Scusa se sottolineo alcune cose presenti nel link che ti avevo mandato. Boeri intervista Piketty. Ma avrebbe potuto intervistare
Valentina Nappi ricavandone i medesimi contenuti politici.
Fior da fiore.
"La
principale ragione d’ottimismo è che nei Paesi europei, l’Italia, la
Francia, ma anche la Germania, c’è ancora molta ricchezza. Anzi:
nell’ultimo decennio la percentuale dei patrimoni privati sul prodotto
interno lordo è aumentata molto più di quanto non sia cresciuto il
debito pubblico. I nostri governi sono poveri. Ma i nostri concittadini
sono molto più ricchi di un tempo."
(NdC: il concetto di "governo povero" è estremamente interessante. Scopo del governo non dovrebbe essere quello di arricchirsi, ma di arricchire i propri cittadini, e comunque di garantire equità e coesione sociale esercitando un'azione redistributiva, che, in quanto tale, non produce direttamente ricchezza. Prova ne sia che alla prima lezione di macro si spiegano i motivi per i quali un buon 65% della spesa pubblica non entra nel Pil, in quanto non corrisponde a nuovo reddito, ma a redistribuzione effettuata tramite le prestazioni sociali e gli interessi sul debito. È anche interessante il suo concetto di "cittadini ricchi", soprattutto considerando che chi lo porta avanti passa per un Robin Hood proprio per il fatto di aver portato avanti il tema della disuguaglianza. Ora, noi sappiamo che la distribuzione della ricchezza è molto più concentrata di quella del reddito - che già non scherza, ed è merito di Piketty l'averlo sottolineato. Un economista serio come Brada ci ricorda, ad esempio, che nel campione di 50 paesi da lui esaminato, l'indice di Gini calcolato sui redditi è 0.353, quello calcolato sulla ricchezza 0.683. Quindi l'argomento di Piketty ha un vago sapore trilussiano: non ha molto senso dire che i cittadini "sono più ricchi" dato che la ricchezza aggregata è aumentata. Se il problema è il top 1% della distribuzione del reddito (come dice lui), un maggior problema sarà il top 1% della distribuzione della ricchezza, visto che quest'ultima è per definizione più concentrata. L'argomento puzza di demagogia, ed è chiaro dove voglia andare a parare: per "arricchire" lo Stato povero - cioè per ridurre il suo debito - Piketty vuole "aggredire" i patrimoni privati. Nulla in contrario a una tassazione progressiva, ma bisognerebbe riflettere su un paio di cose. Intanto, il debito sorge a valle della disuguaglianza, è un sintomo della disuguaglianza, quindi qualsiasi terapia "aggredisca" il debito è destinata a non incidere realmente sul problema. Il debito pubblico aumenta ovunque negli anni '80 a fronte di una generale tendenza alla compressione dei salari, come mostro nel mio prossimo libro, e quindi ha beneficiato sostanzialmente l'impresa privata, che si sarebbe altrimenti trovata fin da allora a fronteggiare una crisi di domanda, come ci siamo detti più volte. La staffetta del debito è passata poi alla finanza privata: altro dettagliuccio omesso da Piketty è che anche il debito privato ha superato quello pubblico, con la piccola differenza che il debitore privato, non essendo "sovrano", ha ovviamente qualche problema di solvibilità in più. Infatti il sistema è saltato, la finanza pubblica sta intervenendo a salvarlo, e ora noi dobbiamo metterci le nostre case per tappare i buchi delle banche tedesche. Questo a Piketty sta bene, e gli sta bene che avvenga all'interno del sistema che ha favorito gli squilibri (l'euro), e per salvare il sistema che ha favorito gli squilibri (l'euro). Si trascura, ovviamente, il dato pratico che i ricchissimi sempre hanno trovato, e sempre troveranno, il modo di eludere il fisco - il che non significa che non si debba cercare di stanarli, ma che articolarci su un progetto di riforma della società non mi sembra molto brillante - e che i ricchissimi, in quanto tali, fanno le leggi per interposto politico corrotto - e quindi la tassazione non è qualcosa di esogeno, ma è endogeno al sistema, e un sistema antidemocratico come quello "europeo" non ci dà particolari garanzie nel senso dell'equità sociale, considerando quanto sia pilotato dalle lobby. Difficile sfuggire alla sensazione che Piketty parli della ricchezza dei ricchi per non parlare del reddito dei poveri. Morale della favola: Piketty sta all'economia come Tsipras alla politica, ed è per questo che il gruppo editoriale L'Espresso/Repubblica ce li ammannisce in tutte le salse).
"Soprattutto in termini di strumenti fiscali ormai la sovranità nazionale non può più nulla."
(come al solito, scelte politiche effettuate nel contesto di filosofie politiche fasciste e perdenti, vengono presentate come dato di natura. In Europa la sovranità nazionale non può nulla. Altrove può! Mi permettete di citare Alfredo D'Attorre, che è PDno ma è tanto un bravo ragazzo?
L’esperienza
di questi anni ci dice che, in realtà, il tramonto della statualità, di cui si
è parlato e scritto per un trentennio sotto l’interessato impulso dell’egemonia
culturale liberista e globalista (e sarebbe forse il caso di riflettere sulle
neppure troppo nascoste affinità elettive tra questi due indirizzi), si riduce
sul piano storico concreto a una ben più determinata crisi degli Stati
nazionali europei, in particolare di quelli che si sono vincolati al progetto
dell’euro. Una crisi che deriva da una drastica auto-limitazione delle
prerogative sovrane, a partire da quelle decisive della moneta e del bilancio,
con tutte le conseguenze che ciò ha prodotto in termini di svuotamento della
decisione democratica.
Vi ho stupito, eh! Ci sono segni di vita intelligente nel PD! Chi se lo sarebbe mai aspettato? Il fatto che la sovranità nazionale sia compressa non deve essere preso come dato del problema, ma come frutto di una scelta la cui conseguenza è lo svuotamento della democrazia. Questo svuotamento, come voi sapete, ma come nel prossimo libro illustro basandomi anche su tanti vostri suggerimenti, era lo scopo esplicitamente dichiarato del gioco europeo...)
"Non
possiamo perdere la nostra sovranità monetaria e fermarci lì: siamo
obbligati a creare una nuova sovranità comune, soprattutto in materia
fiscale."
(Anche questo è un non sequitur. Gli Stati nazionali si sono privati di sovranità economica in base a quello che Grande chiama il "paradosso della debolezza": cedere (più o meno obtorto collo) poteri ad agenzie sovranazionali non legittimate democraticamente, in modo da poter praticare con più efficacia politiche di compressione dei redditi e aumento della disuguaglianza, in nome del "ce lo chiede l'Europa". E noi, a un sistema così congegnato, vorremmo attribuire ulteriori poteri in materia fiscale? Piketty sembra vittima, in materia fiscale, dello stesso abbaglio del quale Modigliani fu vittima in materia monetaria: l'idea che passando al livello sovranazionale - in caso monetario, alla Bce - le decisioni europee sarebbero diventate più condivise e simmetriche. Com'è andata a finire lo avete visto tutti: con lo spread usato come arma di costrizione dei governi nazionali, e il "whatever it takes" usato a orologeria solo dopo che a casa erano stati fatti i compiti. Solo che Modigliani era anziano e statunitense, due cose che provano la sua buona fede - che ho potuto appurare in conversazioni private con uno che lo conosceva bene, Giorgio La Malfa. Nel caso di Piketty queste due attenuanti non si applicano. Vale quindi la regola del cui prodest, o, se volete, del cherchez la femme, che in questo caso è evidentemente Angela...)
"La
mia preoccupazione, nello scrivere “Capitale”, era di cercare di
sgomberare il campo dai nazionalismi. Le persone tendono a pensare che i
problemi del loro Paese, della loro città, siano unici, che non
possiamo imparare da altre esperienze o soluzioni, perché “oggi è
diverso”. Ecco: ho cercato di dimostrare che non è affatto così."
