mercoledì 4 dicembre 2024

Marine et Emmanuel

Solo per lasciare traccia del fatto che oggi, con una mossa non inattesa, Marine Le Pen ha lasciato a piedi Barnier. La maggioranza del governo francese si reggeva sui suoi voti, su quelli di Marine, e non ci voleva molto a capire come sarebbe finita. A beneficio degli aritmeticamente disagiati, sottolineo come a noi fosse impossibile giocare un simile scherzo al Migliore.

Mazzalai sostiene, non senza fondamento, che la scelta del tempo sia dettata anche dalla necessità per Marine di tornare al voto, in particolare quello presidenziale, prima che l’attacco giudiziario cui è stata sottoposta, arrivi a segno, determinandone l’ineleggibilità.

Il ragionamento ha una sua tenuta, e, purtroppo, anche in questo campo siamo stati precursori. Non so quanto si parlino i due, ma l’esempio di Salvini ha assunto rilevanza internazionale, ed è quindi un monito per tutti i politici europei.

Ma c’è anche un’altra dimensione sotto la quale siamo stati anticipatori, come lo è stato del resto questo blog, e in modo non indipendente dalle ragioni per cui lo è stato questoblog: esattamente come qui abbiamo imparato che nel lungo periodo le politiche di destra favoriscono solo la destra, abbiamo anche imparato che nel breve periodo sostenere la sinistra indebolisce inesorabilmente la destra! Insomma: nel 2011 era facile prevedere che la sinistra, sostenendo Monti, avrebbe consegnato il paese alla destra, e infatti, per dirla come gli scienziati, lo predissimo (😇). Ma nel 2021 era altrettanto facile prevedere che, sostenendo Draghi, avremmo perso supporto. E infatti lo perdemmo (per dirla come le persone normali).

Anche questo è un esempio che deve essere stato ben presente a Marine. Non so molto di diritto costituzionale francese, non so quanto potrà reggere Macron nel suo fortino, so solo che errori di breve periodo possono rallentare, ma non fermare, né invertire, il percorso verso un esito che è inevitabile politicamente perché è inevitabile macroeconomicamente.

Prendiamoci il buono dell’unità europea!

In cosa consiste, chiederete voi? Ma, semplicemente nel fatto che non occorre che voi continuiate a sostenere chi vi ha indicato un percorso di libertà. Se non lo fate voi qui, lo farà qualcun altro da un’altra parte. Del resto, qui come lì, chi ha visto la via di uscita l’ha vista perché qualcuno gliel’ha indicata. 


(…chissà se qualcuno di voi era lì? Io, evidentemente, c’ero, e ne resta traccia. Se il mondo cambierà, potremo dimostrare che un pochino sarà stato anche merito nostro…)



71 commenti:

  1. Fino a stasera (prima del voto di sfiducia) ho sentito giornalisti su France Info stracciarsi le vesti perché non capivano come il RN potesse agire così scioccamente contro il proprio interesse! Proprio adesso che poteva mostrare al popolo francese di essere una forza responsabile, mannaggia! 🤣🤣

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    1. Ma per fortuna, in Germania AfD perderà le elezioni a causa della sua scellerata piattaforma antieuropeista! Il Signore dà, il Signore toglie. La pandemia ha fatto perdere trazione al movimento irredentista italiano, creando lo stato di emergenza che lo ha costretto a sostenere uno dei principali nemici della nostra libertà. In compenso, però, ha fatto esplodere le contraddizioni che qui abbiamo sempre evidenziato, di cui apparentemente solo noi conoscevamo l’esistenza, nei due attori principali del cosiddetto “progetto europeo“, il cui sottotitolo oggi più che mai (più che al tempo del Sacro Romano impero germanico, più che al tempo di Napoleone, insomma: più che mai) resta: “io speriamo che me la cavo!”.

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  2. Finito di leggere questo post mi è scappato un sorriso, dovuto al fatto che considerazioni simili le avevo fatte anch'io. Professore, la sua opera divulgativa funziona. Grazie.

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    1. Ci sono stati molti “repetita juvant”! Chi fosse arrivato solo oggi potrebbe leggere con qualche beneficio i post dedicati a Macron, o quelli dedicati alla Francia, cliccando sul relativo tag nel tag cloud in fondo alla pagina (si vede solo nella versione desktop, che però si può visualizzare anche da cellulare). Con questo non voglio dire che tu abbia la coccia dura! Voglio solo dire quello che voi sapete, perché è quello che vi trattiene qui: che mentre gli operatori informativi denigravano il nostro lavoro come delirio di eversori populisti, qua si stavano semplicemente traendo dei principi primi della scienza economica le più ovvie, ma anche più rilevanti, conclusioni.

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  3. Non so come evolverà la situazione francese perché ci sono parecchie differenze " politiche" con noi ( una su tutte: mancano i grillini e i loro "problemi di mutuo") ma soprattutto "geopolitiche".
    Infatti per i "dante causa" de l'€uropa ( e delle sue sconsiderate politiche) la Francia è "too big to fail" e quindi per lei i "cordoni della borsa" resteranno aperti e "le roi" resterà.
    Semplicemente dopo aver provato a fare "rigor Monti's" con la " desistenza" della "droite" continueranno a fare "debito" con la ( già collaudata ) "desistenza" della "gauche".

