Filiberto di Chalon, principe di Orange, signore di Arlay, Nozeroy, Rougemont, Orgelet e Montfaucon, conte di Charny e Pentièvre, visconte di Besançon, principe di Melfi, duca di Gravina, e vicerè del Regno di Napoli (queste tre ve le spiego dopo) nacque il 18 marzo del 1502 a Lons-le-Saunier. Sarete stupiti di apprendere, dopo questa orgia di titoli feudali, che in questa cittadina della Franca Contea sarebbe nato, 258 anni dopo, Claude Joseph Rouget de Lisle, che, come tutti voi europei sapete, è l'autore della Marsigliese, e un altro paro de cent'anni dopo vi avrebbe trascorso la sua infanzia Jean-Luc Mélenchon, che, come gli europeisti non sanno, è un perdente.
Filiberto invece no. Era figlio di Giovanni IV di Chalon-Arlay, quarto del suo casato, la cui attività riproduttiva era stata piuttosto laboriosa.
La prima moglie, Giovanna di Borbone, figlia di Carlo I di Borbone (a sua volta bisnonno di Francesco I di Francia e dell'imperatore Carlo V, dettaglio che ci tornerà utile in seguito) e di Agnese di Borgogna (e per quella via nipote del duca di Borgogna Giovanni senza paura), era morta nel 1483, dopo 16 anni di matrimonio, senza dargli figli.
Andò meglio la seconda volta, con Filiberta di Lussemburgo, figlia di Antonio di Lussemburgo, che era stato nominato ciambellano di Francia da Luigi XII di Valois, dopo aver cambiato casacca. Sì, perché Antonio, che sarebbe il nonno materno del Filiberto dal quale siamo partiti, aveva prima combattuto Luigi XI nei ranghi della Lega del bene pubblico, una specie di fronda ante litteram. Ma un soggiorno nella torre di Bourges, dopo la sconfitta un battaglia a Guipy (nel 1475, come ogni europeista sa), indusse in lui un subitaneo amore per la casa di Francia.
D'altra parte, il doppio gioco, o, come si direbbe oggi, il "ribaltone", era nel suo DNA. Il padre di Antonio (e quindi il nonno di Filiberta e il bisnonno di Filiberto), Luigi di Lussemburgo, nonostante fosse conestabile di Francia, aveva a lungo fatto il doppio gioco, aiutando un po' Luigi XI, e un po' Filippo il Buono di Borgogna. Ora, Filippo il Buono (figlio di Giovanni senza paura, che era il nonno di quella Agnese di Borgogna dalla quale Giovanni IV di Chalon-Arlay, il padre di Filiberto, non aveva avuto figli) era buono di nome e di fatto. Certo, un po' di ruggine coi francesi c'era. Basti pensare che Filippo il buono aveva iniziato a regnare a 23 anni perché il delfino Carlo (futuro Carlo VII di Francia) aveva avuto l'ottima idea di far pugnalare Giovanni senza paura. Scambi di cortesie fra capi di governo. Ma il doppio gioco di Luigi di Lussemburgo lo aveva tollerato. Il successore di Filippo nel ducato di Borgogna, però, aveva un ben altro carattere, e infatti lo ricordiamo come Carlo il Temerario. Nel 1471 Carlo decise di mettere il suo avversario (Luigi XI) al corrente del doppio gioco di Luigi di Lussemburgo. Questo, da buon lussemburghese, non si fece né in qua né in là, e passò al triplo gioco, appellandosi a Edoardo IV di York, re d'Inghilterra. Solo che quest'ultimo si mise d'accordo con Luigi XI, e a Luigi di Lussemburgo non restò altro da fare che rifugiarsi dal suo ex alleato Carlo il Temerario. Pessima idea, perché fu proprio lui a consegnarlo a Luigi XI, che gli fece tagliare la testa nel luogo a ciò deputato (Place de la Grève, come voi europei sapete: quella dove d'inverno montano il pattinatoio).
Qualora vi fosse mai capitato di volere la testa di un
lussemburghese, ecco, ora sapete che il vostro desiderio non è
particolarmente originale: ma sapete anche che per realizzarlo dovreste essere re di Francia.
Formato da questo insegnamento, il figlio di Luigi di Lussemburgo, cioè Antonio di Lussemburgo, cioè il nonno paterno di Filiberto, dopo la legnata presa a Guipy e la prigionia a Bourges restò fedele alla casa di Francia, e ben gliene incolse, perché nel 1504, quando Filiberto aveva due anni, Luigi XII gli restituì i suoi beni (sì, perché Luigi XI a Luigi di Lussemburgo non aveva tolto solo la testa, ma anche i feudi: e del resto, che te ne fai di un feudo, se non hai più la testa per amministrarlo)?
Insomma, con Filiberta le cose andarono bene, e Giovanni IV di Chalon-Arlay ebbe da lei ben tre figli. Quattro anni prima del Filiberto del quale vi sto parlando (e voi vi chiederete perché...), aveva avuto Claudia, che sarebbe andata in sposa a 17 anni (nel 1515) al conte Enrico III di Nassau-Breda, al quale avrebbe dato un figlio, Renato di Chalon. Dopo Claudia, Giovanni IV ebbe da Filiberta un Claudio, il quale, però, ebbe l'infausta idea di morire a un anno. Fu gioco forza riprovarci (magari era anche piacevole: non ho trovato ritratti di Filiberta), e nacque così Filiberto, il de cujus, che si trovò così ad essere l'unico discendente maschio del casato di Chalon-Arlay, e pertanto erede dell'antico titolo di principe di Orange.
Apro e chiudo una parentesi per segnalarvi che quindi, quando Filiberto morì, questo titolo passo al suo nipote, al figlio di Claudia, cioè a Renato, che diventò anche principe di Orange. Alla morte di Renato il titolo sarebbe poi passato a suo cugino (eh sì, anche lui aveva un cugino), Guglielmo il Taciturno, Statolder d'Olanda e stipite della casa di Orange-Nassau. E da lì, giù per li rami, sarebbe arrivato fino a Guglielmo Alessandro di Orange-Nassau, che, come gli europeisti non sanno, è l'attuale re di Olanda (c'è di mezzo anche il congresso di Vienna, ma non vorrei annoiarvi).
Bella la Storia, vero?
Allora: con Filiberta Giovanni IV aveva risolto (o meglio: credeva di aver risolto) il problema della sua discendenza. Notate: lui pensava di aver messo le cose a posto con due figli maschi, ma poi il suo titolo è arrivato fino a oggi grazie alla sua figlia femmina (Claudia). Ma quello della riproduzione era solo uno, dei problemi. Poi c'era anche quello di decidere da che parte stare. Ma anche questo problema si risolse da solo. Avrete capito che fra la casa di Francia e quella di Borgogna non correva ottimissimo sangue. Ora, credo intuirete (siete uomini di mondo) che se uno va d'accordo coi Francesi, certo non chiede in sposa come prima scelta la nipote di Giovanni senza paura (da non confondere con Giovanni senza terra, ma questo lo sapete). Quindi Giovanni IV di Chalon-Arlay stava coi borgognoni (e del resto, anche geograficamente, gli conveniva: ma non entriamo anche in questo).
