Berlinguer, quello della riforma è ancora vivo? Così, giusto per sapere se posso ancora aspettarmi qualche buona notizia da queste giornate inutilmente complesse. Sapete consigliarmi una buona edizione del Te Deum di Charpentier?
Comunque, a valle di questo bel discorZetto, vi offro un anticipo del libro. A qualche piddino è piaciuto, a qualche altro piddino no, sempre con ottime ragioni. Ve lo mando come lo hanno visto loro, perché mi interessa capire se si capisce quello che voglio dire. Se non si capisce, evidentemente, è colpa mia. Diciamo che è legato a quello che voglio esprimere nel filmato, ma secondo me non riesco ancora a esprimerlo bene. Una mano me la potrete pure dare, no? Mica è possibile che io sto qui a farmi il culo, e voi solo a divertirvi?
1. Non si può piacere a tutti...
Non si può piacere a tutti. Dispiacere a tutti invece è
piuttosto facile. Arrivati a questo punto del libro i lettori si divideranno
più o meno esattamente in due: quelli che trovano gli argomenti esposti troppo
complicati, e quelli che li trovano troppo semplici, anzi, semplicistici.
Dovendo fare una scelta, preferirei venire incontro ai primi, preferirei cioè
essere il più semplice possibile. In fondo cosa ho detto finora? Ho detto solo
che si preferisce comprare la merce dove costa meno (e ognuno di voi lo fa) e
che se un bene è molto richiesto il suo prezzo cresce (e ognuno di voi lo sa). Ho
anche aggiunto che i tentativi di interferire con queste semplici leggi
procurano più problemi di quanti non ne risolvano (e ognuno di voi lo vede). Ma
capisco che traslare questi concetti dal banco del pesce (quello dell’incubo,
ricordate?) al mercato dei cambi, un certo sforzo di astrazione lo richiede.
Cercherò di fare più esempi: tutta la teoria economica che ci serve è racchiusa
in questi due semplici principi, sono sicuro che alla fine ci verremo incontro.
Anche i secondi, però, quelli che eventualmente trovassero i
miei argomenti semplicistici, meritano la mia affettuosa attenzione. Affrontare
un percorso di divulgazione significa, fatalmente, esporsi alle critiche di una
categoria di persone particolarmente numerosa in Italia: gli espertoni. Sapete
bene che il nostro è un paese di 60 milioni di commissari tecnici della
nazionale di calcio. Le ristrettezze della crisi hanno costretto questi
“mister” a sobbarcarsi un secondo lavoro: quello di economisti, e i risultati
si vedono, per fortuna solo nelle discussioni da bar (anche se non escludo che
messi a palazzo Chigi molti di loro saprebbero fare molto meglio dell’attuale
inquilino).
Vorrei rassicurare gli espertoni: so che il mondo non consta
solo del paese G e del paese S, so bene, in generale, che, a
complicare il quadro che ho esposto, intervengono molto altri fattori. Ad
esempio, l’espertone tipico, a questo punto, osserverà “Bagnai non capisce
nulla, non sa che la maggior parte delle transazioni sui mercati finanziari
avviene per moventi speculativi, cioè sono soldi che si muovono per comprare
soldi, non merci, e che questa piramide di carta è pari a dieci (o venti, o
cento, non ricordo...) volte il valore del prodotto mondiale, ecc.”. Segue
litania sullo shadow banking, a base
di termini tecnico-liturgici (“shortare”, “andare a leva”, “CDS”, ecc.).
Sapete, espertoni, avete proprio ragione voi: io son sceso
ieri dalla montagna del sapone, come dicono a Roma, dove nella mia intrinseca
naïveté effettivamente ignoravo totalmente l’esistenza della speculazione
finanziaria. Eh già: il solito docente raccomandato che non sa nulla della
materia che insegna... Poi, però, per fortuna, ho letto dei buoni libri di
economia internazionale, e soprattutto ho incontrato voi, e quindi, come dire, ormai
penso di saperne qualcosa anch’io. Vi rassicuro subito: credo anch’io
fermamente che il problema posto dalla deregolamentazione dei mercati
finanziari, con annessa speculazione, esista, e vada affrontato. In Italia
questo dibattito è ancora molto indietro, ma per fortuna sta progredendo
rapidamente altrove, e in un mondo interconnesso alla fine anche noi saremo
costretti a fare i conti con la realtà. Ne parleremo più avanti, nella terza
parte del libro.
Vorrei però darvi qualche spunto di riflessione non per
convincervi (non aspiro a tanto), ma per farvi almeno intuire le ragioni che mi
spingono a insistere, nella mia spiegazione, sui fondamentali, sull’economia
reale, cioè, in definitiva, sui soldi che si muovono per comprare cose.
Intanto, credo che tutti sappiate come andò la prima crisi
finanziaria (o forse era la seconda) nella storia dell’umanità. Cinquecentomila
anni or sono, giorno più giorno meno, nella valle del Neander, il cacciatore
Gurz disse a un suo collega: “Belle quelle punte di lancia! Me ne daresti un
paio, che io in cambio ti do una pelliccia di marmotta?” Il collega acconsentì,
ma Gurz, come si dice espressivamente a Roma, “fece er vento”, cioè si dileguò,
tenendosi le punte di lancia e la pelliccia di marmotta, che forse nemmeno
aveva.
Amici cari, in ogni attività umana i dilettanti, i
principianti, sono affascinati dalle difficoltà tecniche (che sono tali per
loro, perché loro sono principianti), e dai paroloni tecnici (che permettono loro
di non sembrare principianti). Quindi, caro espertone, se dovessi raccontare
questa storia a te, direi che Gurz ha shortato una marmotta (anzi: un marmot) e ha fatto default. Ma agli
altri, a quelli che vogliono semplicemente capire, e non far credere di aver
capito, mi limiterò a far notare questo: la finanza è una promessa, e da che
mondo è mondo si son fatte tante promesse. Il creditore, come dice il termine,
è quello che alle promesse ci ha creduto. Purtroppo, per tanti motivi, di
queste promesse ne è stata mantenuta solo una frazione. Le crisi finanziarie
sono semplicemente promesse non mantenute. Per andare in bancarotta non è
necessario biascicare un inglese maccheronico, non è necessario che ci siano i
computer, non è necessario che ci sia deregolamentazione finanziaria, anzi,
come la preistoria dimostra, non è nemmeno necessario che ci sia moneta.
Fuor di metafora: a chi vede nel recente sviluppo convulso della
speculazione finanziaria la causa principale, se non unica, della crisi che
stiamo vivendo, tocca il compito, non semplice, di spiegare come mai negli
ultimi due millenni, dall’impero romano in giù (per limitarci, più seriamente,
alla storia), si siano regolarmente verificate crisi, quando non c’erano i
computer, le monete erano pezzi di metallo, lo shadow banking non si sapeva cosa fosse, perché a malapena si
sapeva cosa fosse il banking, ecc. Ci
si ammazzava anche al Circo Massimo correndo con le bighe: non è necessario
pensare che Ben Hur corresse in Ferrari, capite? La sovrastruttura tecnica può certo
amplificare le dinamiche di un fenomeno, aumentarne la rischiosità, le ricadute
sistemiche, e chi lo nega? Ma rimane una sovrastruttura. Le crisi “globali” ci
son sempre state, e ogni volta che si presentavano sembravano una cosa nuova,
moderna, ma erano in fondo sempre la stessa cosa, come ci ricordano Reinhart e
Rogoff (2008). Una promessa non mantenuta, aggiungo io. Quindi il loro
detonatore va cercato altrove, nei fondamentali, nell’economia reale, dove si
produce, dove si pongono cioè le basi per mantenere o non mantenere le promesse.
Controesempio. Non so voi, ma io, in tante discussioni, non
sono mai riuscito a trovare un espertone che mi citasse un paese che, pur
avendo i fondamentali a posto, sia stato aggredito dalla speculazione. Che vuol
dire “fondamentali a posto”? Sostanzialmente vuol dire: conti esteri in
equilibrio o in surplus. Come vedremo meglio più avanti, negli ultimi 30 (o forse
3000) anni, i paesi aggrediti dalla speculazione avevano praticamente sempre un
saldo delle partite correnti negativo, cioè si stavano indebitando con l’estero.
Attenzione: vale sempre il principio che i debiti non sono necessariamente
cattivi, e quindi questa non è una condizione sufficiente. Non basta
indebitarsi con l’estero per essere attaccati, ma è un fatto che tutte le crisi
finanziarie che conosciamo sono state precedute da un forte indebitamento con
l’estero: l’indebitamento estero sembra proprio essere una condizione
necessaria.
La storia secondo cui tutta la colpa è della speculazione
cattiva quindi è un po’ ingenua, non trovate? Le manca profondità storica, e lo
si vede anche da un altro fatto: a sentire certa gente pare che la struttura dei
mercati sia un dato puramente tecnico, svincolato da logiche storiche e
politiche. Ma non è così. L’adozione di tecniche che favoriscono un certo tipo
di transazione speculativa, e, più in generale, di un sistema finanziario
internazionale che favorisce l’indebitamento eccessivo di certi paesi, a costo
di portarli alla catastrofe, non piove dal cielo: è il risultato di processi
storici in cui si confrontano forze ben individuabili, ed è agli interessi di
queste, e non a una supposta “sregolatezza” tecnica, che occorre risalire per
capire realmente cosa sta succedendo.
Ed è qui che di solito gli espertoni scadono. Perché
normalmente chi sposa l’idea che la colpa sia della speculazione cattiva, tende
a dare del divenire storico una visione lievemente complottista: tutto un
florilegio di Bilderberg, Trilateral, oscuri e riservatissimi consessi nei
quali tre malvagi si siedono attorno a un tavolo per pianificare l’altrui
rovina, e via favoleggiando. E qui, apriti cielo: “Bagnai, sei un venduto, sei
un coniglio, non vuoi dire la verità...” e via dicendo.
Che pazienza che ci vuole! Suvvia: io non sto dicendo che le
lobby non esistano, e non affermo che non condizionino l’attività economica.
Non sto nemmeno dicendo che non vedo e che non mi preoccupi la contiguità di
molti attuali governi europei con certi ambienti della finanza internazionale,
incluso il nostro, tanto per essere chiari. Sarebbe strano se non lo
riconoscessi, dato che insegno Politica economica, una materia nella quale le
lobby si studiano. Sto dicendo una cosa un po’ diversa, che spero di riuscire a
esprimere bene.
L’idea che la crisi sia il risultato dell’azione lucida,
unitaria e coerente di un unico organismo malvagio (eventualmente ramificato in
filiali), oltre a essere poco credibile, è anche intrinsecamente reazionaria,
perché in definitiva ci fornisce una visione consolatoria della realtà, che dice
poco sulle reali motivazioni che conducono i mercati a fallire (ovviamente a
beneficio di pochi e danno di molti: occorre dirlo?). Insomma: a sentire gli
espertoni pare che Cappuccetto Rosso vagolasse felice nel bosco della
globalizzazione, nel quale tutto andava per il meglio, gli uccellini
cinguettavano, i ruscelli mormoravano, gli scoiattoli sgranocchiavano le loro
nocciole. Poi purtroppo è arrivato il Lupo Cattivo (chiamatelo Bilderberg, deregulation, speculazione cattiva, banchiere
malvagio, insomma, fate voi), e il quadretto si è turbato. Ma non temete:
basterà rimuovere la causa, chiamando il Cacciatore (e Barak Obama all’inizio
della crisi ha provato ad interpretare questo personaggio). Eliminando il Lupo
Cattivo, tutto tornerà come prima: il capitalismo è buono, e i mercati, se non
disturbati, funzionano. E tutti vivranno felici e contenti.
Ecco: mentre nei libri che ho studiato le lobby ci sono,
l’idea che i mercati (e le unioni monetarie) funzionino sempre e comunque non
c’è. L’idea che nel mondo che ci siamo costruiti sia possibile vivere tutti
felici e contenti, insomma, sembra, quella sì, un po’ ingenua, a chi si sia
letto un testo di Politica economica da secondo anno di università. Il sistema
monetario e finanziario internazionale, nella sua struttura e senza presupporre
alcuna particolare patologia o volontà malvagia, presenta dei ben noti elementi
di asimmetria e di mancanza di
coordinamento, che fatalmente conducono a periodiche crisi. Quindi,
personalmente, nel raccontare la storia della crisi, piuttosto che insistere
sui mille e uno aneddoti complottisti, sulle collusioni criminali fra certi
ambienti, su tutte queste cose che un giornalista può raccontare molto meglio
di me, e sulle quali, per dire qualcosa di definitivo e sensato, occorrerebbero
metodi di indagine che sono quelli della magistratura, preferisco spiegare cosa
c’è che non va nella fisiologia del sistema economico attuale. Questo non vuol
dire sposare una visione ingenua nella quale l’adozione delle regole giuste
(comunque definite) basterebbe a eliminare i comportamenti devianti. Vuol dire
solo denunciare l’ingenuità di chi pensa che basti rimuovere i comportamenti
devianti, in un mondo che comunque si è dato regole sbagliate.
E la prima di queste regole sbagliate, per quanto ci
riguarda, è l’imposizione della moneta unica a una zona che non è un’Oca. Cos’è
un’Oca (con la maiuscola)? Lo vediamo subito.
(secondo i miei affezionati detrattori, le oche sono le mie groupies decerebrate: silivia, Silvia, sandra, emanuela, ecc. Invidiosi! Loro riescono solo ad attirare una schiera di piccoli dr. Livore... Ma una dott.ssa Livore, mica dico tanto: una! Non si può proprio avere? Devo veramente convincermi dell'inferiorità anche psichica del sesso maschile? Eddai, su, fate almeno finta di essere piddine, fate un po' le masochiste del "ce lo meritiamo", del "dobbiamo essere punite perché siamo corrotte", del "legami le mani col vincolo esterno"... Se lo fa una signora, potrebbe anche essere considerata una cosa sottilmente erotica. C'è sempre quel discorso sulla rigidità del cambio (no, non quello della macchina). Se invece questi discorsi li fa un piccolo dr. Livore... penso solo che nessuno potrebbe pagarmi abbastanza per passare il tempo a sparare cazzate simili! Salutatemi George, se lo vedete, ditegli che lo saluta Romoletto...).
P.s.: capisco che dire a un coglione che è un coglione può anche essere molto liberatorio, ma non è sempre un'ottima strategia in termini di marketing. Io preferisco che difendiate me, e lasciate ragliare gli altri a loro piacimento. Poi ognuno si regola come crede, nevvero? L'importante è divertirsi, e di divertimento ce ne sarà...
RispondiEliminaSalve prof,
Eliminapotrebbe dirmi per favore, se esiste qualcuno che in francese spieghi cosi bene come fa Lei, questi argomenti?
Vorrei che alcune persone qui da me in Svizzera potessero documentarsi,
Grazie mille,
Diego
Una prosa fulminante. Grande Bagnai !
RispondiEliminaI tuoi allievi universitari sono fortunati come lo saranno - domani - i tuoi lettori
;-)
No, domani tocca agli studenti, e non so quanto si sentano fortunati.
EliminaLa prima riflessione che mi é venuta in mente leggendo questa parte del libro é di tipo antropologico. Mi spiego... L'uomo nella sua natura propone quotidianamente esempi di persone che pur di migliorare la propria condizione personale non si fa scrupoli di schiacciare le altrui condizioni o di parassitizzarle. È evidente che questo tipo di comportamento è assolutamente scoordinato poiché ognuna di queste persone pur essendo all'interno di un gruppo più vasto non si farà problemi di coscienza ad agire alle spalle dello stesso gruppo pur di trarne un beneficio personale. Tale comportamento, deplorevole per molti, è assolutamente naturale per questi soggetti ed i danni da essi prodotti alla società sono tanto più grandi quanto più grande é il ruolo che essi nella società ricoprono. Li decidiamo tutti? É evidente che non é possibile liberarsi così di un comportamento che definirei "genetico" quindi l'unica altra soluzione possibile é dotare la società di regole chiare che servano a limitare questi comportamenti cosa questa che l'attuale classe politica non potrà mai fare perché é una sorta di selezione degenerativa di quei soggetti che descriveva più sopra e che solo una sorta di "reset" deliberò sistema potrà fare.
