho chiesto: fai la valutazione economica completa di cui parli, rispondendo molto sinteticamente. E ha risposto questo:
Ecco una valutazione economica estremamente sintetica:
- **Integrazione Monetaria (Euro):**
- **Vantaggi:**
- Stabilità dei tassi di cambio e riduzione dei costi di transazione.
- Maggiore integrazione finanziaria e competitività internazionale.
- **Svantaggi:**
- Perdita della politica monetaria autonoma, che può limitare la risposta a shock economici locali.
- Rischio di effetti asimmetrici (deflazione, recessione) in Paesi con strutture fiscali deboli.
- **Sintesi:**
- I benefici dell’integrazione monetaria possono superare i costi se accompagnati da politiche fiscali e strutturali adeguate per gestire le asimmetrie.
- **Immigrazione:**
- **Vantaggi:**
- Contributo alla crescita economica, innovazione e compensazione del declino demografico.
- Riempi i vuoti nel mercato del lavoro e favorisce la diversità di competenze.
- **Svantaggi:**
- Possibile pressione ribassista sui salari in settori specifici nel breve termine.
- Costi iniziali di integrazione e possibili tensioni sociali se gestiti male.
- **Sintesi:**
- L’immigrazione offre benefici economici a lungo termine, ma richiede politiche mirate per mitigare gli effetti redistributivi e sociali nel breve periodo.
**Conclusione Complessiva:**
Il successo delle politiche di integrazione monetaria e di gestione dell’immigrazione dipende dalla capacità dei governi di implementare riforme fiscali, strutturali e sociali complementari. Solo così è possibile massimizzare i benefici (stabilità, crescita, innovazione) e minimizzare i rischi (deflazione, pressione sui salari, tensioni sociali).
E alla fine mi sono convinto di questo: nè l'immigrazione nè l'unione monetaria di per sè sono problemi. Le politiche di gestione (e l'eventuale adeguatezza dei politici chiamati a gestire questi fenomeni) invece lo possono essere. un pò come dire: il problema non è l'operazione al cuore: il problema è il chirurgo!
Ci sta, dai.
Perdonami, non so se sia stata una intelligenza artificiale o naturale ma manca il primo dei tuoi commenti, quindi non siamo in grado a nostra volta di commentarli. Eviterei di affidare questioni così complesse a una macchinetta che si nutre di merda piddina, se ho ben inteso il senso dell’operazione. Non credo che possa restituire ragionamenti di un minimo di spessore, con una dieta simile.
EliminaSi il primo dei commenti manca per mio errore. Per una volta che ho scritto da pc, non ha funzionato tutto il resto!
EliminaIl senso del commento era che non avendo capito molto del post, ho chiesto una sintesi e un commento a chat gpt. Il senso dell'operazione era solo il tentativo di cercare capire cose a cui da solo non arrivo, un po' tipo come si fa con le analisi del sangue.
Sul fatto che sia addestrato con merda piddina non ci giurerei, anche se sarebbe interessante vedere come le varie intelligenze interpreterebbero e commenterebbero. Magari con merda mainstream si.
Ho recuperato qui quanto ha risposto:
Riassunto del Post
EliminaIl post esamina, in toni polemici e ideologici, la trasformazione delle posizioni della sinistra su due temi fondamentali: l'immigrazione e l'integrazione monetaria in Europa.
1. Immigrazione:
Posizione storica: In passato, alcuni esponenti della sinistra (ad esempio, Marchais e figure del PCI) si schieravano contro l'immigrazione, sia regolare che clandestina, ritenendola uno strumento per indebolire la lotta dei lavoratori nazionali contro la borghesia, poiché l'ingresso di manodopera straniera riduceva la forza contrattuale dei lavoratori locali.
Posizione attuale: Oggi, la sinistra tende a esaltare il migrante, presentandolo come simbolo di una “avanguardia dello stile di vita” e come elemento positivo per la società, ignorando o minimizzando le conseguenze negative che tale politica può avere sul mercato del lavoro dei cittadini.
2. Integrazione Monetaria:
Posizione iniziale: In passato, c'era uno scetticismo diffuso anche all’interno della sinistra verso l'integrazione monetaria europea (come dimostrato dalla posizione di Napolitano e dalla critica allo SME), temendo che una moneta unica avrebbe portato a politiche deflazionistiche, tagli alla spesa pubblica e allosservazione dei salari reali.
