Vi ricordate il mio amico A.? Sì, proprio quello che aveva
assistito con me al derby fra il
trotzkista e il vandeano (uno a zero per il trotzkista), quello che si era
appiccicato a casa di Erick con l’enarca
delle zonzumides? Sì, lui, il mio
compagno di sbronze normanne.
Poveraccio, capitano tutte a lui, ed è colpa mia. Questa
volta Erick non c’entra proprio nulla.
Eh già, perché da Erick a cena c’ero io, insieme a Patrick,
altro avanzo degli anni ’70, come me, ma dotato di una invidiabile coda di
cavallo (cosa che non lo rende molto simpatico ad A., il quale “si è fatto la
boccia” – come dicono a Roma, cioè ha adottato la pettinatura che ha reso
immortale Yul Brinner. Del resto, a ciascuno secondo i suoi bisogni ecc.).
L’invito era nato così: avevo incontrato Erick al mercato
del sabato mattina, e l’amico si era sentito in dovere di presentarmi al
tempio: due ore durante le quali ho conosciuto la simpatica brocante corsa, l’arcigna pescivendola
bretone, la bonaria macellaia normanna, ecc. Erick, perfettamente à l’aise, passava dietro ai banchi per
tagliarsi una fetta di prosciutto, per scegliersi i manghi, per esaminare, a
mo’ di CSI (in francese: Les experts),
il cabillaud... Insomma: si vede che
a Napoli hanno regnato i normanni: lo vedi quando conosci un normanno!
Chiacchiere su chiacchiere, la mia produttività matta e disperatissima diluita
fra i banchi dei bouquinistes e
quelli dei vestiti usati... ma intanto ho capito come scegliere un tourteau (e da chi sceglierlo), come si
distingue (la mi’ nonna avrebbe detto “si conosce”) il maschio dalla femmina, e
quando è meglio comprare il maschio, e quando la femmina, ecc.
Ars longa, vita brevis.
Dice: “Ma questo è un blog di economia! Taglia neno, mica ce
fai ‘n’antro post da quattro ore!”. Bboni! Sono economista, e credo nel
mercato: nel mercato del samedi alla
piazza s. Marco (di Rouen), con bistrot
annesso. Perché, dice, fa tanto freddo, che non te lo fai un goccio di bianco?
Ma io quando sto a dieta ci sto sul serio, mica come quel satrapo
del Guerani che se ne va a mangiare le tigelle col pesto (non genovese,
attenzione) sui colli... Una vita ascetica, di stenti e privazioni.
Ora, io ero rientrato in sala parto, al cinquième de la fac, con dieci centimetri di dilatazione... Il
grugno di Lampredotto
già si stava affacciando al canale del parto, quando Eric mi telefona
invitandomi a cena, e io che faccio? Non ci vado? Avendo visto il suo carrello
della spesa, la tentazione era forte. Sacramentando come un portuale elbano
(dell’Elba,
non dell’Elba),
indosso la giacca e vado, tanto più che A. era impegnato da certi suoi amici in
campagna, dai quali nemmeno lui voleva andare (sì, siamo due animali sociali,
infatti se non fosse per Erick non ci vedremmo mai la sera), ma dai quali gli
toccava andare, per una serie di complesse alchimie sociali sulle quali non mi
dilungo. L’uomo è un animale sociale. Io, se posso, preferisco essere un
animale e basta (la maggior parte di voi lo sa bene).
Vi dico prima com’è andata a me.
En entrée, tourteau (avec sa salade d’avocat),
suivi d’une épaule d’agneau grillée au feu de la cheminée (avec ses légumes
cuits à l’eau), et en dessert les mangues. Niente pane, una cena dietetica, se non
fosse per le due bottiglie a testa (rigorosamente): aperitivo con il Bordeaux
blanc, seguito da un Sauvignon con il tourteau, seguito da un Bordeaux rosso
cuocendo l’agnello, seguito da un côte de Thongue mangiando
l’agnello (e lì ho goduto intensamente...), seguito da qualcosa che sapeva di
aceto (e lì ho fatto penitenza), seguito da un Monbazillac. Ho capito tante
cose. Ad esempio, che il tourteau in
effetti si cuoce come l’aragosta (à la
guerre comme à la guerre), e che quelli che avevo mangiato finora non
sapevano di niente per un paio di motivi: perché i pescivendoli che te li
vendono cotti cuociono quelli morti da un pezzo, e perché quelli che mangi al
ristorante sono stati in frigo, e il frigo pialla i sapori (poi c’è anche quel
discorso del court bouillon, ma
questo non è un post tecnico). Poi ho
capito cosa sono andati esattamente a fare i francesi in Mali, e altre cosucce
che vi racconterò, se e quando...
Una serata riuscitissima, e ho preso solo un etto
(considerando le due bottiglie, un successo)!
Meanwhile... Il
povero A. si era ritrovato a una serata di piddini francesi!
The horror...
Parentesi: la posizione di A., attualmente, è quella di
molti di voi (anche mia, nei momenti di depressione): ha capito benissimo che
le cose non vanno (il che lo pone nel primo percentile della professione), ma pensa
che la leadership tedesca ogni tanto toglierà pressione al sistema, con qualche
concessione ai Pigs (ai quali sa benissimo che anche la Francia appartiene),
per assicurare la sopravvivenza dell’euro e della propria supremazia. Un
ragionamento che secondo me ha solo il difetto di tornare troppo bene, perché
si basa sull’ipotesi che la Germania sia una specie di figura allegorica
giottesca, come quelle della Cappella degli Scrovegni, delle quali parla Marcel,
che so, la Perfidia, la Slealtà,
una sola persona, un singolo decisore perfettamente razionale. Insomma: l’idea
sottostante è quella che gli apprendisti stregoni della politica alamanna o
italiana possano smarcarsi elegantemente dalle menzogne che ci hanno propinato
per tre decenni. Non ne sono così convinto. Chi ci ha venduto l’euro come il
paese di Bengodi non può ora dire “abbiamo sbagliato”, soprattutto non ora che
è perfettamente chiaro, e rivendicato dagli stessi autori del misfatto, che
l’errore era quanto meno prevedibile, anzi, previsto (per questo Zingales parla
di disegno criminale). Chi al Nord ha venduto la crisi come colpa dei Pigs, a
sua volta, non può agevolmente proporre ai propri elettori soluzioni
cooperative, semplicemente perché verrebbe scavalcato da chiunque volesse
vincere le elezioni. Sapete, in Germania vincere è facile: basta dire che la
colpa è degli altri.
Qual è l’unico esito nel quale le classi politiche europee non
sarebbero costrette a rimangiarsi le loro sporche, infami, criminali, sordide,
meschine, incoerenti, turpi e vituperevoli menzogne? (se ho dimenticato qualche
aggettivo feel free, sotto c’è
posto). Ma è elementare, Watson: l’uscita della Germania! E perché? Ma perché
questo scenario è compatibile, appunto, con le menzogne dei politici del Nord,
e di quelli del Sud.
Cominciamo da questi ultimi: da noi i Fassini e le Fassine
potrebbero dire “signora mia, l’euro era tanto ‘na cosa bbella, ma ar monno c’è
tanta cattiveria, sti tedeschi so’ pproprio egoisti, e chi se l’aspettava? D’artra
parte, signora mia, bisogna pure capilli, certo, un po’ è pure corpa nostra che
nun avemo fatto ‘e riforme, però, signora mia, si quelli nun ereno così egoisti
forse quarcosa se poteva fa pe’ ‘a vedova e ppe ll’orfano. Vabbe’, mo comunque
semo usciti, vedemo che sse po’ ffa”. Questo per i Fassini e le Fassine (ubi tu
Fassinus, ego Fassina).
