(…ne abbiamo parlato anche altre volte…)
Risposta breve: no!
Per approfondimenti leggete questo.
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
Ma è normale che le cose più di sinistra le debba sempre (e solo) sentire dal professore, che è della Lega? Cosa ho fatto di male per meritarmi di vivere con un partito (pseudo) socialdemocratico che fa sempre (e solo) gli interessi del più bieco "padronato-capitalista"? Perché non c'è Pasolini a cantargliene quattro a questi qua?
RispondiEliminaQuanto all'oggetto del post, la mia opinione (che merita di non interessare a nessuno): concordo, perché secondo me il diritto è statuale, alla base dello Stato v'è il concetto di cittadinanza, alla base del concetto di cittadinanza c'è l'esclusione (giuridica) del non-cittadino.
Ciò non toglie che sarebbe del tutto "legittima" anche una scelta diversa, che però può e deve essere solo politica e dunque implicante che chi la fa se ne assume le conseguenze (politiche e sociali).
Cianciare di "diritti", invece, fornisce un comodo alibi ...
***sarebbe del tutto "legittima" anche una scelta diversa***
EliminaTutto può essere "legittimo" , come ci dimostra ogni giorno la nostra stiracchiante maggistratura con suoi €urofinestroni di Overton.
Il vero problema è che NON funziona ! E quando se ne accorgeranno anche le masse piddiote NESSUNO potrà porci più rimedio.
Perché <>?
EliminaPerché quando hanno cambiato il nome (1991) facendo finta che il resto fosse immutato, in realtà hanno cambiato la sostanza dei loro principi, e quindi il loro elettorato di riferimento che dai lavoratori è diventato il "padronato-capitalista".
Basta leggersi la premessa dello statuto prima e dopo la trasformazione e la cosa emerge subito.
- Statuto del PCI
- Statuto del PDS
"Una prospettiva che, nel suo principio libertario, raccoglie l'eredità delle rivoluzioni liberali e democratiche, portandole oltre i loro storici limiti di classe."
Il problema è che questa trasformazione è passata un po' troppo in sordina (ma non è un caso) e ancora oggi tanti sostengono il PD pensando sia ancora un partito di stampo socialista.
Sì, vero, ha ragione. E quella svolta è stata "ripagata" da lì a pochissimo, quando i giornaloni del padronato-capitalista hanno sostenuto (se non imbastito) le famigerate (e distruttive) mani pulite.
EliminaQuesto "there is no alternative" fu ripetuto anche una volta mi pare, quando si parlava di esercito europeo. I piddini sono troppo prevedibili. Comunque tutto ineccepibile come sempre.
RispondiEliminaNel post intitolato "Un canto di Natalia".
EliminaCaro Professore,
RispondiEliminaho ascoltato in differita le dirette di ieri.
È sempre un privilegio ascoltarla e leggerla.
È riuscito anche a citare il Marco Papa di 300 e mezzo. Meravigliosa citazione in dialetto pescarese. Mi sono commosso.
Ciò detto.
Mio papà, che alla veneranda età di 86 anni va ancora in azienda la mattina alle 6 (lui si che si meriterebbe l'onorificienza di cavaliere del lavoro), mi raccontava, quando ero bambino, dei suoi 11 anni in Svizzera, a Berna. Avevano 3 mesi per cercare lavoro e se non lo trovavano li rimettevano sul treno senza troppe cerimonie. La manodopera italiana era ricercatissima e pagata dignitosamente (inoltre il cambio marco/lira permetteva di costruire in Italia, nel caso specifico in Abruzzo, le basi per una vita più che dignitosa. Il mio paese è stato costruito con le rimesse degli immigrati). Ma non esisteva che venisse commesso un reato da un immigrato o che qualcuno fosse privo di titolo di soggiorno.
Quei racconti mi danno la misura di quanto siano stupidi i paladini dell'accoglienza nostrani. Non sanno di cosa parlano quando parlano di immigrazione e di emigrazione.
Il nostro paese ha un apparato sanzionatorio che, nei fatti, è molto blando. Gli stranieri, soprattutto quelli che delinquono, lo sanno e ne approfittano. E il paese di ritrova in una situazione sempre peggiore. Dove regna il caos.
