martedì 5 febbraio 2013

BDSM: il meraviglioso mondo di...



(dopo esser stato per svariate settimane testa a testa con “50 sfumature di grigio”, dovevate aspettarvi che mi togliessi qualche soddisfazione. La storia è lunga, e dolorosa... per voi! Accomodatevi, si comincia...).

Il meraviglioso mondo di Econ101

C’era una volta un fornaio che voleva massimizzare il profitto. Tanto per evitare equivoci, diciamo subito che nel meraviglioso mondo di Econ101 il profitto è dato dalla differenza fra ricavi e costi (con tutti gli espertoni che ci sono in giro – cognati laureati alla Bocconi, cugini assunti in Germania, trader di calzini al mercato rionale – non sia mai qualcuno si sbagli).

Insomma, il profitto somiglia a questa cosa qua:

Profitto = Ricavi – Costi

Smontiamolo pezzo per pezzo, lavoro noioso ma utile.

Nel meraviglioso mondo di Econ101, ma anche nel nostro mondo, i ricavi sono dati dalla quantità di prodotto venduta, Q, moltiplicata per il prezzo, P.

Ora, questo fornaio era uno di quelli che piacerebbe incontrare a me, quelli che vendono il pane. “Perché?” dirai tu, caro lettore (o caro troll) “Quali sono i fornai che non ti piacciono?” Semplice! Quelli che vendono i pani. Ma di questo parliamo un’altra volta, quando sarete cresciuti e si potrà parlare di discriminazione di prezzo, o anche semplicemente di pane (argomento sul quale credo mi seguirebbero solo Marco Bessi, Francesco Lenzi, Silvia-r e pochi altri, per motivi etnici sui quali adesso non mi dilungo, rinviando a Par. XVII, 58).

Il fatto che il fornaio del meraviglioso mondo di Econ101 vendesse semplicemente il pane, gli rendeva particolarmente facile calcolare i ricavi. Diciamo che se una pagnotta da un chilo costava due euro (era proprio meraviglioso, il mondo di Econ101), i ricavi erano semplicemente il numero di pagnotte prodotte, moltiplicato per due euro. Produci 15 pagnotte, ricavi 30 euro. E questa era proprio la situazione nella quale si trovava il nostro fornaio massimizzante.

Poi c’è l’altro pezzo, quello meno allegro, i costi. Il meraviglioso mondo di Econ101 è un mondo un po’ magico, un mondo da favola, nel quale, pensate un po’, il sacco di farina si riempiva da solo ogni giorno, la legna per il forno cadeva ogni giorno dall’albero, già stagionata, accatastandosi in bell’ordine, il forno era di proprietà, quindi non c’erano affitti né interessi da pagare, insomma, alla fine restava da pagare solo il lavorante. Un mondo alla rovescia, insomma, considerando che nel nostro la tendenza è proprio quella contraria: pagare tanti interessi, e pochi salari. Ma questa è una favola, non possiamo pretendere che sia realistica!

Ora, il nostro fornaio di lavorante ne aveva uno, che prendeva 20 euro al giorno. E siccome l’unico costo del nostro fornaio era quello del lavoro, il suo profitto era:

Profitto = Ricavi – Costi = PxQ – WxN = 2x15 – 20x1 = 30 – 20 =10

dove, per i non addetti ai lavori, P è il prezzo unitario (2), Q è la quantità prodotta (15), W è il salario (20. "Perché non S?" Perché in inglese si dice wage, ignorante!), e N è il numero di lavoratori (uno solo).

Piccoli trabocchetti: dice: “Ma Q è la quantità prodotta: chi ti dice che essa sia anche venduta? Se produci 15 ma vendi 10 il ricavo è 20 e il profitto è zero!”. Dico: “Giusto! Ma nel meraviglioso mondo di Econ101 vige la concorrenza perfetta, e quindi ogni produttore fronteggia una curva di domanda infinitamente elastica, il che significa, sostanzialmente, che tanto produci e tanto vendi”. Dice: “Ma il mondo non funziona così!”. Dico: “Scusate, lo so bene. Andatelo a spiegare ai gianninizzeri, quindi, non a me: io mi limito a raccontarvi una favola”.

Bene.

Posso andare avanti?

Allora, il nostro fornaio si metteva in tasca 10, che però non gli bastava. Voleva di più. Che c’è di male? Nulla. Dice: “Be’, è semplice! Metti il pane a 2.50, e così invece di 30 di ricavi tiri su 37.5, e i tuoi profitti aumentano di 7.5 euro”. No, non funziona così. Perché curva “infinitamente elastica” vuol dire che puoi vendere una quantità infinita di prodotto al prezzo di mercato, ma se ti scosti anche di un centesimo non vendi più nulla. Niente. Zero.

Sorpresa!

Non lo sapevate, eh?

In concorrenza perfetta gli agenti economici sono price takers. Cosa vuol dire? Vuol dire che nessuno di loro ha potere di influire sul prezzo: il prezzo è un dato, e quindi lo “prendono” come viene. Un po’ come noi, che lo stiamo prendendo (ma non il prezzo), proprio perché siamo circondati da persone che sono abbastanza sceme da credere alla concorrenza, o abbastanza furbe da far finta di crederci. Perché vedete, la concorrenza ha questo di paradossale: viene propugnata dai cosiddetti liberisti, ma non esiste un mondo più cupo e opprimente, non esiste mondo nel quale il libero arbitrio venga mortificato con maggiore crudeltà e sistematicità di quello della concorrenza perfetta, sì, insomma, del meraviglioso mondo di Econ101: un mondo fatto di individui piccoli e meschini, ininfluenti, frustrati, miopi, costretti dalla logica degli eventi a fare tutti la stessa cosa, e a farla subito.

Ubi carcerem faciunt, libertatem appellant...

...e infatti vedrete che anche il nostro piccolo fornaio sarà costretto dalla logica degli eventi a fare la cosa giusta.

Intanto, però, vedete il bicchiere mezzo pieno. Perché esattamente come il fornaio non può alzare il prezzo (altrimenti perderebbe all’istante tutti i clienti), così non può nemmeno abbassare il salario (altrimenti perderebbe all’istante tutti i lavoratori).

E allora cosa può fare, il nostro fornaio massimizzante? Una cosa, sola, la cosa giusta: aumentare la produzione (tanto qualcuno che compra si trova sempre), sperando che l’aumento di ricavi (vendi più pane, incassi di più) sia superiore all’aumento dei costi (assumi un altro lavoratore, spendi di più).

Ora, c’è un problemino-ino-ino (per dirla con Ned Flanders). Il forno è uno, quindi, come direbbe un collega, il “fattore capitale” in questa favola è fisso. Capita che se un fattore di produzione resta fisso, la produttività dell’altro fattore sia decrescente. Mi riferisco, in particolare, a quella che gli economisti chiamerebbero la “produttività marginale”, cioè la produttività dell’ultima dose di fattore impiegata (ora non partitemi per la tangente sul termine dose, per favore...).

Mantenete la calma, è semplice. Immaginiamo che con una pala un operaio scavi una buca all’ora (mi piace servirmi di questo, che è l’esempio di lavoro improduttivo tipico dello spaghetti-liberista scatenato al bar dello Sport). Bene: se avete due operai e una pala, in un’ora scavate una buca. Se avete due operai e due pale (incremento di capitale: una pala), scavate due buche (incremento di prodotto: una buca). Se avete due operai e tre pale (incremento di capitale: una pala), scavate sempre due buche (incremento di prodotto: zero buche), o avete almeno un operaio con quattro braccia, nel qual caso passeremmo però dalle favole alla fantascienza...

La produttività marginale del capitale-pala passa a zero con la terza dose di capitale impiegato, se il fattore lavoro rimane fisso.

Col forno succede una cosa simile, solo che lì il fattore fisso è il capitale (appunto, il forno).

Se il primo lavorante produce 15 pagnotte, il secondo magari ne produce 13 in più (cioè la produttività marginale del secondo lavorante è 13), perché comunque il forno, per parte del tempo, è occupato dall’infornata del collega, e possiamo pensare che un terzo lavorante aggiunga altre 10 (produttività marginale 10), e un quarto altre 6, ecc. A mano a mano che l’impiego di un fattore aumenta, si “satura” l’impiego degli altri, e la congestione che ne risulta rende meno produttive le successive “dosi” del fattore considerato. Si chiama legge dei rendimenti decrescenti.

Ora, vedete, il fatto è che la produttività marginale è decrescente, ma non per questo puoi pagare di meno il lavoratore che assumi: lui è assunto, e il suo stipendio lo vuole tutto. E quindi cosa succede? Andiamo per tentativi.

Il fornaio massimizzante decise così di assumere un secondo lavoratore. I costi così passavano da 20 a 40, ma i ricavi? Il secondo lavoratore produceva, come abbiamo detto, 13 pagnotte in più al giorno, e quindi i profitti passarono da 10 a:

2x(15+13) – 2x20 = 56 – 40 = 16

Bene! Sono aumentati! E, guarda un po’, è aumentato anche il prodotto, quindi, in qualche modo, il benessere materiale dei cittadini (visto che nel mondo di Econ101 tanto produci, e tanto mangiano). Esperimento riuscito. Che dite, andiamo avanti?

Il fornaio massimizzante decise allora di assumere un terzo lavoratore. La sua produttività marginale era di 10 pagnotte, ricordate no? Ma il suo salario unitario sempre di 20. E allora cosa successe? Questo:

2x(15+13+10) – 3x20 = 76 –60 = 16

Ooops! Il profitto non aumenta più...

Siete mai stati in montagna? Come vi accorgete di essere in cima? Semplice: quando smettete di salire. I matematici forbiti vi direbbero che un massimo è un punto stazionario, dove non si sale e non si scende. Attenzione però: c’è anche un altro caso nel quale non si sale e non si scende: immaginate di prendere un sottopassaggio. Quand’è che siete in fondo? Quando smettete di scendere, e non state ancora risalendo. Quindi anche un minimo è un punto stazionario, salvo nel caso in cui, come normalmente accade in Italia, chi ha toccato il fondo decida di scavare. Ma il punto non è questo. Siccome vorrei fare di quei bruti che siete (vostro malgrado) degli economisti, mi correva l’obbligo di attirare la vostra attenzione sul fatto che la stazionarietà è una condizione al più necessaria per un massimo, certo non sufficiente (perché sono stazionari anche i minimi).

Matematici: ho detto “al più”. So che ci sono funzioni non derivabili. Già eravate pronti con la matitina blu, eh? Be’, se non sapete cosa farci...

Quindi?

Quindi mi sa che butta male. Visto che siamo in cima, se facciamo un altro passo finiamo di sotto!

Infatti, il nostro fornaio ottimizzante, che non sapeva di calcolo differenziale, fece un altro passo, e assunse un quarto lavorante. Vi ricordate? Quello che aveva una produttività marginale di sei pagnotte. E il profitto? Eccolo:

2x(15+13+10+6) – 4x20 = 88 –80 = 8

Ahia! Abbiamo fatto il passo più lungo della gamba! Col quarto lavorante il profitto si dimezza, scende addirittura sotto al valore iniziale! Poco male. Nel meraviglioso mondo di Econ101 è vero che non puoi contrattare il salario col tuo lavoratore, e quindi non puoi ridurglielo. Ma almeno puoi licenziarlo senza che qualche guitto da 30 denari venga a fare sceneggiate (sapendo benissimo come va a finire, e intonando le lodi degli IDE e dell'euro che difendono il proletario). E allora il nostro fornaio, prudentemente e istantaneamente, licenziò il quarto lavoratore, tenendosi tre lavoratori e 16 euro di profitto.

La morale della favola

(si plachino per un attimo i tecnici)
La morale è riassunta da questa tabella, dove N è il numero di occupati, MP la produttività marginale (marginal productivity), Q il prodotto totale, AP la produttività media (prodotto diviso addetti, average productivity), R il ricavo, C i costi, PI greco i profitti, W il salario per addetto, e PxMP il valore della produttività marginale.



Cosa abbiamo imparato?

Una cosa molto semplice: che in mercati perfettamente concorrenziali un imprenditore ottimizzante spingerà la produzione fino al punto di massimo profitto, che è quello in cui il valore della produttività marginale (cioè quello che ricava dall’ultimo operaio assunto) uguaglia il salario (cioè quello che gli costa l’ultimo operaio assunto). Dopo di che si fermerà, perché siccome la produttività è decrescente, se andasse oltre pagherebbe sempre un salario intero (stesso costo marginale), ma a una persona che gli produce un minor ricavo marginale, e quindi intaccherebbe il totale dei profitti.

Cioè abbiamo imparato che l’equilibrio concorrenziale richiede che sia: PxMP = W

Abbiamo anche imparato che nel punto di massimo, il prodotto marginale è uguale al salario reale, cioè al salario diviso per il livello dei prezzi. Eh sì, infatti il terzo operaio assunto produce 10 pagnotte, e guadagna un salario di 20, che espresso in termini reali, cioè diviso per i prezzi, diventa 20/2=10. Insomma: la produzione del lavoratore marginale uguaglia il potere di acquisto che riceve dall’impresa.

Nota: in quanto precede supponiamo che la produttività marginale sia decrescente, cioè che a ogni lavoratore in più il prodotto cresca, ma cresca un po’ di meno, cioè che la funzione di produzione sia concava, come si vede in questo bel grafichetto qui:



Nota (inutile): sì, lo so, in questo caso l’equilibrio non è unico. Ma del resto non sto ipotizzando che la funzione di produzione sia differenziabile in modo continuo: ha degli “angoletti” (punti angolosi), vedete, ma il motivo non è matematico, bensì biologico. Avete mai provato ad aggiungere alla vostra linea di produzione, che so, 1/3 di operaio (per restare nei numeri razionali)? A meno che non produciate carne in scatola, non credo che l’operazione funzionerebbe... Normalmente nei libri ipotizziamo che la funzione di produzione sia liscia e concava, e l’equilibrio interno è garantito al limone, oltre a essere unico. Inoltre, in questo caso, visto che il profitto è 16 sia con due che con tre lavoratori, al nostro conviene assumerne comunque tre, perché non sia mai nel mondo delle favole arriva l’influenza, e gliene resta uno a casa, lui mantiene il profitto costante. Ma la cosa importante è che nel punto N=3, la variazione del profitto rispetto a N=2 è nulla, cioè 16-16=0. Insomma, volendo potremmo usare questo esempio per far capire che nei punti stazionari la derivata prima si annulla (ri-precisazione: sì, credo di ricordare quella storia di epsilon eccetera, amici. Ma se siete così bravi, perché quando spiegate le cose voi nessuno capisce niente?). Comunque, per gli amici delle figurine, la funzione del profitto nel nostro esempio funziona così:



Nota (inutilissima): sì, lo so, potremmo misurare l’input di lavoro in ore lavorate, così potremmo dividerlo più finemente. Ma cosa cambierebbe? Il dominio comunque non sarebbe continuo, a meno di non pensare che l’imprenditore misuri i miliardesimi di secondo (e oltre).

Ecco: adesso sapete quanto è difficile il mio lavoro. Lo è soprattutto per merito di quelli che vogliono aiutarmi (e degli espertoni, e dei fuuuuuuuuuuurbi, e dei professorechenepensa...).

E sapete anche che in equilibrio W=PxMP (nell’esempio: 20=2x10).

Il meraviglioso mondo di Lampredotto

Nello scorso mese è circolato su Internet, in sinistra e sospetta (SS) coincidenza con il dilagare della nostra (mia e vostra) opera di corretta informazione, un filmato amatoriale piuttosto esilarante.

Il personaggio, par di capire un padano espatriato in Germania, si aggira tronfio e impettito in camicia nera per un supermercato tedesco, leggendo i cartellini dei prezzi. Partendo dal presupposto che gli stipendi in Germania siano “quasi il doppio che in Italia” (“una cassiera guadagna 1800 euro al mese, un operaio 2800”, dice), il simpatico cioccolataio grufola fra i banchi alla ricerca di generi di prima necessità, sbertucciando l’idea che secondo lui alcuni italiani nutrono, vale a dire quella che in Germania la vita costi di più, e che quindi in termini di potere d’acquisto (in termini reali) i lavoratori tedeschi non stiano meglio di noi. Bisogna girare il mondo, e lui sì che l’ha girato: il militare non l’ha fatto a Cuneo, ma addirittura nel Baden-Württemberg!

Dettaglio significativo (colto da diverse persone): il supermercato è deserto, e siamo al 19 dicembre. Eh già, ma in Germania lavorano tutti (tranne lui, par di capire), e chi ha tempo di guadagnare non ha tempo di spendere. Sarà per questo che la crescita del Pil si è dimezzata...

Il divertente personaggio fa la sua spesa, rovesciando uno tsunami di livore sui suoi connazionali. Difficile inizialmente capire il motivo di tanto astio, ma una mano ce la da proprio il singolare paniere di prodotti sui quali il simpatico guitto padano concentra la propria attenzione.

In un video che dura 9 minuti, tre sono dedicati a prodotti per l’igiene personale (colluttori, dentifrici, deodoranti, doccia schiuma, coloranti per capelli, shampoo; si sa in effetti che i maiali son bestie pulite), poi, dopo una breve parentesi dedicata all’infanzia (omogeneizzati e pannolini), cinque minuti e passa sono dedicati a integratori alimentari di vario tipo (bevande vitaminizzate, 60 capsule di magnesio 400, 1 chilo di proteine, barrette multivitaminiche, creatina, Isostad...). Quando ti chiedi quanto la menerà ancora con questi prodotti da culturista decerebrato, eccolo profferire un “vediamo se troviamo qualcos’altro, figa!”, e tu pensi: “Meno male, si è stancato anche lui. Ora ci parlerà dei prezzi di quello che compriamo ogni giorno! Non dovrebbe essere difficile trovare qualcos’altro in un ipermercato, no? Che so, pane, carne, pasta, latte, riso, pesce..., ma anche, se preferisci, wurstel, crauti, birra...”.

Dopo una breve parentesi dedicata ai cioccolati (fonte di calorie, ma anche questa non esattamente nel paniere quotidiano), si arriva al top (dice lui): la vitamina C. Un altro minuto e mezzo passa a commentare svariati tubi di vitamine assortite...

Kaum zu glauben, verrebbe da dire.

Tutto questo insistendo sul “culo flaccido” (relata refero) del “piteco italico” che gira il mondo dietro alla tastiera del suo computer: parla di voi, perché io sono all’estero!

Ma improvvisamente, osservandolo, vieni folgorato da un’intuizione, e capisci il lato umano, capisci il perché di tanto livore, di tanta iattanza. Improvvisamente visualizzi, come in Ratatouille, il giovane Lampredotto adolescente: un adolescente obeso, pustoloso, maleodorante e malaticcio, schifato dalle compagne, canzonato dai compagni, insomma, il tipo umano reso immortale dal poeta. Poi tanta solitudine, tanta palestra (tanta creatina), tanti videogiochi, i brufoli van via, e infine l’esperienza dell’espatrio, che sana tante ferite, per quell’inspiegabile tendenza che hanno le donne straniere a preferire, fra i nostri compatrioti, i più truzzi (esclusi gli eventuali fortunati presenti, va da sé). Sarà perché ci vedono come delle bestie, e quelli di noi che non lo sono (una maggioranza silenziosa) non presentano ai loro occhi il fascino dell’esotico? Lampredotto credo le abbia soddisfatte, e ne sono lieto per lui e per loro.

Ma attenzione: la scelta del paniere fatta dal simpatico guitto padano può essere interessante sotto il profilo sociologico, o forse dovrei dire antropologico, o forse dovrei dire psicologico, o forse dovrei dire psichiatrico, ma non vorrei discuterla molto sotto il profilo economico (anche se è piuttosto ovvio che un paniere simile non è rappresentativo del costo della vita). Insomma, se vi ho fatto la fedele lista dei beni scelti, e del minutaggio relativo, non è per insinuare che l’amico si sia soffermato su certi prodotti, anziché su altri, al fine di distorcere la sua analisi. Forse un po’ sì, ma non credo. Penso che abbia scelto i prodotti che sono stati importanti nel suo percorso di riscatto (collutorio antifiatella, shampoo antiseborroico, creatina), ed è giusto sia così.

Mi affretto ad aggiungere, per onestà e solidarietà intellettuale, che in fondo una parte del suo scetticismo nei riguardi dell’Italiano Medio purtroppo è giustificata. Lo prova il fatto che questo filmato pare abbia avuto un grande successo, nonostante in effetti sia, come tutti i tentativi di disinformazione condotti dai nemici del nostro splendido e martoriato paese, un doppio autogol.

Perché mai, direte voi?

Ma intanto perché, con tutta la simpatia che si può avere per Lampredotto, il filmato non rende giustizia alla sua statura intellettuale: non ne esce bene, presentando come una grande scoperta il fatto che in Germania i prezzi sono più bassi, quando sappiamo che da più di cinquanta anni in Germania l’inflazione è più contenuta che da noi. Insomma: metti in pista una Ferrari e un maggiolino, e poi ti stupisci se arriva prima la Ferrari! I dati li vediamo sotto.

Poi c’è un altro motivo, più sottile, che ammetto possa essere sfuggito alla maggior parte dei lettori (e dei disinformatori, e di chi si è prestato in buona fede a far loro da eco). Il fatto è che il “piteco italico”, per dirla con Lampredotto, non è poi così ingenuo quando si aspetta che i prezzi in Germania siano più alti. In effetti, dovrebbero esserlo, ed è proprio il fatto che non lo siano a far capire su cosa si basa il miracolo tedesco.

Ma per questo devo portarvi in un altro mondo meraviglioso, anzi, due o tre. La strada è lunga, ma poi mi ringrazierete (forse).

Cominciamo.

Il meraviglioso mondo della globalizzazione

C’era una volta la concorrenza perfetta, che, fra l’altro, implica l’assenza di costi di transazione: tutti sono perfettamente informati su tutto quello che succede e sanno esattamente dove andare ad acquistare un dato prodotto al minor prezzo possibile, il che contribuisce a far uscire dal mercato i produttori meno efficienti (nessuno si rivolge a loro), e al tempo stesso a equalizzare il livello dei prezzi dei prodotti fra i vari produttori.
Poi c’era la globalizzazione, che, come sanno i meno sprovveduti, c’è sempre stata. Ci si aspetta quindi, e ci si aspettava, che le forze di mercato tendano ad uguagliare i livelli dei prezzi fra i vari paesi, per il semplice motivo che se un paese praticasse prezzi più bassi, i compratori vi si recherebbero istantaneamente e in massa, e la loro domanda spingerebbe verso l’alto il livello dei prezzi del paese considerato (mentre al tempo stesso la carenza di domanda porterebbe verso il basso il livello dei prezzi dei concorrenti).

Questa idea è espressa dalla cosiddetta legge del prezzo unico, che in buona sostanza dice che il livello dei prezzi di un paese tenderà ad essere identico a quello del resto del mondo (dei paesi concorrenti), una volta tenuto conto del tasso di cambio.

In un mondo a due paesi dovremmo quindi avere una cosa del tipo:

ExP1 = P2

dove E è il tasso di cambio fra i due paesi, P1 il livello dei prezzi del paese 1 in valuta del paese 1, e P2 quello del paese 2 in valuta del paese 2. Il cambio è espresso certo per incerto (quantità di valuta di 2 per una unità di valuta di 1; es.: quantità di dollari per un euro), e quindi l’uguaglianza sopra è espressa in termini di valuta del paese 2. Esempio: se 1 è l’Europa e 2 sono gli Stati Uniti, E è il cambio euro/dollaro, P1 i prezzi europei in euro, e P2 i prezzi statunitensi in dollari.

Quindi E=1.20 significa che con un euro ti danno un dollaro e venti centesimi, e la legge del prezzo unico sarebbe rispettata se, fatto 100 il livello dei prezzi europei in euro, quello dei prezzi americani in dollari fosse 120:

1.2x100 = 120

Il meraviglioso mondo di Big Mac

Se valesse la legge del prezzo unico, varrebbe anche la parità del potere di acquisto fra i due paesi, perché il tasso di cambio di mercato rifletterebbe, per definizione, la forza delle valute sui rispettivi mercati interni.

Restando nei numeri dell’esempio, vediamo che con un cambio a 1.20 la legge del prezzo unico implica che i prezzi di 2 in valuta di 2 siano più alti del 20% rispetto ai prezzi di 1 in valuta di 1. Quindi, se il pane in Europa costa 2 euro, negli Usa dovrebbe costare il 20% in più: 2.4 dollari. In questo modo dieci euro comprano la stessa quantità di pane ovunque: in Europa comprano cinque pagnotte a due euro (2x5=10), e negli Stati Uniti, visto che con 10 euro ti danno 12 dollari, comprerai 5 pagnotte a 2.4 dollari (2.4x5=12).