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    1. I primi tentativi di forzare in modo tattico la cosiddetta capital key (cioè la proporzionalità alle quote di capitale versato nella BCE) di alcuni programmi di acquisto della BCE sono già stati ampiamente sgamati da Claudio, grazie all’insostituibile apporto di quello che è divenuto il nuovo Piller&Gumpel: Robin Brooks. Onestamente, non credo che da parte di una presidenta francese della BCE, sia possibile ad andare avanti ad aiutini verso il proprio Paese in un contesto in cui il Paese più Paese degli altri non se la passa bene. Fatto sta che, mettila come ti pare, la mia previsione che il debito francese sarebbe aumentato è in ogni caso rispettata. Purtroppo non avremo il controfattuale a quanto pare, ma succederà quello che ho già detto più volte: con un governo di sinistra pro-austerità il rapporto debito Pil sarebbe cresciuto più in fretta, con un governo di altro tipo sarebbe cresciuto meno in fretta. Vediamo ora che succede. Non vedo politicamente praticabile la desistenza dei candidati del partito di maggioranza relativa per far fare alla sinistra le politiche espansive che potrebbe fare lui. I tempi del sorpasso si allungano per due fattori: il collasso della Germania che tira giù il Pil del nostro Nord (non me ne vogliano i nostrani nibelunghi), e, appunto, il rifiuto da parte dei francesi di politiche di austerità che erano già in atto in modo strisciante (guarda il calo dei salari reali francesi nel precedente post sulla questione salariale). Ma questo non significa necessariamente che il sorpasso non ci sarà, se noi teniamo botta.

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    2. Aggiungo che la Francia non può cessare il suo " aiuto sociale" alle banlieues e l' operazione "Monti di Francia" tentava solo di scaricarne il costo a l' elettorato di " destra" (ma RN non è "forza Italia").
      Quindi per "le roi" , salvo un violento "cambio di narrativa " ( tipo: guerra alla russia ! ) non ci sono alternative che "tirare dritto" ( mica possono rivotare ripetendo la "desistenza")

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    3. Mentre da noi le prefiche informative cominciano a stracciarsi le vesti dopo una settimana di crisi di governo, nei paesi civili abbiamo visto crisi di governo durare per più di un anno senza particolari attenzione da parte dei media locali o globali. Ognuno di voi ricorda gli esempi, se qualcuno ha bisogno di esempi li chieda e gli saranno dati. Tuttavia, non ricordo esattamente quanta vita presidenziale rimanga a Macron, ma sarei molto sorpreso se anche in una Repubblica formalmente presidenziale lui riuscisse a restare in sella senza un governo per tutto il tempo per cui potrà restare in carica. Vedremo…

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  4. Vedremo se la BCE continuerà a fare l'alleata del governo anche dopo l'inevitabile e rovinosa caduta del belloccio narciso.

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    1. Ovviamente cominceranno a vendere OAT a man salva e il moderno Gümpel, cioè Robin Brooks, ci spiegherà che “hanno stato le scadenze dei titoli!” Ma va benissimo così! Magari fosse! Nel momento in cui, grazie all’esempio italiano, si è capito che chi tocca i tecnici muore, possiamo solo sperare che i tecnici non abbiano capito quello che pure abbiamo visto nel 2018, cioè che con lo spread aumenta il consenso verso la destra.

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  5. Lungi da me voler fare il complottista ma vi segnalo una cosa curiosa che mi è capitata: aprendo il link del video postato lo sentivo benissimo ma quando ho ritentato di sentirlo successivamente l'audio si sentiva male, a scatti; non so se è un problema solo mio.
    Cette chose est une surprise, o no?

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    1. Forse siamo semplicemente un pochino di più di quelli che vediamo e ci sono in questo momento un pochino più accessi del solito su un sito non molto visitato.

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    2. Può essere, ritornerò a vederlo più tardi.

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    3. Ho controllato e lo vedo perfettamente fluido. Fra l’altro le mie prime parole, che sono di ringraziamento per chi mi aveva invitato, mi hanno fatto ricordare un amico, Philippe Murer, all’epoca nello staff della Le Pen. È molto tempo che non lo sento, ma gli sono affezionatissimo e grato perché ha fatto a me e a tutti noi un regalo preziosissimo: mi diede una copia del “complesso di Orfeo“ di Michéa esortandomi a leggerlo, cosa che feci, restandone impressionato, come lui mi avrebbe detto che sarebbe accaduto. Ma si sa, a destra siamo degli analfabeti…

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    4. Niente, continuo a sentirlo male; evidentemente è un problema solo mio.
      Quanto a Michéa sarò sempre grato a lei (e di conseguenza a Philippe Murer) per averci portato a conoscenza del suo pensiero e dei suoi "scoli" tanto complicati quanto illuminanti (non appena li si afferra 😊).

