Dott. Grande ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Unioni monetarie, aka colonie":
@tafazzi
Non puoi salvare chi non vuole essere salvato, non puoi
liberare chi non vuole essere libero. Il grande inquisitore de “I
fratelli Karamazov” sosteneva che l'uomo non vuole la libertà, ma
desidera autorità, mistero e miracolo. Il noto blogger del primo secolo
fu tentato 3 volte: la prima volta fu sfidato a trasformare una pietra
in pane, ma egli voleva che gli uomini fossero capaci di procurarsi il
pane da soli (non è libero chi dipende da un altro che gli da il pane – o
il reddito di cittadinanza – e che all'occorrenza può anche
toglierglielo e che mantiene il mistero su come si fa il pane); poi fu
sfidato a mostrare la sua potenza librandosi nel vuoto, ma egli voleva
che la fede fosse una scelta interiore fondata su una ricerca personale e
non che fosse fondata su dei miracoli esteriori; poi gli furono offerti
tutti i regni della terra, ma egli non voleva che gli uomini fossero
sottomessi ad un'autorità ma li voleva capaci di autodeterminarsi,
capaci di scegliere da soli le regole alle quali sottostare. Il noto
blogger del primo secolo resistette alle tentazioni poiché voleva fare
un dono agli uomini, il dono della libertà: ma per molti la libertà non è
un dono ma un fardello insopportabile rispetto al quale preferire
autorità, mistero e miracolo. Molti desiderano un'autorità di fronte
alla quale inginocchiarsi, che decida per loro e che li
deresponsabilizzi. Molti desiderano che l'autorità agisca nel mistero,
che non renda di dominio pubblico i meccanismi interni alle proprie
decisioni. Molti vogliono che l'autorità li illuda di essere in grado di
compiere miracoli. L'euro ha privato i popoli della libertà e della
democrazia, dandogli in cambio autorità, mistero e l'illusione del
miracolo.
Il miracolo, il grande sogno europeo: l'illusione che
l'adesione alla moneta unica, idolatrata custode di poteri miracolosi e
semidivini, avrebbe risolto tutti i nostri problemi. L'euro esiste
perché c'è chi non vuole essere libero.
(...impeccabile. E ora fate er partito...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
lunedì 28 marzo 2016
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E non bastava…
RispondiElimina“La Chiesa è la tenda che copre la porta della salvezza scoperta da Cristo. Gli uomini, non vedendola, si agitano come disperati.”
Ma è ovvio che è meglio seguire l'autorità!
RispondiEliminaChi è libero si deve prendere le responsabilità delle prorpie decisioni. E chi c'ha voglia?!?
La storia insegna che un popolo ammansito, impaurito,impoverito e reso apatico dal miraggio consumistico (a rate), non si solleverà mai da solo. Ci vuole la scintilla di un evento traumatico collettivo (disoccupazione di massa, carestie, pandemie ecc).E ovviamente i Masters of Universe lo sanno.Con tutte le conseguenze del caso.(Si sono pensate e si preparano in tutta Europa misure repressive in previsione di forti tensioni sociali. La costituzione del corpo di polizia militarizzato europeo, “Eurogendfor”, autorizzato a intervenire nei singoli stati membri, è la prova di una grave determinazione dei poteri europei ad affrontare lo scontro sociale in termini violenti.)
RispondiEliminaNon mi sembra che la storia possa insegnare molto, se la mettiamo in termini di consumismo, perché questo è un fenomeno piuttosto recente.
EliminaSono d'accordo: è recente. Era solo un esempio attuale da affiancare agli altri eventi, questi sì, che possono insegnare qualcosa. Resta comunque il fatto che "loro" sanno già come andrà a finire, cioè male. Mentre Noi, la maggiorparte almeno, aspettiamo un Godot che non verrà.
EliminaAllora perché mettere delle bombe?
RispondiEliminaScusa, non vedo il nesso.
EliminaOstregheta. Se non era per il termine "Euro" alla fine, per me stavi parlando dei 5stelle.
RispondiEliminaAnalisi impeccabile.
RispondiEliminaNel mio lavoro è quotidiano il fatto che la gente preferisce restare nell'ignoranza piuttosto che sapere.