Ora, qui cominciano i problemini-ini-ini. Perché questa storia, cioè il fatto che la legge del prezzo unico prevalga, e che quindi il tasso di cambio rifletta il potere d’acquisto delle valute, per cui una certa quantità di moneta, cambiata ai tassi di mercato, compra gli stessi beni in tutte le parti del mondo... Bene: questa storia, come sa chi viaggia, e come sanno anche i pitechi dal culo flaccido che leggono in poltrona l’Economist, o che studiano l’economia internazionale, non funziona. Cosa significa? Significa che se parti da un certo paese, ad esempio dall’Europa, con una certa quantità di euro in tasca, e giri il mondo, qualche volta di dice bene, nel senso che cambio e prezzi sono tali per cui nel paese che visiti compri più beni, e qualche volta di dice male, nel senso che cambio e prezzi sono tali per cui nel paese che visiti compri meno beni. Evidentemente gli euro di partenza hanno un potere d’acquisto maggiore nei primi paesi, e minore nei secondi.

Del resto, è quello che Lampredotto ci vuole dire, e il fatto che il fenomeno sia noto non rende il suo contributo meno interessante, come vedremo.

Ma intanto giochiamo un po’, volete? Così ci familiarizziamo coi concetti. Non so perché, ma di tutto il mio corso questa è la parte che i miei studenti capiscono di meno. Forse sono un po’ pitechi, o forse non la so spiegare, ma sono testardo e ci riprovo. Guardatevi questa bella tabellina, fatta coi dati dell’Economist.



Cosa riportano le colonne? La prima riporta il prezzo in valuta locale del Big Mac (sì, quello). La seconda il tasso di cambio fra il dollaro e i diversi paesi elencati (alla data dei calcoli con un dollaro si compravano 0.74 euro, il che significa che l’euro stava a 1/0.74=1.35 sul dollaro). La terza riporta il prezzo in dollari del Big Mac, calcolato col tasso di cambio di mercato (ovvero, un Big Mac europeo sarebbe costato 3.59/0.74 = 3.59x1.35 = 4.85 dollari). Nota quindi che il Big Mac europeo costa più dollari (4.85) del Big Mac americano (4.37), cioè che con un Big Mac europeo (più esattamente, con gli euro che ti occorrono per acquistarlo) avresti comprato (previa conversione in dollari al tasso di mercato) più di un Big Mac americano. La quarta colonna riporta il tasso di cambio che garantirebbe la legge del prezzo unico. Calcolarlo non è difficile, basta fare il rapporto fra il prezzo in valuta nazionale e quello in dollari. Ad esempio, nel caso dell’euro questo cambio è 3.59/4.37=0.82, e infatti con questo cambio, che corrisponde a 1/0.82=1.22 dollari per euro, il Big Mac europeo costerebbe quanto quello statunitense: 3.59x1.22=4.37 (cioè: convertendo in dollari con questo tasso di cambio l’ammontare di euro necessario per comprare un Big Mac in Eurozona, compri esattamente un Big Mac negli Stati Uniti). Questo tasso di cambio si chiama cambio alla parità dei poteri d’acquisto, e lo indichiamo come EPPP. Naturalmente, se una valuta compra più merce all’estero che a casa propria, significa che è sopravvalutata. La sopravvalutazione si può calcolare, appunto come scarto fra il cambio a parità di potere d’acquisto e il cambio di mercato. Sempre per restare al caso USA/Eurozona, vedete che (0.82-0.74)/0.74=11%. L’euro è sopravvalutato dell’11%, che poi significa che con un Big Mac dell’Eurozona ti compri un Big Mac americano, più l’11%. L’ultima colonna, infine, è il rapporto fra i prezzi nazionali e USA espressi entrambi in dollari, cioè il cambio reale. Dove è maggiore di uno, la moneta è sopravvalutata.

Ragioniamo un po’ su questo.

La tabella riporta pochi dati (quella completa ve la scaricate dal sito), ma intanto una cosa si capisce. Rispetto al dollaro, risultano in genere sopravvalutate la valute di paesi ricchi (Norvegia, Svizzera, la stessa Eurozona) e sottovalutate quelle di paesi poveri, anche se emergenti (Cina, India). Ci sono eccezioni, certo, come il Giappone, ma il quadro che emerge è più o meno questo: i paesi più ricchi hanno un cambio reale apprezzato (maggiore di uno) rispetto agli Stati Uniti, il che significa che da loro la vita costa di più (e quindi, di converso, che con un Big Mac loro compri più di un Big Mac negli Usa). Il contrario nei paesi meno ricchi. Proprio questo ci dice il grafico che trovate in questa pagina, sotto alla carta geografica. Vedete? Il grafico mostra la relazione fra reddito pro capite, e prezzo del Big Mac in dollari. Nei paesi più ricchi, il prezzo in dollari è più alto, il che significa che il suo rapporto col prezzo in dollari negli Stati Uniti (il cambio reale) è più alto, il che significa che il paese in questione ha il cambio sopravvalutato. I grafici sono interattivi, provate a scorrere sui vari punti col mouse, o a scorrere sulle barre del grafico a destra, o a selezionare una diversa valuta come base del confronto...

Naturalmente non ci si può basare su un solo prodotto per valutare il costo della vita. Esistono analisi più serie di quella, dichiaratamente scherzosa, dell’Economist.

La Banca Mondiale conduce da decenni un programma di confronto internazionale, volto appunto a confrontare redditi e consumi dei diversi paesi a parità di potere d’acquisto, e le relative statistiche, oltre a essere incorporate in database come quello del World Economic Outlook, sono consultabili interattivamente qui. Guardate ad esempio questo grafico. Riporta i fattori di conversione a parità dei poteri di acquisto, cioè la quantità di valuta locale necessaria per comprare sul mercato interno lo stesso ammontare di beni che si sarebbe potuto comprare con un dollaro negli Stati Uniti.


Cosa vediamo? Vediamo che nel 1980 per comprare quello che a New York si sarebbe comprato con un dollaro, a Roma bastava l’equivalente di 44 centesimi di euro, e a Berlino ci voleva quasi un euro e venti centesimi (e ad Atene circa 10 centesimi; nota: sì, nel 1980 l'euro non c'era, mi pare di ricordarlo, ma ovviamente i calcoli sono fatti convertendo in euro la valuta locale con i noti tassi di conversione, e convertendo in dollari il valore in euro usando i tassi dell'ECU/dollaro - per i tecnici).

Quindi, par di capire, la vita era più cara a Berlino che a Roma. Poi il differenziale di inflazione ha fatto la parte sua, e mentre la vita diventava sempre più cara in Italia, diventava sempre meno cara in Germania, fino a che, par di capire, nell’ultimo decennio i costi della vita tendono a convergere. Non è proprio quello che dice Lampredotto, ma cerchiamo altri dati. 

L’OCSE, nelle FAQ della direzione statistica, spiega come confrontare in modo meno episodico di Lampredotto, e con le opportune cautele, il costo della vita nei diversi paesi membri. Il suggerimento è quello di utilizzare le statistiche sui prezzi al consumo delle famiglie comparati. Li troviamo nel solito database (suggerimento: selezionate “Data by themes” nella linguetta a sinistra, poi inserite PPP nel riquadro “Find in themes”, e avviate la ricerca; cliccate sulle “PPP statistics” per espandere il relativo albero, e trovate le Monthly statistics in fondo). Il funzionamento di questi indici è spiegato nelle note che potete consultare cliccando sulla “i” rossa. Sostanzialmente, per ogni colonna, le righe vi dicono quante unità di valuta nazionale occorrono nel paese elencato sulla riga, per acquistare quello che 100 unità di valuta nazionale acquistano nel paese indicato in cima alla colonna (Each column shows the number of specified monetary units needed in each of the countries listed to buy the same representative basket of consumer goods and services. In each case the representative basket costs a hundred units in the country whose currency is specified).

 Ecco i dati estratti oggi (3 febbraio 2013) con riferimento a Germania e Italia.



In ogni colonna ho evidenziato in giallo la riga che corrisponde al paese indicato cui la colonna si riferisce. Nella casella evidenziata riga troviamo regolarmente 100, per il semplice motivo che in Germania, con 100 euro, compri quello che compri in Germania con 100 euro (e in Italia, con 100 euro, ecc.). La risposta alle domande interessanti è nelle colonne non evidenziate. Ad esempio: quanti euro ti ci vogliono per comprare in Australia quello che compri in Germania con 100 euro? La risposta è in alto a sinistra: 154. Quindi in Australia la vita è più cara del 54% rispetto alla Germania. E in Italia? Ci vogliono 102 euro. Quindi la vita è più cara anche in Italia, rispetto alla Germania, ma solo del 2%. La prova del nove? Guardiamo la colonna “Italy”. Quanti euro occorrono per acquistare in Germania l’equivalente di un paniere rappresentativo di prodotti di consumo che vale 100 euro in Italia? 98, il 2% in meno.

Anche l’OCSE quindi, come la Banca Mondiale, dipinge un quadro di sostanziale allineamento del costo della vita nei due paesi, se pure sfavorevole all’Italia. Credo dipenda dal fatto che quei buontemponi degli statistici dell’OCSE, a differenza di Lampredotto, partono dall’idea assurda che in una famiglia si consumino più litri di latte che di collutorio, e più chili di pasta che di magnesio. Che dilettanti! Dovrebbero andare a lezione da Lampredotto, per sapere quanto è buono il cappuccino al Listerine, e quanto è appetitoso il magnesio all’amatriciana. Certo, fa un po’ cacare. Come lui, del resto.

Insomma: ci siamo capiti...

Attenzione, però. L’amico è quello che i suoi tratti somatici e il suo astio antitaliano denotano, e fino a lì ci siamo. Ma il fatto che la sua sia una disinformazione provata e abbastanza pacchiana non cambia l’essenza del problema, e quindi non rende meno plateale e patetico il suo autogol. Perché vedete, che la vita in Tedeschia costi un terzo in meno (come dice Lampredotto) o solo il 2% in meno (come dice l’OCSE), rimane sempre il problema di capire come mai in un paese più ricco del nostro del 100% (come dice Lampredotto), o solo del 18% (come dice la Banca Mondiale), il costo della vita sia comunque più basso. Perché questo dato contrasta sia la tendenza che abbiamo visto emergere analizzando un campione di più paesi, sia quello che la teoria economica ci dice debba accadere, che, guarda caso, è quello che i “pitechi” italiani si aspetterebbero accadesse (ma non accade), e che Lampredotto smentisce truccando le carte (quando non sarebbe necessario).

Ma per capirlo, dobbiamo andare alla scoperta di un altro meraviglioso mondo.

Il meraviglioso mondo di Balassa-Samuelson

E arriviamo al quarto dei meravigliosi mondi nei quali voglio condurvi oggi, quello scoperto da due arditi esploratori, Bela Balassa e Paul A. Samuelson (due de’ passaggio, soprattutto il secondo). Sì, perché voi giustamente a questo punto sarete lessi, e già vi sarete dimenticati il discorZetto su W=PxMP. Eh, allora vi tocca rileggervi il meraviglioso mondo di Econ101, perché non stava lì per bellezza...

Comunque: Balassa e Samuelson (come del resto Prebisch e Singer), si posero il problema di capire come mai nei paesi più ricchi, perché più produttivi, il costo della vita è mediamente più alto. Il discorso di Prebisch e Singer è abbastanza diverso e si adatta ai rapporti Nord-Sud (tipo Francia-Burkina Faso: noi non siamo ancora a quel livello, soprattutto perché non siamo esportatori di materie prime), mentre nei rapporti Nord-Nord torna utile l’ipotesi di Balassa-Samuelson, che trovate esposta bene qui, ma che vi rispiego in italiano.

Le ipotesi di partenza sono quattro:
1)      vige la concorrenza perfetta e quindi il salario è uguale al valore della produttività marginale (e questo è il motivo per il quale siamo passati prima a fare un giro nel mondo di Econ101);
2)      ogni paese ha un settore che produce beni o servizi commerciabili (meccanica, elettronica, abbigliamento, ecc.) e un settore che produce beni o servizi non commerciabili (esempio classico: il taglio di capelli dal barbiere);
3)      nel settore “tradable” (beni commerciabili) il livello dei prezzi obbedisce alla legge del prezzo unico (e questo è il motivo per il quale ve ne ho parlato sopra);
4)      la concorrenza sui mercati del lavoro nazionali tende a uguagliare i livelli dei salari fra i due settori tradable e nontradable (non è detto che debbano essere identici i salari di un ingegnere e di un barbiere, ma certo un barbiere a Zurigo guadagna più che a Calcutta)..

Ciò posto, basta applicare Econ101, e cosa succede? Succede che il salario nei paesi 1 e 2 obbedirà a queste relazioni:

W1 = Pnt,1xMPnt,1 = Pt,1xMPt,1
W2 = Pnt,2xMPnt,2 = Pt,2xMPt,2

cioè il salario è uguale, sia in 1 che in 2, al prodotto di prezzi per produttività marginale, e questo prodotto è uguale nei due settori (il che implica che nel settore con la produttività marginale più bassa i prezzi saranno più alti, e la cosa un senso ce l’ha).

Possiamo semplificare la relazione in due modi:

1)      applicando la legge del prezzo unico, che implica che il prezzo nei tradable sia uguale fra i due paesi, cioè che Pt,1 = Pt,2 = Pt (il meraviglioso mondo della globalizzazione);
2)      ipotizzando che la produttività nei non tradable sia uguale nei due paesi e sia pari a uno (non è essenziale, ma semplifica la vita): MPnt,1 = MPnt,2 = 1.

I salari nei due paesi diventano allora:

W1 = Pnt,1 = PtxMPt,1
W2 = Pnt,2 = PtxMPt,2

Ora, supponiamo che il paese 2 sia più produttivo nel settore tradable (un po’ come la Germania rispetto a noi), cioè che sia MPt,2> MPt,1. Dato che il prezzo dei tradable è uguale ovunque, questo significa che W2>W1 (cioè i lavoratori dell’economia più produttiva guadagnano tutti di più – dove per tutti intendo: quelli del tradable e quelli del non tradable), e significa anche che Pnt,2> Pnt,1, cioè che i prezzi del settore non tradable del paese 2 sono più alti di quelli del paese 1. Ma siccome il livello generale dei prezzi è una media dei prezzi non tradable e tradable, e questi ultimi sono uguali fra i due paesi, ne seguirà che avremo P2>P1, e questo in Germania non succede (anche se il piteco a istinto se lo aspetta).

Ecco, il problema, come ci siamo detti tante volte, è proprio questo. Perché mai in Germania, caso strano, non succede quello che le elementari leggi del mercato vorrebbero succedesse, e che l’esperienza degli altri paesi conferma? Guardate che questa non è un’idea mia, ma è un fatto stilizzato noto a chi si occupa di economia internazionale. In Germania c’è qualcosa che non torna. Quando nel 2005 Mohsen Bahmani-Oskooee (che voi non conoscete, ma che non è l’ultimo arrivato, come potete constatare dai ranking dei quali va giustamente fiero) passa in rassegna la letteratura scientifica sull’ipotesi di Balassa-Samuelson, cosa trova? Che l’ipotesi generalmente è supportata dai dati (cioè i paesi più produttivi e più ricchi hanno anche il livello dei prezzi più elevato, cioè il cambio reale più apprezzato), ma, caso strano, le verifiche funzionano sempre se prendi come riferimento gli Usa (come nel caso del Big Mac, per capirci), mentre non funzionano se prendi come riferimento la Germania (“when Germany was selected as standard country, the hypothesis was not supported, whereas when US is selected, there is strong support for the hypothesis”, p. 691). E nota che quando quell’altro dilettante di Alan Taylor (mica un professionista come Lampredotto) studia con i suoi coautori l’impatto della produttività sul cambio reale,  caso strano in Germania la relazione non gli esce significativa (e non lo fa grufolando per un supermercato, ma usando il metodo delle proiezioni locali di panel cointegrati). Eccetera.

Strano, no?

No!

E non ditemi che non ve ne ho mai parlato. Ma facciamo pure finta che sia così...

Il meraviglioso mondo di Angela

Il teorema di Balassa-Samuelson un paio di dritte su cosa andare a vedere ce le dà. Se il livello generale dei prezzi è compresso rispetto a quello che ci si aspetterebbe, probabilmente significa che nel paese 2 almeno il prezzo dei non tradable, e quindi dinamica dei salari, non hanno seguito la produttività, cioè che W2 = Pnt,2 < PtxMPt,2. In Germania è proprio andata così, e anzi, come sapete (perché ne ho parlato la prima volta che ho parlato in pubblico di questi argomenti), è andata anche peggio, perché nonostante la produttività fosse relativamente più alta, o quanto meno più rapidamente crescente, che in Italia, i salari reali sono rimasti indietro, nel senso che sono cresciuti meno della produttività, e meno che in Italia, in tutti i settori (per non far contento nessuno). 

Permettetemi di dire subito da dove vengono i dati, prima che gli sciatti cialtroni pagati dall’Europa per venderci il sogno alamanno intervengano strepitando. I dati vengono, guarda caso, dall’Europa, che fa i danni ma non li nasconde, tanto sa che voi siete beati (per il noto motivo). Mi sono servito del database AMECO, che è di consultazione piuttosto agevole. La produttività media del lavoro la trovate al punto 12.9 (espandendo l’albero), e si chiama Gross Value Added by Main Branch at Constant Prices per Person Employed (che significa valore aggiunto lordo in termini reali per occupato e per branca principale, cioè: agricoltura, industria in senso stretto, costruzioni e servizi, dove l’industria in senso stretto è quella escluse costruzioni... certo che bisogna proprio dirvi tutto, eh?); i salari per occupato li trovate al punto 12.13: nota che ho usato la “Compensation of employee”, cioè le retribuzioni al lordo degli oneri sociali, cioè la variabile che misura il costo del lavoro per l’impresa; per trasformarli in termini reali ho usato come al solito l’indice dei prezzi al consumo che trovate nei dati WEO.

Giusto per, ho anche verificato che i tassi di crescita della produttività media che mi risultavano dal database AMECO coincidessero con quelli dell’OCSE, e coincidono. Il dato quello è e quello rimane.

E cosa dice questo dato? Quello che sappiamo dirà, dato l’ameno reportage di Lampredotto, e dato che in economia non esistono miracoli (checché ne pensi Lampredotto):



Leggiamo insieme, volete?

La tabella riporta il tasso di crescita della produttività, quello del salario reale, e quello dello scarto fra produttività e salario reale. E qui forse occorrerebbe una precisazione, visto che volete fare i tecnici. Ve ne dò due al prezzo di una.

Prima precisazione: se dico che in un equilibrio concorrenziale deve essere W=PxPM, evidentemente, con un piccolo sforzo algebrico, vi sto dicendo che PM=W/P. Insomma: se il salario è uguale al valore della produttività marginale (cioè al prodotto della produttività marginale per il livello del prezzo), allora la produttività marginale è uguale al salario diviso per il prezzo, cioè al salario reale.

Seconda precisazione (per gli espertoni, ma se vi interessa fornisco dettagli a chi sa cos’è una derivata): nel meraviglioso mondo di Econ101 l’imprenditore guardava alla produttività marginale, cioè a quanto gli produceva in più l’ultimo arrivato, mentre i dati per forza di cose ci parlano della produttività media, cioè della produzione totale divisa per gli addetti totali. Non esiste un metodo sensato per rilevare statisticamente la produttività marginale di un fattore a livello di un’intera branca produttiva (se ci pensate un attimo... come si fa a capire chi è l’ultimo arrivato, e poi dove? Nell’acciaieria X o nella raffineria Y?). Questo sarebbe un problema se ci interessassero i livelli delle variabili, che sono ovviamente diversi. Se tornate sopra vedrete ad esempio che il quarto operaio ha una produttività marginale di 6, ma assumendolo il fornaio porta la produttività media a 11. Ma noi consulteremo i tassi di variazione, semplicemente perché ci interessa sapere se le variabili si sono mosse insieme, o se una è rimasta indietro. In questo caso il problema non si pone perché esperti ed espertoni sanno che sotto ipotesi piuttosto comuni (es.: funzione di produzione Cobb-Douglas) la produttività media e quella marginale sono proporzionali e quindi evolvono con lo stesso tasso di variazione.

Ci siamo?

Contenti?

Possiamo leggere i dati, o arriva quello che ha la portiera col cognato che ha studiato alla Bocconi? Mai sentito parlare di falsi diminutivi? Posso andare avanti, o mi presenterete vostro cuggino che lavora alla VW? 

Io vado avanti...

I dati sono medie calcolate nella favolosa età dell’euro.

La prima colonna riporta il tasso di crescita della produttività.

In tutti i settori la Germania batte l’Italia, ma nel settore dei servizi (non tradable) la batte di stretta misura (lo scarto è minimo). Insomma un quadro molto Balassa-Samuelson, se volete: nel manifatturiero (tradable) la produttività alamanna è cresciuta del 3.1% all’anno in media e quella italiana dell’1.0%, con uno scarto di 2.1 punti a favore della Germania; nei servizi (non tradable) la produttività alamanna è stata molto più lenta, è cresciuta solo dello 0.3%, e quella italiana dello 0.2%, con uno scarto che per errori di arrotondamento diventa 0.2 (gli idioti amano i decimali, quindi sarò lieto di fornir loro tutti i decimali che vogliono. I valori esatti sono: 0.349559542070, 0.178646004705, 0.170913537365. E così abbiamo accontentato anche i patetici mentecatti del “Bagnai trucca i dati ma io sono fuuuuuuuuuuuuuuurbo!”).

La seconda colonna riporta il tasso di crescita del salario reale, che, vi ricordo, in condizioni Econ101 (concorrenza perfetta con tecnologia concava) dovrebbe essere uguale a quello della produttività, il che poi significa che gli operai dovrebbero essere pagati meglio dove lavorano di più. Giusto? Ma qui le cose si mettono male. Perché se lo spread di crescita della produttività è sempre positivo per la Germania, quello di crescita del salario reale è sempre negativo: in ogni e ciascun settore i salari reali tedeschi crescono più lentamente che in Italia, quando non calano.

Esempio: nel “non tradable” (servizi) i salari reali tedeschi sono in media diminuiti dello 0.4% all’anno (vi dice niente la parola minijob?), mentre quelli italiani sono aumentati dello 0.3% all’anno. Lo scarto è di -0.7 punti a svantaggio della Germania. E ora aspetto il cretino che mi dirà: “D’accordo, ma che ci importa della crescita? I tedeschi avranno anche fatto sacrifici, ma hanno comunque paghe più alte delle nostre!”. Non è mica sempre così! Se vi andate a prendere i dati, vedrete che la “compensation of employees” pro capite nei servizi è sempre inferiore in Germania rispetto all’Italia: nel 1991 stavamo 22061 a 27633 euro all’anno (vantaggio nostro), e nel 2011, invece, 32906 a 38818 (vantaggio nostro, allargatosi nel frattempo; dati ovviamente in euro correnti).

Nel “tradable”, nel manifatturiero, ad esempio, la punta di diamante dell’industria alamanna? Be’, lì i salari sono cresciuti... dello 0.4% all’anno in termini reali. Dice: ma c’è stata la crisi! Sì, invece da noi no! Però da noi i salari sono cresciuti dello 0.8% in termini reali. Eh già... Dice: ma in Germania sono comunque più alti! Certo: 48137 invece di 41861 nel 2011. Uno scarto di 6275 euro all’anno. Intanto, nel 1999 lo scarto era di 9104 euro (sempre in termini nominali): per forza, se i salari sono cresciuti più in fretta, con inflazioni tutto sommato simili, dobbiamo aver recuperato posizioni. Ma il punto non è questo. Il punto è che se la produttività cresce ma i salari no, cosa cresce? I pro... I prof... “I professori!” No, aspetta: i profi... I profit... I profitt...

“I!”.

Bravo! I profitti.

Del resto, è successo anche da noi: quando i salari hanno smesso di crescere, ma la produttività no (cioè più o meno in sincrono col divorzio, come abbiamo visto qui), la quota dei salari sul prodotto ha ricominciato a calare (come abbiamo visto qui).

Ma che sorpresona!

Ecco: l’ultima colonna vi dà la misura del miracolo alamanno. Riporta lo scarto fra crescita della produttività e crescita dei salari. In Germania è positivo in tutti i settori: in qualsiasi settore i dipendenti non hanno potuto beneficiare degli aumenti di produttività, della loro produttività (la produttività del lavoro). I salari sono rimasti indietro. I meccanismi li sapete (precarizzazione, annessione della Germania Est con relativa segmentazione del mercato del lavoro – cioè creazione di un serbatoio di poveracci, che noi andremo presto ad alimentare – minaccia di delocalizzazioni nell’Est europeo, ecc.). I leader tedeschi hanno tanti difetti, ma nessuno potrà mai rimproverarli di non saper trovare argomenti convincenti (e qui mi fermo, perché purtroppo una parte della loro forza di persuasione è dovuta alla grande disciplina dei loro follower).

In Italia le cose non stanno così. Certo, la produttività è stata mediamente inferiore, ma solo in agricoltura le retribuzioni sono rimaste indietro, perché a una crescita della produttività di 1.9% ha corrisposto una variazione media dei salari reali del -0.1% (e quindi lo scarto è stato di 2 punti tondi). Negli altri settori lo scarto è stato esiguo (pochi decimali), confermando quello che vi avevo mostrato a Chianciano: in Italia le retribuzioni sono cresciute poco, ma in linea con la produttività. Addirittura nel settore delle costruzioni, dove la produttività è calata, le retribuzioni sono comunque cresciute (poco) e quindi lo scarto è negativo.
Non so dirvi se sia un bene che in Italia le cose siano andate come sono andate. Certo, la produttività ha preso, come teoria economica vuole, una bella botta con la perdita di competitività legata all’euro e la conseguente difficoltà di accesso ai mercati internazionali, e ne abbiamo parlato.

