mercoledì 6 novembre 2024

Global imbalances

Gli squilibri globali di bilancia dei pagamenti sono stati a lungo un mio tema di ricerca. A quelli che "allora vuoi l'autarchiaaaaah!111!" ricordo che di per sé non c'è nulla di intrinsecamente errato o pericoloso nel fatto che un Paese voglia mantenere una posizione di surplus strutturale di bilancia dei pagamenti. Basta che si disponga a capire che in tanto lui può avere un surplus in quanto uno o più altri possono avere un deficit, dal che consegue:

1) che il surplus non è più glorioso di quanto il deficit sia ignominioso, perché sono le due facce della stessa medaglia;

2) che il surplus puoi averlo finché qualcuno finanzia gli altrui deficit (e i deficit altrui li può finanziare solo chi è in surplus!)

Quando un Paese si mantiene, ad esempio facendo dumping valutario, salariale, energetico, in una posizione strutturale di saldo attivo di bilancia dei pagamenti, ma non vuole prestare soldi ai Paesi in deficit, il sistema salta, e non è detto che a quel punto i "virtuosi" ne escano meglio dei "viziosi". Sarebbe opportuno evitare di arrivare a quel punto, cioè evitare di accumulare stock di debiti/crediti esteri così ingenti da essere difficili da rifinanziare nel caso in cui qualcosa vada storto.

Comunque, per articolare un ragionamento vi fornisco qualche dato sugli squilibri esterni fra i maggiori poli dell'economia globale. Qui li vedete in miliardi di dollari:


e vista così la situazione degli Usa fa paura (mille miliardi di dollari di deficit estero, di indebitamento verso il resto del mondo...), mentre qui li vedete in percentuale del Pil mondiale:


e il quadro che ne emerge è lievemente diverso (ma più corretto): il punto di maggior squilibrio esterno gli Usa lo hanno toccato nel 2006, quando il loro deficit esterno (di bilancia dei pagamenti) aveva sorpassato l'1.5% del Pil mondiale. Ora sono attorno all'1% del Pil mondiale e se in valore assoluto il loro deficit sembra sprofondare è solo perché l'inflazione ha gonfiato tutte le grandezze nominali, Pil compreso.

In questi grafico si distinguono abbastanza bene tre fasi:

1) quella in cui il cattivo era il Giappone:


2) quella in cui cattiva era la Cina:


3) quella in cui i cattivi siamo stati (e tuttora siamo) noi:


dove per "cattivo" intendesi: esportatore netto, verosimilmente nei confronti degli Usa, che da potenza imperiale devono adattarsi a esercitare un ruolo con cui mal convivono: quello di acquirente netto di ultima istanza dei surplus produttivi altrui. Perché se da un lato esercitare questo ruolo è necessario per tenere in piedi la baracca, se da un lato esercitarlo a loro non costa molto perché il commercio internazionale si svolge in dollari, valuta di cui gli Usa dispongono a profusione per ovvi motivi, dall'altro i beni prodotti all''estero  hanno un unico difetto (diceva un amico): sono prodotti all'estero e quindi non creano lavoro all'interno.

Le svalutazioni competitive dell'euro hanno reso la Germania un paese "canaglia", e la risposta è arrivata (Dieselgate, gasdotti, ecc.). Come andrà avanti questa storia? A tendere, l'antagonista, la fonte dei squilibri, sarà nuovamente la Cina?

Ora ci dormo sopra perché sono esausto.

Comments welcome (ovviamente, tutto questo ha e avrà a che vedere con Trump...).

23 commenti:

  1. ***non è detto che a quel punto i "virtuosi" ne escano meglio dei "viziosi". ***

    Baldi&Peruzzi , se non fossero "saltati" , potrebbero dirci qualcosa in merito( mentre il regno di Inghilterra è ancora quì)

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  2. Sarà interessante vedere con i veicoli elettrici visto che i maggiori produttori sono cinesi ed europei

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    1. Secondo me Musk non passava per caso ...

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    2. Neanche tavaresso che come regalo di ben tornato ha "eliminato" 1.100 posti di lavoro presso il suo stabilimento di Toledo...