Io stendo il braccio ma se chi dice di voler essere salvato, non fa la stessa cosa, non c'è nulla da fare.
Si nasce preda o predatore.
Nel tuo lavoro, gianni?
EliminaSapessi nel mio. Pare il dado knor dell'imbecillità.
Ultimamente non smetto di ringraziare marco rizzo, ché almeno puoi parlare di UE senza essere additato a leghista fascista ecc
A proposito di bombe e fuori tema, ho anche io una curiosità, che scrivo qui in quanto in questo blog l'argomento è stato trattato di recente: ma quelli dell'Huffington Post hanno avuto qualche lontano parente scomparso a Marcinelle? Perché tutto questo astio quotidiano nei confronti del Belgio?
RispondiEliminaNe "Il colabrodo belga si copre di ridicolo" arrivano a menarla con le mappe dell'aeroporto ritrovate nell'appartamento di uno poi morto. E che mai avrebbero dovuto fare? Cambiare la struttura dell'aeroporto ogni notte per confondere i terroristi? Errori saranno certamente stati fatti: a posteriori è facile considerarli tali. Ma tutto questo sparlare di errori non fa che piantare nel cervello dei lettori l'idea che la soluzione sia il controllo, grande, unico e perfetto. Assoluto. Infallibile.
Che come prevenzione contro il terrorismo serve a poco, in quanto la massa di dati sarebbe tale da rendere difficile un'analisi accorta.
Ma come supporto all'autorità descritta dal dott. Grande va benissimo: tra l'altro, mistero e miracolo ci sguazzerebbero.
Ho trovato interessante questo articolo (Il Post e' comunque sostanzialmente pro-status quo e quindi pro-Euro) perche' nel tentativo di spiegare quali siano effettivamente i problemi politici e amministrativi del Belgio fa - forse senza rendersene conto - una cattiva pubblicita' all'idea stessa di Unione Europea.
EliminaL'unica cosa che la storia mi pare possa insegnare su eventi simili è che, in caso di periodi traumatici, solo le forme altamente organizzate (partiti, gruppi, armate...) ne possono trarre vantaggio. La massima marxista del perdere solo le catene è davvero una bufala anti storica
RispondiEliminaConcordo con il post nel senso che questo atteggiamento remissivo di noi europei non è altro che una manifestazione di quello che siamo, tante anime assonnate dai valori consumistici che non si sono accorte di essere cadute in trappola e che stanno atterrando verso una condizione di sopravvivenza.
RispondiEliminaNon so se la sveglia arriverà prima da una presa di coscienza di tutto questo, mediante un "acculturamento" di massa o semplicemente dalla fine del consumismo. Qualcosa succederà...non si può dormire per sempre!
Quando avremo fame apriremo gli occhi. Con la fame non si dorme bene.
EliminaA me non sembra così semplice c'è la componente ignoranza che influisce: oggi (pasquetta) sono stato a giro con un amico tutto il pomeriggio per il centro di firenze. Questo amico che non ha finito la facoltà di ingegneria perché ha trovato lavoro in campo informatico prima della laurea. Fino ad un anno fa credeva che la moneta avesse per base le riserve auree della banca d'Italia con la lira e della banca europea adesso con l'euro.... un anno fa gli ho spiegato che non è così e che il golden standard è finito da un pezzo: che era già finito quando io e lui abbiamo cominciato a maneggiare moneta per comprarci le figurine panini o il gelato: io sono nato nel 66 e lui nel 67. Ora se una persona intelligente con cultura al di sopra della media e di base ostile alla svalutazione del lavoro al precariato un anno fa era ancora convinto che vigesse il golden standard bisogna riconoscere che l'ignoranza dei principii macroeconomici di base gioca un ruolo fondamentale e forse paritetico con quelli che vogliono l'euro per non essere liberi.
RispondiEliminaOgni tanto, per vari motivi, torno ad interessarmi della triste vicenda del mostro di Firenze.
RispondiEliminaSembrerá strano, ma io ci trovo vari punti in comune con la triste vicenda dell'euro.