Vi ripeto, perché lo dice l’International Labour Office, che è un male che in Germania le cose siano andate come la leadership tedesca ha voluto farle andare, e anche di questo abbiamo diffusamente parlato. Le politiche di moderazione salariale tedesca hanno provocato squilibri esterni fra paesi dell’Eurozona, corrispondendo a una svalutazione reale competitiva che ha danneggiato i principali concorrenti, come afferma la Commissione Europea. Non solo: esse sono state condotte in violazione di precisi obblighi stabiliti dai Trattati Europei, come l’obbligo di coordinamento delle politiche economiche stabilito dall’articolo 5 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, e lo stesso obbligo di non sforare il 3% del rapporto deficit/Pil, che invece la Germania ha sforato per prima, in chiara connessione con l’implementazione delle riforme Hartz, come dimostra la dinamica di entrate e uscite e soprattutto la natura di queste ultime (e lo abbiamo visto qui). E vi ho anche detto che queste cose in Germania sono chiarissime a chi voglia vederle, come ad esempio ai ricercatori dell’Università di Duisburg.

Ah, sì, e poi, naturalmente, queste politiche hanno contribuito a contenere il costo della vita in Germania, che come ci dicono le statistiche OCSE è del 2% inferiore a quello italiano. Il che, con buona pace di Lampredotto, se sei uno che lavora nei servizi, e quindi mediamente guadagna il 18% in meno dell’omologo italiano, deve essere veramente una bella soddisfazione.

Dice: ma nel manufacturing guadagnano il 13% in più! E certo... Infatti, fra i tanti pregi di questa bella politica, c’è anche quello di aver aumentato la disuguaglianza, cosa della quale si meraviglia l’Economist (porello...), si preoccupa l’OCSE (porella...), e si indignano i tedeschi (poracci...). Dice, l’OCSE “e pensare che una volta la Germania era uno dei paesi con meno disuguaglianza”.

Eh sì, bei tempi quelli...

Ma vedi com’è, ora te lo spiego: torniamo su AMECO, vuoi? Se al punto 12.1 ti scarichi gli occupati per branca di attività economica, vedrai che quelli che in Germania stanno peggio che in Italia in termini di retribuzioni medie (cioè quelli impiegati nei servizi) sono circa il 70% del totale, mentre quelli che stanno meglio che in Italia (cioè quelli del manufacturing) sono circa il 18%. Insomma, vi ci entra nel cranio sì o no che in Germania non c’è solo la Volkswagen, e la Siemens, e la Thyssen-Krupp, ma che ci sono, come del resto in ogni paese avanzato, un buon 70% di lavoratori impiegati nei servizi? E che questi lavoratori non stanno, di norma e in media, meglio che da noi?

“Ma Lampredotto dice che la commessa guadagna 1800 euro al mese!”

Guardate, a me il tronfio brianzolo sta anche simpatico, nel suo grufolare alla ricerca di pasticche miracolose. Non voglio dire che abbia mentito, non mi permetterei. Diciamo però che è stato molto fortunato. Perché se andate ad esempio su Gehaltsvergleich.com e cercate lo stipendio di una cassiera nel Baden-Wurttemberg, vi esce un lordo (capito questa parola: lordo) che va da 400 a 2529 euro, con una media di 1288 euro, e se andate a calcolare il netto, anche partendo dal lordo massimo, ottenete valori intorno ai 1600 euro (poi bisognerebbe entrare nelle varie classi di imposta e vedere per esempio se con figli a carico la cosa migliora: ne sono certo, non ho voluto però fare il commercialista in Italia, non chiedetemi di farlo in Germania).


Ora, io quanto sia affidabile questo sito non lo so, non l’ho visto in faccia. Lampredotto invece lo abbiamo visto in faccia, no?  È quello che dice pitéco (con la é, ma direbbe fabbrichètta con la è). Chiaro, no? 1600 euro è molto, ma non è 1800, e diciamo che corrisponde a  un lordo compatibile col dato aggregato che vi ho riportato sopra.

Postilla prima

Dopo gli importuni del “professore che ne pensa”, ho deciso di difendermi anche dagli invasati del “professore deve intervenire”. Allora. Io non devo niente, non so se è chiaro. Niente. Sono d’accordo col buon Torny: se gli italiani vogliono farsi perculare dal PD per un altro secolo (come dice lui) va bene così, rispetto la loro scelta. O no?

Ecco.

Allora capiamo una cosa: perché ho insistito riportando con puntiglio tutti i post precedenti nei quali si era parlato del problema? Ma è semplice. Perché qui, certo, ho aggiunto il dettaglio su Balassa-Samuelson, la spiegazione scientifica del perché ci si aspetta che in un paese col manifatturiero più produttivo i prezzi siano più alti (più svariate conferme empiriche del fatto che in Germania c’è qualcosa che non funziona). Abbiamo imparato, siamo più bravi, ecc.

Ma il succo del discorso lo sapevate già: Lampredotto mente platealmente sul salario, quello è il problema del miracolo tedesco, e che in Germania il 17% stia meglio che da noi ci fa piacere, se non fosse per quel 70% che sta peggio, e soprattutto per i motivi per i quali sta peggio. Perché noi, in fondo, se abbiamo avuto meno crescita dei salari, potremmo anche dirci che ce la siamo meritata; siamo stati meno produttivi!

Loro invece sono stati più produttivi, ma i loro salari sono cresciuti meno dei nostri. E io questo lo sto ripetendo da un anno, e vi sto spiegando le infauste conseguenze per loro e per noi di questa scelta, che ovviamente non è una scelta di chi viene pagato, ma di chi deve pagarlo (devo spiegarvi anche questo?).

Allora mi spiegate che senso ha venire a chiedermi di intervenire su roba simile? Dice: “Ma su Youtube ha avuto migliaia di visualizzazioni!” Certo. E io devo perdere tre giorni di lavoro perché su Youtube ci sono dei poveri coglioni che non capiscono che non si può campare solo di pasticche di magnesio e di vitamina C!? Non siete in grado di spiegarglielo voi?

Bene: questi l’euro se lo meritano tutto. E ve lo meritate anche voi se dopo un anno nel quale ho detto le stesse cose in mille e uno modi non siete in grado di contrastare da soli una disinformazione così smaccata e plateale. Oppure, no, voi non ve lo meritate, ma evidentemente io non so fare il mio lavoro, e quindi forse è meglio che smetta, tanto più che non riesco più a divertirmi.

Postilla seconda

Sono rimasto veramente male, e l’ho anche detto a lui via Twitter, ma mi ripeto, nel vedere Claudio Messora, che mi sta simpatico e che stimo (magari sbaglierò, ma in questo caso mi dispiacerebbe), fare da cassa di risonanza a una roba simile. Continuo a dire che se qualcuno dicesse che il cancro si cura bevendo un bicchiere di diossina a stomaco vuoto, non penso che sarebbe opportuno dare a questa “opinione” spazio, in modo non filtrato, non penso che ciò potrebbe essere considerato “democrazia”, non penso che “aiuterebbe” la “gente” a “formarsi” “un” “giudizio” “equilibrato”. Scusate le virgolette.

E non venitemi a dire che siamo nel campo delle opinioni, perché altrimenti poi ve li meritate i tecnici come Monti: i dati ci sono, i lavori scientifici ci sono, e esattamente come sappiamo che la diossina non fa bene, sappiamo che se il mercato funziona i prezzi devono seguire la produttività nel modo indicato da Balassa-Samuelson, e sappiamo che nei servizi, in Germania, le retribuzioni medie sono quelle che sono.
Quella di dare spazio a disinformatori di qualsiasi risma, ma sempre a senso unico, sempre pro euro, per aiutare la gente a formarsi in giudizio "equilibrato" (ovviamente... a senso unico!) è purtroppo, e dico purtroppo, una tecnica tipicamente ortottera. Ne abbiamo parlato più volte, ricordando la desinenza in “azzo” e la desinenza in “demenza” e le loro non fugaci, ma insistenti e ripetute apparizioni sull’organo-non/organo del movimento. Fatti loro. Io continuo a provare simpatia per Claudio, e provando simpatia per lui ritengo di potergli dire che ci sono rimasto un po’ male, e di potergliene spiegare i motivi, sperando che questo non sollevi un casus belli.

Perché poi, alla fine, caro Claudio, l’unico risultato della sua operazione è stato quello di dare voce a una torma di eurotroll che qui sono stati accuratamente indirizzati verso il Washington Consensus (per gli amici, WC), e ai quali a casa tua è stata data una visibilità della quale sinceramente non si vedeva il bisogno.


Conclusione, cioè epilogo, o forse epitaffio (qui giace il modello tedesco)

Bene. Ora sapete quello che c’è da sapere sui prezzi, sul potere d’acquisto, e sui porci, e avete sufficienti link per soddisfare nel dettaglio le vostre curiosità. L’argomento non mi appassionava prima, e mi appassiona ancor meno dopo avergli dedicato due giornate di lavoro. Non dico che queste curiosità fossero illegittime o futili. Dico solo, però, che secondo me le avevo già soddisfatte a Chianciano due anni fa. Non è che ci sia molto da capire.





(dice: ma perché BDSM? Be’, sarebbe Balassa-Samuelson-Merkel. Dice: e la D? Ah, sì scusa, D sta per Donald. Dice: ma che c’entra Donald? Ah, lui con l’economia non c’entra niente, sfondi una porta aperta, ma se nessuno è indispensabile, nessuno è nemmeno completamente inutile: ho preso da lui l’unica cosa che può dare, una iniziale, per attirare l’attenzione – cosa nella quale lui un tempo eccelleva. Se avesse avuto un titolo diverso, avreste letto questo papiro? Non credo...)

180 commenti:

  1. Profe, mi sbaglierò (del resto nobody is perfect), ma quando ho letto l'incipit sul fornaio ho pensato che l'ispiratore (di prima istanza, almeno, perché poi il "meraviglioso mondo" si fa più complesso - almeno per me), fosse 'sto tizio qui:

    "Aggiungo che ho letto il libro (quello che sarebbe «opera rilevantissima, importantissima», altro POV) e che mi ha piuttosto deluso. Un esempio: per dimostrare che la spesa pubblica non è improduttiva, Bagnai propone l'esempio di un forestale calabrese (anche il suo stipendio è spesa pubblica) che stimola l'economia privata in quanto «compra pane a un forno privato, vino a una cantina privata» (pag. 55). Pane e vino!"
    http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Pagine_da_cancellare/Alberto_Bagnai

    (adesso continuerò a leggere)
    ps.: a proposito de lo essilio, mi saluti il compagno Aristìd.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma vedi, ripeto, secondo me la pagina su Wikipedia è stata aperta o da uno scemo, o da uno furbino che voleva disinformare. Ci sono molte pagine "mie" in giro su vari social media con le quali io non ho niente da fare e che diffondono messaggi distorti.

      Avevo pensato di farla togliere, ma non sapevo come fare. Wikipedia è un muro di gomma: ci sono miei lavori copiati per intero (è plagio) e non sono riuscito a segnalarlo. Wikipedia Economia Italia poi è decisamente disinformata, dilettantesca e reazionaria (ad esempio per il modo in cui diffonde teorie monetarie di stampo pinochettiano: la moneta crea l'inflazione, ecc.: i Wikiboys sono evidentemente a destra dei Chicago boys).

      Chi vuole sapere qualcosa su di me mi gooogla, e mi trova subito, visto che io ho un mio sito web nel quale fornisco tutti i miei dati biografici e bibliografici essenziali (quelle pubblicazioni delle quali Wikipedia lamenta la mancanza, diffamandomi, cosa per la quale mi riservo di agire), sito web che esiste dal 1997, cioè da quattro anni prima che questi strampalati dilettanti della disinformazione iniziassero la loro avventura. Non credo di avere altro da aggiungere.

      Il livello dell'obiezione che riporti è quello di una persona che non sarebbe capace di leggere nemmeno la prima riga dell'abstract di uno dei miei lavori, e dimostra che gli eurotroll sono già una fastidiosa realtà.

      Spero quindi capirete se intervengo in modo reciso.

      Ripeto: bisogna studiare l'inglese, perché Wikipedia italia è totalmente inaffidabile per quanto attiene alle scienze economiche. E infatti vedete che per queste scienze ho citato solo riferimenti da Wikipedia in inglese, non per elitismo, perché per la matematica ho citato la versione italiana.

      Credo che per evitare il fenomeno dei fake mi rivolgerò a un avvocato, ma deve essere molto cattivo, molto più di me.

      Elimina
    2. Profe, credo sia mooolto difficile trovare un avvocato di cotale schiatta, non farebbe prima ad affidare l'incarico di terminator al suo gemello cattivo?

      Elimina
    3. Per quanto possa valere, Le esprimo la mia solidarietà e appoggio.

      Aggiungo che quello che succede intorno è compreso nel 'nodo' di R.D. Laing:

      Stanno giocando a un gioco. Stanno giocando a non giocare a un gioco.
      Se mostro loro che li vedono giocare, infrangerò le regole e mi puniranno.
      Devo giocare al loro gioco, di non vedere che vedo il gioco?

      Quoto Stefano Garavaglia06 febbraio 2013 00:08

      Solo una parola: grazie.

      Elimina
  2. Grazie, effettivamente alcune precisazioni sul tema sono state utili, anche se il messaggio di fondo sulla pochezza del Lampredotto era chiaro. Ora dobbiamo solo spiegarlo alle migliaia di disinformati su youtube e byoblu :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. hai un concetto strano di "informazione". Basta pubblicare un video per fare "disinformazione"? O piuttosto, un post non è composto da tutti gli elementi che contraddistinguono un blog rispetto alla televisione? Per esempio il testo dell'articolo e, soprattutto, i commenti? Leggiti il mio commento più sotto.

      Elimina
  3. Domanda (forse) idiota: perché nelle ipotesi di partenza di Balassa-Samuelson non rientra anche quella della differenza di pressione fiscale complessiva tra un paese ed un altro?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché è un modello a un solo settore, come vedi, nel quale non c'è un settore pubblico. Se vuoi puoi aggiungerlo e vedere cosa succede. Oppure puoi chiederti perché in quarant'anni di letteratura scientifica nessuno ne abbia sentito l'esigenza.

      Elimina
    2. Grazie Prof. per la risposta cristallina. E mi raccomando continui così: noi (Otelma style) la vogliamo "duro e puro".

      Elimina
  4. Professore, quel filmato ho dovuto chiuderlo dopo pochi secondi, non ce l'ho fatta a vederlo tutto, tanto era simpatico il personaggio. Comunque,vivo a pochi km da Pforzheim, ridente cittadina sveva ai margini della foresta nera, e non ho mai visto né sentito parlare di cassiere di supermercato che guadagnano 1800 € netti al mese. Da queste parti poi la maggior parte dei contratti non ha tredicesima, quattordicesima e non esiste il TFR.

    Comunque, chi ha tempo e voglia di sapere quanto guadagnano gli alamanni, puo' perdere un po' di tempo su questo report

    http://www.focus.de/finanzen/karriere/tid-28806/titel-deutschlands-groesster-gehalts-report-150-berufe-im-gehaltsueberblick_aid_890328.html

    basta cliccare a metà pagina su die "Einkommen im Detail" e vedrete che una kassiererin guadagna si' 1.800 € in media, ma lordi. Per sapere il netto bisognerebbe conoscere la Steuerklasse, cioè sapere se è single, ha figli etc etc.

    Con 1.800 euro lordi, single senza figli, si arriva ad un netto di circa 1200 € netti (calcolo con gehalstrechner). Vorsichtig, ripeto, in terra alamanna non esistono il TFR né la quattordicesima, spesso nemmeno la tredicesima.

    Aggiungo per dovere di cronaca che le detrazioni per i lavoratori in Germania sono molto generose. Del resto uno stato che si indebita a tassi negativi sui decennali e i ventennali puo' offrire molto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non esiste la tredicesima? In effetti, nel Concerto italiano Bach arriva a un'undicesima, ma alla tredicesima non ci arriva. Essere bravi nel contrappunto ogni tanto diventa controproducente...

      Elimina
    2. Il reddito medio netto tedesco è inferiore ai 1500 €. Anche 1600 € netti mensili mi sembrano tanti. A meno che quella di cassiera non sia una posizione molto ambita in Germania.

      Elimina
  5. Prof ma ogni tanto riesce anche a dormire si ? Noi ci teniamo alla sua salute.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No. Sono andato a letto all'una, perché ho avuto la solita ramanzina di un'ora sul perché e il per come ho scelto un editore che non va bene per questo e quest'altro motivo (piccola notazione: una persona curiosa normalmente è curiosa delle cose che non sa), e quindi ho chiuso il posto con estrema incazzatura e fatica (riflesse nelle postille finali), e poi mi sono svegliato alle 5:30.

      Per favore, se mi incontrate per strada fate finta di non conoscermi. In questi giorni anche un'email in più è una fatica immane.

      Grazie.

      Elimina
    2. Caro Prof.Bagnai,

      grazie per il lavoro che ci regala. Posso assicurarle che la formazione che stiamo ricevendo da questi post è un arricchimento estremamente prezioso che, oltre ad accrescere la specifica conoscenza economica, ci consente di intepretare meglio i contesti delle specifiche professionalità di ognuno di noi.

      Pertanto, grazie. Ci dica come possiamo mantenerla motivata.

      Un saluto,

      Federico

      Elimina
  6. Allora non ho litigato inutilmente con tre miei amici per "colpa di Lampredotto"..............Naturalmente per quanto mi riguarda Byoblu è volato dalla finestra il giorno appresso.
    [.....]e se ci sbagliamo almeno se semo divertiti!
    In effetti se non si diverte più non ha tutti i torti.....A volte più che repetita juvant,repetita scazzant(per chi deve sempre ripetere)!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è colpa di Claudio. Ha applicato il metodo ortottero: mettiamo "il dato oggettivo" di fronte al "popolo" e il "popolo" si forma un giudizio "equilibrato". Certo. Se ti metti su questa strada, cioè quella d tirarti fuori dalle responsabilità trincerandoti dietro una presunta oggettività del dato (cioè del magnesio!), poi ti esponi a un'ovvia critica: hai messo anche il pdf del rapporto sulla povertà in Germania? Anche quello è un dato! No, perché non era su youtube? Ah... ecco... allora la rete con la quale volete fare "democrazia diretta" non è poi così neutra, vedi? Ecco, questa è la mia obiezione di metodo agli ortotteri, che non presuppone necessariamente la cattiva fede, alla quale in questo caso non credo.

      Elimina
    2. Ciao Dino,
      un mese fa anche io ho subito risposto ad un mio amico, che mi chiedeva spiegazioni del video, che il prof nell'affermare che i salari in Germania sono compressi, si basava sui database dell'OCSE ed altri organismi internazionali e non su campioni su una cassiera di supermercato. Lì per lì ha annuito, ma ieri sera, dopo che gli ho fatto presente questo magnifico post, gli si sono illuminati gli occhi. Vede Prof, noi "adepti" non possiamo avere comunque la sua credibilità, per tanto che citiamo fonti autorevoli (a parte quel mio amico di cui sopra che ha un sano atteggiamento di curiosità, spesso siamo visti come degli "invasati" sopratuttto da chi ha un più alto titolo di studio, anche se non di economia), quindi il tuo lavoro è stato comunque prezioso. Grazie di nuovo. Alla fine della serata siamo passati a discutere sul punto centrale, ovvero sulla durata residua dell'euro... Adesso devo tornare a lavorarmi quelli che mi vedono come un invasato.


      Elimina
  7. @Francesco,

    In parte ce n'è bisogno, in parte no. Ho visto il video del Lampredotto proprio su Byoblu (il mese scorso), e ho espresso il mio disappunto verso il Tapparella alias Lampredotto, in un buon 50% di Fan dei prezzi teutonici. Nonostante io non sia un esperto in materia, chiesi il motivo degli oggetti mostrati. Insomma, il China Store dietro casa mia vende i preservativi a 1 Euro, non mi facessero partire la brocca o mi piazzo dal mio amico attaccando le Apotheke tedesche! Ci sarà un motivo se in Italia la pasta costa di più? (mi sono chiesto).
    Altro pensiero sempre da non esperto della materia, era l'inflazione bassa, prezzi bassi, quindi minijob ci covano.
    Penso che Lampredotto al prossimo video porga la massima attenzione sulle polizze assicurative tedesche di Neustadt Winestrasse, rapportandole a quelle romane. Fare un sinistro contro le uve cabernet calmiera i prezzi, svelato il segreto.
    Colgo l'occasione di Ringraziare il professor Bagnai, per il suo lavoro, il suo post era lungo e interessantissimo (del resto le verità intense sono sempre più interessanti), come il suo impegno e la sua ironia. Grazie di nuovo, aggiungo anche che mi ha fatto tagliare delle risate :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ho capito la risposta, tranne per il fatto che tu non eri convinto della spiegazione del Lampredotto (vivaddio!!!).
      Le altre n-mila visualizzazioni saranno come te? Ricordati che c'è gente che ha Benettazzo come guru, e altri che votano PD. Il livello di comprensione della realtà non è costante al variare del cervello in esame, altrimenti non saremmo qui a spiegare che "austerità espansiva" ha lo stesso significato di "don Giovanni vergine" (e mi sono trattenuto perché siamo in pubblico, e poi il Prof mi stronca)

      Elimina
    2. Francesco, la favola della prosperità teutonica non brilla dalle mie parti, essendoci stato per motivi personali diverse volte, non ho mai visto il paese del bengodi. Come si fa a dare ragione al Lampredotto di Baden? E poi ma gli domanderei volentieri: come fa un paese ad avere prezzi bassi e stipendi a 3000 euro al mese netti? Difficilino!
      Ormai seguo questo blog da un po' di mesi, qui trovo le munizioni necessarie per affrontare il Piddino e le favole del più Europa. Non sono bravissimo a sparare, ma nemmeno ad ascoltare assurdità. Consiglio al Lampredotto di fare un tuffo nelle terme di Baden, anziché cospargersi di colluttorio!

      Elimina
  8. Forte!
    Però
    «e quindi forse è meglio che smetta, tanto più che non riesco più a divertirmi.»
    Nun ce provà...

    Ps: scusi il tu...

    RispondiElimina
  9. Finito di leggere ora. Segnalo solo un refuso, "un'ora di troppo" che immagino le segnaleranno in molti :

    "se avete due operai e una pala, in un’ora scavate una buca. Se avete due operai e due pale (incremento di capitale: una pala) in DUE ORE scavate due buche [...] in DUE ORE scavate sempre due buche (incremento di prodotto: zero buche)"

    'notte.

    RispondiElimina
  10. scrivo solo per segnalare questo fantastico articolo di Alesina del 1997.. talmente pazzesco che sicuramente lo conoscerà già http://archiviostorico.corriere.it/1997/dicembre/15/QUATTRO_GRANDI_BLUFF_DELL_UNIONE_co_0_97121514176.shtml non c'è bisogno che mi pubblica è solo per segnalare il pezzo e mi scusi se non è la sede opportuna

    RispondiElimina
  11. Ho letto, e alla fine della giostra ho capito che gira e rigira la frittata si fa sempre con le uova, e che l'ombrello di Altan finisce sempre nello stesso posto (e adesso, che fuori piove, ce lo aprono pure, l'ombrello).

    RispondiElimina
  12. applausi a scena aperta per il lavoro fatto e il tempo perso per una buona causa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si', decisamente si': www.youtube.com/watch?v=xDr7fi1gFco

      Elimina
  13. Per vedere se sono stato attento: ma un punto di flesso orizzontale non è ancora un punto stazionario? (analisi matematica maledetta che non mi esce dalla testa!).

    Nel merito del post, complimenti per aver ridistrutto per l'ennesima volta le stesse cose, devo ammettere che seguo spesso il blog di Messora, ma non ricordavo il video per averlo saltato a pie pari.

    Penso che il problema per lei sia averlo conosciuto, io che lo seguo con interesse devo dire di trovarlo un buon giornalista, e per esserlo deve (a tratti) essere anche un tuttologo. Insomma, cerca di capire, di divulgare, ma a volte qualche cantonata la prende, e penso non sarà ne la prima ne l'ultima nonostante dia mediamente un buon servizio. Insomma, merita comprensione per aver fatto una cappellata. Con quelle che fanno i tecnici pur uscendo dalla Bocconi....

    PS:A me i videogiochi della SEGA piacciano, ma giuro che i videogiochi non sono così terribili! L'unico problema è non deludere la fidanzata (che non ne capisce!) e ti regala un videogioco che non ti piace (e se lo nota sono cazzi...). Spero comunque suo figlio non faccia la mia fine, anche perchè causa crisi esco di meno e perdo assai più tempo in queste cose.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quindi sei anche te un segaiolo? Perché il senso letterario del riferimento era quello, ma ovviamente chi non è nato nel raggio di 15 km da S. Mario del Fiore potrebbe averlo perso.

