Tempo addietro, qualcuno che pensava di saperla lunga, nel commentare l'opportunità di contribuire ad a/simmetrie (si parlava, beninteso, di contributo d'idee), emise una valutazione un po' sprezzante: "Tanto ormai la spinta propulsiva si è esaurita, lo si vede a Montesilvano, dove non viene più nessuno...".
Quindi, come dire: meglio cercarsi altri outlet per esporre il proprio pensiero: luoghi più autorevoli e più e meglio frequentati.
Mi sembra di poter dire che quanto abbiamo visto nello scorso fine settimana smentisce questa dichiarazione di morte presunta avventatamente rilasciata da un giovine ambizioso: 403 persone in sala (esclusi i relatori, lo staff, e una manciata di altri invitati last minute, essenzialmente amministratori locali), per un'edizione concepita e organizzata all'ultimo momento, poco pubblicizzata, e soprattutto poco sostenuta dal blog, dove, come vi dicevo qualche giorno addietro, ho sempre meno tempo di soggiornare con voi. Quando vennero Meloni e Salvini, dieci anni fa, in sala eravamo 466. Non molti di più, quindi, considerando che quell'anno fino all'inizio di novembre avevo scritto quasi 400 post (398), mentre quest'anno non arriviamo a 80. Fatte le debite proporzioni, in effetti, le visite al blog sono quasi maggiori ora che non scrivo, rispetto a quando spingevo come un forsennato, per soddisfare una urgenza comunicativa che i fatti hanno non direi logorato, quanto canalizzato altrove. Fatte le debite proporzioni, e osservati i numeri (veri), la "trazione" che alcuni ricordano della stagione "eroica" del blog non era quindi superiore a quella attuale, se misurata dai numeri del #goofy, che hanno visto il loro massimo nel 2019, poco sopra i 700 (mentre sono certo che molti di voi pensavano che il massimo fosse stato raggiunto prima). Purtroppo, viviamo in un mondo di illusioni ottiche, e non basta ripeterlo e dimostrarlo (altrimenti, che illusioni sarebbero?).
Per chiudere il punto, direi pro futuro che l'anno prossimo faremo meglio: partiremo prima, coinvolgeremo di più (partendo dai tanti che ex post esprimono il desiderio di averci voluto essere). Del "numero" mi interessa il giusto: quello che mi interessa, però, è il suo risvolto pratico, ovvero la possibilità di avere l'esclusiva della struttura, cioè di poter essere veramente "a casa nostra". Di sciroccati voglio solo i miei, non gli altrui!
E passiamo agli altri punti.
Qualcuno mi chiede: "Sei soddisfatto?"
La domanda non mi è chiara. Soddisfatto di che, di cosa? Del menù? Dei relatori? Dell'affluenza? Ma allora forse non è chiaro! Io non scodinzolo né mai ho scodinzolato per il "consenso", per il "concorso di masse". Certo: come notavano alcuni addetti ai lavori, difficilmente oggi qualcuno riesce a portare così tante persone in una stanza. Ma se si capisse perché lo faccio, si capirebbe anche perché la cosa mi lascia indifferente. Lo faccio per voi, non per me. Chiaro, no? Quindi, la soddisfazione, eventualmente, dovreste esprimerla voi, non io.
In effetti, molti, direi tutti, hanno espresso, a me direttamente, o a altri membri del direttivo o dello staff, viva soddisfazione: io posso, eventualmente, notare due cose, che magari non avete notato non per trascuratezza ma perché non avevate i dati per valutarle: oltre a una presenza rilevante di volti nuovi, soprattutto giovani (il 6% sotto i 25 anni), a testimoniare che il pubblico si rinnova, che la comunità in effetti cresce, una presenza altrettanto rilevante di esponenti non banali della classe dirigente, tutti molto contenti di esserci e molto impressionati dalla qualità delle relazioni. Abbiamo perso degli zerovirgolisti ma abbiamo guadagnato dei consiglieri di amministrazione: scambiare persone certamente ininfluenti con persone probabilmente influenti a me sembra un dato positivo, se lo scopo è far sapere che esiste un modo diverso di vedere le cose! Perché di una visione alternativa, di pensiero laterale, chi ha qualcosa da fare ne ha bisogno quanto e più di chi sbraita di complotti e tradimenti trincerato nel proprio divano...