Al Nord, Joseph Merkel e Angela Goebbels potrebbero dire: “la
colpa è di quei porci del Sud, sono proprio irrecuperabili, talmente
irrecuperabili che alla fine ci conviene tirarci fuori, piuttosto che pagare
con una iperinflazione al 5,2% il fio delle loro malefatte. Siamo forti, ce la
faremo da soli, non ci servono partner pigri e sleali”.
Ecco: la quadratura del cerchio: ognuno rimarrebbe
perfettamente coerente con le proprie menzogne e quindi forse (dico forse) potrebbe
conservare la cadrèga.
Daje, Fassi’, che me stai simpatico, lo vedi che tte sto a
aiuta’, t’ho preparato un piano B de lusso! Ma tu vai tranquillo, ancora devi
continuare a dire in pubblico che l’euro è cosa buona e giusta, in privato che
è una merda ma ora arriva la Focialdemocrazia europea e lo sistema, e nel tuo
foro interiore quello che sse semo detti. Rimane fra me, te, e qualche
centinaio di migliaia di elettori, ma stai tranquillo: non t’avrebbero votato
comunque, quindi nun c’è probblema...
Ora, dovete sapere che A. inizialmente era Goofyscettico.
Parlo dell’anno scorso. Avevamo e abbiamo altro da fare che parlare dell’euro,
ma quando capitava, a causa della loro campagna elettorale, non era che i miei
argomenti lo convincessero molto, soprattutto per via del fatto che lui si
sentiva vicino al Fognatore francese, Mélénchon, e io, forte dell’esempio dei
Fognatori nostrani, glielo smontavo un pezzetto alla volta. Sì, lo so, sono
fastidioso. Sapete com’è, meglio perdere un amico che una buona risposta. E
così, un giorno, avevo siglato una nostra fugace schermaglia con questa frase:
“Ne t’en fais pas, mon chéri, sois content, car l’année prochaine la Petite
Couronne va fermer, mais nous on va pouvoir se marier. Il est temps, puisqu’on ne fait que de se
bagarrer...”.
As it happens,
sono successe l’una cosa
e l’altra,
il che ha definitivamente depiddinizzato A., facendogli cogliere le dimensioni
galattiche della presa per i fondelli di cui gli elettori della sinistra sono
stati i non del tutto incolpevoli oggetti.
E non è bello andare a cena da un piddino se sei stato
microchippato da Goofy...
Infatti...
Non era la prima volta che A. si recava dal brillante
economista piddino (che ogni tanto scrive su Le Monde, è ricercatore in un prestigioso istituto, ecc.). Era però
la prima volta che veniva accompagnato in macchina dal trotzkista. Una cosa
pratica, se vuoi, perché così se ti rompi i maroni (come era successo
regolarmente tutte le volte precedenti) puoi almeno svuotargli la cantina, al
piddino, senza rischiare che facciano coriandoli della tua patente. Ma ubi commoda, ibi et incommoda
(Goofylatino): se ti scassi veramente tanto, dipendi dalla macchina del
trotzkista, che è amico dell’indugiare sulla porta, cosa della quale Gadda e
(umilmente) io e A. siamo particolarmente nemici. Insomma: facilmente il
trotzkista fa le quattro di mattina nel weekend.
Allora, la cena si svolge in un ameno milieu intellettuale, fatto di psicanalisti, avvocati, docenti
universitari di tutte le materie tranne una (l’economia). Voi lo sapete, il
piddino avrà tanti difetti, ma non quello di non leggere libri senza figure.
Eventualmente ha il difetto di non capirli, ma questo non intacca la sua
autostima, perché, come sapete, il piddino sa di sapere, e del resto tutti noi,
nessuno escluso, avremo un giorno bisogno della misericordia divina (io più di
voi in questo momento perché sono a diecimila piedi).
E a un certo punto il maschio alfa, cioè il piddino, alfa
perché a casa sua (con la sua femmina alfa, e, chissà, magari anche un certo
numero di femmine beta, gamma, delta nel branco dei beoti piddini radunati ad audiendum verbum), e alfa anche
perché relativamente più prestigioso in termini accademici, parte per la tangente
dell’autocompiacimento, quella pericolosissima china sulla quale scivola la
maggior parte dei miei colleghi, quelli che affidano all’illusione di praticare
una scienza “dura” (absit iniuria verbis)
il compito di rafforzare la propria autostima.
Così, senza minimamente tener conto del fatto che chi lo
ascoltava non potesse capire una beneamata fava, e anzi compiaciuto del proprio
pontificare su un registro tecnico irraggiungibile ai più, con fare patronizing monopolizza la
conversazione, scegliendo come sparring
partner il povero A. (che avrebbe solo voluto prosciugare un certo numero
di bottiglie), e col tono del “giovane collega, tu m’intendi” comincia a
sproloquiare sul fatto che però la scienza economica sta facendo passi da
gigante, e che ci sono dei progressi oggettivi, come il fatto che grazie a
recenti ricerche econometriche finalmente si è raggiunto un consenso sulle
dimensioni dell’elasticità dell’offerta di lavoro al salario reale, per la
quale, dopo tanti anni, e dopo un lavoro costruttivo e progressivo, si ha ormai
la certezza che cada in un intervallo fra 0.3 e 0.7, né sotto 0.3, né,
tantomeno, sopra 0.7, si badi (le evidenze in tal senso sono cogenti, ô
combien!), il che, come sicuramente non sfuggirà, a voi lettori, ha delle
interessanti implicazioni per la politica economica, che il tronfio
trombonaccio si accingeva a dettagliare...
Ora, voi siete beati per i noti motivi, ma sicuramente anche
lì le cose non è che stessero andando meglio. Gli astanti avrebbero avuto meno
difficoltà a decifrare la stele di Rosetta, o magari a eseguire a prima vista
la Missa prolationum dall’originale
(quanti piddini ho visto estasiarsi per Ockeghem, e quanti per gli In Nomine, ovviamente
senza sapere una beneamata fava di solfeggio né di setticlavio...), piuttosto
che a seguire il tronfio piddino nella sua agglutinata supercazzola supply side, e ognuno reagiva a modo
suo: le femmine dalla beta in giù con sguardo adorante (del tipo: “Eh, tanto
l’economia è fuori dalla mia portata – io sono piddina, quindi sono per
definizione acculturata e intelligente, ma questa è materia tecnica e quindi
sono dispensata dal capirla – ma lui parla così bene...” (insomma, un po’ come
avrebbero reagito molte di voi quindici mesi or sono, prima dell’incontro che
ha cambiato in peggio la vostra vita, diciamocelo...). E la femmina alfa? Be’,
quella lo regge tutti i giorni, quindi, come dire, era assente giustificata. I
maschi dal beta in giù con un sorriso di circostanza (del tipo: “Putain
de merde ce qu’il me gonfle ce mec, heureusement que son vin est buvable, et
que c’est A. qu’il a choisi pour le chapitrer”).
(ma perché la donna seduta dietro di me, che ha una fiatella
che nemmeno Lampredotto, deve stare incollata allo schienale del mio sedile e
funestare il mio viaggio col suo fetore? E tossisce pure...)