      Il problema con Claudio non esiste, mi sono permesso di sottolineare la scarsa validità di un metodo (che non è solo suo), e non certo di censurare un episodio (quello che lo riguarda). Bisognerebbe ci confrontassimo sui metodi,visto che gli altri sanno benissimo quali metodi adottare, e quindi non c'è proprio bisogno di creare un terreno fertile per la loro mala pianta.

      Elimina
    2. Ma certo che ho capito, sarò pure un pitéco ma ho ovviamente colto forse con sfumature diverse.

      Per il video forse il problema mi appartiene in quanto abituato ad un giornalismo simile. Qualcuno nei commenti tra l'altro citava Giavazzi.
      Penso assieme ad Alesina sia un economista(?) dalla coscienza piuttosto sporca (alle minchiate che scrivono è chiaro non ci credono nemmeno loro) che solo un troll ben ammaestrato potrebbe citarlo con coscienza.

      Elimina
    3. come ho detto più sotto, il terreno fertile c'era già: era un video che aveva ottenuto oltre un milione di visualizzazioni. Portarlo su Byoblu, dove c'è un pubblico informato, è servito, attraverso la mole di commenti "informati" (diversamente da quelli che si trovano allo stesso video pubblicato altrove, su altri canali Facebook, Youtube e così via), a creare un terreno fertile dove si possano trovare commenti evoluti in grado di confutare le sue tesi.
      Non so se sia un metodo ortottero. E' il mio.

      Elimina
    4. [semi-OT] gli appassionati di videogiochi possono sempre unire l'utile al dilettevole con i videogiochi didattici offerti dalla BCE: Inflation Island e €conomia: il gioco.

      Quando si parla di spesa improduttiva (che poi a qualcuno sarà utile) e soldi delle tasse buttati al cesso..

      Elimina
    5. Oh Gesù. Quando ho visto il link pensavo fosse un link ad un articolo/paper ironico. Invece è un fott*** gioco. Terrificante quello dell'inflazione. Entrate al Cinema nel videogame suddetto, è....indescrivibile.

      Elimina
    6. Va beh, è solo perchè l'industria dei videogiochi tradizionale è troppo a sinistra. In bioshock c'è il capitalismo che crea una città d'inferno, in Fallout3 addirittura il fallito tentativo d'annessione del Canada da parte degli USA crea un disastro nucleare (probabilmente a causa di un cattivo aggancio monetario!).

      Elimina
    7. Caro Claudio,
      spesso leggo Byoblu a cui ho dato il mio piccolissimissimo contributo come segno di ammirazione.
      Non per campanilismo, e con la massima stima per il tuo lavoro, noto che il livello dei commenti su Byoblu è più alto di quello di YouTube, ma è inferiore a quello di Goofynomics. Per questo spesso leggo solo i tuoi post (o guardo i filmati), ma non i commenti (mentre qui mi leggo ogni riga perché a volte i commenti e le risposte del prof. ai commenti sono ancora più interessanti del post o mi aiutano a capirlo meglio).

      Ti ringrazio sinceramente per i tanti utili contributi e le informazioni che contribuisci a diffondere, però, a mio parere, il metodo Bagnai dà frutti forse minori in quantità, ma migliori in qualità.
      E uno dei pilastri di tale metodo credo sia controllare l'attendibilità della fonte e la veridicità delle notizie prima di diffonderle.
      Oltre all'immenso impegno di rispondere a gran parte dei commenti.

      Qui su Goofy sappiamo benissimo che in Germania "il più bigolo" non prende le cifre che ha sparato Lampredotto, e che la differenza di prezzi considerava solo alcune tipologie di prodotto, quindi non può avere validità generale. E immediatamente abbiamo notato che il supermercato era deserto.
      Mi spiace farti notare che non altrettanto pronti e preparati sono stati alcuni commentatori su ByoBlu.

      Lampredotto ha fatto delle cifre, o sono vere o sono false; quel che è certo è che l'importo degli stipendi tedeschi non è un'opinione soggettiva per cui io posso liberamente dire che in media guadagnano 100€ al mese e un altro che ne guadagnano 100.000. Non si tratta di opinioni, ma di balle e una balla o non si pubblica o si pubblica con le dovute correzioni e puntualizzazioni. Punto.

      Decidere di pubblicare balle o verità parziali senza le necessarie e corrette rettificazioni, a mio parere significa contribuire a diffondere notizie false e tendenziose, avallandole con il proprio nome. La libertà di opinione e di informazione non c'entrano.

      Se mi sono permessa di fare questa critica è solo perché spero che Byoblu continui a essere un blog (uno dei pochi purtroppo) in cui trovare informazioni e notizie utili, oneste, sincere e intelligenti e non scada nella versione online del bar dello Sport, tanto caro a mio cuggggino.

      GRAZIE



      Elimina
  14. Mannaccia... Megapost con postilla prima, seconda, e pure epilogo.
    Er Cavajere nero ci e' rimasto proprio male!

    La realta' e' che sta cosa va vista con un po' di psicologia, che mostra, in parte, come si propaga l'ideologia giannizzera ai giorni nostri.

    Sul blog di Claudio piu' di un commento mostrava che la differenza di prezzi e' indice di un colossale fallimento del mercato e assolutamente non di "bravitudine alemanna" (longa mano goofynomica)

    Pero' i commenti erano sul blog di Claudio (fra no artri che se capemo) e non su youtube (che ce sta de tutto, pure i piddini!).

    La realta' e' che il fogno europeo, e il mercatoliberoconcorrenzabuona sono una bugia a cui non crede NESSUNO ma alla quale per magia non si puo' dire di no. Funziona un po' come Babbo Natale al quale non crede nessuno ma che per qualche motivo si presenta costante il 25/12 (per dirla alla Zizek http://www.youtube.com/watch?v=xCD3hg6OEQw al minuto 2:00)

    Giusto per inquadrare una piccola giustificazione psicologica di quelli che
    "... vabbe' ma io penso comunque che l'Euro dobbiamo tenerlo"
    ... o anche per quelli che ...
    "Cavajere nero aiutaci tu che il Lampredotto abbia!"

    Il difficile non e' capire le formule goofynomiche, il difficile e' capire che la risposta dentro di te E' QUELLA GIUSTA!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto. Che poi è quello che cerco di ripetervi da novembre. E se ho fatto fatica è solo per dimostrarvi QUESTO, cioè che la risposta dentro il piteco è giusta, e che se confligge con la realtà è ahimè sbagliata la realtà, perché espressione di una società profondamente iniqua. Che non si vivesse di solo magnesio lo sapevate già, e credo lo abbia detto anche nostro Signore.

      Elimina
  15. Quindi la legge del numero dei fornai non vale in Germania se i lavoratori che vengono assunti si chiamano Hartz I,Hartz II,Hartz III e Hartz IV. Giusto Prof?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se per "legge del numero dei fornai" intendi la caratterizzazione dell'equilibrio di concorrenza perfetta (W=PxPM), è giusto dire che essa non vale "esattamente" da nessuna parte. Le riforme hanno avuto senz'altro lo scopo di allontanare ulteriormente e più che altrove la dinamica dei salari reali da quella che sarebbe la loro tendenza naturale, ovvero quella di seguire la dinamica della produttività. Va anche detto che i dati mostrano che i lavoratori tedeschi SONO più produttivi in alcuni settori (o comunque la loro produttività cresce più rapidamente della nostra). Ricordando sempre che la produttività dipende anche dalla domanda, domanda drogata da 50 anni di deflazioni competitive, questo ci dice però una cosa che non dobbiamo dimenticare: in parte questa evidenza indica anche che in Germania le cose funzionano "meglio". Peccato però che alla fine le cose finiranno peggissimo per la tendenza innata della leadership tedesca a non condividere in modo equo i risultati dell'eccellenza dei propri cittadini (dove ce ne sono: nei servizi pare di no). Non so se è chiaro. Qui non siamo né antieuropa né antigermania: siamo antidelirio.

      Elimina
    2. Personalmente, alla produttività tedesca credo poco. Del resto, oltre a Merkel e Gauck anche questi signori si saranno riciclati

      Elimina
  16. buongiorno, da poco tempo seguo il blog, ho acquistato il suo libbro, pensa che sarebbe utile che lei pubblicasse in questo blog che esiste un partito politico che alle prossime elezioni, ha nel suo programma l'uscita dall'euro ed il riacquisto della sovranita' monetaria ?

    Almeno solo per veicolare la notizia

    in attesa sua risposta.

    Cordiali saluti

    RispondiElimina
  17. Grazie Professore.
    Devo dire che tempo fa (ancora prima che il video fosse pubblicizzato da Byoblu) un mio amico lo aveva pubblicato su FB e il commento che ricordo di aver fatto (soprattutto grazie alla lettura di Goofynomics) è "di cosa ti stupisci se loro hanno un'inflazione da diversi anni più bassa della nostra...". Naturalmente ero lontano dalla spiegazione scientifica di questo post, però avevo intuito già qualcosa...

    RispondiElimina
  18. Dai, la maggior parte dei commenti al video contenevano insulti, anche i pitéchi hanno un cervello e una dignità (a differenza dello strudel in camicia nera)

    RispondiElimina
  19. Opperbacco..........................................
    Tutto il mondo pratica la svalutazionecompetitiva,chissà che ne penza la famosa ditta A&G!
    Probabilmente non lavorerà più nessuno a questo mondo e non mi immagino la ricerca in questi paesi immorali!Per fortuna che cce stamo noi Imbecilli!
    Gia me li immagino I giapponesi i britannici e gli statunitensi pronti a dire:"che cazzo lavoramo a fà tanto poi svalutamo!

    RispondiElimina
  20. Una riflessione da uno che ha vissuto in Germania: come dato completamente non statistico io spendevo meno (tipo un 10-15% meno) al supermercato di Dusseldorf che in quello di Milano.
    In parte la cosa era anche spiegabile con una certa minore qualita' del cibo tedesco, nel senso che in Italia si trovano spesso prodotti ad alta qualita' e prezzo (chesso' yogurt biologici speciali, pasta artigianale) mentre in Germania i supermercati hanno meno scelta e piu' omogeneita' (considerazione personale comunque).

    A parte questo pero' in Germania molti prodotti di marche internazionali (dalla Nestle' alla Nikon) costano effettivamente meno. Parlandone con un addetto ai lavori mi diceva che il problema principale e' la rete di distribuzione, che in Germania ha molti meno sprechi che in Italia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La robaccia della Nestlè (e multicriminali simili) evito di comprarla.
      Tranne la roba per il computer (di cui ho assolutamente bisogno per lavorare e non esistono alternative) per il resto le evito e soprattutto nel settore alimentare: non ha senso comprare porcherie "multinazionali" con la roba bella e buona che abbiamo qui.

      Cerco di evitare anche la GDO e soprattutto i grandi centri commerciali. Temo che "evitare gli sprechi nella rete di distribuzione" significhi, in gergo teutonico, tagliare posti di lavoro, strozzare trasportatori e produttori (quelli grossi così hanno un motivo in più per strozzare a loro volta i dipendenti e quelli piccoli soccombono).

      Per Natale mi hanno regalato la macchinetta Krupp per il Nespresso che sa di Nescafé (cioè di liofilizzato, ovvero acqua sporca del cesso) solo la densità è cremosa e gradevole, ma il gusto fa schifo. Con tutti i buoni caffè e le ottime torrefazioni che abbiamo in Italia, patria dell'espresso, gliela avrei tirata in testa quella Krupp del cazzo e le capsule gliele avrei infilate nel .... !!!!

      Comunque, terminate le capsule di prova nella confezione (le ho offerte ai clienti, mica le ho bevute io, eh!!! Se le sono meritate perché hanno detto che è buono, agli altri preparo la moka), non le ho mai più comprate e non le avrei più comprate neppure se il caffè fosse stato buono.

      Quando qualcuno (sono i tanti piddini che hanno le papille gustative ormai asfaltate come il loro unico neurone) mi dice che il Nespresso è buono mi viene la bava alla bocca come quando mi dicono che l'euro è bello, solo ci vuole più Europa.

      Scusi lo sfogo un po' frivolo e OT, ma non troppo, professore, solo che il Nespresso proprio non lo sopporto, mi dà in testa; se non mi pubblica, mio cognato mi ha consigliato di aprire un blog mio con un unico post (ma lunghissimo, eh!) in cui sputtano il Nespresso. Cosa ne pensa?

      Elimina
    2. Mi hanno regalato la macchinetta con la stampante multifunzione!
      Finite le capsule di prova, ho scoperto che le capsule compatibili V*****o (che tra l'altro sono italiane) possono essere riciclate più volte, riempiendole al volo con la polvere per la moka.
      Rapido ed economico per farsi un caffè ogni tanto, alla faccia di Cloney.

      Scusatemi per l'OT autarchico.

      Elimina
  21. (correzione di bozzi)
    Alberto, un po' sotto la tabella "tassi di variazione medi annui 1991-2011", nella frase
    "nel 1991 stavamo 22061 a 27633 euro all’anno (vantaggio nostro), e nel 32906 a 38818" manca probabilmente 2011 (come si evince già dalla tabella).
    Lo so, si capisce lo stesso. Ma se possiamo dare una mano...

    Un abbraccio

    Benedetto

    RispondiElimina
  22. Grazie mille!
    Il video di Lampredotto non mi aveva per nulla convinto, e effettivamente non era necessaria una precisazione tecnica. Ma c'e' sempre da imparare e per questo la ringrazio per il tempo!

    Un dato molto interessante e' il fatto che i salari in Italia siano bene o male cresciuti di pari passo con la produttivita' o addirittura calati!

    E con questo potremmo tranquillamente dimostrare che la proposta di Fassina di legare i salari con la produttivita', per quanto siano interessanti, in questo momento sono fumo negli occhi e in alcuni settori non in linea con gli aggiustamenti sulla competitivita' che sta forzando la BCE.

    Il problema e' sempre il solito: gli aggiustamenti, per tenere in vita il morto (l'euro), dobbiamo farli noi in quanto "colpevoli" e non i bravi e produttivi tedeschi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La proposta di Fassina non è di Fassina ma, ad esempio, di Eckhard Hein, o in Italia di Brancaccio, è una proposta tecnicamente quasi sensata ma politicamente improponibile perché la leadership tedesca è ovviamente contraria a comprimere i propri profitti, e comunque perché diventi completamente sensata occorre che si associ al recupero della flessibilità dei cambi nominali, nella logica dell'External compact, che spiego nel mio libro, riprendendola da Meade (1957).

      Elimina
    2. Per chi fosse interessato, la proposta di Brancaccio ripresa da Fassina la trovate nel suo (di quest'ultimo) pamphlet appena pubblicato: Un marxiano a Roma e altre farse.

      Elimina
  23. Ovviamente se la invitano ancora in tv dovra essere sintetico su queste spiegazioni o la maggior parte della gente cambierebbe canale,ma fortunatamente anche questa dote fa parte del suo DNA.Una cosa mi piacerebbe che facesse:quando la invitano in un programma tv si faccia dire gli ospiti,dibattere con i pesci piccoli tipo un Boccia non c'è gusto,(confido su Paragone)se ci sono leader di partito è meglio,magari potra insegnarli almeno la tabellina del due.Convincere la gente a casa serve a poco se non convinciamo prima chi ci governa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In un periodo nel quale non ho tempo nemmeno per andare in bagno, dirmi quello che so è la strada maestra per essere mandati a fare in culo, e la lista di quelli che lo hanno sperimentato a loro spese è molto più lunga di questo post, che è lungo perché volevo fosse lungo.

      Elimina
    2. Scusa Silco,
      ma chi governa sa già tutto e da molto tempo.
      E più sono pesci grossi, meglio lo sanno quello stanno facendo.
      Certo è sempre piacevole vedere un Tabacci paonazzo sull'orlo dell'infarto, e più il pesce è grosso più il nostro piacere aumenta.
      Ma credimi, il suo non era stupore che si prova di fronte a una cosa nuova che non si conosce o non si capisce. Era la rabbia di un bugiardo che viene sbugiardato in pubblico.

      Elimina
  24. Aspettiamo le repliche di Messora che forse è spiazzato da questa cosa e quindi.. beh, forse è stato provocatorio.
    voglio dire una cosa... in quest'anno abbiamo capito che contano le dinamiche.
    te fissi il cambi e allora dopo di allora vince chi tiene più bassi gli stipendi.
    in realtà la storia dei minijob ci insegna che loro con quasi 10 anni di anticipo hanno rotto ciò che è il senso autentico del lavoro quando si parla di dignità.
    queste sono cose da sud d'italia (che ha un PIL di 17k euro e non di 34k come la Baviera o la Lombardia).
    voglio dire: non mi stupisce che ci siano impiegati che guadagnino benissimo!
    ma immagino che ce ne siano tanti che hanno contratti capestri.
    a fronte della cassiera che guadagna 1200 € al mese (da noi quanto? 800-1000?) ci sono quelle che vivono allo stato brado.
    a proposito di stato brado: da noi nei negozi dei centri commerciali si arriva a lavorare 7 gg su 7 anche 10-12 ore al giorno.
    ma siamo in Sicilia...

    In Italia (penso soprattutto al Nord), discutendo anche con un mio amico, ci stiamo adeguando (guarda che bello) solo adesso.
    ovvero, si chiude, si licenzia, si riapre e si riassume con contratti con costo del lavoro quasi dimezzato.
    sempre il mio amico mi ha fatto l'esempio di uno che ha chiuso/licenziato operai che guadagnavano 1500 euro al mese (netti! perché da noi si parla solo d netto) e riaperto/riassunto a 1000 € al mese.

    e questo per citare sempre Giavazzi quando spiegava che il cambio bloccato ci avrebbe costretti a fare le giuste riforme!
    con un cambio deprezzato del 30% questi lavoratori continuerebbero a guadagnare 1500 (lire) e l'indotto non si perderebbe.
    Anzi, con l'economia in crescita avrebbero lo stipendio aumentato.


    PS: nell'ultima parte della discussione ci sono esempi quando si fissa il cambio?
    la Germania può essere un esempio distorto ma è pur sempre in una certa situazione perché sono 14 anni che "lotta" (la loro "lotta"..) contro gli altri paesi dell'EZ.. senza che ci siano trasferimenti e quindi avendo la "convenienza" (per la loro "lotta") a fare politiche di dumping sociale.

    bah, discorso interessantissimo e ringraziamo il prof per la lezione

    RispondiElimina
  25. Caro Alberto,
    il mio è un blog generalista. Non è un blog di economia. E' un blog che parla "anche" di temi di economia, di politica e di attualità.

    Il punto è proprio questo: l'attualità. Il filmato di Lambrenedetto non l'ho certo diffuso io. Quando mi ci sono imbattuto, era già stato visualizzato oltre un milione di volte almeno. Si poteva dire che era ormai largamente noto, quasi in massima parte (come di consueto quando si fanno numeri così alti) a un pubblico a digiuno circa i discorsi che si fanno dalle nostre parti.

    Ignorarlo non sarebbe servito a niente, se non a non farlo entrare nell'agenda di chi poteva analizzarlo e dare una risposta a quello che la maggior parte dei "visualizzatori" percepiva ormai come una prova evidente dei fatti.

    Invece, al contrario, portarlo all'attenzione di un circolo di lettori mediamente più evoluti sul tema, come quelli che gravitano intorno al tuo blog (che infatti oggi ne hai parlato) e al mio, per versi diversi, aveva il significato di farlo discutere da chi poteva confutarlo. E infatti, tra i commenti si è sviluppato un acceso dibattito, che è quello che serve in questo Paese.
    Chi pensava che le argomentazioni di Lambrenedetto fossero decisive, aveva ora anche un luogo dove, tra i commenti, scoprirne le falle e comprendere perché non lo fossero affatto.

    Questo è il senso. Capisco che spesso si tende a nascondere ciò che non si condivide, ma la provocazione, talora, serve a "informare", anziché a "disinformare". E può produrre l'effetto positivo di portare allo scoperto, anche per chi diversamente non avrebbe avuto accesso a punti di vista differenti, le falle, le lacune o le verità.

    Discuterne non fa mai male: questa è la mia filosofia. Può essere condivisibile o meno, ma è quello che ho fatto con il mio blog da cinque anni a questa parte, ed è esattamente quello che continuerò a fare (ed è il motivo per cui il Partito Unico dell'Euro mi odia: avere portato idee e pensieri diversi in un dibattito che altrimenti sarebbe stato inesistente).

    Con la consueta stima per il lavoro di tutti,
    Claudio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. «Capisco che spesso si tende a nascondere ciò che non si condivide»

      Claudio ma che stai a di'?? Secondo te non contribuire a propalare una palese stronzata è nascondere ciò che non si condivide? Secondo te un'accusa del genere esprime «la consueta stima per il lavoro di tutti»? Sa un pochino di presa per i fondelli… scusa la franchezza!

      Vero, smontare scientificamente 9 minuti di cazzate sparate in libertà è costato un bel po' di lavoro a chi è del mestiere. Questo è il rapporto di forza asimmetrico che si ha con la disinformazione.

      Però a te era sembrato che il paniere di beni fosse equilibrato? O che lo stipendio di una fantomatica cassiera, buttato lì en passant, non avesse bisogno di riscontri oggettivi? Era semplice: già che era lì poteva almeno fare finta di intervistare le cassiere. Non che questo avrebbe aggiunto significatività alla testimonianza (come dire… un campione lievemente striminzito). Tu sei convinto che quel tizio è in buona fede?

      Pubblicare quel video col metodo Ponzio PilatoA voi raffronti, verifiche, conferme o smentite.») equivale ad associarlo alla tua credibilità. Solo per il fatto che lo pubblichi, per una porzione dei tuoi lettori, diventa degno di nota. Si fidano di te. Altrimenti non ti seguirebbero.

      A prescindere dal fatto che non tutti leggeranno i commenti sotto i tuoi post, un lettore ingenuo, disinformato e ignorante della materia come può fare a discernere i commenti sensati, informati e ragionati dai peti in prosa o dai commenti dei disinformatori professionisti? Venendo a mancare un quadro di riferimento, sono proprio quelli i lettori più suscettibili di abboccare alle operazioni di subdola disinformazione. Secondo te con questo tuo metodo fornisci loro degli strumenti intellettuali adeguati per evitare che ciò accada?

      Mi sembra di affermare un'ovvietà: esistono i dati oggettivi (entro i limiti noti), ma non esistono le interpretazioni neutre.

      Non credo tu abbia difficoltà ad ammettere che esistono i disinformatori professionisti, visto che hai recentemente ripreso l'articolo del Daily Telegraph dove si riporta la notizia che sarebbero entrati in possesso di documenti comprovanti la pianificazione di una campagna in rete di propaganda pro-euro/UE: L'invasione degli UltraEuropeisti.

      Ho un vago ricordo di qualcuno che citava di aver sentito l'intervista del soggetto in radio. Qualcuno può confermare? Se così fosse, non mi sembra così consueto che venga intervistato l'autore di un video di YouTube, benché con molti contatti, su un tema tutto sommato troppo serioso/noioso per il target di una radio commerciale cciovane.

      Sinceramente sono molto sorpreso, anche io pensavo fosse una cantonata, come scrive Ivan. Cantonata dovuta al fatto che ti fai un mazzo tanto e quindi anche tu sei stanco, che non sei esperto di economia (ma potevi chiedere, visto che di economisti finora ne hai intervistati 4 o 5), che hai i tuoi problemi personali, ecc... Non mi aspettavo rivendicassi questo metodo.

      Per concludere, se siete entrambi d'accordo, non è possibile aggiungere in coda a quel post un aggiornamento che rimandi a questo di Alberto? Magari con nuovo post che faccia da richiamo?

      Elimina
    2. Vorrei anch'io sottolineare a Claudio che non si tratta di "nascondere ciò che non si condivide". Le opinioni possono essere condivise, le menzogne no, e qui il problema è questo. Il problema del rapporto fra "dato" e "interpretazione" non credo che possiamo risolverlo noi qui, tuttavia. Io sono un blogger schierato e partigiano E LO DICO. Non pretendo di fornire un'informazione oggettiva, ma fornisco DATI E STRUMENTI DI ANALISI (insieme). In questo senso il mio lavoro è più facile del tuo, caro Claudio.

      Del resto, fra i commenti trovi anche gente che dice: "Avevo visto il filmato sul blog di Claudio e mi aveva convinto". Ora, per me uno che si lascia convincere da una cacata simile andrebbe semplicemente privato di diritti civili, ma non si può, perché siamo in democrazia, chiaro? Allora, però, se vuoi rivendicare questo metodo, cosa perfettamente lecita, non dovresti nascondere che:

      1) presenta dei rischi (fare da megafono, o meglio da ventilatore alla merda);

      2) comunque non è l'unico metodo per promuovere una discussione.

      Una volta che siamo d'accordo che NON è l'unico metodo, sarebbe bello, ma qui bisognerebbe rivolgersi veramente a esperti, fare un bel dibattito per capire quale sia il modus operandi migliore per agire contro un potere che, se vuole, può spendere milioni di euro per mandare Lampredotti in giro per il web.