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  6. «non occorre che voi continuiate a sostenere chi vi ha indicato un percorso di libertà. Se non lo fate voi qui, lo farà qualcun altro da un’altra parte.»

    La riconoscenza è un debito dal quale non è lecito sbarazzarsi con leggerezza. Leggerezza, che se vi fosse, potremmo assumere come metro del nostro peso.
    E certe cose le si apprezzano solo quando si naviga il mare della vita.

    http://www.nietzschesource.org/#eKGWB/FW-364

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    1. Il link me lo dà come non sicuro o non esistente: perfetta metafora della riconoscenza.

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    2. Pardon, il link punta anche all'aforisma errato.
      Quello corretto sarebbe il 279. Il problema di sicurezza è dovuto al protocollo http in luogo dell'https. Ad ogni modo il riferimento è: eKGWB/FW-279 — Die fröhliche Wissenschaft: § 279. Erste Veröff. 10/09/1882.

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    3. «perfetta metafora della riconoscenza.»
      Se in merito si è pessimisti, allora l'aforisma 364, seppur in modo serendipico, torna utile.

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    4. Non sono particolarmente pessimista sull’animo umano, ma è un fatto che se avessi intrapreso questa attività, aspettandomi qualcosa in cambio probabilmente avrei rinunciato in partenza.

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    5. «sedulo curavi, humanas actiones non ridere, non lugere, neque detestari, sed intelligere»

      Baruch Spinoza, Tractatus politicus, cap. I, § 4

      Io questo lo definisco pessimismo ed è l'unico pessimismo che abbia riscosso la mia simpatia (vd. etimo simpatia), considerando che l'intelligere - almeno per un gatto come me - è ardua e faticosa impresa.

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    1. "Socialist-on" come minimo.
      Ma queste poi sono inezie formali. "Le roi" può (s)governere tranquillamente per anni fregandosene di un parlamento ridotto ad un "bivacco di impotenti" perché non ci sarà mai una maggioranza di 2/3 per "impicciarlo"
      Abbiamo giusto visto oggi in romania che c'è un €urotreno lanciato in corsa che non deve essere disturbato da "elezioni".

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  8. OT. altra sorpresona: le elezioni in Romania sono da rifare! Che tempi movimentati...Sento un terribile ronzio di QED finale nell'aria. Spero di sbagliarmi.

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    1. Non è mica tanto fuori argomento! Qui ci siamo sempre detti che alla fine quelli che votavano male avrebbero raggiunto il 70%. Non è molto chiaro come quelli che pensano bene possano impedirglielo se non con la violenza. Il sistema messo su infatti impedisce a chiunque di fare politiche progressive di distribuzione del reddito, cioè di aiutare chi ne ha bisogno, e quelli che hanno bisogno sono sempre di più. La proposta alternativa viene articolata sempre di più il nome della difesa da un attacco che non c’è (quello ai cosiddetti “diritti”), millantata dagli autori dell’attacco che c’è, quello ai salari. È chiaro che in Romania la situazione si complica ulteriormente per problemi di carattere geopolitico: posizione geografica, prossimità a uno scenario di guerra. Ma un’altra cosa che ci siamo sempre detti è che l’integrazione monetaria europea era di fatto una guerra: non solo una guerra civile Per il fatto di estrinsecare in tempi diversi i suoi effetti sui vari strati della popolazione (cominciando dai più esposti al commercio internazionale, come chi lavora nel manifatturiero, arrivando poi ai meno esposti, come chi lavora nei servizi). Anche una guerra e basta, essendo lo strumento che consentiva di tenere “sotto“ quello che già fu il blocco più prospero e produttivo dell’Occidente. Quindi non sono così sicuro che per chi si propone di rimediare a questa situazione il futuro sia semplice.

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    2. Vorrei aggiungere una nota. Il tema si potrebbe porre anche per la necessità di passare a un esercito di non soli professionisti, una leva allargata. Ai tempi dei greci questo voleva dire (dato che erano cittadini a partecipare alle guerre quando serviva) che per alcuni di loro un maggior coinvolgimento (vedi gli opliti in Atene) portò a maggiori diritti politici. In questo caso, poiché si parla di leva (e i giovani sono interessati dalla leva militare), potrebbe voler dire maggiore integrazione economica di una parte della popolazione svantaggiata economicamente, da poter poi volgere non solo verso l’esterno, ma anche verso l’interno? Come qui si era detto dell’esercito europeo. E con anche lo scopo di diminuire il numero degli scontenti.

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  9. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Guardi che ho puntato tutto glielo riferito al mio superiore vedrai che la Le Pen a breve arriverà a essere presidente di Francia (Speriamo)

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    1. Lo speriamo tutti, ma dopo aver predetto per anni, nello scherno generale, che viviamo in un regime, le esperienze di altri Stati membri ci chiariscono che non eravamo troppo lontani dal vero. Un colpo di Stato di natura giudiziaria non si nega a nessuno, ovviamente il nome dello stato di diritto.

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  11. Faccio una domanda: agli Stati Uniti cosa gioverebbe avere alla guida in Francia e in Germania?

