domenica 22 febbraio 2015

La causa delle guerre

(non ho mai trovato più sintetica descrizione della pericolosità sociale del piddino, dell'uomo "colto" che sa di sapere. A questo individuo abietto abbiamo affidato la costruzione di una cosa che, come Guareschi plasticamente ci dimostra, esisteva già, e i risultati di questo lavoro inutile sono sotto gli occhi di tutti: distruzione, morte, e presto prigionia. Quindici minuti dopo aver conosciuto Brigitte Granville a Parigi, mentre preparavamo il nostro intervento, lei mi disse: "Nos ennemis sont les gens cultivés". Eppure io ero cultivé, come lei, e lei non aveva letto Guareschi. Non è la cultura, ma la piddinitas, il saper di sapere, l'ostacolo alla comprensione delle genti, e quindi la causa delle guerre...)





30 commenti:

  1. E i piddinitis se la filano sempre con gli ossessivi compulsivi o i disposofobici.
    Essendo categorie complementari in Shiva producono montagne di merda.
    Come non regalare loro un badile da campeggio?
    Mi perdoni lo sfogo ma dopo aver ascoltato,stamani,la sinistra dem e nel pomeriggio lei al TgCOM (mentre qualcuna in casa urlava:" ma come si fa a non capire quello che dice?) non posso che collaborare al suo post con modestia.
    Ci vorrebbe un cerchio dantesco tutto per loro così piddinano per l'eternità.
    Lo so,un'immagine orribile...me ne scuso con tutti.

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    1. Mia moglie e una sua amica che apprezzano molto il suo eloquio cristallino.Si infervorano molto (tipo la Meloni).
      La nonna di mia moglie,mantovana,la faceva addormentare con la ninna nanna e usava sempre la stessa canzoncina:Bandiera rossa.(le assicuro che è la verità).

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  2. Una migliore definizione l'ha data secondo me Pasolini
    "Quelle che che amo di più sono le persone che possibilmente non abbiano fatto neanche la quarta elementare, cioè le persone assolutamente semplici. Non lo dico per retorica, ma perché la cultura piccolo borghese, almeno nella mia nazione (ma forse anche in Francia e in Spagna), è qualcosa che porta sempre a delle corruzioni, a delle impurezze. Mentre un analfabeta, uno che abbia fatto i primi anni delle elementari, ha sempre una certa grazia che poi va perduta attraverso la cultura. Poi si ritrova a un altissimo grado di cultura, ma la cultura media è sempre corruttrice."
    (tratto dall'intervista di E.Biagi a P.P.Pasolini)

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    1. Sì, il concetto pasoliniano di "cultura media" è il riferimento più vicino al mio concetto di piddinitas. Infatti il piddino confonde Pachelbel con Packard Bell e Galois con le Gauloises (anche se non sempre confonde Prost con Proust). Per sapere di sapere devi in effetti saper qualcosa. Tuttavia, se mi accomuna a Pasolini il disprezzo per la cultura media, sono un po' in difficoltà nel vagheggiare lo stato di natura. Questo è l'aspetto di Pasolini col quale devo venire a patti. Ma sulla barbarie della mediocrità (che non è la mediocritas) siamo assolutamente d'accordo. D'altra parte, se ci fate caso, l'attuale mondo a misura di mediocre (cioè di piddino) è un mondo costruito per sterminare la classe media (IPF è costruito attorno a questo concetto).

      Che riflessioni promuove in voi questa evidenza?

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    2. Riflessione: la morte non casuale - diciamo così - di Pasolini, e per di più ambientata in uno scenario "pasoliniano", ha trovato nella barbarie della mediocrità la sua legittimazione a priori e pertanto la sua accettazione, anche tra le sfumature dal rosa al rosso acceso.

      Posso ricordare male, ma non mi pare di aver sentite, all'epoca, tante proteste, neppure colorate.
      Del resto, le bandiere d'ordinanza, quelle arcobaleno, dovevano ancora essere tessute.


      Non so se ho risposto.
      Colgo l'occasione per ricordare "Vita di Pasolini" di Enzo Siciliano, biografia che comprende anche le osservazioni sullo "scenario".

