Ora Rockapasso vede questo post, si munisce di mattarello e mi randella. Me lo merito. Lei sa quanto ho da fare, e quindi mi dirà: "Ma cosa perdi tempo sul blog, che devi scrivere tre paper contemporaneamente, e referarne altri cinque? Dopo stressi me e questi due innocenti..."
Sì, ma d'altra parte quella dell'insegnamento non è una vocazione, è una maledizione...
Quindi, molto rapidamente, vi faccio vedere una cosetta ovvia, che molti di voi sanno, e che mi è tornata in mente lavorando a uno dei summenzionati paper. Il tasso di disoccupazione è il rapporto fra persone in cerca di occupazione (disoccupati) e forze di lavoro. Le forze di lavoro sono la somma di occupati e disoccupati. La popolazione attiva è la somma di forze di lavoro e "non forze di lavoro". Il tasso di occupazione è il rapporto fra occupati e popolazione attiva.
Succede quindi (salvo errore in quanto ho scritto, che non ho tempo di rileggere) che:
In A gli occupati sono 95, mentre in B e C sono 93. Dato che la popolazione in età attiva è di 150 e tale resta, il tasso di occupazione scende da 63% a 62%. Questo per il tasso di occupazione.
Col tasso di disoccupazione sono possibili invece dei simpatici diversivi. Ad esempio, fra A e B il tasso di disoccupazione aumenta da 5% a 7%, perché i due occupati in meno diventano due disoccupati in più (i disoccupati passano da 5 a 7). Fra A e C invece la disoccupazione resta al 5%, perché i due occupati in meno si scoraggiano, non sono più "in cerca di occupazione", e quindi non vengono contati fra i disoccupati (che restano quindi 5). Semplicemente, transitano dalla forza di lavoro (che diminuisce da 100 a 98) alla non forza di lavoro (che aumenta da 50 a 52).
Nel lungo periodo saremo tutti morti, e scompariremo dall'anagrafe.
Nel medio saremo tutti scoraggiati, e scompariremo dall'indagine sulle forze di lavoro.
Spero di aver chiarito a chi ancora non lo avesse capito su cosa si basano i miracoli del ministro Poletti, e auguro a tutti di resistere: continuate a cercare, non fosse altro che per mandargli di traverso le loro statistiche...
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
venerdì 16 dicembre 2016
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Prof. io ho appena iniziato a cercare...già perché dopo 10 anni di attività io e mio marito ci siamo arresi: è ora di chiudere. Ovviamente abbiamo atteso che almeno uno dei due trovasse un lavoro e devo dire che siamo stati anche fortunati. Mio marito infatti nel 2016 ha trovato un lavoro vero!
RispondiEliminaCerto in un settore che non c'entra niente col nostro, ha dovuto resettare e ricominciare completamente da zero, con turni e orari che non avevamo mai sperimentato, ma noi lo consideriamo comunque un miracolo!
E mi considero fortunata anche perchè i nostri ragazzi ormai sono abbastanza grandi per "cavarsela da soli", io mi sono permessa il lusso di crescerli fino ad ora lavorando solo part-time.
Riallacciandomi al suo post precedente, "i soldi non fanno la felicità" è una frase che ho sempre sentito ripetere nella mia famiglia ovviamente benestante. Non l'ho mai sentita in bocca a chi i soldi non li ha o non ne ha abbastanza.
Avere una certa serenità economia é condizione NECESSARIA ma non sufficente per essere felici!
Finalmente qualcuno lo ha ammesso: condizione necessaria che solo chi non ha abbastanza riesce a rimarcare, mentre gli altri, i benestanti, si limitano a predicare. Ricordo le prediche su quanto la crisi ci avrebbe fatto bene permettendoci di selezionare quello che è veramente importante nella nostra sfacciata sovrabbondanza consumista occidentale, avanzate rigorosamente da chi aveva un livello di consumi molto più alto del destinatario dei predicozzi.
EliminaAuguri comunque, per il futuro.
EliminaNon entra in testa che la disoccupazione è una tragedia, ed è sconcertante la facilità con cui amici e colleghi parlano di licenziamenti nel settore pubblico; oltre al livore nei confronti di colleghi che, a loro dire, "non fanno un cazzo".
Mio Dio, non posso credere che li (ci?) abbiano fatti diventare così stronzi, disumani, senza un minimo di pietà per persone diverse da "IO!"
Vogliono vedere sprofondare tutti e tutto, e sono giunto alla conclusione che abbiano bisogno che si faccia del male agli altri affinché stiano bene loro, che poi
sarebbe l'appagamento del mediocre, un classico che non tramonta mai.
Così, per sfogo, reduce da una cena in cui mi è stato dato del "comunista fallito".