Mi spiego. L'unica tesi che trovo convincente è quella di Mario Spezi, la tesi di 'Carlo' e della pista sarda. E' l'unica che spiega il percorso della famigerata Berettta calibro .22, e l'unica che fornisca un movente valido: la follia; diretta conseguenza di un tremendo trauma infantile. Inoltre corrisponde al profilo psicologico fatto dal FBI (bellamente ignorato). Ci sono due motivi per i quali 'Carlo' non e' mai stato arrestato: 1) prima del 1992 l'incompentenza degli inquirenti/giudici; 2) dal 1992 in poi la volonta' di far carriera di alcuni giudici (cosa poi avvenuta), a scapito della verita'.
Pacciani : mostro di Firenze = Berlusconi : crisi attuale
Pacciani non era uno stinco di santo, ma....
Berlusconi non e' uno stinco di santo, ma....
sette sataniche: mostro di Firenze = corruzzzzzione : crisi attuale
Sette sataniche, nessuna prova.
Corrruzzzzione, nessun dato a sostegno.
Perche' usare categorie religiose o etiche per spiegare omicidi o la crisi, quando la scienza spiega tutto benissimo (psicologia, criminologia in un caso, economia nell'altro)? L'Italia e' ancora nel medioevo per certe cose? Ho l'impressione che chi dovrebbe usare metodi moderni e scientifici molto spesso invece preferisca far leva sugli argomenti popolari per semplice vantaggio: far carriera, non esporsi, ecc.
Il popolo pero' ha anche le sue colpe: si accontenta di spiegazioni che per certi versi sfociano nella superstizione piuttosto che nella razionalita'.
Ci sono due motivi per cui l'euro e' ancora in piedi:
1) L'incompentenza di molti giornalisti ed opinionisti
2) La volonta' di fare carriera di molti economisti, a scapito della verita'
La differenza tra i due casi e' che memtre con tutta probabilita' 'Carlo' non verra' mai processato, l'euro cadra' di sicuro.
Mario Spezi si e' fatto 23 giorni di carcere per aver criticato la tesi ufficiale, di cui i primi 5 in isolamento, una cosa scandalosa, ripresa a dovere solo dalla stampa straniera.
Detto cio', non vorrei aprire un flame sul mostro di Firenze, per me l'argomento e' chiuso, come quello dell'euro; e' solo uno sfogo.
Io non sono sicuro che per i giornalisti ed opinionisti sia solo solo incompetenza
EliminaProva ne e' il fatto che a livello popolare, anche da chi non e' di provenienza strettamente di destra, si invoca uno come LUI per risolvere i problemi...detto tutto.
RispondiEliminaA questo qui, (a proposito del perchè dell' euro) PDeurino midollare, che non vuole capire, ma che potrebbe capire solo se volesse e fosse meno ipocrita, bisognerebbe consigliare IPF, ma forse la botta sarebbe fatale per lui!
RispondiEliminaVale la pena riportarlo per intero, perché se a un miracolato come Gramellini viene concesso (o suggerito) di scrivere un articolo come questo, vuol dire che qualcuno sta iniziando a farsi i suoi conti (del tipo che, con questo andazzo, non basta nemmeno più fare una Tipo in Turchia e prezzarla in Italia 12.500 euri per riuscire a venderla agli operai – i pochi rimasti e quasi tutti deportati da Mirafiori – che a Grugliasco assemblano Maserati negli stabilimenti ex-Bertone). E' vero, non si parla ancora di Euro, ma nemmeno Roma fu disfatta in un giorno: per il momento registriamo con soddisfazione la presa d'atto degli effetti in attesa che, sentendo gli scricchiolii del ramo sul quale sono seduti, finalmente si rassegnino a prendere atto anche delle cause (oddio, se al posto di Marchionne ci fosse ancora Valletta, quello “cit e cativ”, magari ci sarebbero già arrivati, ma non disperiamo).
Elimina"LA CRESCITA INFELICE, di Massimo Gramellini.