Posizione attuale: Nonostante le previsioni di effetti negativi (deflazione, recessione antioperaia), la sinistra ha successivamente abbracciato l’euro come simbolo imprescindibile dell’unità europea, ignorando le implicazioni economiche negative che, secondo l’autore, erano state previste.
3. Analisi Complessiva:
Il post suggerisce che entrambe le evoluzioni — il passaggio dall’anticomprensibilità dell’immigrazione regolata all’esaudizione dell’immigrazione come elemento positivo, e lo spostamento dal rifiuto iniziale dell’integrazione monetaria alla sua totale accettazione — siano guidate da un istinto di sopravvivenza politico ed economico.
Secondo l’autore, tali scelte servono a proteggere interessi elitari e a garantire la continuità geopolitica, anche a scapito dei lavoratori, che subiscono la pressione ribassatrice sui salari e la riduzione dei diritti sociali.
Commento Economico
Da un punto di vista economico, alcune osservazioni del post trovano un fondamento teorico, ma l’analisi complessiva risulta fortemente semplificata e intrisa di ideologia:
1. Deflazione e Integrazione Monetaria:
Critica valida: È vero che politiche monetarie restrittive (deflazionistiche) possono portare a una contrazione della spesa pubblica, a tagli sociali e, conseguentemente, a effetti negativi sui lavoratori. La critica alla moneta unica come strumento di austerità, se mal gestita, è un tema discusso in ambito economico.
Controargomentazione: Tuttavia, l’adozione dell’euro ha anche portato benefici in termini di stabilità dei tassi di cambio, riduzione dei costi di transazione e integrazione dei mercati finanziari. Gli effetti deflazionistici non sono univoci e dipendono da molteplici fattori, tra cui le politiche fiscali e strutturali dei singoli Paesi.
2. Immigrazione e Mercato del Lavoro:
Critica valida: È riconosciuto che un’elevata presenza di lavoratori immigrati possa, in alcuni contesti, aumentare la competizione nel mercato del lavoro, con potenziali pressioni al ribasso sui salari in settori specifici.
Controargomentazione: La ricerca economica mostra, tuttavia, che l’immigrazione può avere effetti positivi sul lungo termine: stimola la crescita economica, favorisce l’innovazione e contribuisce all’equilibrio demografico in contesti di invecchiamento della popolazione. L’impatto netto sull’occupazione e sui salari è spesso complesso e varia a seconda delle politiche di integrazione e del settore economico considerato.
3. Politica Economica e Scelte Elettorali:
EliminaL’argomentazione che le scelte economiche (sia in ambito monetario che immigratorio) siano dettate da un “istinto di conservazione” volto a proteggere interessi di potere e a mantenere il controllo elettorale è una visione fortemente politicizzata.
Le dinamiche economiche sono il risultato di interazioni complesse tra mercato, politica fiscale e monetaria, e fattori internazionali; ridurre tali dinamiche a un mero tradimento dell’elettorato non rende giustizia alla complessità dei processi economici.
Conclusione
Ha economicamente senso?
In parte sì, in quanto alcuni meccanismi descritti (come l’effetto deflazionistico e le pressioni sui salari) sono riconosciuti in teoria economica. Tuttavia, l’analisi del post è troppo unidimensionale e ideologicamente caricata. Le dinamiche dell’integrazione monetaria e dell’immigrazione sono multifattoriali e non possono essere spiegate esclusivamente in termini di "soppressione dei salari" o di "tradimento elettorale". Una valutazione economica completa richiederebbe di considerare sia i benefici che i costi di tali politiche, oltre alle condizioni specifiche di ogni paese e periodo storico.
A proposito di sinistra , anche oltre oceano sembra siano pronti alla nuova lotta contro il fascismo moderno 😂
RispondiEliminahttps://youtu.be/5RpPTRcz1no?si=B5yEsgWj7AXqwbma
Qua si trovano alcuni spunti interessanti (punti 3, 4 e 5 in particolare) https://orizzonte48.blogspot.com/2017/08/lascienza-di-einaudi-tra-vescovi.html. Si va dalla nemesi di Quarantotto, Einaudi (3), di cui potete immaginare la posizione in merito, ai motivi della nascita della prima internazionale già citati dal prof. (4) al partito socialista americano di inizio '900 (5) fino ai recenti lavori di Barba e Pivetti.
RispondiEliminaVedo che non solo in Italia i media fanno danni...