Purtroppissimo come la storia finì lo sapete: voi siete europei, quindi Rilke l'avete letto:
"Aber am nächsten Morgen, dem siebenten Januar, einem Dienstag, fing das Suchen doch wieder an. Und diesmal war ein Führer da. Es war ein Page des Herzogs, und es hieß, er habe seinen Herrn von ferne stürzen sehen; nun sollte er die Stelle zeigen. Er selbst hatte nichts erzählt, der Graf von Campobasso hatte ihn gebracht und hatte für ihn gesprochen. Nun ging er voran, und die anderen hielten sich dicht hinter ihm. Wer ihn so sah, vermummt und eigentümlich unsicher, der hatte Mühe zu glauben, daß es wirklich Gian-Battista Colonna sei, der schön wie ein Mädchen war und schmal in den Gelenken. Er zitterte vor Kälte; die Luft war steif vom Nachtfrost, es klang wie Zähneknirschen unter den Schritten. Übrigens froren sie alle. Nur des Herzogs Narr, Louis-Onze zubenannt, machte sich Bewegung. Er spielte den Hund, lief voraus, kam wieder und trollte eine Weile auf allen vieren neben dem Knaben her; wo er aber von fern eine Leiche sah, da sprang er hin und verbeugte sich und redete ihr zu, sie möchte sich zusammennehmen und der sein, den man suchte. Er ließ ihr ein wenig Bedenkzeit, aber dann kam er mürrisch zu den andern zurück und drohte und fluchte und beklagte sich über den Eigensinn und die Trägheit der Toten. Und man ging immerzu, und es nahm kein Ende. Die Stadt war kaum mehr zu sehen; denn das Wetter hatte sich inzwischen geschlossen, trotz der Kälte, und war grau und undurchsichtig geworden. Das Land lag flach und gleichgültig da, und die kleine, dichte Gruppe sah immer verirrter aus, je weiter sie sich bewegte. Niemand sprach, nur ein altes Weib, das mitgelaufen war, malmte etwas und schüttelte den Kopf dabei; vielleicht betete sie."
Eh sì, forse pregava.
Carlo il Temerario (quello che aveva consegnato il bisnonno di Filiberto a Luigi XI) era morto, il 5 gennaio del 1477, alla battaglia di Nancy. Renato II di Lorena gli aveva fatto un certo scherzetto, coi suoi mercenari svizzeri (mi piacerebbe fornirvi le technicalities, ma non c'è tempo). Il suo cadavere fu ritrovato "am nächsten Morgen", come dice Rilke - anche se a me risulterebbe essere il sei e non il sette gennaio - sfigurato dai lupi, su indicazione di un paggio, e poi finì per vie traverse a Bruges, dove ebbi modo di riverirlo.
Pare che l'esito letale sia stato provocato da quello che un politico chiamerebbe un "difetto di comunicazione": "Nul ne peut dire avec certitude qui, dans la soldatesque anonyme, lui porta le coup fatal mais la tradition relate qu'un obscur soldat nommé Claude de Bauzémont se serait jeté sur lui sans le reconnaître ; Charles aurait crié « Sauvez le duc de Bourgogne ! », mais ce cri, compris comme « Vive le duc de Bourgogne ! » aurait entraîné la mise à mort immédiate de Charles par ce soldat". Ce soldat non aveva capito di aver trovato la gallina dalle uova d'oro: sai che riscatto avrebbe potuto chiedere? Ma vabbè, sono errori che si fanno.
E notate il dettaglio: il buffone di Carlo si chiamava Louis-Onze.
Chissà perché...
Del resto, anche oggi circolano buffoni di corte con nomi regali...
Ai fini politologi: chi ci guadagnò da questo epico scazzo fra le case di Borgogna e di Lorena? Ma è semplice! La casa di Francia. Morto Carlo il Temerario, Louis-Onze, quello vero, fece filotto, e in particolare confiscò tutti i beni della casa di Chalon-Arlay. Povero Giovanni IV! Ma la soluzione era a portata di mano: cambiare casacca, ovvero saltare sul carro del vincitore. Così fece Giovanni, che, se ve lo andate a cercare su Wikipedia, in effetti ne fece di ogni pure lui - ma ebbe il privilegio, rispetto a Luigi di Lussemburgo, di essere impiccato solo in effigie! In ogni caso, i beni gli ritornarono. Notate, quindi che il nostro Filiberto aveva ricevuto l'allele del bandwagoning sia da parte di madre (ricordate i principi di Lussemburgo?), che da parte di padre.
Non c'è quindi da stupirsi se anche il nostro Filiberto, che aveva avuto un'infanzia difficile (suo padre era morto a 49 anni quando lui aveva 21 giorni...), cercava di destreggiarsi come poteva fra i due nuovi poli della politica europea: i due bisnipoti del padre della prima moglie di suo padre: Francesco I di Valois e Carlo V d'Asburgo (eh già: gira che ti rigira, è sempre Francia contro Germagna...).
Ma insomma, a un certo punto una scelta bisogna farla. L'adesione della sua stirpe alla casa di Francia non era stata il massimo della spontaneità, e forse anche per questo nel 1524 Filiberto passò decisamente dalla parte di Carlo V, che nel 1516 lo aveva insignito (segretamente) dell'ordine del Toson d'Oro. D'altra parte, pare che Francesco I avesse trattato Filiberto con estrema supponenza quando questi era andato a lamentarsi per uno sconfinamento dell'esercito francese nel principato di Orange. Che è sì, geograficamente e oggi, in Francia, ma che allora era un principato sovrano (chiaro il concetto)? Però Francesco I era più forte e se ne batteva (quindi non è cambiato niente).
Filiberto era bravo. Certo, qualche rovescio capitò anche a lui. Ad esempio, Andrea Doria lo fece prigioniero davanti a Marsiglia nel 1524. Ma per fortuna Carlo V fece prigioniero Francesco I a Pavia nel 1525, e con il Trattato di M... Trattato di Ma...
(...no, non di Maastricht, non quell'infamia che passerà alla storia solo per essere vituperata nei secoli come passo decisivo nel processo di distruzione della nostra civiltà...)
...con il Trattato di Madrid, nel 1526, Filiberto tornò libero e felice, a fare il suo mestiere, quello delle armi, un mestiere al quale gli uomini sono comandati qualche volta dalla stirpe (e questo era il suo caso), e altre volte dalle circostanze.
E così, un anno dopo, nel 1527, vi ricordate cosa successe? Ma quello che sta succedendo ora, pari pari!
Il sacco di Roma.
Un papa fiorentino (Clemente VII), preoccupato per l'affermazione di Carlo V (sapete, anche lì c'era una vecchia ruggine, quella fra papato e impero), promosse la Lega di Cognac, sfruttando il risentimento dei francesi, e mettendo su contro Carlo V una variopinta congerie di milanesi, veneti, genovesi e fiorentini. Praticamente, un "movimentodalbasso" di Stati sovrani. Carlo V, per non sbagliare, prima sguinzagliò i Colonna contro il papa, e poi gli mandò 12000 lanzichenecchi assoldati fra Bolzano e Merano da Georg von Frundsberg (e qui so che all'amico Jorg verserà una lacrimuccia), ma guidati dal conestabile di Borbone: Carlo III di Borbone, conte di Montpensier, delfino di Auvergne, conte di Clermont e di Sancerre, e signore di Mercoeur e Combraille. Un altro "de passaggio", che fra l'altro era un cugino di quarto grado del Carlo I di Borbone bisnonno di Francesco I e di Carlo V (nelle famiglie si litiga) e padre della prima moglie del padre di Filiberto. Nel "board" degli assalitori figuravano anche il nostro Filiberto, e Fabrizio Maramaldo (napoletano). Come andò lo sapete: un fiorentino di buon gusto stese con un'archibugiata il conestabile di Borbone. Le truppe allo sbando acclamarono come loro comandante il nostro Filiberto, anche perché il Frundsberg aveva nel frattempo marcato visita. Le cronache riportano che Filiberto cercò di placare i lanzichenecchi. Ma, forse perché non parlava la lingua (che in effetti è un po' ostica), non riusci a convincerli. E così Roma sperimentò quello che oggi sperimenta la Germania: una crisi demografica che la portò da 55000 a 30000 abitanti.
