Grazie per il tweet.
Bisogna passarci per la pena e
la solitudine della malattia. Per la vergogna di abbandonare tua madre
in una struttura ospedaliera.
E lì capisci
cosa vuol dire "stato sociale", lo capisci nella carne viva. Lo capisci
nello sguardo di comprensione degli infermieri che cambiano il pannolone
a tua madre, che la lavano, che le danno da mangiare. Sanno della tua
pena, della tua vergogna e non ti giudicano.
Stato
sociale significa che ci si prende cura dei più deboli, tutto qui. Un
po' di Irpef per uno per alleviare, dove possibile, il dolore di qualcun
altro.
La cosa che mi ha fatto più male in
questi anni credo che sia la stessa che ha sconcertato te:
l'indifferenza assoluta delle cosiddette "persone di sinistra".
Purtroppo non è una battuta osservare che oggi sono l'ossatura di questo
sistema e in altri tempi sarebbero stati l'ossatura del fascismo. Con i
medesimi alibi.
Perdona lo sfogo, so che si tratta di una delle solite letterine allegre che ti tocca leggere.
Allora, un paio di note.
La prima è metodologica. Non fatemi migliore di quello che sono. Il tuo caso mi tocca non perché tu sia un mio amico. Io non ho amici. Certo, la prima volta che ci siamo incontrati ti ho caricato, insieme a quella simpatica corte dei miracoli dei nostri figli, e ce ne siamo andati a Maccarese a pranzo in spiaggia perché ci dispiaceva interrompere il discorso che stavamo facendo. A quei tempi la vita non ti aveva ancora tirato troppo la corda al collo. Ma io non ho amici. Il tuo caso mi interessa semplicemente perché presto toccherà a me. Tutto quello che sto facendo lo sto facendo per egoismo, perché sono in conflitto di interessi. Questo blog è un inno al fondamento metodologico dell'economia neoclassica: l'assunto che gli uomini agiscano per il proprio tornaconto personale. Lo ho sempre detto. Chi attacca lo Stato attacca me, perché lo Stato mi paga lo stipendio, e perché, con i soldi delle tasse che non posso non dargli, mi toglie un bel po' di rotture di coglioni. O, per lo meno, me le toglieva, ma da qui in avanti lo farà sempre di meno, come la vicenda che è oggetto del tweet dimostra, e chi ringraziare lo sappiamo. Quindi non fatemi migliore di quello che sono: sono molto più egoista di voi, solo che per lavoro sono portato a individuare meglio di voi dove sia il mio interesse.
La seconda è terminologica. Ci sarà anche un motivo se quelli di sinistra ogni tanto ci capita di chiamarli "repubblichini", no? Il motivo è che chi attacca con tanta leggerezza etica e scientifica lo Stato sociale, in fondo trova la sua naturale collocazione nella Repubblica. Questa e questa.
Dio non paga ogni sabato. Vedremo anche la loro sofferenza. Poi starà a noi decidere se essere o meno compassionevoli. Per quanto riguarda me, vedi al punto uno. Non prendetemi ad esempio.
E intanto quasi quasi ce l'hanno fatta
RispondiElimina(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Pur di lavorare, un giovane su quattro (23 per cento) accetterebbe un posto da spazzino, il 27 entrerebbe in un call center e il 36 per cento vestirebbe volentieri la casacca di pony express. E'quanto emerge dall' analisi Coldiretti/Ixè su "Crisi: i giovani italiani e il lavoro nel 2014", presentata all'assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti.
Dall'indagine emerge inoltre che un giovane su tre pur di lavorare è disposto ad accettare un orario più pesante con lo stesso stipendio (33 per cento), oppure uno stipendio inferiore a 500 euro a parità di orario (32 per cento).
Non ti sei offeso per essere stato citato nel post precedente, vero? Ho semplicemente detto che tu ci hai spiegato le regole del vostro gioco... Ma in qualche modo, per induzione, ci eravamo arrivati!
EliminaIo invece credo che vi siano persone "migliori di quello che sono" a propria insaputa (non famola personale perchè sarebbe imbarazzante): sono quelle poche persone che si fanno un mazzo così, andando controcorrente, anzi davvero contropelo non solo per praxis ma anche per ethos (ethos è anche non violentare l'epìsteme), quelli che ci mettono la faccia (ma davvero) per disvelare la grande menzogna.