      Il senso del mio intervento era solo questo.

      Elimina
    3. Claudio,
      premesso che la seguo e che apprezzo molto il suo lavoro (per cui non vorrei darle l'impressione di volerle insegnare il mestiere), devo però dire che fare informazione - a mio avviso - non è solo "portare all'attenzione" un qualsiasi contenuto, ma un contenuto che sia (uno) rilevante e (due) verificato.
      Nel video in questione si cerca di affrontare problemi scientifici (andamento dei prezzi, inflazione, costo della vita, potere d'acquisto) nel modo meno scientifico possibile (entrando in un supermercato). Dunque non ha alcuna pretesa di verità (un campione non è una media; "la cassiera guadagna 1800 euro" è un dato non verificato): e dunque non ha alcuna rilevanza.
      Certo, si può sempre riportare un'opinione.
      Ma il sapere e la scienza servono appunto a questo: a permetterci di districarsi nelle opinioni.
      Per questo discutere le opinioni quando potremmo agevolmente riferirci ai dati scientifici è sempre un errore.
      Il filmato, pertanto, poteva essere utilmente ripreso solo per metterne in risalto le contraddizioni (laddove non bastasse già il buon senso).
      Detto questo, per carità: tutti sbagliamo e tutti facciamo degli errori.
      Una cosa così non toglie nulla al buon lavoro che fa: e solo chi non fa niente non sbaglia mai.


      Elimina
    4. Dopo il post e la risposta di Claudio, che a me convince (...e non sto a spiegare perché), anche se non siamo ai titoli di coda, ne approfitto per ringraziare entrambi.
      Grazie Alberto. Grazie Claudio.

      Elimina
    5. Il punto di Claudio, se posso permettermi di interpretare il suo pensiero, è che quel contenuto la rilevanza se l'era conquistata "sul campo" spopolando su YouTube. Il mio punto è che questo ragionamento ha un senso, ma dobbiamo essere consapevoli del fatto che il risultato sarà quello di farci dettare l'agenda della nostra divulgazione dei troll. D'altra parte, ritorcere contro i troll le loro stesse armi, cioè approfittare della visibilità di Lampredotto per fargli il culo, può anche avere un senso. Non so, sono molto indeciso, per questo mi sono permesso di rendere pubblico il dibattito.

      Elimina
    6. @Correttore Ti confermo che al tipo gli fanno addirittura fare una rubrichetta su radio deejay, con richiamo sui loro social network, galvanizzandolo oltre misura. Quindi, a mio parere, non capisco cosa significhi che l'avevano visto più di un milione di persone.
      Anche questo allora: http://www.youtube.com/watch?v=hI_3XFoTE4E
      vogliamo aprire un dibattito?
      Fabio

      Elimina
    7. Penso che la seconda opzione abbia un senso (non so bene cos siano i trolls, ma penso che si possa tradurre con "cazzoni della rete"). Anche se lo spunto era assai miserino (il filmato), il discorso che ne è conseguito era piuttosto interessante. Magari anche Beatrice non era tutta questa gran gnocca, però...
      Fare il culo ai Lampredotti (che d'altronde sono giusto lì appena entrati, in senso anatomico) ha senso come il farlo ai piddini e a tutti i fallicefali nei quali ex abundantia cordis(sed carentia cerebri) os loquitur . Io non lascio più correre nulla, ribatto colpo su colpo a qualsiasi stronzata politically correct. Non diventi l'uomo dell'anno a far così, ma hanno tutti un po' paura di scatenare il pippone (d'altronde, secondo Aristotele e Tommaso d'Aquino la praxis era governata dalla prudentia). E' ora che gli idioti mstrino un po' di pudore (se non altro per evitare di far la figura degli idioti). Comunque il lampredotto era fantastico (antropologicamente parlando).

      Elimina
  26. Grazie per il post, prof.
    Molto lucido ed utile, farsi un'idea a livello macro aiuta a capire meglio anche un mercato del lavoro diverso dal nostro e difficilmente comparabile, se non tramite i...risultati finali.
    Sui giornali in genere si confrontano i mercati del lavoro e poi a seconda dell'orientamento politico si prende il volo favoleggiando sui sindacalisti in consiglio d'amministrazione o sulla produttività del land...
    Ora che sono stato carino, le butto un 'che-ne-penza?': se ha voglia, tempo, crede sia utile, può dirci qualcosa su un caso diametralmente opposto (inflazzionebbrutto) ossia l'Argentina post crac?
    La diatriba tra il governo argentino ed il FMI mi incuriosisce assai...

    RispondiElimina
  27. Il Lampredotto mi ha illuminato!!! Basta usare il colluttorio per colazione, la creatina a pranzo ed una bella pasticca di vitamina C "fatta ai ferri" la sera e... "voilà"! Le spese per la spesa si dimezzano!!!!

    Però ho un dubbio: se privatizzano la sanità, la lavanda gastrica non è più gratis...... :-)

    RispondiElimina
  28. La cosa interessante da capire è: Perchè il popolo tedesco è così avvezzo a farsi ramazzolare dai loro partiti politici e dai loro sindacati? La risposta sta nel post. Le loro donne hanno un'attrazione fatale verso i nostri lampredotti "segaioli" impasticcati di vitamine e barrette energetiche che nell'espatrio hanno trovato rifugio. Queste considerazioni antrolpologiche sarebbero degne di seri studi approfonditi dal risultato dei quali potrebbe dipendere il futuro dell'Europa intera. Va da se che analogo studio andrebbe intrapreso sulla sindrome del piddino che sta attanagliando larghe fasce della nostra popolazione e che porta a comportamenti autolesionisti assolutamente indecifrabili e incompatibili con l'istinto di autoconservazione darwiniano.
    Detto questo il nostro amico Messora dovrebbe per correttezza d'informazione riportare questo bel post in risposta al video che ha pubblicato sul suo blog. E noi giù col retone a far man bassa di "piddini lampredottati" che di sicuro non perderanno l'occasione di dimostrare tutta la loro pochezza.

    P.S.: Conosci qualche marca di videogiochi per sfottere una donna? Ci siamo capiti no?

    RispondiElimina
  29. Caro professore, essendo beata e dovendo ogni volta prendermi a calci il cervello per farci entrare una materia per me totalmente nuova, devo dire comunque che, quando scatta l'insight e la comprensione del funzionamento della macchina economica, l'effetto è assai piacevole.
    Il filmato meritava senz'altro una pubblica deconstruction - che tonfo quando il fogno tedesco casca per terra - se non altro perché le ha offerto il modo di insegnarci ancora qualcosa.
    (Lo so che gli altri sono più avanti di me ma chi arriva dopo ha sempre bisogno di un ripasso.) Grazie.

    RispondiElimina
  30. AVVINCENTE! 4 ore, sono un po' lenta, sottratte al lavoro quotidiano, anzi più a "scaldare la carega" con la domanda moribonda che c'è, per cui me ne frego della mia produttività (abbiamo almeno noi il vantaggio rispetto ai più produttivi fratelli d'Europa di poterci crogiolare nell'otium e rispetto ai pudisti di non macerarci nel senso di colpa).
    Grazie del suo impegno Professore, io mi faccio di quelle risate solitarie davanti al computer (e dagli sguardi certo non immaginano il tenore delle mie letture!) Spero torni a divertirsi anche lei. Chiara

    RispondiElimina
  31. Caro professore,
    vado un po'OT, spero non troppo.
    Faccio anche un po' di outing.
    Sono di Parma(patria della Parmalat e Stalingrado degli ortotteri)ma dal Settembre 2001(coincidenze) lavoravo per la Lobreghisa, piccola e fiorente fonderia di R.E.(70 dipendenti circa). Contratto co.co.co., poi co.co.pro. Unico addetto al controllo statistico qualità della sbavatura. 30.000 euro annui lordi. In pratica un cottimo mascherato. Lavoro noiosissimo e fisicamente massacrante, ma ben remunerato. Fu allora che, per reazione a noia e fatica, iniziai a recitare mentalmente filastrocche tipo:
    Tribol da morire
    mi par d'essere in catene
    però, lo devo dire,
    si guadagna proprio bene!
    Poi, dal 2005, la paga mi fu decurtata, a parità di carichi di lavoro, a 20^22.000 lordi. Prendere o lasciare.
    L'azienda aveva aumentato esponenzialmente la quota di clienti esteri, principalmente tedeschi(Kohler e Stoll). Davano più lavoro ovviamente pagando di meno.
    Nel 2006 la Lobreghisa srl decise di cambiare assetto societario e si trasformò, udite udite, in Eurocasting spa(nomen omen). Intraprese, indebitandosi pesantemente, imponenti lavori di ampliamento per triplicare la sua capacità produttiva. Dalla Tedeschia il diktat era chiaro: o ci garantite una tot quantità a un tot prezzo o prendiamo per altri lidi.
    Allora non capivo una cippa d'economia. Pensavo che lira o euro cambiasse poco. Però vedevo sugli autobus della mia città la pubblicità di Bancamonte:"Regalati la vacanza dei tuoi sogni! Prestiti fino a 30.000 euro." E capivo, senza essere un genio della finanza, che le cose stavano mettendosi male...
    Siccome stavo perfezionando il mio inglese Calliope m'ispirò sta roba qua:
    Owners and customers
    of the Eurocasting
    are you so sure
    your time ain't you wasting?
    Despite the new noble
    high sounding name
    we are, I'm afraid,
    always the same!
    And we got Fernando
    and we got Moretti!
    We mostly resemble
    some western spaghetti!
    So, if you want see we hanged
    just give us some rope...
    A merciful death
    is our only last hope?
    In verità a tutt'oggi, quando penso agli effetti dell'euro sulla nostra economia, l'immagine è quella d'un tizio con un cappio al collo sollevato sempre più in alto da una carrucola. Ma non vuole "tagliare la corda" perchè teme di farsi male cadendo.
    Finisco la mia storia.
    A fine 2008 arriva lo "shock esterno". Le commesse crollano dell'80%(!). Amministrazione controllata,cassa integrazione e, di recente, chiusura.
    Ora sono felicemente disoccupato.
    A peggiorare la mia personale situazione, a fine 2009, mi sono sbriciolato, sul lavoro, il polso destro. Ora ho 10 viti nel braccio. Ci ho messo quasi due anni e due operazioni per guarire(più o meno). Mi son visto riconoscere solo il 10% d'invalidità. Sono ancora in attesa del risarcimento dell'assicurazione della ditta.
    Confesso d'essere stato più volte sul punto sul punto d'impiccarmi. E' un'opzione che mi tengo aperta per evitarmi future eccessive umiliazioni.
    Caro professore, quando nei suoi post e video ci ripete che l'euro e la crisi provocano morti, bè, capisco fin troppo bene cosa vuol dire...
    L'altra cosa importante che ho capito in questi anni(oltre al ciclo di Frenkel, grazie al suo libro!) è l'importanza di sdrammatizzare, di non prendersi troppo sul serio. Aiuta ad uscire dalla gabbia del proprio ego, nonchè dalla Matrix delle menzogne del main stream.
    Ma questo lei lo sa già benissimo.
    Iersera, a casa del padre montiano del mio amico piddino che caritatevolmente mi ospita, ci siam goduti Ballarò.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gregorio, mi spiace per la tua situazione, ed ammetto che anche a casa mia... E' pesante. Un commerciante in un comune che si divide tra chiusure e cassaintegrazioni vede i suoi clienti sparire uno a uno. Insomma, si muore con inesorabile lentezza.

      Ma per quel che serve, non piegarti fino all'annullamento. Io fino a che resisto con il lavoro stringo i denti, ma se proprio c'è da finirla resisterò con un badile in piazza piuttosto che darla vinta. Mi scuso comunque per l'OT.

      Elimina
  32. Alcuni appunti al post:

    Innanzitutto il significato dell'acronimo

    BDSM = Bundesrepublik Deutschland Sklave des Merkantilismus

    (non conosco il tedesco e ho tradotto online, corigggetemi pure ma credo che più o meno regga)

    "BDSM: il meraviglioso mondo di... " (Anghela) così sarebbe tutta un'altra cosa....

    Poi è necessario considerare anche l'ovvio LUOGOCOMUNISMO (questa volta lecito) come spiegazione del perché il dottor Livore del filmato si guardi bene dall'aggirarsi tra gli scaffali degli alimentari e preferisca "farsi" direttamente di chimica piuttosto che mangiare come i tedeschi, con i ben noti risultati, che hanno ANCHE una spiegazione nella catena causale basso salario -> trash food -> obesità -> T4 (coming soon)...

    (N.B.: NON alla mensa della Volkswagen, lì solo caviale e champagne, altro che Pomigliano)

    Ed ora daje ai trolli del solitoitalianochedanoisimangiabeneeallorachissenefregadimafiacastacriccacorruzionespesapubblicaimproduttiva....

    RispondiElimina
  33. @ByoBlu
    mi permetto di intervenire.. da non economista posso avere le risposte a certe cose (e penso di aver intuito il discorso di fondo del Prof che ha espresso in questo sapiente post).
    il punto è che capita spesso di voler sollecitare certe risposte (che bisogna poi selezionare) e quindi.. si getta l'amo!
    la risposta è arrivata e più che convincente.
    dico questo perché se svalutassimo del 30% banalmente tutto ad un tratto i beni tedeschi costerebbero il 30% in più.
    magia delle Unioni monetarie indesiderate.

    Approcci differenti.. sono approcci differenti e W (ecco la mia motivazione) non censura.
    nemmeno io sono per il lassismo intellettuale (tipo l'esempio fatto dal prof) ma se si parlasse della cura Di Bella con centinaia di migliaia di persone che ne parlavano cosa avremmo dovuto fare? ignorare?


    PS: argomenti troppo tosti..

    RispondiElimina
  34. Non sono caspiterini miei, lo so, ma visto che la risposta di Byoblu è stata postata all'attenzione pubblica, vorrei dire che la ritengo convincente. So anche che "il succo del discorso lo sapevamo già", ma nel nuovo post è stato aggiunto un dettaglio rilevante per la miglior comprensione, il BSM,importante per una più esaustiva replica ai fognatori (i followers degli alemanni), e questo è frutto, mi pare, della "provocazione" messoriana. E so anche che è facile fare il buliccio con le terga altrui (http://lij.wikipedia.org/wiki/Buliccio), ossia approfittare dei tre giorni (persi) di lavoro del Profe per accrescere la mia conoscenza, ma, proprio per questo: grazie, Profe (e, why not?, grazie Claudio).
    ps.: ma in quel di Firenze lo vendono ancora il panino col lampredotto (quello originale, intendo)?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro buliccio,

      mi ha scassato la minchia il mondo con questo video demenziale, quindi la "provocazione" messoriana non c'entra. La riflessione che vorrei fare con Claudio, appoggiandomi alla sua esperienza più lunga della mia, è quale atteggiamento tenere contro i troll, soprattutto ora che sappiamo che sono organizzati e foraggiati dal potere. Punto.

      Elimina
    2. Mio parere: usarli quando utili, ignorarli quando inutili.

      Se la buttano in caciara inutile discutere, ti portano al loro livello, meglio quindi far notare l'atteggiamento.

      Se argomentano di solito sono utili, perchè la realtà non da MAI loro ragione e sono perfetti perchè si autodistruggono, altrimenti nemmeno sarei qui a leggere.

      Bastasse la propaganda asfissiante apparterremmo tutti a qualche setta religiosa tipo Scientology, se non lo siamo è perchè hanno argomenti difficilmente supportabili (come l'euro, che ormai è sempre più discusso).

      Elimina
  35. Gentilissimo Professor Alberto,
    è un lavoro divino! A certe zucche che ci sono dalle mie parti fai prima a infilarglielo lì che in testa...
    Mi permetto soltanto un piccolo particolare: manca un anno in questa frase
    nel 1991 stavamo 22061 a 27633 euro all’anno (vantaggio nostro), e nel 32906 a 38818 (vantaggio nostro, allargatosi nel frattempo; dati ovviamente in euro correnti). (Dopo il secondo nel)

    Il mio più infinito grazie per questi mesi di profonda conoscenza di economia.
    dal luogocomunista sempre meno pro-tempore.

    RispondiElimina
  36. posso fare una domanda? ma l'articolo del Telegraph sugli eurotroll stipendiati direttamente dall'UE è attendibile?

    chiedo. non è per trollare. è solo che prima di prender per vero qualcosa ormai mi sono abituato a verificarne le fonti. e se il Telegraph è entrato in possesso di questi documenti riservati...perchè non li pubblica? sì sembra dettagliato come pezzo quindi istintivamente non dubiterei, però razionalmente...

    siamo davvero arrivati al livello cinese anche in fatto di disinformazione?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non te lo so dire e mi sono posto le stesse domande anch'io. Posso dirti che dal mio punto di vista, se non è vero, è però estremamente verosimile. Qui siamo sotto attacco ogni giorno. Il supporto che il simpatico suino brianzolo ha ricevuto sui media difficilmente è casuale. Può darsi, per carità. Ma letto alla luce del Telegraph, e considerando che difficilmente i giornalisti arrivano "prima", direi che ci siamo...

      Elimina
    2. Verosimile è un po' poco, credo, ma basta guardare in casa
      Mi permetto di far notare che il Lampredotto è stato invitato nientepopodimeno su Radio Deejay, noto organo Piddino (anche con la 'P') dove llegramente si sfotte un Paese additandolo come covo di 'pitechi da ecucare'. Inoltre, l'amico in camicia nera è stato ingaggiato per svolgere altre "accurate inchieste"...

      Elimina
    3. Segnalo che sul video linkato da "il Bipolare" ho trovato questo esilarante commento: "Forse uno stato che ha un debito pubblico in attivo (cioè incassa più di quello che spende a fronte di servizi sociali efficienti) dovrebbe essere preso ad esempio e non criticato."
      Ora il concetto di debito pubblico in attivo mi è effettivamente oscuro, ma se il simpatico commentatore intendeva saldo primario pubblico allora dovrebbe considerare anche l'Italia da prendere in esempio visto che da 20 anni il nostro saldo primario è attivo!

      Elimina
    4. Allora ricordavo bene! Grazie Bipolare.

      Guardate cosa risponde questa piccola banda di ignobili traditori (vorrei usare dei termini più appropriati e coloriti, ma sarebbero da querela) a Franco Di Costanzo (anche commentatore su questo blog), che fa un appunto sui salari tedeschi:

      «Forse uno stato che ha un debito pubblico in attivo (cioè incassa più di quello che spende a fronte di servizi sociali efficienti) dovrebbe essere preso ad esempio e non criticato.»

      Ancora qualche dubbio sul fatto che questa operazione di disinformazione sia pilotata? I conduttori potrebbero essersi prestati inconsapevolmente, non si segnalano per particolari doti intellettuali (lo so perché ogni tanto mi è toccato ascoltarli), ma la direzione della radio no, mi riesce difficile pensare che la linea editoriale, soprattutto sotto elezioni, venga lasciata al caso.

      Elimina
    5. la Ringrazio della risposta. anch io trovo sia verosimile. nel caso trovasse comunque maggiori conferme della cosa, la ringrazierei molto se riuscisse a linkare anche quelle.

      la conferma di una cosa del genere andrebbe sbandierata in faccia a tutti gli europeisti che conosco.

      Elimina
    6. Di nulla, Correttore :-)
      Guarda i conduttori radiofonici non sanno praticamente nulla, Albertino lo avrete presente, gli altri due me li ricordo che lavoravano al programma 'Lo zoo di 105' ed ai tempi erano divertenti cazzari, ma di economia sanno quello che sanno mediamente gli italiani.
      Comunque direi che è inutile parlare di pilotaggio: diciamo che le pecore, pur non troppo consciamente, sanno quali sono i limiti del loro recinto e dove possono pascolare...

      Elimina
    7. Bipolare: riguardo al pilotaggio mi riferivo al Lampredotto. Ma — detto da cazzaro a cazzari — è bene che anche loro si assumano le responsabilità di ciò che stanno facendo: un mezzo di comunicazione di massa come la radio, dove fra l'altro non è possibile controbattere se non sei invitato a farlo, può essere un'arma.

      Elimina
    8. @Correttore,

      Di sicuro saprai che radio deejay fa parte del gruppo espresso-repubblica ovvero l'house organ piddino per eccellenza, se non è un 2+2=4 questo... Magari i singoli deejay non sanno nulla di economia e non fanno i disinformatori di professione, ma intanto il messaggio è univoco.

      Elimina
    9. @Luca Tonelli

      L'osservazione è giustissima. Pretendere che vadano verificate importanti notizie di rilevanza pubblica, soprattutto se basate su documenti riservati, è basilare; stessa cosa per chi le linka sul proprio blog, ma su questo il prof, per quello che può valere il mio parere, è di un rigore raro e difficilmente riscontrabile in blog di famosi "giornalisti professionisti" (almeno in Italia).

      Va anche detto che il rapporto non deve essere necessariamente univoco (autore-lettore), con internet lo stesso lettore può chiedere conto al giornalista o alla redazione della testata che ha diffuso la notizia. Raro ottenere risposta, ma si può sempre provare (certo non tutti hanno il tempo per farlo). Ma alla base di tutto c'è la fiducia: mi fido di un giornalista o di un blogger, do credito a ciò che scrive e riporta. Nel caso non corrisponde al vero, dopo troppe cantonate (vedi Grillo) la fiducia cessa e mi trovo altre fonti di informazione. Io penso che affezionarsi troppo alle proprie fonti non è mai un bene.

      La notizia sui pr(troll)-eurounionisti è attendibile e anche logicamente riscontrabile: si tratta di marketing, i gruppi parlamentari dispongono di efficienti uffici stampa per le pubbliche relazione, ben finanziati e "professionali". La vendita del loro prodotto (propaganda politica) rappresenta la sopravvivenza stessa della struttura da cui dipendono, a maggior ragione in un momento in cui il dissenso popolare verso l'euro e la tecnocrazia comunitaria, con le sue politiche pinochettiane, sta dilagando praticamente in tutta Europa. Poi ci sarebbe da discutere sul fatto che il Trattato di Lisbona ha finto di attribuire più poteri a un Parlamento Europeo frustrato dalla propria inutilità, ma è un'altra storia.

      Il primo principio del marketing: è l'offerta che se ben congegnata va a creare la domanda ("per risolvere i vostri problemi avete bisogno di più Europa"). Come se a noi fosse concesso lo stesso "accesso al mercato"...

      PS_Per inciso: fanculo il marketing.

      Elimina
  37. Che spettacolo!
    Prof volevo chiederle due precisazioni, se ha tempo e voglia di precisare.
    :-)

    1 - La riforma HartzIV, la possiamo paragonare ad una sorta di doping occupazionale?
    Visto che, diminuendo il salario unitario, quindi i Costi, si è potuto assumere più dipendenti prima di arrivare al valore di equilibrio fra W e PxM, così facendo si è mascherata una massiccia sottoccupazione, come tanta occupazione.

    2 - I cambi flessibili, tendono ad equilibrare più possibile il potere di acquisto di un Big Mac, o questo equilibrio (se è utile ovviamente) si potrebbe raggiungere o avvicinare con l' External Compact?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì e sì. Questo per la disoccupazione, e per quanto attiene all'External compact, è ovvio che se i lavoratori tedeschi venissero mediamente pagati in proporzione alla loro produttività, come proposto da Hein, Brancaccio ecc (vedi libro), avrebbero più soldi da spendere, e già questo farebbe salire il prezzo del Big Mac!

      Elimina
  38. Nota a margine per i non fiorentini:

    Il Lampredotto è una "specialità" che potrete trovare a Firenze, (ma poco nei dintorni), nei chiosKY per strada o in alcuni selezionatissime paninoteche.

    Si tratta del terzo stomaco della vacca, (subito dopo c'è il buco del...lo) lessato con tutti gli odori e servito tagliato a strisce in un panino , con salsa verde o bagnato con il suo brodo. L'aspetto è ripugnante, il gusto... de gustibus.

    Per la simpatia del soggetto del video non poteva essere scelto nome più adeguato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Apro il passaporto, e trovo scritto: nato a Firenze... Ecco, ora mi viene in mente il perché ho scelto questo appellativo. A me, il lampredotto, quello vero, piace molto. Ma il nome è stato scelto pensando alla materia con la quale il lampredotto per sua natura è a quotidiano contatto.

      Elimina
    2. Materia con la quale è a contatto, ma in incognito, anche il BigMac, come spiegato nel libro/film "Fast Food Nation". Il cerchio è completo.

      Elimina
    3. Sì ora però a son di sentirlo nominare mi avete fatto venir voglia. Ci si trova a Firenze e si va al miglior chiosco...anche se di sicuro ognuno ha il suo!"A me mi garbava"(licenza poetica) anche quello che era in San Lorenzo.

