domenica 19 ottobre 2025

Il ritorno dell'austeritah?

La legge di bilancio è ormai definita, il testo ancora non l'ho visto ma so che c'è ciò su cui mi ero impegnato (e avendomelo detto una fonte autorevole non mi sono troppo sbattuto a cercare bozze: sufficit diei malitia sua), nel giorno stesso della conferenza stampa il Governo è stato promosso da una agenzia di rating, DBRS, che ci ha assegnato la A, riportandoci al rating antecedente alla crisi cosiddetta "dei debiti sovrani" (quella che noi qui nel 2011 e er Piroetta nel 2015 individuammo come una crisi di debito estero, ma lasciamo stare...).

Piddini e sovranistiquelliveri strepitano all'unisono: "è tornata l'austeritah!" I sovranistiquelliveri, a partire da Thelmo e Louiso, accompagnano questa sentenza uggiolando la piagnucolosa lamentazione della mulier derelicta: "Bagnai ha traditoh!"

Questa insolita corrispondenza di amorosi nonsensi fra i subumani (piddini e sovranistiquelliveri) non dovrebbe stupirci, atteso che i secondi sono gli (a giudicare dai risultati non troppo) utili idioti dei primi. Ormai lo abbiamo capito, almeno lo ha capito chi poteva capirlo. Quelli che "però Thelmo e Louiso dicono le cose come stanno!" li lasciamo al loro esito naturale (la pattumiera della storia), regolandoci come meglio ci aggrada sotto il profilo umano (o subumano). Alcuni sono miei amici cari, di cui capisco la frustrazione, e quindi li perdono. Altri non li ho mai cagati considerati, e non vedo particolari incentivi per cominciare a farlo proprio adesso.

Al netto di questo elemento soggettivo, prima di dormire vorrei scrivere due righe al volo sui profili oggettivi della vicenda. Che cosa ci dicono i dati? Dire che "l'austerità è tornata" e quindi "il governo sta uccidendo la crescita" è fare una coraggiosa testimonianza di impegno civile, o è dire una solenne stronzata?

Apro e chiudo una parentesi che sul coraggio civile di chi ha un brillante futuro politico dietro le spalle (Thelmo) o di chi non ha nessun futuro davanti a sé (Louiso) avrei qualcosa da eccepire: forse era un po' più coraggioso un certo docente di economia che sotto concorso prese di petto l'hidalgo de la Sierra e "er Piroetta": sicuramente aveva molto da perdere e poco da guadagnare, a differenze dei sullodati, che nulla hanno da perdere, e hanno visibilità da guadagnare (la visibilità che il sistema presta a chi ostacola chi vuole cambiare le cose), ma non entro in simili valutazioni (sarebbe veramente consolante non doverci entrare, non doversi addentrare nell'ovvio, ma se non dovessimo entrarci, probabilmente non saremmo entrati neanche nell'euro).

L'argomento dei gemelli diversi (i piddini e i sovranistiquelliveri) sembra essere: il Governo fascista farà l'austerità perché ha detto che farà avanzi primari, che com'è noto manganellano la crescita.

Può darsi, ma perché non andiamo a vedere che cosa è successo storicamente?

Questa è la serie della crescita reale e del rapporto fra saldo primario e Pil in Italia dal 1992 (Trattato di Maastricht e svalutazione della lira) a oggi:

(fonte: WEO), e sì, lo vedete anche voi: la correlazione fra le due serie, invece di essere robusta e negativa (cioè: quando l'avanzo primario va su, la crescita va giù, e viceversa), è debole e blandamente positiva, a 0.09, a indicare che quando l'avanzo va su, la crescita va pure lei un pochino su. Per capire meglio che cosa è successo filtrando le variazioni congiunturali possiamo analizzare le medie prese su periodi che abbiano un minimo senso economico:


dove i periodi sono 1992-1998 (stipula del Trattato di Maastricht e avvicinamento all'euro); 1999-2007 (dall'entrata nell'euro all'inizio della crisi finanziaria); 2008-2011 (crisi finanziaria); 2012-2019 (austerità); 2020-2022 (pandemia); 2023-2025 (fasheesmo). La correlazione in questo caso ha il segno giusto:


(negativa, non significativa), ma resterebbe da capire qualcosina. Ad esempio: come mai nel periodo di preparazione all'euro e nei primi otto anni di unione monetaria abbiamo avuto la stessa crescita (1.5%), nonostante che l'avanzo primario diminuisse dal 3.1% al 2.1% del Pil? E come mai nel periodo della pandemia con un saldo primario del -5.3% abbiamo avuto una crescita sostanzialmente identica a quella dei due periodi sopra menzionati (1.6%), anziché avere una crescita stellare? Ma soprattutto, come mai nel periodo dell'austerità, della crescita zero, l'avanzo primario era all'1.5%, cioè la metà di quello che avevamo negli anni '90 in cui però la crescita era all'1.5%?

Non sto dicendo, naturalmente, che una politica di bilancio più espansiva danneggi la crescita. Sto solo cercando di far capire che ci sono più cose fra il bilancio pubblico e la crescita di quante ne sogni la filosofia del piddino! Sto cercando di far capire, insomma, che nel ragionamento dei gemelli diversi mancano almeno due ordini di considerazioni: primo, la spesa pubblica primaria netta è solo una delle componenti autonome, esogene, della domanda aggregata (l'altra essendo, tipicamente, la spesa dei non residenti per l'acquisto di beni prodotti dal Paese, cioè le esportazioni); secondo, oltre al volume della spesa (netta) conta anche la sua composizione. L'argomento secondo cui "il Governo sta facendo macelleria sociale perché ha detto che porterà l'avanzo primario all'1,5% nel 2027" mi sembra un po' deboluccio, in ogni caso, atteso che con un avanzo primario doppio, intorno al 3%, il nostro Paese ha sperimentato una crescita doppia rispetto a quella dello scenario programmatico del DPFP:


Riflettiamo un attimo: qual è la componente di spesa che, come tutti sappiamo, contribuisce in modo più significativo alla crescita? Gli investimenti, cioè la formazione di capitale fisso, cioè l'acquisto di beni produttivi. Quelli delle imprese si rivolgono a macchinari, attrezzature, capannoni industriali e mezzi di trasporto. Quelli pubblici, viceversa, sono principalmente infrastrutture. La contabilità nazionale riporta queste spese al lordo e al netto degli ammortamenti di contabilità nazionale:


cioè della perdita di valore dovuta al deperimento dei beni capitali (usura, obsolescenza, ecc.). Ovviamente questo "ammortamento" non va confuso con quello quello finanziario/contabile dei bilanci aziendali, pur essendo strettamente affine ad esso. Nel caso del capitale fisso pubblico (le infrastrutture), l'ammortamento è il deperimento conseguente a mancata manutenzione, la distruzione di infrastrutture derivante dal fatto che non metti soldi nel loro mantenimento in efficienza. Un investimento pubblico netto pari a zero mantiene intatto lo stock di infrastrutture esistenti (tutti i soldi spesi in infrastrutture vanno in "ammortamento", cioè compensano il deperimento dell'infrastruttura), un investimento pubblico netto positivo aggiunge infrastrutture a quelle esistenti, un investimento pubblico netto negativo indica che nel Paese sono stata distrutte o ammalorate infrastrutture.

Ci siamo?

Allora diamo un'occhiata qua:


Questo è un grafico molto utile da far vedere ai cretini che "l'Italia non ha fatto austerità!". Nel nostro Paese fra il 2012 e il 2022 l'investimento pubblico netto (fonte: AMECO) è stato pesantemente negativo, unico caso fra i tre grandi dell'Eurozona. Ora, se ci fate caso, questo fatto stilizzato "fa scopa" con un altro fatto stilizzato rilevante, quello di cui abbiamo parlato tante volte a partire da qui:


Il periodo in cui la crescita italiana si stende corrisponde largamente a quello in cui l'investimento pubblico netto prima precipita verso lo zero e poi diventa negativo. Dal 2012 al 2022 (l'intervallo in cui l'investimento pubblico netto è stato negativo) il saldo di bilancio primario è stato in media di -0,3% del Pil (blando deficit), ma la crescita si è arenata totalmente.

Volendo quindi astrarre dalla complessità del reale per concentrarci su un unico indicatore della fiscal stance, direi che per quanto preoccupa noi (la crescita di lungo periodo) gli investimenti pubblici netti sono ovviamente una variabile di gran lunga più significativa: lo evidenzia l'allineamento fra due fatti stilizzati maggiori, ma soprattutto lo evidenzia il buon senso: un Paese senza infrastrutture (strade, scuole, ospedali) non cresce.

A titolo informativo, allargo un po' il quadro:


per farvi vedere chi ha fatto austerità (i PIGS), chi ne ha fatta di più (noi), chi non ne ha fatta per niente (la Francia, ma mo je tocca). Può essere utile, ai nostri fini, rappresentare questi dati in un altro modo, facendo la cumulata dell'investimento pubblico netto al tempo dell'austerità (2012-2022), e al tempo del fasheesmo (2023-2025):


Portogallo, Italia, Grecia e Spagna hanno tutti accumulato investimenti pubblici netti negativi (distruzione di infrastrutture pubbliche) nel periodo dell'austerità (2012-2022), ma solo in Italia questa distruzione di infrastrutture pubbliche ha raggiunto la cifra impressionante di 100 miliardi di euro di infrastrutture in meno!

Questa è la parte tragica della storia.

Poi c'è la parte comica: dall'avvento del fasheesmo (quindi nel triennio 2023-2025) l'Italia ha accumulato più infrastrutture pubbliche (cumulata degli investimenti pubblici netti positiva) di qualsiasi altro Paese europeo, incluso quello che finora si è bellamente fatto i cazzi suoi, e che ora ne pagherà il salatissimo conto (la Francia).

Voi direte: "Beh, ma questa evidenza statistica è rassicurante (relativamente, perché in tre anni abbiamo accumulato solo 70 miliardi di investimenti pubblici netti, cioè di nuove infrastrutture, quindi non abbiamo rimpiazzato tutte quelle distrutte durante l'austerità): perché dici che è comica?"

Perché non so voi, ma io trovo comico che le facce di merda che in dieci anni si sono fumati cento miliardi di capitale infrastrutturale pubblico per obbedire ai diktat dei bancarottieri seriali di Bruxelles vengano a fare la lezioncina sui benefici delle politiche di bilancio espansive, vengano a puntare il ditino lanciando accuse di deriva neoliberista, a chi in soli tre anni ha realizzato nuove infrastrutture per 70 miliardi!

Voi no?

Si vede che non avete un senso dell'umorismo molto sviluppato, oppure, visto che molti di voi li conosco, e sono spiritosi, si vede che non sapete ancora abbastanza di contabilità nazionale da capire quanto vi prenda in giro la propaganda piddina.

Bene: da questa sera ne sapete un po' di più. Spero che questo vi aiuti ad apprezzare la comicità del momento, e a capire dove guardare per apprezzare l'intonazione espansiva o restrittiva di una politica di bilancio. Sempre che non abbiate ancora capito, dopo quindici anni di assidua e faticosa paideia, chi sia a mentirvi, perché ha interesse a farlo: Thelmo, Louiso, e il PD.


(...però Thelmo parla veramente bene! Pensate, l'altra sera ha perfino detto che l'euro è un problema per la crescita dell'economia europea!...)

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