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  12. Io più che sulla situazione politica ed economica francese, che comunque avrà il suo peso, mi concentrerei sulle prossime elezioni tedesche.
    A mio avviso AFD sarebbe ben vista dal Trump, per il semplice motivo che una vittoria dei kattivih nazifascistibrutti in Germania potrebbe avere il potenziale necessario per smontare l'eurozona dall'alto e con un certo ordine.
    Qualcuno potrebbe obiettare che con una uscita dall'euro la Germania verrebbe penalizzata dal cambio forte, ma la realtà ci dice che essersi fatti nemici gli USA (vedasi dieselgate e Nord Stream) e aver provato a fare concorrenza alla Cina, di fatto sta disintegrando l'economia tedesca, che orami ha bisogno di salvarsi con una certa velocità ed indipendenza senza provocare le ire di chi è molto più forte (gli USA) e sfidare chi detiene e gestisce una quota notevole di materie prime e può contare, ancora per molti anni, su una manodopera immensa e a basso costo.

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  13. Do una rapida risposta collettiva ai due commenti qua sopra: suggerirei di non passare da laGermania™️ a gliStatiUniti™️. Ora devo vedere una aziendaleader™️, poi ne parliamo con calma. La mia sintesi è che per diversi ambienti Usa qualsiasi cosa possa tenere al posto suo (cioè in fondo alla graduatoria) l’UE è gradita. Quindi viva l’euro (per loro)!

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    1. Non era fatta nel senso di preferire GliStatiUniti ma più nel senso di “in che direzione potrebbero spingere gli USA le varie cancellerie europee in questo momento incerto”

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    2. Ma siccome non esiste la Germania, non esiste nemmeno gli Stati Uniti. Altrimenti sarebbe facile…

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    3. No, no, ha detto bene: esiste! 😂

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    4. Mah. Non lo so. Alla fine una direzione quei paesi la prendono e la perseguono. Quindi che sia una forza sola o più forze concomitanti, una azione principale (magari assieme ad altre secondarie) finiscono mi pare per esprimerla.

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    5. A noMagnaMagna: in effetti in inglese Stati Uniti è singolare. Però il mio è stato un errore di dettatura!

      A Ale: il mio invito a non reificare, anzi personalizzare, entità politiche complesse come gli Stati non è la negazione del fatto che essi possano prendere più o meno consapevolmente un indirizzo politico, ma solo un invito a riflettere appunto su quelle “più forze concomitanti“ dalla cui risultante scaturisce questo indirizzo. Io confesso di essermi posto molto spesso la domanda sul ruolo degli Stati Uniti, esattamente come te la poni. Mi ricordo una lunga conversazione a Parigi con Jacques Sapir nel corso della quale lui cercò di spiegarmi quanto articolato fosse anche solo il mondo dei loro servizi. Se la vogliamo fare semplice, una costruzione messa su da loro dopo che noi avevamo perso con loro una guerra sicuramente non è stata concepita, come pensano i piddini, come strumento del nostro riscatto, ma come strumento della nostra sottomissione. In questa ottica, la domanda che mi ponevo (forse ricorderete l’articolo in inglese in cui lo facevo) se fosse interesse o meno degli Stati Uniti difendere l’euro era una domanda particolarmente malposto o dalla risposta particolarmente ovvia: ovviamente sì, perché, anche se forse loro non potevano saperlo, e quindi non c’era un’intenzione strategica, è da quel momento che, come abbiamo visto pochi post addietro, la nostra produttività(come Unione Europea) comincia ad arrancare.

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    6. Tutto chiaro. Quello che mi chiedo è se ci sia una qualche nuova direzione strategica (anche in senso militare), di cui è figlia l'amministrazione Trump, e che potrebbe impostare traiettorie differenti, rispetto a quanto fatto fino ad ora, nella gestione dell'isola Europa. E me lo chiedo onestamente, non in modo retorico. Se cioè siamo all'inizio di una nuova fase, oppure se è solo un momento differente dello stesso percorso.

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    7. A questo punto potrebbe nascere un'altra domanda che si lega alla presunta (o probabile?) inconsapevolezza sugli effetti dell'euro da parte degli USA.
      Nonostante la moneta unica abbia danneggiato la produttività europea, le forze predominanti degli Stati Uniti hanno preso due decisioni drastiche per punire il paese "ribelle" della zona euro, la Germania (dieselgate e Nord Stream).
      Quindi potrebbe succedere che le varie anime statunitensi non riescano a gestire la zona euro secondo i propri interessi e che gli sfugga di mano nel momento in cui determinate forze tedesche pensino di farla deflagare ritenendola una decisione da cui trarre vantaggio?

