Dilettissimi fratelli e sorelle,
vengo qui a voi, in questo clima di riconciliazione e di sorellanza (fratellanza sarebbe politicamente scorretto) che le festività inducono, per confessarvi, sperando nella vostra indulgenza, una delle più sanguinose macchie nel mio passato che, se non candido, è forse meno lercio di quello di tanti altri. Ma questa macchia, questo peso, questo gravame di infamia nella mia biografia, ecco, io ve lo dico, ho cercato in tutti i modi di nascondervelo, ma ora non ce la faccio più: voglio entrare nel 2018 essendomi liberato dallo stigma della mia abiezione, dopo aver affrontato le vostre giuste reprimende; voglio fare atto di contrizione per l'abominio inconfessabile del quale sono stato capace; desidero purgarmi da questa mia colpa così flagrante, nella sua evidenza, che a tutti voi è evidentemente sfuggita, nonostante sia, almeno a valutarla col metro della cronaca odierna, la più infamante delle colpe.
Non voglio tenervi in sospeso, non voglio che l'angoscia vi opprima, e ho ansia di sottopormi ai riti espiatori che voi, col vostro illuminato giudizio, saprete propormi: fra il 2001 e il 2005 ho insegnato nel corso di laurea in Economia della cooperazione internazionale e dello sviluppo (ECIS), laurea triennale attivata dall'Università di Roma "La Sapienza", per i cui studenti scrissi questo testo.
[...]
Ma...
Ma...
Ma...
Ma come?
Ma veramente non riuscite a capire quale abisso, quale sprofondo, quale baratro di infamia e di ignominia ciò rappresenti? Ma come potete essere così ottusi, così nzenzibbbili, così fascisti!?
Scusate, le parole hanno un significato: cooperazione internazionale, capite? Cooperazione coi paesi in via di sviluppo, vi rendete conto?, insomma: cooperazione allo sviluppo. Sarebbe questa cosa qui, sarebbe...
E voi non vedete...
Ma allora... ma allora forse avrei potuto tacere, e la mia turpitudine vi sarebbe rimasta celata: avrei perso per sempre il rispetto di me stesso, ma avrei potuto sostituirlo col vostro (una sostituzione di rispetti...). Ormai, però, è troppo tardi. Ormai, se non vi confessassi io il mio lurido segreto, sareste voi a sollecitare da me quest'opera di dolorosa verità. Devo applicare il ferro rovente della più profonda e caustica contrizione su questa piaga purulenta della mia anima. Devo farlo, e lo farò: forse, il modo più naturale per farlo è confessarvi quand'è che ho perso il rispetto di me stesso.
Non è passato molto tempo: è successo leggendo questa articolessa, o forse una articolessa consimile. Non capite? Non mi ero accorto di aver partecipato a un progetto nazifascioleghistxenopopulistrassista. Perché, cari amici, per definizione la Cooperazione allo sviluppo si occupa di aiutare le popolazioni in via di sviluppo a svilupparsi (appunto) a casa loro. E aiutare i popoli "a casa loro" è ormai irrimediabilmente, irrevocabilmente, inappellabilmente un progetto di destra! Sono stato, se pure a mia insaputa, nazifascioleghistxenopopulistrassista, perché, si sa, solo i nazifascioleghistxenopopulistrassisti desiderano che ogni comunità si sviluppi in autonomia, si riappropri dei propri territori e delle proprie risorse e le utilizzi per aumentare il proprio benessere, emancipandosi dalle logiche predatorie, retaggio del colonialismo. Le signorine di buona famiglia di sinistra, quelle che ex cathedra separano i salvati dai sommersi, come in un allegorico Giudizio Universale, loro, lo sanno che questo è fascismo: l'unica risposta a tutti i problemi di quello che una volta chiamavamo terzo mondo (e ora non più, per timore di doverci classificare al quarto posto) è l'immigrazionismo: non aiutarli a creare ricchezza, ma condividere con loro la nostra ritrovata povertà (relativa, va da sé).
Dice: ma il Ministero degli Affari Esteri ha una Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo! E cosa volete che vi dica? Questi funzionari, che si occupano di gestire programmi di cooperazione (cioè, in soldoni, di aiutare i nostri fratelli meno avvantaggiati a casa loro), sono in tutta evidenza un covo di nostalgici: la mattina, entrando in ufficio, si saluteranno col braccio teso, avranno tutti la felpa verde, e il busto del Duce sul tavolo, perché aiutare le popolazioni in via di sviluppo a casa loro è fascismo: andate su Twitter, chiunque ve lo dirà: non avrete nemmeno bisogno di interpellare Saviano!
Dice: ma anni e anni di letteratura scientifica sull'economia di sviluppo, con tanto di riviste peer reviewed, di premi Nobel (da Kuznets in giù)... Tutto ciarpame intellettuale fatto per tacitare le coscienze e distogliere dalla vera soluzione del problema, che è e resta una sola, quella che il coro angelico delle anime belle compattamente, massicciamente, tetragonamente ci indica: accoglierli a casa nostra.
Ora sapete.
Questa è la macchia che grava sul mio passato.
Pensate come avrebbero fatto strame di me i leoni da tastiera di cui ho aperto la gabbia con questo tweet, se solo avessero saputo che nel mio passato c'era la smoking gun, la prova inoppugnabile della mia comunione di intenti con quel progetto fascioleghista che fu ECIS!
Un'esperienza (quella dell'apertura delle gabbie - anche ECIS comunque non scherzava!) ai confini della realtà, che vi consiglio di fare con me scorrendo le centinaia di risposte deliranti fornite da personaggi improbabili sia direttamente a me, sia nei dibattiti ancillari al mio post. Credo non ci sia nulla di più salutare e istruttivo per farvi capire bene qual è la radice del male, qual è il problema.
Basterà osservare una cosa: non sono riucito a trovare uno, che sia uno, fra gli iussolisti con la bava alla bocca che non avesse rituittato Cottarelli o Boeri o roba simile.
Questo la dice lunga su molte cose.
Intanto, sulla sbalorditiva ingenuità di questi soggetti: una variopinta congerie di precari in rampa di lancio verso un ramingo futuro da expat (che si vendicano esternando livore razzista verso un paese che disprezzano perché non li ha saputi valorizzare, ma la cui cittadinanza infamante vogliono elargire manibus plenis - o anche no, perché poi dalla discussione è emerso che la legge de cujus non è che apportasse radicali cambiamenti : ma di questo parleremo un'altra volta); decrescisti col portafoglio degli altri, incapaci di comprendere che questa battaglia in difesa delle nazionalità (e della sua salvifica attribuzione ai nostri fratelli immigrati) viene, stranamente, da quella parte politica che ha fatto della demonizzazione della nazionalità l'unica prospettiva messianica, irenica, palingenetica del proprio orizzonte politico: la dissoluzione di questa "polvere senza sostanza" nella super-nazione Europea essendo l'unica nostra fonte di salvezza (per gli iussolisti furbi, quelli che siedono in Parlamento); dottori di ricerca in storia del cetriolo a pois, giustamente remunerati dal mercato accademico con una qualche cattedra precaria in qualche liceo di qualche provincia, incapaci di discernere alcuni ovvi principi sui quali mi appresto ad intrattenervi.
Ecco: diciamo che la giornata di ieri ha dimostrato che essere imbecille non è necessario, per essere immigrazionista. Però aiuta. Con pochissime eccezioni (pochissime e temporanee, aggiungo), i miei gentili interlocutori, nonché rituittatori dei volenterosi carnefici dell'austerità, appartenevano in tutta evidenza al novero delle vittime di quelle politiche scellerate che questo blog nacque per denunciare, prevedendone lo scontato fallimento, quando farlo era un atto di coraggio. Ora farlo è una banalità, e quindi tutti dicono che l'austerità è stata un errore, tranne due categorie di persone: la dott.ssa De Romanis (che fa categoria a sé), e alcune vittime dell'austerità, quelle diversamente lungimiranti.
Mi sono fatto l'idea, leggendo certe risposte (del tipo: "sono i vecchi com voi che ci hanno rubato il futuro, non 800000 ggiovani di colore" o similare), che l'ansia immigrazionista certi imbecilli ce l'abbiano perché hanno abboccato al racconto demagogico e fattualmente infondato di Boeri, quello secondo cui "gli immigrati di pagano la pensione". Un gran mischione dove si confonde immigrazione interna (all'UE) ed esterna, lavoratori regolari e immigrati clandestini, e dove, soprattutto, non si chiarisce che i contributi li paga chi lavora, non chi immigra, e che il governo italiano in questo momento avrebbe la priorità di riportare il tasso di disoccupazione italiano almeno sotto le due cifre?
"Rassisstaaaaaaaa! Dici prima gli italianiiiiiiii!"