Questa soddisfazione si è tradotta, in molti casi, in una domanda: "Come fai a fare ogni anno un'edizione migliore delle altre?"
Vedo almeno due motivi, entrambi non banali.
Il primo è che finalmente, dopo tanti anni (ce ne sono voluti veramente tanti perché tanti ce ne vogliono, e gli eventuali imprenditori in sala possono capirmi), ho una squadra di profilo intellettuale elevatissimo. Due persone che hanno in odio, come l'ho io, il "basta che sse capimo", la sciatta approssimazione romanesca (del resto, a Roma "fare 'na romanella" ha un significato ben preciso...), capaci di praticare la difficile, per alcuni inattingibile, arte del prima e del dopo, capaci di rispettare gli altri, tutti gli altri, a partire dal più velenoso (io) per arrivare ai più rompicoglioni (voi: avevamo anche l'idea di fare un concorso per farvi votare la lettera più assurda ricevuta dallo staff, ma poi ci abbiamo rinunciato. Lo teniamo per l'anno prossimo). Spero che vogliano fare un altro pezzo di strada con noi, e che il sostegno (questa volta non di idee!) ad a/simmetrie non venga a mancare, creando i presupposti perché la sua attività continui.
Il secondo motivo è che ogni anno il livello altrui si abbassa, sprofonda, sicché basta poco, basta sempre meno, ad apparire prominenti sull'orizzonte sempre più mefitico del pattume informativo. Non lo dico per sminuire gli eccellenti relatori che abbiamo avuto, non lo dico per sminuire il lavoro che è stato fatto per creare un filo logico fra i diversi interventi, non lo dico per sminuire la professionalità di chi ci ha ospitato e di chi ci ha trasmesso sul web! Dico semplicemente che la cappa di censura sempre più opprimente, sempre più esplicitamente rivendicata (il prebunking di cui ha parlato Benedetto), rende prezioso ogni sia pur minuscolo, impercettibile refolo di libertà. Se vogliamo, è uno dei tanti possibili modi di "sfruttare la forza dell'avversario": quanto più operatori informativi, procure, agenzie europee e non, si adopereranno per censurarci, tanto più apprezzeremo gli spazi di libertà che siamo riusciti a costruirci, li vivremo come momento identitario e rigenerante, come unica possibilità di alimentare una fiammella di speranza.
Abbiamo voluto venire incontro a chi non poteva esserci per tanti motivi: penso ad Alessia, ma penso anche ai genitori (o ai figli) di figli (o di genitori) di difficile gestione, come quello che, in un messaggio, mi ha ringraziato dicendomi "io sono ai domiciliari senza aver fatto niente...". Non so se prenderemo sempre questa decisione, ma sono contento di averla presa quest'anno, anche perché, ricordando sempre che il social ex azzurro cesso (Twitter) è una bollicina di metano nella palude del pattume informativo, essere sul podio dei trending topics è comunque un obiettivo che (forse) un senso ce l'ha, e mi è sempre stato chiaro che il coinvolgimento ottenibile con lo streaming era un presupposto per il conseguimento di questo obiettivo.
Lo streaming lo potete rivedere qui:
e qui:
(o direttamente nel canale YouTube di a/simmetrie, dove trovate tante altre cose interessanti).
Concludo con una osservazione.
Molti di voi hanno espresso il rimpianto di dover abbandonare la propria casa comune per tornare alla vita di tutti i giorni. E questo un po' mi stupisce, e mi fa capire che bene ho fatto a precisare alcuni punti nella mia relazione introduttiva, perché la vostra casa comune, nella vita di tutti i giorni, è qui, è questa, anche se mi rendo conto che questo fatto è stato perso di vista, e intuisco i motivi di questa perdita di contatto. La differenza l'ha fatta l'intuizione di offrire a una comunità virtuale un momento di raduno e di comunione fisica: la cosiddetta "community" di cui tanti parlano (anche Wikimm..., come sapete) nasce da questa intuizione, che però aveva un presupposto, che sarebbe saggio e salutare non dimenticare: il compleanno del blog in tanto esiste in quanto esiste il blog, banalmente...
Ma il blog esiste ancora, potrebbe chiedere qualcuno?