Ma A. era stato microchippato: superata la soglia degli 0.5
grammi di alcol per litro, il Goofychip entra in azione: sobrio (si fa per
dire), metodico, incisivo, tagliente, il buon A. comincia a dire che in effetti
la scienza economica non esce benissimo dalle vicende recenti, e questo più per
colpa degli economisti contemporanei che di quelli che li hanno preceduti, dato
che questi almeno avevano chiarito perfettamente natura e dinamiche della crisi
in corso, e che in effetti era veramente sorprendente come intellettuali di
sinistra potessero farsi portavoce e cassa di risonanza di ideologie così
visibilmente reazionarie, ecc.
Tutte quelle cose che mi avete sentito dire tante volte, e
che chi vuole vedere vede e chi vuol sapere sa.
E accadeva, al buon A., quello che accade a me quasi sempre
quando parlo, e abbastanza spesso (ma meno spesso) quando suono. Perché se
quando parli, o quando suoni, ti capita (e può capitare) di entrare in contatto
con la verità, allora scopri l’immenso potere comunicativo e persuasivo che la
verità, la semplice verità di una melodia, o di un ragionamento, esercita sugli
astanti, e li senti con te. Non c’è sensazione più appagante di questo senso di
comunione con persone che non hai mai visto né conosciuto, alle quali ti lega,
per un istante più o meno breve, quella cosa che è il principio di tutto, il
logos, alle quali senti di star regalando quella cosa tanto preziosa che è uno
sguardo diverso sul mondo, e dalle quali senti di essere ripagato con quella
moneta impalpabile e preziosa, quell’IOU che nessuna stampante del “genio
rinascimentale” potrà mai stampare: la semplice e vera riconoscenza. Per
averla, questa ricompensa, ci vuole poco: essere intonati, andare a tempo, e
mettersi al servizio della melodia, o della teoria delle aree valutarie
ottimali, senza pertanto dimenticare se stessi.
Pare poco...
Così, la serata virava all’ammutinamento.
Perché mentre il piddino, anzi, le piddin, cercava di tenere il punto e di difendere le
meravigliose sorti e progressive dell’euro, arrampicandosi su uno specchio sapientemente
insaponato da A. (in mancanza di altro), le semplici parole di A., deducendo
uguale da uguale (come dice un ingegnere meno privo di dubbi della media),
promuovevano negli astanti quella sensazione che anche voi avete provato: il
semplice ragionamento sul cui prodest,
la semplice scienza del prima e del dopo, ricomponevano in un quadro
intrinsecamente persuasivo una serie di fatti e di dichiarazioni (come questa)
delle quali altrimenti sarebbe stato difficile comprendere la criminale
coerenza. Ed era tutto un “c’est
vrai, mais oui, en effet, tiens, c’est ce que je pensais...”. Quelli che
fino a pochi istanti prima erano ancora rassegnati a non capire, e se ne
accontentavano, ariconsolandose co’ l’ajetto del saper di sapere qualcos’altro,
improvvisamente scoprivano, con loro sorpresa, di aver da sempre capito
benissimo, scoprivano che la risposta che era dentro di loro era quella giusta,
e che potevano tranquillamente esternarla senza passare per folli, o peggio per
populisti (quelle horreur!), essendo questa risposta avallata da
alcuni Tir di paper scientifici; scoprivano che i loro politici gli stavano
mentendo, scoprivano di essere entrati, inseguendo il Fogno della
Focialdemocrazia europea, nella camera della morte di una tonnara alamanna. Il
che, se permettete, per un francese non è che sia proprio il massimo. Veniva,
quindi, dai più arditi, dai maschi gamma, delta, epsilon, che non stavano nella
pelle dalla soddisfazione di poter finalmente canalizzare sul maschio alfa le
loro pulsioni finora irrisolte, veniva, disais-je,
chiamata in causa la dimensione politica della costruzione europea. Perché è
vero che in Francia non sta bene parlare di politica quando ci si ritrova, ma è
anche vero che proprio per questo infallibilmente si finisce a parlarne.
Smarrito, braccato dalla muta dei suoi ci-devant follower, ecco
che le piddin commette un errore,
perché all’n-esima osservazione sul
carattere non esattamente socialiste
delle politiche di Hollande, l’amico sbotta, per rivendicare, nello scatafascio
generale, almeno la propria coerenza di pensiero: “Mais de toute façon moi j’ai
toujours été libéral...”.
Oooooops!
Come come come?
Su una delle tante femmine, non so più dirvi quale, se la
zeta, la eta, la teta, questa tanto più veridica quanto involontaria confessione
si abbatte con lo scroscio di una secchiata di acqua gelida, estinguendone
istantaneamente il calore (in senso strettamente zoologico). Sorpresa, la femmina adorante reagisce allo sbalzo
di estrogeni con un: “Mais voyons, Armand, tu nous avais toujours dit que tu
étais keynésien!”.
L’infallibile memoria delle donne...
Esasperato dalla spiacevole, frustrante sensazione del
“stasera non si scopa” (qui mi rivolgo, ovviamente, ai congeneri), le piddin raddoppia di sforzi dialettici
e di fumogeni controintuitivi per dimostrare che comunque la Scienza, e la
Ragione, e la Politica, che, per inciso, non son roba da femminucce (di
qualunque sesso), sono dalla sua parte. Per nulla intimorito da tante
maiuscole, anzi, majuscules, A. tiene botta, e sgretola colpo su
colpo i paralogismi piddini, pur intuendo che l’atmosfera si sta riscaldando un
po’ troppo, e che insomma si sta arrivando ai limiti dei margini di manovra che
la sua situazione di ospite gli consente. Finché il piddino, che sente
sfaldarsi il piedistallo della sua statua di stronzo, pardon, di bronzo, accecato dal furore nel constatare che la
semplice dialettica di Ugo (ricordate, vero...) prevale senza confronti sul suo
contorto e bizantino garbuglio, nel comprendere che non c’è partita, nel vedere
quella platea di femmine tifare per la boccia di A., anziché per la sua folta chevelure, reagisce con un lapidario:
“Tu te tais maintenant!”.
Che, come ognuno vede, non è esattamente il massimo della politesse, e, per dirla tutta, nemmeno
dell’obligeance (per la precisione).
...
Silenzio tombale.
...
Interrotto dopo una pausa eterna dall’improvvida
constatazione dello chauffeur. Quale?
Ma sì, ricordate? Il trotzkista, che in guisa di riconciliazione emette questa remarque: “Mais voyons, A., en effet tu
es un peu trop virulent avec ces histoires d’euro!".
Remarque
abbastanza improvvida, considerando che per riequilibrare (ove mai) la
situazione, in effetti il trotzkista tradiva A., sottraendogli il proprio
sostegno. Ma lo sapete come sono i marZiani, compreso questo spiritosone. Loro
dicono: il capitale è unito, è transnazionale. Quindi noi per combatterlo
dobbiamo unirci, diventare transnazionali. Quindi ben venga l’euro, che uccide
la democrazia, ci mette in mano ai mercati, ci condanna alla deflazione
salariale, alla mobilità forzata e presto ai lavori forzati, ma ci permette di
viaggiare per l’Europa senza sapere le tabelline: fra duecento anni saremo
tutti fratelli, noi proletari, e potremo tutti insieme andare a casa del
capitale transnazionale e dirgli: “Amico, adesso discutiamo di distribuzione
del reddito”. Un ragionamento chiaro, semplice, e realistico.