No, non è così, è un po' (parecchio) diverso. Io, che mi occupavo di terzo mondo quando gli imbecilli no border erano imbecilli no global (cioè erano imbecilli, cioè erano quello che sono e resteranno), parto da un presupposto molto semplice: quello che mi sento ripetere ogni volta che, da nazifascioleghistxenopopulistrassista, prendo l'aereo per girare il mondo. La mascherina dell'ossigeno devi metterla prima a te, e poi a chi ti sta accanto (se non ce l'ha fatta), per il semplice motivo che da svenuto non puoi aiutare nessuno. Il nostro paese è stato distrutto da quelli che ci propongono come panacea i lavoratori altrui (dopo averci proposto come panacea la moneta altrui, e chi è qui sa fare il collegamento), e un paese distrutto semplicemente non ha risorse per aiutare nessuno: non è questione di alloctoni o di autoctoni. Ci sarebbe poi l'altra questione su cui ci siamo soffermati: non esiste un diritto all'immigrazione, nessuna dichiarazione dei diritti dell'uomo lo sancisce (et pour cause), mentre esiste un dovere di accogliere i rifugiati, e questo dovere non riusciamo ad esercitarlo con sufficiente solerzia proprio perché, per motivi scellerati, abbiamo mandato al potere gli immigrazionisti: quelli che, ideologicamente, vedono nella libera immigrazione in Italia la soluzione dei problemi del mondo, senza se, senza ma.
Certo, i nostri aiuti allo sviluppo sono cronicamente insufficienti. Lo sono sempre stati proprio perché l'egemonia culturale e politica è stata esercitata dai neoliberisti (cioè dagli idoli degli iussolisti scemi - e anche di quelli furbi), i quali, come sappiamo, vogliono reprimere la spesa pubblica - qualsiasi spesa - sotto la fulgida egida del "non ci sono risorse"! Oggi il problema è aggravato dal fatto che, per motivi tanto assurdi quanto noti, parte delle risorse che potremmo dedicare all'emancipazione di quei popoli (tema che la sinistra, inutile dirlo, oggi aborre), viene dedicata al loro traghettamento (pudicamente proposto come salvataggio contro ogni evidenza e contro ogni scandalo). Ma naturalmente le risorse ci sarebbero sia per traghettare, che per emancipare. La scelta di fare solo una di queste cose è una scelta politica, ed è, attenzione!, una scelta nella quale la sovranità popolare non è stata coinvolta, venendo completamente sovrastata da quella di organizzazioni ormai chiaramente individuabili come braccio operativo di un progetto esogeno al nostro paese. Del resto, non fanno molto per nasconderlo...
Naturalmente, gli iussolisti scemi erano praticamente tutti europeisti. Eppure, non ce n'era nemmeno uno che notasse come da questo dibattito l'Europa fosse totalmente assente, sia in chiave comparativa (per lo iussolista scemo l'Italia è merda - e di questa merda vuol coprire chiunque prenda un gommone per arrivarci - ma cosa accada negli altri paesi europei, se provate a chiederglielo, non ve lo sa dire...), che in chiave propositiva (ma cazzo, credete tanto a Leuropa, e allora invocatela per risolvere il problema!) Sì, perché c'è questa strana caratteristica dell'immigrazionismo, che più di essere un'ideologia è una religione (con tanto di pensiero magico). In quanto religione, ha una sua terra promessa, che però è una e una sola: l'Italia - che fra l'altro è esattamente quella dove molti di quelli che arrivano non vorrebero restare! Ma, ecco, vedete, anche qui ce ne sarebbe da dire. Perché un'altra cosa colpisce nello iussolista: a lui di cosa realmente voglia chi arriva qui importa sostanzialmente sega. Dice: "io a sto bimbo la nazionalità di questo paese demmerda gliela devo da dà, a tutti i costi!". E se lui non la vuole? E se ricevendola perde quella del suo paese di origine (o di origine dei suoi genitori)? E se lui qui non vuole restarci? E chi se ne frega! Ogni religione vuole sacrifici, e le vittime dell'immigrazionismo sono, naturalmente, gli immigrati.
Basta sottolineare l'ovvio motivo che un processo così complesso non dovrebbe essere affidato alla carità pelosa di organizzazioni arroganti e non trasparenti, che tanta parte hanno avuto nel generare il traffico (e quindi le vittime). Poi, perché c'è un problema di fondo, strutturale, quello cui accenno nel titolo. Inutile girarci intorno: vale a livelli internazionale quello che è valso qui, a casa nostra, per tanto tempo. L'immigrazionismo, con buona pace dei tanti razzisti che pure circolano e che non hanno la mia simpatia, altro non è, da parte delle ex potenze coloniali, che una fase ulteriore di appropriazione delle risorse delle ex colonie. Dopo averle depredate delle loro risorse naturali, le deprediamo delle loro risorse umane. Sì, ho visto obiezioni allucinanti su Twitter: "Ma qui vengono solo sfaccendati, ruffiani e puttane!" Questo è quello che vedete voi, e non voglio discuterlo. Diciamo che l'Italia ha mandato negli Stati Uniti Gabriele Capone (il padre di Al) e Enrico Fermi (il padre della bomba atomica), in tempi e per motivi diversi. Suppongo che gli americani si saranno lamentati molto del primo, e un po' di meno del secondo. Suppongo anche che qualche razzista commenterà che non abbiamo ancora visto l'Enrico Fermi del Niger. Avrei un'obiezione a questo argomento, ma a me interesse metterne in risalto un altro: se pure quelle che vediamo per strada fossero solo braccia rubate all'agricoltura (sposo la vostra tesi) sarebbero, appunto, braccia rubate all'agricoltura di paesi nei quali l'autosufficienza alimentare non è un dato banale. La forza lavoro è una risorsa, è un fattore produttivo, e la libera mobilità dei fattori produttivi è benefica e equilibrante solo nei modelli neoclassici, cioè nell'ossatura ideologica del liberismo oltranzista. Noi qui abbiamo visto che la mobilità del lavoro è particolarmente destabilizzante perché tende ad amplificare il divario fra paese di provenienza e di destinazione. Nel modello neoclassico, ogni bracciante che parte dal Niger contribuisce a far aumentare il salario di quelli che restano. Nel mondo reale, contribuisce a impoverire il paese. Questa non è una mia idea nazifascioleghistxenopopulistrassista, e non è nemmeno solo una congerie di elucubrazioni teoriche di economisti che "non sono scienziati" (altro ritornello neoliberista cui gli iussolisti scemi, in quanto scemi, sono particolarmente sensibili, come potrete vedere): è anche quanto i vescovi africani vedono e stigmatizzano, perché vale, su scala minore, quello che vale per noi: anni e risorse spesi per istruire persone, che poi vanno altrove, creando un danno al paese di origine.
Ma questo, agli immigrazionisti, non interessa: a loro della vita in Burkina Faso, o in Sierra Leone, frega cazzi! Ben contenti e soddisfatti di essere nati dalla parte giusta del mondo, e, in questa parte giusta, di essere nati dalla parte giusta dello spettro ideologico, a loro interessa solo che qualcuno venga qui a "pakarglilapensione", perché così gli hanno detto che succederà i giornali dei padroni, cui loro, da buoni imbecilli di sinistra, credono, perché Gramsci per loro se va bene è un liceo, se va male una strada, e nella maggior parte dei casi non è niente.
Questa è la feccia con la quale dovremo ricostruire questo cazzo di paese, non so se è chiaro: una torma di imbecilli sottoproletarizzati da decenni di propaganda a reti unificate, pronti a sollevarsi (sotto l'egida di ogni e qualsiasi organizzazione imperialistica i loro caporioni gli propongano in base alle loro logiche elettoralistiche) per difendere progetti la cui matrice ultraliberista (quindi fallimntare e fascista) dovrebbe essere immediatamente leggibile da chiunque avesse delle minime basi di storia del pensiero, ma anche di mero buon senso.
E invece gnente.
E ora venitemi a raccontare che il problema è fare il partito del 51%!
(...i refusi li lascio a voi: tanto vi dovevo, e ora giro pagina...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
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La MUFF, Matrice Ultraliberista Fallimentar Fascista! Grazie Prof.
RispondiEliminaMi viene un dubbio, anzi due.
RispondiEliminaMa la Chiesa Cattolica che attraverso i suoi tanti ordini e le sue tante comunità variamente religiose manda i propri missionari in giro per il mondo ad aiutare i derelitti... lo fa a casa loro? Ma allora sono fascionazi...eccetera.
E il buon Francesco che è ovviamente e giustamente contrario a questo atteggiamento ipocrita dell'"aiutiamoli a casa loro", perché non richiama a casa tutti costoro e chiude le relative missioni (che oltretutto sanno tanto di colonialismo)?
Le missioni, per esistere e catechizzare, hanno bisogno di derelitti.
EliminaLa Chiesa Cattolica è un fenomeno abbastanza variegato... riporto un piccolo pezzo di piccola storia: un articolo scritto dall’allora consigliere comunale della Lega Nord, Giovanni Airola, su “CittAgorà – Periodico del Consiglio comunale di Torino”:
EliminaMissionari in pantofole islamiche (05.04.2004)
Si va consolidando una radicale inversione del percorso missionario, che tutto convoglia a Roma, anziché dipartirne. Lontani i tempi del Beato Comboni, del Cardinal Massaia, che consumarono i sandali sulle impervie piste africane per portare la salute dell’anima e del corpo alle miserrime popolazioni africane. Oggi guai a chi si frappone al trasbordo di masse umane, operato dalle mafie internazionali e dalla globalizzazione politica, dai paesi natii alle nostre sponde, insostituibile humus e linfa della carità pantofolaia.