RispondiEliminaLa compassione non è una virtù morale, come secoli di cattolicesimo peloso ci hanno insegnato, ma uno strumento epistemico: cum patire, sentire assieme (vedi anche empatia), mettersi nei panni altrui per provare a sentire ciò che sentono, per comprendere quello che esula dalle nostre proiezioni della realtà, altrimenti la realtà è solo proiezione di un ego che spesso si chiama ideologia. Non è episteme, ma fogno.
Per questo disprezzo i piddini: il loro è un peccato contro lo Spirito Santo, il nous, l'aletheia, il Dharma, la Ruah (si chiama in tanti modi secondo le diverse longitudini) contro "virtute e canoscenza". In breve contro quello che ci fa essere esseri pienamente umani
Il tornaconto personale si può declinare in molti modi
Ti ringrazio per questo appassionato elogio della mano invisibile. Pensa un po' che io ero partito di sinistra e sto arrivando "de destra", e se continua così parto keynesiano e arrivo neoclassico. In fondo, Alesina nel 1997 era più a sinistra di Tsipras nel 2014...
EliminaHo sempre sospettato che chi ha "accusato" Socrate di "intellettualismo etico" ne avesse in realtà sottovalutato la profondità...
EliminaVa be', è un sentiero comune, anch'io ero di sinistra, prima che questa diventasse una direzione nello spazio bidimensionale: e se vai sempre a sinistra, non solo giri in tondo, ma arriverai al punto zero da destra
EliminaPer ciò che riguarda l'economia, ho scoperto che, se studiata dal punto filologico-filosofico è molto più interessante di quello che comunemente si crede. La mano invisibile (e ben si capisce che Mr. Smith era un filosofo morale), ha illustri precedentii nei padri della chiesa, per i definirono oikonomia il dispiegarsi della volontà divina nella creazione e, al contempo le modalità della disposizione trinitaria (la dispositio degli scolastici). In fondo il cosmo è la casa di Dio. Poi Pico della Mirandola parlò del peccato di adamo come Truncatio regni (o Truncatio Malkut, il Regno, ultima delle sefiroth): avendo mangiato dall'albero della conoscenza Adamo costituisce un Regno a parte (praxis separata dai principii).
Poi, successivamente (a Pico, non ad Adamo) arrivarono i vari Hobbes, Quesnay, Mandeville e gli altri che considerarono la comunità umana, il "corpo sociale" come una sorta di macroorganismo cui si applicava solo il principio di sopravvivenza (o il tornaconto), così come la sfera dell'oikonomia greca era l'ambito della zoè (vita qua vivimus) e non del bios (vita quam vivimus). I neoclassici sono su questa linea (che è quella dell'economia.teknè), per cui ritengo che tu non ci arriverai mai. Keynes applicava la teknè ad un'epìsteme: l'allocazione delle risorse deve dipendere dagli scopi che una società si prefigge, e questi possono solo essere politici. Mai come in questi tempi l'economia è diventata una scusa per surrogare la poiltica, perchè se la politica diventa un mestiere non è più praxis ma teknè della peggior specie, ovvero quella che predica l'autosufficienza delle cause efficienti.
Ma, come abbiamo visto, questo surrogato ha anche un forte contenuto politico, perchè serve per dirigere la società là dove si vuole che vada (l'"affamare la bestia" di Ronald Reagan). Le elites ordoliberiste (chiunque esse siano) hanno ben chiara l'immagine di società cui aspirano (dickensiana, probabilmente), quindi loro fanno politica (o politica economica)
Hai fatto benissimo.
RispondiEliminaAh quanto mi trovo in quel che leggo qui!
RispondiEliminaL'egoismo del prof. e' la piu' SANA delle motivazioni. Col SANO egoismo si costruiscono societa' sane, con peloso, miope e malato "altruismo sentimentale" si costruisce l'incapacita' di ragionare di cui vediamo i disastrosi effetti [sul "sano egoismo" ha scritto cose interessantissime lo psicologo Giorgio Nardone]. Il sano egoismo e' "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te" che naturalmente significa anche "non lasciare che facciano agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te" ed e' un ragionamento prima che un concetto morale.