Beh, in effetti sta a noi, a partire da me, tornare ad abitare durante l'anno la nostra casa comune. Certo, mamma Albertina (come la chiama Mauro), oltre ad ammannirvi i suoi manicaretti il giorno del compleanno, dovrà anche fare uno sforzo per imbandire più spesso la tavola. Abbiamo parlato del perché e del per come questo compito è sempre più gravoso, ma c'è una cosa che io posso fare, che tutti possiamo fare, per liberare il nostro tempo, ed è, molto semplicemente, non buttarlo giù per il tubo della cloaca nera! Parlando questa mattina con Elisabetta, che nei social non è mai voluta entrare, le ho espresso il mio proposito di lasciar perdere il social già azzurro cesso, oggi nero cloaca: una fonte di perdita di tempo, ricettacolo di una umanità minorata, controllato da uno che tutto è tranne che nostro compagno nel nostro percorso di liberazione, e frequentato da una minoranza rumorosa ma trascurabile.
Lo spazio dei contenuti, lo spazio della riflessione era ed è questo, e qui tornerò a condividere con voi, perché di questo c'è bisogno.
To the happy few.
(...nei prossimi giorni sarò occupato da un altro progetto, ma tornerò comunque qui con regolarità. Spero che lo facciate anche voi: ho imparato da voi almeno tanto quanto voi avete imparato da me, ed è qui, non nella schiuma del microblogging, che le cose restano agli atti. Qualcosa da condividere con voi ce l'ho, a partire dalle mie slides al #goofy13...)
Grazie.
RispondiEliminaBuonasera Onorevole (e non Senatore), nonostante io la segua dal 2018 (un mio amico mi ha mostrato l'intervista rilasciata su Byoblu) il goofy13 è stato il primo vissuto live.
RispondiEliminaVolevo solo ringraziarla per tutto l'impegno profuso nel fornirci dati, informazioni e sostanzialmente nell'aprirci gli occhi sulla condizione del nostro Paese.
Speravo di poterle stringere la mano, ma da pavido quale sono ho desististo.
Spero di potermi rifare al goofy14 sperando che ci sia.
Buon lavoro e grazie ancora.
Veramente sono Onorevoli anche i senatori, almeno formalmente (il che vale anche per i deputati).
EliminaApprendo la notizia con grande piacere, per me, che potrò leggerla più spesso accrescendo così in consapevolezza, nella speranza di essere in grado, prima o poi, di trasmettere anche ad altri quanto appreso, ma anche per lei che, se così ha deciso, forse prevede di avere più tempo libero a disposizione (per quanto se ne possa avere dovendo seguire 4 commissioni) che, spero, potrà dedicare maggiormente anche alle sue passioni.
RispondiEliminaGrazie.
Prevedo solo di usarlo meglio. Ne avrò, in realtà, sempre di meno.
EliminaAllora motivo in più per impegnarmi a diffondere quanto sto imparando.
EliminaSe posso, credo che continuare l'azione di divulgazione, anche riprendendo dai concetti iniziali, sia la strada giusta.
La mia esperienza è che la maggior parte delle persone non è che non hanno capito, esse non sono ancora venute a conoscenza del dibattito. Certo essa è limitata ad una media cittadina di provincia dove la crisi economica è stata mitigata da un welfare parallelo ancora presente e non ha spinto come altrove le persone a cercare risposte.
Ovviamente il quadro è rappresentativo di una realtà locale ma ho pensato che, aggiunto a quello di tante altre di cui è già a conoscenza, potesse essere un utile complemento.
Come sempre la ringrazio per l'attenzione e le auguro un buon fine settimana.
Io sono rimasto molto soddisfatto. Grazie a LEI, ai relatori e allo staff di Asimmetrie!
RispondiEliminaMetterei per primo lo staff, senza civetteria.
EliminaBuonasera onorevole. Questo Goofy mi ha lasciato davanti agli occhi un' immagine reale di futuro: seduti davanti a me c'erano padre e figlio 20enne. Il figlio chiedeva conferma al padre di aver ben compreso il grafico delle partite correnti. Credo che sia un esempio emblematico di quanto il suo lavoro sia prezioso per dare un futuro al nostro meraviglioso Paese. P.S. Quanta verità nelle parole "Di sciroccati voglio solo i miei, non gli altrui!" di cui forse faccio parte. Un abbraccio virtuale (che sicuramente le risulterà meno odioso di quelli fisici,che ogni tanto è costretto a subire).