E ora parliamo d'altro.
L'altopiano delle Cinque Miglia è un altopiano carsico lungo circa 9 km, situato in provincia dell'Aquila fra la valle dei Gizio (affluente del Pescara) a Nord e quella del Sangro a Sud. A est lo delimita lo costiera del Rotella, a ovest un gruppo di montagne che culminano nel massiccio del monte Greco: i monti di Roccaraso, quelli dove si scia, per capirci. Da secoli l'altopiano è una importante via di comunicazione fra l'Aquila e Sulmona da una parte, e le città del Sud dall'altra, e infatti ancora oggi è attraversato dalla SS 17 dell'Appennino Abruzzese ed Apulo-Sannitica, che unisce l'Aquila a Foggia (insomma: la versione moderna del Tratturo l'Aquila-Foggia). L'altopiano è un posto un po' freschetto. D'inverno facilmente la temperatura arriva a -25. Niente male, no? Sarà per questo che ieri, sul monte Greco, che è mille metri più alto, avevo tanta nostalgia del mio PC... D'altra parte, se intorno ci si scia, tanto caldo non potrà farci...
E ora torniamo al nostro Filiberto.
Il quale, dopo aver preteso nel giugno del 1528 la capitolazione del papa, viene mandato da Carlo V a Napoli (c'è sempre tanto da fare), dove nel frattempo il viceré Hugo de Moncada y Cardona (nato a Valencia) si era preso anche lui un'archibugiata nella battaglia navale di Capo d'Orso, al largo di Salerno, da una flotta nemica comandata da Filippino Doria (il nipote di Andrea, quello che aveva fatto prigioniero Filiberto). Carlo V quindi inviò prontamente Filiberto a fare il viceré (ricordate: qui saltano fuori i titoli di viceré di Napoli, principe di Melfi e duca di Gravina). Insomma, non c'è che dire: la meritocrazia è una bella cosa. Guardate Filiberto! A 26 anni promosso viceré sul campo, per merito. Mica come voi, che aspettate dalle amicizie e dalle parentele l'occasione per procurarvi un posto fisso!
La situazione a Napoli era quella che era. I francesi avevano assediato la città, la volevano per loro. E occorrevano rinforzi. Così Filiberto chiamò un contingente di 500 tedeschi per sostenere la città, stretta d'assedio e dal blocco navale, per rompere il quale il suo predecessore aveva trovato la morte. E i tedeschi si incamminarono lungo la strada che da Nord porta a Sud. Ebbero però l'idea non brillante di passare per l'altopiano delle Cinque Miglia. Li colse una tormenta, e morirono in cinquecento (ti ci voglio vedere a -25°). Che poi, a dirla tutta, il problema è solo che loro non avevano, come oggi i migranti, gli smartphone. Altrimenti, andando su Google, avrebbero visto che l'anno prima, nello stesso posto, erano morti 300 mercenari che invece andavano da Sud a Nord, perché Venezia li aveva assoldati per combattere contro Carlo V. E avrebbero evitato.
Conoscere la storia eviterebbe tanti disastri...
Voi direte: sì, affascinante, ma debbase che ce ne frega?
E ora ve lo spiego.
Nel suo blog Quarantotto ha espresso qualche perplessità sull'idea che "abbiamo bisogno" dei migranti - cioè di immigrati, per parlare italiano - perché non facciamo figli. Le sue perplessità derivano dal fatto che questo argomento è sostenuto dai media con dati quanto meno incoerenti. Non discuto ora i dati, ma aggiungo, ed evidenzio, due altri aspetti che credo siano cruciali. Nei nostri media nessuno si pone due domande cruciali: perché i siriani scappano? E perché gli italiani fanno pochi figli?
Qui mi soffermo sulla seconda, tanto la risposta alla prima la sapete.
L'idea che viene diffusa dai media tutti è quella colpevolizzante (manco a dirlo): le italiane, abituate alla mollezza e agli agi della vita da single, sarebbero ormai moralmente degenerate. La durezza del vivere di schioppiana memoria essendo per loro solo un ricordo, esse non desiderano che un fastidioso marmocchio le distolga, coi suoi balocchi, dai loro profumi, e così non si concedono ai loro compagni se non in accoppiamenti sterili, per evitare che la petulante presenza di un marmocchio disturbi le loro pratiche lussuriose. Certo, creature così egoiste non meritano che lo stato si occupi di loro, magari provvedendole di quei servizi sociali che le allontanerebbero vieppiù dalla salutare e pedagogica durezza del vivere: ospedali dove partorire, asili nido dove lasciare i neonati... E quindi ben venga chi da altri paesi, mosso da spirito di solidarietà, viene qui a lavorare per pagare la pensione a queste ingrate che, a ben vedere, nemmeno lo meriterebbero...
Ma siamo sicuri che sia così?
Preciso: fare figli non è obbligatorio. È biologia, ma l'uomo (cioè la donna) può tranquillamente fottersene della biologia (mentre non dovrebbe fottersene della Storia). Così come noi, a differenza dei cervi, non siamo obbligati a darci appuntamento ogni settembre in Vallelunga per fare a cornate, altrettanto le nostre gentili compagne potrebbero scegliere di non volere figli, e questa scelta, se tale è, cioè se è libera e non necessitata da logiche altrui, va rispettata. Potrebbe dipendere da mille e un motivo: non aver trovato la persona giusta, non sentirsi pronte o disposte, e via dicendo. Però io giro tanto, e forse sarò sfortunato, ma incontro tante persone per le quali questa scelta è una non scelta. Se per campare devi avere due stipendi e con la gravidanza arriva il licenziamento, ecco che la libertà di scelta è, come dire, lievemente coartata. Questo non è un problema? Certo, è un problema meno urgente di quello di salvare e accogliere chi sta rischiando la sua pelle.
Ma meno urgente non significa meno grave.
Apro e chiudo una parentesi per sottolineare che l'argomento secondo il quale "abbiamo bisogno" dei migranti perché le nostre donne sono, in sintesi, "troppo emancipate" per mettersi a fare figli, è diventato, in seguito alla crisi umanitaria che stiamo vivendo, il cavallo di battaglia della sinistra, cioè di quella parte politica che ha giustamente fatto della lotta per l'emancipazione femminile una sua bandiera... salvo ora rimproverare alle emancipate di non conformarsi al saggio e teutonico principio jedes Jahr ein Kind!