Anche il pensiero sul peccato di rifiuto dello Spirito Santo (l'unico a non essere perdonabile) mi e' venuto in mente spesso in questi giorni, leggendo discorsi di piddini intrinseci. E' estremamente appropriato. Credo che stiamo imparando molto su noi stessi, sugli esseri umani, sulle societa' umane: speriamo di potre trarre frutto da tutto questo un giorno non lontano. Intanto grazie a tutti.
Proviamo a metterla così.
EliminaEgoismo è fare in modo che altri non possano farti quello che non vuoi ti venga fatto. (Perché un egoista dovrebbe preoccuparsi degli altri e di non agire nei loro confronti in modo da lui stesso considerato spiacevole? Una decisione del genere implica una valutazione morale che ha poco a che vedere con l'egoismo).
Altruismo è fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te.
In entrambi i casi, perché il ragionamento funzioni senza fare troppi danni, astenersi sadomaso... Vuoi vedere che i piddini sono sadomaso?
Non v'è dubbio: i piddini SONO sadomaso
EliminaGià. Un punto fermo l'abbiamo. Ora resta da capire se egoisti SM (fanno in modo che non possa essere loro fatto nulla che non procuri loro sofferenza, e nel perseguire questo intento costringono altri a subire la stessa sorte) o altruisti SM (procurano ad altri le sofferenze che a loro piacciono, credendo di fare un gran regalo).
EliminaSi sta più o meno scherzando, ma riflettendoci un po' forse il ragionamento non è così peregrino. Si spiegherebbero i penitentiagite, il senso di inferiorità provato e il fascino esercitato dagli amici vichinghi, alti, biondi e con gli occhi azzurri...
Spesso vedo confondere l'egoismo con la semplice ignoranza. Quanti di questi aspiranti self made men riusciranno ad accumulare cosi' tanti $$$ per farsi assistere (loro e le loro famiglie) in strutture private? Molti sono trenta/quarantenni, mai un problemino di salute, genitori in gamba che aiutano e pure una seconda casetta. Ma poi, purtroppo, arrivano i rainy days, e l'applausometro va a invariabilmente a zero. Eutanasia strisciante per tutti.
EliminaPer la serie "se solo fossimo come [inserire paese nordico]". Magari questo cambia qualche testa autorazzista e anglofila?
RispondiEliminaThe long and resisted decline of the Great British Pound
Un estratto su tutti:
For me, what this chart proves is that provided monetary authorities are credible, a free float is far and away the best way of managing a currency. What is shocking about this chart is not how much the pound has devalued. It is how long it took to do it, and the economic cost of trying to prevent its fall.
[...]
Britain's history is one of constantly trying to punch above its weight internationally, even at the cost of wrecking its domestic economy. The Geddes axe and ensuing depression of the 1920s, the refusal to devalue throughout the 1950s and 60s, the attempt to prop up the exchange rate in the 1970s, and finally the disastrous entry to the ERM at too high a rate: all of these failed, some disastrously. And all of them had ghastly consequences for the economy.
Il link non funziona:
EliminaThe long and resisted decline of the Great British Pound
Il link funzionante: Coppola Comment: The long decline of the Great British Pound ("resisted" è stato aggiunto al titolo, molto a proposito, da David Keohane su Financial Time Alphaville).
EliminaOn. Stefano Fassina, dichiarazione di voto alla Camera (25/02/2014).
RispondiEliminaBreve ricerca su Google:
EliminaMaggio 12 Fassina, Occorre che Italia si predisponga ad approvare il Fiscal Compact
Luglio 12, Fassina vota il Fiscal Compact
Gennaio 13 Fassina al FT: sì a Monti, no a modifiche al Fiscal Compact
Luglio 13 Fassina, Six Pack e fiscal compact fatti da governo PDL
Gennaio 14 Fassina, presenta alla Camera una mozione per revisionare il Fiscal Compact
Febbraio 14 Fassina, No al Fiscal Compact.