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  3. Michael Pettis e il suo coautore Klein affermano che l’unico modo per invertire il deficit delle partite correnti USA e la relativa tendenza alla deindustrializzazionr sia rendere il sistema finanziario americano meno attraente tassando i capitali esteri (inbound capital taxation). Immagino che questa soluzione però non piacerebbe tanto a Wall Street, che pure tanto si è spesa per Trump. Bisognerà capire chi prevarrà tra le vittime della deindustrializzazione da una parte e il sistema finanziario dall’altra. Per ora mi sembra che la soluzione intermedia (dazi) sostenuta per esempio dall’ex ministro del commercio Robert Lighthizer, sia stata poco risolutiva (non a caso è stata di fatto confermata da Biden). Certo, poi ci sarebbero le misure non convenzionali (es. far saltare i gasdotti altrui) ma lì si passa dal l’economia internazionale ad altro….

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    1. Gli USA possono fare molte " cose" ma non ri-avere insieme "la botte (wall street)piena e la moglie( main street )ubriaca". Quel tempo è finito.
      Trump ha promesso entrambe le cose , ma non le potrà mantenere entrambe; anzi la situazione è ormai talmente deteriorata che non ne potrà mantenere nessuna delle due.

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  4. Aspettiamo Trump che in ogni caso non farà né miracoli e né sconti.
    La cosa positiva è che ha già dichiarato di non riconoscere l'Unione Europea come interlocutore ma di voler trattare con i singoli Stati.
    Non mi sembra una cattiva notizia al netto del solito stucchevole terrorismo dei media.
    Se come pare premerà sulla Federal Reserve per abbassare alla svelta i tassi di interesse sono curioso di vedere come risponderà la BCE, ma visto in che condizioni sono le economie di Francia e Germania...

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  5. Sintesi di una chiacchierata serale con ChatGPT:

    ***
    Il reddito nazionale netto pro capite in India, a valori correnti, è pari a €2.026. Quello in Cina, di €12.328. Ambedue si collocano ben al di sotto del livello medio dell'Europa, dove il reddito disponibile mediano pro capite raggiunge €18.706.

    Per consentire a India e Cina di raggiungere tale standard, sarebbe necessario un incremento complessivo della spesa di €23,83 trilioni per l'India e di €9,01 trilioni per la Cina, per un totale combinato di €32,84 trilioni.

    Questo importo rappresenta un terzo dell'intero PIL globale, stimato attualmente a circa €96,6 trilioni, e sottolinea la portata straordinaria dell’impegno economico necessario per livellare le differenze tra questi paesi e l'Unione Europea.
    Come ulteriore metro di paragone: il deficit estero degli Stati Uniti nel 2023 è stato di circa 0,734 trilioni di euro.

    Per stimare il fabbisogno finanziario necessario per riallineare i redditi pro capite di India e Cina ai livelli europei su un periodo di 10 anni, con una propensione marginale al consumo del 90%, potremmo procedere come segue:
    Dati di base:
    • Incremento totale necessario: €32,84 trilioni
    • Propensione marginale al consumo: 90% → Solo il 10% (propensione al risparmio) sarà destinato ad investimenti o risparmi utili per il riallineamento.
    Calcoli per il fabbisogno finanziario:
    • 1. Incremento totale necessario annuo:
    32,84 trilioni ÷ 10 anni = 3,284 trilioni annui
    • 2. Con propensione al consumo del 90% (propensione al risparmio del 10%):
    Fabbisogno finanziario annuo netto = 3,284 trilioni ÷ 0,10 = 32,84 trilioni annui
    • 3. Fabbisogno finanziario totale per 10 anni:
    32,84 trilioni annui × 10 anni = 328,4 trilioni di euro
    ***
    Non faccio Muzio Scevola in merito alle statistiche, ai calcoli di Chat e all'ortografia di "trilioni". Né sostengo che effettivamente l'India verrà elevata a livelli europei in soli 10 anni. Ricordo ovviamente anche i polli di Trilussa.