      Elimina
  39. MEGLIO QUESTO

    Ratatouille - Escapando de la vieja

    http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=o1takU08aOI&NR=1

    RispondiElimina
  40. Bene prof, per quel che possono valere le mie parole, vista l'esperienza fatta sento di esprimere la mia solidarietà a Claudio e condividere la politica da lui adottata. Da perfetto ignorante in materia economica , e di certo troppo superficiale nelle analisi, avevo abboccato al video prendendo per oro colato ciò che vi era riportato. E' merito di Claudio se alla fine è venuta fuori questa discussione, dando la possibilità a me, come credo e auspico, a molti altri "curiosi" di saperne di più, di poter leggere tra le righe facendo una più accurata analisi. D'altro canto il ruolo dell'informatore (in questo caso il suo) è quello di farne capire di più a chi ne capisce meno...viceversa non avrebbe senso e sarebbe un continuo specchiarsi per dirsi che si è belli!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusa, caro, io posso aver equivocato il tipo di operazione fatta da Claudio, o avere la mia idea su cosa significa fare informazione (per esempio, se ciò debba necessariamente prevedere il fare da cassa di risonanza a qualcosa che visbilmente è uno scientifico progetto di disinformazione). Tu però mi sembra che tu non abbia capito molto bene cosa stiamo facendo qui. Non so, vediamo... La discussione NON è venuta fuori per merito di Claudio perché io mi sarei comunque occupato di questa merda. Quello che auspico venga fuori per merito nostro è una riflessione su una strategia comune per difenderci contro gli eurotroll.

      Ti segnalo che tu confermi il mio argomento: proporre un documento truffaldino in modo non mediato significa solo offrire a persone poco critiche (per vari motivi) una simpatica polpetta avvelenata. L'ambulanza può arrivare in tempo (come in questo caso) o no. Ma un conto è promuovere un dibattito, e un conto è fornire un'informazione falsa sperando che qualcuno la rettifichi. Non voglio nemmeno dire che Claudio abbia esattamente fatto questo, ma vorrei capire con lui e con voi quale strategia crediate sia opportuno tenere, perché, attenzione: la menzogna sul modello alamanno è la chiave di volta del progetto propagandistico di chi vuole trasformarvi in una colonia!

      Elimina
    2. Gli eurotrolls, in altre forme, sono in giro da almeno trent'anni (per ciò che riguarda il Sogno europeo, per altre cose, da molto più tempo). Si chiamano variamente disinformazione, informazione di regime, luogocomunismo (e, ad un livello epistemologico più alto zeitgeist): "Power is about being able to impose your favorite narratives" (M. Giampietro, K. Mayumi,New Narratives for Sustainability: The Red Pill for Economists,Palgrave Macmillan, 2011)
      La strategia da tenere è quella che stai già tenendo: informare correttamente. Rigore, precisione e verità. Questo spazio e, soprattutto, il tuo libro (ITDE, visto che andiamo ad acronimi) sono LA STRATEGIA. Poi, non tutti possono capire (vedi l'etimologia di "cristiano"). Per quel che mi riguarda, quando c'è l'uccello padulo in volo, preferisco ricevere gli avvisi di burrasca. Quindi, il suggerimento è: continua così. PS, per me il modello alemanno è sempre stato definito da un sintagma che inizia con un numero romano e finisce con un simpatico -ch

      Elimina
  41. Io sono la sola, pare, che non l'ha visto e grazie a voi non mi dovrò autoinfliggere un tale tormento. Grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Peccato. Come il titolo suggerisce, non tutti i tormenti vengono per nuocere, e un sadico rimane pur sempre una persona gentile con un masochista.

      Elimina
    2. Siamo in due, mi è bastato leggere cosa se ne diceva qui per evitare di andare a incrementare i contatori.
      Goofynomics è ormai la mia prima fonte di informazione e l'unica della quale mi fido.....

      Elimina
    3. Siamo in tre. Sono incappato nel video su Facebook, ci ho cliccato sopra ma dopo i primi due minuti ho lasciato perdere.
      Il post del Prof può essere seguito utilmente e benissimo senza bisogno di sorbirsi la performance del lampredotto.

      Elimina
  42. Immagino che un professore di economia trovi noioso sprecare troppo tempo per smascherare bischerate, preferendo parlare di argomenti più interessanti. Come appunto ha fatto il prof. Bagnai.
    Io professore di economia non sono. Mi permetto di produrre un addendum che spero faccia capire le dimensioni della bischerata del video in questione (che non ho avuto il piacere di vedere).
    Punto numero 1. Come ci insegna l'ISTAT, una indagine come quella proposta da Lampredotto si basa su REFERENZE DI PRODOTTO, non su beni generici. Una indagine dei prezzi che voglia avere credibilità non prende in considerazione una confezione di dentifricio o un pacco di pasta. Prende invece in considerazione "confezione di dentifricio Pasta del Capitano alla menta da 125 ml" , "pacco di pasta Barilla da 500 gr." ecc.
    Punto numero 2. Il paniere di beni considerati avrà la pretesa di essere rappresentativo dei consumi della famiglia media. L'ISTAT prende in considerazione due panieri (in verità non molto dissimili tra loro): il primo rappresentativo dell'intera collettività (su questo viene calcolato l'indice NIC) e il secondo rappresentativo delle famiglie di impiegati ed operai (su questo viene calcolato l'indice FOI). Le referenze di prodotti vengono aggregate a diversi livelli, arrivando a dodici capitoli di spesa che coprono tutti i consumi della popolazione. Un carrello della spesa NON è rappresentativo dei consumi della popolazione.
    Punto numero 3. Ammettiamo per ipotesi che il carrello della spesa di Lampredotto sia effettivamente rappresentativo della popolazione che vive beata nel Wuttemberg-Pultzersoffeln. Pure essendo scherzosa, la burghynomics ci insegna una cosa molto importante: se vogliamo calcolare la PPP tra l'Italia e il Wuttemberg-Pultzersoffeln occorre considerare un paniere di beni CHE SIA CONSUMATO IN ENTRAMBI I PAESI. Le considerazioni sulla convenienza del carrello della spesa del Signor Lampredotto non hanno senso alcuno in quanto l'intersezione tra esso ed il paniere rappresentativo dei consumi della famiglia media italiana è l' INSIEME VUOTO (o qualcosa di molto vicino).
    Una cosa che dovrebbe essere ovvia: se domani leggiamo sui giornali che il prezzo del burro di arachidi al chilo è aumentato del 4000% accoglieremo la notizia con un bel "non ce ne pò fregà de meno" in quanto ritengo, con un intervallo di confidenza del 99,99%, che gli unici residenti che consumano regolarmente burro di arachidi sono i soldati statunitensi di istanza nelle basi NATO in Italia. Sostanzialmente il nostro portafoglio non viene toccato da aumenti di beni che non consumiamo affatto o consumiamo in quantità molto limitatat. E comunque ECON101 ci rassicura dicendoci che esiste l'effetto sostituzione.
    Riassumendo: il video in questione rappresenta al meglio il peggio di internet, trattandosi di documento apparentemente "neutro" che in realtà è stato costruito assumento come ipotesi (necessariamente vera) la tesi che vuole dimostrare. Che ci sia un differenziale di inflazione tra Italia e Germania, congelato dall'euro, è fuori discussione. Quello che contesto è il metodo (o non metodo, secondo i gusti) alla base del video.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per l'addendum sul metodo statistico che mi permette di aggiungere a mia volta questa considerazione: quando questo genere di operazioni vengono fatte in TV si sottolinea quasi sempre che è un gioco, che non ha alcuna validità scientifica. Leggiamo invece che cosa scrive il fecicista sotto il video:

      «Ho coniato un nuovo termine il PITECO CAPRA.....e' una evoluzione del piteco italico in peggio....il piteco capra e' un piteco ottuso...che manco se gli fai vedere le prove audio visive lo educhi...e' il peggior Piteco in circolazione...non esiste possibilita' di recupero....morira' piteco..»

      Diciamo che il soggetto è isomorfo alla, anzi quasi indistinguibile dalla, materia a lui più familiare.

      Comunque cari conduttori di ASGANAWAY ci ricorderemo anche di voi, abbiate fede.

      Elimina
    2. Ma vogliamo parlare del commento dei valorosi conduttori: "Forse uno stato che ha un debito pubblico in attivo (cioè incassa più di quello che spende a fronte di servizi sociali efficienti) dovrebbe essere preso ad esempio e non criticato"!!!!!!! Ma che' stanno a di'!!!!! Mamma mia che asinacci...

      Elimina
  43. NOTA IMPORTANTE: non ho assolutamente niente contro Internet, sono decisamente contrario alle tesi farlocche veicolate da internet. Tanto per capirci: sono contrario a quello strano meccanismo per cui basta che un comico famoso sostega che le statistiche sono fasulle (se io mangio un pollo e tu rimani a digiuno allora la statistica dice che abbiamo mangiato metà pollo a testa) perché spuntino migliaia di utenti che quotano in toto la sparata, in quanto non vedono la fallacia dell'argomentazione.
    Seconda nota. Non conosco il tedesco e quindi il rapporto sulla povertà è al di fuori della mia portata. Comunque ricordo una dato interessante riguardo alla Germania. Ordinata la popolazione in senso crescente in base al reddito percepito, negli ultimi quindici anni coloro che si collocano non oltre il 50° percentile hanno visto ridotta la ricchezza posseduta (rispetto al totale) dal 4% all'1%. Il messaggio è chiaro?

    RispondiElimina
  44. Finito ora, impiegandoci un bel po' dato che da buon studente di Matematica non ho potuto non perdermi nei dettagli e nel giocare con i grafici :D

    Ci tengo però in particolar modo a fare i miei complimenti a lei, Prof. Bagnai. Nonostante questo sia il primo articolo scritto da lei che leggo e benché sia completamente ignorante in economia, è riuscito a farmi comprendere appieno il messaggio, sia scientificamente che moralmente. Grazie.

    RispondiElimina
  45. La spiegazione che i salari seguono l'andamento della produttività, se non sbaglio, è presente anche in uno degli ultimi capitoli del testo macroeconomia e politica economica di J. Sachs, se non sbaglio proprio quello dedicato allo sviluppo economico.
    In ogni caso il sistema di equazioni di Samuelson, cosi come spiegato dal prof. Bagnai è chiaro: se cresce la produttività devono crescere sia i prezzi e sia i salari. Se la produttività è alta ed i prezzi si mantengono bassi allora c'è un trucco. Il trucco è che si sta facendo dumping (sociale) cioè si tengono bassi i salari, che è proprio quello che è successo in Germania.

    RispondiElimina
  46. Dato che ho visto un po' di aneddotica nei commenti, ci metto anche la mia:

    Faccio il commerciante e ogni due anni mi reco nella ridente cittadina degli idioti (Dusseldorf) per l'expo che mi riguarda.

    Per un disastro della compagnia di trasporti, la merce da esporre mi arriva tardissimo, chiedo e ottengo permessi per poter scaricare e lavorare la notte all'interno dell'area fiera.
    I tedeschi sono anche così compassionevoli da concedermi mulettisti, addetti alle gru, etc, tutti che parlano la lingua del bel paese.

    E così, all'alba delle 10, mentre aspettiamo l'arrivo della mia merce (arriverà all'una), mi ritrovo a parlare con un gruppo di mulettisti e magazzinieri tra i 40 e i 60.
    E mai avrei immaginato cosa mi avrebbero detto!
    Uno di loro abita a 100 km da Dusseldorf e si fa 200 km al giorno per andare a lavorare.
    Quando chiedo loro quanto li pagano per gli straordinari (notturni) che stanno facendo si mettono a ridere e bofonchiano in tedesco qualcosa che non capisco.
    Si lamentano dell'euro, dicono che prima guadagnavano di più. Uno di loro maledice i sindacati, ma un altro mi spiega che nessuno di loro (a parte quello che malediceva) è iscritto a nessun sindacato "perchè tanto non cambia niente".
    Uno di loro mi dice: "La Merkel sta tenendo insieme i pezzi, ma vedrai quando va via, secondo me scoprono un sacco di casini. La gente qui non ce la fa più!".

    Caso strano: non mi fanno nessun discorso contro i portoghesi o i greci. Forse è perchè lavorano in fiera e vedono un sacco di facce da tutt'Europa.

    Morale: gli stessi tedeschi smentiscono il Fonzie de noartri del video in questione.
    (ma non è che sia una gran scoperta eh..)

    La cosa davvero divertente in tutto questo è che, non soltanto stanno male i lavoratori tedeschi, ma pare che anche le aziende (almeno nel mio ramo: vetro) del nord siano messe un po' così così.
    La leader nel settore (metà svizzera, metà tedesca) sta fallendo, forse delocalizza tutto in Cina, forse muore.
    La seconda, Austriaca, lascia a casa i venditori, abbassa i listini o non vende, apre centri di produzione in Cina e Messico perchè, coi suoi listini (europei), neanche a parlarne di vendere sui mercati emergenti.
    Quella che 10 anni fa era la numero 1 di tutti (ora è Finlandese), non si sa se arriva a fine 2013.
    Motivo? Mentre il sud Europa ha dato loro da mangiare per anni, ora qui è tutto fermo e nessuno ha i soldi nemmeno per piangere, e quindi piangono loro.

    Grazie, Euromoralecheciportastabilità :)

    (p.s.: il tuo blog mi ha cambiato la vita, grazie!)

    RispondiElimina
  47. Preferivo l'altro BDSM, ma visto che ci siamo...

    Certo che se l'aumento di produttività non è seguito da una crescita del mercato interno perché per reggere la competitività deflazioni, il risultato è un eccesso di offerta che rallenta la crescita dei prezzi. Se poi aggiungiamo che i capitali trovano maggiori profitti nelle aree meno ricche e ad inflazione maggiore, non si capisce come facevano ad aumentare 'sti benedetti prezzi in Germania o in Francia.

    Il fatto che loro abbiano ricorso alle varie Hartz, comporta poi un'ulteriore rigidezza del loro mercato interno verso l'import:

    1) in un paese locomotiva, che senso hanno i minijobs? Visto il surplus nella bilancia dei pagamenti, la spesa pubblica potrebbe stimolare la creazione di jobs, non minijobs da 400 euro.
    2) se la legge di Engels non è proprio un'antiquata fesseria, dare 400 euro per campare significa solo stimolare la domanda interna per beni di prima necessità e svaghi di poco conto, tipo serata "birra e crauti". C'è gente che ci va proprio avanti coi minijobs, altro che soluzione temporanea.

    Dunque, anziché legare all'aumento di produttività un aumento salariale che avrebbe trainato anche il nostro export verso il paese della cruccagna, il surplus derivante dall'aumento della forbice tra produttività e costi, oltre che in maggiori profitti, si è tradotto nelle varie riforme Hartz che non trainano una beneamata F.A.V.A., se non il minimo indispensabile per il loro stesso mercato interno e da qui prezzi più o meno stabili, dato che il risultato è un allineamento salariale verso il basso.

    RispondiElimina
  48. Uno dei migliori post. Per me anche una fornita fonte di dati per presenti e future riflessioni. Grazie!

    RispondiElimina
  49. Prof, vorrei testare se riesco seguirla correttamente e quindi farle una domanda (primo commento).
    Sarebbe corretto dire che in Germania il prezzo relativo Pt/Pnt è aumentato per effetto di una certa forma di "apprezzamento" del tasso di cambio estero(legato all'introduzione dell'euro)?

    RispondiElimina
  50. No, Prof, non ci rimanga male, avevo appena incominciato a capirci qualcosa... Il video lo aveva segnalato un mio amico su Facebook, alla mia spiegazione che non c'era nulla di strano, vista la moderazione salariale data da Hartz che aveva ridotto l'inflazione rispetto all'Italia, era partito un coro di "ma mio cuggino..." che mi ha fatto desistere e ho preferito accendere la PlayStation giusto per rilassarmi un po'(niente SEGA MASTER SYSTEM). Non se la prenda, alle volte io desisto, ma poi qualcuno incomincia a capire e mi ritorna la voglia di diffondere il Goofy-pensiero con tutti i miei limiti. Saluti dalla Tailandia!

    RispondiElimina
  51. Professore, poco da dire, questo post è da 30 e lode.

    RispondiElimina
  52. L’argomento è avvincente, ma le ultime notizie mi sembrano agghiaccianti

    ELEZIONI 2013: PIERLUIGI BERSANI A BERLINO “LA GERMANIA PUO’ AVERE RUOLO DI LEADERSHIP NELL’EUROPA DEL FUTURO”


    HuffingtonPost


    Nelle dichiarazioni di giornata, Pier Luigi Bersani appare sempre più "vicino" a Mario Monti, il quale in mattinata al video Forum della Stampa aveva lanciato un invito esplicito al segretario Pd parlando di grande coalizione.

    Bersani, a distanza, risponde infatti così al presidente del consiglio: "Noi siamo prontissimi a collaborare con tutte le forze contro il leghismo, contro il berlusconismo, contro il populismo. E quindi certamente anche con il professor Monti". Anche sui sindacati lo sguardo del leader democratico appare "montiano": "Certo io ascolto i sindacati. Ascolto anche gli imprenditori, perché se ascolti fai meno errori, ma se sai dove devi andare ci arrivi". spiega parlando a Berlino al Dgap.

    "Credo al dialogo sociale ma credo anche che non debba paralizzare le decisioni e credo che questo sia possibile anche in Italia". E proprio la scelta di Berlino, terra di Angela Merkel, dove Bersani è andato anche ad intensificare i rapporti, fa pensare ad un ulteriore passo "europeista" di avvicinamento fra Monti e il segretario Pd.
    Tanto che poco dopo arrivano anche le inequivocabili parole di Mario Monti "Apprezzo ogni apertura e disponibilità e anche questa frase, credo pronunciata dall'onorevole Bersani dalla Germania, dove la politica fatta con l'apporto del Parlamento, in questo ultimo anno, mi pare sia stata apprezzata".
    Il Professore sottolinea "la disponibilità, con la forza politica nuova che nasce, a alleanze con coloro, e - sottolinea - solo con coloro che saranno seriamente impegnati sul piano delle riforme strutturali" considerati indispensabili per il Paese.

    PIACEVOLISSIMA COMUNITA’ DI ORTOTTERI, SIAMO BOLLITI AL PUNTO GIUSTO PER IL PROSSIMO BANCHETTO AL PROFUMO DI

    FASCISMO

    RispondiElimina
  53. Prof. Ho trovato l'articolo preciso esaustivo simpatico e sono contento che continui a deliziarci con il suo modo di fare (almeno per quanto mi riguarda) ovvio che avevo visto il video ovvio che si capiva che fosse un delirio del lampredotto a ogni passaggio di scaffale mi chiedevo ma quand'e' che passa ad un genere alimentare serio tipo la pagnotta o er prosciuttello magari anche un par de ova?????? Comunque mi piacerebbe seguire qualche sua lezione in aula... Mi ricorda tanto il mio professore di Fisica Tale Scudieri che esemplificava il baricentro di una forma geometrica qualsiasi con un bel prosciutto e la coppia con un salame ha uno tirava da una parte l'altro dall'altra e ci rendeva la fisica divertente e facile come anche lei fa per l'economia! Grazie! Sono contento che esistano persone come lei... Che fanno educazione ed informazione ... Continuo a seguirla e comunque anche se mi sento in questo periodo un po' ortottero non prendo per buono tutto ciò che mi spacciano e da sempre ho il vizio di elaborare e magari criticare quello che a mio avviso non reputo corretto... Senonché in uno scenario politico come quello di oggi non vedo altra soluzione che un voto all'ortottero movimento !! Buon lavoro a presto

    RispondiElimina
  54. Intanto per la serie "Grilli facce ride" dal giornale salmonato una palesissima minchiata per sperare di terrorizzare gli elettori.

    Grilli: tagliare carta e telefonate

    Fra un po' arriveranno direttive per il taglio della carta igenica, i cui costi certamente influiscono sul quadro macroeconomico,e perchè no spaventare gli elettori perchè entro il 24 febbraio senza Monti al governo potremmo andare in default. Tanto per essere sicuri nessuno pulisca via i tecnici...

    RispondiElimina
  55. Da ex studente di economica grazie a Lei (e qualcun'altro come lei) mi sono riappassionato (o forse solo appassionato,perché ai tempi si studiava perché "si doveva fare") di Macroeconomia e soprattutto di queste splendide lezioni applicate alla (triste) realtà.
    grazie per il lavoro di diffusione-informazione.
    saluti
    f.

    RispondiElimina
  56. Ma la BMW vogliamo dimenticarla? Lì gli operai guadagnano 180 € netti al mese.

    RispondiElimina
  57. Grazie per il bellissimo post tecnico. Mi sembra che ci sia un piccolo errore nel commentare la tabella degli stati fa roferimento all australia indicando invece l indoce dell austria.

    RispondiElimina
  58. Grazie del Suo tempo. Il post molto bello.

    RispondiElimina
  59. Professore buonasera,

    Io avrei alcuni quesiti, spero che possa rispondere, cercherò di rendere il discorso meno "da bar" possibile. Questo post tecnico, per capire il quale mi ci vorrà una settimana, spiega molte cose su costo per unità di prodotto, salari, prezzi, effetti deflattivi in Germania il succo penso che sia. "In un' economia che viaggia alla grande ed in un paese costantemente in surplus è una distorsione voluta...dolosa direi, il fatto che non aumenti l' inflazione.
    Abbiamo anche visto l' effetto inflattivo che la liberalizzazione dei movimenti di capitali, associata ala mancanza del rischio di cambio, ha avuto sui paesi periferici.

    Ora vorrei soffermarmi sulla peculiarità della situazione italiana ed ecco che scatta il discorso da bar, alcune considerazioni:

    1- Se in America hanno l' unità di misura del Big Mac, diciamo che qui abbiamo la tazzina di caffè e io non posso fare a meno di rilevare che se nel 2002 costava 1000 £ oggi costa 1 € quindi un aumento di circa il 100%, ma si può osservare un aumento simile su tantissimi prodotti e anche servizi.

    2- La percezione di essere improvvisamente più poveri ha colpito molti di noi dopo pochi mesi dall' entrata in corso legale dell' Euro, si ricorda i discorsi di Tremonti ? Che era colpa delle monete e bisognava stampare le banconote da 1 e 2 euro ? Banalizzando all estremo facevo bancomat e prelevavo 50.000 £ e mi sentivo "tranquillo" dal giorno dopo dovevo prelevare 50 € e mi sparivano in un attimo.

    3- la fase di switchover, mi sembra assodato che sia stata gestita in maniera vergognosa e io penso che sia stato fatto apposta perchè chi ci guadagnava in quel momento era il bacino elettorale del puzzone ( la famosa classe media che allora esisteva ancora....commercianti, artigiani, liberi professionisti )

    4- La mia personalissima impressione è che l' inflazione reale media su dieci anni sia stata molto più alta, a spanne direi 7-8 % data dalla combinazione di molti fattori tra i quali. lo shock iniziale (switchover), l' aumento scriteriato delle tariffe energetiche e dei servizi al cittadino, l' effetto inflattivo dei capitali che sono "piovuti" in Italia.

    Detto questo, e spero di non aver detto delle castronerie abnormi, avrei un paio di domande da farle:

    UNO STUDIO ANALITICO - Esiste qualche ricercatore in italia o all' estero che si sia posto il problema e che abbia fatto uno studio comparato tra inflazione nominale ed inflazione reale ? Che abbia considerato la distorsione data dallo switchover e/o da beni e servizi non inclusi nel paniere ? Se si, dove eventualmente è consultabile ?

    E' NATO PRIMA L' UOVO O LA GALLINA ? In parole povere, ci siamo indebitati presi da improvvisa euforia eurista, per cui i capitali erano facilmente disponibili ed a tassi tutto sommato contenuti? oppure i capitali sono arrivati perchè avevamo bisogno di indebitarci perchè il semplice passaggio all' euro ha fatto si che tutti noi vedessimo il nostro potere d' acquisto ridursi drammaticamente? oppure per quale altro motivo ? Perchè io ricordo chiaramente che già dopo qualche mese dallo switchover vedevo spuntare come funghi le finanziare, non nelle concessionarie o nei negozi di elettrodomestici, ma nei supermercati, le chiamavano (molto delicatamente) "prestito sociale".

    Mi scusi se per un attimo l' ho portata virtualmente al bar, la ringrazio per la risposta che vorrà dare e se non ne troverà il tempo, la ringrazio ugualmente per questo blog che è ossigeno per i nostri polmoni ( e cervelli)in apnea da troppo tempo.

    RispondiElimina
  60. Un lampredotto romano io ho fatto il test con il mio reddito da povero, pagherei 1300 euro in meno se a questo aggiungo la tassa di proprieta che in germania e detraibile dal reddito avrei altri250 euro disponibili, Aspirin Tabletten 20 2 euro, Aspirin Tabletten 100 9euro. (25 fornitoren)
    Ovviamente dal suo articolo e links io lampredotto sbaglio non ci sara questa differenza di salari e potere di acquisto tra noi e loro.
    Io l'ho conosciuta tramite il blog di Messora sono parte del popolo ignorante, ma almeno non scrivo commenti come "professore ma lei quando dorme..." ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissimo, bisogna un po' distinguere fra gli aneddoti e i risultati macroeconomici. Vedo che anche i tuoi esempi vengono dall'industria chimico/farmaceutica. Io ti auguro di non averne bisogno. Detto questo, ti rendi conto che il tuo approccio ha un paio di problemi:

      1) non ci dici come dove e perché pagheresti 1300 euro in meno (in aspirine?). Capisci che essere precisi è importante.