Domani probabilmente il Fiscal Compact l'ha voluto Bagnai.
Dopodomani: sei contro il fiscal compact? NAZZISTA DE MERDA!!!!!!
EliminaNon mi parlate di Fassina.
EliminaQuando gli ho sentito dire che bisogna abolire il fiscal compact ho avuto un moto di stizza.
I Berlusconiani hanno votato tutte le leggi ad personam, contra magistraturam che gli mettevano nel piatto.
Fassina in compagnia di pidini e berlusconiani hanno votato pacchi da sei, da due, fiscal compact, pareggio di bilancio modificando 4 articoli della costituzione alla chetichella ed ora si sveglia?
Fassina mi fa pena.
Quando lo sento parlare, ho dapprima l'impressione che sia uno che capisce, che sa. Quando arriva alle conclusioni mi vengono quei moti di stizza di cui sopra.
Vi prego, ignoriamolo.
Per modificare radicalmente la situazione ci vuole gente con gli attributi.
Ovviamente è meglio evitare quelli che gli attributi ce li hanno di acciaio.
Penso sempre che, come in amore, in politica l'egoismo porti i frutti migliori, perché si evitano le ipocrisie.
RispondiEliminaEn passant, volevo far notare il silenzio assoluto dei media italiani sulle proteste in ex-jugoslavia (ad esempio: http://www.balcanicaucaso.org/aree/Serbia/Serbia-Stipendi-non-elezioni-148514). D'altronde nessuno li badava quando s'ammazzavano, figuriamoci quando protestano per avere condizioni di vita migliori (e poi non sia mai che venga in mente di imitarli).
Uno che parla di danni collaterali lo trovo miserabile
RispondiEliminaChe dire di più? Sono esattamente allineato ai postulati egoistici del prof. (da buon vero improduttivo ...a differenza sua)
RispondiEliminaConcordo perfettamente con quanto hai detto, e ne apprezzo l'onestà intellettuale, non so se non ha amici, se non li hai assomigli a me, ma comunque certe asperità del tuo carattere sono davvero crudeli ...
RispondiEliminaMo' crudele! Esagerata! Solo perché pubblico appena una metà dei cinquecento commenti al giorno che fai... Guarda, la vita è fuori! Esci, così gli amici te li fai e nun me rompi troppo er...
EliminaNon sono 500 sono 5, diversamente l'affermazione si chiamerebbe iperbole o adynaton ...
Eliminase non esco vuol dire che preferisco parlare con voi, non solo con te, e poi con tutta questa melina dolciastra dell'elogio al grande capo ...
ma tu non eri un crotalo?
Salve, sono nuovo del blog.
RispondiEliminaHo qualcosa che mi rode, vogliate scusarmi se lo esterno qui.
Non ho nemmeno controllato se qualcuno abbia già posto il quesito. Se si, scusatemi di nuovo. Mi dimostro abbastanza pigro in situazioni del genere.
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Boh, non capisco dove sta l'errore e nemmeno riesco ad individuare con certezza matematica dove e in quale misura esso sia.
Caro prof., le tue tesi non fanno una grinza, nemmeno mezza, ma non riesco a comprendere perchè sia tanta la resistenza a comprendere.
Da parte dei politici posso capirlo, ma da chi si trova col culo per terra, no!
Eppure ciò che dici e come lo dici, non è difficile da capire. Tanti piccoli e semplici elementi da mettere insieme a mò di mosaico, ma poi, dai e dai, oggi e domani, ti si raffigura abbastanza chiaro in mente la situazione attuale e gli sviluppi futuri.
Da non dormirci la notte.
Tutto viene/verrà messo a repentaglio, tutto quello che hai costruito in una vita di lavoro, il futuro dei tuoi figli e le persone a te legate.
Eppure, quando ne parlo con conoscenti, tutti mi guardano come un esaltato e a volte me lo dicono chiaramente, ma nemmeno stanno al gioco della discussione.
Quanti saranno, al momento, quelli convinti che la soluzione migliore è uscire dall'euro?
A me non sembrano molti! Sbaglio?
Come mai? Tutti scemi?
Loro non saprei. Ti faccio presente che c'è stata un'estesa discussione di questo tema due post fa. Forse la pigrizia può spiegare qualcosa?
