Da "Il tramonto dell'euro", der Cavajere Nero, Reggio Emilia: Imprimatur, p. 199
Al mercato della frutta
Un mio maestro si esprimeva spesso con un contenuto sarcasmo
verso gli economisti che lui definiva “di palazzo”, quelli che a fare la spesa
non ci vanno mai, e quindi ignorano i problemi della gente comune. In effetti,
nella mia esperienza personale, non posso che dargli ragione. Al mercato,
quello vero, quello rionale, s’imparano tante cose. Sentite cosa mi è successo
un paio di mesi fa.
Ero al mercato del Trionfale, in cerca di niente di particolare.
Mi colpisce su una bancarella una cassetta di ciliegie all’insolito prezzo di 6
euro al chilo. Capite, vero, a cosa mi sto riferendo? Alla drupa del Prunus avium, sì, quell’oggettino che
prima dell’entrata nell’euro, per chi se lo ricorda, si trovava anche a 6000
lire al chilo, e che quindi oggi te lo trovi a 12 euro (voi direte: “No, scusa,
a 6 euro!”. E io vi dico: “Ma ci andate al mercato? Sarete mica economisti di
palazzo...”). Insomma, questi 6 euro, per un economista, e per di più goloso...
attiravano l’attenzione...
A mia volta attiro l’attenzione del fruttarolo (si chiama
così), chiedendo un chilo di ciliegie. Iniziano le solite manovre: prima, con
abile gesto, le prende da sotto il mucchio (dove ovviamente era solo tenebra,
stridor di denti e muffa). Allora io gli significo con cortese fermezza di non
provarci, che preferisco quelle buone. Poi me ne carica un chilo e mezzo. Ma io
che ci faccio con un chilo e mezzo? E gli chiedo di scaricare il piatto della
bilancia. E qui subentra la mozione degli affetti: “Guardi, dotto’, si mme le
porta via je faccio ’n prezzo”. Insomma, come quello delle aguglie, ve lo
ricordate?
Ma questa volta non era un sogno, e quindi, come dire,
aderisco alla cortese offerta: “Va bene, fai due chili dieci euro”.
Mentre cerco l’odiata banconota nel portafogli, squilla il
telefono: non il mio, il suo. Lo vedo guardare con aria preoccupata, e poi, con
un cenno d’intesa, decide di rispondere.
“Mario? Dimme Mario... No, no, tu nun disturbi mai... No,
c’ho un cliente, ma è ‘na brava persona, nun te preoccupa’, dimme... Come?
Cosa? A Mario! A Mariooooo! Ma si tte l’avevo detto du’ ggiorni fa? Ma allora
nun me voi proprio sta a ssenti’... M’hai sforato n’artra vorta er targhet de
M3! Però così nun se po annà avanti. Vabbe’, allora quant’è er dato? Aspetta
che mo ‘o segno... Sì, d’accordo, vabbe’, grazzie che m’a hai detto. Sì, sì,
nun te preoccupa’, ce lo so, ce lo so... So tempi brutti pure pe’ tte...
Vabbe’, ciao, daje, te chiamo dopo...”
E attacca.
Io, un po’ perplesso, porgo la banconota.
E lui: “No, aspetti, dotto’, me dispiace, ce sta un piccolo
problema, sa, m’ha chiamato Mario...”.
E io: “Lo conosco?”
E lui: “Be’, penzo de sì, quello d’a a biccié, Draghi...”
E io: “Ah, lo conosce? Mi fa piacere, me lo saluti quando lo
incontra. Ma intanto, io, se potessi, tornerei alla mia umile dimora...”
“No, vede, dotto’, qua ce sta un probblema. Io un prezzo nun
glielo posso più ffa. Perché Mario m’ha detto che gl’è sfuggita de mano
l’offerta de moneta... ‘O sa come so’ i regazzi. Quello è da poco che sta lì,
ancora nun s’è abbituato...”
“Sì, ma io che c’entro?”
“No, dotto’, pe’ ccarità, lei nun c’entra gnente, ce lo so.
Solo che quanno ho fatto ’sto prezzo, io m’ero basato su ’na massa monetaria de
10.000,4 mijardi de euri. Mo questo me cambia le carte ‘n tavola...”
“Ma perché, scusi, qual è il problema?”
“Ma dotto’, lei me pare uno che ha studiato, ecché nu’ lo
capisce?”
“Veramente no”
“Ma scusi, ce lo sanno tutti: er livello dei prezzi è dato
da ‘a massa monetaria divisa pe’ ‘a quantità de bbeni. È l’equazione de Fisce
(n.d.r. Fisher)”
“Sì, va bene, ma questo Fisher era anche quello che nel
novembre del 1929 diceva che tutto stava andando per il meglio...”
“Dotto’, io questo nun ce lo so, io so solo che mmo me tocca
ricalcolaje er prezzo...”
E mentre io lo guardo allibito, lui estrae una calcolatrice
e lo sento che borbotta: “Dunque... Oggi M3 sta a 10400 mijardi... La massa de
bbeni nell’Eurozona è...”
Penso di defilarmi, prima che lui possa finire il calcolo,
ritoccando al rialzo il prezzo, quando Milton Friedman si avvicina al banco e
chiede: “Scusi, le zucchine a quanto stanno?”.
“Ah!” penso: “Meno male: è effettivamente un sogno pure
questo”.
E mi sveglio.
Quelli che “la moneta causa i prezzi (e quindi ci vuole una Bancacentraleindipendente..).”
Ma come si fa?
Continua a stupirmi la diffusione dell’idea che il livello
dei prezzi sia causato dalla quantità di moneta in circolazione. Il
ragionamento pare sia questo: siccome uso i soldi per comprare i beni, il
prezzo sarà il rapporto fra quanti soldi circolano, e quanti beni sono sugli
scaffali. Peccato che sia un ragionamento che non funziona, e al quale nessun
economista serio ha mai dato credito. Eppure è su questo ragionamento fasullo
che si basa, in ultima analisi, l’idea che la Banca centrale debba essere
“indipendente”. Perché solo se pensi che la moneta “causi” i prezzi, puoi
trovare opportuno che la creazione di moneta sia sottratta al potere esecutivo
per essere affidata a un quarto potere “tecnico” e “indipendente”. Per la
precisione, questa conclusione richiede altri tre presupposti:
1)
che l’inflazione sia un male assoluto;
2)
che politici democraticamente eletti farebbero
comunque un uso distorto della creazione di moneta (ad esempio usandola per
finanziare spese clientelari prima delle elezioni);
3)
che i “tecnici” ne farebbero sempre e comunque
l’uso corretto.
Le cose che non funzionano, in questo ragionamento, sono
diverse: la relazione fra moneta e prezzi è più complicata di quanto si voglia
far credere; l’inflazione, entro certi limiti, non è un male assoluto ma un
male relativo, nel senso che avvantaggia alcune categorie e ne svantaggia
altre, come i dati e il ragionamento dimostrano; e infine i “tecnici” non hanno
dato grande prova di sé quando sarebbe stato necessario, anche perché la loro
“indipendenza” è stata essa stessa non assoluta, ma piuttosto relativa.