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    8. @Ale come ci siamo detti spesso, personalmente fuggo dalle narrazioni palingenetiche, che mi sembrano sempre un po’ sospette. insomma, il fatto che la vittoria della candidata ridens sarebbe stato un disastro, non comporta immediatamente che la Vittoria del candidato “nostro“ sia la soluzione di tutti i problemi. In effetti, guardacaso, secondo me qui c’è una asimmetria. L’aspetto positivo mi sembra la volontà dichiarata di rifiutare il multilateralismo affermando di voler intrattenere relazioni coi singoli Stati membri dell’unione. Questo, per noi, se sapremo usarlo, sarà comunque un passo avanti. Rispetto all’euro, però, non vedo per il momento particolari cambi di atteggiamento. Vedo solo il dato, più volte anticipato qui, che nella weaponization delle valute iniziata, dichiarando la sospensione di alcuni paesi dallo SWIFT L’euro esce ovviamente perdente, in quanto non è visto da investitori di paesi terzi con uno strumento di diversificazione del rischio paese.

      @Leo: Per questa osservazione mi occorre un approfondimento. Non mi è infatti chiaro perché poni in alternativa due cose che fanno nella stessa direzione: la riduzione della produttività europea. Questa è ridotta dall’euro, così come è ridotta dalla distruzione di infrastrutture importanti.in entrambi i casi la riduzione della produttività determina un aumento del costo del lavoro per unità di prodotto, quindi, a tendere, Una rivalutazione del cambio reale. Esattamente quello che un paese grande importatore vorrebbe che un paese grande esportatore facesse e che la variazione del cambio nominale, dall’Europa pilotato verso il basso, determinerebbe normalmente se si lasciassero funzionare le forze di mercato.

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    9. @ Ale Isro che scrisse
      ***una qualche nuova direzione strategica ***

      Gli U$A hanno costruito l€uropa come l' "India" del fu impero britannico e con il ruolo degli stati europei non dissimile da quello dei Raja indiani
      Quello che è recentemente cambiato è il metodo di "estrazione coloniale " che da essere( inizialmente ) "finanza&servizi" sta diventando pieno " sfruttamento economico" per sostenere la declinante potenza economica de "l'entità egemone".
      Avvenne la stessa cosa nei rapporti India-gran bretagna nella fase declinante de "l' impero inglese" ( e per l' india fu il momento peggiore)
      Quindi avremo solo questo indurimento della " strategia", trump o harris che fosse.

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    10. Non sono sempre d’accordo con te, ma questo tuo paragone secondo me ha una sua tenuta logica. Non si studia mai abbastanza la storia. Mi consolo pensando che io grazie a Dio non conto nulla e il problema non è se la storia la so io, ma se la sanno gli altri. Notoriamente la storia insegna ma non ha allievi. Quindi la vedo abbastanza come la vedi tu: dovrà andare peggio prima che possa andare meglio.

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    11. Bombardare per abbassare produzione o bombardare per bloccare la Germania per questioni di paura per la vicinanza tra Germania e Russia e come effetto anche abbassare produttività ecc.

      In Romania i giudici sembra stiano agendo in direzione pro Nato (quale sia la consistenza delle accuse).

      A questo punto io mi potrei aspettare dalla Germania che decida di fare maggior debito nazionale. Però, anche qui, cosa le sarà concesso?

      Da un lato sono d’accordo su quanto ha detto.

      Dall’altro ho comunque la sensazione che le pareti dell’abitazione Europea si stiano spostando. Con questo non mi riferisco alla caduta dell’euro. Ma più alla (probabile) nuovamente presente pressione americana per indirizzare le politiche nazionali, alla stregua o in modo vagamente simile a quanto fatto negli anni 70. Attentati agli stati riottosi (per ora) esclusi.

      Mi pare tutto molto confuso e difficile da decifrare, almeno per me. Della serie: chi telefona a chi per chiedere / imporre cosa.

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    12. @passavo di qui
      “Europa come India”
      Non so se sono molto d’accordo.
      Mi viene da pensare appunto che la situazione attuale sembrerebbe vedere gli Stati Uniti contro una potenza (Cina) e una potenza un po’ acciaccata (Russia). Non ce li vedo a spremere e basta l’Europa, che comunque è la sede della NATO. Però appunto in questo momento mi pare tutto un po’ confuso ai miei occhi.

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    13. La parte calzante dell’analogia mi sembra quella che assimila le élite euriste (da noi i piddini) ai raja.

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    14. Probabilmente non ho circostanziato bene le mie osservazioni, quindi mi spiego meglio.
      Tramite l'euro gli Stati Uniti (più o meno consapevolmente) hanno danneggiato la produttività europea, ma per far capire ai tedeschi che i loro surplus erano inaccettabili, hanno usato la mazza di ferro.
      Quindi ci troviamo in una situazione in cui gli USA potrebbero considerare chiuso il dossier europeo, mentre sul tavolo hanno doverse questioni da provare a gestire e "risolvere" a modo loro:
      - Guerra in Ucraina e questione russa;
      - Allargamento dei BRICS;
      - Situazione mediorientale;
      - Tensioni Cina - Taiwan;
      - Conflitto commerciale con la Cina.
      In questa situazione geopolitica, che a mio avviso è la più complessa dalla seconda guerra mondiale in poi, se gli Usa sono "distratti" da quanto sopra descritto, quella parte di Germania rappresentata da AFD, consapevole del fatto che gli Stati Uniti gli faranno pagare ogni sgarbo, potrebbero optare per una uscita della zona euro riportato un minimo di razionalità economica nel sistema dei cambi.