RispondiEliminaLeggendo di sciroccati... mi sono sentito chiamato in causa! D'altronde il prof, in una edizione passata, mi nominò "capo della banda di sciroccati"...
EliminaQuest'anno, per motivi dei quali preferisco non parlare, non ho potuto essere presente. Mi siete mancati moltissimo!
Anche tu ci sei mancato!
EliminaÈ stata un'ottima edizione, interessantissimo Baccaro, sportivo Tridico, sorpresa Boni, Magnani folgorante (@Nazareth33 , ancora rido). Poi... se il blog torna ad essere più frequentato è buona cosa, qui almeno non ci sono le vaiasse che inquinano i social e si può ragionare.
RispondiEliminaIl punto è esattamente questo.
EliminaIo un parere sul Goofy 13 lo vorrei dare.
RispondiEliminaLungi da me, sminuire le precedenti edizioni che erano e sono di un livello esorbitante, bisogna dire e sottolineare che i temi trattati in questo Goofy esaltano, "fomentano", fan stringere i ranghi.
Ripetere a dovuti intervalli di tempo, quello che e' gia' ovvio o noto a molti, senza curarsi del "chi poteva capire ha gia' capito", ha proprio questo pregio: galavanizzano e uniscono.
P.S.
I miei amici (quelli che non potevano capire) che che tanti anni fa' mi schernivano quando ripetevo quello che imparavo su questo blog (o da conferenze e interviste) proferiscono ultimamente:
"Frangeee ma tu avevi capito e noi ti pigliavamo per il culoooh".
I miei amici non hanno ancora capito fino in fondo, ma per ora son contento per loro.
Sarebbe interessante capire come (non) ci sono arrivati!
EliminaPunturina.
EliminaQuesto mi fa pensare che capiranno davvero quando e se arrivera' una punturona, ma forse a quel punto sara' gia' troppo tardi.
Sarà. Io continuo a pensare che il perché si è “capito” sia molto importante, e questo purtroppo condiziona il “quando” si è capito. Dopo la punturina una stragrande minoranza (perché è sempre una minoranza) ha capito che “qualcosa” non va, ma resta il fatto che la qualità delle risposte che ti dai dipende dalla qualità delle domande che ti poni. Quando le domande te le poni perché vengono a cercarti per bucare la tua superficie è direi tautologico che le risposte siano superficiali. Chi le domande se le poneva perché vedeva soffrire gli altri o perché intravedeva un problema sistemico, non individuale, si dà risposte più strutturate. Non te lo dico per denigrarli, ma solo perché tu non ti faccia illusioni quando ti renderai conto che, come saggiamente preconizzi, chi vede le cose piccole non vede quelle grandi. Tralascio commenti sull’imbarazzante genia di scopritori dell’acqua calda, per lo più screziati di una pacchiana spiritualità post-moderna, che abbiamo ereditato da quel periodo tragico. Fisiognomica, quanto erra chi non si conforma ai tuoi dettami! ;)
EliminaPer me goofynomics non è solo casa, e il goofy è il tanto rimpianto negozietto sotto casa, dove trovavi un po’ di tutto, che mi riporta a tempi migliori. E mi ricollego alle parole finali del Professor Galli, nelle quali ho intravisto un malinconico ricordo (ha parlato degli anni 60); sì, sarebbe bello tornare ad allora e ricominciare, facendo tesoro però degli errori commessi da allora sino ad oggi. Per questo ti ringrazio Onoré, e lascio volentieri gli “outlet” agli altri.💪🏼
RispondiEliminaSiete l'acqua presso cui mi disseto ogni giorno, oppresso dall'arsura provocata dal deserto che ci circonda.
RispondiEliminaE dopo tanta poesia un po' di concretezza: in questi anni ho imparato tanto e quello che ho imparato l'ho mostrato in giro. E questo si fa solo nelle famiglie. E cosa è la nostra, se non una famiglia?
Nel bene e nel male…
EliminaE' stato il mio primo convegno di a/simmetrie e l'impressione principale che mi ha lasciato è stata quella di un paio di giorni di lezioni universitarie, molto apprezzabili e di alto livello.