Guai alla legge Bossi-Fini, di cui si invoca perdono a Dio, avvolti in catene, nelle messe comboniane del TG3.
Peccato che i Cristiani vengano massacrati ovunque allignino fondamentalismi islamici. Da noi i fanatici propagatori dell’Islam più intollerante sono accolti con deliranti dichiarazioni di ospitalità, proliferano a Porta Palazzo, in Viale Jenner, minacciano Cattedrali, clonano Centri ove la preghiera è solo apparenza, impongono i loro simboli oscurando i nostri millenari. E noi concediamo il velo, anzi, lo mettiamo sul Crocifisso. Peccato che chi muore veramente di fame e malattie resti abbandonato ove è nato, nelle deserte missioni.
Lo stesso consigliere comunale, quattro anni dopo, scrisse questa lettera aperta al Cardinale di Torino, ovviamente rimasta senza risposta. Da quel tempo, la Chiesa ha in parte capito i suoi errori e preso parzialmente coscienza del suo collaborazionismo buonista (forse Gramsci direbbe da "utili idioti") con il liberismo oltranzista. Tuttavia la semina indiscriminata c'è stata, e ne stiamo vedendo i frutti.
EliminaLettera aperta a S.E. il Cardinale di Torino
Piemontesi già avanti negli anni, avendo avuto in sorte il privilegio di affacciarci agli anni 2000, una soglia cui la nostra lettura del fluire indifferente del tempo attribuisce un significato di pietra miliare di particolare riferimento, non possiamo sottrarci a profonde e non serene riflessioni.
Una guerra immane,con milioni di vittime,dovuta non a catastrofi naturali ma esclusivamente alla sola demenza umana capace di segnare l’ intero secolo, ha sconvolto quel che restava del nostro equilibrio comunitario. Guardare la Torino di oggi lascia senza capacità di adeguati commenti. Al progresso materiale raggiunto con il sacrificio di generazioni, all’immenso salto qualitativo delle conoscenze e delle tecnologie, con traguardi inimmaginabili concentrati e maturati in pochi decenni si è commista, dominante, una involuzione morale che, letta tradizionalmente come ci avete sempre insegnato, si rivela un trionfo demoniaco. Cioè come la sconfitta della dignità umana.
E’ la generazione dei vecchi la più dolorosamente colpita, non più in grado di passare, con valore di riferimento, il testimone alle nuove e disorientate generazioni dei figli e dei nipoti, avviati verso un futuro quanto meno incerto e preoccupante.
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Elimina(...)
Lei pensa che sia Charitas cristiana accogliere ” a 100 euro a testa, in predisposte apposite stazioni, nel comodo entroterra italico, i superstiti di una “tratta “ organizzata su scala mondiale e imposta alla nostra civiltà perduta nel consumismo ateo da quella Cupola europea e supernazionale che programma droga, prostituzione, guerre, multinazionali, farmaci, armi e fonti energetiche, e che occupando scranni deliberanti dell’Onu, si permette anche di dettarci comportamenti e leggi? Di imporci di sottrarre in casa nostra a sguardi “offesi” il cadaverino di Cristo appeso a un chiodo? Abbiamo dei Parlamentari che non sanno cosa sia il Darfur. E questa è un’altra nostra tragedia laica umana e politica. Come si possono accettare pressioni per mimetizzare e ripudiare le nostre manifestazioni e tradizioni religiose, che sottendono scelte morali e sociali secolari cui è ancorata la nostra vita quotidiana ? Perché è consentito a certi Parroci della nostra periferia sinistroide esporre accanto all’altare la bandiera politica arcobaleno sventolata da pacifisti che tutto fanno meno che impegnarsi in un aiuto concreto ai derelitti nella loro terra? Lei pensa che si possa collaborare con chi ricatta l’Italia dall’alto di organizzazioni internazionali obbligandola ad accogliere e sistemare a getto continuo clandestini bestialmente traghettati, sottoposti a governi criminali che poi pretendono dall’Italia in modo prioritario casa, sedi religiose- che solo religiose non sono, scuole, sussidi e pensioni, ospedali epurati da ogni nostro simbolo religioso millenario, Croce Rossa compresa?
Lei pensa che povere donne africane dall’esistenza miserabile, possano un giorno decidere di percorrere migliaia di chilometri verso le coste libiche con aggrappato un neonato, per avventurarsi su una imbarcazione destinata al naufragio o alla rottamazione e da metà Mediterraneo, contattare col cellulare qualcuno in grado di muovere la nostra Marina Militare (!!) ad occorrere al salvamento e alla consegna presso i predisposti Centri di accoglienza?
Questa merce umana strumento di pressione politica proviene da terre in cui i nostri Missionari, quelli del Vangelo, vengono barbaramente trucidati, abbandonati da tutti. Ma a Torino, e in tutta Italia, la nuova Parola d’ordine è: accogliere, adeguarsi ai diktat internazionali, “non offendere” con Presepi, con Crocifissi, con canti di Natale, persino con i vessilli del IV Novembre, lo straniero rovesciato da un natante programmato sul patrio suolo.
.../...
…/…
EliminaIntanto Aids, malaria e tubercolosi, virus e parassiti, desertificanti carestie straziano una umanità abbandonata, fonte di solo sfruttamento, di rapina universale. La Cupola Mondiale, che ci detta regole e comportamenti, pone anche il divieto assoluto a qualsiasi reciprocità di residenza, lavoro professione religiosa e convivenza e resta inerte di fronte ai continui massacri e alle pulizie etniche.
Non dovrebbe essere un impegno prioritario delle nazioni civili, invece di intraprendere devastanti guerre per il petrolio, perse inevitabilmente con nuove tragedie umane, bonificare l’Onu da rappresentanti che non rappresentano affatto le esigenze di sopravvivenza delle loro popolazioni, e presenziare alla consegna e distribuzione dei mezzi di soccorso distribuiti nei momenti di emergenza, impedendo nel contempo eccidi etnici ?
Le chiediamo, Eminenza, rientrato a Torino da un Conclave che ha visto la benedetta elezione di Papa Ratzinger, di voler confortare la popolazione piemontese ponendola nelle condizioni di manifestare liberamente la sua Fede cristiana, Fede ormai a rischio proprio in Piemonte, che il Cardinal Massaia, Don Bosco, Allamano e tanti altri eroici Missionari hanno saputo diffondere per il mondo. Le chiediamo di esaltare, non lasciar oscurare simboli di vera carità, laboriosità e pace, di una tradizione cristiana millenaria, non imponendoli certo, ma nemmeno oscurandoli, quasi fossero una vergogna. Le chiediamo di operare in modo che le nostre siano, in patria e fuori, Missioni vere, non Agenzie a senso unico di sola importazione.
In modo che anche la inesistente dignità laica trovi incentivo nella dignità religiosa e possa affermarsi l’imprescindibile principio del diritto alla reciprocità, al pieno rispetto delle nostre leggi laiche e religiose, oggi a noi contestate addirittura in casa nostra con la nostra colpevole condiscendenza. Ci scusiamo, Eminenza, ma non possiamo abiurare a ciò che i nostri Missionari ci hanno testimoniato anche a prezzo della loro vita, né assistere allo sfacelo di Torino in colpevole silenzio. Con il dovuto rispetto.
Giovanni Airola
Torino, ven 31 ott 08
P.S.: Giovanni Airola è il padre di Alberto Airola, senatore del M5S, che lo scorso settembre è stato aggredito sotto casa a Torino da due spacciatori dominicani, ed è finito all'ospedale con la mandibola rotta.
EliminaDa notare che la predetta notizia è stata appena sfiorata dai media mainstream ed è rapidamente finita nel dimenticatoio, gli stessi media che riempono pagine dei giornali ed aprono i TG se quattro militanti di Casa Pound fanno uno starnuto in piazza. Da notare anche come il PD e la terza carica dello Stato siano molto sensibili alla violenza verbale nei social, molto meno a quella fisica nelle strade, anche quando ad esserne vittima è un membro del Parlamento italiano.
Rossellini sarà stato anche un bravo regista, non voglio metterlo in dubbio, ma un titolo così ideologico quale "Roma città aperta", soprattutto per chi non ha visto il film, culturalmente negli anni ha fatto più danni della grandine.
Eliminap.s. Sinceri auguri di buon Natale e buon Anno a Lei e Famiglia.
@ noMagnaMagna
EliminaMi perdoni, ma, leggendola, temo di non aver capito.
Per quale motivo sarebbe "ideologico" il titolo del film di Rossellini ?
"la Chiesa ha in parte capito i suoi errori e preso parzialmente coscienza del suo collaborazionismo buonista". Trattasi semplicemente della più grande organizzazione politica del mondo, dovrebbero avere gli strumenti per non ridursi, nel breve termine, a frignare come i dipendenti del noto giornale di economia. Il Diavolo, l'Anticristo, si era già palesato quando si son lasciati aprire i negozi la domenica.