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    15. Continuo a non capire molto ma non prenderla come una critica a te, è veramente una mia genuina difficoltà. Intanto, ricordiamoci che l'uso della mazza di ferro (Dieselgate più "suicidio" dei gasdotti) è sostanzialmente dovuto alla svalutazione del 20% in termini reali con cui l'Eurozona (dove sappiamo chi comanda) ha risposto alla crisi finanziaria globale e alla propria crisi di produttività.

      Se non capisco male, la tua riflessione è su quanto una uscita "dall'alto" secondo la proposta del Manifesto di Solidarietà Europea che sottoscrivemmo nel 2013 possa consentire agli USA di dedicarsi con maggiore serenità a sbrogliare le altre matasse.

      Ho capito bene?

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    16. P.s.: ovviamente ho saltato un passaggio, ma con te posso farlo. Lo aggiungo però per gli altri. Il progressivo calo della produttività europea rispetto a quella statunitense visto qui ha determinato un aumento del costo del lavoro per unità di prodotto nell'Eurozona, e quindi del rapporto fra i prezzi dei beni europei e quelli statunitensi (cioè un apprezzamento in termini reali che fra l'inizio del secolo e l'inizio della crisi è stato di circa il 20%), che la BCE ha più che compensato con una svalutazione del cambio, in modo da rendere comunque convenienti i beni europei, spingendo il surplus tedesco oltre il limite del sopportabile per gli USA. Questo surplus è stato il dito nell'occhio che ha spinto gli USA a usare la "mazza di ferro".

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    17. @Bagnai
      "La parte calzante dell’analogia mi sembra quella che assimila le élite euriste (da noi i piddini) ai raja."

      Sui raja alzo le mani ^^'' mi dichiaro prigioniero politico, non ne ho la minima idea.

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    18. @leo
      "uscita dall'euro causata da AdF"

      Non so, io, la dovessi fare semplice, fossi al loro posto, lascerei tutto com'è e obbligherei la BCE a finanziare le spese militari fuori 3% e continuerei a stringere ancora il collo energetico alla Germania, spingendo per un po' di riequilibrio del surplus commerciale.

      Fossi in loro, a favorire il disgregarsi dell'euro, avrei paura che la situazione se ne andasse fuori controllo. In un momento molto delicato un po' ovunque. Poi non so, io sto a casa mia e non a Capitol Hill, non ho idea di cosa davvero ci sia sotto il livello di quel che si vede, e di sicuro non ho al momento gli strumenti per decifrare una situazione così ampia.

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    19. Credo sia più probabile che abbia capito male io questa parte del tuo precedente commento:
      "In questa ottica, la domanda che mi ponevo (forse ricorderete l’articolo in inglese in cui lo facevo) se fosse interesse o meno degli Stati Uniti difendere l’euro era una domanda particolarmente malposto o dalla risposta particolarmente ovvia: ovviamente sì, perché, anche se forse loro non potevano saperlo, e quindi non c’era un’intenzione strategica, è da quel momento che, come abbiamo visto pochi post addietro, la nostra produttività(come Unione Europea) comincia ad arrancare."

      La domanda che mi pongo è se in questo momento sia ancora negli interessi degli Stati Uniti difendere l'euro, oppure se chiuderebbero un occhio in caso di uscita della Germania.
      Spero di essere stato più chiaro.

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    20. Secondo me è ancora loro interesse tenerci sotto. Considera che l’euro è impossibilità di finanziare università e ricerca, per dirne una, è fonte di instabilità sociale, insomma: è un ottimo strumento per mantenere il vantaggio su di noi. Salterà, ma loro malgrado, credo. Questo implica che si arriverà a un punto in cui l’alternativa (il fatto che non salti) sia percepita come più costosa. Come questo possa accadere ad oggi mi è ignoto, ma non poniamo limiti alla Divina Provvidenza!

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    21. @Alberto
      “Il divieto di battere moneta, interferiva pesantemente con la sfera di autonomia degli alleati più potenti”. Pag. 112- C. Bearzot “Manuale di storia greca” seconda ed.

      In riferimento all’introduzione dell’obbligo di pagare i tributi ad Atene in dracme (moneta ateniese) per gli appartamenti alla lega Delfo-Attica (453/4 a.C.). Obbligo introdotto da Atene che era diventata la città egemone dell’alleanza.

      In qualche modo mi pare sottolinei una delle possibili funzioni dell’euro per gli Stati Uniti di cui discutevamo.

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    22. Beh, secondo me lo sottolinea in negativo, nel senso che credo che ci sia stato veramente qualcuno così stupido in Europa da pensare che battere moneta “europea” avrebbe aiutato ad affrancarsi dall’egemonia del dollaro. Era perfettamente chiaro ab initio che non poteva essere così, proprio per i motivi che si leggono in filigrana nel tuo esempio storico: come ho sempre detto, quello che sostiene il dollaro non è loro ma il plutonio (la versione post-moderna del Ferro di cui parlava un certo Gallo). Volendo riportare l’esempio attico ai giorni nostri, diciamo piuttosto che la dracma stava ad Atene come l’euro sta alla Germania.