RispondiEliminaL'altra idea è quella di un ritrovo in presenza con persone che si sono conosciute sui "social" e che condividono una linea di pensiero. Il convegno in sé per la durata assume anche quel tocco caratteristico di servizio ai fan.
L'operatore informativo ha chiesto il perché ci si trova qui, agli intervistati. Come si fa a spiegargli che è soltanto ciò che si può vedere da fuori?
Ma come ha già fatto notare lei, la presenza è importante e il mostrare a livello nazionale che si esiste è fondamentale; per questo motivo trovo sospetta la tempistica del Goffinomics di quello che sta sereno subito dopo il goofy13, ma tant'è...
Ma parli di Letta? Che ha fatto?
EliminaUna "lecture" troppo pubblicizzata sulla bolla a cui forse dò troppa importanza.
EliminaVabbè, ma lui ne fa tante! Quando il PD archivia i suoi lo fa sempre creando ponti d’oro. Alcuni suoi studenti a Sciences Po lo trovavano un po’ ridicolo, ricordo aneddoti esilaranti sui (non) contenuti delle sue elezioni (incidentalmente, anche l’Italia ha il suo cimitero dei trombati, lo IEP della Bocconi: https://iep.unibocconi.eu/people/researchers), ma ciò non toglie che la posizione fosse prestigiosa e attribuisca un diritto di tribuna sproporzionato. Con questo dobbiamo convivere.
EliminaGrazie a lei, a Claudio e a tutto lo staff di a/simmetrie - aggiungo che nell’ultimo anno ho dovuto frequentare un certo numero di convegni e non ho mai incontrato una community come quella del goofy: tutti educatissimi e gentilissimi.
RispondiEliminaCon più di 400 presenti non ho mai visto il minimo gesto scortese o fuori posto da parte di nessuno e questo riflette la qualità del blog dei relatori e di lei e Claudio che negli anni avete dato vita a questa community.
La calma, la pace, il silenzio, il rispetto dei tempi e degli spazi di ognuno di noi… Sì, queste sono certamente peculiarità di una casa, della nostra casa, un luogo di concentrazione, di riflessione, una dimensione in cui uno sguardo al passato non rappresenta il costo di non essersi fatti bombardare di scempiaggini spacciate per imperdibili notizie - alla stregua di un criceto nella ruota alla perenne rincorsa del nulla - in pieno stile cesso azzurro/cloaca nera. Particolarmente eloquente (e toccante) l’incipit di Benedetto: “Bentornati a casa!”.
RispondiEliminaMi ha fatto un immenso piacere poterti riabbracciare dopo più di quattro lunghissimi anni dall’ultima volta. Per non parlare della gioia di aver dato un volto a tanti amici che, come me, hanno preferito tutelarsi e scegliere l’anonimato per potersi esprimere liberamente in questi tempi bui dominati dell’intolleranza e, forse peggio, dalla moda dell’intolleranza, dalla cultura dell'intolleranza.
Sì, decisamente, ogni tanto tornare a casa fa bene al corpo e all’anima.
Grazie di cuore, caro Alberto, a te e a tutto il preparatissimo staff di Asimmetrie.
Quel “bentornati a casa!” ognuno lo ha interpretato a modo suo.
EliminaLo staff del Serena lo ha preso come un complimento (meritato) per l’eccellenza del servizio offerto (ed è vero che dopo un annus horribilis in cui Sara, alla prima esperienza, si era dovuta confrontare con una persona che non ci aveva mai seguito, il che ci aveva indotto a trovare altre soluzioni a loro volta parzialmente soddisfacenti, quest’anno tutto è andato molto bene, essendo tornata al Serena la persona che aveva seguito dieci delle edizioni precedenti, il che mi motiva ad ampliare la scala del convegno l’anno prossimo: ora sono convinto che potrebbe valernr la pena e potrebbe essere sostenibile per lo staff).
Qualcuno lo ha invece inteso nel senso che il nostro compleanno sia la nostra casa, ma le parole che iniziano per “c” sono tante, non tutte riferibili, non tutte sinonime! Il compleanno è lì, la casa qui.