Be', guardo il bicchiere mezzo pieno, almeno mi hanno considerato di sinistra.
"I soldi non fanno la felicità". Petrolini rispondeva, "figuriamoci la miseria!"
EliminaAnch'io rimango spesso agghiacciato della violenza acritica con cui ci si scaglia contro i diritti delle categorie professionali diverse dalla propria (delle quali i diversi-da-IO sono solo un limitato sottoinsieme).
EliminaMa questo è ESATTAMENTE l'effetto del capolavoro mediatico orwelliano delle élite neoliberiste: generare nel tessuto sociale dei conflitti orizzontali tra settori omogenei per stornare l'attenzione dal conflitto verticale fondante (quello capitale-lavoro, élite-salariati, abbienti-poveri a seconda delle categorie mediante le quali si preferisce identificarlo).
Accade così che la partita IVA odia il dipendente pubblico brutto e improduttivo perché deve mantenerlo (pagando le tasse allo Stato Italiano), ma il dipendente pubblico odia la partita IVA perché evade e quindi egli solo deve sostene il peso della pressione fiscale (pagando le tasse allo Stato Italiano).
Sono però entrambi dimentichi del fatto che le élite pagano le tasse allo Stato di Panama.
Oppure, il dipendente pubblico detesta il dipendente del settore privato perché guadagna di più (sebbene tale guadagno possa essere inteso come una remunerazione del maggior rischio di perdere il lavoro a causa di condizioni economiche avverse), ma il dipendente del privato odia quello del settore pubblico perché è più tutelato (sebbene guadagni di meno e gli aumenti/adeguamenti arrivino ogni decesso di pontefice).
Tralasciano però incidentalmente il fatto che il grande capitale è sempre doviziosamente remunerato e non rischia mai di perdere tale remunerazione.
Tutti, in sostanza, portano l'acqua con le orecchie alle élite, magari perché esse vivono nel fogno del successo (ipostatizzato da un complesso repertorio simbolico come iPhone, iWatch, iBMW, iGnoc e compagnia varia).
La morale di tutto questo (oltre che ar cavajere nero non gli dobbiamo deiettare l'attributo) qual'è?
Semplice. Che tra il 99% dei litiganti, l'1% gode.
Si diventa fantasmi. Viene a memoria ciò che un tempo si diceva ai bimbi per spaventarli: "Guarda che poi stanotte i fantasmi ti tirano i piedi sotto le coperte".
RispondiEliminaPer tirar quelli di Poletti occorrerebbero spettri nerboruti assai, che nemmeno avrebbero la soddisfazione di vederlo incanutire dallo spavento. Potrebbero tuttavia, ed egualmente, sortire un altro tipo di equa e meritata reazione sul soggetto, quantomeno un sudorifero imperlarsi della fronte contratta e corrugata, unito a un angosciato dilatarsi della pupilla vitrea (precisiamo dunque: nulla di drastico o invalidante sul piano immediatamente esistenziale). Ormai pare che l'affidamento ai ritorni sottili, sul tipo dei racconti tenebrosi alla E. A. Poe, sia il solo modo per provare a far rinsavire certi personaggi.
LONG-TERM UNEMPLOYMENT- OVVERO NEL LUNGO, LUNGO PERIODO,SAREMO TUTTI MORTI.
RispondiEliminaQuesto post spiega uno dei tanti metodi utilizzati per far risultare la disoccupazione inferiore a quella reale e vorrei segnalarne anche un altro. Se apri una partita iva, devi chiedere la cancellazione dalle liste dei disoccupati del centro per l'impiego. Poco importa se nella tua bottega non entra nessuno, poco importa se non hai clienti e rimani povero come e più di prima: agli occhi dello Stato non sei più un disoccupato ma un libero professionista.
RispondiEliminaMia figlia è iscritta a Partita Iva da gennaio di questo anno, purtroppo però ha percepito il compenso solo per i primi tre mesi perchè da aprile non lavora più, ora non essendoci più le soglie di reddito per risultare occupato, per i lavoratori autonomi erano di 4.800 euro l'anno, dal 24 settembre 2015 non è più possibile acquisire nè conservare lo stato di disoccupazione se si lavora, a prescindere dalle condizioni di reddito quindi sei considerato disoccupato solo dopo che per un intero anno non hai lavorato, quindi mia figlia sarà conteggiata nei disoccupati solo ad aprile del 2017 nonostante i 9 mesi di inattività di quest'anno.
RispondiEliminaEee PRRRavo il nostro impresentabile POLPETTA che, tra la frequentazione di una bettola romana e l’altra, tenta sempre di stupirci (!?!) con i miraCULA piddioti del Pentolaio Magico !