(Caspita! Qui si vede il genio! Abbiamo capito che chi parla di nazionalismo e populismo oggi è in re ipsa un cialtrone demagogo, ma su questo potremmo anche soprassedere. Populista, per la sinistra, è il popolo, quando non fa ciò che l'élite vorrebbe, e anche questo ce lo siamo detto, e abbiamo visto che un simile atteggiamento in Francia è endemico. Abbiamo anche ampiamente illustrato come lottare contro il nazionalismo creando un superstato europeo che combatta contro la Cina e si faccia ricco perché i ricchi decidono di arricchire i poveri è un'idea un tantinello dadaista, una specie di trickle-down sul quale personalmente, come da prassi, Chicago. Se la può bere un lettore dell'Espresso, ma, come dire, qui lascia tutti un po' perplessi. Ma il culmine è che, senza saperlo, Piketty confessa. Certo che i nostri problemi non sono nuovi o diversi! Questa crisi è un film già visto, come ci ammoniva Roberto Frenkel. Io poi ho verificato la sua ipotesi sui dati europei e l'ho trovata aderente alla realtà, e lui c'è tornato sopra evidenziando alcune differenze fra la nostra crisi e quella dei paesi emergenti. A valle di questo dibattito sui problemi, svoltosi nella letteratura scientifica internazionale, il Fmi interviene validando il punto centrale che Alberto ha imparato da Roberto, ovvero che le crisi finanziarie dei paesi emergenti sono sempre intervenute a valle della fissazione del cambio. Allora, de che stamo a parla'? Proprio perché non è diverso, proprio perché ogni volta che paesi diversi si danno lo stesso cambio poi succede una catastrofe, proprio per questo motivo il rientro delle sovranità economiche nel perimetro degli Stati nazionali è l'unico presidio di democrazia e di benessere concepibile!)
"Parlo
di stato sociale e spesa pubblica quando accenno al sistema
pensionistico, alla necessità di riconsiderare l’efficienza e
l’organizzazione del nostro sistema scolastico, ai modelli francesi e
italiani che non funzionano, mentre quello americano, pur avendo creato
le migliori università d’élite, non è migliore in quelle di livelli
inferiori." (Ndr. Con quella di quest'anno la Francia ha ottenuto l'undicesima Fields Medal. Niente male per un modello che non funziona.)
(E qui non commento, avendolo già fatto Marco. Una simile insalata di luoghi comuni non ce la meritiamo, o forse sì...)
Addendum: correzione da casalinga isterica (da Marco Basilisco)
Non facciamo montare la testa ai transalpini.
"Parlo di stato sociale e spesa pubblica quando accenno al sistema pensionistico, alla necessità di riconsiderare l’efficienza e l’organizzazione del nostro sistema scolastico, ai modelli francesi e italiani che non funzionano, mentre quello americano, pur avendo creato le migliori università d’élite, non è migliore in quelle di livelli inferiori." (Ndr. Con quella di quest'anno la Francia ha ottenuto l'undicesima Fields Medal. Quanto all'Italia, chi c'era ai vertici degli esperimenti ATLAS e CMS in cui si è dimostrata l'esistenza del bosone di Higgs? Dei fisici italiani doc. Niente male per un modello che non funziona.)
Esimio Prof. Bagnai
RispondiEliminain questi ultimi giorni, grazie anche a Piketty, si parla un po' di più di uguaglianza e di indicatori sintetici che la rappresentano.
Quali il coefficiente di Gini, con le relative tabelle dei Paesi europei.
Su Wikipedia, però, trovo una classifica più dettagliata e aggiornata, anche in lingua inglese, relativa all'
"L'Indice di sviluppo umano (ISU) (in inglese: HDI-Human Development Index) è un indice comparativo dello sviluppo dei vari paesi calcolato tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa di vita, istruzione e Reddito nazionale lordo procapite. È divenuto uno strumento standard per misurare il benessere di un paese."
Lei, Professore, anche quale econometrista, oltre che come divulgatore scientifico-mediatico-socio-politico, quale riferimento statistico suggerisce di seguire ?
Esimio cosa? Il mio post chiarisce che il potere ha cominciato a parlare della disuguaglianza dopo aver trovato il modo di trasformarla in veicolo di odio sociale e di guerra fra poveri, e che Piketty sta platealmente giocando questo gioco. Punto. Quanto al resto, è ovvio che fenomeni complessi non possono essere misurati in un'unica dimensione, ma ho già dimostrato che i due indicatori veicolano in gran parte la stessa informazione (sono significativamente correlati). Tutta roba che chi lavora nel settore sa.
EliminaChiedo scusa, Professore. Non mi ricordavo del suo articolo di settembre "Disuguaglianza e sviluppo", su questo stesso blog.
EliminaMe lo sono riletto attentamente e, in sostanza, Lei sostiene che in Italia ci sono abbastanza uguaglianza e sviluppo umano.
Riguardando, però, questa lista su Wikipedia:
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_Human_Development_Index
vedo che PRIMA DELL'ITALIA ci sono altri 25 Paesi umanamente più sviluppati. E la posizione, non fra i primi, dell'Italia è riportata anche nel Suo articolo "Disuguaglianza e sviluppo".
Inoltre, se guardo questo studio:
http://en.wikipedia.org/wiki/Social_mobility#mediaviewer/File:Social_mobility_is_lower_in_more_unequal_countries.jpg
mi rendo conto che in Italia siamo messi maluccio, quanto a mobilità sociale.
Ora, non so bene quale rapporto statistico possa esserci fra sviluppo umano e mobilità sociale ma, a buon senso, una relazione (seppure non fortissima) dovrebbe esserci.
In conclusione, come stanno le cose ?
Dopo, se posso, vorrei esprime 2 considerazioni sul "nuovo astro nascente" dell'economia piddina, Piketty :-)
Mi scusi, lei salta alle conclusioni in un modo che desta la mia ammirazione, ma solo dal punto di vista atletico. Sa che non capisco cosa mi sta chiedendo?
EliminaNel Suo articolo "Disuguaglianza e sviluppo" Lei dice che in Italia c'è uguaglianza e sviluppo umano.
EliminaSu Wikipedia, invece, siamo collocati al 26 esimo posto nel mondo, quanto a sviluppo umano: sembrerebbe quindi che le cose non siano così rosee.
Ciò sarebbe, forse, anche avvalorato dallo studio (su Wikipedia) che riporta l'Italia come un Paese a bassa mobilità sociale, quindi con poca uguaglianza.
Il mio dubbio è: in Italia, c'è uguaglianza e di conseguenza mobilità sociale oppure no ?
Mi scusi, non trovo la frase da lei citata. Ha solo un'altra possibilità, nella quale mi potrà riportare il virgolettato, e lo commenteremo insieme. Altrimenti temo che la dovrò classificare fra i troll, categoria nella quale spesso si ritrovano gli inutilmente cerimoniosi. Aspetto fiducioso. Suggerimento: quella è una analisi su più di 150 paesi...
EliminaIl Suo articolo dice: "L'Italia è il grosso punto nero abbastanza in basso a sinistra, nonostante gli sforzi di governi e parti sociali per portarci in alto a destra."
EliminaIo non sono un disturbatore, tutt'altro.
Sono un piddino che La stima e che si basa sul Suo modello anche nelle proprie relazioni presso il PD.
Sono infatti convinto che si debba cambiare passo, anche in politica.
Ed iniziare a considerare gli aspetti tecnici per quelli che sono.