    Tuttavia, anche solo il calcoletto riferito alla Cina fa impressione. Se poi consideriamo anche solo 1/3 delle esigenze indiane e 1/4 delle esigenze del resto del mondo meno sviluppato (in primis l'Africa), il quadro è chiaro: in un futuro non lontano si dovrà iniziare una "conversazione" molto seria sul sistema finanziario internazionale.

    E si dovrà tornare a leggere Keynes.




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    1. FT oggi:
      “China has announced a Rmb10tn ($1.4tn) fiscal package to bail out local governments and help shore up its faltering economy, as it braces for increased trade tensions with the US under Donald Trump.

      The long-awaited fiscal plan is one of the biggest to target the country’s troubled local authorities, but it disappointed investors expecting more support for flagging household consumption in the world’s second-largest economy..”

      Rilevo peraltro che questa pesante manovra fiscale rivuarderà solo i salvataggi degli enti locali, non nuovi investimenti.

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  6. Egregio Onorevole,

    prenderò parzialmente spunto dal discorso di Agnès Bénassy-Quéré.
    Links:
    https://www.banque-france.fr/en/governors-interventions/global-imbalances-whats-new
    https://www.bis.org/review/r240208g.htm

    Analisi della situazione corrente:
    - per la componente "commerciale", gli scambi di merci e di servizi portano a squilibri opposti, che parzialmente si compensano;
    - gli scambi di servizi sono cresciuti più degli scambi di merci;
    - la componente "redditi da capitale" ha assunto valori sempre maggiori.

    Qualche considerazione di medio termine sugli scenari futuri:

    1. DEMOGRAFIA
    S - I = DEF + CA
    A parità di altri fattori, una popolazione giovane risparmia meno ed investe di più, portando a partite correnti negative. Una popolazione vecchia risparmia tanto ed investe poco, portando a partite correnti positive. Gli USA hanno un invecchiamento della popolazione più lento di Giappone, EU e Cina.

    2. TRANSIZIONE VERDE
    La transizione verde porterà ad un cambiamento delle materie prime critiche/fondamentali. Vantaggiata dovrebbe essere la Cina.

    3. GEOPOLITICA
    L'EU, con la guerra in Ucraina e la difficile situazione nell'Africa mediterranea, nonché la governance frammentaria del blocco, ha ridotto notevolmente il suo peso geopolitico a livello mondiale.

    Trascurando le questioni valutarie, propenderei quindi per un ritorno della Cina come primo antagonista degli USA.

    Un saluto,
    Fabio

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  7. Mah, prof, dai dati industriali in caduta libera a me sembra che la Germania sia ormai cotta. Se lo zio Sam si concentra sulla Cina (ricordando che fu Ciamp a dare inizio alle danze con la guerra commerciale a Huawei nel 2016, dopo gli ammonimenti "verbali" dell'amministrazione Obama), richiederà anche un certo grado di decoupling dal dragone da parte dei suoi vassalli. E, poffarbacco, la Cina è il miglior cliente e fornitore dei crucchi. Due piccioni con una fava. Poi lascerà agli ubermenschen ariani decidere se andare avanti con la follia green e l'autodistruzione della propria industria automobilistica: l'importante è che lo facciano senza la Cina.
    Questo detto, riporto qualche aneddoto personale. In quel cesso di città erroneamente conosciuta come Grande Mela anziché The Great Dump, qualche mese fa mi è capitato di parlare con un VP di Morgan Stanley. Il tema si sposta sulla Germania, e alla mia domanda su come pensano che i crucchi usciranno dal vicolo cieco in cui si sono cacciati, preso un po' in contropiede, risponde che non lo sanno, ma sanno che i tedeschi sono metodici e intelligenti: individuato il problema, troveranno una soluzione e la metteranno in pratica in modo efficace. Cosa che non si può certo dire di altri paesi, continua riferendosi all'Italia.
    E' esattamente quel che pensano di sé stesse le elitè tedesche, mi dice Baccaro in un breve off-stage, prima delle partenze, al Goofy. E lei cosa pensa?, gli domando. Sorride sornione. Ho avuto la sensazione che abbiamo pensato la stessa cosa: sono sopravvalutati, si sopravvalutano.
    Ma secondo Baccaro il decoupling con la Cina non ci sarà.
    Vedremo.