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    3. Alberto Bagnai 22 febbraio 2015 22:31

      Che riflessioni promuove in voi questa evidenza?

      Che classe media e cultura media (piddinitas) NON coincidono.

      Anzi, la possibilità di vivere senza l'assillo di far quadrare i conti mese per mese (che mi sembra una buona definizione di classe media) favorisce più che ostacolare la coltivazione di sé fino a maturare una cultura vissuta e - secondo le proprie capacità - profonda. Anche perché per questo occorre più tempo che soldi.

      Che poi questa condizione favorevole venga sfruttata o no è tutta un'altra storia, che ha molto a che fare col libero arbitrio di ciascuno, nonché con quella cosa che la sinistra non vede per quanto è grossa, ma non per sua colpa sibbene perché è affetta dall'eresia pelagiana, cioè il peccato originale. Come pure ha a che fare con quell'altra cosa che la destra non capisce, anch'essa non per sua colpa ma semplicemente perché espressione di un'altra eresia, ovvero l'operare della Grazia nell'uomo.

      Comunque, mi sembra che l'argomento più forte a favore dell'ortogonalità fra classe media e cultura media (se dis inscì?) sia proprio l'opera di distruzione della classe media a cui è votato il sistema economico che ci sta ammazzando.



      P.s.: le sue citazioni di Giovannino Guareschi mi hanno commosso, perché si tratta dell'autore italiano che più amo e più conosco.






      P.p.s.: mi permetta però di chiudere, alleggerendo un intervento altrimenti troppo serioso, con un OT che ci dimostra una volta di più i benefici effetti della pratica sportiva (del surf, in particolare)

      http://www.gazzetta.it/Foto-Gallery/Sportlife/Bellezze/22-02-2015/karlee-ironside-surfista-passione-100983713947.shtml

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    4. Che la categoria umana dei piddini è l'evoluzione culturale di quella dei trinariciuti. Che il buon selvaggio è un mito perché il selvaggio medio ha tre narici. Che la mediocrità piddina è il risultato delle campagne di alfabetizzazione dei selvaggi, cui andava prima estirpata la terza narice. Operazione che, quand'anche fosse permessa dalla natura, non era conveniente per chi i selvaggi conduceva dall'anello ad essa attaccato. Con il piddino, siamo passati dall'anello al microchip, tutto qui, dalla terza narice al mononeurone.



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    5. «La costanza e la riscoperta periodica degli stessi simboli universali da parte dei poeti di alta ispirazione pare comprovare che le idee inerenti non sono una creazione fortuita […] Certo, per scoprirli è necessario quel sentimento superiore e trascendentale proprio dei geni, il quale, dopo le catastrofiche teorie di Cartesio, ha perso credito e viene considerato dalla nostra società come un campo di concentramento spirituale dove sono permesse tutte le follie. […] l’infelice reazione cartesiana […] legittimò quel fastidioso uomo medio il cui malinconico livello spirituale è una caricatura dello spirito umano. Poiché si è sviluppata l’idea che codesto uomo medio, sprovvisto della metà delle sue facoltà innate costituisca l’essere veramente umano “equilibrato”, sano e normale», va da sé che tale uomo, proprio a causa della sua insufficienza spirituale, neghi o consideri pazzia, superstizione o fantasticheria ciò che oltrepassa le sue ridotte facoltà […] Il suo credo suona:-Concedo realtà soltanto a ciò che io comprendo»
      M. Schneider, La danza de espadas y la tarantela. Instituto espanol di musicologia, Barcelona, 1948

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  3. “La terra è una gran sciocchezza. E pare che stiano per battersi, codesti sciocchi, per farsi rompere il muso o per massacrarsi, in piena estate, nel mese di pratile, quando potrebbero andarsene, con una bella creatura sotto braccio, a respirare nei campi l'immensa tazza di tè dei fieni falciati! In verità, si fanno troppe sciocchezze.
    Una vecchia lampada rotta, che ho visto proprio ora da un rigattiere, mi suggerisce una riflessione: sarebbe tempo d'illuminare il genere umano. Proprio: rieccomi triste! Cosa vuol dire mandar di traverso un'ostrica e una rivoluzione! Ridivengo triste.
    Oh, vecchio mondo orribile!
    Ci si sforza, ci si destituisce, ci si prostituisce, ci si scanna, ci si abitua!”