RispondiEliminaQuesto prof. é quello che penso e che penso volesse dire lei. Mi sbaglio?
Mannaggia al cellulare! Li uccidiamo tutti e reset del sistema volevo scrivere.
Elimina"Berlinguer, quello della riforma è ancora vivo?"
RispondiEliminaSi è vivo e sostiene la tesi del "più Europa":
Dal suo sito:"IL CAMBIAMENTO E' ADESSO.
L’Europa ha il proprio futuro nelle sue mani, le scelte di queste ore saranno determinanti perché l’Unione Europea non sia più una mera unione economica, ma una sostanziale unione politica. Così il parlamentare europeo Luigi Berlinguer presentando il dibattito che si svolgerà venerdì 14 prossimo presso la Festa Democratica di Padova e Veneto."
......... ti sembra maniera di dare le brutte notizie ?
EliminaMa no, è un'ottima notizia.
Eliminaforse la parte più bella del viaggio, complotto noncomplotto ci sono i complottisti non ci sono i complottisti ma il signoraggio "esiste o non esiste"? Il totale delirio linguistico, verrebbe da dire è strano come lo stesso fatto venga definito: evento, truffa, complotto, conseguenza razionale, imprevisto a seconda di chi lo interpreta e a seconda della parola usata abbia un impatto comletamente diverso. La costante che ho notato io è che appena appena parli di sovranità sei signoraggista (o fascista o demagogo etc.) se parli di truffa o di menzogne sei complottista (come minimo) un totale casino linguistico che sembra fatto di proposito (oddio so complottista in questo momento?) per rimbambire la gente (e me) me ne accorsi quando vidi l'intervista a Brancaccio in cui stava parlando di svendite all'orizzonte e venne interrotto dallo studio con l'accusa "ahhhhhh er britanniaaaaaaaa er complottoooooo i massoniiiiiiii gli alieniiiiiiiii hahahahah allora lei brancaccio è complottista = coglione."
RispondiElimina"Ciao cugina allora che ne dici hai capito qualcosa di quello che ti ho detto? lo hai capito che prima ancora che economico è anche un problema giuridico? e lei: ma a scuola (liceo scientifico quinto anno) mi hanno appena spiegato la fondamentale importanza dell'indipendenza della banca centrale noi dobbiamo imparare dagli altri ad avere la banca centrale indipendente altrimenti i politici (che complottano) fanno casini e rubano i soldi è per questo che siamo ridotti male tu mi dici il contrario cugino perché sei complottista e visto che vuoi la banca centrale pubblica, di stato, sotto il controllo del tesoro vuol dire che sei signoraggista".
Bene prof. glielo dissi tempo fa e glielo confermo se devo scegliere fra essere un automa rimbecillito o un complottista-signoraggista io scelgo tutta la vita il complottista signoraggista continuo a "fare outing" tanto peggio di piddino...
Da tutto questo ho notato una cosa quasi nessuno si autodefinisce complottista ci sono molti singoli o gruppi che denunciano i fatti più disparati ma non si definiscono "complottisti" vengono ACCUSATI di complottismo da chi abituato a vivere nel mondo delle favole appena sente qualcosa di molto diverso dalla realtà raccontata si dice " se vabbeeeeeeeee' è arrivato il pazzo tutti mi dicono il contrario me lo INSEGNANO A SCUOLA e lui chi é sicuro uno che non sta bene col cervello".
Alla cuginetta, visto che stava a scuola, che dovevo dire? il tifoso del milan è milanista quello dell'inter è interista chi VIENE VISTO come il denunciatore di "complotti" invece di essere chiamato anti-complottista è chiamato complottista? E chi fa i complotti come si chiama allora complottardo? Il delirio.
Una cosa di buono tutto questo la ha, ho FINALMENTE capito perché Wittgenstein ha scritto il tractatus logico-philosophicus sostenendo che la filosofia fosse un eterno equivoco fra persone che non riuscivano a comunicare perché usavano lingue diverse e anche all'interno della stessa lingua interpretavano i termini con significati divergenti creando un BORDELLO (per i puristi della lingua un ginepraio inestricabile!) da cui non si usciva più.
Le lascio due citazioni di Wittgenstein che le piaceranno e che capitano a proposito anzi... magari le cita nel suo di libro! un bel capitolo intitolato:
"Il complotto"
è strano come la verità vista da.... sa la "storia" della salita e della discesa
Svolgimento:
"tutto ciò su cui molti oggi parlano a vanvera, io nel mio libro sono riuscito a metterlo saldamente al suo posto, semplicemente col tacerne".
"su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere"
Ludwig Wittgenstein
Ecco un capitolo del suo libro sintetizzato in maniera lucida, brutale ed implacabile oserei dire scientifica.
Bene prof credo di aver capito anche perché si iscrisse a filosofia e scappò l'ho psicanalizzata è contento?
Giuseppe (Schneiderizzato)
Urgh! Io... Ho fatto la maturità attorno al 2000 ma il divorzio banca/tesoro non era in programma. Sarà ma un po' la notizia mi inquieta, non vorrei che l'educazione stia diventata roba da regime.
EliminaComunque sia, la frase "lei è un complottista!" è solo la frase standard che accompagna il rito piddino del "buttarla in caciara".
Si i piddini sono peggio dei "complottisti" quando mi capita di parlare con persone che potrebbero essere considerate complottiste con idee fuori dal comune normalmente sono moooooooooooooolto più disponibili al dialogo e a capire anche di avere torto nelle proprie idee per forma mentis forse.
EliminaIn ogni caso, a mente più lucida, ammetto di fare sempre l'errore di andare a farfalle e fuori tema perché dimentico sempre il tipo di economista che è il professore, la legge della domanda e dell'offerta, la goofynomics etc..... quindi prof, ho letto con attenzione il post dopo aver visto il video e rende bene l'idea di come la vede, in effetti è il miglior modo per capire come si sta sviluppando la crisi nel suo complesso e nell'eurozona (a noi è toccata la crisi nella crisi) in un sistema complessivamente sbilanciato ed asimmetrico secondo le sue stesse regole. Fondamentale capire che non è solo la finanza speculativa o solo questo o solo quest'altro ma un intreccio di varie dinamiche. Penso che il libro sarà davvero avvincente da leggere!
p.s. incisivo l'uso dell'oligopolio al posto del complotto questo stava scritto anche nei libri di Caffé tanto per citarne uno (se non fosse che per i piddini oligopolio e complotto so proprio la stessa cosa) mi perdoni se a volte sbotto ma in certi casi non ne posso più.
Giuseppe
Complimenti per la prosa, professor Bagnai, questo passo è special modo un "dedicated to piddino" e agli arroccati nella terra santa luogocomunista con capitale Gerusaspread. Ho trovato anche molto funzionale la spiegazione della crisi nel neolitico.
RispondiEliminaLei poi è un feticista dell'OCA, quasi uno zoofilo.
Tra l'altro ieri parlavo con un ex collega studente appena laureato, con tesi fatta proprio sulle aree valutarie ottimali, convinto che: "restare nell'euro conviene"
Oca? Ma non si era detto adpeta?
RispondiEliminaCerto è una raffinata perversione sentirsi dare dell'oca da i suddeti 'oni, io lo avevo premesso che correvo questo rischio, lo avevo calcolato, il marketing lo confesso non è il mio forte.
Ps Per me il brano del libro contiene un'esemplificazione ad uso dummy, però per i più pigri , volendo, potrebbe inserire delle mappe concettuali a fine capitolo (scherzo, ma non troppo).
Leggerla insegna molto più che sola economia politica del secondo anno.
RispondiEliminaNon vedo l'ora di comprarlo, leggerlo e pubblicizzarlo nella piddina Bologna!
Avanti tutta prof. nello scontro finale il bene vince sul male (ma il conto alla rovescia è già partito? Effetti valium bcesimileallafed ancora per molto?)
Con sincera stima
un professore di economia che mi dicesse che è colpa del gruppo bilderberg.. beh, mi lascerebbe perplesso.
RispondiEliminaquesto lo faccia dire ad altri, compreso me.
sa, prof, tutti i nostri campioni (prodi, ciampi, monti, ciampi, padoa schioppa, draghi) hanno gravitato in questa orbita.
E molti di questi (penso il solo Ciampi non ci abbia lavorato) hanno servito Goldaman Sachs.
manca solo Andreatta e poi abbiamo completato il quadretto.
avendo letto e ascoltato sul tubo Barnard, quel 12 novembre 2011 ero convinto che fosse l'inizio della fine della nostra democrazia. la sua descrizione era coerente con lo schifo che stiamo vedendo con questo prof da strapazzo (professore che pare abbia 11 ml in banca e 2 ml in immobili).
Sa, ha reso il quadro molto coerente da questo punto di vista e mi ha fatto capire il dietro front di Mister B (indirettamente, non con i suoi discorsi).
Ma c'è una differenza che spesso non viene sottolineata e che si lega al discorso sugli ingegneri: la presunzione lasciamola per i propri settori di appartenenza!
che i commercialisti litighino per l'interpretazione di una norma fiscale (perché lo si fa!), che gli ingegneri lo facciano per problemi strutturali (e si fa!) e via dicendo.. ma non mixiamo con facilità i compiti!
Barnard è un giornalista e come tale posso valutare solamente le sue affermazioni (volendolo fare, non mi interessa più di tanto!).
vedere se i suoi riferimenti sono veri, se le analisi sono coerenti, se racconta fatti reali.
E STOP!
fosse vero ciò che ha scritto allora direi che dobbiamo ringraziarlo per il suo lavoro.
MA NON E' UN ECONOMISTA e sa qual era il mio pensiero su di lui quando parlava di economia: ma questo che c. vuole dire?
la crisi dell'export, la disoccupazione, la crisi diffusa come si spiegano? e gli USA perché sono crollati visto che emettono soldi come noccioline?
basta emettere moneta a cavolo in Italia per risolvere il problema?
Ecco.
a questo punto arriva lei.
non serve sbraitare o fare il pacato per essere credibile per lo meno ai miei occhi.
LEI ARRIVA SU UN PIANO DIAMETRALMENTE DIVERSO ovvero quello dell'economista.
e attenzione, ce ne sarebbero altri come Zingales ma questi scappano perché non hanno mai dato un quadro coerente della crisi spiegando perché l'Irlanda con un debito pubblico basso e bassa corruzione sia andata in crisi prima!
e poi Spagna e Portogallo.
il suo cui compito, quello da economista, è quello di spiegare i fatti, come si sono prodotti, la loro logica.
E stop!
Qualcuno vorrebbe che parlasse di complottismo? che si fotta!
perché questo è il compito di un giornalista che raccoglie fatti, notizie, scoop, indiscrezioni, scava nella storia e gli dà un filo logico.
giornalista e storico oserei dire.
ovvio che un economista poi darà una chiave di lettura politica anche perché l'economia ha al centro le decisioni delle persone (e non delle scimmie che battono i tasti a piacere).
Non è vero che Zingales non ha mai dato un quadro coerente della crisi, l'ha dato eccome, ed è lo stesso che danno Bagnai e Krugman (e secondo lo stesso Zingales è il punto di vista della maggiorparte degli economisti), guarda qui.
EliminaIncredibile! non so se avete visto Zingales qualche giorno fa IN TV sulla SETTE. Adesso che si accinge ad entrare in politica si guarda bene dal tenere posizioni coerenti con quanto affermava nell'articolo linkato del 2010.
Elimina@Marco B
RispondiEliminasa qual è il punto? che rileggendo l'art. 1 della costituzione (guarda che sforzo che ho fatto) c'è scritto che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro.
solo questo dovrebbe spiegare che l'obiettivo zero della inflazione è incostituzionale.
ma chi lo sa? quale regola si deve porre? nessuna! se non aspettarsi che qualcuno alzi il ditino e che spieghi la follia dell'euro!
così come i concetti di taglio della spesa pubblica, la spinta affinché tutti si costruiscano un lavoro (ya!), aumentare la produttività lavorando 80 ore a settimana..
produttività? il prodotto vorrebbero dire! chi lavora di più è meno produttivo!
a chi ha sollevato il ditino quando si è parlato e si parla di precarizzazione che concettualmente è contro la costituzione perché non permette di avere un reddito degno!
ma scherziamo? qua si vota la legge sul pareggio di bilancio in violazione della costituzione (certo!), si cede sovranità con la facilità di chi si disfa dei vecchi hard disk del computer e..
e nessuno sa di cosa si tratta.
perché il problema secondo me non è una legge in sé.
due leggi, tre leggi, 100 leggi sbagliate!
E' LA STRADA INTRAPRESA CHE è INCOSTITUZIONALE!
perché ci riflettevo il mese scorso.. ma i nostri padri costituenti prima del nazismo cosa avevano visto?
hanno visto il liberismo e il nazismo, mica erano pirla che non sapevano cosa stavano scrivendo!
Guardi dal mio punto di vista é capire come si é arrivati alla follia dell'euro. Quali comportamenti hanno fatto sì che le regole della costituzione fossero così palesemente violate. Capire questo spiegare il danno prodotto e regolarlo in modo che non si possa ripresentare può sembrare utopico ma é l'unica via. Ovvio che questa classe politica non può perché i soggetti che la compongono sono tutti viziati dall'incipit degenerativo che spiegavo sopra.
EliminaMolto interessante questo nesso tra art. 1 della costituzione italiana e il principale obiettivo statuario del sistema Euro/BCE di zero inflazione, e la loro relativa inconciliabilità che passa per la Curva di Phillips come argomenta Bagnai. Un argomento da spendere.
EliminaComunque l'obiettivo zero inflazione non c'è. Il target BCE è quello di un inflazione bassissima al 2%. Il motivo ovvio è quello di tutelare i creditori(speculatori) a danno dei debitori. E questo, si capisce da se, è il comportamento lesionistico compulsivo di persone, quello che sono ai vertici europei, che come logica perseguono quella del profitto a tutti i costi senza remore e senza pietà. Come è stato possibile arrivare a questo? Permettere cioè una degenerazione costante della classe politica, a questo punto europea, fino a questo livello cioè fino al livello in cui gli interessi tutelati sono quelli di pochi a danno di molti. Questa per me è materia di studio antropologico e Ida Magli, come citata più volte dal professore, ha scritto libri interessantissimi sull'argomento.
Eliminaancora una volta discorso molto chiaro riguardo al complotto penso che arrivati alla sesta parte il concetto sia più che chiaro (tra l'altro l'incazzatura da un certo spessore al discorso); riguardo al 1996 io la penso un pò diversamente anche se il concetto è lo stesso ovvero che la gente in un modo o nell'altro doveva sapere, ok la gente doveva informarsi studiando un pò ma per questo c'è la divisione dei compiti ovvero non esiste un unica persona che sa tutto di tutto e di tutti (apparte il dio di qualcuno), a suo tempo persone competenti dell'argomento secondo me dovevano imporsi anche in modo forzoso se erano fortemente convinti del disastro (e su questo io non posso parlare da elettore del passato, ero un bambino all'epoca) poi però parlando si rischia un buco in testa quindi normale che molti abbiano evitato; tra l'altro ,stessa cosa che dissi alla mia professoressa di economia, le persone si interessano ad una cosa come questo o per passione o per necessità ma soprattutto quest'ultima, è ovvio che ci troviamo tutti qui solo per colpa degli eventi, gli stessi eventi che ti hanno fatto aprire il blog.