Diritto di immigrare? Gli stupidi paladini dell'accoglienza non capiscono il concetto di coesione culturale di un popolo e quindi non capiscono il concetto di invasione e disintegrazione socio-culturale. È questo ciò a cui stiamo andando incontro.
Ma soprattutto, quando affermano il diritto di immigrare, dicono implicitamente che gli stranieri, nei loro paesi, non possono avere una vita dignitosa. E non capiscono che questa è una forma di razzismo molto sottile.
Io, che gli stranieri me li faccio amici, posso assicurare che ce ne sono molti che sono tanto meritevoli. Ma quelli meritevoli, spesso, e quando non c'è guerra o dittatura nel loro paese (gli afghani di etnia azara si guardano bene dal tornare in Afghanistan) non vedono l'ora di tornare a casa loro. Come mio padre.
Possibile che non riusciamo a trovare il modo di selezionare gli immigrati meritevoli?
Nessun confine, nessun rifugio...
RispondiEliminaSpesso chi parla di quel diritto gioca abilmente sulle parole, nel senso che è possibile configurare, nel diritto internaizonale, un diritto a emigrare (che corrisponde al dovere dello stato di origine di non impedire al cittadino di uscire, salvo per giustificati motivi) ma non anche un diritto a immigrare (ossia il diritto dello stato di destinazione di accettare l'ingresso del non cittadino che è emigrato).
RispondiEliminaHo donato 1 € al fin day mi saluti al Tg
RispondiEliminaA Londra lo sanno bene e lo hanno messo in pratica dopo la Brexit... ed intanto hanno fermato l'ondata di arrivi... la cosa più interessante è che la scorsa settimana parlando con persone, di cui però non conoscevo l'estrazione sociale anche se incontrata in contesti diversi, ho appurato che anche a Londra cresce il consenso per Farage. Posso cmq dire tranquillamente che dopo aver soggiornato qualche giorno a Whitechapel, prima di trasferirmi per comodità a Earl's Court, non ho mai percepito situazione di pericolo a differenza dei miei anni "londinesi" anche in quella zona ad East che ha la moschea di East London. Campa cavallo che con la UE avrebbero potuto mettere in piedi un sistema di controllo di chi entra così profondo altro che le nostre frontiere paragonabili al groviera o a un colabrodo. Aggiungo anche che crisi non si vede e se ci sono delle criticità derivano dalla mentalità inglese e dal loro modo di fare politica economica sia di sx che di dx (liberismo) non certo dalla Brexit una vera benedizione. Infine mentre anni fa quando ero lì e mi recavo al college per approfondire l'inglese qualche settimana, in metro dall'entrata nella centrale line all'uscita della stazione di Holborn nelle carrozze vedevo che tutti leggevano il giornale ora la gente che lo legge è molto poca.. e vi posso assicurare che essendo mattiniero e in viaggio per i miei studi storici personali sulla città di Londra (ho una gran parte della mia biblioteca in inglese e in italiano su questa tematica) ho sempre frequentato la metro in orario di partenza verso il luogo di lavoro dei pendolari... giornali 1 o 2 su 10 persone. Insomma i periodici si spostarono da Fleet Street per avere migliore sorte... ma a settembre 2025 pare che l'obbiettivo non sia stato raggiunto.. condoglianze agli Antoni Capranica ed agli Andrea Varvello ... make Britan great again
RispondiEliminaBuon giorno Bagnai. Ho una domanda. Se al posto di monti avessimo avuto Berlusconi a titolo di esempio, la nostra bilancia commerciale come sarebbe ora? Cioè mi spiego, monti uccidendo generazioni di lavoratori, studenti scappati all estero, bimbi mai nati, aziende fallite ha sistemato il saldo commerciale. Con un governo non montiano quale sarebbe stato lo scenario? Avremmo avuto più pil immagino e staremmo meglio socialmente, ma saremmo come la Francia ora? O avremmo avuto comunque un calo dell import magari a causa di stipendi fermi?
RispondiEliminaUn Italia senza monti starebbe meglio ora? Domanda strana ma quasi sembra che era necessario monti per stare abbastanza bene oggi..