Colto di sorpresa (immagino un repentino “Ah, putain!”
recitato in petto), A. si gira verso l’ex amico e condensa questo ragionamento
con un disgustato: “Ben oui, j’oubliais que pour les marxistes tels que toi
l’euro est le meilleur ami du prolétaire!”.
Colpo di scena!
Perché le piddin,
a sua volta, si gira verso il trotzkista e, frappé
de stupeur, inquisisce: “Toi, marxiste!?”. Sorpresa, delusione, orrore...
Tale la madre del futuro Reggente, Elisabetta Carlotta di Baviera, quando
apprese che il figlio aveva accettato di sposare una bastarda del Re Sole (da
cui il noto ceffone in piena corte di Versailles del quale ci parla Saint
Simon, ovviamente non il socialista, ma il duca – un equivoco che, come sapete,
stava per costar caro a Victor Hugo... altri tempi, altre madri... e quella poi
era tedesca... e aveva fatto anche lei il suo matrimonio omosessuale, nel senso
che suo marito... ma non entriamo in questo commérage).
Eh già...
Capito? Dai, su, ne abbiamo visti tanti anche su questo blog
(Marco Basilisco, per non far nomi): il marZiano francese andava a casa dell’intello liberal-piddino, e nei lunghi
anni nel corso dei quali questa frequentazione si era dipanata, e durante i
quali chissà quante volte avevano parlato di economia, di ricchezza, di
povertà, o anche semplicemente di fica (mi si dice che gli intellettuali talora
affrontino l’argomento), o magari di elasticità dell’offerta di lavoro al
salario reale (argomento questo che non mi ricordo di aver mai affrontato con
Marco Basilisco), il nostro buon marZiano mai e poi mai aveva lasciato
trapelare la propria fiducia nel sol dell’avvenire.
Insomma: paese che vai, marZiano che trovi, ma è sempre
dello stesso tipo: pronto a partire all’assalto del Palazzo d’Inverno con il
volto coperto dalla maschera di Nonna Papera. Del resto, anche voi, se aveste
aspettato che certe semplici cose ve le raccontassero i marZiani, sareste ancora
attivisti convinti del PUDE (il cui account Twitter è stato censurato per la seconda
volta in una settimana).
Questa seconda agnizione (dopo un preteso keynesiano che si
scopre liberale, un preteso liberale che si scopre marxista) è seguita da
un’altra pausa di attonito silenzio della quale A., con perfetta intelligenza
scenica, approfitta per uscire a fumare una sigaretta. E inizia il
pellegrinaggio di tutti quelli che, per esprimergli solidarietà, escono a
fumare con lui. Situazione quasi imbarazzante, anche perché la temperatura
(intorno a -5° con una decina di nodi di tramontana, anzi, di bise, tanto per gradire) rendeva
perfettamente chiaro che quello che si andava costituendo nel portico della
villa era in effetti un piccolo Aventino.
Nel frattempo, io mi godevo il côtes de Thongue davanti al caminetto, ascoltando la Musique pour le souper du Roi
di Delalande, in un boudoir reso
particolarmente Louis XIV dall’illuminazione à l’ancienne: solo candele. Ma vedete com’è, il mondo è in
equilibrio: quando uno si rilassa da una parte, ce ne dev’essere uno che si
incazza da un’altra parte. Per rassicurarvi, vi ricorderò che, come è noto, io
sono sempre incazzato: quindi rilassatevi.
Comunque, insomma, siamo fra persone civili (sono del resto
così rappresentati, come persone civili, di ottime letture, estremamente
educate, e di squisito gusto musicale, anche i criminali nazisti in qualsiasi
film di guerra, come credo avrete notato), siamo fra gente progredita e
progressista, e quindi occorre che si ricompongano le fratture. Fumata una
stecca di Gauloises, A. rientra, e il clima si è decisamente rasserenato.
Si
parla di altro.
Bonario, verso la fine della serata, al momento del
commiato, le piddin offre a A. un libro, un oggetto
fatto di tante pagine con le quali A. avrebbe ben saputo cosa fare (pur non
essendo particolarmente interessato alla letteratura francese), e lo postilla con
una dedica spiritosa: “Al mio avversario preferito” (o qualcosa del genere). A.
accetta deferente, compito e cordiale. Siamo alle strette di mano, la
lacerazione pare ricomposta, fa parte di un passato da dimenticare, anzi, già
dimenticato, quando sul passo della porta si sente uno degli astanti esclamare:
“Però è una bella cosa vedere che ci sono dei giovani economisti capaci di
rifiutare il pensiero unico e di esporre con coraggio le proprie convinzioni”.
Lo sguardo du piddin diventa
tagliente come una lama di Toledo, e A. pensa bene di defilarsi rapidamente,
sgattaiolando nella voiture del
trotzkista. Cosa si siano detti lo ignoro. Una cosa è certa: se fossi nel
trotzkista, cercherei di diventare professeur
prima di A...
Io, nel frattempo, alla luce delle candele, ignaro di tanto
conflitto, ascoltavo questa
bella canzone, perché Erick mi vizia con i miei autori preferiti, canzone della
quale è opportuno e salutare che vi traduca il testo:
“Disse il Signore al mio signore:
siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a
sgabello dei tuoi piedi.”
Ecco. Teniamocelo per detto. Verbum Domini.
(ho girato tanto, ma
alla fine per avere il tiro che ci vuole m’è toccato prendere la versione dei
coreani. Sentite questo quanto è moscio. Capito cosa vuol
dire “emerging economy”?... Vabbò, poi ce so' questi, so' amici... However, amicus Plato sed magis amica veritas... Nun ce se po fida' manco de Gardiner... Senti com'è solfeggiato... Ma il lato Charlus di Haendel sfugge, a questi illustri colleghi, la volizione sottilmente isterica del Gaddus... No? Niente? Cazzo, l'ha detto il Signore: metterò i tuoi nemici sotto i tuoi piedi. Non è che ha detto "domenica annamo a magna' a Fiumicino", capisci? Sta parlando dei piddini, il salmo 110! Sta parlando di quelli che ti hanno umiliato, sta parlando del muro di gomma sul quale hai rimbalzato per venti anni, ma ora arriva il Signore, e ce penZa lui. Per Dio, non lo puoi dirigere contando uno, due, tre, quattro... Niente: so' mejo i coreani. No, aspetta, forse questo si salva, e si salvava pure quello di Erick, che infatti era... un tedesco! Fermo: anche questo è abbastanza esplosivo, forse possiamo fare a meno di importarlo dai fottuti Charlie).
Peccato che questo mio impianto stereo tirato su con gli avanzi della cantina dei miei ed oramai più che trentenne, o gravemente vintage, mi renda come se gli archi suonassero da dietro una coperta di ovatta.
RispondiEliminaDopo questo bel post però mi sembra come che sia più utile confidare in Dio piuttosto che nei marziani, eppure avevo sempre ritenuto più probabile l'esistenza dei secondi. Come non mi va di rispolverare i testi sacri...
Ma sai, vale per i marziani quello che vale per i marZiani: è matematicamente certo che essi esistano, da qualche parte, ma è altrettanto certo che non li incontreremo mai nel nostro percorso (salvo sporadiche scaramucce su Twitter con personaggi che "l'avevano detto"... nel 2006!).