Mi scusi, sa, però capisco che il piddinismo è una brutta malattia, ma, ribadisco: se l'analisi considera paesi come la Bolivia e il Gabon, è abbastanza chiaro che l'Italia ne esca meglio in termini relativi. Non vedo quale sia il punto, dato che a me in quel lavoro interessava delineare una tendenza globale. Poi c'è quello che sanno tutti, cioè che dal punto di vista della disuguaglianza l'Italia era il paese più "americano" (cioè disuguale) d'Europa, mentre era relativamente ben messa come sviluppo umano, ma sta perdendo posizioni, sostanzialmente per via del calo del reddito pro capite. La Germania si sta avviando a guidare la classifica della disuguaglianza fra i grandi europei, però questo non c'entra moltissimo con il discorso che le facevo nel post citato, nel quale mi limitavo a osservare che i paesi a sviluppo elevato (dove si guadagna bene, si è più colti, e si campa di più) sono in media anche quelli con meno disuguaglianza, cioè, in fondo, con uno Stato che fa il suo dovere.
EliminaCapisco che in Italia ciò possa suscitare stupore, però allarghiamo gli orizzonti...
Grazie tante Professore, ora ho capito.
EliminaAspetto il Suo nuovo libro.
Su Piketty la mia PRIMA impressione è: bravo, simpatico e preparato quanto si vuole. Nonostante IO non lo abbia mai sentito rammentare prima di 2 settimane fa.
Ma il punto è che lo stesso Piketty, al di là di voler aumentare l'imposta di successione (senza avere ieri sera specificato in che misura e su quali patrimoni. E c'è MOLTA differenza fra un asse ereditario di 100.000 euro ed un altro asse ereditario di 5 milioni di euro, per esempio), non ha fatto una sola proposta per superare la deflazione e far ripartire la domanda interna.
O almeno io non l'ho sentita.
A proposito della disuguaglianza in Germania:
Elimina"La disuguaglianza e i suoi rischi.
Per dirla ancora più chiaramente, in termini di valori mediani, un tedesco detiene un terzo rispetto agli altri eurocittadini. Un dato decisamente deludente per la prima economia europea. E, purtroppo, vero: secondo il rapporto mensile di giugno 2013 della Bundesbank, la ripresa economica non ha neppure sfiorato i due terzi della popolazione tedesca. Solo una piccola parte della società sembra aver beneficiato di tutto il benessere creato, grazie anche alle riforme strutturali intraprese. Benessere che è confluito nel settore privato e nelle tasche di pochi facoltosi cittadini."
Patricia Szarvas
"Ricca Germania poveri tedeschi"
Ma vedi, il problema è proprio questo. I nostri media ci danno un'immagine profondamente distorta della situazione tedesca. Purtroppo un cittadino tedesco scontento è pericoloso. Io sto cercando di mettere in guardia i nostri prossimi da più anni su questa storia, e nel Tramonto dell'euro ne parlo, ma non mi pare che nessuno ascolti.
EliminaIo ho letto "Il Tramonto dell'euro", dopodiché mi sono trasferito anche su questo blog.
EliminaCome piddino mi domando: con quale MODELLO MACROECONOMICO serio posso dimostrare politicamente che in Italia, negli ultimi 20 anni, la flessibilità del lavoro ha provocato una diminuzione della produttività aziendale ?
Con quale MODELLO ECONOMICO posso provare politicamente a spiegare la funzione degli IDE e affermare a ragion veduta che non necessariamente sono un bene per l'Italia ?
Con quale MODELLO ECONOMICO posso provare ad argomentare politicamente una seria difesa dello Statuto dei Lavoratori e dell'articolo 18 ?
Ad oggi, a sinistra ma non solo a sinistra, l'unico modello che conosco (forse sono ignorante e me ne scuso) è quello di Alberto Bagnai.
Ci sono dei problemi di linguaggio. Per quale motivo ti serve un modello economico per provare politicamente qualcosa? E sei sicuro di sapere come funziona un modello? O hai bisogno dell'auctoritas? Di fatto, messa come la metti tu, sembra che tutti i miei colleghi si esprimano per slogan, e io solo per modelli. Eppure, in questo post, ho citato una ampia letteratura scientifica che risponde alla prima e alla terza delle tue domande.
EliminaQuanto agli IDE, dai ad esempio un'occhiata a questo. Quale ti sembra la morale della favola?
Guarda che io non mi invento niente. Ho solo le palle per dire quello che tutti sanno, ma questo è un altro discorso. Non credo di essere coraggioso. sono solo incosciente.
Allora, se io mi trovassi ad una riunione di un piccolo circolo del PD, magari in veste di delegato al lavoro in segreteria, e dovessi redigere una relazione sulla riforma del lavoro di questo governo, come potrei muovermi ?
EliminaPotrei riportare una serie di fatti, corredati da opinioni e poi spiegare perché sono a favore dell’articolo 18 e ritengo quindi opportuno difenderne l’applicazione.
Oppure potrei fare una relazione scritta, con la premessa che la parte macroeconomica del lavoro si ispira alle considerazioni di un economista di rilievo che si autodefinisce di sinistra e che di recente ha partecipato ad incontri con esponenti del PD, quali Stefano Fassina e Alessandra Moretti. Alberto Bagnai, appunto. Una relazione di una dozzina di pagine, con tanto di cifre e un grafico, magari, e qualche frase virgolettata. Con la descrizione di cosa sono gli IDE e perché possono rappresentare un pericolo per le aziende italiane, sia in termini di bilancia dei pagamenti che in termini di tutela del know how e del segreto aziendale.
Perché Bagnai e non altri suoi colleghi ?
Perché da non tecnico fino a poco tempo fa percepivo vagamente la presenza di economisti in grado di spiegare realmente e oggettivamente fenomeni economici complessi, come gli IDE appunto. Tanto più a sinistra.
Detto da uno che ha un paio di amici del PD, tra l'altro onesti e capaci amministratori locali: qui si tratta di sconfessare apertamente una impostazione politica trentennale, fatta di paternalismo autoritario e/o di fede quasi cieca nella capacità taumaturgica del 'mercato' (qualunque cosa voglia dire). A questo punto, chi sia in mala o in buona fede non è più così importante, ci sono tanti autorevoli studi teorici, empirici e storici, ci sono i fatti, ci sono le proposte di uscita da questa situazione.
EliminaQuello che manca è il coraggio politico di esporsi ed affrontarne le conseguenze, ma questo lo dovete trovare voi. Dovrete senz'altro pagare un prezzo politico, ma quelli come te, che hanno ancora un minimo di coscienza, sono disposti ad aspettare ulteriori peggioramenti di una situazione già critica per tanti motivi? In nome di cosa?
Ho altra scelta ?
EliminaLe scelte in realtà sono tante e il futuro per fortuna non è già scritto. Ci si lavora sopra e lo studio sui modelli di uscita di a/simmetrie ne è un esempio. Fossi in te, visto che hai fatto una scelta di impegno politico (e lo dico senza ironia), mi leggerei almeno una parte della sterminata bibliografia suggerita da Alberto, per poi stimolare una discussione fondata su studi, fatti e fonti autorevoli scientificamente.
EliminaGià sarebbe un esperimento interessante, anche se il mio pessimismo nei confronti di certi ambienti purtroppo mi dice che andrai incontro a comportamenti che tenteranno di squalificarti e metterti in ridicolo. Se a quel punto sceglierai la conservazione del tuo status politico e identitario, potrò anche comprenderlo. Auguri, il tuo non è un compito facile.
Ecco qualcosa che (stesura completa) fa proprio al caso tuo:
Eliminahttp://www.asimmetrie.org/opinions/leuro-la-democrazia-e-la-rappresentanza-impossibile/
Tanto più perchè viene da un tuo compagno di partito. Dopo averlo letto ragionerei anche sulle schizofrenie interne tra analisi lucide (e private) come questa, interventi pubblici sui media e certe decisioni politiche e istituzionali (ovviamente una mia idea me la sono già fatta).