L’ideologia dichiarata sottostante al divorzio quindi era
un’ideologia fasulla. Ce n’era un’altra, però, non dichiarata, che ha
funzionato benissimo.
Cerchiamo di mettere ordine in questi argomenti, cominciando
dal primo: la moneta causa i prezzi.
Intanto, né il bancarellaro, né la multinazionale, quando
mettono il prezzo sul cartellino, vanno a vedere quale sia la massa monetaria. Guarderanno
miriadi di cose: il costo delle materie prime e della manodopera, la strategia
dei concorrenti, lo stato della domanda nel loro mercato, ecc. Tutto, tranne la
massa monetaria. Peraltro, anche se questa fosse importante, loro non avrebbero
modo di conoscerla, perché le statistiche vengono pubblicate con settimane di
ritardo. Quindi, a meno di non avere, come il bancarellaro del mio incubo, la
fortuna di essere amici di Mario (quel Mario, beninteso), non ci sarebbe
proprio modo di fare il conto. Chiaro no? L’idea che la quantità di moneta in
circolazione causi direttamente i prezzi è semplicemente assurda.
Gli economisti sanno che l’effetto della moneta sui prezzi
non è diretto (secondo l’equazione: prezzo uguale moneta diviso beni), ma
indiretto, cioè passa, guarda caso, per la solita legge della domanda e
dell’offerta. Vi faccio un esempio banale. In questo momento molti di noi
stanno stringendo i cordoni della borsa, rinunciando a spese che
desidererebbero o dovrebbero fare, per una quantità di motivi, incluso il fatto
che lo Stato sta riscuotendo nuove tasse. Se invece di finanziarsi sottraendoci
liquidità con le tasse, lo Stato si finanziasse creando liquidità, molte delle
spese cui stiamo rinunciando diventerebbero di nuovo possibili: invece di
pagare la rata dell’Imu, compreremmo qualcosa. In questo modo la domanda di
beni e servizi aumenterebbe. Certo, in linea di principio questo potrebbe
generare una certa pressione sul livello dei prezzi (per la legge della domanda
e dell’offerta). Attenzione: dico “potrebbe”! Perché nelle condizioni attuali,
con risorse disoccupate, gente a spasso, fabbriche che chiudono, di effetti
inflazionistici difficilmente ce ne sarebbero: siamo in condizioni di eccesso
di offerta, capite? Le fabbriche chiudono perché non riescono a vendere, cioè
perché non c’è abbastanza domanda. Quindi ora una maggiore creazione di moneta,
oggi, non causerebbe inflazione. In condizioni più floride, sperando di
tornarci, potrebbe invece farlo, ma
in ogni caso l’effetto sarebbe indiretto,
passerebbe cioè per la domanda di beni e servizi.
E qui si arriva alla seconda cosa che non va.
Quando andate a fare la spesa, voi, vi portate sempre dietro
un sacchetto di monetine e banconote? Non credo. La stragrande maggioranza
delle transazioni avviene con moneta bancaria, movimentando depositi bancari,
utilizzando credito bancario. La moneta, intesa come mezzo di pagamento, non si
identifica cioè con il circolante, con le monete e le banconote che abbiamo in
tasca, che sono una percentuale relativamente ridotta del totale dei mezzi di
pagamenti.
La Banca centrale, di questa massa di mezzi di pagamento dai
quali dipende l’effettiva domanda di beni, non
ha il controllo diretto. Gli economisti, in particolare quelli keynesiani,
dicono che la moneta non è “esogena”, cioè controllata da una forza “esterna” e
indipendente dal circuito economico (la Banca centrale), ma “endogena”, cioè determinata,
in ultima analisi, dalle condizioni “interne” al mercato del credito. Guardate
ad esempio cosa sta succedendo oggi. La Bce ha “iniettato” nel sistema svariate
centinaia di miliardi di euro attraverso le operazioni di rifinanziamento a
lungo termine (LTRO), ma le banche non hanno soldi da prestare. Perché? Per
diversi motivi, incluso quello, banale, che preferiscono non erogare credito,
in un periodo nel quale i loro bilanci sono fragili, e soprattutto lo sono le
condizioni economiche generali, per cui chi presta non sa se rivedrà indietro i
soldi.
Capito cosa significa che la moneta è “endogena”? Significa
che l’ammontare totale dei mezzi di pagamento a disposizione per finanziare le spese
(incluso il credito bancario) dipende in modo complesso dalle condizioni del
sistema, inclusa la fiducia dei vari operatori del credito. La Banca centrale
può governare indirettamente questo processo, ad esempio tramite i tassi d’interesse,
ma non ha un controllo meccanico e diretto della creazione di moneta, intesa in
senso ampio come insieme dei mezzi di pagamento (quello che gli economisti
chiamano con la sigla M2 o M3). Lo dimostra il fatto che gli obiettivi di
crescita della massa monetaria dichiarati dalla Bce, fissati al 4.5% da una
decisione del Consiglio direttivo annunciata il 1° dicembre 1998 (Duisenberg,
1999), sono stati regolarmente disattesi nel tempo, come doveva ammettere con
un certo imbarazzo il nuovo presidente Trichet qualche anno dopo, farfugliando che
però l’obiettivo andava valutato in un non meglio specificato “medio periodo”
(Trichet e Papademos, 2004).
E le cose poi non sono andate meglio.
La Fig. 35 trasmette bene entrambi i messaggi: si vede come da
un lato la Bce abbia regolarmente disatteso, anche nel “medio periodo”, gli
obiettivi che si era data (il tasso di crescita della massa monetaria è sempre
stato superiore al 4.5%, quindi non c’è media che tenga...), e come dall’altro la
crescita della massa monetaria sia stata sostanzialmente sconnessa
dall’inflazione, che si è mossa molto di meno, rimanendo sostanzialmente
aderente all’obiettivo del 2% nella media dell’Eurozona.
I due snodi del ragionamento secondo cui la Banca centrale
deve essere indipendente, perché controllando la moneta controlla l’inflazione,
sono entrambi fasulli: la Banca centrale non riesce a controllare l’offerta
complessiva di moneta, che però non sembra influenzare troppo il livello dei
prezzi. Nel 2001, quando la crescita di M3 superò il 10%, l’inflazione non
raggiunse nemmeno il 3%[1].
(voi penserete: ma chi è il genio che oggi, nel XXI secolo, ragiona in un modo che, come ci ha ricordato istwine, veniva considerato fallace due secoli or sono? Un po' di pazienza e lo saprete...).
[1] Nota tecnica per gli espertoni, i quali diranno: “Sì, ma quel grafico non
dimostra nulla, bisogna anche tener conto della crescita, cioè di quante
transazioni la massa monetaria deve aiutare a svolgere, e della velocità di
circolazione, cioè di quante volte la moneta passa di mano in un anno”. Certo!