    I miserabili, V. Hugo

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    1. «Il mondo si avvia al tramonto. L’unica ragione per la quale si conserva è perché esiste. Ma com’è debole questa ragione, se comparata a tutte quelle che annunciano l’opposto, in particolare a quella che recita: che cos’ha ormai da fare il mondo sotto il cielo? Infatti, anche supponendo ch’esso continui d esistere materialmente, sarebbe questa un’esistenza degna di questo nome e del dizionario storico? Non dico che il mondo sarà ridotto agli espedienti ed al disordine […], o che torneremo allo stato selvaggio, e andremo, in cerca di cibo col fucile alla mano attraverso le rovine ricoperte di sterpaglie della nostra civiltà. No; poiché questa sorte e queste avventure supporrebbero ancora una certa energia vitale, una eco dei tempi primitivi. Noi saremo piuttosto un moderno esempio dell’inesorabilità delle leggi morali e ne saremo le vittime, perché periremo proprio a causa di ciò per cui abbiamo creduto di vivere. La meccanizzazione ci avrà a tal punto americanizzati, il progresso avrà così atrofizzato la nostra parte spirituale, che anche il più sanguinario, il più sacrilego o il più inumano tra i sogni degli utopisti, apparirà poca cosa di fronte a questi fatti. Chiedo a qualsiasi uomo che pensa di mostrarmi ciò che esiste della vita. […]. Ma non sarà solo per colpa delle istituzioni politiche che si manifesteranno la rovina universale, o il progresso universale; poiché poco mi importa il nome. Sarà a causa dell’avvilimento dei cuori. Ho bisogno di dire che il poco che resterà di politica si dibatterà penosamente in mezzo al dilagare crescente degli istinti bestiali, e che i governanti, per mantenere il loro potere e una parvenza d’ordine, saranno costretti a ricorrere a mezzi che farebbero rabbrividire la nostra umanità attuale, pure così indurita […] Allora, ciò che somiglierà alla virtù, – che dico, – tutto ciò che non sarà la brama per Pluto sarà reputato immensamente ridicolo. La giustizia, se in quell’epoca fortunata potrà ancora esistere una giustizia, farà interdire i cittadini che non avranno fatto fortuna. […] Tua figlia, nella sua infantile verginità, sognerà nella sua culla di vendersi per un milione. E tu stesso, o Borghese, ancora meno poeta di quanto tu lo sia oggi, non vi troverai nulla da ridire; non avrai alcun rimpianto. […] Questi tempi sono forse assai prossimi; chi sa che non siano già venuti, e se l’insensibilità della nostra natura non sia il solo ostacolo che ci impedisca di riconoscere l’ambiente in cui respiriamo!»
      C. Baudelaire, Journaux intimes

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    2. @Il velo di Maya

      In un frammento, che ora non ho sotto mano, il buon Baudelaire paragonava le diffuse ipocrisie del sistema sociale in cui viveva all'affermazione che fece una prostituta, in compagnia della quale aveva visitato il Louvre, allorché la ragazza di vita, innanzi a statue e dipinti esternanti gli organi genitali umani esclamò più o meno così: "Oh, ma tutto ciò è osceno!". Al tempo del liceo, Baudelaire veniva insegnato come "poeta maledetto" (accanto agli altri tre); oggi mi chiedo cosa significhi davvero: anche nelle opere in prosa ne emerge una figura morale, drammaticamente consapevole dei propri limiti e della propria visione assai più ampia di quelli. Non dimentico quale fu il primo libro in assoluto, da diciottenne, che acquistai di proposito (una vera discesa agli Inferi, lontana interi eoni dall'aura di volgare trasgressione che apparentemente evoca, alquanto banalmente e comunemente accreditata): Les Fleurs du Mal.