Elimina@Max Ritorto
EliminaHa ragione: più che "ideologico" avrei dovuto dire "dogmatico". Dicesi "città aperta", una "città ceduta per accordo esplicito o tacito tra le parti belligeranti alle forze nemiche senza combattimenti con lo scopo di evitarne la distruzione [...]. L'accesso del nemico alla città dichiarata "aperta" non deve incontrare resistenza; secondo il diritto bellico internazionale, infatti, "aperta" significa "aperta all'occupazione del nemico" (fonte Wikipedia). Il punto, però, è che per la maggior parte degli immigrazionisti nostrani, che del film hanno solo sentito parlare (così come di Gramsci), magari proprio "istruiti" da questa "intellighenzia" post-sessantottina , pacifista a priori, il significato del titolo è senz'altro quello letterale, non quello storico concernente il diritto bellico: è un frame semantico il cui significato richiama il concetto di accoglienza indiscriminata in nome, secondo loro, di una onirica e pacifica anarchia pauperista: una sorta di francescanesimo contraffatto.
"Trattasi semplicemente della più grande organizzazione politica del mondo".
EliminaNon sopravvalutarla: oltretutto è tutt'altro che monolitica.
No, per carità. Non penso di aver ragione, anche perchè è difficile averla se non si era e, per limiti assolutamente miei, non si è ancora capito.
EliminaPerò dubito che il frame semantico al quale fa riferimento abbia attinenza con la situazione romana post 8 settembre.
Ma non essendo un "semantista", mi taccio.
Grazie comunque della precisazione.
@Max Ritorto
EliminaIl punto è proprio questo: il titolo ha assolutamente attinenza con la tragica situazione non solo romana, ma italiana post 8 settembre. L'interpretazione che gli è stata attribuita negli anni da parte di una certa intellighenzia, però, no: non ne ha.
Caro Magna Magna, all'inizio pensavo che la tua fosse ignoranza. Ora vedo che è solo una gigantesca cantonata. A prescindere dal fatto che non vedo evidenze dei danni che l'errata interpretazione del titolo avrebbe prodotto, non capisco cosa c'entrerebbe (eventualmente) Rossellini con le errate interpretazioni postume del titolo stesso. Roma era una città aperta, lui così l'ha chiamata. Seguendo il tuo ragionamento, allora, sarebbe stato meglio lasciarla bombardare, così poi qualche scemo immigrazionista, settant'anni dopo, non si sarebbe fatto delle idee strane. Sinceramente, trasecolo. Abbiamo visto che l'immigrazionismo è per lo più feccia nei modi e negli argomenti, è una minoranza di minorati culturali strumentalizzata da organizzazioni imperialistiche e dai terminali nel nostro parlamento di simpatici comitati d'affari statunitensi. Tuttavia, non è per questo che dobbiamo abbassarci al loro livello, almeno a mio parere. Se trovi un cretino che legge un messaggio sorosiano nel film di Rossellini, posso dirti che le due cose non hanno relazione: il film di Rossellini è neorealistico, e il cretino è un cretino. Non possiamo, non dobbiamo permettere ai cretini di dettarci in negativo l'agenda né il lessico. Questa subalternità non possiamo permettercela: è la stessa subalternità che impedisce alla sinistra di tutelare l'occupazione perché "lo fa la destra"! Per favore...
EliminaVoglio solo precisare a lei ed ai lettori che Rossellini non c'entra assolutamente nulla. Così come nulla c'entrano quelle che furono le decisioni degli alleati. Lasciar bombardare Roma... ci mancava solo questo. Il fulcro del discorso si riferiva solo a quelle che ho ritenute interpretazioni successive. Grazie.
EliminaEd è per questo che, dovendosi prima o poi "ricostruire", ho ipotizzato l'analogia (mutatis mutandis), e gli enormi problemi (quasi irrisolvibili,) che incontrò il processo di destalinizzazione.
RispondiEliminaE d'altra parte, è curioso come questi immigrazionisti "antifa", ricalchino pedissequamente le orme einaudiane del 1913 (!), con l'accusa indignata verso la tirannia oligarchica di una piccola democrazia operaia.
Contrastare gli interessi del capitale no-borders, già al tempo, era. come oggi, visto come "tirannia", come meschinità della democrazia (operaia!).
E s'è visto, poi, a cosa avrebbe portato, solo l'anno dopo, lo scontro tra imperialismi cosmopoliti che sono la irenica soluzione offerta dal capitalismo quando abolisce le frontiere (degli altri).
Quanto livore...nel nulla!
Grazie, sempre.
EliminaVale forse la pena di riportare esplicitamente una citazione di Lelio Basso che si trova nel summenzionato post di Orizzonte48:
Elimina"Nessun regime democratico può nascere o vivere se non sussistono due condizioni fondamentali:
una società in relativo equilibrio, senza gravi tensioni interne, anzi fondamentalmente unita sugli obiettivi di fondo da perseguire,
e
un alto grado di maturità democratica nei cittadini,
che significa innanzi tutto coscienza delle proprie responsabilità verso la collettività e capacità di assolverle attraverso la partecipazione e l’iniziativa".
Lelio Basso, Stalinismo e destalinizzazione.
E, riallacciandomi ad un mio commento al precedente post, vorrei evidenziare questo passo dell'articolo ivi citato:
«Secessionist tendencies feeding on social and ethnic divisions, gained impetus precisely during a period of brutal impoverishment of the Yugoslav population. The economic reforms “wreaked economic and political havoc… Slower growth, the accumulation of foreign debt and especially the cost of servicing it as well as devaluation led to a fall in the standard of living of the average Yugoslav... The economic crisis threatened political stability … it also threatened to aggravate simmering ethnic tensions”….»
Chossudovsky,
Economic War Crimes: Dismantling Former Yugoslavia,
Recolonizing Bosnia-Herzegovina
In sintesi: Euristi, iussolisti - dal tenero asimmetrico cuore piddino - stanno fornendo ed imponendo gli ingredienti mancanti per "balcanizzare" l'Italia.
Pardon, non solo l'Italia, ma l'Europa intera verrà di fatto, in questo modo "balcanizzata".
EliminaIn effetti l'impressione che ho sempre avuto leggendo quelli che oggi vengono chiamati iussolisti, è che non parlino mai degli immigrati, migranti o emigrati che dir si voglia (la diatriba terminologica in merito non avendomi mai appassionato, adotto il termine del mio interlocutore). Costoro hanno un solo interlocutore in testa, e non è mai il poveretto che proclamano di difendere. Alla faccia del concetto ormai banale che la cooperazione, ad esempio, o la lotta politica, deve basarsi prima di tutto sulle richieste e le esigenze di chi è più direttamente coinvolto. Se così fosse, ad esempio, costoro parlerebbero di contratti di lavoro, di lavoro nero, di sicurezza sul lavoro, di morti ai picchetti e non di razzismo, razzismo, razzismo. Alcuni per la verità lo fanno, ma sono una minoranza. Macché: il bersaglio di costoro è un avversario politico interno alla cui esecrata e a volte effettivamente esecrabile posizione devono ricondurre qualsiasi obiezione venga loro espressa per acquistare in modo facile e rassicurante un'identità "impegnata" semplificata, eticamente indiscutibile, priva di analisi del contesto e di speculazione. Fanno la figura non di persone mobilitate nella soluzione di un problema, ma di predicatori invasati, totalmente inattendibili, emotivamente ricattatori, dal ragionamento elementare espresso in toni propagandistico-fideistici con cui è assolutamente inutile ragionare perché non saranno mai capaci di dire niente di interessante. La loro voluttà suprema sembra essere arrivare alla rissa verbale che permetta di esalare uno slogan o un insulto, tipo "rassista". Come altri vogliono arrivare a urlare "terrorista".
RispondiEliminaNoiosi da morire, quindi ancora una volta inutili.
Aprire il link della discussione su Twitter e leggerla è stato un evento traumatico e profondamente sconfortante (e mi ricorda quanto ho fatto bene a cancellarmi tempo fa da quella fogna); la violenza, la protervia, la totale irrazionalità di questi bulli del politicamente corretto, mi lasciano atterrito (e anche leggermente impaurito).
RispondiEliminaFanno paura anche a me. È l’invasione degli ultraliberisti.
EliminaSono frutto anche dell'ignoranza. Lo studio di storia e geografia è ormai ridotto al minimo. I giovani non sanno neppure i nomi delle capitali europee, con la lodevole eccezione della Russia, eccetto Parigi e Londra. Tanto c'è Leuropa
EliminaTutto - as usual - già spiegato dal Prof. Quando si inizia ad intaccare un paradigma su cui si è investito molto o tutto, la reazione può essere furibonda, disperata.
EliminaE ma questi sono gli stessi che all'Onu hanno votato la risoluzione contro la Corea del Nord che prevede l'espulsione dei lavoratori Nord Coreani che lavorano all'estero, perchè fonte di preziosa valuta estera per il regime di Pyongyang.
RispondiEliminaEmigranti economici di serie A (I nostri)ed Emigranti economici di serie B quei cattivoni di Pyongyang.
Quindi era questo il post sulla mobilità del lavoro?
RispondiEliminaCi sono osservazioni molto interessanti
Ce ne sono stati molti altri.