RispondiEliminaInvece riguardo al voto della politica secondo me non è tanto il peso, cioè più che altro è una vita che sento "ma tanto sono tutti uguali destra, centro e sinistra si fanno tutti i ca**i loro" e tutto sommato finchè non è mancato il pane a tavola alle persone è andata bene così (alla maggiorparte delle persone) ora la situazione è diversa e la gente è un pò più incazzata.
Tra l'altro mi sbaglierò ma trovo sempre un messaggio di fondo (magari un pò tra le righe, un pò subliminale, però non sono complottista!) che è sempre lo stesso ovvero o le cose cambiano in un modo o nell'altro o dovrete iniziare ad esplodere per avere la pagnotta a casa, tanto avoglia a manifestazioni proteste e referendum la gente lo sa che non funzionano (e chissà se abbiano mai funzionato)
Ma è fantastico!
RispondiEliminaLa serietà dell'argomento e i dati tecnici (che immagino ci saranno) lasciano spazio alla sua verve ironica (con punte sarcastiche), al suo animo schietto, alla sua penna sempre scorrevole e divertente, mai noiosa, alle sue osservazioni argute.
Non le serve il nostro aiuto: è stato chiarissimo. Poi chi non vuole capire non capirà, ma offendersi è una specie di ammissione, se uno non sapesse di essere un "espertone", perché dovrebbe risentirsi?
Comunque non penso che molti espertoni avranno modo di offendersi, perché loro i libri non li leggono (li scriverebbero se avessero tempo, come quello scimunito che qualcuno ha citato nell'altro post) e se anche leggessero un libro, non credo sarà il suo. Lo criticheranno senza conoscerlo, banalizzando il contenuto in due o tre slogan per sentito dire, come sono soliti fare per tutte le cose.
Al contrario penso che chi comprerà il libro o apprezza già la sua opera, o è animato dal sincero desiderio di capire e quindi affronterà la lettura con la mente libera da pregiudizi e non avrà motivo per sentirsi offeso.
Per quanto mi riguarda posso dire che mai mi era capitato di trovarmi sempre così d'accordo con una persona su questioni politiche/economiche. Essendo un po' polemica per natura, trovo sempre qualcosa da ridire a chiunque, invece seguo i suoi ragionamenti come se fossero sempre esistiti dentro di me, ma non avessi avuto la capacità e le conoscenze per completarli e farli emergere (tipo maieutica, per intenderci). Spero di trovare nel suo libro almeno una frasetta da contestare, una minuzia giusto per realizzare la mia vocazione di rompicoglioni.
ps: notevole questa osservazione sulla superiorità psichica femminile, da lei non me lo sarei mai aspettato! Le è venuta l'orticaria mentre lo scriveva?
Questo video secondo me e' molto pertinenete al blog:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=fvwp&v=UvWKmgDpXiQ
a me a volte invece il professore con certi espertoni piddini ricorda di più quello verde in qusto video...
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=D1CvYnYuGR8
Altro che dottoressa livore! Io trovo il suo discorso estremamente chiaro e coerente. In mezzo alla confusione che regna sovrana su questo argomento, le sue parole filano limpide come l’olio.
RispondiEliminaDa quando ho iniziato a leggere il suo blog, mi sembra più facile smontare le pallonate che sento dire in giro.
Ieri per esempio seguendo il comizio... pardon, l’intervista di Berlusconi proprio sulla crisi, mi sembrava che il suo discorso non seguisse un filo logico... come è brutto abituarsi alla chiarezza, è come una droga, se ne vuole sempre di più.
Mi permetto di andare in leggera controtendenza osservando che se tralasciasse le parti contenenti il suo cognome e il pronome "io" probabilmente aumenterebbe la densità informativa del libro risparmiando anche pagine e senza rimetterci in efficacia. Per fare un esempio, i paragrafi sugli "espertoni" che contributo danno alla discussione? Io la seguo qui sul blog da un po', e non posso che constatare nello stile una certa deriva polemico/brillante che all'inizio era sfiziosa, poi sopportabile, ora inizia ad occupare la maggior parte dello spazio e magari qualcuno si stanca prima di arrivare in fondo. Mi rendo conto, d'altra parte, che le cose da dire son sempre quelle e trovare nuovi modi per farle capire agli zucconi è un lavoro in sè. Lei ha la capacità di spiegare le cose in maniera semplice; occhio a non inquinare troppo il discorso con l'autocompiacimento sarcastico. My 2c.
RispondiEliminaA' Nando, è da mo' che sto a cercà de fajelo capì!
EliminaDice c'aa mia è tutta 'nvidia.
Io je vojo bbene, ma nun vo' capì, nun vo' capì...
Mi permetto di essere ampiamente d'accordo! Speriamo che in questo lavoro ci siano parecchi riferimenti ad altre valute internazionali (asia sud america etc) per far comprendere le dinamiche di oscillazione dei valori in ragione della minore o maggiore richiesta di valuta.
EliminaLeggendo il commento di Nando mi permetto di aggiungere una cosa.
EliminaA parte che il brano andrebbe valutato nell'insieme, ognuno di noi ha espresso la sua impressione personale, soggettiva. Bisognerebbe pensare in modo oggettivo.
So che lei pensa: il mio livello e il mio stile sono questi sono questi, se piace bene se no affanculo. Quello che scriverò va contro questo principio, se non è interessato non lo legga.
"Non si può piacere a tutti" è uno dei principi della comunicazione visiva (e non solo) ma ha un significato diverso da quello espresso sopra: è di un metodo semi-scientifico, che intende portare una certa oggettività nella progettazione della comunicazione.
Il bello è soggettivo: non esiste cosa che piaccia a tutti. Quindi si definiscono un target (il gruppo di persone) una strategia e uno stile che permettono di raggiungere la finalità della comunicazione. Così si può procedere in termini oggettivi di "giusto" o "sbagliato" rispetto al target e alla finalità (a QUESTO tipo di persona piacerà il contenuto? Capirà il significato?).
Non capiterà che tutti leggeranno il libro e al 3° capitolo a metà piacerà e all'altra metà no. Più probabilmente la seconda metà non comprerà/leggerà il libro (che non fa per loro lo capiscono da: titolo, autore, introduzione, immagine di copertina). Li dimentichi.
Il suo scopo è quello di dimostrare all'altra metà la correttezza della delle sue tesi (non che gli altri sono piddini). Al 3° capitolo dovranno essere dalla sua parte, non contro di lei.
Noi non siamo il suo target: sappiamo già + o - cosa ci sarà scritto. Non partiamo da zero, sappiamo che coincide con le nostre idee, siamo già ben PRE-disposti (disposti bene a priori, non deve persuaderci). Le nostre opinioni personali non fanno testo.
Suppongo che il target siano le persone che desiderano un'informazione libera e critica, ma non ne l'hanno ancora trovata. Non li strapazzi, non è colpa loro se gli hanno fatto il lavaggio del cervello! Non c'è peccato originale, gli conceda di essere innocenti fino a prova contraria!
Premi la loro volontà di capire. Stanno facendo uno sforzo per liberarsi dei luoghi comuni, sta stravolgendo le loro certezze, è uno shock, li gratifichi un pochino, li rassicuri, li faccia sentire importanti.
Per sapere se lo stile è gradito e i contenuti comprensibili, c'è un solo modo: trovi 2 o 3 persone che coincidono con il target e lo faccia leggere a loro.
Il piddino è fuori target. Molto probabilmente non comprerà il libro. Non si può piacere a tutti, appunto. E se un libro non piace, non si compra e non si legge. punto. Se la comunicazione non è rivolta a lui, metto da parte il disappunto che provo nei suoi confronti e lo dimentico.
Se lo voglio tirare in ballo perché è funzionale alla comprensione del discorso, trattengo il rancore e lo faccio in modo oggettivo, neutro, descrivendo fatti. Se voglio fare una battuta, ne faccio una di altissimo livello ogni tanto non 10 (per pagina).
Ha ragione Ivan "60 milioni di commissari tecnici" è un po' banale.
Poi quanto tecnico è il libro? Credo si rivolga alla gente comune (con un grado di cultura/istruzione da definire; gente che crede di essere di sinistra, immagino), non è una pubblicazione scientifica x economisti. Pertanto le parti personali, anche ironiche, secondo me sono positive: alleggeriscono, "umanizzano" e rendono più piacevole la lettura. Ma come dice Nando, a piccole dosi. Critichi l'atteggiamento non le persone (il conformismo, non i conformisti. Se il conformista è uno, faccia nome e cognome, se no è luogo comune).
Si ricorda l'analisi che ha fatto x la lettera firmata da Prodi, Bonino ecc. Quelli studiano ogni singolo termine. Se vuole contrastare quella disinformazione, deve usare le loro stesse armi comunicative. Goebbels docet, non è ipocrisia: le regole di comunicazione non sono né buone né cattive, come il coltello: ci posso tagliare il pane o posso piantarlo nella schiena a qualcuno.
Caro Nando e caro Deficit, è sempre una buona cosa andare controcorrente, anche quando la corrente va controcorrente.
EliminaVi sfugge un dato: ho delle perplessità anch'io su questo paragrafo, che è una minima parte del libro, e ho chiesto un parere, essendo dotato di alcune virtù che potrebbero sfuggire a chi non le possiede. Terrò conto di tutti i pareri.
Le perplessità erano di due ordini: stilistico, e di contenuto (per quanto si possa separare le due cose).
Sul piano stilistico, di tutte le persone cui ho chiesto una solo era d'accordo co, vostro messaggio, che poi è non essere te stesso, o se vuoi essere te stesso sii migliore. Dimenticate che ho 50 anni e svariate migliaia di contatti al giorno, quindi cambiarmi è impossibile, e non è detto che sia proficuo.
Questo non vuol dire che io non cerchi di venire incontro ai vostri pareri. Certo però che se avessi seguito tutti i consigli dei bene intenzionati, come voi, o come Marco Basilisco, non avrei messo dati, non avrei citato musicisti né scrittori, non avrei attaccato briga anche con autentici mentecatti, insomma, non sarei stati me stesso. E adesso avrei gli stessi contatti che hanno i blog dei miei colleghi.
Il vostro errore è di credere che qui sia il contenuto a fare la differenza, perché, non per vostra colpa, non cogliete il fatto che il contenuto è assolutamente banale. Qui la differenza, purtroppo, la faccio io finché decido di essere come sono, finché mi diverte. Accettando che Nando se ne vada quando la cosa non lo diverte più. Certo: qualcuno se ne sarà andato, qualcuno lo ho cacciato, all'inizio, a male parole. Ma finché il saldo netto è positivo, non mi preoccupo.
Sicuramente un libro non è un blog e infatti il libro non è scritto tutto così.
Credo ci sia anche un errore di fondo, che è quello di pensare che il libro debba essere "per tutti". Il piddino, il libro, comunque NON lo leggerà. Quindi inutile preoccuparsene. Non mi interessa vendere 60 milioni di copie, capite? Non è un obiettivo realistico. Mi interessa avere un documento sul quale articolare un dialogo con alcune persone.
Poi però bisogna entrare sui contenuti.
Il paragrafo sugli espertoni, ahimè, serve, ed è abbastanza eloquente il fatto che questo non sia stato capito: dovrò essere più chiaro e mi è utile il vostro contributo.
Il punto è che non credo sia possibile formare un giudizio politico corretto sull'accaduto adottando prospettiva complottiste, di semplificazione dell'esistente.
Il povero demente, quello che ormai perde pezzi, fa esattamente questo errore. I problemi non si risolvono "mettendo al muro" o dando dei criminali ai supposti cattivi. I problemi si affrontano accettando la complessità delle dinamiche sottostanti. Cosa che riesce meglio se ognuno fa il suo lavoro.
Chiedere a un economista di fare il magistrato inquirente, o il capo di un plotone di esecuzione, è come chiedergli di fare l'astronauta o l'imbianchino o il tenore. Quello che nel testo cerco di far capire è anche e soprattutto questo. L'espertone, invece, tende a avviluppare tutte queste competenze nell'agglutinata melassa di un racconto favolistico e reazionario. Questo atteggiamento va combattuto perché non favorisce un esito politico sensato.
Questo era quello che volevo capiste.
"Credo ci sia anche un errore di fondo, che è quello di pensare che il libro debba essere "per tutti". Il piddino, il libro, comunque NON lo leggerà. Quindi inutile preoccuparsene"
EliminaNon sono d'accordo su questo prof. Secondo me il libro deve poter parlare proprio al piddino, certo non quello stampato con l'ottusangolo, ma quello che in buonafede rimane legato al suo schieramento di appartenenza, e penso che sia questa la maggioranza dei piddini. La parte in evidente malafede è una minoranza secondo me, magari pure pagata, ma pur sempre una minoranza. E che sia possibile un dialogo con i piddini, mi pare evidente constatando il maremoto di dissenso elettorale che sta per spazzare via i partiti tradizionali. Pure io ero piddino un anno fa, e mi è capitato (lo confesso) di dialogare sulla base di argomentazioni che non avevo del tutto compreso e che alla luce dei fatti partivano da presupposti errati.
Capisco che un po' di polemica, provocazione e ironia possano servire a smuovere le acque, però gettare il sasso in questo contesto... insomma, non mi convince molto la cosa.
Secondo me quell'approccio "espertone" spara un po' troppo nel mucchio, e rischia di lasciarsi troppi cadaveri dietro, cadaveri di innocenti intendo. Magari potrebbe precisare meglio i "confini" dell'espertone in modo tale che il piddino con la mente aperta non la mandi a quel paese dopo le prime cinque righe (che non ho letto).
Per quanto riguarda la parte "complottista" sono assolutamente d'accordo.
E in linea di principio sono d'accordo anche sul fatto di essere se stessi.
Scusa, Ivan: sai darmi la percentuale di popolazione che acquista un saggio? Un libro di per sé non è per tutti.
EliminaIl fatto è che in questa discussione siete fuorviati (per colpa mia) perché non sapete a che punto del libro arriva questo paragrafo, non sapete che è un paragrafo, e non ricordate che il libro è soprattutto questo e questo (e molto altro, ovviamente).
A me non interessava una valutazione stilistica, quello è un problema mio. A me interessava una valutazione sul contenuto (anche a chiarimento del video, che secondo me sta esprimendo lo stesso concetto), e l'unico che mi sta aiutando è Peppe qua sotto.
Vi spiego il problema: anche se ormai è clinicamente morto, il problema è distinguersi da imbecilli tipo Donald e da tutta la fuffa che popola il web, perché, lo ripeto, i lettori verranno da lì.
Poi, ripeto, il target è un problema mio, ed è un problema anche in larga parte inesistente.
Cerco di chiarirmi sotto con Peppe, mi sembra più utile. Se volete dare una mano...
Aggiungo: il luogocomunista e l'espertone esistono e suono due personaggi del libro. Può piacervi o meno, ma così è. Punto. Va bene: gli espertoni non sono 60 milioni. A me era sembrato, per quando mi hanno scassato il cazzo negli ultimi 15 anni. Vogliamo dire che sono di meno? Vogliamo NON dare un numero? Ma esistono e SONO un problema per la democrazia, come qualcuno sopra notava. Chi parla per sentito dire e si fa eco di luoghi comuni dà un non trascurabile contenuto all'uccisione della verità. Potrò essere moderatamente incazzato con lui? Mi dispiace se questo urta la sensibilità del defunto Deficit Spending, che ora si troverà un altro blog.