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  4. "L'accordo all'Eurogruppo è una vergogna ... Avevamo fatto delle promesse e non le abbiamo mantenute. Chiedo scusa al popolo greco. Dobbiamo reagire e subito. E tra la libertà e l'oppressione, io scelgo la libertà".
    “Mi scuso con i greci per questa illusione”.
    Manolis Glezos
    (ex partigiano, eroe nazionale greco, eurodeputato di SYRIZA nel 2014 eletto col più alto numero di voti)

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  5. Da un paio di settimane i clown del circo mediatico ci avvertono che siamo a rischio invasione da parte dell'Isis. Lo fanno discutendone negli studi tv con “esperti”, opinionisti e politici “embedded” tra lazzi e frizzi, come se stessero parlando di un romanzo di Salgari. Già da qui si comprende che la minaccia dell'Isis esiste solo nella mente di chi ha deciso di avvalersene per spaventare la popolazione impedendole di occuparsi dei problemi reali che ne affliggono la quotidianità come, ad esempio, nel caso italiano, le riforme peggiorative messe in atto da Silvio il giovane su pressione esterna, a partire dal cosiddetto Jobs act, una riedizione fuori tempo massimo delle riforme Hartz IV implementate da Schroeder in Germania.
    Delle mirabolanti riforme renziste si parlava questa mattina a Omnibus (La7) con l'incolore ma feroce Stefano Menichini e il corrispondente mannaro Udo Gumpel, oltre ad altri due che non ricordo. Secondo i due, le riforme di matteorenzi sono ottime ed abbondanti e guai a lamentarsene perché portano l'Italia verso il futuro, o qualcosa del genere. Visto che c'erano hanno parlato anche della Grecia, che è colpevole di “aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità”, distribuendo pensioni per importi “pari al triplo della media europea” ad una smisurata galassia di sfaticati dipendenti pubblici e di conseguenza i greci dovranno pagare tutti i debiti. Naturalmente per adempiere a tale obbligo i greci dovranno morire di fame o di stenti, a scelta, perché il contribuente tedesco non accetterebbe mai di “pagare per i loro errori”.
    Cinque minuti di questa manfrina bastano e avanzano per spegnere la tv e dedicarsi ad altro.
    Va da sé che Tsipras e Vanoufakis dovranno cercarsi un altro impiego già nel breve termine perché l'aver ceduto alle pressioni tedesche susciterà un certo comprensibile malcontento tra i greci ed è quindi probabile che, laddove il malcontento dovesse prendere il sopravvento, le sorti della Grecia saranno decise in altro ambito e con metodologie recentemente sperimentate in diverse aree contigue all'Europa. Certo, dopo sarà più difficile sostenere che l'Ue garantisce prosperità e benessere e ci preserva dalla guerra, ma non credo che a Bruxelles si preoccupino più di tanto, visto che in gennaio, in una intervista trasmessa in prima serata dal telegiornale ARD, il primo canale tedesco, Yatsenyuk aveva affermato che “l'Unione sovietica invase Ucraina e Germania durante la seconda guerra mondiale. Dobbiamo evitare che si ripeta”.
    Dal governo tedesco, così come dai rappresentanti Ue, non è arrivata nessuna reazione. Il che la dice lunga sullo stato dell'arte.

    Parallelamente l'Ue continua zelantemente a scavarsi la fossa da sola su diversi fronti. L'ultimo “successo” in ordine di tempo lo registra l'Unione petrolifera, secondo cui le forniture di petrolio dalla Libia all'Italia, che costituivano il 30% del fabbisogno, sono passate al 6%. Per non parlare dei “successi” già ottenuti con le sanzioni imposte alla Russia, a causa delle quali «l’UE ha già perso 21 miliardi di euro». E continuerà a perderne altri finché sarà governata da personaggi del calibro di Juncker, Tusk e Schulz.

    Di successo in successo l'Ue sta scavando il suo futuro.