Lo dice anche Duisenberg (1999): l’obiettivo del 4.5% “si basa su una crescita
reale del 2-2.5% all’anno, e su una riduzione della velocità di circolazione di
M3 attorno allo 0.5-1% all’anno nel medio periodo”. I conti (per chi li sa
fare) tornano. Dalla teoria quantitativa della moneta, MV=PY, usando le lettere
minuscole per i tassi di variazione otteniamo m + v – y = p,
che con le cifre di Duisenberg diventa: 4.5 – 0.5 – 2 = 2 (nota: Duisenberg
suppone che la velocità di circolazione diminuisca, da cui il -0.5). Solo che
siccome la crescita reale dell’Eurozona è stata solo di 1.5 (in media), e
quella della massa monetaria di circa il 7% (anziché il 4.5%), sembrerebbe che
la riduzione della velocità di circolazione sia stata dalla 4 alle 7 volte
maggiore di quella prevista dagli altri espertoni, quelli della Bundesbank! O
forse il problema è che la moneta non causa meccanicamente i prezzi, come loro
continuano a raccontarci.
Complimenti per il blog, A mio modo di vedere avviene esattamente ciò che dice nella nota verso la fine... aumenta la massa monetaria, non c' è crescita, non c'è segno d' inflazione ed è proprio la velocità di circolazione della moneta che è bassissima
RispondiEliminahttp://intermarketandmore.finanza.com/files/2012/04/EZ-VELOCITA-CIRCOLAZIONE-MONETA.png
Prof. a rischio di prendere un cazziatone, è corretto pensare che dopo 20 anni di disinformazione(l'inflazione ci ucciderà, faremo la spesa con la carriola ecc. ecc.) qualora l'Italia uscisse dall'euro si creerebbe una sorta di panico con una corsa agli approvigionamenti creando un'inflazione di domanda con conseguente impennata dei prezzi?
RispondiEliminaio dico solo che l'impennata dell'offerta monetaria ad inizio 2002 ha dell'incredibile.. oh, che l'inflazione sia stata del 2% non ci crede nessuno.
RispondiEliminaquesto grafichetto dimostra quanto sia esogena la moneta nelle monete dei nostri politichetti
Io non so se quanto scritto nel post è vero, però a proposito della determinazione dei prezzi, proprio oggi stavo facendo un offerta per un cliente che già un paio di volte mi ha dato buca. Per cui nella determinazione del prezzo finale del lavoro ho considerato nell'ordine:
RispondiEliminala materia prima;
le ore di lavoro dei macchinari;
le ore di lavoro degli operai;
i costi di trasporto;
un ricarico per il guadagno.
Il ricarico è stato determinato considerando il mio desiderio di riagganciare il cliente, il basso ritmo di lavoro attuale della mia azienda ed infine il margine di rischio (potrei aver sbagliato i conteggi dell'offerta).
Non ho telefonato a Mario Draghi per avere il valore della massa monetaria nè quanti beni circolino in Italia (o in Europa).
Dovevo? :-D
Finalmente qualcuno che lo dice esplicitamente! Ottimo intervento, ti ringrazio.
EliminaMa qualsiasi testo standard di economia ti parlerà di questo modus operandi, che è appunto il "full cost" pricing adottato naturalmente in condizioni di oligopolio o concorrenza imperfetta (cioè nella realtà). A parte il divertissement letterario (che è la versione "buttiamola in caciara" degli argomenti che tu stai sviluppando più seriamente), a me preme farvi sapere che perfino Giannino sa che mente quando sostiene che la moneta causa i prezzi. Solo Donald ci crede sul serio! E questo la dice lunga...
EliminaMa anche l'OCSE, FMI, BCE, Bundesbank, Monti. Altrimenti non proporrebbero deflazione salariale o come lo chiamano loro "abbattimento del costo del lavoro", né imporrebbero austerità, per ritornare competitivi in termini di prezzi. La cosa è molto lineare, solo i tonti non se ne rendono conto di questo, e ripetono, ripetono, ripetono, ripetono.
EliminaSi è vero che in qualunque testo di contabilità industriale ed economia aziendale le aziende fanno le loro scelte di mix prodotto/prezzo secondo il full costing o il direct costing, o il Break Even Point. La realtà a me pare diversa. È vero che Lungo Fucile fa quelle analisi però mi pare di aver capito che si tratti di piccola impresa. E come accade in questi casi spesso il piccolo imprenditore pur di salvare i pochi posti di lavoro azzererebbe il margine o peggio lo porterebbe in negativo. Ma chi influisce il mercato? Le piccole imprese o le grandi società che operano in regime di monopolio o oligopolio? Che sia “il ricarico per il guadagno”, come lo chiama Lungo Fucile, a determinare il prezzo? Ricordo che quando lavoravo in una grande azienda familiare la dirigenza, che era anche la proprietà, con tutto il mio sforzo di realizzare un impianto contabile gestionale perfetto, le decisioni (prezzi, produzione, ecc.) le prendeva in base a quanto volevano guadagnare i dirigenti/proprietari.
EliminaScusa, sai che non capisco il concetto di "grande azienda familiare"? Come pure non capisco la differenza fra il full cost pricing e il fissare il prezzo avendo in mente un obiettivo di profitto (quindi, in caso di curva di domanda negativamente inclinata, anche di quota di mercato)? Secondo me stiamo dicendo la stessa cosa.
EliminaGrande azienda familiare e' una S.p.A in cui c'e' commistione tra management e proprieta'. Comunque credo che diciamo la stessa cosa.
EliminaProfessore ho letto, onestamente non ricordo dove, mi sembra fosse un articolo di Phastidio, ma anche altri analisti lo dicono, che oltre al credit crunch e alle varie ricapitalizzazioni di banche che erano per stracci, la massa monetaria non arriva alle aziende perchè le istituzioni finanziarie starebbero usando queste risorse per gonfiare nuove bolle, sia su titoli di borsa e derivati vari, sia su titoli di stato, tanto è vero che dopo la ristrutturazione del debito greco, e per nulla spaventati dall' esito che ha avuto per i creditori, si sono rimessi ad acquistare titoli greci, e anche la Spagna sta vendendo titoli di debito a mani basse.
RispondiEliminaBolle tanto più pericolose, quanto completamente svincolate dall' economia reale che è in pesante recessione.
Le risulta ? E se fosse così, dovremmo aspettarci a breve altri fuochi d' artificio come quelli del 2007 ? Sarebbero le agonizzanti economie europee in grado di sopportare un' altro guaio del genere o sarebbe l' armageddon ?
Trovato, eccolo qui:
http://phastidio.net/2013/01/15/il-fuoco-sotto-la-liquidita-un-anno-dopo/
PS: Sono contento che non abbia chiuso il blog come minacciato, magari qualche espertone avrà modo di capire che ci sono più beni che denaro in circolo, e temo che sarà così per un bel pezzo.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSarebbe curioso vedere i prezzi di quali beni del paniere hanno una relazione diretta con l'aumento della massa monetaria.