Ma questo è uno schema mentale al quale ormai siamo abituati: i progressisti di questa risma sono anche quelli che difendono a costo della nostra vita un sistema monetario basato sulle regole di un consulente di Pinochet (la crescita dell'offerta di moneta al k%), cioè su quel monetarismo friedmaniano che molti di loro mi insegnavano a valutare criticamente negli anni '80, in quanto intrinsecamente conservatore e strutturale a un certo tipo di capitalismo finanziario. Oggi invece il k% è diventato di sinistra! Pinochet diventa un modello, e l'emancipazione femminile (il controllo della donna sul proprio corpo) diventa deprecabile... Che strana sinistra!
Ma il fatto è che in molti casi i figli non si fanno perché il controllo sul corpo della donna non ce l'ha (ancora) lei, ma (sempre) il capitale.
Per un esempio, torniamo a Filiberto, anzi, ai suoi mercenari.
Vi scrivo da Barrea, che rientra nell'ASL Abruzzo 1 dell'Aquila e di Sulmona. Ovviamente qui se succede qualcosa devi andare a Pescasseroli (il pronto soccorso è lì). Son 20 chilometri, in 27 minuti si fanno. A Roma può capitare di metterci di più per arrivare a un pronto soccorso. E se devi partorire? Bè, prima c'era il "punto nascite" all'ospedale di Castel di Sangro. Bisogna scavallare verso Alfedena, d'inverno ci vogliono le catene, ma si resta sempre nell'ambito della mezz'oretta. Poi, però, siamo dovuti diventare virtuosi. E quindi il punto nascite, mi dicono, è stato chiuso: oggi se vivi a Barrea partorisci a Sulmona. E qui le cose si complicano: sono una sessantina di chilometri, ma per farli ci vuole più di un'ora, e da dove si passa? Dall'altopiano delle Cinque miglia.
Ora, abbiamo detto che della biologia, in quanto vertici del creato (secondo noi) potremmo fottercene, e che della storia non dovremmo fottercene. Ma della geografia non possiamo fottercene. Barrea dista da Sulmona poco più di 35 chilometri in linea d'aria: diciamo quanto Francoforte da Wiesbaden (voi siete europei, mi capirete). Però cosa manca, fra Francoforte e Wiesbaden? La Genzana (2170 metri) e il Greco (2285 metri). E per aggirarli si passa in un posto dove d'inverno non fa 1°, come a Francoforte, ma può anche fare -25°: in confronto Tromsø è Gran Canaria!
Ci siamo?
Poi, certo, una quando si avvicina il termine può sempre andare a stare in albergo a Sulmona. E del resto chi te lo fa fare di vivere in montagna?
Ecco, a me di tutta l'ipocrisia pelosa, di tutta la patente manipolazione nella quale siamo immersi, una cosa dà soprattutto fastidio. L'assoluta certezza che quando nelle famose sedi "europee" vengono prese da burocrati non eletti le decisioni intese a "moralizzare" le nostre economie, certi dettagli strutturali non vengano nemmeno presi in considerazione. L'Europa, loro, non sanno proprio com'è fatta. E non mi riferisco alla sua storia e alla sua cultura. Mi riferisco proprio alla sua conformazione fisica, alla sua geografia. Non capire che andare da Barrea a Sulmona non è come andare da Wiesbaden a Francoforte è grave, mi direte. Ma sono sicuro che quando certe decisioni vengono prese, su dettagli così banali nessuno riflette. "La densità media per chilometro quadrato", "il numero di posti letto per abitante"... le famose statistiche che ci vengono elargite da quel paradiso fiscale che è l'OCSE, per capirci, sono prive di senso se messe a contatto con l'unica vera durezza del vivere: quella del territorio (che vi ho mostrato nei post precedenti).
Ma naturalmente si può sempre pensare che anche quello di voler vivere dove si è nati sia un deplorevole eccesso di mollezza, e che tutti dovrebbero, per "razionalizzare", darsi al nomadismo per confluire in poche grandi città: sostanzialmente, nei capoluoghi di regione, che poi potremmo a loro volta accorpare, per risparmiare, sopprimendo le regioni, e costruendo poche megalopoli in modo da "ottimizzare" l'offerta di servizi pubblici, non disperdendola su un territorio troppo ampio e frastagliato. In fondo, in Cina fanno così: la popolazione italiana entra nelle loro prime quindici città!
Sono sicuro che nella famosa spending review saranno stati compresi anche provvedimenti di questo tipo. E va bene così: trasformiamo il nostro paese in un deserto (e poi diamo la colpa ai suoi abitanti se non si riproducono). Tutto questo, come abbiamo visto più e più volte, a lode e gloria di quelle banche cialtrone e dissennate che prestando in modo malaccorto si sono messe nei guai. E babbo Stato, tanto deprecato dai liberisti, deve ora togliere ospedali (e asili, e pensioni, e stipendi) a noi per dare a loro, direttamente o indirettamente.
Ma la colpa, va da sé, è delle donne, che preferiscono andare al cinema anziché cambiare pannolini.
Quanto può continuare?
(...Filiberto continuò per poco. Alla battaglia di Gavinana, nel 1530, si prese un'archibugiata pure lui - cose che a quel tempo capitavano, come avrete capito. Sì, è la stessa battaglia dove Maramaldo illustrò il suo nome uccidendo Francesco Ferrucci, che stava dalla parte dell'imperatore, e che quindi si trovò a mal partito quando il suo comandante in capo venne abbattuto. Ripeto: cose che capitano. Ma ora che abbiamo abolito i confini non capiteranno più: per i pensatori secondo i quali l'economia non dipende dalla geografia fisica, l'antropologia dipende dalla geografia politica! State sereni e buona notte...)
(...metamorale: capito perché a me viene da ridere quando mi parlano del Bilderberg?...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
sabato 12 settembre 2015
Perché le donne non fanno più figli (una storia europea)
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"oggi se vivi a Barrea partorisci a Sulmona. E qui le cose si complicano: sono una sessantina di chilometri, ma per farli ci vuole più di un'ora, e da dove si passa? Dall'altopiano delle Cinque miglia".
RispondiEliminaPurtroppo tra qualche mese, non sarà più possibile partorire nemmeno a Sulmona perché il punto nascita probabilmente verrà chiuso. Il che significa doversi recare a Chieti o a Pescara (90 minuti).
http://www.ilmessaggero.it/ABRUZZO/sulmona_sanita_abruzzo_punti_nascita/notizie/1480996.shtml
Dopodiché toccherà ai Pronto Soccorsi.
http://ilcentro.gelocal.it/regione/2015/04/13/news/tagli-dopo-i-punti-nascita-tocca-ai-pronto-soccorso-1.11228079?refresh_ce
Perché quando gli fa comodo sono keynesiani. Ti diranno che è la domanda delle partorienti a generare l'offerta di punti nascita. E quindi i sette anni di crisi indotta da una deliberata distruzione della domanda si rifletteranno in un degrado permanente dell'offerta, cioè in un irreversibile scadimento della qualità e quantità di servizi pubblici offerti. Il povero Padoa Schioppa ci ha lasciati, ma ha raggiunto l'obiettivo...
EliminaChe ne dite di assumere un'ostetrica nel vostro paese?