Per Marcel Fratzscher, un economista tedesco non allineato al pensiero unico, quando una minoranza di persone si arricchisce ai danni di tutte le altre, il prodotto interno lordo dell’intero Paese peggiora. A prima vista sembra una banalità: se pochi ricchi rastrellano il rastrellabile e la maggioranza dei consumatori ha sempre meno soldi in tasca e tantissima paura di spenderli, chi può ancora permettersi di comprare frigoriferi, maglioni e telefonini, alimentando la fantomatica Crescita? Invece gli economisti tedeschi di sistema si sono scagliati contro il tapino, sostenendo che i suoi dati (peraltro desunti dall’Ocse, non da Disneyland) sono sbagliati e le sue conclusioni abborracciate. Perché è vero che anche in Germania i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri più poveri, ed è verissimo che il risanamento dei conti pubblici lo hanno pagato il ceto medio immiserito e i giovani disoccupati o sottopagati. Ma lungi dal mortificarla, l’aumento della disuguaglianza e dell’infelicità collettiva ha fatto bene alla signorina Crescita. Infatti il reddito pro capite è in salita, seppure a scapito di tre tedeschi su quattro, che come nella storia dei polli di Trilussa si ritrovano abbondantemente sotto la media.
Mi guardo bene dall’entrare in queste dispute tra scienziati. Ma se anche i rivali di Fratzscher avessero ragione, un sistema economico che cresce sulla pelle di tre quarti della popolazione e trova degli economisti disposti a menarne vanto senza proporre uno straccio di alternativa, sancisce il passaggio definitivo dal capitalismo al sadomasochismo".
Non avevo trovato l'articolo che hai opportunamente postato; debbo dire che sono parzialmente d'accordo con te, sia sull 'autore che sul giornale ex Fiat, che non ricordo a memoria, abbia ospitato mai idee critiche esplicite sull'eurosistema. Un passetto più avanti, questo di Gramellini, ma troppo soft e troppo banale e lontano dalle vere cause, come nel carattere del soggetto.
EliminaNon voler essere liberi è una contraddizione in termini. Libertà anche quella. Se maggioritaria, non andrebbe rispettata in democrazia? O è questione di consapevolezza, che non è detto possa essere infusa in tutti, o bisogna arrendersi subito per coerenza.
RispondiEliminaEsatto. È la contraddizione di chi vuole l'euro, di chi vuole sprofondare in un baratro e trascinare con sé i suoi simili. La libertà è il fondamento dell'essere umano, senza la quale si smette di essere uomini. Chi delega ad un'autorità compie comunque una scelta e le decisioni dell'autorità rimangono sue decisioni. Questo fatto è spiegato molto bene dal Grande Inquisitore, quando dice che il pane che porge al popolo proviene dal popolo stesso. Chi vuole l'euro ha dichiarato guerra alla logica.
EliminaDa cattolico rispondo: per amore. Che per altro, ne sono convinto, è la molla che spinge Alberto.
EliminaIn fin dei conti non è stato così anche per l'unità d'Italia? Cacciato il re Borbone, certo non solo con i Mille partiti da Quarto, l'eroe dei due mondi, il socialista Garibaldi, si proclamò dittatore (guardandosi bene dal promulgare una riforma agraria che togliesse le terre ai latifondisti per darle ai contadini poveri), per poi consegnare il Mezzogiorno d'Italia su di un piatto d'argento al re piemontese, cinque mesi più tardi a Teano. I meridionali che s'opposero all'annessione, perché volevano essere liberi, furono chiamati briganti. Per lungo tempo ci fu “una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti” (A. Gramsci).
EliminaX Bruno Dopo aver letto moltissimo del Prof.Bagnai,essendo io calabrese dell'altopiano silano,da qualche anno continuo a ripetere che l'analogia tra la falsa Unità d'Italia e l'€=UE è tale da portare certamente a quanto successe ai "briganti" ed alle popolazioni che li appoggiavano e pochi sanno che quei briganti erano solo dei "resistenti".
EliminaGrazie per la nota che mi fa sentire meno solo e meno "terrone".
Io cercavo di dire che forse è un po' semplicistico affermare che “l'euro esiste perché c'è chi non vuole essere libero”, giacché la storia dell'unità d'Italia c'insegna che il popolo può essere ingannato al fine di accettare ciò di cui poi si pentirà amaramente, e che, in ultima istanza, agli uomini consapevoli non resta che battersi, come i briganti (e temo che oggi ci chiamerebbero in altro modo), per rimanere liberi.
Eliminaimpeccabile...