Grazie per gli auguri. So che il mio compito non è facile, ma ti ripeto: non ho altra scelta. E poi sono grande e vaccinato.
EliminaLa mia relazione, basata sulle analisi di Bagnai, ha avuto un discreto successo. Nel senso che non è stata confutata minimamente da nessuno.
Infine, sulla democrazia, con tutto il rispetto per D'Attorre, preferisco leggermi Marcello Veneziani o Norberto Bobbio.
Un saluto :-)
Intanto iersera il sussiegoso Fassina dichiarava più o meno testualmente al Tg 5, a proposito del jobs act: sappiamo da tempo che svalutare il lavoro invece di svalutare il cambio è dannoso non solo per i lavoratori ma anche per l'economia quindi basta.
RispondiEliminaSeguono riflessioni su a quale gioco sta giocando il ragazzo, ma anche sul rilievo mediatico dato da diversi editori a certe notizie. Poco prima sempre sul tg5, servizio sulla presunta ripresa della Spagna, che, dicevano, proprio non si vede se constati la vita quotidiana dei cittadini spagnoli.
Ho visto tutto anch'io e sono sobbalzato. Mumble mumble...
EliminaE non è fuori tema. Io proporrei un Nobel postumo al LOMBROSO , se il tizio ha la faccia da pescecane è uno squalo , se tutto l'entourage di un bischero ha lo stesso tipo di sguardo da pesce impanato , sono pesci impanati e il bischero ,si sa, ha la faccia da speedy-bischero ,resta sempre e solo un bischero . In tutta questa accozzaglia di dementi allo sbaraglio una cosa è certa e ce lo dice il preside del liceo scientifico di Biella , ' non ci sono soldi per il metano , questo inverno il riscaldamento della scuola resta chiuso, mi spiace'
RispondiEliminaColpa della corruzzzzione , delle penzioni e pure del art.18 , ma anche dell'idraulico incontinente che scappa senza fare la ricevuta .
Ma che dire di più , ho passato 2 ora a parlare con uno che dopo 35 anni chiudeva l'azienda quasi in lacrime , ma nonostante questo non voleva capire che il racconto dell'economia è una cosa mentre la matematica è un'altra .
Sovranismo, nazionalismo ecc. cosa vogliono dire oggi? Non dovrebbe significare forse investire nei settori innovativi e strategici della produzione? Non vorrebbe dire evitare politiche estere tafazziane quali bombardamenti sui nostri fornitori energetici (Libia), e sanzioni che ci bloccano le vie commerciali (Russia)? Non vorrebbe dire, in pratica, non essere supini esecutori delle volontà USA? Non significa, come suggeriva Paolo Savona ad Aprile a Roma, cercare alleanze finanziarie esterne all’America? Il sistema globale incentrato sugli USA non replica esattamente la strategia dell’Inghilterra nel diciannovesimo secolo che, nel momento della sua egemonia mondiale, chiedeva (esigeva) agli altri Paesi di specializzarsi in produzione di basso livello (vino in Portogallo, cotone in America) tenendosi stretta le produzioni ad alto valore aggiunto? Non è questo (il nostro essere vincolati alle politiche diplomatiche, militari, finanziarie, economiche americane) il problema dei problemi?
RispondiEliminaHa scritto tutto quello che vogliono sentirsi dire i comunisti dell'Illinois.
RispondiEliminaHo posseduto una coppia di basilischi plumifrons (qui un bellissimo maschio), e guarda caso, al maschio avevo dato il nome di Marco, e alla femmina Valentina. Marco era per certi versi, sempre molto sulle sue, e non sono mai riuscito a farlo ragionare, infatti ogni volta che dovevo maneggiarlo per cure o alimentazioni specifiche, come parti di cuore di bue per motivi di dieta, erano dolori, tentava di mordermi e spesso lo ha fatto, mentre Valentina era abbastanza docile e si faceva prendere con facilità e carezzare, provandone evidente piacere. Da quello che ho letto di Marco sul blog e su Valentina, credo ci siano alcune analogie di carattere tra i miei splendidi ma inquietanti animali (vale solo per il maschio) e Marco e Valentina.
RispondiEliminaDopo questo breve racconto di faccende personali che spero siano prese per quello che sono, cioè come ricordi di una lontana passione di terrariofilo in fase di rincoglionimento senile, passo a Piketty ed al suo passaggio in Italia di questi ultimi giorni.
Ieri sera un oscuro individuo, che ogni tanto compare come esperto di economia, tal Alessandro De Nicola e che somiglia a tanti altri suoi simili di area ultraliberista, noti per volere il bene dei poveri, ma anche, per chi abbia un minimo di conoscenza di dati reali, noti per il gran numero di falsità clamorose, come su consequenzialità fra svalutazione ed inflazione, o che la Svezia cresce perchè ha tagliato la spesa di 20 punti etc.(potrei tranquillamente ricordare centinaia di luoghi comuni e di falsità), si tratta ovviamente della parte di individui più mediocre degli adepti della cupola eurista, i quaquaraquà, ha contestato a Piketty (da Santoro), beccandosi risposte sprezzanti ed ironiche dal giovane venditore di fumo francese, forse le uniche cose che non ha scritto, cioè le previsioni deterministiche rispetto alle sue analisi. Ma vedo che anche Boeri fa la sua parte, in maniera certamente meno cialtrona, ma parimenti facendo opera di disinformazione, giocando tutta l' intervista, insieme al suo interlocutore, su argomenti e soluzioni ipotizzate irrealistiche e luogocomunistiche. Si credo che non ce lo meritiamo, ma purtroppo ci dobbiamo sorbire queste immonde schifezze, come ulteriore punizione/passaggio catartici.
:D Piketty! Se uno piace ai bocconiani io diffido…
RispondiEliminaEccolo cucinato a dovere da Mascheroni…
Lo strano caso del marxista nel tempio del capitalismo
P.S. è proprio di moda! Adesso intervistato da Radio anghe io…
Intervista i "integrale" presto sul poorcast di RAI 1 XD
"Populista, per la sinistra, è il popolo, quando non fa ciò che l'élite vorrebbe" E queste per me sono le colonne d'Ercole: non se ne esce, perché c'é la fine del mondo! Il discorso politico di fondo é, per come lo capisco io, "se attuassimo la democrazia sarebbe il disastro!"
RispondiElimina(Leggermente OT: a giudicare dal post, forse non sbaglio completamente nel considerare assurdo vedere casa propria come una ricchezza.)
Ieri sera era pure a Servizio Pubblico: poi si meravigliano della crisi dei talk show.Quanti decenni sono che trattano sempre gli stessi problemi e sempre dallo stesso punto di vista?Mi meraviglio che la gente stia incominciando solo ora a spegnere la tv e chiudere i giornali per cercare altri canali d'informazione.Tra l'altro ho anche compreso perché mi hanno segato malamente ad Announo: in certi luoghi non è permesso il dissenso.
RispondiEliminaBuona giornata.
P.s: Ha visto come stanno costruendo alacremente il consenso per la prossima patrimoniale?Non perdono tempo...
Prossima patrimoniale.
EliminaAvrei casa in italia incomincerei a preocuparmi sul serio.
Dalla classe politica italiana attuale c'è da aspetarsi di tutto, dopo l'IMO forse si inventano la tassa "c'è lo chiede l'europa".
Poi ci sono quelli che dicono "l'euro protegge i miei risparmi"
Ma questi non si aggorgono che vengono presi per il culo.
Capitale cash si piu facilmente trasferire al estero una casa, no.
E' chi dice che il PD nel suo delirio europeo non incominci a tartassare le case ? La ricchezza del italia sta proprio nel mattone, E' la Bundesbank tedesca lo sa benissimo.