Apprezzo molto la tua sottolineatura sulla “moda dell’intolleranza”. È proprio così. A sinistra sono sempre stati intolleranti (ebbero marginalmente anche ridire perfino sul mio primo articolo, mi lamentai spesso con voi del fatto che ogni incontro con la sinistra era preceduto da un briefing su cosa non dire…), ma ora “intolleranza is the new inclusione”: è diventata un vezzo da esibire, da ostentare identitariamente, come segno della propria superiorità morale, in base all’idea che si sia intolleranti perché ce lo si può permettere (talché esibire intolleranza diventa in re ipsa esibizione e prova di superiorità)! Come si fa a non chiamarli feccia?
Forse il più cogente dei motivi per tornare qui è quello di riappropriarci della capacità di scrivere e leggere un testo articolato. A me sembra che diversi interventi qua sopra commentino un altro testo, ma probabilmente sono io ad essere al tempo stesso criptico ed esigente.
RispondiEliminaGrazie per aver scelto di trasmettere in live questa edizione. Ho potuto seguire a distanza, pur stando all'estero per lavoro, ed è stato un po' come essere lì, certo perdendomi i cappannelli che non esistono. E grazie anche per la scelta di tornare qui.
RispondiEliminaScelta presa 48 ore prima. Ero scettico sullo streaming per due ordini di motivi: primo, perché la stagione infame ci aveva recluso nella dimensione virtuale, il che mi sembrava motivo sufficiente per rifiutarla; secondo, non ne avevamo mai avuto uno di qualità soddisfacente. L’idea invece che fra un #goofy e il divano di casa qualcuno potesse preferire il divano non mi ha mai particolarmente preoccupato e la considererei se mai un caso di self-selection propizia!
EliminaD’altra parte, se devo compiegarmi alla visione strategica che Claudio ha (perché ce l’ha), e quindi siamo nel giorno della marmotta, lo streaming aiuta a coinvolgere chi arriva ora, aiuta a ricominciare, se non altro creando hype (come si è visto). Il grande lavoro dello staff (e di chi passa due pomeriggi a settimana in sede, per inciso) ha permesso di avere qualità, che si paga, ma… si ripaga!
Quanto all’essere “qui”, accetto il ringraziamento ma è immeritato: basta non essere “lì” a flettere il bicipite a beneficio di una corte dei miracoli fasulla e sconclusionata…
Anch'io ringrazio Asimmetrie e il prof. Bagnai per lo streaming, che mi ha permesso di seguire l'eccellente edizione del Goofy, cui ho partecipato due volte negli anni scorsi. Credo che lo spazio sul blog sia in effetti irrinunciabile per approfondire e condividere le idee di una community che negli anni è diventata a mio avviso sempre più consapevole e informata, grazie soprattutto alla interazione con il titolare del blog, ma capisco bene che gli impegni di deputato, di presidente di commissione bicamerale nonchè componente di altre commissioni permanenti non lascino molti margini di tempo per alimentare il dibattito sul blog. Quanto al social ex azzurro, condivido il giudizio negativo (malgrado sia oggi l'unico di fatto non sottoposto a censura), sia per la presenza infestante di numerosi e molesti account piddini, sia per la oggettiva necessità di semplificare all'estremo il proprio pensiero su argomenti complessi, il che produce in genere risposte preconfezionate e faziose e quasi mai utili spunti di riflessione. E tuttavia mi riesce difficile abbandonarlo, perchè rappresenta in ogni caso un luogo dove è ancora possibile esprimere il proprio dissenso nei riguardi del pensiero unico globalista-piddino, che domina il c.d. mainstream mediatico.
EliminaCaro Gianni, sono contento di essere stato utile a te (e a parecchie migliaia di persone, dicono le statistiche sul canale YouTube). Domanda: a che cosa serve “esprimere il proprio dissenso” sui social, in particolare su quel social? Quali sono i vantaggi che vedi? Vedi anche qualche rischio?
EliminaQuanto ai rischi, da pensionato mi trovo in una condizione meno esposta rispetto a quella di chi deve tutelare la propria carriera lavorativa e pertanto mi trovo a poter esercitare forse un margine di maggiore libertà di espressione sui social. Vantaggi concreti non ce ne sono, e infatti ogni giorno mi chiedo se non sia il caso di chiudere l'account. Ancora non lo faccio perchè, dopo decenni di lavoro nelle istituzioni e avendo da sempre coltivato un interesse per la politica, l'utilizzo di questi brevi commenti su X mi permette di esternare opinioni che altrimenti resterebbero del tutto prive di sbocco. Ciò detto, mi impegno molto di più negli articoli che scrivo per alcuni blog di ispirazione conservatrice (come quello del Centro Studi Machiavelli) nei quali posso argomentare in modo approfondito tematiche quali la minaccia alla libertà di opinione o le questioni legate al vincolo esterno, di cui molto si è parlato nel Goofy.