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  8. Visto che telegram è a livello mondiale e purtroppo ogni tanto senza volerlo ti tira dentro alcuni " blog " un poco particolari le lascio questo commento di un mister x , così da rendere il dibattito più ampio a livello internazionale 😅 ( la fonte non sa che ho copiato il suo commento, pazienza. ) :" yeah the trade balance is a complicated topic. Globalization and moving production out of the USA into other countries is one big part of it (companies like apple). This part is American made. Just a lot of stuff is produced in foreign countries for the US. If they reduce this imbalance then it means they have to cut costs in other places. So this will most likely lead to massive inflation and recession. All these people who voted for trump will have a "leopard ate my face" moment "

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  9. Qui sotto un'idea interessante : la organic currency. Potrà sembrare astratta o ingenuamente new age, ma di certo non è meno folle dell'attuale dollar based system. Ritengo che andremo in questa direzione generale, magari con delle "macro zone organiche".
    Ducunt volentem... .

    chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.cambridge.org/engage/api-gateway/coe/assets/orp/resource/item/63507b7be79b3fac75f0723b/original/reforming-the-international-monetary-system.pdf



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    1. Sull’inserimento di link vedo spazi di miglioramento.

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    2. https://www.cambridge.org/engage/coe/article-details/63507b7be79b3fac75f0723b

      (Sabor de Bancor.)

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  10. Già a leggere mi rassereno perché vedo che anche oltre confine mancano le basi 🤣

    yeah labor costs are compose of living costs, labor rights, safety standards and insurance costs. Production gets cheaper when you don't have to buy special equipment or when you can replace injured workers. One of the first industries in a emerging cheap labor country is ship disassembly. They cut the ship with blowtorches without eye protection in t-shirts and bare foot. When they get injured they just loose the job.
    Trump wants to lower the manufacturing costs and this means remove all mentioned above. Alternatively we the "west" could dictate the producer countries to enact the same standards that we have. This would be beneficial for everyone besides the rich dudes/owners/shareholders.

    The other thing is that the US needs to produce more goods and export them to other countries. There needs to be more net value added on us soil. This is also to a certain degree anti globalization. The work went to cheaper production countries because the owner has a bigger margin in the first place. Overall this means poor countries get money and can develop themselves but also that the average working person in a western country has more pressure on his workplace/wages. Because the firstly poor country can produce over time more technological sophisticated products. Globalization is good for the rich dudes in the west and the poor country but bad for the average person in the west. One solution would be to improve education in the west and keep a technological advantage on the most complex products. But this can also lead to overengineered stuff like we see on todays cars (lane assist, complex headlights, self driving and so on). Stuff that increases the price and has a questionable benefit.

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  11. Introduco una suggestione che sembra poco calzante: forse Taylor Swift ha realizzato più PIL di una manovra finanziaria della Lettonia ma sono assolutamente certo che i Led Zeppelin al PIL non ci abbiano mai pensato... loro pensavano ad altro e forse sarebbe appropriato che lo facesse anche la Swift o chi la usa per accreditare certe cagate.

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    1. Non saprei cantare un motivetto che sia uno della Swift, e credo che non la riconoscerei se la incontrassi per strada. Mi accettate ugualmente come ecclesiarca?

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    2. Tu sei la Via, la Verità e la Vita.
      :-)

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    3. Grazie! Allora a/simmetrie farà domanda per l’8x1000.

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  12. Credo che dopo la parentesi dovuta al Covid, l'EU tornerà, anzi sta già tornando, ad accumulare credito nettto verso gli USA e quindi si guadagnerà di nuovo l'attenzione di Tramp.
    Oltretutto i cugini d'oltralpe dovranno fare austerità per alleviare il loro deficit commerciale e questo andrà anche ad ulteriore detrimento dell'export USA vs l'UE.
    Ci aspettano tempi interessanti....
    Ci aspettano tempi molto interessanti.....

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