Che delusione Picketty...scrivere un libro di 400 e rotte pagine, che, anche dal titolo, richiama (volontariamente o involontariamente) il titolo della capolavoro di Marx, e poi ripetere pedissequamente le opinioni che qualsiasi piddino con la quinta elementare potrebbe agevolmente sciorinare. Mi consolo con la prossima uscita del suo libro professore, che sarà sicuramente un successo così come lo è stato "Il Tramonto dell'Euro". Una domanda, ha pensato di farlo tradurre in lingua inglese? Penso che all'estero avrebbe lo stesso successo che ha avuto in Italia.
RispondiEliminaQuando si cavalcano talk show, salotti ed incarichi prestigiosi, o si e' geniali (e riconosciuti quando ancora in vita) o si e' geniali nel lobbying. La statistica cosa ci dice...? We are in it only for the money, accusava zio Frank, senza dover scomodare piu' antichi ed immensi avi.
EliminaIn pratica Piketty (in tv) dice:
RispondiEliminaciò che accade ora non è una novità, è già accaduto in passato, QUINDI dobbiamo affrontarlo in modo DIFFERENTE dal passato.
Perché? Boh.
Proprio l'altro giorno in libreria ho visto il suo ultimo libro.
RispondiEliminaPerchè quello che dice non avrà successo? semplice, ha scritto la bellezza di oltre mille pagine che avrebbe potuto condensare in un semplice ed efficace: "più europa".
Che in italia diventa "più europa per Totti", interpretando dati reali, come quelli relativi alla redistribuzione della ricchezza, in modo distorto e funzionale al progetto fallito della demolizione dei singoli stati a favore degli SUE.
Al contrario, la ricetta ha prodotto un vistoso ritorno al nazionalismo come valore, basti osservare come e quanto l'Inghilterra benefici dell'esercizio della sua sovranità in campo economico e le scelte politiche ormai ampiamente consolidate degli elettori francesi.
Io mi sarei fermato alle considerazioni fatte sul nazionalismo: chiunque lo additi in vista di una sua riedizione "in grande" per la creazione del superstato nazionale asettico e tecnico è in manifesta contraddizione e malafede.
Aggiungo che si sta a mio parere dando infine troppo spazio a uno che in fondo sta solo rivestendo gli stessi mantra fallimentari, come il già visto "più europa" e potremmo aggiungere anche il "non possiamo più tornare indietro" con una cornice di novità e di possibilità risolutoria degli attuali problemi, insomma questo economista sta all'economia come Renzi sta alla politica.
Nihi novi sub solem.
"Il debito pubblico aumenta ovunque negli anni '80 a fronte di una generale tendenza alla compressione dei salari, come mostro nel mio prossimo libro, e quindi ha beneficiato sostanzialmente l'impresa privata, che si sarebbe altrimenti trovata fin da allora a fronteggiare una crisi di domanda, come ci siamo detti più volte."
RispondiEliminaHo capito ma forse anche no. I salari venivano via via compressi e il pubblico ci metteva una pezza? Nel senso di prestazioni sociali?
Ma come? Anni e anni di predicazione donaldiana, e coi saldi settoriali ancora qui stiamo?
EliminaNel senso di spesa pubblica=reddito privato
EliminaDonald in caso è la ragione della confusione :D
Eliminao forse era un argomento compreso tra pagina 178 e pagina 179 paragrafo 3, che poi erano quelle che LEI aveva detto di non studiare per l'esame. :P
no avete frainteso io il principio ormai lo conosco bene! :D era per capire meglio il modo in cui, a fronte di una diminuzione del reddito privato, si è verificato un aumento della spesa pubblica.
EliminaLa spesa pubblica, se la intendiamo come spesa per la gestione statale, non è aumentata, casomai è aumentata "l'indipendenza" della banca centrale dalla gestione statale.
EliminaI salari si comprimono, aumentano i
debiti privati al consumo (che fanno lievitare l'inflazione sopratutto alla periferia), i salari continuano a contrarsi, i debiti non bastano più a sostenere la domanda, si contrae anche la domanda di beni e l'economia ristagna, i debiti non vengono ripagati; alla fine lo stato si indebita ulteriormente (ma non in prestazioni sociali) appunto per mettere una pezza alle banche, nostre (ricordi la vicenda monte dei pacchi di Siena?) e sopratutto degli altri. Infine la banca centrale "indipendente" finalmente interviene ma quando ormai gli squilibri sono diventati ormai ben consolidati.
Tutto questo a chi giova? Perché sicuramente a qualcuno giova e non poco.... forse al famoso 1% di noi?
Alla élite?
A Fassina?
La cassa integrazione adesso te la pagano con i soldi risparmiati dalla chiusura di un qualche ospedale.
Visto che ho avuto modo di verificare che, su twitter, diversi colleghi economisti del prof. sparano cazzate, mi avventuro, senza ritegno, in una spiegazione della relazione "compressione salari" - "aumento del debito pubblico".
EliminaA partire dagli anni 80, a livello mondiale, si assiste ad una contrazione dei salari. Tuttavia il PIL mondiale continua a crescere, questo è sintomatico del fatto che stanno aumentando le disuguaglianze e che la ricchezza si sposta dai lavoratori ai capitalisti, determinando un aumento del risparmio privato. I capitalisti anzichè re-investire la loro ricchezza, accumulano patrimoni. Risultato di quanto descritto: il settore privato si privato si impoverisce. Se il saldo privato diminuisce uno degli altri due saldi, pubblico o estero, deve aumentare. Poichè abbiamo considerato il mondo intero, il saldo estero è zero => l'unica saldo che può aumentare è quello pubblico ovvero il fabbisogno degli stati che determina a sua volta un aumento del debito pubblico.
Sono profondamente scoraggiato. L'ho spiegato al goofy2 e al parlamento europeo (post: Lezioni dalla crisi) e non ci avete evidentemente capito nulla. Quindi a nulla servirà il libro che ho scritto. Sarete sempre alla mercè dei ciarlatani, che si presentino come tecnici, o come rivoluzionari.
EliminaAmen.
Simone, fammi il cazzo di favore di guardarti il mio video a goofy2. Sta su a/simmetrie.
Ho visto su youtube il suo video a goofy2, per ora fino al minuto 30. La sua esposizione è chiara, soprattutto qualche analizza il modo in cui singoli Paesi hanno finanziato la crisi di domanda legata alla contrazione dei salari (USA/Italia con debito pubblico, Germania con l'estero).
EliminaIo non volevo andare a parare sul modo in cui i singoli hanno finanziato il settore privato, ormai è chiaro a tutti il giochino che ha fatto la Germania. Io volevo spiegarmi il fenomeno con i saldi settoriali aggregati a livello mondiale, dicendo appunto che era inevitabile un'esplosione globale dei debiti pubblici, perchè se I - S + F + CA = 0 e, se CA = 0 (a livello mondo), se I - S si riduce è F che deve aumentare. La mia spiegazione è così "ad minchiam"?!
Ferri, credo tu non abbia capito nulla. Dici che il settore privato si impoverisce, quindi si arricchisce quello pubblico, ergo cresce fabbisogno e debito pubblico. Ma ti pare abbia senso??
EliminaDove sta scritto? Ho scritto semmai che F aumenta e di conseguenza il debito pubblico. Guarda io sono ignorante e non lo nego, sono qui con umilta' e cerco di capire. Tu cerca per favore di leggere con attenzione prima di esprimere giudizi
Eliminaha ragione prof, ho riguardato il filmato, è chiaro. L'esborso pubblico è aumentato in corrispondenza della compressione salariale, e di questo hanno beneficiato le imprese che si sono viste sostenere la domanda interna dallo stato, hanno quindi prosperato (e molto, visto che la quota salari nel frattempo andava riducendosi) grazie al debitobrutto. Mea culpa..
Elimina...che poi vorrei capire una cosa: parlano tanto di patrimoniale sui grandi patrimoni (presumo si riferiscano ai GRANDI patrimoni di cui disponiamo anche noi lettori del blog), di recupero dell'evasione... e poi quando beccano la selvaggina grossa cosa fanno? Un cazzo, fanno!