EliminaLa speranza è di comparire al Goofy24 o dintorni con prole e, chissà, in presenza di tre generazioni
RispondiEliminaCome avrete notato, sto facendo di tutto per esserci. Magari non cinque volte come quest’anno (finora), ma un paio di volte all’anno sulla Majella vorrei andarci anche a 73 anni.
EliminaA proposito! Presto presenteremo alla Camera qualche libro di alpinismo (sulla sicurezza in montagna).
EliminaCaro Onorevole,
RispondiEliminaDa principiante (2 goofy e 1 midterm goofy) ho definitivamente superato l'ansia da prestazione e la preoccupazione pre-partecipazione, ed il merito non è certamente mio, grazie a tutti!
Tutto molto interessante e si vede il gran lavoro che c'è dietro; sia per i contenuti che per la comunicazione.
I ragazzi del suo staff, che ringrazio, sono esattamente ciò che mi aspettavo dallo staff di Bagnai, occhi vispi, capacità e gentilezza.
È un piacere leggerla qui per tanti motivi; non ultimo, i suoi post mi costringono all'isolamento dal rumore, a fermarmi, a concentrarmi: "un'oasi e tanta salute".
Ancora grazie e buon lavoro!
Grazie, lo avevo chiesto. Asimmetrie forever!
RispondiEliminaAlberto questo pezzo di bravura è superlativo! Si capiva dal tuo sorrisetto iniziale che volevi divertirti. Tridico poi è stato un partner perfetto anche con la gag finale "La logica è esattamente questa, è un condono!" (spettacolo della commedia dell'arte). Ragazzi siamo al top! Lo tengo in bacheca!
So bene che per te è difficile raggiungerci e mi fa piacere che ti sia piaciuto l’intervento a L’Aria che tira. Come ogni conduttore tenuto in rispetto, Parenzo ha detto che mi richiamerà ma non credo che lo farà (anche se si diverte).
EliminaGrazie per avere postato i video a beneficio di chi non ha potuto essere presente.
RispondiEliminaIo sul blog ci sono e anche se non scrivo, perché non è sempre facile intervenire, leggo tutti i post. Posso solo ringraziare il padrone di casa e tutti gli ospiti.
RispondiEliminaQuesto, come i #goofy passati, è stato di alto livello, ma visto che relatori erano tutti italiani, una cosa mi è mancata, sentire il rumore dei dispositivi utilizzati per ascoltare i traduttori che cadevano a terra.
RispondiEliminaPer me che assai difficilmente riesco a presenziare al goofy, la diretta streaming (ma anche una visione semplicemente ex post) é una boccata di ossigeno, frequentando la casa comune ormai dal 2012 (o 13) erano per lo più temi noti, ma la qualità dei relatori é sempre elevatissima, sopratutto il panel sul salario minimo mi ha fatto capire quali meccanismi mentali portino molti ad intraprendere percorsi pericolosi pur essendo animati apparentemente dalle migliori intenzioni; unica nota stonata a mio avviso degli interventi del Dott. Tridico una certa petulanza nel inserire sempre nel discorso riferimenti al "Governo Meloni" che, in una analisi di un fenomeno di durata trentennale aveva nulla a che fare.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaGrazie anche da parte mia. Anche quest'anno non sono potuto essere presente, purtroppo. Complici ristrettezze economiche e qualche problema di salute cui ho dovuto dare priorità. La qualità degli interventi non smette di stupirmi positivamente ogni volta, come questa volta il notevole miglioramento della qualità video.
RispondiEliminaLa nostra casa e il nostro compleanno.
RispondiEliminaSi parla spesso dell'importanza politica della presenza fisica che certo non è indifferente, della qualità sempre alta dei relatori. Preferisco evidenziare il piacere del contatto, dell'incontro, del trovarsi tra persone che condividono questo percorso.