EliminaUna risposta precedente, anche se in ritardo di alcuni post, mi spinge a formulare alcune considerazioni di un'esperienza personale.
EliminaSono del '52. All'età di circa quindici anni ho cominciato a fumare -sigarette- e mi sono avvicinato al PCI.
Due vizi perniciosi, ma poteva andare peggio, sia col fumo che con la militanza politica (era il periodo di incubazione di formazioni approdate poi al terrorismo).
Dal primo mi sono liberato nel '81. Avevo date le dimissioni da un'azienda elettronica romana, lasciando un contratto a tempo indeterminato per un contratto quinquennale con il CNR, presso il SAS, Servizio Attività Spaziali.
Apro parentesi. Non mi sentivo né ero un precario. Come altri miei colleghi sapevo che al termine dei cinque anni (o prima se mi fossi rotto le scatole) non avrei avuto problemi nel ricollocarmi a Roma, in altre città italiane o all'estero, in quest'ultimo caso come scelta e non come necessità. Altri tempi: inflazione al 15-20%, disoccupazione sotto l'8%. Comunque era interesse del CNR, prima che mio, rinnovarmi o stabilizzare il contratto.
Proprio nel '81 il CNR aveva avuto l'incarico dal Governo di avviare e gestire il Piano Spaziale Nazionale. Riunioni frenetiche per l'avvio dei progetti, a cadenza quasi giornaliera, con 20-30 persone che sfumazzavano il proprio e altrui fumo. La sera tornavo a casa puzzando di fumo e con forte mal di testa.
Traumatico. Ho smesso di fumare, dopo sedici anni di onorato servizio.
Col secondo vizio è stato più difficile. La primavera di Praga del '68 non aveva scalfito il mio credo. Ha solo vacillato nel '89, con la caduta del muro di Berlino.
Non c'è niente da fare: devi provare le cose sulla tua pelle. Nel 1988 da una costola (SAS) del CNR fu istituita l'ASI, Agenzia Spaziale Italiana. E qui il PCI allungò la sua longa manus. E qui, pur chiudendomi gli occhi e tappandomi le orecchie, mi accorsi, MOLTO lentamente, che i "compagni", forse per fame arretrata, nel sottogoverno erano molto più famelici di DC, PSI e compagnia bella. Nel frattempo, era il '91, il PCI si sciolse e, come per uno schioccar di dita, fui sciolto dall'incantesimo.
In questo caso l'onorato servizio era durato ventisei anni.
La mia esperienza personale in soldoni:
1) Liberarsi dai vizi del fumo e della pidditudine richiede un trauma o una forte sollecitazione esterni, che ti coinvolgono direttamente, personalmente.
2) L'aver smesso di fumare ti da un senso enorme di autostima. A tal punto di trasformarti inizialmente un terribile rompipalle per l'orgoglio che hai di essere riuscito a tanto. Sembra che dopo dieci anni i polmoni tornino puliti.
3) La guarigione dalla piddinitudine ti lascia anche molto amaro in bocca. Non la esibisci con orgoglio. La puoi manifestare con rabbia, o ancor meglio silenzio, non con orgoglio. Fortunatamente in dieci anni passa.
Non serve magnificare i benefici dello smettere di fumare ad un fumatore. Gli fate venire voglia di accendersi un'altra sigaretta.
Non serve parlare dei problemi dell'euro ad un eurofilo. Gli fate venire voglia di avere più Europa.
In entrambi i casi ci vuole un trauma, uno scossone.
Mai sentito nominare Ulrich Grillo?
RispondiEliminaSi ho scritto bene, Ulrich, non Beppe.
Ed il Renzie nazionale, la nostra mosca cocchiera, oppure il nostro super Squinzi, saranno stati informati che l'agenda politica EC per i prossimi mesi l'hanno gia' decisa su altri tavoli (a cui non siamo mai stati invitati)?
Ecco nel dettaglio cosa sara' "ri-negoziato" durante il semestre di presidenza Italiano.
Ovviamente i Repubblichini ce lo comunicheranno solo a cose fatte, ma tutto e' gia' scritto!