EliminaE' arrivato l'ironico... L'investimento pubblico che si materializzerebbe nell'assunzione di un'ostetrica non servirebbe ad incrementare le nascite - per quello servirebbero ben altre forme di investimenti pubblici, diretti a migliorare le condizioni del lavoro e dei lavoratori, ma su questo penso che altri su questo blog, assai più qualificati di un comune medico quale sono, saprebbero illustrarti come -, ma magari servirebbe a incrementare le nascite di neonati vivi e sani, visto che servirebbe a rendere il Servizio Sanitario della zona più efficiente non solo in termini di offerta assistenziale per la gestione di urgenze ostetriche non utilmente trasferibili al centro clinico più vicino (o meglio collegato), ma anche in termini di riduzione degli errori, visto che numerosi studi hanno dimostrato che il sovraccarico di lavoro su pochi operatori sanitari espone ad incidenti potenzialmente rischiosi per i pazienti ed anche per gli operatori medesimi.
EliminaNon discuto l'impostazione generale della questione, però mi sorge una domanda.
EliminaLa Germania mi risulta abbia altrettanti problemi di scarsa natalità/invecchiamento della popolazione, ma non mi pare che ci sia lo stesso "accanimento" nel rendere la vita difficile a che decide di mettere su una famiglia.
Anzi - con il meccanismo delle "Tax Category" il lavoratore che abbia uno o più figli percepisce uno stipendio netto più alto (si veda ad esempio: http://www.parmentier.de/steuer/steuer.htm?wagetax.htm), i congedi parentali sono abbastanza generosi e e mi sembra che le strutture di sostegno (asili, asili nido, etc.) non manchino.
Suppongo che discorsi analoghi valgano anche per la Svezia.
Come si spiegherebbe il fatto che comunque la popolazione diminuisce anche in questi due paesi?
Grazie.
RispondiEliminaIdem per il punto nascita di Ortona
P.S.
Oggi per pagare ticket 90 minuti di attesa, solo tre sportelli aperti con la sala piena. La rassegnazione non ha nulla da invidiare all’eroismo, dice il Poeta.
P.S. 2
Mi sembra che tu abbia seguito quasi tutte
le indicazioni dell’Ingegnere , forse non tutte, ma nessuno è perfetto. Comunque hai seguito questa:
Evitare ogni infelice ricorso a poco aggiudicabili pronomi determinativi o disgiuntivi o numerali o indefiniti, a modi qualificanti o indicanti comunque derivati o desunti dal pronome o dal numero: quello-questo, l'uno-l'altro, il primo-il secondo, esso, quegli, chi, ognuno, il quale, qualsivoglia d'essi, egli, ella, quest'ultimo. Deve apparir chiaro in su le prime a quali termini di una serie enunciata i detti pronomi si riferiscono. In caso contrario è meglio ripetere il termine, cioè il nome. Dopo aver elaborato una struttura sintattica risplendente di quattordici sostantivi singolari maschili uno via l'altro, il riattaccarsi con un "quello" o un "esso" all'uno dei quattordici (a quale?) induce l'ascoltatore in uno stato di tragica perplessità circa l'attribuzione del disperso trovatello (esso, quello) all'uno piuttosto che all'altro dei nomi proferiti. Evitare, possibilmente, di mettere in cantiere una frase come questa: "Il veleno del dubbio e per contro il timore del peggio si erano insinuati fin dal vecchio tempo, e in ogni modo dopo il recente conflitto, non forse nell'insicuro pensiero ma certo nel tremante cuore del popolano di borgo e del valvassore di castello in tutto il territorio (tanto nel fertile piano che sul colle amenissimo) del piccolo ducato e del congiunto priorato, protetti entrambi contro il tentato sopruso dell'esercito di Conestabile e contro il sistematico assedio del reggimento di Catalogna dall'impeto stagionale dell'affluente del Rodano, e sovrastati a tergo dal nero massiccio del Courtadet, già ricetto di un antico raduno conventuale ed ora di un pauroso brigantaggio: quello non meno sciagurato di questo". Dove "quello" può riferirsi a: veleno del dubbio, vecchio tempo, insicuro pensiero, popolano di borgo, fertile piano, piccolo ducato, sopruso dell'esercito del Conestabile, impeto dell'affluente del Rodano, antico raduno conventuale.
Eppure, mi gira la testa.
É proprio dura la vita dei libbberisti. Dopo aver passato decenni a propalarci le argute tesi (tra gli altri) degli utilitaristi alla Bentham, per giustificare il fatto che i proletari dovevano guadagnare il meno possibile, essendo incapaci di frenare l'istinto primordiale a riprodursi, ora si trovano a dover risolvere il problema opposto: noi proletari non facciamo più figli (sono proprio uno di quelli). Che i loro sforzi per adattare la realtà ai loro modelli, rappresentino, per loro, quel che per noi è la durezza del vivere? Questa maledetta realtà che non si conforma mai: accipicchia son 300 anni che le spiegano come deve presentarsi per essere conforme, ma niente, è proprio una trash realtà.
RispondiEliminaNota a margine. Come plasticamente risulta dalla narrazione di Alberto, mai la storia europea fu dimora della bontà e della lealtà. Però, negli anni in cui le classi dirigenti erano costrette, volenti o nolenti, ad affrontare "la durezza del vivere" e del morire sul campo di battaglia, la storia europea fu dimora della bellezza e della fede. C'è un rapporto, tra le due cose? Secondo me, sì. Al cospetto della morte, la chiacchiere avvizziscono.
RispondiEliminaOggi, le classi dirigenti europee "la durezza del vivere" la regalano agli altri, e per sè preferiscono i paracadute (non dei parà: metaforici e d'oro). La storia europea odierna è dimora del brutto, del cinismo, dell'indifferenza. Gli europei sono invitati a diventare "duri di cuore e deboli di nervi" (Bernanos), e molti accolgono volentieri il pressante invito. Per esempio, commuovendosi a costo zero sulla foto del bambino morto sulla spiaggia, e pattinando allegramente sui bambini ammazzati negli interventi militari democratici & buoni, o sui bambini legalmente e gratuitamente ammazzati col do it yourself della IVG (in parole povere sarebbe l'aborto, un centinaio di migliaia di italiani potenziali fatti fuori ogni anno dal varo della legge).
E non c'è solo il punto nascita. Non ci sono solo i Pronto Soccorso che chiudono e, di conseguenza, quelli che restano aperti che scoppiano perché invasi dai...migranti..provenienti dagli altri Pronto Soccorso nel frattempo chiusi ed accolti da personale sanitario stremato perché staffato per afflussi più contenuti. Che dire infatti dell’intento del Ministero della Salute di collocare un numero non meglio precisato di prestazioni diagnostiche ambulatoriali fuori dall'orbita del Servizio Sanitario Nazionale? Si comprende quale sia l’obiettivo di fondo: lo smantellamento (svendita?) di quest'altro pezzo di Impresa Pubblica. Come al solito queste operazioni vengono veicolate nell'opinione pubblica ricorrendo a termini che trasmettono il Think positive, che fanno cioè passare l'idea che si stia lavorando per migliorare il servizio. Razionalizzare, efficientare, ricercare l'appropriatezza delle prestazioni, contrastare la medicina difensiva. Occuperei un'intera pagina del Suo sito per rivelare quello che già sa e cioè che il concetto di medicina difensiva è una grossa bolla mediatica e che in letteratura scientifica medica molti si chiedono se non si stia discutendo del sesso degli angeli.