EliminaQuando ha citato i criminali nazisti mi è venuto un sorriso prof, in effetti l'associazione mentale che stavo facendo era quella della serata di gala nella Parigi occupata del film "Bastardi senza gloria"...
RispondiEliminaOT: per diletto ho commentato l'atto di genuflessione a Berlino del "candidato progressista" alle attuali elezioni...
http://ilbipolare.blogspot.it/2013/02/divergenze-divergenze-tra-il-compagno.html
L'avevo letto. Grazie.
EliminaBeati voi, l'ultima cena in cui si è parlato di Euro mi hanno urlato addosso, con tanto di.. Guerra, pestilenza, ex militanze contro i comunisti(?!). Almeno le piddin di A. ha rosicato interirmente ma non se l'è.. ehm... mangiato esteriormente.
RispondiEliminaMa tanto chi se ne frega, tra un po' quando parenti e amici mi verranno a trovare sotto il ponte presso cui alloggerò mi diranno "avevi ragione tu". A quel punto li mangerò io però!
Scabellum pedum tuorum... Uno sgabello, sotto l'arcata di un ponte, arreda molto.
EliminaMagari con l'accompagnamento di un salmo di Haendel
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=Spwq6JDS9-g
A proposito, ma e' stato solo una coincidenza del tutto casuale che dopo la sua intervista con la Undiemi Grillo ha cominciato per la prima volta a parlare esplicitamente di uscire dall'euro?
Ah prof, mi sono reso conto adesso che aveva gia' fornito link al caro Haendel. Per alcuni misteriosi eventi (mie sperimentazioni con linux) non vedevo evidenziati i link nel post, un bel refresh ed e' tornato tutto a posto. Mi scuso.
EliminaMa figurati. Mi fa piacere vedere che la pensiamo allo stesso modo. Anche qui ci sarebbe spazio per un dibattito.
EliminaTutta Europa (o quasi) è paese
RispondiEliminaScusate la mia beotaggine ma chi è quel minchione che continua a censurare l'account PUDE su Twitter? Cioè mi volete dire che l'UE ha unto anche Twitter?
RispondiEliminaSalve Bagnai
RispondiEliminauna notazione solo metodologica (ovviamente insuscettibile di pubblicazione): poichè spesso copio i suoi post su e-book , in formato pdf, per una successiva lettura (senza necessità di costose e defatiganti stampe cartacee), mi chiedevo se fosse possibile modificare lo sfondo dei suddetti post da grigio/verdastro scuro a bianco (leggere il carattere nero su grigio/verdastro scuro non è il massimo, soprattutto su e-book). Naturalmente capisco che fra i numerosi problemi che la assillano questo non è certamente classificabile tra gli alfa.
cordialità
Uso anch'io e-book reader. Di solito seleziono e copio i testi su documento Office (Microsoft o OpenOffice), lo sfondo non viene viene copiato; eventualmente cambio la grandezza del carattere; poi converto il documento in PDF, epub o mobi a seconda del reader. Ci sono vari convertitori, un buon convertitore è a corredo di Calibre (applicazione free x gestione biblioteca digitale).
EliminaProf, ma si rendo conto che dovunque va lei genera dei mostri?!?
RispondiEliminaLei è di gran lunga il principale pusher di red-pills in circolazione...
Grazie per il racconto, fantastico!
Ma i miei mostri preferiti siete e sarete sempre voi.
EliminaIl capitale ha una capacità straordinaria nel cambiare la Überbau secondo i contesti, e il proletariato (di cui faccio parte) ha una capacità straordinaria nel farsi infinocchiare.
RispondiEliminaGerschenkron mette in evidenza i nessi tra le esperienze di industrializzazione - il che per le popolazioni significava innanzitutto "pijarlo n der culo" [cit.] - e le diverse ideologie che li hanno accompagnati. Ebbene, paese che vai, vaselina che trovi...
Così ai francesi hanno blindato la supercazzola Sansimoniana, mentre con i teteschi, che sappiamo essere sensibili-altruisti-europeisti per dna, ci è voluta, pensa un po', una robusta dose di nazionalismo. E via così...In ogni caso, più un paese era "arretrato" (abbiate pietà e non mettiamoci a discutere in questa sede di cosa significhi), più la "medicina ideologica" doveva mostrare l'industrializzazione come un processo storicamente necessario, frutto di leggi scolpite nella roccia e di ferrei automatismi economici.
Benissimo, ora togliete "industrializzazione" e mettete "Euro"...
Ecco, abbiamo siamo al monetarismo di sinistra (?). Hic manebimus se vi piace, non proprio ottimamente...
Monetarismo di sinistra è stupendo.
EliminaSi è un po' come dire cannibalismo vegano, o virtuosismo minimalista...sarebbe davvero divertente, se non fosse vero...
EliminaNaturalmente di "sinistra" in tutto questo c'è solo la freccia del mercedes che svolta per parcheggiare al festival del piddì, ça va sans dire.
O forse i già compagni hanno solo elaborato un piano molto complesso che noi goofy-minded non riusciamo a capire: magari in base alla logica del "tanto peggio tanto meglio" volevano solo accelerare il disfacimento del sistema, dispiegandone appieno le contraddizioni.
Peccato che in mezzo ci siamo noi. Osservatori si, ma privilegiati menga tànt.
Proooof!!! Che cos'é QUESTO???
RispondiEliminahttp://www.beppegrillo.it/2013/02/leuro_contro_natura_-_alberto_bagnai.html#commenti
Grazie, grazie, grazie! :')
Ce la stiamo facendo, ce la stiamo facendo!
http://www.byoblu.com/post/2013/02/10/GRILLO-VOGLIAMO-LA-SOVANITA-MONETARIA.aspx
Son felicissimo dello sviluppo! grazie ancora!
http://www.youtube.com/watch?v=Wj7gQHfNNEg
RispondiEliminaIo l'ho sempre saputo! :) (ironia)
Scusi prof., una domanda, mi aiuti a capire: è corretto dire che il debito pubblico Italiano si è formato non tanto per gli interessi debitori sul medesimo (che da fonti del fmi mi sembra seguino giustamente l'inflazione media) ma più che altro per il fatto che dal 1979 abbiamo perso la sovranità monetaria aderendo allo SME e che quindi non abbiamo più potuto ripagarli.
RispondiEliminaGrazie
http://goofynomics.blogspot.it/2012/05/la-spesa-pubblica-al-bar-dello-sport.html
Eliminada lì poi segui quanto linkato
Dal divorzio del 1981 in 10 anni la spesa per interessi é raddoppiata portando il debito/PIL dal 60 al 120%. La sovranità monetaria c'entra col fatto che un governo non é stato più libero di finanziare le proprie iniziative poiché queste subivano il vaglio dei mercati e gli interessi sul debito venivano pagati sottraendo risorse all'economia reale. Scusami se mi sorge un dubbio... Sento puzza di anatra bruciata....
EliminaGrazie Marco Bessi e grazie pH per la spiegazione e per le indicazioni. Ora ci studio un pò su..
EliminaCosì però non si fa.
RispondiEliminaAssaggio la versione coreana 'no dai, è troppo veloce troppo nervosa'.
Poi quella di gardiner, la stessa che ho a casa, occhi sgranati 'minchia quant'è moscia adesso'.