      2) non ti rendi conto, come non se ne rende conto il suino brianzolo, del fatto che proprio questo è il problema: perché in un paese dove secondo le leggi dell'economia i prezzi dovrebbero essere più altri, invece sono più bassi?

      Tu hai una spiegazione? Io ce l'ho, ed è quella che forniscono i dati. Tu sei sicuro che in Germania, oltre a spendere di meno, guadagneresti di più? E allora perché non ci vai? Sei irrazionale. E io dovrei stare ad ascoltare una persona che non sa fare i propri interessi.

      E se anche fosse, tu sei sicuro che se in Germania tu guadagni di più, tutti guadagnano di più? I dati dicono che la disuguaglianza sta crescendo. Sai, se la cosa non ti preoccupa vuol dire che sei un po' egoista, ma questo, per carità, va bene, perché è conforme alla razionalità economica.

      Voglio però ricordarti, qualora tu stessi per emigrare, che in Germania si comincia con l'austerità, la deflazione e la disuguaglianza, e si finisce coi forni. Io a te ci tengo, perché sei una delle rare voci di dissenso che sono arrivate (forse l'unica). Non farmi stare in pensiero, manda spesso una cartolina...

      (ripeto: il dato che citi sarà anche giusto, ma non si capisce da dove salta fuori: l'analisi però non la vedo, e quella che intuisco non mi pare funzioni. Fai tu...).

      Elimina
    2. P.s.: se da povero riusciresti a risparmiare 1300 euro sulla spesa mensile, stando alle statistiche di Lampredotto vuol dire che spendi circa 5000 euro al mese in consumi. Per tua informazione, è più del doppio del mio stipendio, quindi se mi dici che sei povero mi fai un po' deprimere...

      Elimina
    3. Ascolta lampredotto, fai una cortesia, pensa alle tue aspirin tabletten ed evita di fare dell' inutile sarcasmo su quello che scrivono gli altri, soprattutto se non conosci il chi e il perchè.

      Elimina
  61. @Bagnai
    Citazione: "Perché poi, alla fine, caro Claudio, l’unico risultato della sua operazione è stato quello di dare voce a una torma di eurotroll che qui sono stati accuratamente indirizzati verso il Washington Consensus (per gli amici, WC), e ai quali a casa tua è stata data una visibilità della quale sinceramente non si vedeva il bisogno."

    Eurotroll? Washington Consensus? Ma allora sei un "complottista"!!

    RispondiElimina
  62. Mi scusi prof. se non mi sono mai presentato anche se seguo il blog quasi dagli inizi ma non commento praticamente mai avendo, in genere, poco da aggiungere (sa, sono ingegnere con aggravante elettronica...ma da un po' di anni cerco di curarmi).

    Comunque, tanto per mettere un ulteriore chiodo alla bara del fogno, segnalo questo filmato che va oggi su Youtube.de (si, sto in tedeschia) ogni volta che apri un video: Für einen gerechten Finanzausgleich - Bayern

    Per chi non mastica il Bafarese il succo é (vedi immagine al minuto 0:28 geberländer: regioni che danno e nehmerländer che prendono): noi virtuossi bafaresi e hessener stufi di dare soldi a fannulloni a est e a nord...questa é autodifesa (Notwehr). Noi siamo solidali eh, ma quando è troppo è troppo: andiamo alla corte costituzionale!

    Ai cari Fassinians col cappello in mano: al Ministerpräsident Bayern tira il deretano a dare i soldi al Sachsen-Anhalt o alla Turingia, ma sará certamente prodigo verso Roma, Madrid, Atene etc.

    Auguri…

    Ah ma avete ragione, quelli sono i bruttoni della CSU/CDU, invece l’SPD quelli si che hanno un piano: “combattere evasione fiscale, fare piú ricerca e innovazione” ma “basta debiti dal 2020 cosí il livello di vita si potrá riequilibrare tra i vari länder”. Sounds familiar?
    A quanto pare a maestria nel non sequitur hanno poco da invidiare ai nostri PDdini (intendo proprio quelli del PD).

    PS: un sentito ringraziamento al prof. e a tutti i commentatori.

    RispondiElimina
  63. Caro prof ogni volta risulti illuminante. Ho saputo per caso che esistevi qualche mese fa mentre(immagino)promuovevi non so più su quale radio il Tramonto dell'euro e da allora non ho smesso di leggerti.
    Mi sono fatto perfino una iscrizione a gugle per poterti commentare, cuntènt professò? :-)
    Paolo

    RispondiElimina
  64. La consueta capacità espositiva del professor Bagnai è tale da rendere agevole la lettura di un articolo tecnico di 17 pagine anche a chi, come me, non ha particolare attitudine per l'elaborazione dettagliata di dati economici.

    Quanto al filmato, che dire. Non so chi lo abbia realizzato, ma se l'intento era quello di convincere qualcuno della superiorità tedesca con quelle argomentazioni, mi sa che abbia fatto un buco nell'acqua.

    Forse, come dice il professore, non è corretto affermare che l'amico del giaguaro si è “soffermato su certi prodotti, anziché su altri, al fine di distorcere la sua analisi”. Curiosamente, però, l'amico Fritz non ha mostrato nulla del reparto alimentari. E siccome il supermercato è identico ai Lidl di tutta Italia, l'impressione è che abbia preferito glissare perché la qualità dei prodotti alimentari dei Lidl è talmente scadente da risultare imbarazzante: costano poco, ma valgono meno. Poi, magari lui campa di creatina e vitamina C, ma sono problemi suoi. A casa mia, piuttosto che mangiare quello che vendono al Lidl digiuneremmo. Ma questo non è un argomento. Inoltre, i prodotti che ha mostrato si trovano in vendita più o meno agli stessi prezzi ovunque in Italia. Ogni giorno la cassetta delle lettere si riempie di dépliant che illustrano il favoloso mondo dello shopping, dallo yogurt fino all'hard disk esterno da 2 TB, passando per la batteria per l'auto e il cellulare pressoché regalato – con larga prevalenza di merci made in China -, e che finiscono inevitabilmente in un contenitore apposito situato nei suoi pressi.
    In parole povere, l'estimatore della virtuosa Germania ha sceneggiato – male - il dépliant di un hard discount. Lo stesso video si poteva realizzare in un emporio cinese o, appunto, in un Lidl di una qualsiasi città italiana, e per come la vedo io dimostra solo che per la massa dei consumatori tutto il mondo è paese.
    Tra l'altro, il soggetto mi ricorda un tale che ho conosciuto due anni fa; molto fiero di acquistare in Germania le costose vasche che utilizzava per la zincatura dei suoi manufatti. “Eh, i tedeschi sì che sanno lavorare!”, era la frase con cui chiudeva immancabilmente le sue perorazioni in favore della superiorità tedesca. Successivamente, incuriosito dalla tracotanza con cui mi elencava i pregi dell'industria tedesca, ho fatto una breve ricerca, e ho scoperto che i sofisticati macchinari di precisione con cui i tedeschi fabbricavano le vasche che poi vendevano a lui erano italiani.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma cosa dici! Ricordati che per quell'altro espertone di Alex78 noi esportiamo solo maglioncini. E se te lo dice lui dalla sua banca svizzera... Chissà perché non scrive più? Forse stava all'UBS...

      Elimina
    2. Ma veramente Alex78 lo ritroviamo su Byoblu, guarda un po' il caso proprio sotto il post del video col Lampredotto, a spalare merda su Fabrizio Tringali e proprio negando strenuamente il dumping salariale in Germania.

      Elimina
    3. Appunto. Questo è quello che mi ha leggermente fatto alterare. Voglio essere molto chiaro: noi veniamo censurati e filtrati da trent'anni. Ora non possiamo permetterci di far circolare certa merda nelle nostre tubature. Sarebbe un combattimento sleale. Non si può mettere sullo stesso piano Lampredotto e l'OCSE, e non si può aprire un dibattito dando campo aperto a dei troll prezzolati. O sbaglio?

      Elimina
    4. Che io sia d'accordo con te, come credo sia evidente, a questo punto non è molto rilevante.

      Mi piacerebbe sentire cosa ne pensa Claudio, se ha avuto modo di leggere e riflettere sulle nostre sollecitazioni.

      È evidente che è mosso dal positivo proposito di essere aperto, contro la censura§ e di aderire alla massima voltairiana «non condivido le tue idee, ma darei la vita perché tu possa liberamente professarle».

      Si da il caso che ho sempre pensato che, se portata alle estreme conseguenze, questa massima è una emerita stronzata. Perché pretende di trattare le idee come qualcosa di assolutamente astratto, che ha poca o nessuna influenza sulla realtà.

      Niente di più falso. Non mi stancherò mai di ripetere: il più importante campo di battaglia della Storia ce lo abbiamo fra le orecchie.

      Facciamo un piccolo, banale esperimento: «non condivido le tue idee che sono motivo della tua volontà di uccidermi, ma darei la vita perché tu possa liberamente professarle». No cari i miei democratici col culo degli altri: la legittima difesa non è solo un diritto, è anche un dovere!

      § Breve nota sul significato di censura: si è diffuso, a mio parere, un malinteso senso di cosa sia la censura - vedi i fessi che si lamentano qui di essere censurati, quando sul Fascio Quotidiano loro censurano commenti favorevoli ai tuoi contenuti, che sempre loro ti hanno invitato a scrivere.

      Questa sì che è una forma subdola di censura: avere una linea editoriale (forse lì ce n'è più d'una), ma fingere di essere aperti per poi cercare di sminuire e ridicolizzare l'ospite a cui chiedi di contribuire. Immagino che sia anche questo, oltre alla cronica mancanza di tempo, il motivo che ti ha spinto a non contribuire assiduamente al FQ.

      Elimina
    5. Vorrei ribadire il concetto che chi parla di censura su un blog è evidentemente in cattiva fede. Un blog nasce per esprimere il pensiero dell'autore. Da un blog non si può essere censurati: si può essere solo banditi. Alex78 è un bandito, anche per il tono da cialtrone che usa quando si rivolge a me (molto diverso dal tono mellifluo che usa ogni tanto in giro). Sarebbe censura (chiarisco) se io impedissi a questi pezzi di merda senza volto (perché la faccia non ce la mettono) di aprire il loro blog.

      Ecco, perché non lo fanno?

      Semplice: perché nessuno leggerebbe le scemenze che scrivono.

      E allora devo essere io a dargli un palcoscenico, per di più per fare insultare (separatamente o congiuntamente) me e la verità?

      Non ci siamo proprio...

      Capita la differenza fra censura e bando? Io non impedisco a nessuno di esprimersi, ma questa è casa mia, e qui utilizzo solo i commenti che mi permettono di precisare il mio pensiero (anche se sono in dissenso).

      Per i pensieri altrui, ci sono i blog altrui.

      La posizione di Claudio è evidentemente motivata dal suo diverso atteggiamento: lui nasce con un intento più
      "giornalistico", di "informazione", quindi vuole darsi una connotazione più aperta. Il problema purtroppo è che la realtà è fatta di spartiacque, e certe volte non scegliendo si rischia di fare la scelta peggiore.

      Non contribuisco al FQ perché non ho tempo e perché per lavorare con limiti di spazio ne occorre molto. Qui mi do i limiti che voglio. Mi hanno anche offerto di scrivere sul cartaceo, magari, se la proposta è ancora in piedi, vedrò di aderire. Diciamo che anche se a valle si scatenano i troll, a monte nessuno mi ha mai detto cosa potevo o non potevo dire. Una cosa che nei giornali di sinistra te la sogni (e sapete che parlo per esperienza, e che parlo da persona di sinistra. Ma la sinistra ha tradito, e da lì discende tutto...).

      Elimina
    6. Non sono affatto d'accordo col correttore, la massima voltairiana è sacrosanta e inviolabile, il broblema è sempre e solo uno le idee sono una cosa, i fatti che vi sottostanno sono un' altra, quando qualcuno mi verrà a dire "guarda voglio rimanere nell' euro perchè ti voglio fottere" si potrà cominciare a discutere...tutto il resto è fuffa.
      Le balle non hanno diritto di cittadinanza in questo blog e, a quanto mi risulta non l' hanno mai avuta neanche nel blog di Messora, quindi dovrebbe solo ammettere di avere pestato una piccola cacca, capita a tutti prima o poi....niente di grave.

      Elimina
    7. Mr. N€URO non ho capito che cosa sarebbe fuffa secondo il tuo nobile animo voltairiano.

      ... e dire che ho inserito anche l'esempio tera tera. Ribadisco: portato alle estreme conseguenze (come il politicamente corretto — pensiero cardine del piddino — vorrebbe imporci) quel motto è una emerita stronzata, come è evidente a chiunque non pensi per appartenenza o non sia in mala fede. Infatti chi dice di aderire sempre e comunque a quel motto è il primo poi a fotterti.

      Elimina
  65. Simpatia che ricambio, pur facendoti notare che essendo tu uno degli ultimi arrivati (salvo errore), e quindi verosimilmente non conoscendo nulla del mio progetto di comunicazione, la lezzzzzioncina te la potevi anche tenere per te. Fedele al mio principio del colpirne cento per educarne uno, ti ricordo che l'anno scorso "Bagnai non sa comunicare" era il cavallo di battaglia dei donaldiani. Poi è successo questo (fra l'altro) e si son dovuti zittire. Quando IO desidero, perché IO ritengo che sia necessario per il MIO discorso, so esser piuttosto sintetico.

    Rivalutiamolo, ogni tanto, il più lurido dei pronomi...

    Se qui sono stato analitico è perché ritenevo di doverlo essere. Non preoccuparti. Ora che hai letto questa lezioncina sul mercato, saprai che i consigli non richiesti sono sempre in eccesso di offerta, e quindi il loro prezzo... "Sale?"... No, scende. Torna a settembre!

    Quella che leggi come frustrazione è stanchezza (perché ce n'è, soprattutto quando uno decide di ascoltare tutti), e una certa motivata irritazione verso i "professorechennepenza" i quali, dopo un anno e mezzo di divulgazione seria, non dovrebbero permettersi di chiedermi di perder tempo con una cagata simile. Però, per carità, son d'accordo, forse è venuto anche il momento di parlare a tutti.

    Lo facciamo dopo le elezioni, ora divertiamoci.

    RispondiElimina
  66. @Uberto Barbini
    ottime osservazioni.
    che dire? come abbiamo detto mesi fa, l'Italia è un paese con mari, laghi, fiumi, due grandi isole, isolotti (VENEZIA!), montagne, colline..
    la logistica è un problema.
    rifletto tre settimane fa su come andare in un paese del messinese.. e guardavo la cartina: "cavolo, in linea d'aria sono pochi km.."
    sì, in linea d'aria peccato che in mezzo c'è l'Etna!

    voglio dire.. immagino che avendo un "blocco logistico" attorno all'etna si siano sviluppate tante piccole attività.
    bella la diversità ma quando poi devi combattere l'omogeneità so' cavoli amari per due cose: 1) logistica perdente; 2) scarse economie di scala.

    sulla logistica tedesca: all'università ai miei tempi per geografia economica si studiava la collocazione (esagonale) delle città tedesche!
    cavolo.. a mo' di alveare.. ma fatelo da noi!
    Catania per esempio (unica vera piana in Sicilia) è tra campagna, etna e mare.. e la città è la confusione più totale.
    A Palermo l'autostrada entra in città (AVETE LETTO BENE.. direttamente nella città!).

    non oso pensare il resto d'Italia salvo.. la Pianura padana dove infatti il PIL è a livello tedesco (pure degli stati più ricchi).


    PS: bella l'omogeneità per abbassare i costi.. W l'€, +€uropa!

    RispondiElimina
  67. professore.. concordo con lei su tutta la sua linea comunicativa.
    ma non perché sono ruffiano ma perché ho sempre fatto (per altre cose) come lei.. ho una linea e che gli altri venissero a storcela..
    infatti dopo 7-8 anni si prendono meriti che sono i miei (idee mie). e per me se una cavolata è tale non ci faccio certo il giro di parole..

    detto questo, lei ha una testa, io un'altra e ByoBlu un'altra ancora!
    e non voglio dire che bisogna concordare post e altro..
    dico solo che la mia ragazza l'altro giorno mi ha detto: "ma visto che siamo nell'€, ma perché dobbiamo pagare la benzina più cara, pagare più tasse..?".

    sulla tattica degli ortotteri.
    uhmmm
    fare come loro (e mi riferisco a BBlu)?
    è anche vero che questo maledetto sistema euro necessita di duemiliardi di conoscenze.. ognuno di noi rimane perplesso su mille cose (non io sui prezzi.. se la nostra economia è rivalutata del 25% immagino che i prezzi tedeschi dovrebbero essere il 25% più cari.. aspettando il miracolo dell'uscita).
    ma persone come la mia ragazza sono "affascinati" da questi discorsi così come quello sul reddito di cittadinanza (ok, lei è medico ma discutevamo sul M5S).
    ma per me "il reddito di cittadinanza" è un'idea fascista di fondo.. ma anche qua.. se qualcuno ne parla che dovremmo fare?
    Possibilmente su orizzonte48 e da lei (anzi, sicuramente) NON si mostreranno video in cui se ne parla senza un'analisi attenta..
    ma qualcuno in buona fede potrebbe chiedersi se sia giusto oppure no.. e chiederlo!

    PS: sì, la menzogna sul modello cermanico è la base di volta di tutta l'architettura pro-€urista...
    concordo.
    ma ritorniamo ad un loop logico visto i differenti punti di vista (sull'argomento).

    PPS: lo so che è una guerra da vincere e che bisogna distinguere tra amici e nemici, tra alleati e rivali..
    ma francamente sono il primo ad ammettere che è dura, molto dura.. intanto teniamo (duro)!

    RispondiElimina
  68. Vedi, qui siamo di fronte a un dilemma. Dobbiamo occuparci degli imbecilli, o dobbiamo lasciare che se ne occupi la SStoria? Io ho un temperamento molto agonistico, le sfide impossibili mi tentano, e quindi mi occupo quando posso anche degli imbecilli, imparando molto da voi sulle tecniche opportune (non perché siate imbecilli, ma perché date spesso ottimi suggerimenti).

    Con il tuo permesso, ogni tanto mi occuperò anche dei meno imbecilli. Tutto qui. Me lo dai, vero?

    RispondiElimina
  69. Scusa, leggo ora il commento prima del p.s. No. Il mondo non va come dici tu. Ora il mondo sta andando in un altro modo, e ci sta andando per merito nostro (e di pochi altri). Non condivido il tuo pessimismo, e non lo condivide, soprattutto, il contatore del mio blog. Non è il TG1, sono d'accordo, ma è la prova che esiste una parte NON trascurabile per quantità e QUALITA' della popolazione italiana che preferisce dedicare tempo all'informazione. Vedrai, quando la tenaglia della crisi si stringerà, saranno di più, e il tuo contributo è e sarà importante.

    RispondiElimina
  70. @Mr. N€uro
    mi affascina il ciclo nefasto di Frenkel anche quando spiega che l'afflusso massiccio di capitali porta ad avere una maggiore inflazione.. domanda: gli aggregati monetari in Italia che cosa hanno fatto ad inizio 2002? sarebbe interessante comprendere un'analisi comparativa tra i diversi paesi avendo i prezzi veri..

    su studi seri sull'inflazione.. ho perso i diari di mia madre.. a saperlo li conservavo e controllavo il costo della spesa prima e dopo l'euro..
    So solo che i prezzi del vestiario aumentarono del 50% e pure le pizzerie diventarono più care (per intenderci, prima con 18K £ ovvero 9 € mangiavo una 4 stagioni, patatine e poi via con il gelato.. beh, a Siracusa è sublime, scusate!) mentre subito dopo la spesa arrivo a 12-15 €..

    l'aumento della case (qua al sud) è stato pazzesco (+50%).
    oltre ad aumento di tasse, tariffe..
    Solo l'elettronica non è aumentata (anzi) se pensiamo che un commodore 64 negli anni 80 costava 450 € (mentre adesso con 600 € si compra pure la tv-schermo).

    PS: venivamo pure da un periodo di forte svalutazione.. potrebbe essere stata scaricata in maniera "subitanea"? bah!
    so solo che quelle scarpe della Nike il 26 giugno 2002 mi fecero cappottare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se non erro (sensazione mia), l'elettronica di consumo è sempre stato un settore "deflazionato di suo", con rinnovamenti sempre più frequenti (per non dire frenetici), e con i nuovi apparecchi proposti a prezzi identici (se non addirittura inferiori), a quelli dei precedenti.

      Ed infatti, a mio avviso, nessuno dovrebbe comprare dato che non conviene spendere X quando a distanza di un anno ci compri un prodotto superiore che vale 1,5X.

      Tuttavia -sempre ad avviso di chi scrive- il settore presenta un correttivo importante: l'obsolescenza programmata dei prodotti. In altre parole, pur potendo ancora essere utilizzato, il prodotto viene fatto "diventare vecchio", in modo da imporne il cambiamento forzoso. Un esempio eclatante lo si è avuto quando, all'uscita di windows vista, per molti vecchi pc (anche relativamente recenti), non furono rilasciati i driver (imponendo un computer nuovo per avere il nuovo sistema operativo).
      Un altro esempio sono le scelte commerciali di "escludere" determinati prodotti dall'aggiornamento del firmware (vale soprattutto per i cellulari ed i tablet), sempre con la stessa finalità. E la commercialità della decisione la si può vedere, ad esempio, dal comportamento recente di Apple: perchè aggiornare ad iOs6 l'iPhone 3GS e non l'iPad 1, ancorchè l'ultimo abbia addirittura un hardware più potente? Chiaramente per indurne i possessori ad orientarsi verso prodotti più recenti (che non comprerebbero, vuoi perchè quello che hanno "funziona ancora", vuoi perchè "tanto vale aspettare che diventi realmente obsoleto in quanto con la stessa cifra di oggi, dopo, lo sostituisci con un prodotto infinitamente più potente di quello con cui lo sostituiresti oggi).

      Elimina
  71. prof, questo è il post che preferisco, mi piacciono le moltitudini di dati, so' ingegnere!

    RispondiElimina
  72. Professore, non so come ringraziarla per questo lavoro. E' un post perfetto, definitivo. Anzi, si, un modo ce l'ho.

    Dal programma piemontese del mov5s, cito testualmente un paragrafo che ho ottenuto venisse inserito:

    "Il pareggio di bilancio introdotto nella Costituzione va abolito e sul totale del debito va eseguito
    preventivamente un “audit pubblico”, cioè un’analisi della sua origine, legittimità, legalità e sostenibilità.
    L’audit è una condizione essenziale affinché la popolazione prenda coscienza del disagio economico e possa comprendere e scegliere le strategie per affrontarlo, ristrutturandolo, e ridando un futuro al paese.
    La moneta unica europea ha permesso per anni una certa stabilità dell’Eurozona, nascondendo
    le evidenti diversità economiche tra nazioni, a prezzo però di una rigidità pericolosa che non
    ha permesso di rispondere alla crisi economica mondiale. Infatti, sono impediti i naturali aggiustamenti di svalutazione/rivalutazione monetaria del passato, quando erano in vigore la lira e le altre valute europee.
    Questi aggiustamenti permettevano un rilancio delle economie in difficoltà. Sarebbe stato ragionevole
    dapprima costruire politicamente e democraticamente l’Europa (con un’unica previdenza, un’unica fiscalità, uguali contratti e l’elezione diretta dei membri del Consiglio Europeo) per poi dotarla di una moneta unica.
    Occorre che i paesi con bilancio positivo, come la Germania, si facciano carico del fondo di stabilità europeo (MES) senza ricatti verso gli stati che invece non possono contribuirvi nelle misure richieste e che rischiano il default, come l’Italia. Bruxelles ha il dovere di attuare riforme europee che prevedano, ad esempio, la nascita di una Banca Centrale Europea realmente garante dell’Euro-zona e la stesura di un bilancio comunitario serio."

    Lo so, fa schifo, ma di più non son riuscito ad ottenere (per ora). Ma ormai in regione parlan chiaramente di sovranità monetaria, minacce di uscita alla EU per ottenere condizioni migliori e della strategia migliore per ottenere tutto ciò.

    Lavoro in corso prof... ;)
    A presto!

    RispondiElimina
  73. Insomma alla fine di questo lunghissimo discorso arriviamo a confermare che la colpa della crisi attuale sia di quello che io chiamo "CONCENTRAZIONE" sempre più pochi sempre più ricchi e sempre più tanti sempre più poveri, e la Germania non fà differenza anzi sembra proprio da quello che lei ha scritto che addirittura la Germania indichi la via.

    1200 Persone nel mondo che possiedono almeno 1 Miliardo di $ come patrimonio personale, che sommati tutti insieme in 1200 hanno un patrimonio pari a quello di 4,5 miliardi di abitanti di questo pianeta!

    Quindi l'unica VERA via per il cambiamento rimane la RIDISTRIBUZIONE della ricchezza che riporterebbe a l'espansione della domanda, e quindi risolleverebbe il benessere medio di ciascuno.

    Ma io l'ho scritto in modo "grezzo" sicuramente lei professore avrà dei dati più scientifici.