RispondiEliminaIl punto è un altro: se il Ministro della Salute emana un decreto con il quale non sarà più possibile per un medico prescrivere su ricetta rosa (quella per intenderci con cui si prescrivono farmaci ed accertamenti erogabili dal Servizio Sanitario Nazionale, con o senza partecipazione al costo - il ticket) un esame come la RMN dell'anca perché ritenuta 'inappropriata' o perché considerata 'pratica di medicina difensiva', quel medico che invece riterrà comunque necessario procedere a quel tipo di accertamento perché esame ritenuto dirimente per verificare lo stato di un'eventuale alterazione dei tessuti molli e delle cartilagini che altre indagini non sono riuscite a chiarire, non potrà far altro che prescriverlo su ricetta bianca ed invitare così il paziente ad andare alla ricerca di un ambulatorio radiologico privato dove sottoporsi all'indagine. Ora, per un cittadino che ha la possibilità economica di poter affrontare il costo di un simile esame per intero (perché ha li danari immediatamente disponibili o perché si è fatto un'assicurazione privata) potrebbero non esserci problemi, ma per un cittadino che è indigente o che comunque non se la passa bene questa soluzione resterà impraticabile. Che cosa ne è stato della nostra Costituzione? Eppure l'art. 32 è così chiaro: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Garantisce cure gratuite agli indigenti: non c'è scritto che garantisce cure "appropriate" gratuite, c'è scritto che garantisce cure gratuite, cure senza distinzioni, cure senza vocaboli distorsivi, cure e basta, purché siano ‘cure'.
Povero il mio Servizio Sanitario Nazionale: funziona, nonostante tutto. Eh, ma tocca venderlo, anzi, pardon - occorre usare le parole magiche giuste-, bisogna far entrare capitali privati: ma come fanno i privati ad entrare se costa troppo? Beh, è semplice, facciamolo deprezzare: riduciamo i pronto soccorso, intasiamo quelli pochi rimasti, aumenteranno gli errori del personale sanitario, il valore scenderà e così diventerà appetibile; il resto lo farà la domanda, e cioè i cittadini che scontenti dei pronto soccorso intasati, degli ambulatori inutilizzati, del numero crescente dei casi di malasanità pubblica, saranno ben lieti di aderire al nuovo credo: privato è bello e per coloro che avranno ancora delle remore, ecco all'orizzonte il nuovo conio lessicale, il cd. privato sociale, ossia prestazioni un tempo a carico del pubblico e che ora vengono scaricate su privati cittadini.
Nei paesi dove non esiste welfare ed in particolare un sistema pensionistico sociale, i figli SONO la pensione, quindi a chi sa di non poter contare su nessun aiuto nella propria vecchiaia, per garantirsi la sussistenza non resta altro che egoisticamente fare figli a dispetto delle condizioni economiche.
RispondiEliminaPer la cronaca questo è quello che capita in molti paese da cui provengono gli attuali migranti.
Per la cronaca è il tuo primo commento su questo blog. Lo hai capito a chi stai parlando?
EliminaNon volevo di certo "spiegarlo" a lei. MA per la cronaca la seguo da almeno 4 anni, e non è il mio primo commento. ;)
Eliminaerrata corrige:
RispondiElimina"...[il trattato di M...] passo dirimente nel processo di divaricazione delle nostre cavità."
N.B. Non penso di passare per piddino (...petrino), se dico che amo i territori, i formaggi e gli alpeggi.
(A proposito, il feudo di Roquefort è a disposizione?)
Lo, scialbamente, millantato, abbandono dei paesi in quota, dipende dalla cattiva pubblicità che noi (lei, soprattutto) facciamo alla capacità di questi luoghi di produrre reddito. O no?: la creazione di una generazione senza terra fa parte del disegno criminale che, lo spirito dei tempi ci alita, putridamente, addosso.
Ne sono certo, lei che è uomo di montagna, avrà avvertito, almeno una volta, il terribile puzzo che c'è dopo una frana.
È un puzzo di gas, putrefazione; quello che sarebbe un profumo di vita che rinasce, diventa un intollerabile odore di morte.
Sappiamo bene che non è concesso, a noi, scimmie con le telescriventi, di fermare quanto di più grande c'è; ebbene, quando viene giù il ventre di una collina, e porta con sé quegli alberi (che un uomo, gesto scelerato, scelse a simbolo del suo reato), quelle piante, con cui la Sabina aveva stipulato un patto millenario, a me viene da piangere per i miei avi, perché figli non intendo averne.
Mutuo, perché noi non l'abbiamo, una figura dalla mitologia celtica; la Banshee, lo spirito urlante che avverte il clan della disgrazia imminente: io, questo fischio lo sento forte da un pezzo; questo blog, e vieppiù gli ospiti che lo animano (che mi sembra di conoscere da sempre, tanto li leggo), ne hanno rimodulato le frequenze, da renderle tutte, perfettamente, udibili. E dolorose.
Il pianto dello spirito del tempo.
Io sono tra quelli che pensano che l'uomo ha fatto Dio a sua immagine e somiglianza. E non è un caso che una volta Dio diceva: 'Tu lavorerai con sudore e tu partorirai con dolore'.
RispondiEliminaSono entrambi compiti molto impegnativi, e perciò la natura ha ottimizzato i maschietti e le femminucce per questi scopi. Non ho basi scientifiche da citare, ma ho la sensazione che tutte le culture che si allontanano da questo dictat (compresa la nostra) hanno in comune una sola cosa: la facile accessibilità al cibo. A breve le cose si risistemeranno da sole, o in alternativa ci estingueremo per far spazio a chi ancora i figli li fa.
Il problema della nostra cultura in merito è che pensiamo che l'unico metro sia la busta paga. Le povere donne si sono giustamente sentite escluse dalla società, e sono nati i vari movimenti femministi. Io non sono per l'uguaglianza tra uomo e donna, siamo diversi e abbiamo ruoli diversi. La soluzione al problema non è tanto fare i salti quadri per garantire alla donna un diritto difficile da garantire, ma fare in modo che la società veda come un compito nobile anche quello di badare alle faccende domestiche. Le femministe dovrebbero lottare per il diritto della donna a formare una famiglia, più che per il diritto al lavoro. Ma, si sa, il termine famiglia non fa rima con globalizzazione, quindi la famiglia non è importante.
I diritti al lavoro viene calpestato per i maschietti, figuriamoci quanto potrà venir calpestato per chi può, da un momento all'altro, rimanere in stato interessante e quindi inutile.
Donna è una parola dalle origini indoeuropee, e significa 'signora della casa'. Cento anni di schizofrenia capitalistica non cambieranno millenni di storia.
Il ruolo della donna in una società sana, dal mio punto di vista:
https://www.youtube.com/watch?v=UCSq7UvTYZc
Vabbè, a te già t'avevo inquadrato...
Elimina@Dargen
EliminaSe non sapessi o conoscessi gente come te sarei portato a credere che ciò che hai scritto sia frutto di una voluta provocazione e quindi trollaggio.
Ma sei vero, purtroppo.
Un concentrato di discriminazione. Dalla parità dei diritti alla parità delle sciagure. Lui cassintegrato, (se va bene) lei in call center con il pancione e in procinto ad andarsene per le dimissioni in bianco. E va tutto bene se c'è ancora la pensioncina ina ina dei genitori. Che facciamo, continuiamo con la sterile guerra tra sessi o ci rendiamo conto che un maschio e una femmina quando non guadagnano abbastanza per vivere mestamente sono ugualmente in disgrazia? Dovremmo aiutarci non criticarci.