RispondiEliminaMa mentre noi ci arabattiamo con i numeri finali(!), non possiamo ignorare la prestiDITIgitaZZZione (manipolazione!) che questi numeri subiscono lungo tutta la filiera !
Un po’ come interrogarci se CI SONO STATI BROGLI lungo la filiera che ha raccolto i voti (soprattutto esteri! Ma non solo!) per la deforma incostituzionale !
Un po’ come chiederci CHE FINE HANNO FATTO I SOLDINI che abbiamo inviato ai TERREMOTATI con gli sms ?! Sono stati contabilizzati tutti ?! E sono mai arrivati ai terremotati ?!
Ritorno al discorso fatto in precedenza per fare delle semplici deduzioni.
RispondiEliminaLa somma della riforma delle pensioni a quella del jobs act porterà alla sostenibilità della spesa pensionistica in italia perche la pensione a un certo punto non la prenderà più nessuno.
Io licenziato nell" agosto scorso e riassunto nell" agosto scorso dalle medesima ditta ma con parrucca e baffi per non farsi riconoscere stile superman quando si mette gli occhiali e nessuno nota che è lo stesso e identico personaggio di prima.
Ecco io da agosto scorso scorrazzo per centri per impiego inps e sindacati settimanalmente.
Non ho più la malattia ossia la avrei ma solo per qualche giorno poi scade il contratto e amen.
A scadenza del contratto settimanale se fanno la proroga bene se lo sospendono perche è in arrivo una festività e come si sa la festività la si paga viene sospeso.
Quindi si passa al centro per impiego poi si torna alla agenzia interinale e poi a inps se non vuoi che succedano casini perche il contratto le interinali lo comunicano a centri per impiego il venti del mese successivo e inps con tutte le mail che gli arrivano dai sindacati oramai non ci capisce più un cazzo e noi con loro.
Il punto?
Il punto è che ti stremano, se lavori lavori ma se non lavori devi avere il tempo occupato a seguire scartoffie per poi lavorare.
Lavorerei per la interinale ma di fatto non la si vede mai.
Le interinali sono il caporalato legalizzato, loro negano sostenendo che se non ci fossero loro a fare i nostri interessi chi lo farebbe ma sono degli ipocriti e cialtroni.
Le interinali sono come le banche, guadagnano con i tuo sudore della fronte e dicono che fanno i tuoi interessi, dicono che si auspicano di trovarti un posto fisso ma è palese che è in contrasto con il loro interesse trovartelo.
Scelgono chi lavora da chi non lavora, il metodo è oscuro.
Nella trafila che ne è seguita alla chiusura della azienda mi è toccato sentire sindacalisti che ne tessevano le lodi, dei coglioni di livello mondiale.
A oggi faccio presente che è una corsa a chiudere azienda e riassumere i licenziati con contratti nuovi.
Una cosa mai vista nella mia zona.
Lo fanno tutti anche i piccoli.
Mi sono domandato fino a qualche giorno fa il perche?
Perche proprio ora e perche tutta questa fretta?
La risposta forse sta nel referendum della cgil sul jobs act.
Dicono che non si trova chi è per il no al referendum.
Capite che quello che è fatto è fatto e allora ecco il motivo della fretta, una fretta senza precedenti e una accondiscendenza delle autorità vigilanti anche questa senza precedenti.
Basterebbe incrociare quattro dati per sgamarli ma è chiaro che sono protetti dal non vedo e non sento.
Alla prossima crisi che ciclicamente si presenterà a centro per impiego servirà aumentare la forza lavoro e metratura dello stabile, già me le vedo le file alle 6 di mattina tutti con la cartelletta in mano a bestemmiare e imprecare e litigare con chi prende i numeri per decine di persone e poi magari ci fa bagarinaggio da pezzenti.
A volte mi vien da dirmi chi cazzo me lo fa fare,poi vedo mio figlio e mi faccio coraggio.
Grazie
RispondiEliminaPoletti dovrebbe leggere il post "Il perché del no (in dissenso da Illy)". E dobbiamo ringraziare l'opera di Alberto, di Giacché, di LB Caracciolo, di Fusaro e tanti altri se la consapevolezza si sta facendo strada tra i giovani (e non solo) che si informano sul web, finché sarà possibile, e non in TV e sui giornali. I giovani sono molto più consapevoli di quanto si crede; lo vedo da mia figlia (19 anni) che discute con acume di quale sia la loro situazione e le prospettive future nella UE. Noi dobbiamo aiutarli a capire sempre più. Credere, come ha fatto Renzi, che i ragazzi siano ammaliati da un premier che"twitta", che scrive banalità su FB, che parla una lingua "giovane" e non indossa la cravatta, fa capire quanto, sotto una patina di giovanilismo di facciata, il bulletto fiorentino sia in realtà uno dei politici più "vecchi" apparsi alla ribalta.