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    23. Scusa: errore di dettatura: ovviamente “non è l’oro ma…”. L’intelligenza artificiale ha i suoi limiti…

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    24. @Alberto Bagnai
      Se, come presupposti, scegliamo alcuni dei temi qua su GFMS trattati, e cioè:

      - l’euro è una moneta senza stato;
      - la mancanza del tasso di cambio interno, a causa della scomparsa delle monete nazionali, scarica il peso della competizione sul lavoro;
      - l’approccio mercantilista della Germania;
      - la svalutazione interna della Germania con le riforme Hartz;

      mi verrebbe da confermare che, in questo contesto, la Germania è stata la provincia/alleato meglio predisposto a sfruttare i vincoli imposti.

      Non la identifico con Atene, la Germania, perché non ha potuto sfruttare la possibilità di battere moneta; possibilità che non è più di alcuno stato dentro l’euro. Ma ha sfruttato i vincoli interni e introdotto un vantaggio esterno (il gas).
      I vincoli interni, comunque, a causa del mercantilismo, l’hanno portata a segare il ramo dove era seduta. Assieme alla decisione dell’egemone (US/Atene) di distruggere il vantaggio esterno con l’eliminazione del NS2.

      A questo punto, possiamo, credo, continuare a identificare l’euro come la camicia di forza usata per impedire ai popoli europei un maggior sviluppo. E Atene sono gli US che, in questa situazione, hanno imposto un’altra moneta (rispetto a quella nazionale dei singoli stati) non con la motivazione di far pagare tributi, ma con lo stesso obiettivo di : “interferire pesantemente con la sfera di autonomia degli alleati più potenti” impedendo loro di battere moneta.

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  14. Pensavo anche: se la produzione in Cina venisse ostacolata per i paesi europei, questo dovrebbe per forza spingere a un aumento dei salari in qualche forma

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    1. La cosa divertente è che per anni si è raccontato che la deflazione esportata dalla Cina aveva arrecato beneficio ai lavoratori occidentali aumentando il potere d’acquisto dei loro salari (i riferimenti li trovate nel mio libro su “La crescita della Cina”), senza voler minimamente tener conto del fatto che dietro un basso prezzo c’è sempre un basso salario, e quel salario basso in prima battuta è quello del cinese, ma poi diventa quello dell’occidentale messo in concorrenza a sua insaputa col cinese! Quindi senz’altro l’apertura un gran bene non l’ha fatto. C’è da chiedersi quanto bene si voglia fare con la chiusura!

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    2. Eh sì. Non so bene valutare la chiusura cosa porterebbe per noi/Europa. Anche per i nostri decisori politici (voi) dev'essere un momento piuttosto complicato da decifrare e su cui regolare le proprie scelte. Mi è sembrata utile la proposta di Urso, per salvare l'automotive, di spostare in avanti la ghigliottina del 2035 per i motori a scoppio, che pare stia ricevendo adesioni in Europa (vedremo). E' tutto molto complicato.

      Il tema che lei accennava di trovarsi in una situazione in cui (un po') si può attendere (al netto delle crisi in Italia, come nel settore automotive e metalmeccanico in generale), mentre altri come Francia e Germania si trovano a dover, in teoria, prendere delle decisioni impopolari di una certa gravità, potrebbe assegnarci un potere contrattuale maggiore su alcuni tavoli e, come indicava, farci beneficiari della concessione di una manovra espansiva, a meno che non lascino andare nel caos la Francia. Sulla Germania, il tema del debito nazionale è tabù, ma, se rimuovessero questa paura, non so se magari potrebbero spendere, accumulando debito, in base alle norme europee.

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    4. Per essere precisi, io non sono un decisore politico. Sono un legislatore (politico), sono un controllore (politico), sono un inquirente (politico), ma i decisori sono i membri dell’esecutivo. Non lo dico per spogliarmi di responsabilità, ma solo per precisare i ruoli, cosa che vedo fare molto di rado. Qui poi non sono nemmeno un politico. Sono un economista che ha avuto l’idea di aprire un blog per dire l’ovvio e si è trovato a dover gestire una comunità non ovvia (tant’è vero che se ne sono occupati sociologi ed epistemologi). Se fossi, cioè, più esattamente, se volessi essere un politico, dovrei far rimarcare che la proposta di superare l’assurdo termine del 2035 è stata fatta la prima volta dal mostro Salveenee. Abbiamo riflettuto più volte sul fatto che la narrazione dei politici tedeschi, basata su una sorta di suprematismo e di colpevolizzazione razzista degli Stati periferici, sarebbe stata molto difficile da invertire. Esattamente come è difficile da invertire la narrazione dei politici italiani, o almeno di una parte di essi, basata sull’autorazzismo. Non so quanto sia praticabile uno scenario in cui un politico tedesco si affacci dal balcone per spiegare che è bene fare in Germania quello che era un male quando si diceva che veniva fatto altrove. Dipenderà molto dal carisma del politico in questione. D’altra parte, però, non so quanto desiderare che sul proscenio della politica tedesca si affacci un personaggio carismatico.