"....... comprehensive competitiveness agenda, focused on strengthening price competitiveness by reducing the cost of labour, the cost of energy, the cost of finance and the costs resulting from administrative requirements, as well as......."
http://www.bdi.eu/BDI_english/568_1150.htm
http://www.bdi.eu/BDI_english/download_content/Joint_Declaration_final.pdf
Ma non faremmo prima a farci annettere dalla Cina?
EliminaO meglio, dal Bangladesh?
Mi sembra un'ottima idea. Visto che oggi c'è la Ciiiiiiiiiiina, approfittiamone!
EliminaAndiamo dalla Famiglia ERT che facciamo prima.
EliminaCreating growth in Europe (gennaio 2012)
Meeting between President Barroso, French
President Hollande, German Chancellor Merkel and leaders of the
European Round Table of Industrialists took place in Berlin (marzo 2013)
President Barroso meets French, German and EU business leaders to discuss competitiveness (febbraio 2014)
Niente di nuovo purtroppo, sono anni che l'agenda è sempre la stessa (e l'Unione Europea uno strumento indispensabile per imporla).
Tutta questa fretta.....
Eliminahttp://www.ilgiornale.it/news/interni/alfano-vola-merkel-renzi-996506.html
gentile professore, La seguo oramai da dicembre 2012, sono venuto anche all'incontro di Napoli e più 'studio' più mi preoccupo. La mia reazione è quella di spegare e cercare di fare proseliti regalando il libro a chi ritengo abbia un po' di raziocinio, ma anche io assisto a reazioni disparate: dalla completa negazione (per la serie, ho letto ed ho capito ma non voglio darti soddisfazione), a quelli che restano senza parole di fronte allo smantellamento delle obiezioni ormai note (prima tra tutte l'inflazzzione)... ma i peggiori sono i negazionisti per 'partito preso', che reagiscono dandoti sulla voce perché vogliono importi il Fogno che qualcun altro ha preconfezionato per loro.
RispondiEliminaChi, fra i giovani San-bignardi di oggi conosce la storia di Stanis Ruinas? :D
RispondiEliminaUn contributo:
“Fascisti rossi – Da Salò al PCI, la storia sconosciuta di una migrazione politica – 1943-1953”
Quanti san-bignardi sanno che già nel '36, in pieno anno XIV E.F., una rivista ufficiale di quel PCdI riportava questo appello, afflato di riconciliazione e fratellanza?
“Noi comunisti facciamo nostro il programma fascista del 1919, che è un programma di pace, di libertà, di difesa degli interessi dei lavoratori, e vi diciamo: lottiamo uniti per la realizzazione di questo programma... Fascisti della vecchia guardia! Giovani fascisti! Noi proclamiamo che siamo disposti a combattere insieme a voi ed a tutto il popolo italiano per la realizzazione del programma fascista del 1919, e per ogni rivendicazione che esprima un interesse immediato, particolare o generale, dei lavoratori e del popolo italiano. Siamo disposti a lottare con chiunque voglia davvero battersi contro il pugno di parassiti che dissangua ed opprime la Nazione e contro quei gerarchi che li servono... Solo la unione fraterna del popolo italiano, raggiunta attraverso la riconciliazione tra fascisti e non fascisti, potrà abbattere la potenza dei pescicani nel nostro paese e potrà strappare le promesse che per molti anni sono state fatte alle masse popolari e che non sono state mantenute. Sono questi grandi magnati del capitale che impediscono l’unione del nostro popolo, mettendo fascisti e antifascisti gli uni contro gli altri, per sfruttarci tutti con maggiore libertà.”
in rivista n. 8 de “Lo Stato Operaio”, Agosto 1936
segue
A me quell'articolo puzza tanto di propaganda fascista.
EliminaMagari chi lo scrisse fu costretto a farlo, oppure fu corrotto....
Tuttavia è indubbio che l'impianto fascista aveva forti elementi socializzanti.
Quanti hanno memoria - a parte gli Spin-gotor più che titolati a riguardo - di ciò che è radice, che sta alla base di quella quercia abbattuta già PDS poi DS poi PD ma prima PCI e prima ancora PCdI?