RispondiEliminaTolto che tale liquidità entrerà prima o poi in circolo nell'economia reale, il fatto che i prezzi possano rimanere più o meno stabili e che varino poco, mi fa pensare che la maggior parte dei beni nel paniere siano mercati in competizione monopolitstica. In tale mercato le imprese in competizione tra loro, non hanno motivo di rischiare un aumento del prezzo del bene, che ne potrebbe compromettere la competitività, anche a fronte di un aumento della domanda (ad esempio assumo mille nelle PA e immetto liquidità per pagare i loro stipendi), oltre al fatto che il prezzo è già maggiore del costo marginale e un aumento di produzione le porterebbe verso maggiori economie di scala.
Bello il ripasso,
RispondiEliminarepetita iuvant,
Ma me sembrava abbastanza chiaro,
mi sono ciucciato il libro 3 volte,
e non perchè non capivo,
ma perchè più leggevo più m'incazzavo,
e più volevo vedere se avevo capito bene.
Ma la risposta è dentro di me !! Vero !!
Mo me devi da spiegà,che c'entra Reggio Emilia ??
Non posso più telefonare al Mario,
a me la ditta l'hanno già fatta chiudere....vaff.......!!
Anche se la domanda di beni crescesse, in questo momento in cui quello che manca è proprio la domanda, l'inflazione ci metterebbe un bel po' a crescere considerando anche l'attuale sistema di produzione di tipo on-demand che è, secondo me, in grado di produrre velocemente e di portare sulla rete di vendita enormi quantità di prodotti. Siamo ben lontani dall'utilizzo della totale capacità produttiva. Ma non c'è problema: la stiamo riducendo un po' per volta chiudendo le nostre aziende.
RispondiEliminaÈ esattamente quello che è scritto nel post. Da cui la conclusione che tu trai, che un economista sintetizzerebbe così: per evitare inflazione da domanda in un periodo di carenza di domanda, ci avviamo ad avere inflazione dal lato dell'offerta. La verità, ovviamente, è che l'inflazione non è una variabile tecnica ma il paravento di decisioni politiche, fra le quali, oggi, quella di rimborsare con pezzi di Italia i creditori del Nord.
EliminaCommento della massaia di voghera (o del puttaniere di quasiasi altro luogo). Quando si gioca al monopoli è vero che la moneta causa i prezzi. Da bambini, quando vi erano più giocatori che stavano entrando nella spirale della liquidiità (indice che il gioco sarebbe inito di lì a breve), se si voleva tirarla un poco più per le lunghe, si immetteva artificialmente liquidità (cosa che le regole non prevedevano) e così il gioco riprendeva, con un notevole aumento delle cifre nelle contrattazioni (l'inflazione de noantri). Nella vita normale non dovrebbe succedere proprio così. Le varie sindromi olandesi dei paesi produttori di MP non mi sembra siano causate dalle banche centrali. Così successe anche in Ungheria, dove mi dicevano che i prezzi delle signorine si aggirassero attorno ai 30 euri per prestazione, prima che arrivassero in massa gli italiani che, siccome erano dei signori, non badavano a spese. Infatti, di lì a poco il prezzo medio arrivò a 300 euri per le medesime prestazioni. Sarà stata la Banca centrale ungherese che ha immesso troppa moneta. Nei luoghi fortemente turistici dei paesi poveri (ma anche dei paesi ricchi) si assiste allo stesso fenomeno. All'Avana, visto il turismo, i prezzi sono insostenibili per gli indigeni. Anche lì non mi sembra dovuto all'immissione di liquidità da parte della banca centrale. Morale, I sistemi adattativi complessi (i sistemi socioeconomici lo sono senz'altro) si chiamano così appunto perchè sono complessi. Il loro comportamento è difficile da prevedere, perchè sono adttaativi, ovvero si modificano per adattarsi alle mutate condizioni che, via via si presentano nel tempo (emergent properties). Il meccanicismo non funziona in questi casi (anche se nel monopoli sì). Era Frank Knight, no, che parlava di risk, uncertainty and ignorance? Nei sistemi complessi, in genere si ha a che fare con quest'ultima... non sempre il rasoio di Ockam funziona in questi casi. Proviamo a fare una seduta spiritica e a chiedere allo spirito di Milton Friedman: se la banca centrale algerina stampasse dinari a tutto spiano, di quanto aumenterebbe il prezzo della sabbia?
RispondiEliminaBello. Mi piacerebbe essere stato un tuo allievo, professò. :-)
RispondiEliminaPaolo
oggi ho finalmente ritirato la mia copia sostitutiva del suo libro
RispondiEliminasembrano esserci tutte le pagine
vedo che è la IV* ristampa di gennaio 2013
quante copie ha venduto?
Pensa che io non sapevo nemmeno che fosse stata fatta una quarta ristampa. Mi avevano detto che non sarebbe stata necessaria! Nnamo bbene...
EliminaIo ho fatto la stessa cosa e ho constatato che con i prezzi che spunto dovrei lavorare la metà del tempo che invece mi ci vuole fisicamente per soddisfare questa o quell'altra richiesta (per non dire che guadagno la metà di quello che potrei se le banche finanziassero il nostro sistema che è in prevalenza sano). Almeno me ne riprendo un pò. A chi ci devo chiamare, io?
RispondiEliminaCarissimo, eccerto che dovevi chiamarlo!
RispondiEliminaTe c'avrai pure il lungo fucile, ma Mario c'a er bazooka!
E fagliela na chiamatella...na telefonata t'allunga la vita! Quella dell'azienda, almeno!
A mio modestissimo e peraltro insignificante parere "il dialogo del frattarolo" e quello "del pescivendolo" la qualificano come scrittore raffinato e originale molto più che come scrivente chiaro e credibile. Due gioiellini insomma.
RispondiEliminaLi rileggo spesso, nei momenti di sconforto estremo.
Sicuramente sarà già stato linkato da qualche altra parte ma nel dubbio, rileggere le lettere di Jack lo squartatore fa sempre piacere ... http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=891110&chId=30
RispondiElimina"Santà ingenuità!". Ma certo, a partire dal modello IS-LM (che contempla anche, nella LM, l'equazione fisheriana) che si insegna in tutti i migliori libri di macro e viene presentato dai "sintetizzatori neoclassici" come la verità assoluta.
RispondiEliminaBe', forse qui il riferimento dovrebbe essere al modello AS/AD, che comunque può essere derivato anche da una funzione di domanda di moneta di tipo keynesiano (con preferenza per la liquidità). Certo che molte esposizioni sono ovviamente orientate in senso strettamente neoclassico. Ma tu pensa questi poveri palloni gonfiati, questi voltagabbana, queste nullità umane e intellettuali in quale grave distretta si trovano? Il modello keynesiano funziona, e loro devono servirsene nel loro lavoro, e devono anche insegnarlo agli studenti, ma naturalmente devono anche criticarlo, anzi, disprezzarlo, in modo serrato, per conservare il loro prestigio intellettuale, microfondato su una serie di penose seghe mentali.