RispondiEliminahttps://www.businessinsider.com/libertarian-peter-thiel-utopia-seasteading-institute-2018-3
Tutto vero, tutto giusto. Il pd resta a due cifre perché - al netto di tante incrostazioni di potere etc etc - tanti di coloro che non vogliono astenersi non riescono proprio a votare nessun partito di centro destra, dopo aver visto e udito da vicino molti dei loro esponenti e o simpatizzanti/ votanti dichiarati. A quel punto il meschino si dice “ ma non si puo’, questi mai!” E allora cerca di trovare qualche faccia pulita e senziente anche nel pd - la si trova - e ci si illude di rafforzare cosi qualche corrente potabile del partito. Eventually, si vota qualche cespuglio affine. Insomma, tutto qua.
RispondiEliminaSempre sul PD a due cifre, segnalo che il voto popolare piddino è cattolico. Le parrocchie costituiscono un serbatoio di voti piddino come lo erano le sezioni del PCI. Il clero è piddino perché il papa attuale è "dem" e i fedeli disattenti seguono. Con questo non intendo dire che i cattolici siano un monolite, tutt'altro, ma ora nella Chiesa comandano i modernisti (categoria teologica) i quali sono gli stessi che in politica sono figli della sx DC, di Dossetti; dei quali Prodi è un tipico esponente. Quando Salvini bacia il rosario, questi vanno letteralmente fuori di testa e per eliminarlo non esisterebbero a mettersi col demonio. Perciò penso che per ridurre il PD ad una cifra serva un nuovo papa non modernista. Senza la Chiesa cattolica dalla tua parte, anche solo in desistenza, non governi in Italia. Mai successo
RispondiEliminaQuesta è una chiave di lettura abbastanza inconsueta per noi, ma mi sembra fondata e feconda. Può darsi che la presenza di questa enclave ingombrante spieghi la nostra anomalia nel panorama politico europeo, e alcune reazioni che descrivi mi sembrano molto plausibili. Grazie!
EliminaPer la Chiesa, oggi, l'immigrazione è essenziale quanto e più che per la sinistra e i suoi danti causa. Difficile che un nuovo papa sia molto diverso. E, anche se un conclave è sempre imperscrutabile, tuttavia è pur sempre reversibile. Non dimentichiamo l'avvento di questo papa.
EliminaSono d'accordo. Se leggi il mio commento sopra sulle due anime del PD trovi anche l'ostilità preconcetta di questa parte di cattolici verso il mondo dell'impresa e del lavoro autonomo (specie se appunto di piccole dimensioni). Aggiungo al tuo ragionamento che il mainstream ha da tempo accreditato come futuro papabile l'attuale arcivescovo di Bologna, che sicuramente ha un'avversione per l'attuale governo come l'ha per i congiuntivi. E' però vero che chi entra Papa in conclave ne esce cardinale...almeno speriamo
EliminaAl contempo era necessario mantenere, nei limiti del possibile, il sistema produttivo (in contrazione) con livelli di produttività sufficienti (anche questi in contrazione a causa della diminuzione della domanda interna). Quindi il mercantilismo (rischioso e fonte di squilibri internazionali) è stata l’unica soluzione praticabile. Tutto quadra. Grazie professore.
RispondiEliminaNon so se sia stata una conseguenza prevista o una piacevole sorpresa certo è che il sostegno all’Euro ha permesso alla sinistra di disporre di uno straordinario strumento, non l’unico e non il più evidente, con cui tentare di realizzare ciò che è presente nel suo DNA più profondo ovvero il controllo sociale. Da una parte capitale libero di fare i propri interessi e dall'altra coronamento del sogno di una vita.
RispondiEliminaEpperò:
RispondiElimina1. Negli ultimi decenni i reati in italia sono calati radicalmente, a partire dagli omicidi (che sono i più difficili da occultare), mentre gli immigrati sono aumentati esponenzialmente. Quindi possiamo passeggiare molto più tranquilli di un tempo. Il resto è propaganda.
2. Si dà il caso che gli immigrati facciano anche impresa, e che queste imprese siano aumentate considerevolmente negli ultimi anni, mentre quelle condotte da italiani tendono a calare. Infatti a preoccuparsi dell'immigrazione siete voi legumi, referenti politici di queste "metastasi" (De Cecco). Ovviamente dei nostri salari non vi frega una mazza.