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  6. Questa però è in fondo è la stessa narrazione della tregua del natale del 1914, grande arma della propaganda europeista. Propaganda però utilizzata (come è naturale che sia) totalmente a sproposito. Infatti ci si dimentica sempre che quell'episodio avvenne quando la guerra di trincea era appena iniziata e i poveri soldati, britannici e tedeschi, non avevano la minima idea di a cosa stavano andando incontro. Non avevano la minima idea di cosa stavano per essere obbligati a fare e subire e pensavano che di li a poco sarebbero tornati alle loro famiglie. Purtroppo quando gli esseri umani vengono obbligati ad abbandonare ciò che li distingue dal resto del regno animale (ovvero la civiltà: il vivere in comunità in armonia) non esistono 25 dicembre, manifesti, sogni vari e spot di raistoria che possano tamponare l'inesorabile declino.

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  7. Vi informo che settimana prossima presa diretta si occupa della austerity e in particolare dell'italia. Chissa' cosa diranno.

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    1. Dipenderà da chi inviteranno. Io non li ho sentiti, quindi abbiamo motivi di credere che sarà monnezza.

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    2. Criterio forse sbrigativo, ma non posso in tutta onestà contestarne l'efficacia.

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  8. Chi è l' autore? Non mi dispiacerebbe leggere di piu di costui.

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    1. Come chi è ?!? Giovannino Guareschi!!!

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    2. "Diario clandestino 1943-1945"
      di Giovannino Guareschi

      Lo comprai quasi per caso, edizione del 1949 ... te lo consiglio...

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    3. Giovanni Guareschi....e nel post e' citato varie volte. Leggere e' un'arte difficile , e la "lettura veloce" e' un portato di un tempo che privilegia le immagini alle parole. Pensa che se voglio leggere davvero qualcosa che mi interessa ho ancora bisogno della carta...perche' la parola o si imprime nella memoria...o e' tempo buttato. I libri di A.B. li ho comprati di carta...

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  9. "la guerra e' il massacro di milioni di persone che non si conoscono, nell'interesse di poche persone che si conoscono, ma non si massacreranno mai"...

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  10. Ieri mi sono fatto una passeggiata sulla via Ardeatina, questa via citata fin dall' antichità, corre sostanzialmente parallela alla linea ferroviaria RM-NA fino a Pomezia Santa Palomba. Subito dopo il Raccordo Anulare, sulla destra c' è un antico casale fortificato, denominato Falcognana di Sotto, come correttamente citato da Giovanni Maria De Rossi nel bellissimo volume "Torri e Castelli Medievali della Campagna Romana" qui in una vecchia immagne ottocentesca. E' possibile raggiungerlo oggi attraverso una piccola stradina che corre parallela alla ferrovia e si scopre che è diventato sede di discarica di immondizie ed è completamente in rovina; le immagini che allego, non danno conto dell' attuale stato di degrado del sito.
    Ho fatto questa breve premessa, per uno dei casi tra i mille e mille che si possono fare in Italia, penso a Pompei, Caserta, alle Ville Venete, solo per citare casi ben più eclatanti ed importanti di degrado, che spero sia gradita come momento di immersione in un mondo ormai perduto, per dare l' idea di cosa sia per me la cultura, cioè qualcosa di molto complcato da descrivere e che riguarda un complesso di pensiero, scienza e di amorevole interesse, che renda impellente la cura dei nostri Beni. E' come credo sottintenda Guareschi, amaramente, questa la Cultura che in primis renderebbe comprensibile a tutti cosa sia importante e cosa sia invece ciò che vuole in caporale tedesco e così bene sposata dall' ex fonte culturale che era la Sinistra? Chi c' è oggi che sia possibile definire Uomo Colto; Alberto Bagnai, Uomo che ho imparato a conoscere come veramente Colto, credo voglia dirci questo e credo che sia molto amareggiato, come me, non così Colto ma che percepisce l' importanza della questione.