RispondiEliminaNon sarei così duro con il genere umano. L'essere umano, per quanto razionale e 'superiore' è pur sempre un animale e, in particolare, un animale sociale. Questo implica che, per la sua natura, cioè per le caratteristiche proprie della specie, tende a ricevere beneficio dall'espansione dei rapporti sociali oltre i confini familiari, rapporti che però devono essere, primariamente, regolati a livello istintivo (le regolamentazioni giuridiche nascono successivamente sia in termini storici sia in termini sociali per stabilizzare aggregazioni troppo numerose).
RispondiEliminaLe regole istintive che determinano i rapporti sociali prevedono la creazione di un rapporto capo-sottoposti in cui il capo, per le sue doti individuali, determina un vantaggio generale del gruppo (perché sa cacciare, sa difendere, sa scappare, sa prendere le decisioni), il gruppo dei sottoposti dal canto suo determina un vantaggio al capo per la sua natura di gruppo composto da molti individui. Da qui la necessità di chi non ha le caratteristiche individuali per essere il capo di accettare l'autorità e anzi di provarne bisogno, poiché istintivamente ne riconosce la necessità.
In qualsiasi gruppo umano si determina quindi una struttura gerarchica implicita, dalla squadra di calcetto all'organizzazione dello stato. Struttura che però non è statica ma dinamica e mutevole. Quello che mi premeva sottolineare che non è 'colpa' degli uomini se accettano una restrizione delle proprie libertà e necessitano di una autorità, non è la loro pigrizia, è un istinto di conservazione che ha portato l'essere umano a trovare nel gruppo e nella sua organizzazione gerarchica la chiave per la sopravvivenza di un essere privo dei più basilari sistemi di difesa e offesa di cui gli altri animali sono provvisti.
Quindi o si continua a svilire le persone oppure si prende atto che l'uomo è fatto così e non potrà cambiare.
Nella storia chi ha capito (volontariamente o no) questa caratteristica dell'uomo ha avuto poi la possibilità o di cambiare le cose divenendo il capo egli stesso o di mantenere il proprio stato di capo per lungo tempo.
Concordo. Capita a volte che le istituzioni tradiscano la loro missione e da mezzi creati dall'uomo per la propria sopravvivenza divengano strumenti di oppressione che per mantenere il potere ricorrano all'inganno ma, nonostante ciò, molte persone continuino ad accordargli consenso. Il giurista britannico Maine ha elaborato la formula “dallo status al contratto” e “dal contratto allo status” per descrivere il bilanciamento fra l'esigenza di libertà e l'esigenza di sicurezza. Il contratto è un insieme di regole personalizzato: due parti si accordano per fondare delle regole che valgano solo per loro (il contratto ha forza di legge tra le parti, art. 1372 comma 1 c.c.). Lo status invece è un sistema di regole uguali per tutti: si pensi allo status di cittadino, che implica un bagaglio di diritti e doveri del singolo verso lo Stato e viceversa. Il diritto è il più potente strumento che l'uomo ha costruito per la sua perpetuazione. L'evoluzione giuridica va dallo status al contratto: tuttavia, nei periodi storici pericolosi per la propria sopravvivenza si assiste al passaggio “dal contratto allo status”, cioè alla consapevole rinuncia ad alcune libertà politiche in cambio di una maggiore sicurezza. Ora, chi fa parte di una autorità potrebbe indurre una situazione di pericolo per favorire una maggiore domanda di sicurezza da parte dei cittadini.
EliminaIl problema non è desiderare un'autorità, una guida, un governo. Il punto è in base a quale criterio riconoscerli, se fede o ragione. La fede è donata dall'alto, è illogica e non democratica, ma se ti conquista, ti culla. La ragione è conquista, va costruita dal basso, porta con sé le sofferenze del dubbio e della ricerca, fin dove è vera ragione è democratica. Ma mai, purtroppo, maggioritaria. Il dramma della ragione, in democrazia, è se rimanere fedele a sé stessa o se costruirsi una fede subalterna che maggioritaria possa diventarlo: famo er partito?
EliminaBeh però pure il noto blogger fece uso dei miracoli (marketing B2C ante litteram) per poter essere preso sul serio, diversamente (sempre che sia mai esistito) avrebbe fatto la fine dei tanti "pazzi" che osservano il mondo dal di fuori.