RispondiEliminaNon me ne voglia l'augusta e riverita madre, ma Giulia è innocente. Er Palla l'innocenza se l'è giocata da un po' (com'è naturale che sia)
RispondiEliminaper non parlare della definizione di occupati..
RispondiEliminaUna manipolazione in nome dell' "evoluzione del mercato del lavoro".
EliminaPiccolo gioiello di sintesi!
RispondiEliminaPer carità signora Rockapasso, lasci il mattarello, l'insegnamento è una maledizione necessaria.
Se posso suggerire una riga D in aggiunta, ma controlli lei se non dico scemenze, potrebbe essere scritta così:
O = 93, D = 5, FL= 98, NFL = 50, POP= 148
questo se i due non si sono scoraggiati affatto ma hanno fatto la valigia e ora sono a Londra, poniamo.
Così viene che anche il Tasso di Occupazione rimane al 63%, che è, come si vede, un ulteriore passo verso il “risanamento”.
Concordo
RispondiEliminacome si manipolano i dati
Quando stabiliranno che anche cercare lavoro, è un'occupazione?
Elimina@Silvia
EliminaCerto, occupazione non comprovabile ma continua: da disoccupata avevo meno tempo libero di ora, perché portavo il curriculum nella borsa anche quando mi permettevo una breve gita (soldi ragranellati con lezioni, figurati), durante la quale giravo oralmente domande di lavoro a sconosciuti che mi sembrassero affidabili, in treno (figurati), oltre che presentarmi col curriculum ai colloqui gli altri giorni e a inviarlo - come da prassi.
Senza contare il tempo mentale della preoccupazione continua, ancor più motivata perché, nonostante tutti gli esami sbrigati un anno prima del dovuto, avevo tardato la laurea - e non certo per un piccolo lavoro pomeridiano letteralmente di fronte a casa durato due anni.
Sai quando si è in colpa e si sa di esserlo...e anche quando non lo si è ci si colpevolizza ugualmente.
Ops, alla terza riga del mio precedente:
EliminaragranNellati
Chiedo scusa.
Buona domenica a tutti.
Ri-ops:
EliminaL'errore era giusto: ragraNellati.
Dormo (scusa debole).
CHEFFFIGURA.
Questo post descrive perfettamente la situazione degli USA. Il miracolo della disoccupazione al 4,6% si spiega infatti con il più basso tasso si partecipazione di sempre (intorno al 60%, vado a memoria). Significa quindi che gli scoraggiati, quelli dioè che hanno smesso di cercare lavoro, abbassano drasticamente il numeratore del tasso di disoccupazione e, quindi, il tasso stesso. Arriviamo dunque la paradosso seguente: chi è stato buttato fuori dal mondo del lavoro a causa del liberismo selvaggio e della globalizzazione, fa fare bella figura a quelle elite massonico finanziarie (che hanno nella Fed il loro braccio armato) che questo stesso scempio hanno provocato. Questi, possono infatti intestarsi il merito di aver ridotto la disoccupazione!
RispondiEliminaCornuti e mazziati!
Per gli usa secondo me il discorso e' un po diverso, la ci sono quelli che gli conviene mai desiderare il lavoro in quanto sono mantenuti a food stamps, (mi sembra in 50 milioni) essendovi enorme disomogeneità etnica in quel paese, la le statistiche sono state inventate ma valgono poco. E anche le single mothers hanno un assegno tale che si mantengono i loro fidanzati del momento e quindi sono richiestissime dai non lavorantes.
RispondiEliminaNon è per niente diverso! Gli usa sono proprio il caso classico. Il tasso di partecipazione al lavoro è ai mnimi storici. Quindi, coeteris paribus, dopo la grande crisi finanziaria è cambiato qualcosa. Non sono certo i buoni mensa...
EliminaChe differenza c'e' tra i food stamps e il reddito di cittadinanza che in molti propongono, a parte la pomposita' del nome? Apprezzo in questo caso l'onesta' degli americani di chiamare le cose con il loro nome.
EliminaAl posto di popolazione attiva bisognerebbe scrivere popolazione complessiva, perché popolazione attiva è sinonimo di forza di lavoro. Comunque bell'articolo.
RispondiEliminaNo, complessiva no, per l'ovvio motivo che un neonato non lavora. A preciso, preciso e mezzo. Le forze di lavoro sono occupati e persone in cerca di lavoro. La popolazione in età attiva comprende anche gli scoraggiati.
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