EliminaScusi ho fatto un errore:
Elimina"a QUESTO tipo di persona piacerà il contenuto?"
Il contenuto è quello che ha stabilito lei, o meglio sono le teorie e le verità economiche che intende divulgare. Non è certo da cambiare!!!!! La domanda invece riguarda la forma:
Capirà QUEL tipo di persona quello che intendevo comunicare? Sono adeguati il linguaggio, il vocabolario e il tono che ho usato? Gli esempi che ho fatto sono funzionali alla comprensione? Glielo sto sto spiegando nel modo giusto?
E non soltanto rispetto al tipo di persona, ma anche al genere (presumo si possa considerare un saggio con finalità divulgative).
Ribadisco che a me è piaciuto molto e mi è sembrato chiaro, ma avrei dovuto leggerlo un anno fa per darle un parere utile.
@ Ivan
Sono abbastanza d'accordo, ma comunque il target va definito: davvero non si può scrivere per tutti e sperare di piacere a tutti, perché si finisce per non piacere a nessuno e per non avere nessun carattere.
Il target può essere il piddino, il berlusconiano, l'economista, la casalinga... chiunque, solo che devi stabilirlo prima e pensare a come comunicare a quel tipo di persona. Devi sempre avere chiaro a chi stai parlando, immaginare il suo modo di ragionare.
E più riesci a definirlo, più vai sul sicuro. Non si tratta di cambiare il proprio stile, solo di adeguare il proprio stile al tipo di lettore.
Banalizzando, se Bagnai parlasse dell'euro a un bambino di 5 anni è sempre Bagnai, ma non gli tira fuori la formula matematica.
Poi quello che tu chiami piddino, non è "il piddino". Non è una questione di partito, ma di atteggiamento mentale. Quindi il piddino vero (quello in malafede o quello che ragiona per appartenenza) non credo possa essere il target.
Dove ragionare per appartenenza non ha lo stesso significato di votare per appartenenza.
Quando si vota, i partiti sono uno peggio dell'altro, alla fine sei costretto a sceglierne uno. Ma quando ragioni, si spera che usi la tua testa non quella del partito. Se non lo fai, non hai scusanti.
A me hanno sempre detto che un libro è uno strumento molto utile per chi lo sa usare....Non ho nessun titolo a parte quello di perito elettronico,ma per quello che ho provato a studiare da solo(la SStoria),mi è sembrato di capire che dai primi cristiani ai riformatori ai giacobini ai bolsvevichi fino ai monetaristi,quelli che hanno fatto le ""rivoluzioni""(se fa pe ddì,non mi viene un termine meno urticante),non hanno MAI,non hanno MAI,non hanno MAI parlato al "popolo",le cose mi sembra di aver capito che le cose sono cambiate per merito di minoranze "organizzate",e in questo mi sembra che il presssore abbia fatto molto(nel senso che un sacco di noi oggi riescono a capire cose che fino a qualche tempo fa non volevamo neanche ascoltare......Il popolo è sempre arrivato dopo,e il popolo è sempre stato pieno di espertoni che DOPO,e dico DOPO avevano già capito PRIMA......
EliminaPressò io penso che certe lettori è meglio perderli che averli fra i piedi.Intendo con ciò,quei lettori che arrivati al terzo capitolo abbandoneranno la lettura.Questi sono quelli che:non capiscano o non vogliono capire(sai che perdita)!!!!!
Comunque pressò quello che più apprezzo di questo blog è appunto li vis polemica,l'ironia sferzante i latinismi(che mi sforzo di capire e farmi tradurre)e le citazioni dotte!Io odiavo gli eruditi i latinismi e l'economia.Andavo ai centri soociali,ero antiberlusconiano e ammiravo il generatore automatico di frasi postmoderne e udite udite ero uno spassionato ammiratore della tecnologia Alemanna......Eppure sono qui,cosciente che il luogocomunista piddino espertone ero io fino a febbraio e se ha funzionato con me magari,funzionerà con altri.Ma se il libro lo stessi scrivendo io lo sciverei nella speranza che i 760 e rotti lettori sapessero usarlo come arma per sfatare i luoghi comuni e apprezzo proprio questo:il non si può piacere a tutti e a chi non piaccio STIGRANCAZZI!
Con stima pressò,non so se ho capito ciò che lei vuol far capire ma spero di essere sulla buona strada.
Converrà che sono un problema per la democrazia anche gli esperti che mentono spudoratamente, mistificano la realtà e creano confusione, presumo. Gli espertoni, per essere tali, devono per forza di cose citare gli esperti, anche con approssimazione. No esperti fallaci, no espertoni.
EliminaComunque... non voglio irritarla su questo perché penso che alla fine pensiamo le stesse cose, ma con sfumature un po' diverse.
Per quanto riguarda le percentuali di vendita della saggistica, beh, dipende direi in gran parte, almeno inizialmente, da chi è l'editore e/o le aziende che si occupano della promozione offline e online. 100.000 copie sono tranquillamente alla portata di un buon libro (senza arrivare ai livelli di Bruno Vespa), pubblicato da un editore importante che ha la possibilità di piazzare la promozione del libro e dell'autore in televisione (come avrà notato ultimamente i libri li promuovono anche all'interno dei tg... scusate volevo dire che ultimamente le redazioni segnalano i libri anche all'interno dei tg). Con chi pubblica? Può dircelo? Ha già un editore immagino, giusto?
Scusi prof. mi era sfuggito questo:
Elimina"Vi spiego il problema: anche se ormai è clinicamente morto, il problema è distinguersi da imbecilli tipo Donald e da tutta la fuffa che popola il web, perché, lo ripeto, i lettori verranno da lì."
Avevo intuito che andasse a parare lì.
Secondo me lei si sottovaluta. Guardi che il libro avrà successo, e se chi le curerà la promozione sarà bravo, non le mancherà l'occasione di presentarlo in TV, e lì si aprirà quella tipologia di pubblico preminentemente piddino al quale pensavo io, quello che compra il libro di Tizio perché vede la "pubblicità" in TV. Davo per scontato il discorso web, che poi altro non è chi già la segue sul blog.
@ Dino
Elimina"A me hanno sempre detto che un libro è uno strumento molto utile per chi lo sa usare...."
Anche a me :)
Senti, Ivan, prima che cominci a scassarmi la minchia, ti posso dare un compito a casa, come la Merkel? Torni un attimo indietro nel blog e conti quanti "esperti" ho sbriciolato? Sinn? Reichlin? Tabellini? Giavazzi? Boldrin? Ne vogliamo dire altri? Vai e fai il conto. Con loro ho sbriciolato anche la mia carriera, ma, come sai, me ne strafotto.
EliminaVedi, c'è proprio un presupposto metodologico che non condividiamo. Voi, secondo me, siete tutti "di sinistra" all'italiana, e quindi pensate che il problema sia la "destra".
Io invece sono "diversamente di sinistra", e il mio problema è la sinistra. Il mio problema non sono i nemici, sono i traditori, e questo l'ho espresso più e più volte ovunque.
Ora, se A&G fanno i loro editoriali "svendiamo presto, l'Europa chiamò", io mi ci faccio due risate, scrivo un post sul FQ, e finisce lì. Loro sono dall'altra parte della sottile linea di cui parla Tolstoj. Il mio (che poi dovrebbe essere il nostro) problema è la forma mentis del piddino, cioè di quello che mooooolto in teoria è dalla parte nostra, e che spesso, nel contestare le forme dell'esistente, prende le forme dell'espertone.
Ora tu dirai: ma devi essere più "inclusivo".
E io ti dico: non me ne frega un cazzo.
(Come inizio non c'è male, lo ammetto).
Va bene?
Dovessi vendere una copia, quella che regalo io a mia madre, adesso io voglio essere come sono. Qualcuno dice: ma si stanno sgretolando le loro certezze, dai, vai lì, fagli caro caro sul capino, e vedrai, ti ascolteranno...
No, non è così. Non è questo che interessa me e non interessa loro. Ho parlato per 15 anni al muro? Quindici anni, cazzo, lo capite?
Poi ho cominciato a urlare e qualcuno mi ha sentito. Poi i fatti hanno cominciato a dare ragione al buonsenso economico. Bene: ora io ai piddini non gli faccio "piccino, vieni, dai, su, lo so che non eri cattivo, eri solo mal consigliato".
Ora gli urlo "merde" e voglio vedere il terrore nei loro occhi, lo sbigottimento di comprendere che sono stati traditi, li voglio vedere nel vuoto politico, annaspare.
Vi dispiace?
E andate da un'altra parte, io non mi offendo. Il punto è che con questa gente non si ottiene nulla per via di convinzione e di dialogo. Lasciamo che sia la Storia a dialogare con loro, e lasciamoli tornare da noi quando la Storia gli avrà spiegato quelle due o tre cosette che qui ci diciamo in allegria e in confidenza.
Non pensiamo di riuscire a cambiare il corso delle cose. L'Europa purtroppo è avviata su un percorso di violenza dal quale sarà estremamente difficile che qualcuno possa distoglierla. E io che ammiro e non invidio Keynes, non posso certo pensare di riuscire dove lui ha fallito.
Quindi, scusate, a che prò tanti merletti? Pensate che se andassi a Porta a porta riuscirei a evitare la catastrofe? Ma siete veramente troppo buoni con me!
Un ultimo commento, poi smetto su questo.
EliminaIo non sono un "voi" e nemmeno un "sinistra", e non da ora, che non fa più figo, ma da pressoché sempre. Non ho mai cercato un'appartenenza e non mi sono mai sposato ad un'ideologia.
Io l'apprezzo per questa sua intransigenza (e questo l'ho scritto più volte qui) e me ne importa veramente poco del giudizio altrui, o meglio del giudizio di persone che non stimo. Anzi, io credo di essere più intransigente di lei, veda un po', e per questo ho rinunciato volontariamente a tante opportunità.
Quindi, prima che lei mi inquadri nella categoria sbagliata, e dato che la stimo davvero e mi spiacerebbe sentirla andare oltre, la chiudo qui su questo argomento e non ci ritornerò più. Mi spiace che abbia in parte frainteso quello che intendevo, che di certo non comprendeva la richiesta di essere più inclusivo!
Con rinnovata stima
Ecco, bene, siamo d'accordo: allora sarò più esclusivo, al limite dello scostante. Non è male far capire che non tutti possono accedere al club.
Elimina@Dino977
EliminaTu mi capisci. L'importante è non essere soli. E ora vado a dormire, che domani mi tocca er Fantacci...
@ Alberto Bagnai 17 settembre 2012 22:04
EliminaLeggo il post e trovo l'anticipo adatto allo scopo. Tra parentesi mi fa piacere che tu indichi col dito i traditori (Alberto Bagnai 17 settembre 2012 21:34) : io lo fo di continuo. Poi, ovviamente comincio a leggere i commenti presenti ieri mattina poco prima delle 11. E mi viene di scrivere questo.
Provo a guardarla da un'altra parte (Goofy grazie ancora)
Vi siete già scordati la sensazione provata quando siamo capitati qui ? Cos'era ? Liberazione ? Scampato pericolo? Desiderio di parole dopo tanto silenzio ? Voglia di sintassi articolata invece di battute salaci (e, per quanto mi riguarda, urticanti e cattive più che si può). I polpastrelli che volano sulla tastiera a digitare un primo commento concitato? (che magari finisce a stoccaggio definitivo perché incomprensibile o farneticante o ...)
Goofynomics è per chi sa. No, non l'economia : che quasi tutto quanto si sente dire tutti i giorni da quasi tutti e quasi doppertutto è finto e vuoto (e quando ci guardi dentro si può dimostrare che sono balle
spaziali). Sia ascoltato dai sedicenti pezzi grossi che dagli innumerevoli concittadini che non trovano il tempo per pensare (eppoi indagare). E per questo non serve conoscenza : serve cultura. Chi non ce l'ha non se la può dare, la deve assumere dall'esterno. E chi mai lo potrà fare? A-B-C non credo proprio : non ce n'hanno nemmen per sè. Goofynomics non l'abbiamo trovato in rete, l'abbiamo riconosciuto a colpo sicuro appena visto.
Sarà lo stesso col libro (« ... da tutta la fuffa che popola il web, perché, lo ripeto, i lettori verranno da lì»). Il target non lo so dire quanto conta (e non mi compete). So solo che chi se lo troverà tra le mani lo
riconoscerà (e lo userà presto con grande perizia) o lo lascerà abbandonato chissà dove (evidentemente non doveva essere).
Ma non l'ho mandato : mi pareva non c'entrasse col post eppoi era di traverso rispetto a quasi tutti i commenti. Ho preferito Mel Brooks (che non è mai OT).
Ma stamani ho letto :
«Tu mi capisci. L'importante è non essere soli. E ora vado a dormire, che domani mi tocca er Fantacci...» e non mi è parso più così OT.
ps sono proprio convinto che la discussione sul primo lavoro sarà animata : «Io avrò l'onore di animare la discussione del primo lavoro, quello di Fantacci e Amato sulle possibili linee di riforma del sistema monetario internazionale.»
........Prima che mi licenzino,perchè dovrei lavorà.Non si ha bisogno di 1000 garibaldini armati alla carlona ma di 300 spartani!Poi posso anche sbagliarmi.
EliminaBuongiorno Professore, per quel che può valere, secondo me il pezzo è chiaro e la trovata del racconto del primo default della storia ad opera dell'Homo neanderthalensis è divertente ed efficace. Ma è solo mio gusto, già glielo dissi che, a me, la sua prosa piace.E ancor di più i contenuti.
EliminaIn riferimanto alla frase che estrapolo da un suo commento qui sopra ("L'Europa purtroppo è avviata su un percorso di violenza dal quale sarà estremamente difficile che qualcuno possa distoglierla"):ma non vorrà mica sottendere che ci stiamo incamminando lungo una strada che porta ad una guerra, se non mondiale, almeno europea? Mii, non oso pensarci...Ho intepretato male le sue parole?
Nel frattempo, buona prosecuzione nella scrittura del libro, che attendo (come molti qui) im/pazientemente.
@Alberto Bagnai
EliminaSono d'accordo con lei, comunque chi voleva capire ha già capito da anni. Io del tradimento della sinistra mi sono reso conto da 7-8 anni almeno e non era necessario capire di economia. Si sa dal '92, con certezza, che destra e sinistra uguali sono. Ci sono tanto di carte giudiziarie, confessioni, intercettazioni. Gli altri non vorranno capire e secondo me i motivi sono diversi. Per prima cosa sono troppo ottusamente orgogliosi, non vorranno ammettere mai di aver toppato. Per seconda cosa sono pavidi, l'horror vacui per loro è insopportabile. Terza cosa probabilmente è anche questione di incomunicabilità tra chi capisce e chi no, i 2 tipi parlano lingue totalmente diverse, l'ha mai notato? Sento sempre farfugliare discorsi che non afferro, cose con le quali è difficile e vano confrontarsi perché sono una sorta di dogma.
Ad ogni modo io l'unico spiraglio che riesco a vedere è quello della maggiore diffusione delle notizie attraverso internet. Però è uno spiraglio piccolo e le teste che ragionano per schemi vecchi, triste da dire, sono davvero ancora troppe.
Scusa prof, non voglio farti le pulci (non potrei) ma non sono riuscito a seguire fino in fondo il tuo ragionamento. Sicuramente è colpa mia; del resto sono solo un dilettante.
RispondiElimina"a chi vede nel recente sviluppo convulso della speculazione finanziaria la causa principale, se non unica, della crisi che stiamo vivendo, tocca il compito, non semplice, di spiegare come mai negli ultimi due millenni, dall’impero romano in giù, si siano regolarmente verificate crisi [...] Le crisi “globali” ci son sempre state"
D'accordo. Questo però significa che qualsiasi sistema economico porta inevitabilmente a situazioni di squilibrio e quindi ad una crisi. E se è così l'unica cosa che si può fare è attrezzarsi per limitare i danni.