RispondiEliminaInfatti i miracoli dovrebbero essere la conseguenza della fede e non la causa, poiché non bisogna fare violenza alla libertà dell'uomo di non credere. Alëša Karamazov si trova a riflettere sulla trasformazione dell'acqua in vino, miracolo per certi versi più “piccolo” rispetto al resuscitare i morti e al ridare la vista. Il protagonista del romanzo conclude che il Signore non voleva soltanto che gli uomini fossero vivi e liberi, voleva anche donargli quei piccoli piaceri che rendono la vita più dolce.
EliminaGrande: di nome e di fatto.
RispondiEliminaCi sono, peraltro, già proposte molto incisive a livello europeo. Basta vedere, ad esempio, la proposta di istituzione della guardia costiera e di frontiera europea (COM2015-0671):
RispondiEliminahttp://www.parlamento.it/web/docuorc2004.nsf/Elencogenerale_Parlamento/BC2D01273E1A8C4BC1257F3E0053766D
Particolarmente penetranti ed incisivi, gli articoli 7 e 12, dai quali sembra evincersi che l'Agenzia valuterebbe le "vulnerabilità" degli stati membri con larga (se non quasi totale) autonomia.
Molto limitante anche la disposizione, di cui all'articolo 7, secondo cui "Gli Stati membri possono continuare a collaborare a livello operativo con altri Stati membri e/o paesi terzi alle frontiere esterne, comprese operazioni militari nel quadro di una missione di contrasto e nel settore del rimpatrio, qualora tale cooperazione sia compatibile con l'azione dell'Agenzia." Tale disposizione, sembra infatti limitare addirittura la piena disponibilità, da parte di uno stato sovrano, del proprio strumento militare....
Mi domando se se sia un caso che la materia disciplinata sia strettamente inerente al controllo dei flussi di disoccupati di riserva (rectius: migratori).....
Le elites avranno sempre i mezzi finanziari per pagare la metà del popolo affinchè ammazzi l'atra metà. Le Rivoluzioni accadono quando una elites si sostituisce ad un'altra.
RispondiEliminaDunque, non siamo liberi. Dunque, siamo scivolati in una sorta di "schiavitù liquida" (ma sempre più viscosa; ai sociologi l'ardua sentenza). Però, parafrasando l'insegnamento tramandatoci dai sacri testi, abbiamo creato un "Egitto" (e qui e da qualche altra parte, echeggia un coro che rimembra di ali dorate nonché di una patria sì bella e perduta . . .) e ci necessita un Mosè, che dovrà sapientemente replicare una fuga ed una nuova legge. Di diverso (ma specularmente) c'è, rispetto a quell'antica storia, il poter dire che, probabilmente presto, sarà più facile fuggire (nel modo giusto o sbagliato, non so; ma ci auguriamo giusto!) che decidere di fuggire.
RispondiEliminaNel post c'è un fondo di verità, la libertà costa sacrificio, ma leggendo anche molti commenti verrebbe da dire:"Animo ragazzi, la strada è lunga! ". Mi sembra si trascuri un pluridecennale martellamento mediatico che ha portato tanti a cercare conferme a precedenti convinzioni più che a ricercare la verità. Questa profonda trasformazione culturale non sarebbe avvenuta se anche l'opposizione non l'avesse accettata.Ma anche per l'opposizione quelli che potevano farsi sentire erano pur sempre un gruppo limitato e ricordando un vecchio Piano , ormai trascurato, c'era chi sosteneva che per il successo di un'iniziativa bisognava gratificare anche una parte sufficiente dell'opposizione.Visti i risultati si direbbe che avevano ragione, ma si dice che il diavolo insegna a far le pentole ma non i coperchi.
RispondiEliminaCome scrive spesso il no(s)t(r)o blogger, se non si presenta all'orizzonte una élite espressa da ceto sociale determinato prendere il posto di quello attualmente al potere, al che "er partito"!
RispondiEliminaLa perla di oggi ce la dice Prodi intervistato sulla Stampa: "pensavo che la crisi economica degli ultimi anni avrebbe generato uno spirito di solidarietà. E invece non ha creato nulla". Winner!
RispondiElimina