EliminaRicordo in un'intervista (forse la prima a byoblu?) in cui riferiva dell'incontro con uno studente (?) africano (non ricordo i dettagli) che le obiettò che il problema erano proprio gli "aiuti". Non perché fossero insufficienti, ma perché erano orientati in modo che non aiutavano affatto lo sviluppo e l'emancipazione, anzi li ostacolavano e si augurava che cessassero.
RispondiEliminaNon credo che lo studente si riferisse a lei,
dilettissimo sorello, e in certo io non mi riferisco alle sue buone intenzioni.
Tuttavia gli "aiuti", anche quando non sono "carità pelosa" di ONG o, aggiungo io, di missionari religiosi, o esportazione bellica di democrazia in cambio di sfruttamento minerario e umano, sono una questione assai spinosa per almeno due motivi.
1) è che è difficile che popoli che non si sono emancipati dal pensiero unico, possano aiutare altri ad emanciparsi da quello stesso pensiero unico che li opprime. Solo i più evoluti di noi stanno imparando che le conquiste non sono irreversibili se non sono realmente conquistate (cioè capite e interiorizzate). Quello che il capitalismo ha concesso "agggratis" (a noi qui, depredando là) negli anni in cui doveva farsi bello per far sfigurare il comunismo, se lo sta riprendendo, con il consenso più o meno accorato, di quelli a cui ora sta togliendo.
2) l'aiuto, anche quando sincero e generoso, ha sempre un retrogusto di paternalismo e presuntuosa superiorità che celano la pretesa di avere qualcosa in cambio, cioè che, per riconoscenza,
l'aiutato accolga con gioia le idee dell'aiutante e ne segua "liberamente" l'esempio.
Che è genocidio culturale.
Quindi, non solo l'assolvo, ma vado oltre: in sintonia con lo studente africano, penso che il miglior aiuto che possiamo dare è quello di non aiutarli.
Non si rimediano i disastri degli "aiuti" con piùaiutodiverso.
Basta ingerenze. Basta sfruttamento. Solo (si fa per dire) possibilità autodeterminazione.
Silviuccia, tu sai che puoi dirmi tutto. Io queste cose le ho studiate. Ti ringrazio per le osservazioni (soprattutto per la loro originalità) e per la tua e vostra ineguagliabile capacità di adeguare gli argomenti al contesto dialettico.
EliminaMa infatti ho scritto che l'ha detto lei in un'intervista. E, se non si fosse capito, specifico che lo ha detto in tono consenziente.
EliminaPrima di leggere lei, ero a meno zero di politica e di economia, l'ho ammesso più volte, quel poco che ho imparato me lo ha insegnato lei. Pensavo di essere una brava persona perché facevo qualche minuscola offerta all'UNICEFF o altri... è tutto detto.
Infatti Alberto per ora è mancata l'occasione di approfondire gli aspetti legati all'uso distorto della cooperazione allo sviluppo, ma sarebbe interessante farlo. Anche perché la riflessione teorica è parecchio più avanti di quel che si legge sui giornali (ovviamente).
EliminaLa cosa che più mi ha colpito in questa fase è stato vedere i portavoce di molte ONG mentire sapendo di mentire. Nel mondo della cooperazione internazionale si parlava già negli anni '70 dei fallimenti del modello di cooperazione proposto, e se ne individuavano le cause anche e soprattutto nella distorsione che i progetti subivano ad opera dei finanziatori, in particolare gli stati, stati che perseguivano attraverso le ONG obiettivi politici ed economici che ostacolavano uno sviluppo autentico.
Mio fratello e diversi cari amici sono stati negli anni '80 e '90 "volontari" (a norma di legge sulla cooperazione internazionale) in progetti di cooperazione allo sviluppo in diverse parti del mondo, con organizzazioni cattoliche e laiche. Questa strumentalizzazione da parte dei finanziamenti statali era chiarissima, e se ne dibatteva aspramente, allo scopo di attenuarne i deleteri effetti. Come pure era chiaro che l'emigrazione privava gli stati più poveri dei giovani migliori, e andava quindi scoraggiata. Vedere il livello del dibattito tornare indietro di decenni è pesante. Nei libri scritti negli anni '70 c'è già tutto. Dai libri di Ernst Schumacher a quelli di Albert Tévoédjré e altri.
Grazie per il tuo lavoro di divulgazione.
L'errore è stato utilizzare le categorie del nemico, lasciare che fosse la destra, che fosse il liberismo, a circoscrivere il perimetro del dibattito (es. debito pubblico o reddito di cittadinanza).
EliminaIn entrambi i casi il suicidio politico deriva dall'aver accettato l'impostazione data al dibattito dall'avversario, contribuendo così a legittimarla nonostante fosse smentita dai fatti, infondata teoricamente, e distorta politicamente a vantaggio dell'avversario: il problema è il debbbitopubblico, l'unica politica è quella monetaria, ecc.
http://goofynomics.blogspot.it/2016/05/terza-globalizzazione-e-primo-maggio.html
Ho riascoltato l'intervista, verso 1.30, al termine del suo aneddoto sulla lezione di democrazia del ragazzo della Sierra Leone circa l'imposizione dell'euro, ha aggiunto che ha lavorato molto con loro, che conosce i loro problemi e noi non possiamo risolverli perché ce ne creiamo di peggiori a casa nostra (che sarebbe il mio punto 1), perché nostro dovere sarebbe aiutare quelle popolazioni.
Messora:
"Purtroppo quando l'Occidente interviene peggiora le cose, arriva il FMI con i prestiti, case farmaceutiche, forse se li lasciassimo da soli, magari..."
Bagnai:
"Eh, è vero... è vero, ritiro quello che ho detto, hai ragione [...]"
E questo sarebbe il mio punto 2.
Nulla di originale.
Però, pur essendo completamente d'accordo che "l'immigrazionismo è la fase suprema del colonialismo" a mio parere l'aiutiamoliacasaloro è stata la fase precedente e fomenta tuttora l'emigrazione. Ovvero sono in rapporto di causa-effetto.
Certo gli "aiuti" non sono stati veri aiuti, ma anche se lo fossero resterebbero un problema (forse minore, ma pur sempre un problema).
E allora, mi perdoni, ma penso che non siano il miei (non originali) commenti ad essere inadeguati al contesto dialettico, ma è il contesto dialettico ad essere inadeguato tout court.
Qui sta l'originalità, che poi è così poco originale che uso sue frasi, dette in altri contesti, per spiegare perché la penso così: "l'errore è stato utilizzare le categorie del nemico, lasciare che fosse la destra, che fosse il liberismo, a circoscrivere il perimetro del dibattito. [...] il suicidio politico deriva dall'aver accettato l'impostazione data al dibattito dall'avversario, contribuendo così a legittimarla nonostante fosse smentita dai fatti, infondata teoricamente, e distorta politicamente a vantaggio dell'avversario".
Con parole mie, penso che impostare il dibattito tra aiutiamoliacasaloro e accettiamoliacasanostra, escluda la soluzione migliore: lasciamoli liberi a casa loro.
@Stefano Longagnani,
hai colto perfettamente il senso del mio commento e lo hai arricchito con citazioni interessanti che andrò a cercare. Grazie
Leggere "Migranti!? Migranti!? Migranti!?" di Anna Bono. Si presenta come un agile volumetto, ma il peso specifico è elevato...
EliminaIl tema delle esperienze di cooperazione allo sviluppo, dei risultati che hanno prodotto, è estremamente rilevante quanto vastissimo.
EliminaCertamente, se un paese arretrato intende aumentare il proprio reddito nazionale, sarà costretto ad importare capitali e know how, predisporre un piano sviluppo industriale.
Bagnai ha studiato da vicino il caso cinese, non ho letto il suo libro in merito, comunque al goofy 6, nel panel meglio soli che male accompagnati?, il tema di quale margine di politica estera potrebbe permettersi l' Italia nell' attuale contesto internazionale è stato affrontato.
Credo che rivedersi questi interventi possa costituire un buon punto di partenza per comprendere come l' Italia possa interpretare un ruolo in vari scacchieri, laddove ci fossero vantaggi reciproci. Il tema infatti non è fare beneficienza, bensì avviare percorsi di crescita, con iniziative bilaterali, contrastando fattualmente, non partecipando ad azioni di carattere imperialistico dei nostri alleati-rivali.
Credo che il nocciolo della questione sia appunto come ritrovare questa autonomia e in che modo gestire quei margini di manovra che sapremo riconquistare.
Quindi anche il colore viola dell' anteprima è condizione necessaria ma non sufficiente.
EliminaNon tutto il male vien per nuocere, in questo caso: poco più sotto ho notato l' intervento al goofy 5 di Kelly Greenhill.
Silvia, può capitare anche a te di prendere cantonate. Del resto, sei arrivata qui chiedendomi un parere su uno dei tanti accorati appelli. Il problema è che dopo tanti anni ho il diritto di chiedervi di camminare con le vostre gambe, e purtroppo non ho sempre il tempo di scrivere un bel post per ogni cantonata. Il motivo per il quale io sono da questa parte del blog è che so sfrondare gli argomenti dalle inutilia e portare SEMPRE il mio interlocutore su un terreno sul quale posso sconfiggerlo coi SUOI argomenti. Questa tattica ovviamente prescinde da una ipotetica "coerenza interna" del mio pensiero, per il semplice fatto che gli argomenti che uso per sbriciolare il poraccio di turno (in questo caso l'immigrazonista) sono i suoi, non i miei (che non ne ho: ho solo la letteratura scientifica dalla mia parte).