3. Non esiste una sinistra "immigrazionista", la sinistra parlamentare è per il controllo delle frontiere anche ora. Non c'è un dirigente del PD che si sia espresso per le frontiere aperte, mentre le loro dichiarazioni in senso contrario si trovano molto facilmente, non c'è bisogno di scavare. Il citato Napolitano è uno dei firmatari di una legge che la regolamenta. La
sinistra contraria ai controlli è quella rivoluzionaria, ma casualmente Lenin non trova spazio in questi post.
4. D'altra parte abbiamo un governo di destra che quest'anno farà entrare oltre 191.000 immigrati. Ops.
5. Che questo fosse il tema che ha portato alla creazione della Prima Internazionale, A.D. 1864, è una scemenza paragonabile solo al complotto di Wikipedia per nasconderlo.
Consiglio il libro di Luca Lombardi, che sistema una per una tutte queste amenità e fa anche barba e capelli a Barba e Pivetti, due Bagnai che non ce l'hanno fatta
Oh! Finalmente una dissenting opinion!
Elimina1) grazie! Quindi mi confermi che non c’è alcun allarme patriarcato né mascolinità tossica, e che non era il caso di inserire le quote rosa nel reato d’omicidio, giusto? Qualcosa sulle frequenze relative? Si può avere?
2) qualche cifra aiuterebbe. Sai, qui siamo abituati così.
3) visto che è così facile trovare dichiarazioni del PD in difesa delle frontiere fai uno sforzuccio: mettine una qui! Io ci ho messo la Boldrini: hai capito che cosa dice?
4) inutile spiegare la differenza fra immigrato e clandestino a chi non vuole capirla! Si romperebbe il giocattolino del leghista rassistaaaah111!1!1
5) nessuno ha detto che fosse “il” tema, ma secondo loro era “un” tema. A proposito: Luca Lombardi chi?
1. Quindi non c'è correlazione tra immigrazione e criminalità, per restare sul punto.
EliminaPer il resto concordo che non c'è emergenza patriarcato, ci sono le donne che ne hanno le scatole piene del patriarcato perenne
2. https://www.lavoro.gov.it/notizie/pagine/crescono-ancora-le-imprese-migranti-sono-quasi-660mila
3. "Occorre contenere i processi di immigrazione, contrastare l’immigrazione clandestina con tutti i drammi umani che comportano nel Mediterraneo" D'Alema
"Il fenomeno va affrontato con la consapevolezza realistica che l’accoglienza ha un limite, perciò occorre lavorare sul governo dei flussi" Renzi
"Accoglienza sì, ma servono controlli" Gentiloni
"L’Europa deve dare una risposta strutturale al governo dei flussi migratori" Letta
4. Anche la destra dunque fa entrare gli immigrati che servono ai padroni. Siete uguali, fate solo teatrino
5. "Del resto, perché pensate che fosse stata creata la Prima internazionale?" Messa così sembra proprio "il" tema.
Lombardi chi vuole se lo va a leggere. Non sarà un intellettuale sopraffino come il martire Messora, ma ha scritto cose interessanti e più documentate rispetto al paio di tabelle in croce su 180 pagine di B & P
Caro, non so chi ti credi di essere, ma ti do un’ultima possibilità di dimostrarci quello che sei, perché sei (involontariamente) funzionale al moo discorso. Se ti adeguerai ai nostri standard, che prevedono la citazione delle fonti, avrai qui diritto di cittadinanza non solo come interessante caso di studio antropologico, ma anche come interlocutore.