Persone che cercano, e qui hanno trovato, delle informazioni, anzi, delle risposte. Aggiungo il piacere di trovare o ritrovare amici, di conoscere ed essere riconosciuti (grazie Francesco, non sai che piacere mi hai fatto) e il rammarico, immancabile ogni anno, di non essere riuscito a trovarsi con tutti quelli a cui avresti voluto dare un volto e una voce.
Grazie a tutti, in primis allo staff.
grazie per avermi nominato brevemente in questo post grata per questo piccolissimo regalo il più bello poi ieri sera e stanotte ho parlato con il mio amico mauro cassano del goofy mi ha raccontato cose meravigliose poi mi ha detto che sarebbe auspicabile che io venissi però gli ho spiegato che credo che mia mamma non mi lascerà venire per i miei problemi perché vorrebbe essere tranquilla che sia in buone mani 🥰
RispondiEliminaTenderei a dare ragione a tua madre. Lei ti conosce meglio di noi e ti ama più di noi.
Eliminacerto che se dovessi dare ascolto a mia mamma in molti casi dovevo ascoltarla se in questo caso la ascoltassi sul fatto che non possa andare perché non si fida non ci verrei mai al goofy 😔 io invece vorrei venirci lo so che mia mamma mi vuole bene e anch'io le voglio un mondo di bene però prima o poi al goofy ci sarò promesso 😍
Eliminahttps://eurovantaggiesvantaggiperlitalia1.quora.com/L-ECONOMIA-SCEMA
RispondiEliminaIl tempo passa, i figli crescono, le mamme si avviano a diventare nonne!
RispondiEliminaPersonalmente, soprattutto per esperienza, tendo a preferire le nonne, in ossequio al sacro detto che "la rovina dei figli maschi sono le mamme" ;) (ma questo è un altro discorso...).
Mia nonna, imprenditrice e madre di otto figli + due mipoti, figura fondamentale, fu lei che mi consentì di arrivare in prima elementare che già leggevo e scrivevo fluentemente e padroneggiavo la logica, l'aritmetica e le quattro operazioni. In estate alle arrampicate sugli alberi per rubare frutta nei campi alternavo le letture e gli esercizi matematici, sdraiato prono sulla veranda che dava sull'orto di casa e con lei seduta sullo sgabello attenta ad osservarmi all'opera.
Donna d'altri tempi, estremamente intelligente, disciplina militare, credo l'unica in una estesa famiglia ad aver realmente capito quel bimbo silenzioso ed introverso. Tra le cose che capiva vi era il motivo del mio disagio ed insofferenza quando appreso un argomento sentivo la l'ansia andare oltre, di non esser tenuto per mano nello stesso posto.
Ho vissuto osservandoola ed assorbendo come spugna il suo sapere ed anche il suo carattere, forte, razionale e paziente.
Su quelle due larghe assi di legno son passate tonnellate di orecchiette, che mi hanno nutrito e cresciuto. Ma poi non mi bastò più osservarla, e mangiarle.
https://x.com/MauroLisanti/status/1857169314543022585
Lei si mi capiva, e mi insegnò a realizzarle.
Aveva capito che mal sopportavo troppe premure ed attenzioni, o peggio il fiato sul collo, il fare al mio posto cose che sapevo fare, la comodità, la pappa pronta.
Mi capiva, mi insegnava, e poi discreta a distanza osservava.
Era una cuoca sopraffina. Quegli odori e quei sapori hanno formato una indelebile nucleo neurale che sempre si ridesta vagando di domenica negli stretti vicoli dei centri storici e si sente dalle finestre il sugo "pippiàre".
Non mi bastava più desiderare il bis, che arrivava senza nemmeno chiederlo (capiva anche questo), volevo cucinare io, volevo crescere, vincere la piacevole consuetudine. Lo capiva, così mi insegnava la sua arte e con occhio vigile e discreto osservava.
E fu così che imparai ad imbandire per me e per gli altri la tavola. Ma anche ad ordinare ai commensali di fare la loro parte... Quantomeno sparecchiare.
Accademia 5 anni. Inquadramento. Non si ripete.
Poi ai reparti.
O a casa.
PS: Seré... sìmm fàtt tropp vecchiariéll p' 'e capanniéll ! :)
Vabbè, ti darò un’altra possibilità: il Monte Amaro ti aspetta!
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