EliminaQuesto sul metodo (ma non ti era chiaro prima e non lo sarà nemmeno ora, altrimenti avresti capito/capiresti che il tuo precisazionismo è futile: ovviamente è colpa mia che non ho tempo né capacità didattica per spiegarmi meglio).
Nel merito, il microcredito fomenta i traffici più degli aiuti allo sviluppo (e su questo c'è letteratura e se n'è parlato). Non devi spiegare a me (e mi dispiace molto che tu abbia pensato di doverlo fare) che un popolo non può campare di carità, per il semplice fatto che questa non è mai incondizionata ed è sempre umiliante, ma bisogna anche calare questo discorso nella realtà, che da un lato ci presenta un problema, e dall'altro uno strumento intrinsecamente errato, e uno strumento che presenta delle potenzialità.
Il punto è che il tuo, per la parte che riguarda me, è un discorso sul nulla. Sono contento che tu l'abbia fatto, perché volevi farlo, e perché magari a qualche lettore è utile. Io però devo vincere la mia battaglia (dialettica e politica) e per farlo continuerò a scegliere da me le mie armi, che sono e saranno sempre quelle di mostrare l'incoerenza interna del "ragionamento" dei miei avversari. Questi, per anni, hanno fatto della cooperazione allo sviluppo (e dell'autodeterminazione dei popoli) la loro bandiera ideologica identitaria. Oggi, per motivi che credo tu capisca (ma nel dubbio NON li spiego), hanno completamente invertito la polarità del loro discorso identitario, derubricando cooperazione allo sviluppo e principio di autodeterminazione dei popoli a retaggio fascista. Io li chiamo a fare i conti con questo strano paradosso, e loro scappano. Punto.
Io sono un ricercatore, un intellettuale, uno scrittore. Se ti interessa quello che penso, la mia verità è nei miei libri. Nel dibattito c'è la falsità degli altri. Se mi capisci bene, se non mi capisci meglio. Io sono gozzaniano: a me piace chi non mi capisce.
Non posso non volerti bene (per colpa tua).
A.
Sempre vivi complimenti per la precisa descrizione delle dottrine correnti (ha anche passato una mattinata di pena per studiarle), ma la giaculatoria ufficiale di area eurista si completa con "antieuropeo". Tutte le parole sono sinonimi e ciascuna implica rigidamente tutte le altre.
RispondiEliminaHo sentito la lista completa sciorinata accuratamente e ripetutamente ad un incontro di formazione politica, non focalizzata sullo ius soli, presso una cooperativa ONLUS (ovviamente NON era "formazione politica", ma "dibattito"... e io non ho mai visto queste cose, ad nauseam).
E i peggiori sono i diversamente piddini, quelli che pensano di essere anticapitalisti e invece sono subalterni alla religione ultraliberista. Se provi a toccare con loro tale argomento, facendogli notare semplicemente che la mobilità di tutti i fattori produttivi è funzionale al capitale, o non capiscono, o fanno finta di non capire, l'ira offusca qualsiasi capacità razionale, perché gli vai a mettere in discussione il loro gioco da dame di carità, e tu meriti solo l'ostracismo a vita.
RispondiEliminaGrazie prof per quest'altro mirabile post.
#jesuisalberto
RispondiEliminaPensavo che un ulteriore elemento che fa dell'immigrazionismo una forma di colonialismo è quello per cui le persone giovani, non costituiscono solo una ricchezza economica per la nazione di origine, ma anche una generazione che potrebbe (dico, potrebbe) essere il soggetto di una presa di coscienza in termini di ribellione e costruzione di un'alternativa politica all'esistente fatto di sfruttamento e soggezione. Non solo depauperamento economico quindi, ma anche neutralizzazione del potenziale di rischio per l'attuale assetto dominante.
RispondiEliminaE infati c'è per fortuna chi lo sa benissimo: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10156060570917082&id=181391612081
EliminaDirei che il vantaggio per l'ordine liberista è soprattutto quello politico: scongiurare la presa di coscienza nelle colonie di origine. Va anche detto che, come dimostra la feccia che si è palesata su Twitter, e come argomento nel post, l'immigrazionismo ostacola, e forse soprattutto, una presa di coscienza nelle colonie di destinazione. Un cretino su Twitter sosteneva che l'arrivo di persone indigenti dai paesi in via di sviluppo avrebbe promosso qui da noi la coscienza di classe del proletariato "perché negli USA le Pantere nere sono state un movimento rivoluzionario"! Siamo ormai al delirio, e questo delirio è voluto. Credo ci sia una simpatica letteratura sulle relazioni fra sinistra estrema o estremissima e servizi delle potenze imperiali. Niente di nuovo, nemmeno la spaventosa ignoranza di chi ci casca.
EliminaGrandissimo Prof,
RispondiEliminaConcordo al 100% con lei...un'unica cosa le chiediamo, anche se sappiamo che non è d'accordo...faccia il partito, scenda in campo...daaai!! Un saluto
Ci vogliono persone come lei in parlamento!!! Non verrebbe annacquato il suo messaggio, verrebbe solo rafforzato dal mandato popolare
RispondiEliminaCaro Davide non hai ancora le idee chiare . IL neoliberismo non è una teoria economica , quella è il liberismo il primo è una ideologia di dominio delle masse. IL N.L. perchè possa funzionare ha BISOGNO di disastri e sofferenze e POVERTA',perchè poi dalla povertà possa guadagnare attraverso il DEBITO e la speculazione . Questa macchina infernale può essere fermata solo dalla consapevolezza e dalla presa di coscienza e dalla cultura dei principi basilari della economia che noi dobbiamo sviluppare . IL processo è più lungo ma anche il più sicuro per ottenere una vittoria sui nostri nemici. del semplice fare il partito . Quando la maggioranza degli Italiani avranno compreso le trappole ideologiche nelle quali sono finiti si aggregheranno e sorgerà il famoso partito . IL Professore stà facendo proprio il lavoro giusto cioè di smascherare queste trappole ideologiche . Tieni presente che su 100 immigrati 85 vengono trattenuti in Italia e gli altri 15 distribuiti fra i PIGS (acronimo non casuale) fomentando così una guerra fra poveri . Se non si capiscono le cause del perchè questo avviene ci massacreremo fra noi facendo così il gioco del nemico . Saluti
EliminaMaledizione prof, mi ha convinto, confesso anche io. Folgorato sulla via di Damasco non utilizzerò più le mie ferie per andare a Tucampacaballo per costruire impianti d'irrigazione. E darò lavoro alle migliaia Tucampaballesi in Italia. Un paio di secchi e una bella catena umana per irrigare i vasti campi padani. Naturalmente remunerati con 10€ al dì.
RispondiElimina" La mascherina dell'ossigeno devi metterla prima a te, e poi a chi ti sta accanto (se non ce l'ha fatta)."
RispondiEliminaProprio non capiscono ...
Comunque bellissimo post e buone feste a chi se le merita .
Semi Cit.
"Questa è la feccia con la quale dovremo ricostruire questo cazzo di paese, non so se è chiaro: una torma di imbecilli sottoproletarizzati da decenni di propaganda a reti unificate..."
RispondiEliminaSono troppi, certo, ma forse più rumorosi che numerosi. Sicuramente minoritari sul tema specifico dello ius soli.
Penso di sì, ma non per questo meno pericolosi, non fosse altro che per i frequenti rimandi all'uso di violenza fisica, o alla classificazione delle vite umane in vite di seria A e serie B che gli immigrazionisti fanno nel loro dibattito "social". Collettivamente e politicamente non so, ma individualmente e penalmente molto mi hanno dato la nettissima sensazione di essere molto pericolosi (anche considerando l'ipotesi che le loro esternazioni non fossero sincere, ma fossero artatamente esagerate, magari su commissione, da parte di chi ha interesse ad esasperare i toni del dibattito: ovvero, chi lo ha promosso).
EliminaForse un po' off topics (o forse no), ma leggendo il post non ho potuto fare a meno di ricordarmi di un grande prof (e grande uomo) de La Sapienza che insegnava sviluppo economico: Mauro Mellano...
RispondiEliminaGrazie. Lo ricordo con grandissimo affetto. Per me è stato un amico e una persona corretta, di grande simpatia e umanità, al servizio della ricerca e degli studenti. Non ho assolutamente idea di quale campo avrebbe scelto nella guerra civile che stiamo purtroppo combattendo, e sono felicissimo di restare nel dubbio, quanto sono stato triste di assistere alla sua prematura scomparsa.
EliminaBuongiorno Prof, questo assieme al precedente sono interventi di uno spessore superlativo, che ho già inoltrato ad amici e conoscenti piddini, i quali cominciano un po a vacillare con le loro scuse. Qui chiaramente stiamo assistendo a razzismo verso gli immigrati che verso gli autoctoni. E la destra avanzerà sempre di più, grazie a questi geni della sinistra.