RispondiEliminaVedasi casi di Pavarotti, Rossi, Capirossi, e compagnia cantando.
Devi 100 milioni al fisco? Daccene 30 e la chiudiamo qua.
Se questo è un modo per recuperare l'evasione!
A parte tutte le puttanate che ci hanno raccontato in questi anni, tra blitz a Cortina, il Befera di turno, i SUV, etc...
Vai a vedere i dati del "recuperato" annuo e scopri che siamo sempre lì, lira più lira meno.
Azz... volevo dire euro più euro meno.. :-)
(sono un tantinello alterato stamattina, mi scuso per il linguaggio da haute cuisine française)
Lo trovo comunque appropriato all'autore che stiamo commentando.
EliminaYessir, p.ppe e p.ttanate. Hanno imposto un superbollo alle auto potenti - e meraviglia le vendite sono crollate in Italia mentre abbondano targhe estere. Ma se ho un metro cubo di euri da spendere per un auto, non c'avro' du' litri per far "gestire" la cosa? E quelli che hanno solo mezzo metro cubo, si prendono quella piu' piccola, facendo diminuire il gettito in assoluto. Almeno la Cermania le macchine veloci, visto che le fa, le fa pure correre sulle autobahn. Coerenti - nell'idiozia, ma coerenti, as usual.
EliminaRossi e Pavarotti?
EliminaDilettanti. I crucchi si che ci sanno fare col fisco italiano:
http://www.corriere.it/economia/12_gennaio_02/sconto-ai-tedeschi-della-bosch-ma-pagano-al-fisco-300-milioni-luigi-ferrarella_f68bcd34-3527-11e1-a9e9-f391576f69b4.shtml
Questa estate mi sono letto, sotto l' ombrellone, un libro di Zygmunt Bauman (quello della "società liquida").
EliminaAnalisi molto interessanti e corrette con cenni storici alla evoluzione del pensiero liberal-democratico occidentale anche preziosi.
L' analisi sui guasti della cosìdetta "globalizzazione" è sostanzialmente giusta. PERO' anche lui, guarda il caso, RITIENE IMPOSSIBILE "TORNARE AGLI STATI NAZIONALI", anzi, lo ritiene sbagliato proprio.
Credo proprio che Piketty -come Bauman- faccia parte di quella io chiamo "intelligentia piddina internazionale" ("de" sinistra).
Sono, in pratica, le "fonti primarie" dei nostri para-intellettuali alla Augias e compagnia.
@bargazzino
EliminaOddio, 100 mi'oni non è che so' bruscolini, ma ovviamente ho capito perfettamente il senso della tua osservazione.
Che ci vuoi fare, siamo sempre lì:
too big to fail (gli stati)
too big to jail (le banche americane che riciclavano qualche miliardata di dollari dei narcotrafficanti messicani)
..e ora.. rullo di tamburi!!
TOO BIG TO PAY
ahahah.. che nel caso del povero Pavarotti il big si poteva intendere in tanti modi... ma forse nel suo caso sarebbe stato più corretto parlare di "too large"... :-)
"too large to pay" DEVE entrare nel vocabolario di "Goofynomics"!
Elimina:-)
Ali..mort...ac
RispondiEliminae poi dicono che i cetrioli fanno bene.
'Stavolta è francese, ed i boccaloni si fanno incantare, spegnendo forse l'unico neurone rimastogli, appena sentono parlare di patrimoniale sui ricchi.
Ma 2 conti li sanno fare? Sanno, tolto quelli veramente ricchi chehannoisoldialtrovecioènoninItalia, che 'italiano medio ha una casa ed un reddito reale in continuo ribasso?
Avere una casa di proprietà, dico una, non significa essere ricchi.
E come verrebbe pagata, questa bella patrimoniale, se non si hanno i soldi per pagarla? Gli diamo un pezzo del mio cexxo, o vogliono che mettiamo in vendita qualche organo?
Si dice che la mamma dei cretini è sempre incinta.
A quando una bella isterectomia?
Anche oggi Piketty ha fatto la sua comparsata in TV; allora quale è il problema e come se ne esce? Tassazione fortemente progressiva sulle case oltre i 100.000 euro di valore immobiliare. Corollario: il patrimonio degli italiani è il più consistente d' Europa, pari a 8 volte il PIL nazionale, ergo Monti ha sbagliato facendo pagare con la stessa aliquota case di valore fortemente differenziato.
RispondiEliminaMi ritorna in mente quanto accaduto per la prima casa, all' epoca dell' IMU, quando un mio caro amico con reddito triplo del mio, proprietario in un capoluogo laziale, di una villa di 200mq e 2000 mq quadri di parco, pagò meno ( circa la metà) del sottoscritto che possiede una decorosa prima casa di 125 mq in un discreto quartiere romano.
La sagra del luogocomunismo continua senza discontinuità, sulle TV nazionali; con eventi speciali che vanno in onda periodicamente su quelle RAI.
Per chi desidera divertirsi a vederli tutti, qui c' è il quadro complessivo (non vi meravigliate quando lo aprite, non si tratta di Mario Monti travestito da romantica donna inglese, ma della dolce signora Anna Maria Tarantola.
Rammento che, in virtu' delle note identita' contabili, al netto di IDE ed investimenti esteri, il flusso annuale di risparmio privato Italiano finanzia tanto le spese di investimento delle imprese, quanto il disavanzo pubblico, quanto le esportazioni nette.
EliminaS + M = I + (G + TR - T) + X
A sinistra nell’identità vediamo infatti le risorse, costituite dal risparmio nazionale più le importazioni mentre a destra troviamo gli impieghi, investimenti privati interni, disavanzo pubblico ed esportazioni.
Gia' con l'inasprimento (ai tempi di Monti) della patrimoniale sugli immobili (IMU, TASI, TARI) si e' ottenuto di diminuire sensibilmente S, cioe' aumentare T (e contestualmente ridurre pure M, come evidenziato nei numerosi QED del Prof.).
Puo' Piketty (o chi per lui) sostenere che, in un regime di cambio fisso, con un ulteriore inaridimento delle fonti, cioe' un aumento insensato delle tasse sul reddito e/o un ulteriore inasprimento della patrimoniale sugli immobili e/o delle tasse di successione, si possa mai migliorare il PIL o ridurre la disoccupazione?
Io credo proprio di no e quindi in assenza della controprova di Piketty e dei suoi sostenitori propendo per la cialtroneria sua e di chi lo sostiene.
Adesso si capisce perchè la Bundesbank 2 anni fà pubblicò uno Studio sui patrimoni dei singoli stati europei.
EliminaE' lì venne fuori che proprio gli italiani sono molti ricchi, il patrimonio però è concentrata nei immobili.
I tedesci invece che i loro soldi li hanno bruciati nel dot.com bubble è nel subprime si collocano molto in basso.
Ma l'italiano medio si sente protetto dal euro. no comment!
@Luca Cellai
EliminaE' accaduto che il mercato immobiliare, ha ceduto esattamente dopo l' arrivo di Monti;
- le cause sono state da una parte il grave problema della forte riduzione dell' erogazione dei mutui; pag.27 grafico di questo ottimo e vasto lavoro sulla crisi immobiliare. Ma interessante è anche il grafico di pag. 29, sulle sofferenze. Indubbiamente il distruttore di domestic demand, ha fatto la sua porca figura anche in questo settore.
- l' aumento della tassazione sugli immobili, pari a 0,5 punti di PIL, tra 2011 e 2012, ha inciso, ma apparentemente non in maniera così pesante quanto la precedente motivazione. Già nel 2009 eravamo al 2,7% del PIL, per effetto delle politiche di Visco/Prodi.