RispondiEliminaProgramma del Partito Comunista d’Italia
Il Partito Comunista d’Italia (Sezione dell’Internazionale comunista) è costituito sulla base dei seguenti principii:
1. Nell’attuale regime sociale capitalistico si sviluppa un sempre crescente contrasto fra le forze produttive ed i rapporti di produzione, dando origine all’antitesi ed alla lotta di classe tra il proletariato e la borghesia dominante.
2. Gli attuali rapporti di produzione sono protetti dal potere dello Stato borghese, che, fondato sul sistema rappresentativo della democrazia, costituisce l’organo per la difesa degli interessi della classe capitalistica.
3. Il proletariato non può infrangere né modificare il sistema dei rapporti capitalistici di produzione, da cui deriva il suo sfruttamento, senza l’abbattimento violento del potere borghese.
4. L’organo indispensabile della lotta rivoluzionaria è il partito politico di classe. Il Partito comunista, riunendo in sé la parte più avanzata e cosciente del proletariato, unifica gli sforzi delle masse lavoratrici, volgendoli dalle lotte per gli interessi di gruppi e per risultati contingenti alla lotta per la emancipazione rivoluzionaria del proletariato; esso ha il compito di diffondere nelle masse la coscienza rivoluzionaria, di organizzare i mezzi materiali d’azione e di dirigere nello svolgimento della lotta il proletariato.
5. La guerra mondiale, causata dalle intime insanabili contraddizioni del sistema capitalistico, le quali produssero l’imperialismo moderno, ha aperto la crisi di disgregazione del capitalismo in cui la lotta di classe non può che risolversi in conflitto armato tra le masse lavoratrici ed il potere degli Stati borghesi.
6. Dopo l’abbattimento del potere borghese, il proletariato non può organizzarsi in classe dominante che con la distruzione dell’apparato statale borghese e con la instaurazione dello Stato basato sulla sola classe produttiva ed escludendo da ogni diritto politico la classe borghese.
7. La forma di rappresentanza politica nello Stato proletario è il sistema dei Consigli dei lavoratori (operai e contadini), già in atto nella rivoluzione russa, inizio della rivoluzione proletaria mondiale e prima stabile realizzazione della dittatura proletaria.
8. La necessaria difesa dello Stato proletario, contro tutti i tentativi contro-rivoluzionari, può essere assicurata solo col togliere alla borghesia ed ai partiti avversi alla dittatura proletaria ogni mezzo di agitazione e di propaganda politica, e con l’organizzazione armata del proletariato per respingere gli attacchi interni ed esterni.
9. Solo lo Stato proletario potrà sistematicamente attuare tutte quelle successive misure d’intervento nei rapporti dell’economia sociale con le quali si effettuerà la sostituzione del sistema capitalistico con la gestione collettiva della produzione e della distribuzione.
10. Per effetto di questa trasformazione economica e delle conseguenti trasformazioni di tutte le attività della vita sociale eliminandosi la divisione della società in classi, andrà anche eliminandosi la necessità dello Stato politico, il cui ingranaggio si ridurrà progressivamente a quello della razionale amministrazione delle attività umane.
Da "Il Comunista" del 31 gennaio 1921.
Bene, va bene, πάντα ῥεῖ... ma mi chiedo... cosa ha portato i bis-nipoti di Bordiga, Gramsci e Togliatti a sposare con furia assoluta la linea dei moderni, degeneri, discendenti di quelle famose classi "da abbattere", gli attuali Wolf di Wall-Bruxelles?
Misteri dell'eterogenesi dei fini. :D
PS sento or ora Speranza alla camera brandire il classico "fascisti!" nei confronti degli ortotteri rei di cotanto vilipendio florentino... XD
Dice anche "basta con l'europeismo di maniera" XD XD XD
Fantastici.
Penso che la difesa e l'implementazione degli interessi personali sia insito nell'animo umano, e quindi è del tutto normale.
EliminaNell'Unione Sovietica alla fine si passò dal capitalismo privato al capitalismo di stato. Chi raggiungeva posizioni di vertice nella gerarchia politica non faceva altro che implementare i suoi privilegi e quelli dei suoi simili. Chi rimase proletario, e quindi non facente parte della classe dominante politica dirigenziale, alla lunga fu comunque sconfitto.