Poi però denunci "l’adozione di tecniche che favoriscono un certo tipo di transazione speculativa, e, più in generale, di un sistema finanziario internazionale che favorisce l’indebitamento eccessivo di certi paesi, a costo di portarli alla catastrofe"
Allora c'è chi, stante l'ineluttabilità di crisi e fallimenti, si organizza per far sì che a fallire siano certuni e non altri. Quindi c'è una regia.
Non chiamiamolo complotto, ma se "chi sposa l’idea che la colpa sia della speculazione cattiva, tende a dare del divenire storico una visione lievemente complottista"
... forse dobbiamo (come diceva sopra qualcun altro) definire meglio il termine "complotto". O trovarne uno capace di descrivere questi fenomeni.
"L’idea che la crisi sia il risultato dell’azione lucida, unitaria e coerente di un unico organismo malvagio, oltre a essere poco credibile, è anche intrinsecamente reazionaria"
Unitaria probabilmente no, coerente magari non sempre, ma lucida temo proprio di sì.
"Il sistema monetario e finanziario internazionale, nella sua struttura e senza presupporre alcuna particolare patologia o volontà malvagia, presenta dei ben noti elementi di asimmetria e di mancanza di coordinamento, che fatalmente conducono a periodiche crisi"
Come si diceva all'inizio, tutto questo succede perché è inevitabile che succeda. Però i passaggi successivi mi sembra che avessero un senso un po' diverso.
"preferisco spiegare cosa c’è che non va nella fisiologia del sistema economico attuale"
E di questo c'è un gran bisogno.
Se però dobbiamo "denunciare l’ingenuità di chi pensa che basti rimuovere i comportamenti devianti, in un mondo che comunque si è dato regole sbagliate" ...
Mi sono un po' perso.
Se le crisi esistono da sempre e sono inevitabili, questo non dipende né da regole sbagliate né da comportamenti deviati, ma sono intrinseche in qualsiasi sistema economico. Però i comportamenti deviati esistono e le regole sbagliate pure. Questo vuol dire che sono vere entrambe tre (!) le cose?
- i sistemi economici generano crisi a prescindere
- ci sono regole sbagliate che abbiamo scelto
- c'è chi si comporta da delinquente
Se non basta l'economia, si può provare con la termodinamica per chiarire certe questioni.
EliminaL'energia fluisce spontaneamente da un deposito a temperatura più alta verso un deposito a temperatura minore (lo scopo perseguito è l'equilibrio termico).
Il percorso inverso è possibile a certe condizioni (secondo principio). Un valido enunciato secondo Clausius suonerà familiare anche agli economisti : E' possibile far passare calore da una sorgente a temperatura inferiore ad una sorgente a temperatura superiore, a patto che questo NON sia l'unico risultato.
Applicando Goofynomics si ha facoltà di guardare a questi dati da punti di vista differenti.
Caro Peppe, se ti sei perso è colpa mia e comunque le tue osservazioni sono molto utili.
EliminaParto dal presupposto che chi arriverà al libro ci arriverà dal web e non dalla libreria, sarà quindi una persona che conosce certi dibattiti e certe derive (quelle dello scemo che sta perdendo pezzi, ad esempio).
A queste persone, che non siete voi, a me interessa far capire alcune cose:
1) un economista non è né uno storico né un magistrato
Ci siamo fino a qui? Penso di sì. Questo significa che a me non interessa sapere se mentre nel 1992 veniva "difeso" il cambio della lira Tizio telefonava a Caio per mettersi d'accordo. Sono pressoché certo che sarà successo, mi basta aver letto Lucien Luewen per averne certezza, ma siccome questa certezza non sarà mai una certezza giudiziaria né storica in fondo questa cosa non mi interessa perché è inutile sia a capire quello che è successo che a formarmi un giudizio politico.
Siamo d'accordo fin qui?
Proseguo dopo che devo recuperare mio figlio a rugby...
"Parto dal presupposto che chi arriverà al libro ci arriverà dal web e non dalla libreria, sarà quindi una persona che conosce certi dibattiti e certe derive (quelle dello scemo che sta perdendo pezzi, ad esempio)."
EliminaNaturalmente decide lei per chi scrivere... :)
A me sembra che quella che ha definito sia una nicchia molto molto ristretta.
Avevo pensato più a un lettore che è una persona che alcune domande se le è fatte, che qualcosa ha intuito e che qualche risposta se l‘è data (magari sbagliata).
Un lettore che probabilmente ha pensato di ricevere la risposta giusta da chi invece gliel’ha data sbagliata, volutamente sbagliata.
Insomma, un lettore come possono esserlo stati tanti arrivando qui e come potrebbero essere tanti che il libro potrebbe raggiungere ma la rete no.
E il libro lo raggiungerà. Cazzo: vi ho dato mille anticipazioni del libro, e dovete scassarmi su questo che è un pezzo minimo e del quale volevo solo accertarmi che capiste... l'unica cosa che non avete capito! Ora, passi per te che sei ingegnere, ma non l'hanno capita nemmeno gli altri (salvo Giacomo, Diego, Matteo, etc.), quindi è chiaro che questo concetto deve essere espresso meglio. Ci proverò. Ma questo concetto nel libro ci deve essere perché nel blog c'è. Si chiama: fallimento del mercato.
EliminaL'unica via è l'ingegneria! Sono con te...
Sempre per Peppe.
Elimina2) a me non interessa sapere se la persona tale era in buona o in cattiva fede nel distruggere il mio paese.
Quali fossero le intenzioni di certi cambiamenti di politica economica (es.: divorzio) lo si può giudicare da due fonti: le dichiarazioni, e i risultati espressi dai dati. In Italia spesso le due fonti coincidono, nel senso che la gente che ha fatto disastri viene e ti dice: "abbiamo fatto un disastro" (ci sono esempi a strafottere nel blog). Quindi l'elemento psicologico del reato mi interessa poco. Mi interesserebbe se fossi un magistrato. Da economista non mi interessa.
Quindi sì, c'è chi si comporta da delinquente, sicuramente, ma questo non è il lavoro mio, e una buona parte della crisi che stiamo vivendo si spiega senza ricorrere a ipotesi criminali.
Se vuoi inseguire il criminale, accomodati: devi fare intercettazioni ambientali, procurarti prove documentali, sapere che tizio a fatto questo perché caio gli ha detto di farlo e non perché sempronio non gli ha detto di non farlo. Appassionante.
Io cerco di capire i motivi per i quali il sistema non funziona, quali regole emendare per farlo funzionare meglio, ecc.
Anche questo atteggiamento non è condiviso da molti. Esempio: quelli che vogliono fare la rivoluzione...
Vedi: non si può piacere a tutti...
Non so se sto chiarendo, fammi sapere perché da te vorrei farmi capire.
No, in effetti che il punto fossero i fallimenti del mercato non l'avevo capito.
EliminaEcco la produttività di cuo vagheggiano i piddini. in questi giorni... http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=18257
RispondiEliminaTema: Il vincolo esterno
RispondiEliminaSvolgimento
C'è, c'è sempre stato. Abbiamo perso una guerra, vaso più di coccio che di ferro. Metà Paese ha sperato nel vento dell'est, ma da Portella della Ginestra a Bologna il maestrale ha gelato i germogli costituzionali finchè la bonaccia ha offuscato il sol dell'avvenire.
Che fare? Meglio acconciarsi ad una casa comune in cui abitare le cantine. Forse un po' più di testosterone ci avrebbe fatto conquistare il seminterato...
Fin qui l'inevitabile (+ o -).
Il peggio arriva quando diventa evidente che lo strumento per smussare gli spigoli irriducibili è quell'idiozia dottrinale (grazie prof.) della moneta unica. Come ammettere che il capitale ci ha fregato facendoci fare una cazzata dietro l'altra alimentando la nostra ignoranza, cioè combattendo a modo suo?
Di chi la colpa? Di Ciampi? Lama? Andreatta? Padoa Schioppa? D'Alema? Del cerchiobottismo cattolico? Del tengo famiglia? Del contesto internazionale? Ai posteri....
Resta la consapevolezza, per alcuni in aumento, che ci han fregato con uno strumento sbagliato, ma non è sbagliato per tutti, ammetterlo ora significa accettare di essere stati coglionati con carte truccate a un gioco che non ci appartiene.
Ma ve lo vedete Fassino che dice: .
I vincoli esterni diventano cogenti quando vengono interiorizzati......
Nel tema -Il vincolo esterno- è saltata, per colpa mia, la frase di Fassino:
Elimina-Contrordine compagni! Dobbiamo gettare alle ortiche tutti i catechismi. Aveva ragione l'abate Meslier...-
I vincoli esterni ecc..
Molto chiaro e diretto! Anche un nulla in economia come me incomincia a capire ... l'ultimo Berlusconi mi convince sempre di più che fra un po' ci sarà un Bagnaisconi a capo del Ministero dell'economia.
RispondiEliminaGrazie dello sforzo divulgativo,
Matteo Dellanoce
Se posso permettermi una critica, a me pare che l'espressione "60 milioni di commissari tecnici della nazionale di calcio" sia anch'esso un luogocomune, così come una certa convinzione che mi pare abbastanza radicata nel voler sottolineare il "tuttologismo".
RispondiEliminaIo opererei una divisione tra chi pensa e agisce in buonafede e chi opera in malafede. Mi pare che il lettore poco esperto di economia, che magari potrà intuire un certo elitarismo in questo capitoletto, sentendosi forse chiamato in causa perché ha osato farsi un'opinione sbagliata e ancor di più ha osato difenderla - IN BUONA FEDE - abbia ben presente il fatto che i responsabili di questa crisi non siano i tuttologi o gli espertoni, ma gli esperti con laurea, dottorato e magari qualche pubblicazione. Non mi si vorrà dire, spero, che però gli espertoni votano (a proposito di democrazia)? Già perché si potrebbe rispondere che anche i medici sbagliano, anche gli economisti sbagliano, e persino anche gli ingegneri sbagliano, oltre a produrre al loro interno spesso labirinti autoreferenziali senza uscita.
Io prof. la stimo e l'ammiro, ma questo suo atteggiamento non lo condivido e lo trovo elitario e un po' controproducente se applicato nel libro. Spero che capisca ciò che voglio dire e non lo intenda come un attacco.
Personalmente non mi ritengo un espertone o un tuttologo, ma se discutendo con un amico, questo mi consigliasse di non fare una chemioterapia, non gli risponderei di stare zitto perché i medici capiscono molto più di lui. Ci sono molte altre considerazioni che si possono fare, e oltre a queste ci sono gli errori frequenti di chi dovrebbe invece, in teoria, sapere e fare. Se abbiamo l'euro non è per colpa degli espertoni, e quindi non è per colpa dei lettori.
In ultimo, spero di non rientrare per questo mio commento nella categoria degli 'oni, o in quella dei saccenti presuntuosi scollati dalla realtà... di certo non ci tengo a rientrare in quella degli adulatori.
Attendo di poter leggere il libro, anche perché da queste poche righe non credo che si riesca a capire bene il discorso complessivo.
Posto che tutti sbagliamo, quale che sia la specifica competenza, e che il semplice fatto di avere una laurea (a scanso di equivoci non sto pensando agli ingengeri) non implica nulla al di là dell'aver passato del tempo sui libri ed essersi conquistato un pezzo di carta, non sono d'accordo quando dici "che i responsabili di questa crisi non siano i tuttologi o gli espertoni".
EliminaNon direttamente, è ovvio, ma questa gente che pur capendo poco o niente si erge a mistersotuttoio lo fa solitamente prendendo per buono quello che ha sentito da chi aveva un qualche interesse a propagandare la sua posizione. In questo modo si diffondo quelle che molto spesso sono bugie utili al politico di turno; bugie che non trovano un adeguato contrappeso in quanto gran parte delle persone non ha le competenze per ribattere. E le bugie camminano...
Quindi tuttologi ed espertoni contribuiscono a sostenere posizioni che, non avendo fondamento, non sopravviverebbero senza di loro.
Non sono stati loro a portarci fin qui, ma aiutano i responsabili a tenerci fermi.
Io penso che le bugie che più hanno fatto male al paese e che più hanno inciso nelle varie dinamiche sono state quelle pronunciate dagli esperti (i cd. espertoni di solito ripetono queste bugie).
EliminaPoi ci tengo a sottolineare che io ho parlato della distinzione tra buonafede e malafede, proprio perché a me non piacciono le generalizzazioni e i giudizi categorici.
Credo che chiunque di noi qui almeno una volta nella vita abbia in buonafede difeso strenuamente un'idea sbagliata. Ma chi sbaglia in buonafede, se messo di fronte all'evidenza, poi ammette il suo errore.
Io volevo semplicemente dire che in un libro che si vuole essere divulgativo, polemizzare con i 60 milioni di commissari tecnici della nazionale, possa essere controproducente, anche perché ormai la situazione è talmente compromessa che non c'è nemmeno bisogno di sferzare il povero cristo piddino, che ormai ha perso ogni punto di riferimento ed ha già di suo una fiducia pari a zero nei partiti politici.
Non vorrei che il prof. fosse attaccato in modo pretestuoso su questo terreno per gettare fumo su tutto il resto.
Non volevo scrivere quello che ho scritto, mi sono pentito un po' di averlo fatto, perché capisco benissimo che la cosa possa apparire come un voler dare lezioni su cosa deve o non deve scrivere il prof. e questa non era e non è assolutamente mia intenzione.
Comunque posso sbagliarmi io, ci mancherebbe, magari questa è la strategia migliore.
Infine, e non aggiungerò altro su questo, preciso che lo stile del prof. mi piace, lo trovo adatto ad un blog, lo troverei adatto ad un editoriale sul CS o sul Sole, ma per il libro (per questo libro che immagino il prof. voglia essere letto da più persone e non solo da lettori attenti come noi o suoi studenti o colleghi) io personalmente preferirei il Bagnai che ho visto nelle brevi comparsate in tv o nelle conferenze che girano in rete. Non perché - ripeto - non ritenga brillante questo articolo, bensì perché temo che potrebbe essere controproducente.
E chiudo qui, scusandomi con il prof. che senz'altro sa cosa sta facendo molto meglio di me.
Ivan, questo articolo non è il libro, mi interessava una valutazione più sul contenuto che sullo stile, e anche se a me del calcio non me ne frega una beneamata fava continuerò a non considerarti un essere inferiore se al bar dello Sport fra uno spesapubblicabrutto e un criccacastacoruzzzzione ti sei anche lasciato andare a proporre qualche formazione della nazionale. Non sarà per colpa tua che è stata sconfitta. ;)
EliminaRibadisco il concetto, invece, che ogni luogocomunista e ogni espertone uccidono un pezzettino di democrazia. Per carità, sono creature di Dio anche loro, e forse sono anche redimibili. Ma siccome io non penso di voler cambiare il mondo, lasciate pure che con loro parli dicendo loro le parole che mi vengono dal cuore...
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EliminaChiaro, ma io sono "di parte".
RispondiEliminaMagari aggiungere a Bilderberg e Trilateral anche i Savi di Sion, così, solo per abbassare un pò il pH..... scherzavo!
Sicuramente verrà accusato di fomentare sentimenti antitedeschi per aver imputato un uomo di Neanderthal del primo default nella storia.... faccia l'esempio usando, chessò, due achei...
Potrei mettere due australopitechi. L'importante è capire che tutti quelli che arrivano con la bocca riempita di paroloni normalmente non hanno capito una fava. Meglio saperlo e ricordarselo.