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  15. Come disse qualcuno, l'Europa si formerà attraverso crisi successive. Guardando la storia di questa UE mi sembra che le crisi man mano si siano rivelate sempre più complicate e che non abbiano determinato alcuna evoluzione positiva anzi, all'opposto evoluzioni sempre più negative sia per i singoli stati che per l'intera organizzazione ormai ridotta ad una larva senza contenuti.
    Cercando su Goofy mi è comparso un interessante articolo di Bruno Frey del 3 febbraio 2012 su cui riflettere.

    Ce la faranno i nostri eroi a salvare la baracca ormai diventata un territorio sismico distruttivo? Credo di no! Prepariamoci perchè la classe politica europea è del tutto inadeguata ad affrontarne le conseguenze.

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    1. Beh, però quello che è successo ieri in Romania (e in Siria) mi porta a rivalutare le critiche che alcuni di voi mi facevano all'inizio di questo percorso. Oggettivamente, il mio focus era molto ristretto: i problemi causati da una unione monetaria imposta a un'area valutaria non ottimale la cui potenza egemone si rifiutava di prendere atto dell'evidenza. Quella, alla luce del mio percorso di ricerca, era la faglia principale. Alcuni di voi però mi esortavano a spostare l'attenzione dal ruolo della Germania a quello degli Stati Uniti, che comunque, per evidenti motivi oggettivi (hanno vinto la Seconda guerra mondiale e hanno le testate nucleari) sono il dominus della nostra situazione. Le domande alla fine sono sempre le stesse e credo che la risposta si stia disvelando anche agli occhi dei più tardi (fra cui io!): è mai possibile che un Paese i cui economisti avevano una visione così lucida degli effetti dell'euro abbia lasciato andare avanti il progetto senza immaginare, o meglio senza volere, che l'euro avrebbe appunto esplicato i suoi effetti? La risposta temo sia: no. Questo credo ormai sia piuttosto chiaro e ci dà anche qualche spunto in più per ragionare serenamente sul nostro destino. Nei termini in cui la poni tu: la baracca è insalvabile, ma lo scopo del gioco, o meglio: del giocatore più rilevante in questo gioco, non credo fosse salvarla...

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    2. Un ritocchino alla sintassi: "senza immaginare che l'euro avrebbe esplicato, o senza volere che l'euro esplicasse appunto i suoi effetti" è più corretto. Ma il concetto credo sia chiaro, come pure il suo sottostante: lo slittamento dal piano della speculazione teorica a quello della concezione di un disegno strategico, cioè di quella cosa che l'UE non può avere per i motivi che Vladimiro ci ha spiegato tanto bene all'ultimo #goofy (mancanza di un soggetto, mancanza di un obiettivo, mancanza dei mezzi per realizzarlo)!

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    3. Grazie.
      Giacchè dice in modo esemplare quali siano i fallimentari elementi della strategia occidentale ed in particolare del paese guida. D'altra parte le variabili del sistema sono troppe e troppo complesse da considerare (obiettivi, mezzi e soggetto nella loro dimensione e qualità) e non è possibile neanche ai più attenti ed intelligenti (come tu sei, mi sembra evidente) e non è nemmeno possible ripetere le fallimentari pregresse esperienze del MIT sullo sviluppo. Se poi ci mettiamo dentro anche tutte le puttanate scientifiche e di buonsenso assenti e che negli ultimi 10 anni ci hanno accompagnato nelle scelte occidentali e che ci hanno portato ai fallimenti di oggi è ovvio che poi si arrivi alla catastrofe. Dall'altra parte della barricata chi c'è? Poniamoci la domanda, io la risposta non la do ma mi sembra del tutto evidente che quei 3 elementi di Giacchè siano molto meglio considerati anche perchè partono da condizioni in apparenza più vantaggiose.

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  16. Si parla già di esilio per Zelensky a Londra. La Siria è caduta. La Romania deve votare nuovamente. La Francia al trilaterale senza governo. La Germania senza governo. Noi mettiamo in servizio una nuova portaerei/elicotteri. Insomma, c'è della confusione sotto il cielo. Mah.

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    1. Sinceramente, e senza voler sminuire la gravità di quanto sta succedendo (soprattutto nell’Unione Europea), un sessantenne ha assistito a fasi anche più critiche. Sarò prevenuto, ma a mio avviso l’elemento che aggiunge preoccupazione in questo caso è esattamente l’Unione Europea, che da portatrice di una visione irenica totalmente infondata, sta diventando sempre più apertamente lo strumento per il riarmo della Germania. Noi poi parliamo di guerra, come se negli ultimi ottant’anni fosse stata un fenomeno archiviato, dimenticandoci che lo è stata solo per noi, e per i nostri vicini (nemmeno tutti), mentre nel resto del mondo le situazioni apertamente conflittuali non sono mai mancate. Sinceramente non capisco su che cosa fondiamo la nostra pretesa di fare eccezione in questo ambito.

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  17. Vedremo. Speriamo per noi duri ancora.

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