EliminaPoracci, abbi pietà... anche perché io da oggi e per qualche giorno l'ho esaurita, e se non al trovo al mercato della place St. Marc per questi cialtroni si mette male... Speriamo che Erick mi trovi un buon fornitore.
Quando torno, vedrete subito se mi sono rifornito di umana pietà, o se ho acquistato un rullo compressore.
Prof mi che è meglio il rullo compressore. è ora di dare una asfaltatina in giro.
EliminaMa se consideriamo l'AS-AD allora c'e' da criticare un bel po' di roba, a partire dalla costruzione dell'AS tramite il mercato del lavoro in versione pura fantasia. Comunque e' davvero incredibile come milioni di studenti al mondo, compreso il sottoscritto 15 anni fa, subiscano il lavaggio del cervello con il modello mainstream.
Elimina@Matteo Dossena
RispondiEliminala domanda da porsi é: quando l'Argentina uscì dal cambio fisso con il dollaro e svalutò del 200% (o se preferite del 67%) le persone che cosa dovevano fare? ovviamente avranno avuto un po' di panico per i conto correnti ma ad ogni buon conto l'inflazione fu del 40% (vado a memoria) quindi un 20% rispetto a 200%.
poi, finita l'ondata questa (l'inflazione) si attestò su livelli normali.
ultimamente si è impennata ma non certo per il panico..
e tra parentesi, questo vale sempre o quasi.
ciò che vale sempre è che quando un paese RIVALUTA fittiziamente l'inflazione si impenna.
come?
il ciclo di Frenkel..
PS: tra le poche cose che ho capito dal prof (pessimo allievo) è che quando i microeconomisti vogliono provare a fare i macro ci perdono sempre.. la realtà generale è molto differente da quella particolare.
e ciò che è valido per uno (il micro) non è valido per il macro.
Alla faccia dell'old fashion..
Errata corrige
RispondiEliminaScusate.. volevo dire
"questo grafichetto dimostra quanto sia esogena la moneta nelle menti dei nostri politichetti"
e non ovviamente
"questo grafichetto dimostra quanto sia esogena la moneta nelle monete dei nostri politichetti"
se è corretto sintetizzerei così: l'inflazione è il portato della legge della domanda e dell'offerta in presenza di saturazione della capacità produttiva nel settore interessato (nel caso del fruttarolo, l'offerta di ciliege). Questo è ciò che tutti sperimentiamo e che sentiamo spesso dire nel mercato proprio delle materie prime ad esempio: siamo in recessione e il calo del prezzo del petrolio ad esempio è dovuto alla diminuzione della domanda. In passato bastava che i Paesi produttori chiudessero un po' i rubinetti che il prezzo saliva.
RispondiEliminaPossiamo avere le tasche piene di soldi, ma se siamo tutti allergici alle ciliege il fruttarolo si tiene le sue che a quel punto non valgono più nulla.
e se ci inventassimo una bella allergia ai prodotti stranieri, soprattutto quelli tedeschi?
Eliminaeh! sapessi gli arrossamenti che ho, e che sto facendo venire a casa. Mia moglie oramai non mi sopporta più
Elimina@ATTILIO
EliminaLi evito già da un po', quando mi ricordo e posso, e cerco di ricordarmi e di potere spesso.
Il grafico qui presentato sembra indicare che almeno tra Q3 2000 e Q2 2007 ( la gran parte del periodo considerato) la BCE sia riuscita a mantenere l'inflazione media europea al 2%. Ora, pur sapendo che la media e` di Trilussa, essendo la somma di numeri molto diversi, e non condividendo l'obiettivo di inflazione al 2%, bisogna riconoscere che la BCE ha ottenuto quanto voleva: un'inflazione al 2%. Ci sarebbe da pensare che effettivamente conosca il meccanismo di formazione dei prezzi e probabilmente i meccanismi che legano gli aggregati sotto suo controllo ed i prezzi. Oppure bisogna pensare che a Francoforte abbiano un sacco di fortuna.
RispondiEliminaCordiali saluti,
Gustavo Rinaldi
Un'osservazione molto intelligente. Mi limito a osservare che nel periodo considerato, l'inflazione mondiale è stata molto stabile, e quella europea è rimasta in rapporto costante con essa. E quanto alla media di Trilussa, vorrei ricordare che il 2% dell'Eurozona è influenzato dalle politiche di deflazione salariale del paese che in questa media pesa di più, cioè la Germania. Credo quindi ci sia da discutere su quanto abbia effettivamente influito la BCE nel risultato, essendo assolutamente evidente che se lo ha in qualche modo fatto, ciò non è accaduto attraverso la banale equazione di Fisher che i nostri spaghetti-liberisti ci propinano notte e dì. Siamo d'accordo, penso, no?
EliminaLa BCE ha centrato quel "target" di inflazione sicuramente piu' con letterine ai governi, raccomandazioni e memorandum (piu' o meno pubblici) che con la politica monetaria.......
Eliminami sà...
Assolutamente.
EliminaL'aspetto più divertente è che molti elettori del centro si vantano di questo successo (?) della loro politica economica e monetaria quando si ritrovano il più alto tasso di lavoratori precari e fra i più bassi tassi di natalità senza contare l'enorme divario di ricchezza che si è creato a seguito del miracoloso export tedesco basato sulla repressione del consumo interno.
EliminaUn po' come lo schiavo che è orgoglioso delle catene.
Io mi domando se ci sono o ci fanno.
Ma se al mercato ha incontrato Friedman, non avrebbe potuto chiedergli quando sarebbe arrivato l'elicottero e aspettare per comprare le ciliege?
RispondiEliminaMi sa che devo telefonare a Supermario... Una pianta che vendevo a 8000 lire ora la vendo a 3,5€. Ma con l'aumento della massa monetaria non si alza l'inflazione?
RispondiEliminaBuongiorno,
RispondiEliminaa questo punto sorge spontanea la domanda:
considerato che la monetizzazione di una parte del disavanzo pubblico non dovrebbe generare tensioni inflazionistiche, almeno nell'attuale fase di disoccupazione crescente e riduzione del reddito disponibile ...
considerato che, anzi, una maggiore spesa pubblica finalizzata a sostenere gli investimenti delle imprese (ad es. credito d'imposta per la ricerca) e lo sviluppo dei beni pubblici (istruzione, salvaguardia del territorio, beni culturali, etc.) potrebbe rafforzare la competitività dei paesi europei senza appesantire troppo la bilancia dei pagamenti ...
considerato, da ultimo, che tali politiche sono stata seguite o annunciate anche da stati uniti e dal giappone ...
... per quali ragioni non viene attuata anche dall'UEM? Forse è solo questione di tempo, in attesa che si realizzino le condizioni di maggiore convergenza tra le principali economie nazionali ?
Ringrazio in anticipo quanti vorranno condividere il proprio punto di vista.
Un cordiale saluto.
Emilio L.
Caro Emilio,
Eliminala mia (e fortunatamente non solo mia) ipotesi sul perché una Germania a guida tedesca non segua politiche di buon senso l'ho espressa in questo post. Semplicemente, non sarebbero funzionali al suo disegno di annettere il Sud Europa, come ha annesso la Germania Est.