EliminaMagistrale! Non serve essere un professore di economia per sapere che co 'sto libro ci farà (meritatissimamente) un sacco di soldi. Se li goda, glielo auguro sinceramente, e speriamo invece che i Livore e gli Scacciavillani si spendano i loro bottini àmmmedicine!
RispondiEliminaP.S. posso suggerire agli altri frequentatori una risposta da usare sempre contro er contezero? (almeno gli facciamo cambiare nick)
Che roba contessa, all'industria di Aldo
han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti;
volevano avere i salari aumentati,
gridavano, pensi, di esser sfruttati...
Caro Prof, d'accordo, faccio mea culpa per non aver approfondito le conseguenze dell'introduzione dell'euro nel 1996 (avrei potuto, visto che ero già grande per capire). E però... internet era ancora ai primordi e l'informazione (come ora) tutta di parte, ma soprattutto l'Argentina era di là da venire, ed io non possedevo doti di preveggenza. Ora ringrazio il Cielo che c'è un Bagnai che mi consente di capire le radici della crisi che mi colpisce direttamente al cuore (della mia fonte di reddito), e attendo con interesse l'uscita del suo libro.
RispondiElimina@Marco
RispondiEliminaconoscevo un articolo sul non AVO dell'euro pubblicato sull'espresso ma dopo che di AVO se ne è parlato per mesi e mesi.. alla fine ne devi parlare o no?
ma non serve scopiazzare qualche artt. altrui per dare un quadro coerente della crisi e ricordare che i fratelli alemanni dovrebbero sganciare gli sghei!
voglio dire.. 'sto signore vorrebbe tutto privatizzato (che è l'obiettivo dell'euro), non credo desideri inflazione che superi lo 0,1% (e dopo parla di deflazione.. ma per caso cosa stiamo vivendo e passando), non spiega il problema dei debiti privati (e verso l'estero soprattutto) e quindi?
detto per inciso.. esiste una tecnica di pubblicazione delle cose che è molto interessante: io pubblico qualcosa così tu non puoi dirmi che non ne ho parlato!
PS: alla fine L'ASINO CADE.. il nord produce cose tecnologiche mentre il sud vive di di turismo.. 'sto pirla non sa che l'Italia si è sviluppato con un mercato di 50 ml di persone mentre la Germania con uno di 100 (60 nell'ovest, poi olanda, danimarca, parte della svizzera, parte della francia, austria, parte del belgio..).
la svalutazione serve a raccordare la minore competitività via minore produzione!
e non mi pare che la Mercedes abbia vinto più mondiali della Ferrari..
PPS: tutti i diesel del mondo camminano con tecnologia FIAT
Profe oggi sul fq esce questo :
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/17/commercio-estero-avanzo-di-45-miliardi/354561/
dice che abbiamo raggiunto l'avanzo più alto dal 1998, se non che le importazioni sono aumentate del 2,9% e le esportazioni solo dello 0,3%..anche se forse sarebbe più utile conoscere i valori in miliardi di euro più che la variazione percentuale.
Finalmente! Mi ritrovo esattamente nel concetto espresso sul complottismo: dal momento in cui non possiamo dimostrare nulla meglio lasciar perdere.
RispondiEliminaIl punto non è che Tizio o Caio siano criminali, o che la Merkel gli telefoni quello che devono fare. Che ci sia una classe politica che sta svendendo il paese in nome di nulla è nei fondamentali macroeconomici e a me basta questo, e dovrebbe bastare questo a un elettore sensato. Poi se i magistrati vorranno e gli storici sapranno fare il loro lavoro, magari ne sapremo di più. Ma noi GIA' SAPPIAMO. Questo è il punto. Chi sa leggere le International Financia Statistics, o il World Economic Outlook, GIA' SA. Il resto, secondo me, in questa fase è folklore molto controproducente sul piano della formazione di un giudizio politico.
EliminaSì, è chiaro.
EliminaQuello che importa è capire The Big Picture.
'..l'Italia è a una svolta e rischia di tornare a 150 anni fa :' Noi siamo da secoli calpesti , derisi ...' .
EliminaE' un tornante della storia : o abbiamo la forza di tornare a essere padroni a casa nostra o veniamo colonizzati '
(tremonti 9/9)
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1JURUZ
(non leggete l'articolo ,l'unica cosa sensata è questa citazione)
La citazione non la lascio come elogio a tremonti (perchè il tornante della storia non mi sembra che l'abbiamo preso molto bene anche ^grazie^ alla sua guida) magari pero' puo' essreuno spunto per un dialogo a distanza...
(se si usa donald si puo' usare anche giulietto...)
Questo invece non riesco a interpretarlo...
che vorra' dire il nostro ministro della difesa(???)
http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1K4S5F
Il "nostro" ministro degli esteri vuol dire che la lotta contro la sovranità nazionale deve esser svolta a tutto campo, non solo sul piano fiscale...io almeno ho capito così.
EliminaInoltre che spenderanno (tagli anche lì) meno per il personale (ora è il 70% del budget, a livello europeo il 50), ma magari di più per armamenti (tedeschi?).
Elimina@Simone:
RispondiEliminascommetto che il valore supera ampiamente quelli degli anni 60 e 70.. certo, i prezzi di oggi sono come quelli di 15 anni fa! ahahahha
ma una cosa, aumenta di 1 l'export e di 2 l'import e..
ma che articolo è?
più che altro credo vada verificata la dinamica, e poi in generale mi sembra che la crescita dell'export sia asfittica, e che noi si continui a comprare più roba da fuori. Ma attendiamo lumi da Black Knight
EliminaL'articolo riporta direi integralmente il comunicato stampa dell'Istat sul commercio estero di luglio 2012.
Elimina@Marco B:
RispondiEliminaera una battuta visto che in realtà un'inflazione del 2% è stata stabilita per non creare deflazione.
ma visto che i prezzi possono salire per motivi esterni (prezzo materie prime) e decrescere per motivi interni (toh, redditi!) allora per me quel 2% è un bello zero!
a parte questo, mi pare che se l'inflazione fosse più elevata i tassi di interesse sarebbero più elevati..
secondo me la bassa inflazione serve per vivere di rendita
Io, da profano, l'ho capito!
RispondiEliminaGentile Prof. Bagnai,
RispondiEliminasarebbe un bel gesto se facesse come quest'altro professore:
http://www.withouthotair.com/
che ha pensato bene di demolire le aporie del più energie alternative. Usando i dati, come lei.
Cordiali saluti,
Non ho capito se il bel gesto sarebbe fare quello che sto facendo, o fare quello che sta facendo quel professore, il quale sta facendo nel suo campo quello che io sto facendo nel mio. Comunque, ho aperto questa discussione per ricevere consigli, quindi... ben vengano!
Elimina@Ivan B
RispondiEliminaovvio che bisogna distinguere tra persone in buona fede e in cattiva.
Mi trovo perfettamente d'accordo.
però non ho capito il passaggio del " polemizzare con i 60 milioni di commissari tecnici della nazionale".
qualcuno deve spiegare che questa notizia è una cosa normale in regime di vincolo esterno?
http://www.siracusanews.it/node/31122
e che sarà normale un giorno pagarsi istruzione e sanità perché il privato è più efficiente e lo Stato deve solo pensare a salassare i 4 ancora superstiti?
chi vuole capire capisca, chi non vuole capire.. non capisce!
Non c'entra niente, ma ho letto di recente che Andreatta, padre della separazione tra Tesoro e BdI, fu anche “l'inventore dell'Ulivo e della candidatura di Prodi” che “era stato tra i suoi migliori allievi”.
RispondiEliminaLe nostre odierne sfortune hanno lontane e bizzarre origini.
Delle quali il libro parla, appunto. Non sono poi così bizzarre. Si è trattato di una svolta sincronizzata, che ha riguardato tutte le economie avanzate. Il fatto è che ora le altre ci stanno ripensando, e noi no!
Eliminaa pensarci bene in tutto questo c'è qualcosa di profondamente grottesco. Voglio dire: la politica europea, non solo quella italiana, ha creato l'euro. Politicamente parlando si è fatto un miniaccordo inziale, una cosa minimalista, per cercare di vincolare il mondo politico verso una successiva +europa. Quindi verso successivi nuovi miniaccordi fra politici europei. In realtà non si è fatto dall'inizio quello che era necessario politicamente e democraticamente: una costituente europea. Non si è fatto perchè era evidentemente impossibile farlo. Troppi stati e troppe componenti politiche da raccordare. E allora visto che non era possibile fare una europa unita e democratica si è fatto un niente politico e un niente democratico. Aspettando poi che i politici successivi continuassero nel nulla politico e democratico successivo. Come fai a creare democrazia se non hai un largo accordo democratico sulle regole fondanti? La politica ha fallito dall'inizio. Serviva cosa? Una maggioranza almeno del 70percento degli europei partecipanti per avere un minimo di costituente democratica? mancando quella ma cosa vuoi costituire? Ad ogni nuova elezione ogni paese può avere una maggioranza che butta alle ortiche le regole comuni, tanto non erano nella costituente. Politicamente è devastante parlare di europa in questi termini. Non essere riusciti a formulare neppure le regole per un'uscita dall'euro secondo me ha significato solo che non erano scrivibili per mancanza di accordo. Altre storie secondo me sono solo balle. La politica ha saltato a piè pari il processo democratico per costituire l'europa. Giustamente, come dice Bagnai, se per cominciare bisognava raccordare il mercato del lavoro ma chi poteva mettere le fondamenta dell'europa in mano al mondo del lavoro? La politica delle lobbies forse? Il sindacato è ovviamente diventato un semplice elemento decorativo da quel momento in poi...
RispondiEliminaConcordo che questa sia la parte più interessante del suo discorso - per quello che son riuscito a seguire sul blog - e che il testo la renda in modo perfetto. Provo a diffonderla a qualche piddino ma non garantisco!
RispondiElimina@Silvia
RispondiEliminatono? quando ero all'università tutti odiavano l'Arcidiacono (costituzionale) perché scritto in pratica senza punteggiatura.
ma sa una cosa?
alla seconda lettura mi sono appassionato.. ero costretto a sforzarmi.. e riuscì a maneggiare la materia alla grande.
un libro di saggistica (per dire..) deve contenere cose utili, deve avere una sua logica.
punto.
sul marketing
http://www.youtube.com/watch?v=uZub-7ulikc
Temo sia una scelta un po' scontata, ma andrei per l'incisione di William Christie per Harmonia Mundi.
RispondiEliminaPoi, secondo me il passaggio nel testo dagli espertoni ai complottisti non è particolarmente felice. Perché (penso) non è vero. In particolare, non è detto che dare molta importanza al ruolo del capitale fittizio porti necessariamente a dare la colpa a Bilderberg. Non so come la veda lei, ma a me pare sensato spiegare l'andamento della crisi finanziaria a partire da un discorso su credito e deregulation. Poi naturalmente si dovrebbe spiegare come dal mondo della finanza la crisi si sia trasferita all'economia reale.
Detto in altro modo, credo ci sia gente che ha cercato di farsi un'idea della crisi mondiale prima della crisi dell'euro, e che può eventualmente commettere errori applicando alla crisi dell'euro gli stessi modelli concettuali usati per interpretare la crisi mondiale, ma non è necessariamente complottista.
Sì, è sensato, ovviamente, far risalire la crisi mondiale alla deregulation. Ma va fatto con una certa intelligenza. Io parlo dei personaggi che ho incontrato. Se vuoi, vado nelle fogne del blog e ti tiro fuori centinaia di imbecilli del tipo "Bagnai tu sei un coniglio non vuoi dire Bilderberg", o "la colpa è dei supercomputer", o ecc. ecc. in varie combinazioni. Accomunati, nota bene, da una totale (TOTALE) ignoranza dei fondamentali macroeconomici, e quindi incapaci di spiegarmi perché mai non ci sia (ma forse c'è, ditemelo voi) un paese che sia andato in crisi finanziaria con un surplus di current account.
EliminaCi siamo?
Poi certo che la deregulation c'entra, ma io questo nel libro lo dico, lo motivo, lo spiego. Perché COSA sia la deregulation, mi sembra di aver capito che la gente non lo sappia poi tanto bene.
Anch'io ho avuto la stessa impressione di Marcello. La saldatura tra espertoni e complottisti non mi convince.
EliminaL'espertone, come l'hai caratterizzato all'inizio, è quello che pensa che per fare la crisi ci vuole il neo-liberismo (perché si tratta di un brutto neo che deturpa il bel volto del liberismo) o il turbo-capitalismo (perché il capitalismo nella versione base è sano e ci porta lontano).
Ho capito male? Questo è un tipo già di per sé interessante e meritevole, diciamo così, della tua attenzione e del tuo trattamento. Ed è il tipo che predilige l'obiezione di natura "tecnica": “Bagnai non capisce nulla, non sa che la maggior parte delle transazioni sui mercati finanziari avviene per moventi speculativi..." ecc...
E parimenti meritevole della tua attenzione è il complottista, che per essere tale non ha bisogno di ipotizzare la degenerazione del mondo perfetto del mercato. Al mercato anzi generalmente non crede, essendo per lui la realtà il frutto di un piano predeterminato.
Il complottista ama l'obiezione moralistico-politica: "Bagnai non ci incanti con gli argomenti tecnici, se hai coraggio devi parlare del vero potere!".
Tra l'altro se tieni distinte le categorie becchi in castagna più "piddini", perché i piddini possono essere espertoni ma non complottisti (non possono violare la consegna del politicamente corretto): se gli mostri un espertone-complottista pensano che non stai parlando di loro.
Ecco, questa mi sembra una critica molto lucida. A latere, una premessa di metodo. Ho capito che sapete tutti come si scrive un libro, come si scrive un blog, e come si scrive una lettera alla fidanzata. Però c'è anche il problema di come si legge, giusto? (altrimenti non ci sarebbe il problema di come si scrive). Io non ho detto che queste due categorie (che effettivamente sono distinte) si identificano sempre. Ho detto "normalmente", che poi vorrebbe dire "in media", perché questa purtroppo è stata la mia esperienza. Leggendo un libro spero che non si saltino gli avverbi! Farò più sforzo per distinguere i due tipi di personaggi, ma credetemi: la stupidità è multiforme, certo, ma proprio per questo molto "inclusiva": il misto espertone/complottista in giro c'è, e come! Io poi non volevo fare un trattato di antropologia...
EliminaComunque sì, giusto, in effetti hai perfettamente ragione: il piddino tende a essere espertone ma non complottista, anzi trova complottiste frasi del tipo "il divorzio Tesoro - Banca d'Italia ha influenzato la distribuzione del reddito". Per questo motivo ho mandato a fare in culo lo sbilifesto con tutti i suoi annessi e connessi: era veramente un lavoro inutile (con tutto il rispetto per chi si ostina a farlo).
Bagnai, dare dell' espertone a cappuccetto rosso ,ma come si fa!E talmente rimbambita che non riconosce neanche il lupo al posto della nonna. Lo sanno tutti che quella è complottista. Il cacciatore, ammazza il lupo cattivo e tutti vissero felice e contenti. L'espertone, spiegherebbe la disavventura della fanciulla adducendo motivi tecnici : aver scelto la strada più breve (turbo capitalismo) o aver dato informazioni di dove era diretta al lupo (i cinesi).Però, nessuno si chiede che cavolo faceva una bambina sola per boschi.Forse la madre aveva la visione europea? :))
EliminaNon perderei un tuo avverbio per nulla al mondo, sia chiaro!
EliminaOooooops!
RispondiEliminaazz..la perfidia!..devo però ammettere che l'atteggiamento di Barnard mi è sembrato un pochino eccessivo, attendo con ansia che venga pubblicato il carteggio tra lui e la regione Calabria.