EliminaEh, che vi devo dire, io analizzo i fatti.
EliminaUna piccola azienda del sud che trova magicamente risorse per rinnovarsi difficilmente assumerà una giovane donna nel contesto attuale, spendendo risorse per formarla, per poi ritrovarsela col pancione. Colpa del titolare? Non penso proprio, sta nella cacca anche lui.
Come risultato della crisi, il 40% dei giovani è disoccupato, il restante 60% sotto occupato e/o precario.
Per una coppia con figli, non ci sarà mai crisi di domanda per cure parentali. Dovendo uno dei due genitori accudire la prole materialmente, e non potendolo fare l'uomo al meglio (a meno fino a quando non impiantaremo uteri e mammelle nei maschi), questo ruolo è meglio che lo assuma prinicipalmente la donna, che ne approfitterà per compiere le faccende domestiche e di aiuto nella comunita locale, anche per le sue capacità di comunicazione empatica decisamente superiori all'uomo. L'uomo provvederà principalmente a sostenere la famiglia economicamente, trovando nella donna anche fonte di consigli e supporto psicologico. Nel mondo occidentale (europa) è stato così per millenni. Non vedo perchè mantenere invece il modello attuale che si sta rivelando fallimentare.
Il problema è che per fare questo non basta una singola coppia, ma ci vuole prima un cambiamento completo dei nostri valori, primo fra tutti valorizzare il ruolo della donna come madre e come legante della comunità locale (comunità che purtroppo non esiste più). L'uomo non sarebbe in grado di assolvere bene un tale ruolo, abbiamo qualità diverse. Negare l'uguaglianza non significa dire che un sesso è superiore ad un altro, significa semplicemente dire che sono diversi.
Uscire dall'euro è condizione necessaria ma non sufficiente per l'uscita dell'Italia dal pantano in cui si è cacciata. Altra condizione riguarda la ristrutturazione dei valori sociali, partendo dalla famiglia e dalla comunità locale, che non può non passare da una ristrutturazione dei ruoli di uomo e donna nella società. Forse non vi siete accorti che ormai qui sono 'globalizzati' anche i sessi, non solo la moneta. E si blocca tutto (nessuno riesce a lavorare e nessuno riesce a partorire con serenità).
@Gianni
Certo che sono vero, sono le tue argomentazioni ad essere inesistenti. Il tuo è lo stesso commento che il mainstream sta di continuo facendo all'Autore del blog.
Per una coppia con figli, non ci sarà mai crisi di domanda per cure parentali.
EliminaTi sbagli se l'uomo non porta da mangiare a casa chi mantiene la famiglia?
Ai figli devi dare educazione in un mondo ipercompetitivo, cosa molto costosa visto anche il degrado continuo della scuola pubblica. Il tuo discorso funzionava 40 anni fa dove con uno stipendio vievano 10 persone in un contesto economico diverso.Tu sbagli è la crisi che porta denatalità non il contrario, cambia le condizioni economiche, cambierà la natalità. Inoltre i miei genitori lavoravano entrambi e comunque mi hanno cresciuto mia madre si è realizzata come madre e lavoratrice e tutto senza l'ausilio dei nonni che vivevano lontani.Per il resto se una donna o un uomo non vuole fare figli qual è il problema? Ci sono vari modi per realizzarsi. L'incintamento a fare figli è stato nella storia uno strumento da parte delle classi dirigenti per avere carne di cannone o esercito industriale.
Mi sembra di vedere i reazionari di un tempo. Quelli aspettavano braccia, ma arrivavano uomini.
RispondiEliminaQuesti aspettano direttamente uteri, ma come sopra la situazione sarà diversa.
Naturalmente, le negre, non lo sono per nulla: sono anche stupide. Venute in Italia, non saranno capaci di capire che contraccezione, aborto, sono liberamente praticabili? Mi volete dire che i radicali non romperanno loro il cazzo la Domenica mattina, come quelli di lotta comunista e i testimoni di Geova?Secondo i progressoidi (l' intersezione fra un progressista ed un ellissoide) si limiteranno a fare dovremmo unirci in un abbraccio fraterno, dove i discriminati di ieri, saranno gli sfruttati di domani.
Ho anche sentito: ci servono, ci servono eh, perché nessuno ha. più la vocazione per farsi prete o suora. E li, mi è venuto lo sconforto.
Poi, un mio amico mi ha detto: "cazzo, ci siamo ridotti a considerare le persone, come fossero scrofe".
Sulla geografia delle penisola, per me, la lectio magistralis è arrivata presto. Quella volta che percorremmo il meraviglioso paesaggio che circonda la SARC. Ero molto piccolo.
Il progetto originale di Padoa Schioppa e Prodi, quello di avvicinare gli italiani alla durezza del vivere, passa oggi attraverso la frammentazione della sanità regionalizzata e le scelte dei direttori generali delle ASL. Spesso i cittadini non vengono nemmeno informati dei tagli delle prestazioni sanitarie che colpiscono i loro territori e i regolamenti interni, i codici di comportamento dei dipendenti delle ASL impediscono persino la corretta discussione sulle problematiche di politica sanitaria locale. Potrei raccontarvi di situazioni nelle quali i DG tagliano i direttori delle unità operative e deferiscono al consiglio disciplinare coloro che osano fare dichiarazioni alla stampa che non siano concordate e approvate dalla direzione generale. Un clima pesantissimo, fatto di intimidazioni, pressioni nei confronti di dirigenti medici e infermieri, disinformazione sistematica su provvedimenti adottati e strategie aziendali, asservimento totale e complice di tutti i sindacati, in testa la CGIL e l' ANAAO, i cui vertici vengono resi docili mediante promozioni e avanzamenti di carriera spesso non giustificati dai curriculum. Questo metodo viene applicato in regioni c.d. rosse, amministrate dal PD. I bocconiani, tagliatori di teste, hanno ad esempio ridotto sei, dico sei, unità operative provinciali di chirurgia generale esistenti in provincia, con un solo direttore nominato con concorso: cinque posti vacanti su sei tra concorsi bloccati, incarichi provvisori, direzioni a scavalco tra Ospedali. Tagliare teste e professionalità, così come tagliare servizi e prestazioni è compito che i bocconiani sanno interpretare con particolare diligenza, su mandato della politica criminale. E, se osi parlare, ti bastono. Mentre la Regione, se deve erogare risorse per ridurre liste d' attesa, stanzia 850.000 euro inizialmente per le prestazioni aggiuntive di radiologia delle strutture private. Capito, la durezza del vivere a chi tocca ?
RispondiEliminaL'Euro sta uccidendo i piccoli comuni montuosi abruzzesi, se andiamo a vedere i cali demografici di paesi come, Caramanico Roccamorice, San Valentino, e di tutti gli altri intorno. Si è passati a Lettomanoppello, da 50 e passa nascite l'anno degli anni 80 a 15 nati nell'anno 2015. Per non parlare poi di tutti i ragazzi che emigrano, quasi tutti i laureati sono scappati tra Lux ,Scozia, Canada, Svizzera etc. etc. Tra 30 anni tanti paesi faranno la fine di Roccaramanico, cioè paesi desertici, con meno di 100 abitanti. Prof. una genziana pagata a Lettomanoppello ce l'ha ( capitale Pude Abruzzo) quindi.... venga a trovarci.