HAHAE!!!
Elimina" ... una Germania a guida tedesca ..."
ps grande! fosse pure un ReFuso
Sì! È un refuso, volevo dire un'Europa a guida tedesca, ma mi avete capito!
Eliminaè vero... in nome di questi giochetti oggi siamo fustigati! L'austerity è presentata come se avessimo mangiato troppe caramelle e ora saremo: 1 o dal dentista a curare carie dolorose 2 sul tapis roulant ad allenarci con ivan drago per togliere il lardo.
RispondiEliminaE' chiaro che le persone collegano le cure dei denti e del lardo come qualcosa di benefico, e l'accettano.
Il giornale dei padroni oggi scopre che l'austerity fa male, in mezzo ci mette anche Berlusconi!
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-02-16/lausterita-aggrava-crisi-094413.shtml?uuid=Abz8qzUH
(...i patetici albatros della "terza via"...)
Eliminaho paura delle terze vie... non si sa mai qualche fuga di capitali.. o di genitali?
Eliminaforse è questa la "depauperazione" che ha subito il nostro paese...
A proposito di “divertissement letterario”, Giannino, Boldrin e tutti i supply-sider de noantri...
RispondiElimina“Ognuno ha la sua idea ma la sensazione è che se potessero alcuni privatizzerebbero anche la madre”.
È il sintetico giudizio di Andrea Mazzalai su uno dei punti chiave del programma di Fermare il declino, ossia “un massiccio piano di cessione di immobili e società, sia a livello centrale che locale”.
Dopo aver inquadrato in appena 17 parole il programma degli “acchiappa declini” di Giannino, Mazzalai si occupa di ridimensionare Boldrin, il molesto ospite di tanti talk show tv in cui si atteggia a unico depositario di supreme competenze e granitiche certezze.
E lo fa tornando al 2008, per ricordare che quando Icebergfinanza “metteva in guardia dagli effetti devastanti di una tempesta subprime che ci avrebbe condotti ad una seconda grande depressione”, Boldrin faceva tracotante sfoggio della propria incompetenza:
«Più leggo l’articolo di Nouriel Roubini, sia nella versione in italiano che in quella in inglese, più mi rendo conto che stiamo discutendo di aria fritta, oppure di previsioni fatte da persone con capacità divinatorie fuori dal normale [...]. Un disastro immane dietro all’altro, decine di migliaia di aziende che chiudono [...] nessuna banca è in grado fare prestiti a nessuno, milioni di disoccupati, la caduta verticale di consumi e degli investimenti, il panico, la fine del mondo […] Tutto perfettamente possibile? Certo, tutto perfettamente possibile in qualche videogioco per chi voglia provare il panico da fine del mondo ed i brividi che esso provoca».
E questo, conclude Mazzalai, “oggi va in giro a dare lezioni di economia…”; il che aiuta a comprendere che ci aspettano tempi difficili.
Del resto, che il 2013 sarebbe stato un anno difficile era noto a chiunque avesse dato un'occhiata agli ultimi bollettini sullo stato di salute dell'economia dell'Italia e dell'EZ nel suo complesso, diramati da Bd'I. Ocse, Fmi, vari istituti di ricerca interni alla stessa Ue, oltre che al proprio conto corrente.
Ma non ci si poteva aspettare che alla nebulosa campagna elettorale dei variegati, e talvolta eccentrici, componenti del partito unico dell'euro si sovrapponessero nell'arco di 72 ore le “dimissioni” del Papa, il Festival di Sanremo, e la caduta di un meteorite in Russia.
In attesa di un'altra eruzione del Vesuvio, e di un'invasione di alieni, constatiamo che il Pd ha definitivamente smarrito la strada verso un non mai meglio specificato “riformismo”, intrapresa dopo l'89. Ieri, ad esempio, ho ascoltato una breve dichiarazione di Bersani che suonava più o meno così: “state certi che con noi al governo i sacrifici saranno numerosi, continuati e gravosi. Perché noi guardiamo al futuro, siamo disposti a scuoiarvi pur di raggiungere i nostri obiettivi”.
Come illustrare al maiale il suo radioso futuro in forma di insaccati misti.
scusi prof: Concordo ovviamente sul fato che la moneta non sia esogena o totalmente esogena, a meno che non ci troviamo in un sistema iper dirigista-centralizzato; che so' , forse in URSS era pure vero che fosse esogena.
RispondiEliminaIl sistema del credito vigente "da qualche tempo" ci dimostra , e lei e istwene, ben lo dimostrate che la moneta , anzi l' offerta/domanda di moneta è un fenomeno endogeno.
Pero' , pero', dicevo; possiamo considerare invece la spesa pubblica fatta a deficit una offerta di domanda ESOGENA?
E, per me è una necessità quell' offerta di moneta che io identifico come esogena, particolarmente in certi momenti (come questo)
per tutta una serie di motivi.
Ecco mo' me becco er cazziatone dar Cavajere nero
So che non c'entra assolutamente nulla, però Borghi a Radio24 è stato, nei limiti imposti da quel programma, ottimo. Solo la Corte dei Conti commentò, in seguito alla prima ondata di privatizzazioni:
RispondiElimina«Si evidenzia una serie di importanti criticità, che vanno dall'elevato livello dei costi sostenuti e dal loro incerto monitoraggio, alla scarsa trasparenza connaturata ad alcune delle procedure utilizzate in una serie di operazioni, dalla scarsa chiarezza del quadro della ripartizione delle responsabilità fra amministrazione, contractors ed organismi di consulenza al non sempre immediato impiego dei proventi nella riduzione del debito »
E i nomi mi pare che volendo si trovano, di coloro che son stati favoriti. Ma non mi pare che la magistratura sia lì a girarci attorno. E infatti coloro che hanno risposto a Borghi, come è d'obbligo, non capiscono nulla di niente, li puoi fregare come vuoi. Incredibile quanto siano coglioni. Parlano di etica, o cose simili, e ti danno del complottista pure. Dopo vent'anni, ti danno del complottista ancora, incredibile, dopo che il loro partito di riferimento ha segato l'industria pubblica italiana e si appresta a farlo ancora.
Come il caso di Lorenzo Necci, ricordato in questo articolo. Un altro caso di magistratura perfetta.
Complimenti a Borghi, veramente, è raro sentirle queste cose. Il prossimo che dice "e ma Borghi è di destra" merita di essere allontanato definitivamente.
Allontanamenti già effettuati. Del resto, erano persone che venivano da ComeDonChisciotte, e che lì trovavano la giusta collocazione. Quanto all'intervista, non l'ho sentita: qualcuno procura il podcast?
EliminaQuesto dovrebbe essere il link. É quello che ha postato Claudio su Twitter.
EliminaEcco l'intervento di Borghi a cui,credo,si riferisca istwine.