EliminaTutte giuste critiche, però si cade sempre nel " più europa"
Elimina"Come invece spiegava a Rimini Marshall Auerback, bisogna applicare la MMT in relazione all’euro, per trasformare una moneta attualmente matrigna e oppressiva in speranza di benessere e cambiamento per l’Europa intera"
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaIo dopo aver letto Goofy. E non credo di essere il solo
Eliminaal minuto 2:11
Scusate, stavo cercando di aggiungere qualcosa, perchè avevo cancellato un pezzo in cui dicevo che il testo sottopostoci dal professore mi sembrava comprensibile (perfino a me), e mi piaceva l'introduzione dell'espertone (a vari livelli) come figura che fa danni, ma sono imbranata (oltre che un po' rimbambita) e invece di rispondi ho pigiato elimina perché è suonato il telefono, poi non so, è scomparso tutto, è la prima volta che interagisco pubblicamente via internet, mi è toccato studiare anche questo...e non sono diventata esperta.
Elimina@Sil-viar
RispondiEliminaun sindacalista della UIL (ok, purino.. locale e forse si legge solo i diktat della sede centrale) mi rispose sull'euro: "ha dato però stabilità!"
ed io: "ehi, ha svalutato del 20% sul dollaro, creato 9 ml di disoccupati in Europa, fomentato l'odio sociale e e mi dici che ha dato stabilità?"
forse non sono 9 ml ma non penso sia questo il punto.
in sindacalisti...
Buongiorno Alberto,
RispondiEliminascrivo in merito all'estratto del libro riportato. Premetto che ho letto solo una volta, quindi è una impressione "leggera".
Leggendolo ho trovato il discorso su espertoni e complottismi azzeccato. Ok, è una semplificazione quindi per me va bene.
Quello che mi è rimasto come "dubbio nell'aria" è un semplice fatto: in questo pezzo viene argomentato che le crisi finanziarie ci sono sempre state, la crisi della zona euro è una crisi finanziaria e più precisamente la deregulation non è la causa fondante della crisi della zona euro, ma non riesco a capire perché la deregulation non è la causa. Sostanzialmente in questo brano per me andrebbe aggiunto il motivo che traccia una linea di demarcazione: di qua problemi deregulation e di là problemi area euro.
Può essere che venga già scritto in altre parti del libro, quindi questa mia annotazione potrebbe essere velleitaria. Ma tant'è. :)
Annotazione stilistica: mi piace di più come scrive sul blog. Più ficcante, corrosivo e ricco di squilli ed incisi tipo " Accomunati, nota bene, da una totale (TOTALE)" che apprezzo moltissimo. Ovvio, un libro è cosa diversa. Però un ulteriore piccolo travaso stilistico blog-->libro secondo me ci potrebbe stare.
Bene. E con questo credo che possiamo chiudere la discussione! Mi avete dato molti consigli stilistici dei quali comunque non avrei tenuto conto, perché il mio stile sono fondamentalmente fatti miei, e dei quali è impossibile tener conto perché c'è chi, come te, lo vuole più aggressivo, e chi lo vuole più compassato. Io so quello che devo fare e lo farò.
EliminaCirca i contenuti, vedo che vent'anni di "meno male che l'euro/Silvio c'è" hanno lasciato dei sedimenti anche nei miglior, cioè voi!
Seguire un ragionamento strutturato è evidentemente difficile per tutti, anche per me, ma io ovviamente NON dico che la deregulation non c'entri, anzi! Solo che la deregulation non è (solo) il supercomputer o (solo) il Glass-Steagall abolito o (solo) il banchiere cattivo o (solo) la Trilateral. Ci sono radici storiche più profonde, scelte politiche prese in modo preciso, da persone precise, per motivi che si riflettono nei fondamentali macroeconomici, in un ben preciso quadro storico che poi è cambiato, ecc. ecc.
Non so se è chiaro. E se non è chiaro, sapete cosa fare per chiarirvelo!
Lessi a suo tempo articoli di Barnard (devo ammettere che alcuni punti erano anche condivisibili), ma ogni volta che parlava di complotto mi scendeva la cataratta, dovetti smettere. Non si può sostenere qualcosa che ha la pretesa di essere scintifico o comunque verificabile, con una tesi complottistica. La sua analisi Prof. è più che plausibile in quanto prende gli elementi oggettivi a disposizione senza appellarsi ad artificiosi conclusioni, folkloristiche come dice lei , e anche un pò banali e lievemente ridicole (soprattutto per l'enfasi che le accompagna) aggiungerei io. Dire che l'acqua va al mare sarebbe stato molto più rivoluzionario.
EliminaPs altro che adepta ,io, prima di fermarmi su Goofy mi sono pure scandagliata la biografia del suo cane (che peraltro non ha:), per dire.
In sintesi , in my opinion , fa bene a puntualizzare le sue distanze (per me già evidenti e gradite) dai complottisti, sta scrivendo un saggio non una Spy story.
Oltre 20 anni di martellante propaganda televisiva hanno insegnato, a quegli italiani che si credono più scaltri degli altri, che “comunisti” sono tutti coloro che dissentono dall’operato del governo, soprattutto se hanno fondati motivi per farlo, e indipendentemente dal fatto che si riconoscano effettivamente nell’ideologia comunista.
RispondiEliminaL’aspetto sorprendente della faccenda è che anche una larga parte dell’elettorato di sinistra ha accettato con entusiasmo di farsi imporre la leadership di un democristiano mediocre come Prodi – l'aspetto “bizzarro” è scoprire che fu Andreatta a sceglierlo -, e si è progressivamente lasciata convincere della necessità di prendere le distanze da tutto ciò che poteva andare sotto la generica definizione di comunismo. Ciò è accaduto anche perché alla martellante propaganda berlusconiana si è affiancato da sinistra un esercito di parolai a tassametro – quelli che i media presentano come “opinionisti”, “politologi”, “economisti”, ecc. - che ha indirizzato l’elettorato di sinistra verso i nebulosi approdi del riformismo. Ovvero verso il nulla in cui vaga da anni. I vari Pasquino, Miriam Mafai, Franco De Benedetti, Antonio Polito – per citare i primi che mi vengono in mente -, vale a dire gli opinionisti dell’area di centrosinistra che nei momenti cruciali fanno il gioco dell’avversario – hanno instancabilmente preparato il terreno al berlusconismo, aprendo varchi ad ogni possibile peggioramento della situazione politica e sociale italiana mediante l’approvazione preventiva di ogni misura volta a smantellare l’intero impianto delle tutele e dei diritti dei cittadini.
I “comunisti” non ci sono più da tempo. Oggi, però, le cose non vanno meglio, anzi... Molti sperano in Grillo o in Di Pietro, così come avevano sperato nel “popolo viola”, che crede che la democrazia si costruisca su facebook, e intanto i lavoratori si arrampicano sui tetti, si rinchiudono nelle gallerie delle miniere, mentre i vari marchionne mandano a ramengo ciò che resta del tessuto produttivo nazionale.
Come se non bastasse, a tutto questo si è sovrapposta la demenziale scelta di abbracciare acriticamente l'adozione della moneta unica, che in dieci anni ha reso pericolosamente traballante l'intera architettura sociale politica ed economica che, nel bene e nel male, al prezzo di sangue sudore e lacrime aveva retto per i sessanta precedenti, e posto le premesse per un futuro di incertezze, rancori e voglia di rivalsa.
Ora direi che la misura è colma, che proseguire su questa strada non potrà che avere esiti catastrofici, e che è giunto il momento che gli italiani più attenti e capaci facciano sentire la loro voce.
La sua, professore, è una voce che ascolto volentieri perché, dettagli tecnici a parte, mi dice cose che penso da tanti anni. Lei, con i suoi dati, ha dato una veste scientifica ad un problema squisitamente politico, offrendo una chiave di lettura che, a mio modo di vedere, dovrebbe aiutare a meglio comprenderlo. Libri ne compro, e ovviamente comprerò anche il suo. Ma ciò che spero è che anche altri italiani si sveglino da questo venefico torpore che ci sta soffocando a poco a poco. E non mi riferisco solo al dato economico, che pure pesa e angoscia, ma all'aspetto psicologico di questa assurda situazione che a suon di “più Europa” ha tolto la terra da sotto i piedi a milioni di persone, ma, soprattutto, ha tolto loro la speranza in un futuro degno di essere vissuto.
Sì è così...Bagnai è una voce unica, una "fonte" di "verità che non si VOGLIONO sapere", semplicemente non le si vuole davanti agli occhi; destabilizzano certezze che disegnano illusorie sicurezze di una inesistente via d'uscita, anche se ormai a molti di noi sembrano acquisite, QUI, MA NON FUORI DI QUI...
EliminaCe ne fossero altre in europa di queste voci, così implacabilmente decise a rendere giustizia alla verità sui fatti falsificati in cui si dibattono milioni di persone, molti milioni, tra cui noi italiani e non solo.
Bruxelles è piena di gente soddisfatta, quasi serena, si direbbe, e sicura di sapere come stanno le cose: "loro" credono di essere "usciti" dalla crisi perchè hanno fatto rapidamente le cose giuste e noi no...E' piena di italiani per i quali ciò è altrettanto una certezza.
Ora come esattamente se ne esce, da questa colossale messa in scena non si sa: quello che è certo è che aprire gli occhi è un dovere verso noi stessi, è una fatica catartica indispensabile. Certo, una fatica.
Ma mica importa, ora, se "recepiranno" in 100, in 10.000 o, tra qualche tempo, molti di più: l'importante è credere in questa possibilità, perchè altrimenti siamo semplicemente "perduti", lost in translation...
Rimboccarsi le maniche e accompagnare Alberto in questa fatica richiede una capacità quasi innaturale, nell'ambiente che ci riconda. La voglia di non rassegnarsi e di vedere una curva alla volta, con pazienza e rialzandosi sempre, se si cade.
A un certo punto la strada compiuta ci apparirà come una lunga corsa verso la libertà, qualcosa di fantastico..
(Pensieri nati nell'aeroporto di Bruxelles, mentre euroburocrati vari, uomini politici italiani e affaristi, indifferenti, si muovono in un mondo ormai scollato e surreale)
Cari kth e 48,
Eliminaavete espresso ciò che io non riesco a dire. Grazie.
Non sarò mai grata abbastanza al Prof. Bagnai per avermi dato gli strumenti, i dati e le informazioni per poter sostenere quello che ho sempre pensato, per avermi dimostrato che la soluzione esiste, che non sono sola ne' una disadattata asociale anarchica snob(?io?) un po' scema.
Incontrarlo è stata una sorta di illuminazione, ha squarciato la plumbea cortina della menzogna e del conformismo contro la quale mi dibattevo inutilmente, non capendo da che parte cominciare.
Non ho preso parte agli happening politici che si sono svolti in questi anni, una sorta di accorati appelli di massa, ma ho fatto e faccio parte di un comitato di genitori che difendono la scuola (in pratica abbiamo l'avvocato fisso), se posso sperare in qualcosa spero in questi cittadini che si sono organizzati contro gli inceneritori, la tav, per la difesa della salute, del territorio, della scuola, senza il sostegno di nessuno, contro gli interessi delle oligarchie e per rivendicare i propri, piccole sacche di resistenza parziali, particolari (ma l'inceneritore di Veolia è stato chiuso dalla magistratura).
Ho già parlato di Goofynomics ad una riunione in estate, alla prossima darò degli appunti ripresi dal blog, sperando di suscitare interesse. Non è molto, ma è quello che posso fare, oltre a parlarne con tutti quelli che incontro.
Spiacere è il mio piacere...
RispondiEliminaSalve prof., il suo riferimento ad una scena di baratto mi ha ricordato l'opinione di un antropologo, David Graeber, riguardo la peculiare fascinazione degli economisti per questa forma di scambio:
RispondiElimina"When economists speak of the origins of money, for example, debt is always something of an afterthought. First comes barter, then money; credit only develops later. ... For almost a century, anthropologists like me have been pointing out that there is something very wrong with this picture. ... (FOR ECONOMISTS) it seems important, therefore, to begin the story of money in an imaginary world from which credit and debt have been entirely erased. ... It's important to emphasize that this is not presented (BY ECONOMISTS) as something that actually happened, but as a purely imaginary exercise. ... The story of money for economists always begins with a fantasy world of barter. The problem is where to locate this fantasy in time and space."
Secondo Graeber gli economisti, che poi spiegano come si sia passato all'uso della moneta, partono da un'ipotetica società basata dal baratto per una ragione precisa:
"Tellingly, this story played a crucial role not only in founding the discipline of economics, but in the very idea that there was something called "the economy," which operated by its own rules, separate from moral or political life, that economists could take as their field of study."
Links:
http://en.wikipedia.org/wiki/Graeber
http://www.amazon.com/Debt-The-First-000-Years/dp/1933633867/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1347970689&sr=8-1&keywords=Debt%3A+The+First+Five+Thousand+Years
Questo è un contributo molto interessante, a mio sommesso avviso. La domanda su quali siano le funzioni della moneta la rifilo agli studenti che vorrei non vedere più all'esame, perché in teoria è semplice (unità di conto, riserva di valore, mezzo di pagamento - cioè liquidità). In effetti dimentico sempre due cose:
Elimina1) gli studenti preferiscono le domande difficili (sono quelle le cui risposte colpiscono di più l'immaginazione, e quindi ti rimangono appiccicate al neurone nell'intervallo di tempo che intercorre fra quando sfogli il testo in corridoio e quando entri in aula perché "toh! C'è un appello di Bagnai..."
2) la questione in questo caso è solo apparentemente semplice.
Se ti vedi il video di Fantacci capisci che secondo l'antropologo gli economisti, nel loro racconto, ignorano la funzione della moneta come unità di conto, cioè come strumento di misura dei debiti e dei crediti, e si appiattiscono sulla visione della moneta come liquidità, come intermediario degli scambi che risolve il problema della doppia coincidenza dei bisogni (tipico del baratto).
Quindi mi sembra che l'antropologo la pensi un po' come me: la finanza è una promessa, che va misurata, e non è assurdo pensare che i mezzi per misurarla preesistessero alle altre funzioni della moneta.
mi sembra che che venga travisato un fatto..il libro e il blog stesso non si rivolge all'elettorato disinistraodidestrq, ma alle persone che vogliono capire...invece molti commenti sembrano di delusi elettori....
RispondiEliminadestra e sinistra, come ben scrisse anni fa Antiseri, non esistono più..
Gianni z.
"destra" e "sinistra" come categorie di pensiero politico esistono, eccome, e Goofy lo sa bene.
EliminaSe invece si pensa di poter ancora identificare la "sinistra" con i partiti sedicenti tali, bè, allora è un altro discorso....
O, come scrisse Bobbio, esistono sempre......
EliminaGentile prof, quando lo fa un bel pezzo sulla scala mobile? O, siccome vorrei approfondire la questione, cosa mi consiglia di leggere? Grazie.
RispondiEliminaGià c'è il pezzo sulla scala mobile. Cerca nel blog.
EliminaNon lo trovo nel motore di ricerca interno...
Elimina@ matteo
EliminaEccolo:http://goofynomics.blogspot.it/2012/04/lavoro-mobile-o-scala-mobile.html
Buona lettura.
Ciao, premesso che dopo un piccolo periodo di ferie sono inciampato in un lungo periodo di astinenza da Internet, prima il PC da riformattare,subito dopo la linea di casa che non andava e il tempo in ufficio era tiranno visto le cose che dovevo sbrigare. Tutto questo per dire che forse mi sono perso qualche puntata. Ma la domanda è secca Il libro quando esce?