RispondiEliminaUno degli svantaggi di certe prese di posizione nel dibattito, in particolare di quella che consiste nel dare dell'idiota fascista a chi non la pensa come te, è che molte persone, osservando simili dinamiche, fatalmente saranno portate alla conclusione che se questo è l'antifascismo, allora ben venga il fascismo. Strategie comunicative come quelle dell'UNICEF, tanto per capirci, hanno come risultato quello di sdoganare il fascismo. Si può pensare che questo risultato non sia voluto. Io mi limito a constatare che l'UNICEF, schierandosi dalla parte della mobilità dei fattori senza sé e senza ma, sostiene, con argomenti di pancia ("li piccini") un'agenda liberista (sì, proprio quella che ha prodotto i risultati contro i quali l'UNICEF cosmeticamente si schiera, cercando di ovviare con la beneficenza ai disastri di politiche sulle quali non vuole incidere). Ora, noi sappiamo due cose: i regimi fascisti sono storicamente la fase "acuta" del liberismo (per "fare le riforme" a un certo punto occorrono i manganelli), e il paese dove l'UNICEF ha la sua sede principale era quello che prima della seconda guerra mondiale aiutò Hitler, e per un certo periodo di tempo era in grande sintonia con Mussolini. Mettiamola così: certe strategie (perché sono strategie: non è un momento di nervosismo), se proprio non sono pienamente consapevoli, quanto meno sono in sinistra consonanza con lo Zeitgeist.
Eliminahttps://youtu.be/LPjzfGChGlE
RispondiElimina"Immigration can never be an effective or significant way to deal with the suffering people of the world"
"They have to be helped where they live"
Non io proporrò riti espiatori, fui "portaborse" di un'altra Presidenta ma peggio, mi intesi suggerirle la di Lei, Prof. Alberto, lettura.
RispondiEliminaRiecheggia ancor, VLAD.
(Alessandra/Cassandra da Firenze. Ho espiato abbastanzina)
Ma se li state tanto ad aiutà con la cooperazione internazionale cummè che vengono tutti qua?
RispondiEliminaMa infatti non li stiamo aiutando, come dico nel post, e li aiuteremo sempre di meno perché le risorse che potremmo dedicare a questo scopo sono convogliate nel business dell'accoglienza.
EliminaEGO TE ABSOLVO A PECCATIS TVIS
RispondiElimina"...perché così gli hanno detto che succederà i giornali dei padroni, cui loro, da buoni imbecilli di sinistra, credono, perché Gramsci per loro se va bene è un liceo, se va male una strada, e nella maggior parte dei casi non è niente."
RispondiEliminaQuesta mi ha capottato.
Lei Prof. oltre ad essere ciò che è inutile stare a ripetere, è anche un fantastico umorista.
Che, per chi si occupa come lei di cose alte, è a mio avviso il più alto segno di grande intelligenza.
Grazie Professore e auguri per tutto !
Io sono nato negli anni '90 quindi tante cose non le conosco, ma prima che cominciassero gli sbarchi chi è che raccoglieva i pomodori? Dubito che i giovani italiani all'epoca aspirassero a raccogliere i pomodori.
RispondiEliminaNegli anni '80 non si mangiava frutta e verdura? Le badanti non esistevano? I bagnini non c'erano? I bar e ristoranti non trovavano personale?
Guarda caso gli italiani hanno voluto smettere di fare certi lavori proprio in concomitanza con l'inizio degli sbarchi nel 1991?
Io questa cosa non l'ho mai capita.
Forse posso spiegartela io: gli studenti e le donne.
EliminaDalle mie parti, in centro alla "padania" la fine della scuola coincideva con l'inizio della raccolta dei meloni nei campi, poi delle angurie ed infine, verso la metà di agosto, in funzione della stagione, si passava ai pomodori. Quest'ultima raccolta, che veniva fatta in due o tre fasi, durava fino a metà settembre, quando poi ricominciava la scuola. La raccolta dei meloni e delle angurie, lavori particolarmente faticosi, erano riservati ai maschietti. La raccolta dei pomodori era invece mista maschi/femmine. Alle donne era riservata la raccolta delle verdure (nella mia zona si coltivava e si coltiva l'insalata in varie declinazioni, i fagiolini, i finocchi, le patate ecc) in quanto sono generalmente più svelte con le mani. In pratica questo genere di lavori permetteva agli studenti di accumulare un piccolo gruzzoletto (in nero, ohibò pratica scorrettissima! :-D ) da impegnare per il successivo anno scolastico o per togliersi qualche sfizio, il motorino nella maggior parte dei casi. Personalmente ho iniziato a 13 anni, quando ancora andavo alle medie ed ho proseguito fino alla maturità, a 19 anni.
Questa pratica è andata via via scemando verso la fine degli anni ottanta per varie ragioni tra cui un maggior ricorso alla chimica per ottenere il raccolto che ha facilitato la meccanizzazione delle stesso, una sempre minore disponibilità dei ragazzi al lavoro manuale dei campi, una maggiore attenzione a quello che è stato chiamato "sfruttamento del lavoro minorile".
Bisognerà trovare una terza via…
RispondiElimina“Le due potenze che hanno sinora supervisionato ed incentivato il processo di integrazione europea, Stati Uniti e Regno Unito, hanno apertamente ritirato il loro sostegno all’Unione Europea, il cui fallimento è ormai dato per scontato, predisponendo le pedine per “il dopo”. L’obiettivo di fondo rimane lo stesso, ma si adottano (o meglio, si riadottano) strategie alternative per raggiungerlo: tenere Mosca separata dalle grandi capitali dell’Europa Occidentale, per conservare queste ultime nell’orbita atlantica.
Dopo aver puntato sui principi “liberali” e sulla “democrazia” per scavare un fossato tra l’Europa Occidentale e la Russia, ora puntano sul risorgere dei nazionalismi in Europa Centrale. Come nella prima metà del Novecento, le potenze marittime soffiano sul fuoco del nazionalismo per i propri disegni egemonici.
Il “piano A” è fallito perché le nazioni europee si sono dimostrate ancora troppo vive per essere diluite in un organismo sovranazionale come gli Stati Uniti d’Europa. La priorità di ogni capitale è ancora la difesa dei propri spazi e della propria autorità: gli interessi dell’uno entrano poi quasi sempre in conflitto con quelli del vicino. In particolare, l’Unione Europea non è riuscita ad estinguere il richiamo della Germania per l’Est: persino il decennale cancellierato di Angela Merkel non ha impedito a Berlino di intensificare i suoi rapporti economici ed energetici con Mosca. L’alleanza tra Germania e Russia o, ancora peggio, tra la Russia e più capitali dell’Europa Occidentale, è da sempre l’incubo degli strateghi angloamericani, che si adoperano in qualsiasi modo per sabotarla (si vedano le enormi pressioni in corso sulla Germania perché rinunci al potenziamento del metanodotto North Stream2).
Sfumato quindi il progetto di una grande “testa di ponte democratica” poggiante sulla UE/NATO, gli angloamericani hanno optato dal 2014 (il colpo di Stato in Ucraina può essere considerato l’inizio di questa strategia) per la “nazionalizzazione” dell’Europa centrale, buttando a destra i governi della regione: nel caso della Polonia, ad esempio, è sufficiente dire che i fondatori di “Diritto e Giustizia” sono stati i gemelli Kaczynski, in rapporti con gli angloamericani dai tempi di Solidarnosc. Per peso demografico, economico e militare, la Polonia è il leader naturale dell’Europa centro-orientale ed è il principale attore su cui puntano Washington e Londra: lo spostamento a destra di Varsavia, in occasione delle legislative dell’ottobre 2015, riveste un ruolo chiave nella costruzione della “cortina nazionalista” tra l’Europa occidentale “liberale” e la Russia. Il governo polacco attualmente in carica si contraddistingue, infatti, per un marcato filo-atlantismo, accompagnato da un acceso revisionismo anti-tedesco (si veda la richiesta di nuovi risarcimenti dalla Germania per i danni bellici3) ed anti-russo”
http://federicodezzani.altervista.org/la-nazionalizzazione-delleuropa-centrale-la-rinascita-dellintermarium/
Io, personalmente, credo che agli iussolisti e immigrazionisti non gliene freghi una sega dei bambini e dei "migranti". Credo, piuttosto, che la loro posizione sia dettata non tanto da un desiderio di aiutare un prossimo distante ed indefinito, dato che in quel caso i classici strumenti della cooperazione internazionale sarebero sicuramente più utili allo scopo, ma, semplicemente, dal senso di colpa, inculcatogli fin dall' infanzia, di essere italiani: l' immigrazione e lo ius soli, in quanto strumenti di annientamento dell' identità italiana, sono visti come un mezzo efficace (e definitivo, dato che una volta che una nazione l' hai rimpiazzata, questa ha cessato di esistere per sempre) all' espiazione di questa colpa. Cioè, per parafrasare un concetto che su questo blog si è letta diverse volte, questi non sono a favore dello ius soli per sentirsi più puliti, ma per sentirsi meno sporchi, cioè meno italiani.