Quando finalmente avevo le idee (un po') più chiare sull'economia, le ho (molto) più confuse sulla musica.
Questa è cattiveria... finirò per darmi al death metal.
Secondo me gli svedesi non vanno male. O Minkowski...
EliminaBeato io che....oltre a non capire un....non capisco nemmeno il francese
RispondiEliminaNon sai quello che ti perdi...
EliminaParole sante prof. Bagnai. Per esempio ci si perde la frase che riassume perfettamente l'esperienza euro: "point n'est besoin d'espérer pour entreprendre, ni de réussir pour persévérer"
EliminaĖ proprio vero che la famiglia si allarga...
EliminaVedo che qui si diventa, come dicono da certe parti al sud, compari.
EliminaAffratellati dalla rimozione del velo di maya eurista...
Mort aux piddin !! Liberté, égalité, fraternité !
RispondiEliminaManca la "s" del plurale.
EliminaHa ragione prof. Ho studiato il francese a scuola e non avendo mai avuto l' occasione di parlarlo con continuità l' ho un po' dimenticato. Ma è un errore concettuale prima che grammaticale
Eliminaon ne doit pas tuer les piddins, il faut tuer le "piddinisme".
Questa volta spero di aver scritto bene.
«Vaste programme.» (CDG)
EliminaCaro prof. non pensavo che le sue parole fossero un'arma cosi' potente!
RispondiEliminaDopo i suoi 2 eventi 5stelle di ieri abbiamo gia' il primo risultato tangibile:
un primo rappresentante teutonico abbandona con un atto altamente simbolico l'italia e torna nel suo paese
Speriamo che la sua nazione ne segua l'esempio e si stacchi dalle nostre chiappe
Che spasso Alberto starsene davanti al camino a sentire queste meravigliose liti sorseggiando del buon vino! E quante ne avremo il piacere di sentire nel prossimo futuro. Un piddino umiliato in pubblico non ha prezzo!
RispondiEliminahttp://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1180632/Ue--Monti-fregato-ancora--piu-soldi-alla-Merkel.html
RispondiEliminaVi tedio....
Profe, ha strappato un sorriso di compiacimento anche al Gaddus, quello della "volizione sottilmente isterica".
RispondiEliminaTi ricordi dove lo dice? Parlando di un pittore, ricordi?...
EliminaCognizione del dolore (... dovrebbe)
EliminaGoofyprof, ma lei cosa ha fatto negli ultimi tempi, che è sparito dalla circolazione?
RispondiEliminaMi sembra che si sia chiuso in un archivio dell’università di Rouen ed abbia fatto
il lavaggio del cervello a Beppe Grillo, in fatto di economia, perché lui
sta sostenendo esattamente le sue tesi, alla sua maniera naturalmente,
da vongola verace alla genovese, ma con la solita furia comunicativa,
che lo farà sicuramente superare il 20% dei consensi.
SCOMMETTIAMO?
Non so davvero che si successo la, ma i piddini pro-Euro sono sempre meno e sempre più perculati, almeno da quel che vedo su facebook. Forse il lavoraccio di Alberto e di tanti altri finalmente stà cogliendo i suoi frutti. Non so che accadrà da qui al 24 (penso poco) ma dando per scontato che questo governo non durerà gran chè, penso questo sarà l'argomento della prossima campagna elettorale.
EliminaAlmeno online il vento finalmente stà cambiando.
Prof. dovrebbe modificare il chip perchè oltre i 2 g/L non funziona!!!
RispondiEliminaMe l'ha chiesto anche A. Io volevo tutelare la vostra salute, ma penso che non sia il caso...
Eliminacredo che oltre i 2 g/L il problema sia rimanere in equilibrio..certo anche cadere continuamente biascicando eurotruffasvalutazionesalarisinistravenduta (ovviamente incespicando nella pronuncia) ha il suo fascino..
EliminaGrazie per la premura, alla fine il cavajere nero ha un cuore grande...
EliminaNon vorrei di', ma se si parla di Bach nella mia umilissima opinione non bastano dieci Koopman per fare un Walcha; e per quel che riguarda Sir John, se sento il suo Handel il confronto con quello del fu Karl Richter viene immediato, e fa rimpiangere il grande crucco grande amante dei rossi italici... quindi poco da fare, onore alla tradizione intepretativa mangiacrauti, che quella si' che è un patrimonio europeo...
RispondiElimina(beato te...)
EliminaQuesta non la pubblicare... ma sul serio preferisci
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=iIg2PFlc6XI
a
http://www.youtube.com/watch?v=vzc5bo7hB6s
?
Ovviamente non ho ne' la tua preparazione ne' i tuoi titoli, ma per i miei gusti la cristallina nitidezza di Walcha non ha uguali.... mentre Koopman ispira gente che conosco che nelle scalette mette la Dorica "per fare un po' di casino"...
Visto che si parla di cose più importanti dell'economia....
RispondiEliminaPotremmo evitare di peggiorare la bilancia dei pagamenti importando musici da Sassonia e dintorni, visto che storicamente, siamo stati, noi terroni, esportatori netti di buona musica: i "cari Sassoni" venivano in Terronia ad imparare, per poi copiare e diffondere in giro per l'Europa il verbo del "bel canto".
Questa la dedico all'uomo in loden:
"La Prudenza, che siede al Governo,
Di rigore bisogno non ha.
Solo Amore, che il suddito regge,
Nascondendo l'orror della Legge,
Sin dell'alme Sovrano si fa."
Il buon Cardinal Pietro Ottoboni era a sinistra del PD....
Visto che oggi siamo in tema di Francia, butto li un paio di frasi del generale De Gaulle che sembrano pronunciate in questo preciso contesto storico:
RispondiElimina- "La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata ai politici".
- "Non si può unificare un paese che conta 256 diversi tipi di formaggi"
E...gran finale:
- "Mio generale, morte ai cretini!"
- "Caro amico, il suo programma è troppo vasto".
A me è capitato questo,per dimostrarmi che io mi sbagliavo,e che l'ortottero capo aveva visto luuuuuuuuuuuuuungo,un mio amico mi ha risposto con il post dell'intervista della Undiemi ar Cavajere.................Prima ho riso mezz'or poi ho cercato di rispondere in maniera seria!Queste so soddisfazioni!
RispondiEliminaDescrizione esemplare del piddinismo degli intellettuali "di sinistra" "modevni".... sentono, anzi sanno, di essere progressisti, ma anche di potersi dire "liberali": talmente tante le "conquiste" nei secoli passati, forse pure troppe, si potrà (ovvero potranno, non certo IO) ben cedere qualcosa no? Suvvia, "siamo moderni".... vabbe', che sarà mai un piccolo arretramento.... poi un altro... e un altro... e un altro ancora... e i marZiani ammiccano, convinti che tutto ciò sia un bene, perchè ci avvicina al momento in cui raggiungeremo la condizione degli algonchini e dei samoiedi e quindi scattera l'inevitabile solidarietà galattica, che per definizione include i marZiani (credono loro, ma i marZiani non hanno letto le Cronache di Bradbury).
RispondiEliminaQuesti Kutuzov de noantri non hanno alle spalle nessuna strategia nè tantomeno madre Russia, e quindi non c'è niente da barattare in cambio del tempo che (credono) di farci guadagnare (o forse si? ma solo a livello personale LORO....).