RispondiEliminaPS: Nel frattempo che arrivi anche a Livorno "La trappola dell'euro" (a stamani non era ancora in libreria forse ci vuole ancora una settimana), in questi giorni di ozio è successa una cosa carina, nel 2007 avevo comprato " Capitalismo Scatenato"di Andrew Glyn ma non lo avevo mai letto visto che era stato scritto prima della crisi, mi ero dedicato agli scritti post crisi nella convinzione che avessero qualcosa in più da raccontarmi per capire meglio ciò che stava accadendo.CI SONO RIMASTO MALE, IL LIBRO DI GLYN E' UN CAPOLAVORO DI SEMPLICTA' E DI REALTA'.
Molte cose scritte da Glyn sono le stesse che Alberto ha scritto e ripetuto più volte.
Hasta la vista :-)
Prof, in questi giorni sto lavorando tanto e non riesco a star dietro, ma vedendomi citata violo per una volta la netiquette commentando a cavolo (le altre volte ho commentato a cavolo pur essendo preparata). Come captatio benevolentiæ diciamo che ultimamente sono in modalità L'adolescente, sa quando l'urgenza di comunicare lo spingeva a cercare di inserirsi inopportunamente in ogni discussione che gli capiva a tiro. Il che a ben pensare farebbe di lei il mio "filosofo per donne", espressione che nel libro non viene spiegata mai e il cui significato aimé intuisco più che comprendere compiutamente. Non sa quanto mi piacerebbe confrontarmi con lei su questo, ma oltre a rubarle tempo non vorrei rischiare di inimicarmi con un colpo solo e in perfetta innocenza sia i filosofi che le donne, quindi magari facciamo che evitare. Che lavoro duro che fa lei però.
RispondiEliminaTutto sto preambolo per dire (ma sono stanca mi perdoni), che davvero mai nella mia vita qualcuno si era sognato di darmi della groupie, temo di esserne il quasi perfetto opposto a partire dal fatto che faccio una fatica terribile a darla via (la mia intelligenza), ma ho sempre pensato che se si vive abbastanza a lungo si finisce per sentirsi dire qualunque stronzata, e possibilmente pure l'esatto contrario, pertanto le dirò che arrivo a trovare la cosa adorabile.
Rigrazio queste persone di dimostrare la pochezza del loro intelletto in moltitudini meravigliose di cazzate, io 'sta cosa me l'ero persa e quindi grazie di averla portata alla mia conoscenza, sarà la perla più perfetta della mia collezione, anche se il suo destino sarà un giorno quello di venir scalzata da una cazzata ancora più micidiale, tale è la gloriosa fine di ogni scienza umana.
Rimestando nel livore dei dott. Livore, sappino che io all'euro non ci credetti mai manco per un secondo (e con me mia sorella donna pure lei) e ciò ben prima di Goufinomix, sapete perchè? Perchè lo slogan era: "non possiamo perdere il treno dell'Europa" e quando tirano fuori le metafore ferroviarie l'intenzione precisa è quella di asfaltarci.
Considerazione semplice ma innegabile nella sua verità: se l'euro fosse stato qualcosa di buono non avrebbero avuto bisogno di ammanircelo con argomenti così cretini.
Off-topic: ieri sera a Ballarò surreale "servizio" sulla Germania "paradiso dei lavoratori" che neanche ai tempi della DDR: "lo stipendio MEDIO di un operaio è 1800 euro al mese".
RispondiEliminaIl martellamento è continuo e a reti unificate, e una menzogna ripetuta a sufficienza diventa verità.
Continuando OT apprendo dalla viva voce di Federico Rampini che la Germania è in attivo nel bilancio commerciale con la Cina;questo in un'intervista rilasciata per la presentazione del suo nuovo libro a Radio3 Fahrenheit,disponibile sul sito.
EliminaA proposito: Berlinguer, quello della riforma, è vivo e ha appena compiuto 80 anni a...Bruxelles, con tanto di festeggiamento ufficiale al parlamento UE, rinfresco, discorsi commossi e tutto il resto...un vero europeo
RispondiEliminaA proposito ancora, anche se leggermente OT: si sta parlando di nuovo, nelle alte sfere ministeriali, della riduzione della scuola superiore da cinque a quattro anni, di cui qualcuno oltre me certo si ricorda, che era già progetto, poi non attuato, di "questo" Berlinguer, in seguito ripreso e non attuato dalla Moratti e invece già da tre anni presente in maniera non tanto nascosta nella lettera della legge della riforma Gelmini in atto.
EliminaIn tale riforma della scuola superiore non si parla più di biennio e triennoi, pure a fronte dei cinque anni di cui la scuola superiore tuttora consiste, ma di "primo biennio", "secondo biennio, "quinto anno" - testualmente dalla legge. Tre anni fa mi mise in sospetto il cambiamento delle parole, in mezzo al silenzio, che perdura, degli insegnanti - cambiamento ingiustificato se si continuasse a pensare a un percorso di cinque anni complessivi: isolare, nella lettera della legge, il "quinto anno", mi sembrava il preludio a sopprimerlo senza, per allora, manifestarne il proposito ma introducendo intanto questo moncone nel lessico abituale e quindi nella mentalità degli insegnanti.
Predisporli all'accettazione - loro e i vari inefficaci sindacati, nonché la media dell'opinione pubblica per la quale la scuola è prevalentemente un fastidio.
Che bella continuità, da "questo" Berlinguer a ora...
Ho trovata la notizia su un numero recente di www.orizzontescuola.it
Da non perdere.
RispondiEliminahttp://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/obama-miracolato-dalle-gaffe-di-zio-paperomney-certo-se-non-vince-con-un-rivale-44121.htm
Articolo di Massimo Gaggi sul corsera che dice, che, insomma, Romney sarà pure inopportuno, ma che è proprio vero che "il sistema delle tutele sociali, specie per gli anziani" sta portando lo Stao federale alla "bancarotta"...Sti pensionati USA che parassiti!
E ci serva da lezione-anticipazione per capire cosa dovremmo fare in Italia...in fondo questo fastidioso allungamento della vita media, dei parassiti italiani, mica dei padridellapatriaeurofili (che dio li conservi in vita perpetuare la gerontocrazia dell'austerity), non è più tollerabile. Leggi tra le righe: viva la fornero, che è stata pure troppo buona...
Mi sembra la conferma (provata) di un concetto che in molti avevamo intuito: queste persone (generalizzo) disprezzano il "popolo".
EliminaIl messaggio che ne esce è però che se tieni al "popolo", turandoti il naso, devi votare democratico, e lì casca l'asino.
Mi permetto di riportare un commento di Chomsky che condivido profondamente in merito:
Elimina"Non ho mai avuto nessuna particolare aspettativa su Obama, le elezioni negli Usa sono una farsa, una stravaganza, un fenomeno di pubbliche relazioni che non decide nulla. Obama ha vinto perché aveva un’ottima strategia di marketing, ecco tutto. Non è una mia opinione, è stato anche premiato per questo. Nel 2008 è stato nominato Advertising Age's marketer, votato da centinaia di addetti ai lavori riuniti nella conferenza nazionale dei pubblicitari”. Per il resto: “Il costo delle elezioni aumenta e diminuisce la loro credibilità, mentre Obama fa il peggio del peggio: arresta chi si oppone, fa ammazzare in giro per il mondo i “nemici”, nemmeno Bush aveva osato tanto, lui si limitava a farli sparire e a consegnarli a stati con leggi più elastiche."
@ivan
EliminaChomsky è un grande il problema sta nel fatto che, pur denunciandolo, anche lui poi vota Obama "turandosi il naso". Ricordo che vidi anni fa un servizio sulla rai in cui facevano vedere le elezioni in Bolivia (o in Equador non ricordo) tutti volevano disperatamente liberarsi del precedente primo ministro ma entrò in campo un'agenzia di marketing americana che riuscì con varie supercazzole a fargli rivincere le elezioni, poi il "popolo" lo cacciò con fucili e rivolte di piazza pochissimi mesi dopo, la stessa agenzia (o meglio le stesse identiche strategie di marketing) erano all'opera per la campagna elettorale del pd (veltroni) nel 2008 ricordi lo "yes we can" e il "...ma anche"? Solo che lui ha perso hehehhe.
Questo spiega l'errore di Grillo (ma lui le ha già fatte 2 legislature nel "suo" blog?) che tragicamente si ripercuote su tutti i grillini, non è l'età dei politici ad essere determinante ma quello che dicono e fanno e i veri costi della politica non sono gli stipendi ma le scelte allucinanti, che senso ha togliere i finanziamenti pubblici alla politica senza dire come vuoi gestire poi l'accesso al dibattito politico? E' pura demagogia... che vogliamo fare che poi può entrare in politica chi ha abbastanza soldi da fare donazioni sempre ovviamente disinteressate, e copiare il sistema americano?
@prof. Bagnai
L'estratto che ha incollato è scritto bene e trasferisce bene il contenuto del video, a parte gli sbarellamenti miei (quando leggo la parola complottista perdo la testa -penso a quelli che stavamo tutti bene poi c'è stato il complotto della finanza contro l'euro e che contemporaneamente accusano di complottismo quelli come lei- invece lei spiega molto bene di cosa sta parlando) verrebbe da dirle che avendo letto tutto il blog e "immaginando" cosa c'è prima e cosa c'è dopo il paragrafo in effetti è chiarissimo.
Giuseppe
Ero rimasto disgustato anche io dall articolo di Gaggi.Aveva proprio ragione Victor Hugo : "l italiano pagherebbe pur di vendersi". Questa spocchia moralista è inaccettabile. Come è facile plasmare una intera società. Ieri eravamo italiani brava gente, oggi siamo diventati un popolo di moralisti bacchettoni, con l abito della ignoranza cucito addosso. Fosse ancora tra noi il grande Alberto Sordi, sono certo che avrebbe caratterizzato da par suo la nuova tipologia dell'italiano : il Piddino.
EliminaUn ottimo esempio di antitesi.
EliminaSchneider (simmetrico)
Professore ci dia una stima secca. L'ora zero sarà il primo gennaio 2013 o il 16 agosto?
RispondiEliminaMagari OT, ma legato all'attualità (mediatica e non) di questi giorni, in cui è divenuto di moda il tiro al Marchionne: tutti a contestargli che le macchine Fiat sono brutte (giornalisti e comici in primis), che la Fiat non fa investimenti produttivi, che non sviluppa tecnologie innovative, mentre invece i tedeschi, guarda caso, oh quelli sì che fanno tutte 'ste cose (e le fanno così bene che girano voci, poi regolarmente smentite, sul loro interessamento al marchio Alfa Romeo). E questo è un dato. Ma un altro, che nessuno della canea mediatica mi pare riprenda, è quello dell'accusa, fatta da Marchionne tempo fa all'industria automobilistica tedesca relativa alla sua concorrenza sleale sul mercato europeo (e qui ci sarebbe allora da tirare in ballo, come ben sappiamo, la politica economica e salariale tedesca, la deflazione salariale, il contenimento del mercato interno, la sua "vocazione" all'export, la violazione dei trattati europei pro domo alemanna, ecc.). Certo che poi Marchionne, dopo essersi tolto il sassolino dalla scarpa, se ne frega, da buon manager capitalista "globale" non ci sta a pensare due volte a mollare baracca e burattini in Italia, mica è un operaio Fiat lui.
RispondiEliminaMa a me pare che l'occultamento di questo secondo aspetto da parte degli "espertoni" (sindacati compresi) e l'aver puntato tutto sull'immagine della Fiatbruttaecattiva la dica lunga su tutta l'operazione politico-mediatica. O no?
Poi ecco spuntare nella Marchionneide l'imprenditore Della Valle che in tv fa una sparata virulenta contro la famiglia Agnelli che nemmeno Landini si sognerebbe mai di fare, denuncia "da italiano" la scorrettezza della Fiat e l'inconsistenza del "Piano Italia", e il giorno dopo aumenta la sua partecipazione azionaria in RCS, col risultato della sospensione dei titoli RCS in borsa per eccesso di rialzo. Di modo che l'imprenditore "buono", così umano e italiano, s'è portato a casa un doppio profitto: quello di immagine (e conseguentemente di fiducia) e di plusvalenza azionaria. Insomma, mi pare ci sia qualcosa che non vada nel regno di Danimarca.
purtroppo non possiedo strumenti cognitivi che mi permettano di valutare la veridicità di certe informazioni. per questo vorrei chiedere se qualcuno ha dato un'occhiata a tale post: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=10814
RispondiEliminatralasciando gran parte dell'articolo, mi hanno interessato le parti in cui vi si descrivono svendite di pezzi di unicredit,snam,eni. Risulta a qualcuno che ciò che vi è scritto sia vero?o sono solo interpretazioni forzose di fatti meno drastici di come li si descrive?vorrei capire se la ricetta Giavazzi delle svendite (che per Giavazzi sono vendite che garantiscono guadagni allo stato italiano,mica ai compratori che acquistano a prezzi stracciati)è in atto.
ringrazio chi mi può offrire dei consigli.
L'esempio del cavernicolo e del default del marmot è perfetto. Da tanti anni mi chiedo come mai le cosiddette autorità non aiutino noi poveri cavernicoli che ci imbattiamo, quasi giornalmente, in questi default. Siccome per mestiere vendo materiali, ho avuto modo di sperimentare di persona la "gioia" di fornire punte di lancia non ricevendo in cambio la pelliccia pattuita. La cosa che più mi fa imbestialire è che Gurz si è cambiato nome in Mork ed è ancora lì a fare il suo mestiere e non c'è nessuno che mi difenda o che mi aiuti a riavere le mie punte. Quindi mi risulta pure abbastanza chiaro il concetto che in un default chi ci rimette solitamente è il creditore. E non si può nemmeno parlare di dabbenaggine, non più di tanto, in quanto il sistema economico attuale è basato su pagamenti a tot giorni, o ti adegui, o vai a vendere su Marte.
RispondiEliminaPer il resto, credo sia tutto abbastanza chiaro e se posso dare un consiglio: non rinunciare mai a essere intransigente, a costo di essere spiacevole, intransigenza significa avere idee chiare e non accettare compromessi. Credo siamo in tanti a essere stanchi di compromessi e mezze (non)soluzioni.
se posso permettermi alcuni sono dati di fatto che puoi trovare anche in questo blog altre sono caricature semplicistiche o distorte della realtà poi ci sono anche delle inesattezze
RispondiEliminala più lampante è quella su telecom che lo stato non può venderla
semplicemente perchè l'ha già regalata con la privatizzazione del 92
mentre mediaset è un'azienda privata
il milan chi se ne frega
eni e la più grande azienda italiana che comunque viaggia a multipli piuttosto elevati quindi al momento la dihiarerei fuori pericolo
su snam il pericolo c'è ma non possono venderla perchè è un'azienda strategica
Buonasera prof., sto ascoltando le varie puntate di In viaggio con Goofy.
RispondiEliminaSono tutte molto interessanti e conto di farle ascoltare anche ad amici.
In particolare nelle puntate precedenti ha spiegato molto bene i fallimenti del mercato finanziario e la necessità di provi rimedio con l'intervento dello stato, in particolare con la nazionalizzazione delle banche.
In questa puntata a partire dal minuto 10:00 circa ha spiegato altrettanto bene come la teoria della public choice da' conto del fallimento del ragionamento di appartenenza nel determinare le scelte di voto all'epoca dell'entrata nell'euro ... non le sembra che sia questo un caso di fallimento della democrazia, analogo al fallimento del mercato di cui sopra ? Nel caso, quel fallimento è rimediabile con un intervento dello stato ... ma questo ?
Grazie per l'attenzione e per la sua opera di divulgazione.