Eliminahttp://www.radio24.ilsole24ore.com/player/player.php?filename=130215-noveinpunto.mp3
Probabilmente l'avrà già ricevuta. In caso contrario, ecco il podcast:
Eliminahttp://www.radio24.ilsole24ore.com/player/player.php?filename=130215-noveinpunto.mp3
Proprio ieri discutevo con un tedesco che mi rinfacciava in che modo l'industria italiana possa concorrere con quella tedesca citandomi il caso Finmeccanica.
EliminaHo ribattuto sbattendogli in faccia il caso Tsochatzopoulos corrotto da imprenditori tedeschi e Lo scandalo Siemens.
Notare come si chiude questo articolo: non aspettatevi di leggere la storia su Bild o su altri media filogovernativi tedeschi: per loro i cattivi, corrotti, inattendibili spendaccioni sono solo a sud delle Alpi.
Ed infatti, l'assurdità è che era informatissimo sul caso Finmeccanica mentre non sapeva niente delle sue care Ferrostaal e Siemens, e non l'ho mica convinto, ha dubitato della veridicità delle mie obiezioni perché in Germania non si è parlato affatto di questi scandali e che per lui è solo propaganda anti-tedesca.
Segnalo che il Ministro dell’economia Grilli ha detto: "NON C'È NESSUNA GUERRA DELLE VALUTE IN CORSO, SOLO EFFETTI DEI CAMBIAMENTI D’IMPOSTAZIONE MACROECONOMICA NAZIONALE”.
RispondiEliminaTraduzione dalla neolingua di Orwelliana memoria:
Cari amici vicini e lontani, abbiamo sbagliato tutto, “MA NON VÈ LO POSSIAMO DIRE”:
- Che il debito pubblico non è più brutto e cattivo.
- Che i sacrifici che vi abbiamo chiesto hanno solo peggiorato la situazione.
- Che il Giappone ha iniziato una politica di svalutazione competitiva, alleandosi con gli Stati Uniti e che il nostro caro Euro inizierà a rivalutarsi, rendendo meno competitive le nostre merci sul mercato internazionale e più competitive le loro.
- Che i tempi della crisi si allungheranno e che voi dovrete fare altri sacrifici.
“MA NON VÈ LO POSSIAMO DIRE”, perché i nostri fedelen alleaten tedesken hanno raccontato per anni e anni, ai loro elettoren, che il “DEBITEN PUBBLIKEN È BRUTTEN E CATTIVEN”, e se cambiassimo impostazione macroeconomica, i fedelen alleaten potrebbero perdere le elezionen politiken.
“E NON VI POSSIAMO NEMMENO DIRE”, che “L’ALTRO MARIO, QUELLO CHE TIENE LA FABBRICA DEGLI ZECCHINI D’ORO A FRANCOFORTE”, “SOTTO BANCO”, dovrà inondare il mercato d’euri per cercare di calmierare i tassi di cambio dell’euro.
“E LA PERIKOLOSEN INFLAZIONEN, FARA’ SKIZZAREN IN ALTEN AUTOMATIKAMENTEN, LA BENZINEN E LE CILIEGEN NOSTRANEN ?”
Si tutto quello che dite è buono e supportato da corretta analisi , ma ... c'è sempre un ma per sfiga ! fin qui abbiamo capito che la Germania si è fatta finanziare 'aggratis' l'unificazione e poi ci ha preso gusto, poi ci sono le banche e poi tutto il logoro sistema,tutto ormai assodato e analizzato. Ma tutte le proposte fin qui fatte violano la 'congettura de mi nonno' , brevemente se tutti adottano la stessa soluzione , la soluzione non è piu valida : cioè se tutti sono ladri è come non lo fosse nessuno , alla fine è favorito o sono favoriti solo il primo o i primi nel breve periodo e poi si ritorna ad avere gli stessi problemi ciclici , poi una qualche guerra ,ricostruzione e il ciclo riprende . E' una congettura spannometrica , ma anche anche matematicamente ineccepibile visto che non abbiamo a che fare con degli esponenziali ma solo numeri lineari .
RispondiEliminaTutto questo forse perchè si parte per salvare il 'denaro' dal denaro stesso , così ,giusto sempre per simbolismi, come gridare all'affogante 'attaccati alla mano che vedi alla tua sinistra' che però è sempre la sua....
Gentile lettore, la ringrazio per il suo commento.
Elimina"E' una congettura spannometrica , [?]
Eliminama anche anche matematicamente ineccepibile [E LA DIMOSTRAZIONE ??]
visto che non abbiamo a che fare con degli esponenziali [DOVE SONO ???]
ma solo numeri lineari [NUMERI LINEARI ???? COSA SONO ?].
Grande è la confusione
sopra e sotto il cielo
Osare l'impossibile,
osare e perdere
Mi sembrava di non aver capito una mazza.
EliminaIl link ha chiarito tutto. Grazie.
NATURA NON FACIT SALTUS
RispondiEliminaCarissimi goofetty del blog, vi consiglio la visione di un bel film, che evoca in chiave
spielberghiana il nostro prossimo possibile futuro:
Lincoln , di Steven Spielberg, interpretato da Daniel Day-Lewis.
Infatti le cause della guerra di secessione americana del 1860-65, furono sostanzialmente economiche: il nord era industrializzato, urbanizzato e indirizzato al protezionismo; il sud era latifondista, schiavista, liberista e basava la propria crescita sulla coltivazione delle piantagioni di cotone, tabacco, canna da zucchero e sul commercio con il Regno Unito.
I britannici vedevano nell'ostilità tra le due fazioni non solo la possibilità di riscattare le sconfitte subite durante la guerra d'indipendenza, ma anche l'occasione per riottenere il controllo del nuovo continente, fornendo aiuti finanziari e militari agli stati del Sud. Il Nord, timoroso di perdere il suo prestigio presso il Governo federale e di subire nuovamente l'egemonia britannica, impedì al Sud di ottenere troppo potere abolendo la schiavitù.
Dopo la guerra, paradossalmente nel Sud ci fu un peggioramento delle condizioni di vita degli afroamericani, le leggi demagogiche varate dagli invasori nordisti depredarono gli stati del Sud e il saccheggio e la devastazione della quasi maggioranza delle piantagioni, il dissesto economico delle regioni meridionali portarono alla rovina dell'economia del Sud.
I neri divennero un sottoproletariato disoccupato, al Nord fece comodo una massa di disgraziati di colore da emarginare, una massa di forza lavoro a bassissimo prezzo, cioè una forma diversa di schiavitù.
PERO’ CONSOLATEVI, TRA 150 ANNI POTREMO RISCATTARCI E MAGARI LA NOSTRA ECONOMIA RISORGERA’.
Sorry pressò,uso il blog per beceri motivi personali.
RispondiEliminaMartedì alle otto io e Stefano(uno che commenta poco) ci si vede a piazza dei Martiri(Bologna),c'è un ottima pizzeria,gestita da piigs dei piigs(so' napoletani)..............Se c'è qualcuno che si vuole aggiungere faccia sapere qui.
compbakudin@gmail.com
@Spada900
RispondiEliminapiù che guardare agli USA potremmo guardare al nostro paese con il sacco del sud.. o no?