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  11. Scambio di idee su twitter a proposito dell'impatto sulla quota salari dovuta all'uscita da €. Realfonzo invita paternalisticamente Bagnai a studiare e a non dire sciocchezze; interviene in suo appoggio Giampaolo Galli (amicus Plato sed magis amica veritas); io, esilarato salla convergenza oppositorum, mi becco una reprimenda dall'esponente PD, perché ignoro l'ABC dell'economia (il che, va riconosciuto, è vero, peccato però che nel frattempo con la loro scienza ci stiano immiserendo, è solo questo che mi dovrebbero spiegare. Insomma, riflettiamo serenamente, in scienza e coscienza, secondo verità e senza cedimenti populistici.

    @RRealfonzo: Caro @AlbertoBagnai quante sciocchezze.Lascia perdere i blog, studia, scrivi se hai argomenti scientifici.E non saltare da destra a sinistra

    @GiampaoloGalli: Sono km distante da @RRealfonzo ma mi sembra onesto dire che ha 1000 volte ragione nella disputa con @AlbertoBagnai su salari e svalutazione

    @WellnessGourmet: @GiampaoloGalli @RRealfonzo @AlbertoBagnai Bagnai di solito argomenta con dati. Di voi ci dobbiamo fidare sulla parola?

    @AlbertoBagnai: .@wellnessgourmet @giampaologalli @rrealfonzo "Perché Galli è un uomo d'onore"...

    @2631925: @AlbertoBagnai @WellnessGourmet @GiampaoloGalli @RRealfonzo Ma è fantastico: convergenza tra confindustria e sinistra dura?

    @GiampaoloGalli: @2631925 @AlbertoBagnai @WellnessGourmet @RRealfonzo
    Macchè convergenza! ABC da primo anno di economia.
    Basta corbellerie.

    @2631925: @GiampaoloGalli @AlbertoBagnai @WellnessGourmet @RRealfonzo allora ci facciamo fare a pezzi dai suoi amici tedeschi?

    @braveheartmmt: @GiampaoloGalli @2631925 @AlbertoBagnai @WellnessGourmet @RRealfonzo primo anno ? Sarà semplice allora rispondermi https://t.co/VaExCaUcia

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    1. Caro Celso,
      scienza, coscienza e verità? Con questa gente? Cultura. E' morta o moribonda e noi stiamo morendo senza di essa.

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  12. Lao-tze arrivò a scrivere: "Vomita la tua intelligenza". E Franco Cardini, in un programma televisivo, ricordò come Francesco d'Assisi giunse ad abbandonare anche il desiderio di conoscenza, per immergersi in quel "vuoto" che riecheggia il sunyata buddista, e di cui il cardinal Cusano ebbe a dire essere una "docta ignorantia". Alcuni anni addietro mi colpì non poco la testimonianza di gente che abitava nelle zone martoriate del medio oriente, allorché affermava che arabi, israeliani e palestinesi "banalmente quotidiani" (ebrei, cristiani o musulmani, poco importava) riuscivano tranquillamente a convivere, rispettando se stessi e le rispettive tradizioni, riuscendo perfino ad integrarle attraverso il dialogo, per comprendere meglio il volto interiore dell' "altro". Purtroppo le crescenti tensioni tra rappresentanti ufficiali dei loro stati e delle loro culture aveva iniziato a gettare un'ombra di diffidenza anche in mezzo a loro. Anche l'intelligenza "formale" può giungere a discriminare, e lo fa con grande efficacia. Bisognerebbe rammentare che entro l'essere umano esiste qualcosa di più profondo cui pure l'intelligenza di questo genere andrebbe subordinata attraverso un processo di coscienza (qualcuno lo chiama volutamente “intellectus”, per indicarne la natura non-formale, anzi propriamente sovra-formale). Che la cultura scaturita da questa intelligenza formale giunga ad ostacolare la comprensione, non solo tra le genti, ma spesso anche tra un uomo e una donna che dicono di amarsi, è una delle manifestazioni d’ignoranza più tragiche la cui esperienza tocchi all’essere umano e fa parte, a pieno titolo, di quella ignoranza metafisica che l’induismo definisce col termine sanscrito di “avidya”.

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    1. @Citodacal
      Dal pie vid- che significa "vedere" (vi: diffusione, d: luce). Avidya rende ancora meglio se si traduce con "cecità" (da cui "E quindi uscimmo a riveder le stelle")

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