Nella stessa situazione si è trovato anche Baffone: non aveva una strategia (o meglio, aveva quelle sbagliate) ma almeno si è accorto per tempo che madre Russia stava finendo, e ha pensato bene di dire "e mo' basta!"
Con il dovuto rispetto per le differenze tra tragedia e farsa (anche se siamo avviati sulla buona strada), mutatis mutandis, l'analisi di Baffone sul rapporto tra "popolo" e (l'allora un pò meno gioiosa) "macchina da guerra" regge ancora:
"The population of our country, who love and respect the Red Army, start to be discouraged in her, and lose faith in the Red Army, and many curse the Red Army for leaving our people under the yoke of the German oppressors, and itself running east.
Some stupid people at the front calm themselves with talk that we can retreat further to the east, as we have a lot of territory, a lot of ground, a lot of population and that there will always be much bread for us.
They want to justify the infamous behavior at the front. But such talk is falsehood, helpful only to our enemies."
Lo sai che finirà così, che ti malediranno perchè li hai abbandonati al nemico, che sei un vigliacco, che scappi ad est (dove celaCiiiiiina) ed alla fine si arruoleranno con Vlasov......
Ma non si può sempre scappare, dottor Villega: che tu lo capisca con la testa, come Mallory, o che tu lo capisca con la pancia, come Miranda.... magari solo perchè a un certo punto uno si stanca di scappare.... anche il Messico è grande, ma prima o poi finisce..... ah, ma tu volevi solo entrare in una banca? E io ti ci mando......
I piddini non lo so, i PDini sono tutto meno che liberali, liberisti direi, e della peggior specie, cioè di quelli che avendo scoperto le "meravigliose virtù" del libero mercato in tarda età si concedono anima e corpo a questo nuovo affascinante mondo.
EliminaSbaglio o uno dei pilastri del pensiero liberale è quello di offrire a tutti le stesse possibilità di partenza, mentre la classifica finale è il risultato delle capacità personali ? (la famosa meritocrazia ).
Onestamente io ci vedo poco di liberale nel privatizzare le scuole, nel ridurre i salari, nel precarizzare il lavoro etc etc, tutte controriforme (parafrasando Goebels "tutte le volte che sento parlare di riformismo porto la mano alla pistola") che tendono a congelare la mobilità sociale, a togliere opportunità alle fasce disagiate ed a favorire quelle agiate.
Ci vedo poco di liberale nell' organizzare la "gara della vita" facendo partire il figlio dell' operaio con uno zaino sulle spalle e le caviglie legate, se per il liberale, la vita è una competizione nella quale il più bravo vince, non si può sottacere che ad ogni competizione sottostà un regolamento con tanto di arbitri che lo fanno rispettare.
Il Liberismo è un altra cosa, è Sparta, è la legge della giungla, è il darwinismo sociale, è la mancanza di regole o l' abilità di aggirarle con la complicità di arbitri corrotti, è questo il deus ex machina che irrompe nelle nostre vite a partire dagli anni 70 - 80 ed al quale i PDini si sono completamente asserviti e dal quale si sono fatti soggiogare - consapevolmente ? Inconsapevolmente ? Mah ! Ai "posters" l' ardua sentenza.
La prosa del prof. è sempre straordinariamente godibile: c'è poco da fare, chi pensa bene, scrive bene.
RispondiEliminaPiaggeria a parte (e andando un po' OT, forse - in tal caso chiedo venia), trovo la questione del Mali (e del CFA in generale) di grande interesse. Arriverà un approfondimento ad hoc?
Caro prof. la rigngrazio ,come bidello ,di avermi fatto comprendere come mai erano dieci anni che non mi aumentavano lo stipendio( di 1000 euro),ora grazie a lei ho capito che rimarrà tale per i prossimi dieci anni(se tutto andrà "bene"),ma, mi perdoni,e scusi il francesismo ma oramai non me ne frega più un cazzo dei piddini italiani o francesi che siano,per quanto mi riguarda il punto di non ritorno è stato abbondantemente superato.Grazie di cuore.
RispondiEliminaProprio ieri mi sono trovato in una discussione con un PDino (ovviamente anche piddino, un Fognatore). La discussione è avvenuta commentando un post di un amico comune su Facebook, quindi relativamente pubblica. Dopo avergli dimostrato che "..sapevano.." e dopo aver irrimediabilmente intaccato il suo piedistallo, portando a pendere dalla mia parte una terza persona intervenuta alla discussione, mi chiede l'amicizia.. accetto.. mi contatta in chat e mi fa uno strano ragionamento (non so se più incomprensibile o insensato) e conclude con un "pensi troppo.."..
RispondiEliminaEcco quindi un'altro mostro che "pensa troppo", modellato da lei.
Un saluto e un grazie.. ho sempre voluto avere la pelliccia :D
Prof Grazie mille per la sua fatica... di sopportarci
RispondiEliminaA furia di mangiare carne di cavallo....
RispondiElimina:)
Scusate il link
Eliminahttp://www.zerohedge.com/news/2013-02-11/too-much-european-integration-romanian-donkey-meat-uk-beef-burgers
Probabilmente OT, ma leggendo questo articolo...
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-02-11/weidmann-bundesbank-euro-sopravvalutato-183556.shtml?uuid=AbtCtSTH
...ho avuto l'immagine del ministro tedesco che vuole sterminare l'inflazione! :-)
quante razze di piddini ci sono... questo dice "stai zitto" che pare una resa, quelli tosti e allenati dopo una montagna (de merde) di contraddizioni chiudono il cerchio asserendo che: si ma non possiamo uscire perchè sennò la benzina la paghi col mutuo; e poi ormai c'è la cina...
RispondiEliminaSicché ho capito cosa non hanno capito nella storia del grande pennello: c'è costato tutte le setole cazzo! e misà che non c'è nemmeno la grande parete!
Prof ma in Cina ci sono i piddini?
e poi
esiste una teoria delle aree (o zone) piddine ottimali?
grazie
salutiamo
I piddini magari no, ma i bamboccioni sembra proprio di sì :-)
Elimina[URL]http://www.nytimes.com/2013/01/25/business/as-graduates-rise-in-china-office-jobs-fail-to-keep-up.html?_r=0[/URL]
dal Sole 24 ore lo stesso articolo segnalato da Alessandro Micheletto
RispondiElimina"Weidmann ricorda «l'infelice rapporto» fra Banca d'Italia e Ministero delle Finanze quando Via Nazionale «dal 1975 al 1981 fu costretta a comprare titoli di stato italiani».
«Vale la pena notare - osserva Weidmann - come in quel periodo il debito pubblico sia cresciuto da 18mila a 100mila miliardi di lire mentre l'inflazione annua è stata pari a quasi il 17%, contro il 4,5% della Germania e il 3% della Svizzera»."
Ma dove le ha prese 'ste cifre? E perché cita proprio l'81, anno del "divorzio"???
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-02-11/weidmann-bundesbank-euro-sopravvalutato-183556.shtml?uuid=AbtCtSTH
E poi questo:
"Secondo il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter, «un indebolimento artificiale dell'euro è inappropriato».
Anche la Germania è di questo avviso. La posizione tedesca è influenzata da due convinzioni. La prima è che un euro forte è anche un modo per imporre alle imprese di diventare più competitive. La seconda è che in questo campo tendenzialmente è meglio lasciar fare ai mercati finanziari."
Non mi sembra proprio che vogliano togliere pressione al sistema... ma soprattutto se il cambio è meglio lasciarlo libero, perché non lasciano libero il nostro?