Il punto dieci nei fatti non è mai stato attuato.
I sinistroidi di adesso magari vorrebbero finalmente attuare il punto 10.... ma senza passare dai primi 9!
E comunque sempre per un loro presunto o reale tornaconto personale.
.... Questa e questa, hanno un mcm... questo:
RispondiEliminaGUF
Io penso però che abbia una certa attenuante essere stato adolescente in quegli anni, nascere dopo l'anno I dell'era e ancor giovine essere abbacinato da lustrini, ori e marcette retoriche... riesco anche ad assolvere 18-19enni imberbi arruolatisi in-coscientemente per "lavare l'onta dell'onor patrio" dopo l'8/9...
EliminaNon riesco a dare patenti d'incoscienza, invece a chi nel '21 aveva 32 anni (a quell'età avevo già famiglia), nel '36 addirittura 47.
I padri fondatori del PCdI non erano sicuramente impregnati di "mistica giolittiana", direi :D
Prof, ma quale conflitto di interessi! Quelli sono diritti, non interessi!
RispondiEliminaLa difesa di un proprio diritto, che, va da sé, nella sua accezione individuale non esclude ma COMPRENDE quella collettiva (costituzionalmente intesa come dimensione sociale, ormai inconsapevole...), non è equiparabile alla difesa di un interesse proprio o di cordata, ancorché legittimo o ritenuto tale dagli interessati.
L'uso di OGNI strumento a propria disposizione per l'ottenimento/mantenimento di un diritto, laddove non sia un privilegio a scapito dei diritti altrui, non comporta un conflitto (se non tra chi si batte per goderne e chi è intenzionato a negarlo/sottrarlo più o meno surrettiziamente), mentre l'abuso di ogni strumento a propria disposizione per l'ottenimento/mantenimento di un interesse, laddove sia un privilegio a scapito dei diritti altrui, comporta un evidente conflitto: l'abuso dei mezzi a disposizione per l'ottenimento/mantenimento dei propri fini, incluso il solo fatto di poter scegliere quali interessi privilegiare (se i propri, negando i diritti altrui, o quelli altrui, concedendo loro un privilegio), è il conflitto di interessi.
PS_A scanso di equivoci, che a certi prezzolati in tuta mimetica fa ancora gioco facile tacciare di moralismo chi si ostina a denunciare IL noto conflitto di interessi, di sicuro il più evidente (e di sicuro irrisolto per le altrettanto note complicità dei presunti "oppositori"...). Non penserete mica che vi spetti l'ennesimo giro di giostra, vero?
"Tutto quello che sto facendo lo sto facendo per egoismo, perché sono in conflitto di interessi."
RispondiEliminaL'istinto di sopravvivenza è stata l'unica cosa che mi ha spinto ad andare sempre più a fondo nel capire questa situazione ed è l'unica cosa che mi permette di accettare che il mio tempo e il mio denaro, invece di spenderlo beatamente in donne e alcolici, lo spenda a leggere e ad informarmi. Avrei altrimenti continuato nella mia edonistica concezione della vita, beato e felice, godendomela. Invece manco per niente: da egoista me la rovino.
Nella piccola cerchia delle mie amicizie sono sempre stato visto come quello che bada ai propri interessi. Per questo mi sono sempre chiesto, come possa uno definirsi altruista se non sa nemmeno badare alle proprie cose, vedi i beatamente altruisti da cui sono circondato... Ma vabbé, uno prende gli amici per quello che sono, con i loro pregi e difetti, ma indipendentemente da come tutta questa storia andrà a finire, nessuno di loro potrà dirmi che il mio egoismo non mi abbia indirizzato de facto a cercare di fare molto più per gli altri di quanto ognuno di loro faccia per insignificanti idiozie. E qua mi riferisco alle teste dei colleghi: come dar cazzotti contro una lastra di marmo...
Da egoista, devo però ringraziarla per avermi aiutato a capire cosa possa maggiormente nuocere ai miei interessi e proprio per questo cercherò di sostenere quello che sta facendo per quello che è nelle mie possibilità.