- a mio avviso, la tassazione sulla proprietà, oltre la prima casa (circa il 30% del totale), molto pesante, insieme alle difficoltà legate alla caduta dei redditi e del risparmio, ha influito molto sul valore di quegli immobili residenziali, influenzando tutto il comparto;
- a questo aggiungerei anche il deterrente dell' attività di controllo molto pesante dell' AE sulle compravendite, data l' unificazione dei catasti con le AE, e le misure di verifica da parte notarile, delle fonti di provenienza delle liquidità per le transazioni.
Io credo inoltre, che nelle misure di depressione sul comparto, forse c' era l' idea rivelatasi errata di privilegiare in maniera surrettizia i beni tradable a favore di quelli non tradable; ma in Italia il comparto immobiliare vale complessivamente circa un 20% del PIL (vedi fig.1 pag 13), quindi capiamo che la sua depressione spinta ha rappresentato un enorme problema.
Rivalutare l' intero settore, uscendo dall' euro, perchè restando, per tutti i motivi che conosciamo, potrebbe rappresentare un notevolissimo e straordinario stimolo per una rapida ripresa.
"E' accaduto che il mercato immobiliare, ha ceduto esattamente dopo l' arrivo di Monti;
Elimina- le cause sono state da una parte il grave problema della forte riduzione dell' erogazione dei mutui"
Il patrimonio immobiliare e' uno stock di ricchezza.
Le variazioni dello stock dipendono dai flussi di risparmio (S) indirizzati verso le compravendite immobiliari.
Meno risparmio significa ineluttabilmente meno compravendite immobiliari.
Se teniamo conto che la grandissima parte delle compravendite immobiliari riguarda immobili di non nuova costruzione (e' come se fossero auto usate) risulta di tutta evidenza che l'impatto sul PIL della erogazione o meno di mutui immobiliari per queste compravendite e' zero.
La compravendita di immobili di non nuova costruzione genera in effetti solo un aumento delle tasse.
Siccome non ritengo che ci siano le condizioni per desiderare un rilancio delle nuove costruzioni (altro discorso in caso di recuperi e valorizzazioni edilizie), per me la patrimoniale sugli immobili ha come unico effetto effetto negativo quello di ridurre il risparmio privato, che insieme alle importazioni sono le fonti necessarie alla crescita (e quindi al riassorbimento dei 13,5 milioni di disoccupati odierni).
Il neuro produce i suoi effetti nefasti sull'economia e sulla democrazia proprio perche' rende non remunerativo ogni possibile impiego del risparmio nei Paesi periferici.
Questa e' la ragione piu' profonda perche' i piddini ed i pudisti odiano ogni foma di risparmio.
E' perche' proprio espropriando il risparmio privato che si rende irreversibile il neuro.
Perche' con l'esproprio del risparmio si rende piu' difficile (se non impossibile) anche la eventuale ripresa in caso di ritorno alla Lira.
Per tagliare definitivamente i ponti dietro il neuro e' la cosa piu' naturale da fare da parte di questa banda di maledetti sociopatici manipolatori che ha preso il controllo dei governi.
Per fortuna che i sociopatici ed i manipolatori alla fine finiscono sconfitti (e nei casi migliori non muoiono neppure nel loro letto).
Mio caro Luca,
Eliminail comparto immobiliare comprende molti sottosettori tra i quali c' è quello delle ristrutturazioni, della riqualificazione ma cì sono anche la progettazione e tante altre attività indotte. Poi c' è il settore creditizio. Le nuove costruzioni completate tra 2009 e 2013 sono state circa 800.000 (pag.14 del documento AITEC), ma tra 2009 e 2013, anno su anno, il decremento è stato di [250.000 (2009)-100.000(2013)]=150.000 che sul dato 2009 da - 150.000/250.000= - 60%
Per ora mi fermo qui perchè debbo uscire, ma tornerò sulla questone del risparmio, delle compravendite di nuovo ed usato, dell' immobiliare residenziale e non.
In ogni caso, non lo dico io che alla formazione del PIL per il 20% contribuisce il settore Immobiliare ma la Banca d' Italia, ora se tra 2009 e 2013 il PIL è calato di 8 punti, evidentemente c' è stata una componente legato al comparto. Quanto abbia inciso su questo calo, non so dirtelo ora, ma tenterò di farlo.
Visto lo sponsor italiano, credo l'operazione PIK serva come 'allegoria economica' per permettere l'uscita dei soliti noti, de sinistra, dal mainstream n-eurotico.
RispondiEliminahttp://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/10/09/fisco-leconomista-piketty-perche-in-italia-serve-tassa-sulleredita/300415/#disqus_thread
RispondiEliminaMinuto 3 e 10 secondi: "linflazione è una tassa sui poveri"
Che l' inflazione sia una tassa è una classica idea della destra piu' becera e arrogante, che sia una tassa sui poveri poi è semplicemente demenziale.
Pikkety è un vero "marxista dell' Illinois", nel senso che è il Milton Friedman (quello della scuola di Chicago -illinois) "de sinistra".
L' idea della tassa di successione è di tipo liberale (infatti Luigi Einaudi ne era innamorato).
Dice (per semplificare): Il mercato assegna la ricchezza (E LO STATO NON DEVE INTERFERIRE), quando crepi, con la tassa di successione, riequilibri il NATURALE squilibrio creato dal mercato (che tende a concentrare le ricchezze, dunque, dopo un po' di generazioni ti ritrovi nel feudalesimo, senza correttivi) e con il ricavato do un po' di elemosina ai poveracci (il reddito di cittadinanza)
L' IDEA SOCIAL-DEMOCRATICA (che io condivido e che la nostra Costituzione formalizza)
Dice:
Io Stato garantisco A TUTTI UNIVERSALMENTE dei DIRITTI inalienabili: Il diritto alla salute, all' istruzione, ad un lavoro DIGNITOSO e COMUNQUE con una paga DIGNITOSA e anche alla tutela del risparmio e alla proprietà privata (FINO A CHE QUESTO COINCIDE -e puo' benissimo coincidere- CON L' INTERESSE SOCIALE).
(insomma, l' idea liberale è di una redistribuzione a valle del processo economico, l' idea progressista/social-democratica è di una redistribuzione A MONTE di tale processo)
Avete capito perché c'è tutta sta propaganda per questo novello "rivoluzionario" "de sinistra"? Avete capito perché TUTTI i giornaloni di lor signori (magari con cittadinanza svizzera) gli fanno tutta sta propaganda?
E,
EliminaAvete capito perché nelle social-democrazie, DA SEMPRE, l' ascensore sociale funziona meglio che nei regimi più liberali?
Ma davvero c'è stato bisogno di chiarire che se scrive "ricevo e volentieri pubblico" quel che pubblica è quel che ha ricevuto da terzi? Questi che commentano senza capire sono fino più più svegli del wannabe troll di stamattina...
RispondiEliminaAtlas e Cms?
RispondiEliminaUn epilogo ottimistico, su un testo decisamente più solido.
Forse qui occorrerebbe qualche cautela, ancora.
Per dirla soffice.
La dica dura, in che senso l'epilogo è ottimistico?
EliminaGrazie
Chiedo scusa, ma ci sono tante cosa da fare anche per me, dunque arrivo solo ora e con qualche ritardo.
EliminaNon so se è conveniente dilatare il discorso specifico sulle scoperte al Cern in un blog di economia, e il mio intervento voleva solo richiamare al fatto che spesso, nell’intercalare dialettico, si invocano in modo retorico corroborazioni, e poi si raccolgono conferme, da ambiti distanti che hanno un sicuro riscontro solo nel sapere generico, o sostanza solo nelle propagande giornalistiche, ma che conservano nel loro proprio territorio una specifica spinosità. E magari queste inutili e precarie corroborazioni sono del tutto ininfluenti per il ragionamento svolto; ed è questo il caso che avevo osservato, e stigmatizzato sopra.