    Buon Lavoro

    RispondiElimina
  74. Di seguito alcuni link con i dati raccolti dai nostri amici "eurostatisti" (quindi non "trollabili", almeno finchè non li rimuovono o li cambiano, Orwell docet), per favorire un sereno e non preconcetto confronto tra la situazione di Italia e Germania in termini di retribuzioni, e quindi un altrettanto sereno confronto con quelli che "mio cuggggino in Germania......"

    - Distribuzione percentuale dei bassi salari sul totale dei lavoratori dipendenti,
    qui

    - PPP (data->main tables->comparative price level), qui

    - Costo medio del personale, per settore, qui

    E, dulcis in fundo
    - Tassazione sui bassi salari, qui

    E poi ti stupisci ancora se il trash food del discount tedesco costa meno che da noi....

    Tutto chiaro, no? "Dobbiamo fare come la Germania"....

    RispondiElimina
  75. Prendiamo due città universitarie, Pisa e Friburgo, con l'aggravante per Pisa del maggior turismo che tende a far lievitare i costi, e divertiamoci con questa tabella, aggiornata a gennaio 2013:

    http://www.numbeo.com/cost-of-living/compare_cities.jsp?country1=Italy&country2=Germany&city1=Pisa&city2=Freiburg+Im+Breisgau

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I "contributors" della tabella che citi sono 8 a Pisa e 12 a Friburgo, invece Bagnai cita studi e tabelle redatti in maniera scrupolosa e sistemica da istituti referenziati: differenza non da poco, direi.
      Dipende anche da dove quegli 8 dove fanno la spesa: pechè, per esempio 12 uova a seconda di dove vai ( a Pisa) costano 2,5.

      Bagnai va molto oltre il fare una comparazione di prezzi (redatta più o meno bene), lui ci ha spiegato come interagiscono tra loro prezzi e salari, quali ripercussioni hanno su di essi determinate decisioni politiche e quali sono le conseguenze in campo economico (e quindi di vita reale).

      Comunque la tabella un'utilità ce l'ha: mostra indirettamente che dove certi servizi sono ancora (purtroppo per poco) pubblici i prezzi sono minori.

      @ Bagnai
      Se non ha ancora visto questo video gli dedichi i 2 minuti: non potrà non ridere:
      http://www.youtube.com/watch?v=iexXp-x_6bE

      Valter

      Elimina
  76. Salve professore ho visto la sua intervista "in viaggio con goofy"
    Sono convinto anch'io che i laureati in economia non si occupano di economia con cognizione di causa specialmente i laureati con un piano di studio con molti esami di economia aziendale i quali ragionano spesso in modo "aziendalistico" ossia con i prosciutti davanti agli occhi, incapaci di guardare in faccia la realtà, di ragionare, perchè in quegli studi spesso il messaggio è quello che pubblicobruttosprecone mentre privatoinveceefficacefficienteredditizio . Io sono un laureato in economia e commercio ho fatto una tesi in storia economica,(la tesi l'avevo chiesta e ottenuta in politica economica ma poi ebbi un ripensamento) e ricordo che quando parlavo di macroeconomia o politica economica o storia economica ad un collega "aziendalista" mi sentivo rispondere sempre la stessa cosa ...ma che utilità ha??...ma a che serve?? ... assurdo ma è proprio cosi.

    RispondiElimina
  77. Quale ottima profusione di splendide notizie molto ma molto ma molto veritiere!
    http://economia.virgilio.it/soldi/italia-paese-big-mac-piu-caro-panino-lancia-allarme-inflazione-ecco-perche.html
    E poi ci si lamenta per l'ignoranza imperante? Mah...

    RispondiElimina
  78. Lasciando quel lampredotto al suo destino alimentare altamente tossico, mi pare che qui la nouvelle cuisine cerchiobottista sforni manicaretti più sofisticati:
    "Alla domanda se ritiene che, come dice l'economista Bagnai, l'euro non sia una moneta, ma una forma di governo, l'intervistata risponde:
    "L'Euro è una costruzione monetaria che non funziona. Non è vero che è stato creato per assoggettare una parte dell'Europa e per avvantaggiarne un'altra. Qui c'è un difetto di forma, che è un difetto economico e monetario, che ha portato a delle distorsioni. Situazioni del genere, del resto, si sono presentate anche in passato. Non penso, dunque, che l'Euro sia una forma di governo, assolutamente no. L'Euro è un sistema monetario che non funziona perché è stato creato senza tener conto dei principi della teoria economica e della teoria monetaria. Gli inglesi lo avevano predetto e, per questo motivo, non sono entrati nell'Euro."
    Un colpo alla botte dell'euro nato super partes, e un altro al cerchio dell'euro come sistema monetario che non funziona. Ma nei fatti non mi pare che non abbia funzionato, se non avesse funzionato non se ne parlerebbe più, semmai ha funzionato benissimo per quel che era destinato a fare, cioè male per i periferici e bene per i core. Se a questo si aggiunge la consapevolezza iniziale dei suoi ideatori che non c'era un'OCA a sostenerlo (ma semmai i lampredotti), allora non si dovrebbe parlare di disegno "criminale", anziché di "difetto di forma" e di "distorsioni"? Disegno criminale che il buon padre esecutivo Prodi ha contribuito ad eufemizzare, dicendo che alla prima, inevitabile crisi,i paesi europei si sarebbero ancor più uniti, del tipo: "stringiamoci a coorte, siam pronti alla morte, l'Europa chiamò".
    E ancora:
    "La crisi dell'Euro si è verificata perché nessuno ha guardato i fondamentali dell'economia". Cioè: si tratta d'una semplice "distrazione" di qualche economista sbadato? Ma no, perché più sotto si afferma: "perché c'era una volontà politica. L'Euro è stato usato per motivi politici e questi motivi politici sono stati la transizione tra la I e la II Repubblica". Allora, se i motivi erano politici, mi pare molto riduttivo attribuirli alla
    transizione suddetta, ma credo che il progetto della "criminal mind" andasse ben al di là di quella nostra contingenza nazionale. E difatti: "ciò che sapevano gli inglesi era ovvio che fosse conosciuto dai nostri 'grandi professori'". Quindi nessuna distrazione,i fondamentali dell'economia li conoscevano bene esecutori e mandanti.
    L'intervista continua, ma il metodo delle risposte mi pare sempre quello: dire una "verità" economica e politica ormai evidente (più avanti: "più Europa non è possibile"; "magari avessimo un po' di inflazione", ecc.), ma senza trarne le logiche e necessarie conseguenze, che è come dirla a metà.
    Infine, alla domanda se si debba uscire dall'euro:
    "Io propongo un Euro a due velocità". Ora, visto che l'Europa unita si fonda esclusivamente sui rapporti di forze, se uno o più paesi periferici avessero la forza di imporre e creare un euro a due velocità, non avrebbero anche la forza di uscire tout court della trappola dell'euro e iniziare la "vita nova"?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Qui dove? Manca qualsiasi link (anche se temo di sapere chi sta parlando).

      Elimina
    2. Qui prof.

      http://www.criticaletteraria.org/2013/02/il-salotto-intervista-loretta-napoleoni.html

      Elimina
    3. Appunto. Cerchiobottismo da vocazione ortottera. Multi sunt vocati...

      Elimina
    4. Un discorso pieno di contraddizioni insomma. Bene, anche il residuo beneficio del dubbio che mi ero imposto è evaporato. Cioè, male.

      Forse è solo una mia impressione, ma a me sembra che abbiano paura (stessa impressione che ho avuto riguardo Paolo Ferrero, nel video dell'incontro ai Magazzini Popolari). Anche chi si avvicina molto a presentare un quadro della situazione coerente e completo si ferma un passo prima. Come se avessero ricevuto l'ordine tassativo di non superare un certo limite, pena... quali ritorsioni?

      Signore, signori... fateci arrivare qualche indizio, fateci capire di che cosa avete paura. Magari possiamo aiutare, non siate pessimisti!

      Elimina
    5. Ma guarda, a me, per esempio, non mi ha minacciato nessuno quindi i casi sono due: o devo essere offeso, perché significa che non conto un cazzo, o per essere parecchio confusi non c'è bisogno di aver paura. Basta essere confusi. Io purtroppo mi occupo di questa roba da una vita, e con i dati (esempio), quindi ho difficoltà a confondermi. Allah è misericordioso...

      Elimina
    6. Ma scusate, cosa fece Ciampi prima di svalutare nel 92? Buttò a mare (secondo Barro, secondo i contabili cedette a qualcuno a testa bassa) una cosa come 48 miliardi di dollari di riserve internazionali. Eppure lì in BdI sapevano sin da subito che c'era poco da difendere, vista l'entità dell'attacco. E allora aspettiamo no? Quella funzionò anche bene come prova, al pubblico gli si fece credere un po' di tutto, e continuano a crederci. E allora attendiamo, qui non c'è possibilità di svalutare, quindi la cosa è più lenta.

      Con calma, è sfiancante e anche un po' noioso, ma c'è da aspettare, a breve comunque diffonderanno un po' di muzak in tutte le strade della penisola per far capire appieno che l'Italia è diventata un'enorme sala d'attesa, in cui a noi non tocca mai, per intenderci.

      Elimina
    7. La mia spassionata opinione da cazzaro (che non so se merita di essere pubblicata), è che queste persone non sembrano tanto confuse: se fossero davvero confuse avrebbero proprio sbagliato strada. I confusi (anche quelli che vogliono sembrare confusi ma non lo sono) si attaccano al debitopubblicobrutto e da lì non si schiodano.

      C'è una frase, che viene attribuita da più parti a Giuliano Ferrara, che in alcuni casi spiega questo tipo di strani comportamenti (ovviamente delle persone sopra citate non posso dire nulla, mi sono limitato a manifestare una mia sensazione):

      «In Italia se vuoi fare politica devi essere ricattabile, perché nell'ambiente politico devono sapere qual è il tuo prezzo e quanto è lungo il tuo guinzaglio. Se non sei ricattabile, non sei controllabile. E quindi non ti ci vogliono.»

      Ricattabile è una brutta parola, fa pensare ad eventuali comportamenti scorretti del ricattato. Preferisco parlare invece di punti deboli: siamo essere umani, ciascuno di noi ha almeno un punto debole.

      Poi prima di arrivare alle minacce esplicite hanno una selva di possibilità di pressione psicologica anche molto pesante: anzi, lasciarti a cuocere nel brodino del dubbio di essere diventato paranoico penso sia molto più efficace che una minaccia esplicita. La possibilità di influire indirettamente sul comportamento di singoli individui o delle masse mi pare accertata.

      Riguardo al tuo caso potrebbe trattarsi di questo: la diffusione dell'analisi che porti all'attenzione di un pubblico più vasto rispetto agli specialisti, si è evoluta ad un certo punto molto rapidamente. In parte la velocità di diffusione deve aver colto qualcuno di sorpresa.

      L'analisi è difficilmente attaccabile in modo serio, perché sostenuta dai dati, da un ben definito apparato teorico e da diversi autorevoli economisti dei più disparati orientamenti teorici e politici. Tant'è vero che quasi ogni giorno arrivano conferme della sua attendibilità (gli eventi assumono senso e si legano fra loro alla luce di questa analisi, ma restano oscuri e sconnessi o contraddittori se interpretati nell'ambito di un quadro analitico diverso).

      Quindi che cosa otterrebbero nell'attaccarti seriamente? Credo assolutamente nulla, i buoi ormai sono scappati dalla stalla da un pezzo. Anzi, tu in qualche modo riesci a dare una prospettiva razionale e ad incanalare la rabbia verso degli obbiettivi costruttivi.

      Perché se la rabbia diffusa dovesse davvero esplodere senza controllo, a seguito di un ulteriore serio peggioramento della situazione (come è probabile che accada se si continuerà così), ben pochi potranno scappare in qualche paradiso tropicale. In quel caso per i molti che resteranno saranno cazzi di amarezza inaudita (anche se molto probabilmente l'esito di una rivolta violenta non sarà a favore delle classi subalterne, come è convinto qualche povero fesso, rivoluzionario della Domenica pomeriggio).

      Inoltre, se è assolutamente palese che c'è chi ha da perdere da questa tua opera di divulgazione, e quindi cerca di ostacolarti (vedi per esempio la strana vicenda della distribuzione del tuo libro nei primi mesi — a proposito, si è sbloccata la situazione?), non credo di sbagliare molto nell'ipotizzare che invece ci siano soggetti a cui fa buon gioco e che ti stanno in qualche modo assecondando.

      Ecco, secondo me questi sono i motivi per cui finora si sono limitati a dare solo un po' di fastidio.

      Elimina
    8. Ai uont tubbì eneconomist ( tà ricordi, quella de Monti Piton ) ha detto anche che B. ha fatto quadruplicare il debbito perciò se capisce...non mi chiedete dove l'ha detto, era un tweet durante la famosa puntata della sedia infettata.

      Elimina
    9. @ Correttore,
      forse guardando l'albero genealogico di queste (plurale lucreziano) signore, qualcosa si sospetta
      per quanti salti in avanti facciano, non si schiodano da lì

      Elimina
  79. Se questo può esserLe di conforto, io ho capito solo ora leggendo il Suo blog che Lampredotto faceva il "pischelletto" non perchè stava denunciando i ^prezzi italiani^ ma perchè stava "pontificando"(n.d.r.) sugli ^stipendi tedeschi^. Dopo aver visto il video, secondo me molti italiani "'gnuranti" più che pensare "come sugnu bravi chisti teteschki!" avranno pensato "minkia, vidisti chisti prezzi? Cu stu euru c'annu futtuti a tutti!" Quindi secondo me la "teoria dell'autogol" è giusta.

    RispondiElimina
  80. Brevi di cronaca:

    5 ore di euro-rissa, alla riunione europea sul bilancio 2014-2020, si sono concluse con un nulla di fatto, La Germania non si muove di un millimetro dalle sue posizioni ed è sempre più isolata contro gli altri paesi, compresa la Francia, che chiedono vincoli di bilancio meno stringenti per poter rilanciare l' economia.

    E pensare che qualcuno qualche giorno fa è partito dall' Italia con la valigia di cartone e il cappello in mano sperando di prenderli con le buone, dicendogli persino che è cosa buona e giusta che siano il paese leader dell' Europa.

    Che amarezza.

    RispondiElimina
  81. @Silvia
    allora.. penso che ognuno di noi abbia la sua visione dei "problemi" e delle soluzioni.
    il bello della diversità.
    difendo a spada tratta il prof (perché banalmente è stato il mio approccio al problema in altri campi.. se una cosa fa schifo non vado a compromessi.. d'altro canto, con Hitler cosa sono serviti i compromessi? l'€ è nazicomunista e per me è storia morta).

    ciò non di meno.. ma nemmeno si può attaccare così Claudio Messora e mettergli "pressione"!
    vuoi perché essendo persone ci si può irrigidire quindi producendo un effetto contrario (sì, non siamo tutti "piatti").
    vuoi perché la sua visione differente non viene scalfita.

    Ad ogni buon conto, secondo me è rimasto perplesso da questo tipo di discorsi e come il 99% dei cittadini (perché non ci siamo solo noi) ha traboccato.
    capita!
    SECONDO IL MIO MODESTISSIMO PARERE SE NON L'AVESSIMO chiamato in causa avrebbe capito lo stesso senza risentimenti (ammesso ci siano stati e scommetto che ci siano).
    perché?
    perché evidentemente come il 99% delle persone cadono nella trappola delll'euro.. che è quella di ragionare in "EURO"!
    come la mia ragazza (che ho citato) quando si lamenta che le tasse dovrebbero essere uguali per tutti, quando la benzina non dovrebbe costare di più o quando mi parlando dei benefici per disoccupati e sottoccupati.
    ma visto che a me non interessa un fico secco di quanto guadagnano a norimberga e questo perché non mi sento Eurista.. oh, NEMMENO EUROPEO!
    nascere in Europa non ti fa Europeo perché non esiste un'identità..

    ma non tutti la pensano come me..

    La prossima volta cosa farà Messora? non lo so!


    PS: pensare di aver dato adito a 4 sfigatoni mi pare eccessivo.. questi se la prendono anche se hai la lampo abbassata di un millimetro e se non c'è nemmeno questa ti dicono che è troppo alzata..
    per me la rottura non è tanto dal punto di vista "delle leggi economiche" ma proprio ideologica..
    le persone anche quelle che se ne fregano dell'euro ragionano ormai in "euro"...
    e questo è il problema più grave.
    oh, un mio amico poliziotto mi ha detto che gli imprenditori sanno che l'euro ci cova.. ma gli imprenditori (piccoli e medi) quanti sono?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tanti. E gli imprenditori piccoli e medi hanno operai con cui parlano e con cui si confrontano. Semmai il problema è che qualcuno si fa illudere dal Gianninozzero.

      Elimina
  82. Sto leggendomi l'articolo, è molto istruttivo e prende per mano il lettore in maniera fantastica.
    Volevo solo riportare che, senza avvicinarsi nemmeno lontanamente al livello scientifico, le stesse riflessioni erano "intuibili" già prima di questo lavoro per un lettore accanito del blog. Infatti mi è capitato più volte di far notare a vari troll e vari personaggi con i quali discuto che le dinamiche dei prezzi che convergono nonostante le differenze delle economie e i salari che rimanevano al palo nonostante la produttività salisse erano chiari segni della distorsione in atto. Devo dire che spesso questi argomenti qualche effetto l'hanno sortito.

    Dico queste cose non per autoincensarmi, ci mancherebbe!! di economia continuo a capirci quel che posso capire!! (secondo me poco), ma per testimoniare che il cammino didattico mi ha messo in grado di arrivare a questa "lezione" già piuttosto "pronto". Credo che questo possa essere interessante per chi di mestiere fa anche il prof.

    RispondiElimina
  83. a sentir parlare di produttività del lavoro i lavoratori rischiano di sentirsi in colpa. Magari per colpe che non hanno.

    Io non sono affatto sicuro di aver ben inquadrato questo concetto di "produttività del lavoro" e vorrei chiarirmi le idee.

    non ho capito se i vari dati relativi alla "produttività del lavoro" sono influenzati solo ed esclusivamente da quanto il lavoratore è forte, bravo, disciplinato, oppure anche da fattori estranei al lavoro (capitale, organizzazione).

    dove posso trovare definizioni esaurienti che mi aiutano a risolvere il dubbio?

    Qualcuno ha dei link da suggerire ?

    grazie

    RispondiElimina
    Risposte
    1. http://goofynomics.blogspot.it/2012/03/cosa-sapete-della-produttivita.html

      Elimina
  84. A proposito, sempre guardando in viaggio con Goofy, tra le tante cose, anch'io nel 2001 ai tempi degli scandali parmalat, cirio, tango bong, pensai che avremmo fatto la fine dell'Argentina...all'epoca avevo appena ventidue, ventitre anni (ricordo che leggevo Gandolfo per capire cos'erano le condizioni di Marshall-lerner, leggevo aihme perchè non ero obbligato a fare economia internazionale ma solo politica economica)

    RispondiElimina
  85. Molto bello questo post tecnico!
    Da indicare nella introduzione!
    :-)

    RispondiElimina
  86. => A) L'autore di quel video, Lambrenedetto Xvi,
    E' LOMBARDO E VIVE IN LOMBARDIA, NON E' emigrato in Germania, ma
    va su a fare scorta di roba per risparmiare e poi ritorna in Lombardia.
    (O perlomeno, dice che lo fa. Insomma, le regole del gioco sono queste, NON è emigrato.)
    => B) Ha fatto e sta facendo altri video, non fissatevi su quello
    (maggiormante visto e copiato, in quanto promosso da Radio Deejay e su facebook).
    (Non sto dicendo che gli altri video siano meglio:
    ma quello finora l'hanno guardato più di seicentomila volte
    soltanto l'originale sul canale youtube dell'autore, più le
    varie copie in giro... e invece gli altri son stati visti decine di volte meno.)
    => C) i 400 euro lordi di minimo dovrebbero corrispondere al minijob...
    Qui in italia, al posto del minijob abbiamo i sottopagati in nero.
    Invece, riguardo ai 2529 lordi di massimo...
    Ecco, vorrei vedere, OGGI, dico oggi, in italia, quale cassiera
    prende uno stipendio lordo del genere.
    (uniposta*yahoo-it)
    (uniposta*gmail-com)
    (sostituisci asterisco e trattino)
    (replace asterisk and hyphen)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quindi visto che in Germania ci sono delle cassiere (quante?) che guadagnano 1.600 € al netto allora questo rapporto secondo te è falso: LEAKED: The Uncensored Report On Poverty In Germany?

      Su questo blog si è constatato che il mercato del lavoro in Germania è stato segmentato: da una parte ci sono lavoratori con buoni stipendi, che non sono comunque in linea con la crescita della produttività e dall'altra un esercito di lavoratori ha un basso salario.

      Qui di solito arriva l'obiezione "ma poi c'è il welfare che integra il salario"... ammesso che sia vero, è interessante notare che nelle intenzioni la riforma del mercato del lavoro (Hartz IV) doveva servire a modificare la condizione di "assistito".

      C'è un altro dettaglio: questa riforma si è rivelata anche un aiuto indiretto alla aziende, che possono pagare salari più bassi, avere un costo del lavoro più basso e le avvantaggia nelle esportazioni (verso il Sud Europa, non verso la Cina e i BRICS, vedi link successivo).

      Il risultato di questa deflazione salariale, ovvero concorrenza scorretta in violazione dei trattati, lo puoi leggere, per esempio, nel primo articolo di questo blog: I “salvataggi” che non ci salveranno.

      Altro materiale lo trovi seguendo le istruzioni per l'uso.

      Elimina
  87. Non mi sono iscritto al blog poiché sono solo di passaggio e non intendo trattenermi,
    faccio il login con google e quindi non usufruisco degli strumenti avanzati
    con i tag, gli stili di testo, le emoticons, la signature... e tutto il resto.

    Per cui, il testo esce un po' come esce... e con gli url in vista.

    Comunque... molto brevemente... pesco dal mucchio...
    e scelgo un criterio semplice e in italiano:

    (ricerca google: "reddito medio" italia germania)
    http://www.google.it/search?q=%22reddito+medio%22+italia+germania

    (alcuni dei risultati nella pagina di ricerca)

    => Consumers' Forum - 03.01.2012 - Euro, in Italia redditi fra i più bassi d'Europa
    http://www.consumersforum.it/news-archivio/1543-03012012-euro-in-italia-redditi-fra-i-piu-bassi-deuropa.html

    => Istat.it - Reddito disponibile delle famiglie
    http://www.istat.it/it/archivio/81454
    http://www.istat.it/it/files/2013/02/Report_RedditoDisponibile_Regionale.pdf?title=Reddito+disponibile+delle+famiglie+-+06%2Ffeb%2F2013+-+Testo+integrale.pdf

    => Stipendi, italiani ultimi tra i big europei (secondo Eurostat). Quanto pesa il cuneo fiscale - Il Sole 24 ORE
    http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2012-02-27/stipendi-italiani-ultimi-europei-152408.shtml

    => stipendi i dipendenti italiani guadagnano meno di greci e spagnoli. Fornero «Situazione da scardinare» - Il Sole 24 ORE
    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-02-26/stipendi-dipendenti-italiani-guadagnano-144028.shtml

    => Reddito di cittadinanza, il modello sociale europeo che l’Italia ignora - micromega-online - micromega
    http://temi.repubblica.it/micromega-online/reddito-di-cittadinanza-il-modello-sociale-europeo-che-l%E2%80%99italia-ignora/

    - Quindi riassumendo... gli italiani hanno _in media_ molti meno soldi dei tedeschi,
    e inoltre non dispongono di determinati tipi di aiuti (nell'ambito della
    roba importante e che ti cambia o meno la vita, intendo. Non nelle minuzie.)

    Ma, anche nei paesi ricchi, c'è la povertà. Vedi la germania.

    Ora, però... tu...

    Se hai delle prove, che il governo tedesco ha mentito, e che in realtà
    i tedeschi hanno una ricchezza media analoga alla nostra o addirittura inferiore,
    non insistere con me o con altri cercando di convertirci al tuo pensiero, che
    tanto non ci riesci. Hai delle prove, le hai veramente? E allora vai, vai per
    tribunali, commissioni, ministeri e quant'altro... e fai un po' di denunce...

    Se hai delle vere prove e non aria fritta, voglio dire.

    Perché se non le hai... Eh be'...

    A maggior ragione è inutile che insisti con me, o con altri
    in questa, o in quella, o in quell'altra messaggeria in rete.

    Ciao.

    (uniposta*yahoo-it)
    (uniposta*gmail-com)
    (sostituisci asterisco e trattino)
    (replace asterisk and hyphen)

    RispondiElimina
  88. Guardi questo bell'articoletto di stamattina, che la manderà certamente in sollucchero:

    http://it.finance.yahoo.com/notizie/stipendi-italia-si-guadagna-il-14-in-meno-che-in-germania-181504854.html

    Perchè come si fa poi a biasimare chi ripete che in crande Cermania guadagnano di più... perché lo hanno letto su internet.
    Ossequi

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.