***sembra che era necessario monti per stare abbastanza bene oggi**
EliminaAh perché tu "stai abbastanza bene"? Ma che Italia frequenti tu? Io vedo solo un Italia che "deve lavorare peggio per poter vivere peggio"
Comunque anche non vedere la deriva verso il peggio del paese è un marker del piddino e di quello della peggior specie : quello che crede di vivere meglio perché non deve lavorare davvero.
Ho chiesto a chi si intende di scenari economici. Non chi accusa. E la domanda non è banale. Se non avessimo avuto monti come saremmo ora? Saremmo più esposti come lo fu Berlusconi? O no? Non c'è bisogno di scattare come molle
EliminaNon c'è nemmeno bisogno di fare domande cui è stata data in tante occasioni la risposta, perfino nell'aula del Senato, tutte le volte che ho ringraziato Monti come vero artefice del nostro successo. Quello che è accaduto lo sappiamo bene e si vede qui. L'Italia aveva bisogno di un deprezzamento del cambio reale e grazie a Monti l'ha avuto. Questo è indubbio. E quindi? Resta il fatto che se questo deprezzamento del cambio reale italiano fosse avvenuto, come nel buon tempo andato, tramite un apprezzamento del cambio nominale tedesco anziché tramite un deprezzamento dei salari nominali italiani l'impatto sui conti esteri sarebbe stato analogo ma non avremmo distrutto il Paese. Resta anche il fatto che ora gli altri ci dovranno raggiungere in questa "race to the bottom", o chiamarsene fuori: per noi è win-win.
EliminaGrazie della risposta
Eliminaesiste il diritto di andare dove si vuole per migliorare la propria condizione esistenziale, ragion per cui lasciamoli andare dove vogliono: Francia, Regno Unito, Germania, Paesi del nord Europa...non abbiamo nessun diritto di trattenerli contro la loro volontà, tranne quelli che amano l'Italia e vogliono integrarsi con le nostre usanze, la nostra religione e il nostro stile di vita. Se non si adeguano, non abbiamo il diritto di imporre loro nulla e dobbiamo lasciarli andare, volenti o nolenti. Dopotutto, il mantra dei piddioti non è Open Society?
RispondiEliminaTi posso assicurare che dopo quello che ho visto a Londra nel Regno Unito non vanno e rimangono nella LEUROPA.
Elimina@Gil dopo Manchester UK blindata per molto tempo...due (o tre) piccioni con una fava
EliminaHo provato ad ascoltarla ma i miei occhi si spostavano sulla sua nuova amica, che ha obiettivamente qualcosa in più di lei. Farò penitenza leggendomi l'approfondimento.
RispondiEliminaOnestamente era la prima volta che la incontravo. Mi ha colpito perché mi sembrava molto a disagio. Non deve essere semplicissimo per loro, che hanno avuto diritto incontrastato di tribuna per decenni, dover ogni tanto ascoltare le conclusioni dell'altra parte.
EliminaDisagio evidente: non so se se ne è accorto sul momento, ma le faccine che faceva mentre Lei parlava erano impagabili. Si riguardi quei 15 minuti. :-)
Eliminabuongiorno a tutti,
RispondiEliminain merito al concetto di preteso "diritto" esteso a qualsiasi livello tengo a precisare che, indipendentemente dalla strumentalizzazione che se ne voglia fare, esso diventa tale nel momento in cui c'è un soggetto che ha il "dovere" di fornirlo. Viceversa siamo nel campo delle aspirazioni e dei desideri non certo dei diritti in quanto tali.
Mi sembra una puttanata. C'è un giurista in sala?
EliminaNon sono giurista, ma (scarso) artigiano della materia. Al concetto di diritto mi pare sia necessario accostare la sua esecutività e, quindi, in ultima istanza, una "forza" (che nei sistemi moderni è la forza statale) capace di imporne l'attuazione ove il titolare non riceva "soddisfazione" spontanea. Anche i diritti fondamentali della persona, pur essendo intesi come "libertà" (da ostacoli esterni), alla fine presuppongono un intervento autoritativo che rimuova tali ostacoli, se necessario. Ed è per questo che il diritto internazionale da alcuni non è considerato un "vero diritto".