Per farla breve, nello specifico, per quanto riguarda la storia del Bosone di Higgs occorre pazientare ancora un poco, prima di essere sicuri che non si tratta della riedizione modificata della vecchia storia del mesone mu (o mi come, inutilmente, si affettano a correggere gli studenti del classico), e che quindi si sia costretti a chiamarlo magari higgsotrone.
Credo saranno in molti a seguire Piketty, perfino quelli che questa situazione economica l'hanno creata e i giornalisti che l'hanno spinta a più nono posso. E' un fenomeno troppo pubblicizzato per non farti sorgere il dubbio che sia l'uomo giusto per indorare il pillolone e per mandare avanti lo show.
RispondiEliminaIo mi consolo ascoltando la signora Le Penin:
https://www.youtube.com/watch?v=CPNUYpQ48Bw
ed ammetto che un pò invidio i francesci, almeno loro hanno qualche politico che, seppur collocato a destra, si esprime con una chiarezza che difficilmente ritrovo a casa nostra.
C'è una cosa che mi sfugge: perché essere statunitense (limitatamente al campo economico/scientifico?) è prova di buona fede? Sono pronto ad essere piallato/asfaltato/ecc...
RispondiEliminaPerché implica il non capir nulla della biodiversità culturale europea (vedi Stiglitz, Krugman,...). Se vedi gli USE dagli USA sei scusabile. Se li vedi da qui o ti pagano o...
Elimina...o sei piddino, che forse è peggio di essere venduto. Grazie prof :-)
EliminaBoeri:..Pochi studiosi poi hanno il coraggio di trarre dalle loro ricerche delle lezioni generali. E, riconoscendo che l’economia non è una scienza esatta ma ha pretese normative...
RispondiEliminaPiketty:...gli economisti fondano le loro analisi su sofisticate teorie matematiche, mostrando poco contatto con la realtà (questa è una perla di verità in quanto parla chiaramente di sè e si autoesclude dalla categoria.Perciò non è un collega economista,per lui sarà come,che ne sò,avere un titolo nobiliare).
Eppoi,sempre Piketty:...offrire uno sguardo nuovo, valido scientificamente.
..o ti pagano o...
A.A.A. cedo copia di "Capital in the twenty-first century" in buono stato in cambio de "Il tramonto dell'euro" anche se non in buon stato :))
RispondiEliminaBagnai-sensei, confesso di aver letto il libro e per venire incontro all'autore, l'ho craccato in pdf così non diventa più ricco e c'è meno disuguaglianza.
Ho sicuramente imparato un sacco di cose che non sapevo però non ho trovato quello che cercavo: né le domande giuste e di conseguenza le risposte.
Per metterla giù con le sue parole:
"è un sintomo della disuguaglianza, quindi qualsiasi terapia "aggredisca" il debito è destinata a non incidere realmente sul problema."
Appunto. Se è il sintomo, ci sarà la malattia. Qual'è? Questo non c'è scritto. E dubito seriamente che senza conoscere la malattia si trovi la cura.
Torno a Stiglitz che è decisamente meglio.
" But in spite of the financial market’s ideological commitment to what is called capital market liberalization (allowing capital to move freely in and out of a country)—an ideology consistent with the markets’ self-interest—in fact such liberalization doesn’t promote economic growth; it does, however, lead to increased instability and inequality."
(J.Stiglitz, The Price of Inequality, pag. 360)
Chinacat
Carissimo chinacat, manca il link del PDF craccato del "Capitale" del francese. Per par condicio...
EliminaIl tramonto l'ho di carta, pagato, e in PDF piratato. Sempre per par condicio.
P.s. mi servirebbe anche il link al più grande successo dell'euro. Oppure il post dell'altro giorno è stato un errore der cavajere... ? (Non c'è nemmeno gusto ormai a cercarsi l'asfaltata)
P.p.s. io vorrei venire al goofy3 (sto trattando con la moglie), ma mi servirebbe un posto letto a poco (faccio l'insegnante e Renzo mi vuole abbassare lo stipendio). C'è qualcuno che può darmi qualche idea?
E mi servirebbero informazioni su come rompere le palle ar cavajere nero a cena o a pranzo, visto che qui in vicepiddinia (Modena) non ci viene a suonare né a presentare libri. Ha trattato cosi male gli ingenieri (giustamente!) che un piccolo risarcimento morale penso di meritarlo. LUI dove mangia? E dove beve? La mia minaccia si chiama nocino di Spilamberto (nella più sana tradizione mikebongiorniana), ma come sanno i miei studenti, sono come Paganini... Carpe diem (qualunque cosa voglia dire, ho fatto il tecnico).
Futilità per futilità: aridatece Lombroso.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaD'Andrea chi? Interessa Bombolo contro Maciste? Mi sembra un esperimento un po' anni '60. Stai correndo un rischio.
EliminaCito Mario Amabile:
RispondiElimina"Credo saranno in molti a seguire Piketty, perfino quelli che questa situazione economica l'hanno creata e i giornalisti che l'hanno spinta a più nono posso. E' un fenomeno troppo pubblicizzato per non farti sorgere il dubbio che sia l'uomo giusto per indorare il pillolone e per mandare avanti lo show."
Una citazione dal Piketty prima maniera: "In altre parole, su un periodo di 25 anni (1979-1995), tutto sembra aver funzionato secondo le previsioni della teoria classica della divisione capitale/lavoro: la quota dei profitti diminuisce quando le lotte sociali permettono di strappare consistenti aumenti salariali e aumenta quando viene imposto il rigore ai lavoratori, senza che questo peraltro si traduca nella creazione dei nuovi posti di lavoro promessi." Ho solo sfogliato il nuovo libro, ma si tratta di uno studioso irriconoscibile. A parte che prima affrontava la questione delle disuguaglianze in modo un po' più articolato che limitandosi ai redditi e alla ricchezza, il passaggio che ha messo in atto è davvero notevole. Prima di partiva da un conflitto capitale/lavoro che si manifestava nel concreto a partire dalle azioni e dalle decisioni degli attori in gioco. Nel nuovo Piketty invece si parte dalle leggi di base del capitalismo, intese come leggi puramente fisiche. Quindi le disuguaglianze si produrrebbero da sé, senza che nessuno cerchi di favorirne o evitarne l'insorgenza. A ben guardare può essere classificato fra i filosofi e non certo fra gli economisti.
RispondiEliminaGrazie Bagnai ... Qua si sta in trincea ... Mi diverte molto leggendo i commenti l'uso di pseudonimi e Nickname ... Credo rappresenti un segnale di attenzione da parte di NON schierati che abbiano a perdere facendolo .. Vigliacco ma pur sempre un segnale positivo per NOI che ci crediamo
RispondiEliminaLe riscrivo dopo 6 anni.
RispondiEliminaNel frattempo a Professore si è aggiunta la qualifica di Senatore, e questo entrare fattivamente nell’agone le fa onore.
6 anni sono molti o pochi a seconda del punto di vista.
Nel frattempo Piketty ha dato alle stampe nel 2020 il suo “Capitale e Ideologie”.
Ne ho letto solo pochi capitoli, quelli che mi apparivano decisivi per apprezzarne il collocamento ideologico.
La definizione della Lega e del M5s come forze Social-Nativiste e udite udite “La Lega si è riconvertita come partito nazionalista e anti-immigrati, concentrato sull’espulsione degli stranieri e nella denuncia dell’invasione nera e musulmana che minaccerebbe la penisola. La Lega raccoglie il consenso di un elettorato popolare, schierato pesantemente contro l’immigrazione sopratutto nel nord del paese, dove il partito ha un importante base di quadri e di lavoratori autonomi che denunciano il peso eccessivo del fisco.” confermano quanto Lei a tratteggiato nel suo Post che trovo nel 2021 attualissimo.