RispondiEliminaIn questo senso, la frase di quell' ebete che le ha detto che il problema non sono 800 mila persone dalla pelle scura, ma quelli "come lei", cioè quelli che, evidentemente, hanno avuto la colpa di conoscere la civilità italiana al suo apice, acquisisce un interessante senso di lettura: non a caso, come ha notato pure lei, i più accesi fautori dell' immigrazione lo sono anche de Leuropa, luogo salvifico dove gli italiani redenti possono trovare la patria che si meritano, e dell' austerità, mezzo invece con il quale punire la maggior parte di coloro che, corrotti, improduttivi e mammoni, hanno ancora la peccaminosa pretesa di restare in Italia. A questi, dei migranti non gliene frega una cazzo, come d' altronde non gliene frega un cazzo che i suddetti muoiano nella traversata del Mediterraneo, purché alcuni di loro possano giungere a destinazione e redimerci, con la resurrezione dei mort...ehm, cioè, con "la razza meticcia che verrà, amen", dal nostro essere italiani. Qui la saldatur ideologica fra piddini e grillini è evidente (d' altronde, se è vero che i fascisti si dividono in fascisti propriamente detti e antifascisti, non vedo perché a loro volta i piddini non debbano dividersi in piddini propriamente detti e grillini)
Fortunatamente, come già detto da qualcun altro qua nei commenti, credo che questi personaggi rappresentino una minoranza, anche se rumorosa. Una minoranza, però, che dà bene la misura del disastro culturale che è stato compiuto negli ultimi 30-40 anni e di cui i media (e la scuola) sono i principali responsabili.
I libri di mio figlio erano pieni di neri con le mani tese.
EliminaBuongiorno Prof. Bagnai, la seguo da un po' di tempo, dal confino irlandese dove mi trovo per motivi che potrà benissimo immaginare.
RispondiEliminaNon perdo, tuttavia, contatto con l'Italia e le sue tristi vicende perché - fondamentalmente - amo il mio paese.
Mi trovo, però, in una terrificante empasse al pensiero di chi voterò questa primavera, posto tutto quello che ci siamo detti. Qualche suggerimento?
http://goofynomics.blogspot.it/2017/06/pd-delendvs-est-dichiarazione-di-voto.html
Eliminaforse avrei trovato una soluzione per lei ...leggevo di uno psicologo che dice che possiamo dialogare direttamente con l'inconscio che lui chiama "io bambino" , e la tecnica per contattare questo maestro interiore è insegnata in un libro ; si tratta alla fine di farsi delle domande e di ricevere le risposte interpretando le oscillazioni del corpo dopo che ci si è posti in sintonia con il proprio "inconscio" tramite certi accorgimenti ; un po' di pazienza, un po' di pratica e di qui alle elezioni ella sarebbe in grado scegliere per il meglio ... personalmente non ho esperienza diretta di questo metodo ma chissà forse funziona...beh in verità ho provato a vedere se ste oscillazioni avvenivano e debbo dire che mi pareva che accadesse qualcosa di strano, ma sono insofferente e pigro sicchè ho lasciato perdere anche perchè sono un fascioleghistafallaciato e tiro diritto
EliminaCaro sconosciuto, ho già detto come la penso. Voterò chi Scalfari mi dirà di non votare. In effetti, lo ha già fatto, e sono sorpreso della vostra scarsa capacità di lettura. Tuttavia, siccome potrebbe cambiare idea, aspetto a farvi il disegnino di quanto Scalfari ha avuto la cortesia di indicarci.
EliminaOrwell si è sbagliato, in realtà voleva scrivere 2017.
RispondiEliminaL'immigrazione è una vecchia novità. Vecchia perché è sempre esistita, ne parlano anche Marx e la Bibbia e se ti opponi vuoi fermare il vento della Storia con le mani. Novità perché oggi il mondo è cambiato, c’è la globalizzazione, la Cina e la secular stagnation. Per affrontare questo nuovo fenomeno servono strumenti nuovi come la cittadinanza.
RispondiEliminaBisogna dare ai migranti la cittadinanza dello Stato italiano. Ma lo Stato italiano deve essere abolito perché va ceduta sovranità al superstato europeo. Gli immigrati vanno accolti e sostenuti dallo Stato italiano invia di abolizione, che deve tagliare la spesa pubblica che ci ha fatto vivere al di sopra dei nostri mezzi e deve elargire a tutti il reddito di cittadinanza. Le missioni di salvataggio non sono una tratta degli schiavi come quelle del XVI secolo. Le ONG non sono mercanti di schiavi. Gli immigrati non sono schiavi. Gli immigrati svolgono i lavori che gli italiani non vogliono più fare in un Paese con disoccupazione a due cifre. Gli immigrati vi pagano le pensioni perché i contributi pagati da voi me li sono già mangiati. L'ignoranza è forza, la guerra è pace, la libertà è schiavitù e buon non compleanno a tutti (… minchia che forte sta grappa …).
chapeau!
EliminaSu questo e su tanti altri temi di questo blog, poco o nulla si è discussa e considerata l'influenza nefasta sulla sinistra italiana del pensiero radicale/pannelliano. Un partitino che raccoglieva a stento consensi dal 1 al 3%, ma che ha avuto sulla storia e sulla stessa semantica italiana un peso grandioso. Ci sarebbe materiale per un libro. Dal Trans-nazionale come superamento del nazionale e dell'internazionale, dal maggioritario all'anglosassone alle critiche costruttive al PDS perchè si affrettasse a cambiare in PD per raggiungere l'ideale modello americano, dal debito pubblico che gravava su ogni singolo cittadino sin dalla nascita (1981), al carrozzone dell'IRI, dallo slogan "meglio Andreatta, piuttosto che Andreotti", al... Il buonismo e il politicamente corretto di oggi altro non sono che elaborazioni del trasgressivo pannelliano di una volta.
RispondiEliminaChissà come hanno fatto, senza risorse, a essere così influenti...
EliminaMi sto divertendo molto con la stupidità che traspare dagli infervorati iussolisti, soprattutto i più giovani appaiono particolarmente fessi e d' altronde ne ho all' interno della parentela più prossima e sono anche fra i più assatanati in materia di immigrazione libera senza se e senza ma.
RispondiEliminaPerò, mi pongo una domanda forse banale, ovvero, se mio figlio e tanti come lui, cervelli davvero notevoli, vogliono e debbono emigrare in paesi anglosassoni o in rapida evoluzione, ed il loro numero è di diverse centinaia di migliaia, perchè altrettanti dovrebbero prenderne il posto senza avere futuro o peggio avere un futuro misero?
Ma è chiaro, costoro dovranno fare da schiavi qui da noi, a salari da fame, tranne qualche rarissima eccezione, accettando situazioni che i nostri suddetti cervelli non accetteranno mai e quei giovani iussolisti che hanno partecipato alla caccia a Bagnai su twitter, non avendo capito un cazzo di ciò che si sta perpetrando ai loro danni (visto che amanoi Cottarelli, Boeri, Ichino, Calenda la Bonino e compagnia cianciando) ovviamente troveranno pane per i loro denti nella lotta per sopravvivere a meno che non siano della specie dei figli del cazzo di papà che tanto non hanno mai fatto un cazzo e vivranno di rendita (ma fate attenzione perchè pure le rendite stanno finendo) a vita, ma si sbagliano di grosso.
https://m.youtube.com/watch?t=1458s&v=cUKNnj6tTcw
RispondiEliminaFuori tema dal post del professore ma in tema in fatto di cetrioli elargiti ai poveracci.
Anche questo signore si chiede da una vita perche dovrebbe spiegare qualcosa di cosi ovvio.
La parte finale mi ha turbato, visto che dopo pochi mesi è morto di cancro.
Una fatalità o coincidenza.
Almeno lo spero.
È paneuropeismo spinto, ce lo sbattono anche in faccia.
RispondiEliminaStelios Zavvos: fondatore e CEO del fondo di private equity Zeus Capital; presidente del consiglio di amministrazione della ONG greca Solidarity Now; membro del consiglio dell' "european council on foreign relations"
Il frame della destabilizzazione: Capitale -> ONG -> Unione Europea
Una foto della resa della Grecia.
L'efficace metafora della mascherina dell'ossigeno fece andare letteralmente in bestia Furio Colombo alla Versiliana. A me la cosa fece tanto ridere, ricordandomi quando con mio fratello davamo noia al nonno e lo facevamo incavolare.
RispondiEliminaQuesto post sarebbe da votare ai prossima MIA 2018.
RispondiEliminaDavvero illuminante.
Iussolisti ed immagrizionisti raggiungono punte di fanatismo e bava alla bocca che fanno paura. Non è possibile instaurare nessun tipo di dibattito in quanto reputano plausibile che un continente di 1,216 miliardi di persone si riversi in massa (spopolandosi) in un altro di 743 milioni. Non capiscono che esser costretti a lasciare la propria patria è sempre una violenza che l'emigrante subisce. Dell'Africa non gliene frega nulla. Sono irrazionali per cui estremamente pericolosi.
RispondiEliminaVi segnalo un articolo di Francesca Totolo, molto interessante (verso la fine si risponde con perizia alle farneticanti relazioni tra ius soli e diritti dei bambini)
RispondiEliminahttps://www.lucadonadel.it/unicef-italia-ingerenze-politica-italiana-ius-soli/
Mi scusi prof., ma "fassismo" si scrive "fassismo" non fascismo..
RispondiEliminaA parte questo, complimenti per il testo!