EliminaArt. 10 Costituzione:
EliminaL'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
I costituenti parlavano vedi
Dalla relazione del Presidente della Commissione per la Costituzione Meuccio Ruini che accompagna il Progetto di Costituzione della Repubblica italiana.
Vengono qui riportate solo le parti relative all'articolo in esame, mentre si rimanda alle appendici per il testo completo della relazione.]
La costituzione, dopo aver affermato il concetto della sovranità nazionale, intende inquadrare nel campo internazionale la posizione dell'Italia: che dispone il proprio ordinamento giuridico in modo da adattarsi automaticamente alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
[...]
Non si poteva tacere, dopo così dure prove, sul diritto di asilo che le costituzioni civili offrono ai perseguitati politici di altri paesi."
https://www.nascitacostituzione.it/01principi/010/index.htm?art010-018.htm&2
Come si vede si parla sempre di perseguitati "politici".
Oggi le Commissioni territoriali presso le Prefetture esaminano il merito della richiesta (d'asilo), valutando la credibilità delle testimonianze e i rischi legati al ritorno in patria.
Quello che avviene mi sembra, giustamente, più che un dovere un "esame" del diritto che si pretende di avere ...
Claudio, non è esattamente così. Limitandosi al diritto interno, per dirne una, non tutte le posizioni giuridiche tutelate dall'ordinamento sono diritti, così come non tutti i diritti, anche se riconosciuti espressamente come tali, sono direttamente azionabili o trovano tutela effettiva.
EliminaLa dicotomia che propone lei è semplicistica e pare implicare un rapporto di credito tra chi richiedente ed una qualche autorità onerata di garantire una prestazione. I temi trattati nel testo che il prof. Bagnai ha proposto sono *molto* più alti e, all'atto pratico, incidono sulla configurazione della struttura stessa dello stato. Se la risposta alla domanda posta dal prof. Bagnai fosse "sì", verrebbe messa in discussione la stessa esistenza dell'ente statuale, per lo meno come lo conosciamo oggi.
Il convinto "no" alla domanda implica di cercare di conservare ciò che c'è di buono, ripristinare istituti che sono stati via via demoliti e ripensare seriamente l'attuale assetto della divisione dei poteri. Che questo mostri qualche crepa, non solo in casa nostra, credo sia evidente a tutti.
Tempo fa il prof. Bagnai ha fatto presente che quando uno dei tre poteri può mettere ar gabbio gli altri due qualcosa non va: aggiungo che quando uno dei tre poteri diventa l'arbitro di ultima istanza riguardo le scelte assunte da uno degli altri due, senza alcun controllo e rinunciando ad ogni cautela istituzionale nel calare la mannaia, l'equilibrio a livello di sistema è completamente saltato.
"La risposta è dentro di noi...e però è sbagliata!" A parte la mia che è ovviamente giusta! Vabbè, a parte le battute, la risposta è certamente NO. Nessuno può avere come diritto quello di entrare in casa d'altri senza chiedere il permesso. Questo vale sia per privati con loro legittime proprietà che per stato con le loro legittime nazioni.
RispondiEliminaVolando bassi, l'art. 16 delle "preleggi" in tema di trattamento dello straniero, prevede che «Lo straniero è ammesso a godere dei diritti civili attribuiti al cittadino a condizione di reciprocità e salve le disposizioni contenute in leggi speciali.
RispondiEliminaQuesta disposizione vale anche per le persone giuridiche straniere.»