Professore, ho finito di leggere il suo libro.
RispondiEliminaMi ha molto aiutata a riordinare le idee e a superare alcuni dubbi "tecnici" (alcuni li ho ancora, ma non voglio mica diventare l'economista).
Da 1 a 10: 10 ++++++++++++++++++ in pratica 11.
GRAZIE, spero mi aiuti a convincere qualcuno e che lo leggano tutti! Ne hanno tanto bisogno.
In un blog particolarmente piddino nel senso letterale del termine (non ricordo quale, non riesco a ritrovarlo) qualcuno aveva scritto un commento citando lei o forse Brancaccio. Nella risposta il blogger-piddino aveva scritto una frase che mi è rimasta impressa "il marxismo è una brutta bestia".
Quella risposta, in bocca a uno che si proclama di sinistra, subito mi ha lasciata di merda esattamente come tutti gli invitati alla sua cena, eppure è talmente evidente che la sinistra attuale, sia politici che elettori, abbia preso le distanze da Marx...
Gli hanno lasciato qualche misera briciola e si sono "imborghesiti" nel senso peggiore del termine. Forse, appena si accorgeranno che gliele hanno tolte, torneranno alle origini.
http://lospecchiodelpensiero.wordpress.com/2013/02/11/amnesty-international-denuncia-il-governo-e-la-polizia-greca-la-grecia-e-collassata-ma-a-noi-non-lo-dicono-perche-siamo-in-campagna-elettorale/ gente la Grecia è sull'orlo della guerra civile...
RispondiEliminascusate se la notizia fosse gia postata
Questo articolo lascia senza fiato e onestamente devo confessare che anche io mi ero lasciato un po' fuorviare dall' assenza di notizie sulla situazione greca...che a me ricorda molto un certo paese sudamericano dieci anni fa.
EliminaHa ragione il professore se noi facessimo qualcosa per noi stessi e uscissimo dall' euro, paradossalmente faremmo qualcosa per gli altri perchè l' euro probabilmente imploderebbe...altro che internazionale socialista della mia fava !
Alberto Bagnai, ti segnalo questa intervista del 1995 ad un marxista, sulla prospettiva di un'indipendenza di politica economica per l'Italia: http://nocturnalprivatecares.blogspot.ro/2013/01/litalia-nella-trappola-dellunione.html
RispondiEliminaForse questo aiuta a unire certi puntini:
RispondiEliminahttp://www.main-stream.it/
Difatti, come dicono Badiale e Tringali, NON è vero che il Pci di allora, nel "famoso" discorso parlamentare del migliorista (anti)nazionale, votò contro lo Sme, voto SOLO contro l'adesione immediata dell'Italia allo Sme, mentre per il resto si astenne. E,se ricordo bene, fu proprio il 1978 l'anno del viaggio dello stesso migliorista negli Stati Uniti, che sdoganò il Pci da quelle parti. Insomma, già allora giocavano su due tavoli, in attesa di raccoglierne i frutti, che puntualmente anni dopo raccolsero.
Ma chi glielo faceva fare? In Cile c'era Pinochet a dimostrare fino a dove poteva arrivare il potere finanziario per mantenersi in piedi, e in Italia le basi NATO abbondavano... meglio pensare alla salute.
EliminaFaremo la fine del "tourteau" ma senza "salade d’avocat".
RispondiEliminaQuindi mi consolo con il virtuosismo di Bagnai narratore, che parla degli esseri umani di oggi (ammesso che gli enarchi siano umani) con verità, umorismo e commozione.
Insomma Bagnai è certamente un ottimo economista e musicista ma per me è (potenzialmente) sommo come romanziere.
Meno male che qualcuno se n'è accorto. Il problema è che non ho abbastanza fantasia per inventarmi delle trame accettabili. Devo accontentarmi di quelle piuttosto squallide che passa il convento. Una cosa un po' limitante, soprattutto perché mi costringe a frequentare... economisti! Ahi fiera compagnia!
EliminaGrazie e buona lettura.
Ce ne siamo accorti, Profe. E io ci scommetto le prime diecimila lire di nuovo conio che, tra qualche anno, troveremo nelle librerie un Bagnai romanziere.
EliminaQuanto alle trame, lo stesso Gaddus (e con lui i migliori romanzieri del Novecento) ci ha insegnato che la sfida è nello stile, non nella trama (a meno che non voglia scrivere un noir o un remake di Harry Potter)
ps.: però io continuo a preferire il faolo al tourteau
Ops... 1 a 1, quindi (prima che mi rimandi a settembre): ci scommetto le prime milleduecentocinquanta lire di nuovo conio...
EliminaSegnalo questo paper scritto su moneta e credito
RispondiEliminaTassi di cambio fluttuanti,deprezzamento valutario e domanda effettiva di JULIO LÓPEZ e IGNACIO PERROTINI
Qui invece c'è un commento al paper sopra di Mario Sarcinelli
Parole sante roberto b, da pavesiano che non sono altro stavo per fare la stessa osservazione.
RispondiEliminaMa poco importa: il romanzo è morto e, se nel lungo periodo lo raggiungeremo tutti, nel medio lo raggiungerà l'Euro.
Bagnai ci racconta questa semplice storia con stile e ironia rari tra gli scrittori contemporanei, e con aderenza alla realtà rara tra gli economisti contemporanei...
Grazie. Per tutta una serie di motivi che non vi sto a spiegare considero "contemporaneo" una parolaccia, il che spiega e rende del tutto naturale il "nec pluribus impar" al quale in modo tanto lusinghiero per me fate cenno.
EliminaVa da sé che, stante la mia umiltà e coscienza professionale, ove mai decidessi di fare il romanziere, prima passerei da Baricco a fare un corso di scrittura creativa. Che (per tornar sopra) non è un ossimoro, come monetarismo di sinistra, ma un pleonasmo (come chi la insegna).
Se semo capiti...
Ho tanto paura che la fine dell'euro faccia su di me l'effetto che la fine di Berlusconi ha fatto sui "comici" di "sinistra" italiani.
Ma naturalmente questo non è un buon motivo per tenerselo, l'euro...
Ma finito l'euro c'è da inventarsi tutto il resto (almeno si potrà fare qualcosa che non ci chiede l'europa)... non è una buona trama? Poi, Fijodor docet, мир спасет красота (diceva qualcosa di simile anche Pavel Floresnskij oltre a Myskin).
EliminaSe semo capiti si! (per stare in tema di pleonasmi)
RispondiEliminaConcordo su Baricco, ma buon per lui che qualche bischero da credito
ai suoi antani.
Per i timori sulla fine dell'euro a mio parere, for what it's worth, non sarà una fine ma un inizio; nel senso che restituirà il conflitto distributivo senza veli di vincoli esterni, e visto che condivido in pieno la sua agenda post-riconquista della sovranità, spero che il suo seguito aumenti ulteriormente dopo il gran botto.
p.s. A proposito di figure retoriche, adesso va di gran moda anche l'adunaton, si parla spesso di Stati Uniti d'Europa...
No, Profe, mi spiace, ma del "Giovane Holden" ce n'è uno solo, quello del 1951, non si faccia turlupinare dalle imitazioni scolastiche
RispondiElimina(@ Seba: absit iniuria verbis, naturalmente)
Grazie ancor una volta professor Bagnai!
RispondiElimina