EliminaParto dalla fine: con Messora ho litigato spesso, è stato un ingranaggio importante della macchina del gatekeeping, non ho mai capito perché (e se) l’ha abbandonata, ma ha il diritto di dire e far dire quello che vuole nella sua testata giornalistica, ovviamente nel rispetto dell’ordinamento, non della censura imposta per difendere misure di dubbia scientificità. Quello che tu citi nessuno sa chi cazzo sia, con tutto il rispetto. In un gesto estremo di disponibilità ho rinunciato a uno dei principi fondanti di questo blog, che è il fatto di non essere qui a fare la segretaria del primo tronfio babbeo che arriva con la sua verità in tasca, e me lo sono googlato. Sono usciti, nell’ordine, un Compositore, un centrocampista, un assessore regionale di Fratelli d’Italia. Non credo che abbiano un H index superiore al mio, ma il punto non è questo, non è il principio di autorità. Magari questo carneade avrà degli ottimi argomenti. Il problema è che siccome nessuno sa chi sia, è difficile andarli a leggere per valutarli, se tu non metti un cazzo di link. Lo stesso discorso vale per le plurime citazione che fai di politici di sinistra, più o meno decotti e più o meno di sinistra. Nella simpatica antologia di affermazioni di principio vuoto di significato fatte da una simpatica accolita di affaristi mancano i riferimenti (i link) che consentano di contestualizzarle. Io in aula ci sto, tutti i giorni, e tutti i giorni mi tritano le gonadi con afflati di mieloso umanitarismo. Peraltro è assolutamente ovvio che nessun politico direbbe apertis verbis: “Dobbiamo favorire l’immigrazione clandestina!”. Ma già il semplice fatto che si sia proibito di utilizzare la parola “ Clandestino” sui media la dice molto, soprattutto su chi l’emergenza vuole crearla e, sarai stupito, non siamo noi, né come partito, né soprattutto, come comunità di resistenti all’internazionale finanziaria. La scomoda e triste verità è che questa emergenza narrata fa molto più comodo alla sinistra come collante identitario, una volta che gli affaristi che citi come campioni dei diritti umani hanno smantellato salari e diritti sociali, di quanto faccia comodo alla destra come attrattore di consenso. Quanto alla destra che fa entrare gli immigrati “che servono ai padroni“, Ti faccio notare due cose. La prima è che se anche così fosse questa cosa dimostrerebbe innanzitutto che non esiste alcun pregiudizio razziale nella destra (e infatti nessun politico di destra, tranne qualche sciroccato sporadico ha mai opposto una pregiudiziale razziale ai flussi clandestini). Ma più in generale, venendo al tema della deflazione salariale, è ricordato che i salari reali stanno comunque crescendo, questa roba qua l’ha voluta la sinistra quando ha fatto quelle politiche di destra che nel lungo periodo avvantaggiano solo la destra, come scrissi sul manifesto nel 2011. Il problema è che la Boldrini enfatizzava il ruolo dei “migranti“ in una economia caratterizzata da una disoccupazione a due cifre, mentre adesso si fanno entrare persone perché la disoccupazione è ai minimi storici. So benissimo che con salari più alti, astrattamente, quelle braccia forse si troverebbero anche qui. Ma tu hai mai visto i dati del Italiano da quando sono passati i campioni che citi nel tuo commento? Il minimo spazio che hanno lasciato per una operazione di ridistribuzione questo governo oggettivamente lo sta utilizzando. Dopodiché, a me di difendere questo specifico governo interessa il giusto. La povera sinistra ha voluto giocare il gioco della deflazione senza capire che si sarebbe bruciata. Qualcuno glielo aveva detto. Adesso lascia giocare lo stesso gioco altre persone che però partono da una posizione migliore per vincerlo.
Coi tuoi ultimatum mi sciacquo abbondantemente i cabbasisi, per cui i link te li cerchi da solo.
RispondiEliminaTanto poi non li commenti, come quello che dimostra che l'immigrazione può essere un problema più per i bottegai che per i salariati.
'Sti cazzi Lombardi, chi vuole si legga il libro, che fa anche una rassegna degli studi scientifici sul tema. Il link non serve, tranne per i parlamentari di destra che non sanno usare Google.
Ora vado a trastullarmi grazie alle mirabolanti politiche redistributive leghiste, tipo il sostegno al governo Draghi, la firma del nuovo patto di stabilità, e la proposta di conferimento obbligatorio del TFR ai fondi pensione privati
Scusa, il "libbro" di cui parli è questo (https://www.legauche.net/economia/contro-i-rossobruni-e-la-loro-propaganda-i-dati-economici-del-fenomeno-migratorio/)?
EliminaHo letto solo la sintesi ma, se per te questo fa "barba e capelli" a Barba e Proietti posso dire che:
1. Le Gauche ha una capacità di sintesi schifosa oppure
2. nella foto tu sei quello pelato.
Resta cmq vero quello che dicono i "redpillati", quelli veri: al sinistrato puoi vendere tutto, anche il neo liberismo, ma non il controllo del mercato sregolato del lavoro.
Quella sintesi è illegibile, mi sono fermato dopo due minuti, per cui non ti so dire se sia accurata. Mo' anche basta con 'sto libro, era solo un consiglio di lettura a margine. Non leggetelo, e restate pure con la convinzione che Salvini sia l'erede della tradizione del movimento operaio.
EliminaRedpilled non so cosa voglia dire e, come da regolamento del blog, senza link non posso indagare.
Invece apprezzavo Proietti, specie la scena in cui alza le palle dell'asino per vedere l'orologio sul campanile.