Queste le regole dei "fascisti". Il sistema, in particolare in punto di reciprocità, ha tenuto fino a metà degli anni 90. Poi è arrivata la L. 40/1998 che l'ha stravolto (l'art. 32, ad esempio, è il padre del c.d. "turismo sanitario" a spese del contribuente italiano). Vanno ricordati i nomi dei protagonisti:
SCALFARO (starring as PdR)
PRODI, Presidente del Consiglio dei Ministri
TURCO, Ministro per la solidarietà sociale
DINI, Ministro degli affari esteri
NAPOLITANO, Ministro degli interni
Il successivo D.Lgs 286/1998 ha "riordinato" la materia, abrogando ampi stralci del TULPS e varie disposizioni confliggenti con la L. 40/1998. Anche qui, diamo il giusto credito a chi se lo merita:
SCALFARO (starring as PdR)
PRODI, Presidente del Consiglio dei Ministri
TURCO, Ministro per la solidarietà sociale
DINI, Ministro degli affari esteri
NAPOLITANO, Ministro dell'interno
FLICK, Ministro di grazia e giustizia
CIAMPI, Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica
BINDI, Ministro della sanità
BERLINGUER, Ministro della pubblica istruzione e dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica
TREU, Ministro del lavoro e della previdenza sociale
BASSANINI, Ministro per la funzione pubblica e gli affari regionali
L'art. 16 delle preleggi è oggi implicitamente abrogato. Da allora nel sistema si sono aperte ampie brecce che, a colpi di sentenze e modifiche successive, hanno fatto crollare la diga.
Ho cercato qualcosa di più su Carens per capire quali fossero le convergenze e le divergenze rispetto al pensiero di Miller. Sicuramente dovrò approfondire meglio la cosa, ma l'impressione che ho ricavato è che la sua visione, più individualista che sistemica, pur prevedendo delle mitigazioni, rafforza ancora di più l'analogia tra ecologismo e immigrazionismo fatta sia nell'intervento che nella diretta: una sorta di cosmopolitismo benevolo, che suona nobile ma finisce solo per perpetuare le disuguaglianze. Un paternalismo che tratta "gli altri" (e l'altrove) come pedine astratte in un gioco dove la coscienza occidentale deve uscire immacolata. Mi è poi venuto in mente il libro di Martín Caparrós, La Fame (2014), un libro che per una via non proprio diretta mi ha (anche) portato qua e che penso possa inserirsi in questo quadro, anche se non in modo diretto: tra i molti aspetti che analizza, sottolinea come gli aiuti umanitari spesso siano mal indirizzati e finiscano per perpetuare la dipendenza e il "nuovo colonialismo" a danno dei paesi più poveri.
RispondiEliminaQua, a proposito della necessità del "Buono universale": "Tutti – i paesi, i gruppi di amici, le squadre di pallavolo, i gruppi di lavoro – hanno bisogno di un Buono: un modello, un essere immacolato, qualcuno che mostri loro che non tutto è perduto. Esistono Buoni di molti generi: possono essere preti compassionevoli, salvatori di balene, anziani ex qualcosa, cani, medici pieni di abnegazione: in qualcosa bisogna pur credere. Il Buono è indispensabile, è una condizione dell'esistenza. E il mondo si fa in quattro per cercare i Buoni, farli sedere sul trono, spremerli il più possibile".
Il problema è molto più sociologico e antropologico che giuridico. Sul ruolo della beneficenza nella società borghese basterebbero le parole di Engels.
EliminaConcordo con entrambi. Paternalismo (insopportabile, ipocrita e dannoso, aggiungo personalmente).
EliminaPer non parlare dei costi...
RispondiEliminall costo in Italia per il patrocinio a spese dello Stato nel processo penale è passato dai 7,2 milioni di euro del 1995 ai 266,5 milioni di euro del 2024. Il numero di stranieri che hanno beneficiato del gratuito patrocinio è passato dai 3335 del 95 ai 56.359 dello scorso anno. I dati sono forniti dal Ministero della Giustizia, nella relazione al Parlamento da presentata a maggio 2025.
Fonte: https://www.altalex.com/documents/news/2025/07/30/gratuito-patrocinio-penale-costi-aumentati-7-266-milioni-30-anni
Questo è un altro dato interessante, che ignoravo. Grazie! Il blog si rivela sempre una piattaforma superiore alle altre per quanto riguarda il progresso delle nostre conoscenze, non fosse altro che perché, a differenza di FB, X, ecc., non penalizza chi porta link, cioè fonti di dati.
EliminaE questo come lo spieghiamo? E il numero degli sbarchi degni di un qualsiasi governo Renzi?
RispondiElimina