Per i tecnici che hanno lavorato alla stesura del Trattato di Maastricht anche la crescita del Pil sarebbe esogena... quindi siamo a posto! Mi farebbe comodo ora quel pensiero magico: clic, voilà! Portafoglio di nuovo pieno.
RispondiEliminaDeterminare il livello dei prezzi attraverso l'immissione quantitativà di liquidità (domandata) sul mercato dei capitali le Banche centrali non lo possono fare, proprio non possono anche se volessero, e questo è dimostrato dai fatti. Però sono notoriamente "indipendenti", cosa che può permettere loro di condizionare golpescamente le politiche economiche di governi democraticamente (?) eletti. Imponendo repressione della contrattazione collettiva, deflazione interna e cessione di asset pubblici in cambio di sostegno dei prezzi di titoli di stato a rischio, la Bce di Draghi e Weidmann rimane però un mostro avanguardista (tecnologia di precisione tedesca) considerato che i governi li determina direttamente, in un modo talmente palese che al confronto qualunque altro banchiere centrale "indipendente" che praticasse una manovra standard come quella di alzare i tassi di interesse per attirare capitali esteri risulterebbe un novellino: mettere in mano straniera governi democraticamente (?) eletti è più scenografico se gli Apache della trojka ti atterrano direttamente nel cortile del Tesoro, dà il giusto esempio e traccia la via (non si dica che la Bce ha smarrito la sua funzione sociale, visto che normalmente è attraverso le dinamiche sociali che si determina il tasso di inflazione...). Il crimine paga, questa è la verita.
Qualche apocalittico integrato chiederebbe a questo punto, magari anche razionalmente dal suo punto di vista, la totale abolizione delle Banche centrali... povero coglione!
Infatti la questione davvero capitale è cio che Banca d'Italia NON PUÒ PIÙ FARE da oltre trent'anni. È uno di quei segreti di famiglia che la sinistra italiana tiene chiuso negli armadi, lontano dallo sguardo dei bambini, che non potrebbero capire. A volte succede che qualche membro si lasci scappare un dettaglio rischiando di compromettere l'onorabilità della Famiglia, ma in questa versione della favola i bambini vengono lobotomizzati dopo la nascita e non fanno domande...
"Dire la verità, come diceva Beniamino Andreatta, è la cosa più sovversiva che ci sia, soprattutto in un paese che negli ultimi vent'anni si è abituato alle favole..."
No, non è Monti. Chi parla è una PDna doc come Paola De Micheli, prossimamente alla Camera (again). Finalmente qualcuno dell'ala sinistra del PUDE cita in prime time Andreatta e la sua carica rivoluzionaria, ne sentivo la necessità fisiologica e chiarificatrice. Per la serie: "Sì, ha fatto un golpe tecnico, ma lo rivendica e ne va fiero!". Non c'è che dire, un padre nobile da preservare nell'empireo degli idoli PDni: un rivoluzionario vero, altro che questi utili idioti...
PS_Ma anche se la teoria quantitativa della moneta non fosse la favola che è, sono ben altri i prezzi che ora le Banche centrali hanno interesse a determinare, non certo quelli delle mele o del prosciutto. Chiedete a Mario Draghi qual è la sua priorità, vedrete che vi risponde, ma anche Ben Bernanke va benissimo, ma pure Mark Carney eh! A questi interessa soltanto che il mercato azionario ritorni ai valori pre-crisi, la creazione di bolle è funzionale alla sopravvivenza stessa dell'attuale sistema finanziario, nella sua ipertrofica versione offshore e "too big too fail". La marea tornerà a salire, ripartirà un nuovo ciclo di accumulazione capitalistica e tutti ci arricchiremo di nuovo. Non fate domande, abbiate Fiducia nel Gatto e la Volpe (ma anche no).
EliminaProfessore, alla luce dell' accesa discussione che ho appena avuto, comincio a dubitare fortemente che l' economia si possa definire una scienza, mi sono trovato di fronte ad un ragazzo, presumibilmente poco più che ventenne, che mi ha detto stare studiando macroeconomia su un testo di Blanchard, senza specificare la facoltà in cui studia.
RispondiEliminaQuesto futuro economista, o forse politico, mi ha sciorinato tutto il repertorio debitopubblicobruttostatosprecone, ha sostenuto che il debito pubblico è dato dalla spesa dello stato e in minima parte dagli interessi (forse non sa che siamo in avanzo primario da vent' anni - è giovane ) poi ha calato l' asso di bastoni:
" il debito pubblico non c'entra niente con l' indipendenza della banca centrale, ma con i rendimenti dei titoli, guarda l' Ammmerica che ha la FED che gli para il culo, eppure ha il debito alle stelle" Insieme ad altre amenità del tipo " non è vero che KFW è una banca pubblica e non è vero che il sistema creditizio italiano sia privato, guarda MPS !"
Io sono veterinario, di economia non ne so niente, la trovo interessante ( e non lo avrei mai creduto) ma penso che dovrei dare fondo a tutta la mia ignoranza per sparare una serie simile di cazzate !
Mi scusi, non si adiri, ma quando andavo all' università io ( ho sostenuto ben 55 esami per diventare veterinario) non parliamo degli esami fondamentali: istologia, anatomia, chimica, biochimica etc etc, ma anche quando si arriva alle patologie, l' approccio è scientifico ed inequivocabile, non da adito ad interpretazioni: eziologia - patogenesi - sintomi - diagnosi - terapia. Questo alla luce delle conoscenze acquisite, fino a quando non arriva qualcuno che, potendolo dimostrare, ci viene a dire che non abbiamo capito una fava.
Possibile che in economia, al contrario, alla luce delle conoscenze acquisite, ognuno possa dire parole in libertà ? Ci dica, cosa succede nelle aule di economia italiane ? Ovviamente non mi riferisco alla sua, li immagino di sapere cosa succede.
Cordialmente.
@Mr N€uro
RispondiEliminadevo ammettere che molti sono duri di comprendonio né sanno contare sino a tre (ammesso si sforzino).
Gli USA hanno un deficit elevato nonostante i QE?
e se non li facessero? ma questi so' fusi!
e poi, proprio gli USA mostrano che un'economia con moneta "drogata" conduce allo sfascio delle finanze prima private e poi pubbliche (il debito nasce privato e muore pubblico insomma).
oh, diciamo che il dollaro è "ANCORATO" alla moneta "forte" ovvero il punto di riferimento..
Frenkel goes to USA allora!
Un chiarimento da chiunque voglia darlo:
RispondiEliminaA proposito di moneta e prezzi: è corretta l' affermazione che uno degli strumenti per raffreddare l' inflazione è la tassazione ? Ma se le imposte dirette drenano denaro e quindi diminuiscono la capacità di spesa dei cittadini, quelle indirette, oltre ad essere inique, aumentano di fatto i prezzi di beni e servizi, quindi aumentano l' inflazione ?
Qualcuno potrebbe chiarire questo concetto ?
Grazie.