RispondiEliminaMica solo quelli, purtroppo la situazione e' grave ovunque. Alla fine il sud sara' quello che avra' sofferto di piu', le zone svantaggiate in primis.
EliminaAgilulfo Emo Berttandino, dei Guildiverni e degli altri di Corbentraz e Sura, Cavaliere di Selimpia Citeriore e Fez.
RispondiEliminaSpezzo una lancia, per coloro che tengono l'albero genealogico.
"Quanto può continuare?"
RispondiEliminaPer molto ancora.
Stamattina in palestra un atletico trentenne mi ha illustrato la sua soluzione ai nostri mali: "bisogna ritornare al baratto".
Non scherzava affatto e non e' neppure il primo che sento.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-12-11/la-regione-emilia-romagna-promuove-baratto-190957.shtml?uuid=ABBsRTj&refresh_ce=1
Grazie per aver citato Melfi
RispondiEliminaSe si desse più importanza alla biologia e meno alla storia ed alla geografia ci si renderebbe conto che per sopravvivere bisogna adattarsi.
RispondiEliminaCapisco solo che credi di essere un biologo.
EliminaBhe capisci male ma la malafede sui commenti è comprensibile: parlano più del commentatore del punto in discussione. Bene, lo ammetto, fatico a digerire i pipponi sul duca di Borgogna su un'argomento di attualità.
EliminaLei dice che se vive a Barrea partorisce a Sulmona, ma a mio avviso nessuno la obbliga: si può partorire a casa e lo facevano tutti al tempo di papa Clemente VII. Ed il problema, se si parla dell'invasione africana, non riguarda il modo in cui si partorisce ma il controllo delle nascite ed il nostro stile di vita. Ricordiamo, tra l'altro, che le pensioni sono un'invenzione creata a cavallo fra la prima e la seconda guerra mondiale: un periodo in cui i giovani morivano (sarebbero dovuti morire) in guerra ed i vecchi facevano (avrebbero fatto) la fame. Ora la situazione, quì, è totalmente cambiata: i giovani bastano e avanzano per mantenere i vecchi, e potrebbero farlo benissimo senza alcun sistema pensionistico ed a me sembra tanto ovvio da non dover essere dimostrato.
La domanda è: a che ci servono i giovani del medio-oriente? Per pagar la pensione ad i vecchi? per far la guerra? Oppure non è forse che li stiamo semplicemente rifilando NOI ad i paesi del nord europa e ci converrebbe stare zitti al riguardo e riprenderci i nostri che sono partiti negli anni passati?
Bhe può scriverlo solo un analfabeta. Che un povero analfabeta non abbia consuetudine con la lettura non stupisce, e nessuno potrebbe fargliene una colpa. Povertà non è vergogna. Ma allora, perché leggi, se non ti interessa? E soprattutto perché ti senti in dovere di proporci un'accozzaglia di "pensieri" così rigidamente allineati alla tua "ortografia".
EliminaNon c'è risposta, grazie. Oggi mi faccio un regalo: cacciarti da casa mia. Posso?
Penso che tu sia leggermente disinformato. Il sistema pensionistico creato a cavallo tra le due guerre??? Leggi Lisia, l'orazione "Per l'invalido" e poi ne parliamo. In epoca più vicina alla nostra, la pensione per invalidità e vecchiaia viene introdotta nel nostro paese nel 1898, a cavallo sì tra due guerre, ma si tratta della terza e della quarta guerra di indipendenza (o prima guerra mondiale). Cento anni prima, in Francia, la cd. Mozione Robespierre definisce l'importanza di un intervento previdenziale a sostegno di coloro che "non possono ancora o non possono più lavorare" (24 aprile 1793). Il processo storico-culturale che ha portato alla nascita dell'attuale impalcatura previdenziale è dunque molto più antico di quanto tu possa aver pensato. P.S.: "l'ovvio da non dover essere dimostrato" è affermazione metafisica, la scienza è tale perché accetta il metodo sperimentale per il quale ogni cosa deve poter essere dimostrata, deve poter reggere alla falsificabilità.
Elimina"Bene, lo ammetto, fatico a digerire i pipponi sul duca di Borgogna su un'argomento di attualità."
EliminaStudiare la storia aiuterebbe di molto la digestione.
Ammetto di aver dovuto utilizzare carta e penna per evitare la labirintite tra le varie parentele (è difficile per chi ha abbandonato le materie umanistiche come me e se ne dispiace), ma a parte questo ritengo che ogni tanto un bagno di umiltà non faccia mai male. In quanto alle dichiarazioni del tipo: "questa cosa è così ovvia da non dover essere dimostrata", beh... no comment (in fondo a cosa è servita la scienza, no? meglio restare nell'ignoranza!) Ohi, povera mia Patria!
EliminaI media colpevolizzano le donne per la denatalità italiana, è vero, ma soprattutto si esercitano nella pratica della T.I.N.A.: immigrati, immigrati e ancora immigrati. Del resto è così che si vuole.
RispondiEliminaMa veramente intervengo perché nel post hai citato due luoghi a me molto cari. Il primo è Barrea: da quelle parti (roaring sixties) appena finita la scuola, mio padre ci portava per almeno una settimana a scorrazzare per monti e boschi, che all’epoca apparivano bellissimi e incontaminati. Non ci si rendeva neanche conto di essere in un parco nazionale, non si usava dare molte indicazioni o divieti ai pochi turisti/escursionisti - che peraltro si trovavano lì solo per amore della montagna, senza nessuna spinta di marketing e dunque sapevano come comportarsi - e il tutto sembrava molto semplice e “naturale”. Non sapevamo di essere dei privilegiati.
Il secondo luogo è Tromsø, Norvegia, dove c’è un monumento in ricordo di alcuni italiani (tra cui … beh, lasciamo stare si entra in una storia per me dolorosa di lutti familiari) dispersi al Polo nel 1928 in una tragicamente famosa spedizione polare. All’epoca nell’aviazione (in particolare dirigibili) gli italiani non erano secondi a nessuno: superiorità tecnologica e competenza degli equipaggi erano ampiamente riconosciuti. Si pensi che nella precedente spedizione polare (Norge, 1926) il dirigibile e l’equipaggio erano italiani, il leader un mito assoluto dell’esplorazione delle regioni polari (R. Amundsen) mentre i capitali venivano principalmente da un finanziatore americano (Ellsworth).
Altri tempi, soprattutto un’altra Italia (sto diventando forse nostalgico?).
Il tuo discorso assomiglia tanto a quello che Cesare Pozzi fece a L'Aquila per cercare di spiegare, ai terremotati aquilani, che la loro città non si ricostruirà e, semmai lo fosse, non ha molte prospettive di sopravvivere comunque.
RispondiEliminaIntanto, l'Unione europea gli richiede indietro i soldi, trattandosi di...spending review continentale, naturalmente nell'ambito della solidarietà dei trattati la quale non contempla il "superlfuo" di una città non globale, come richiede la globalizzazione "buona" della Sassen :
http://www.abruzzoweb.it/contenuti/sisma-stangata-ue-su-aziende-aquilane-senza-danni-restituire-le-tasse/576114-302/
A proposito di figli che non si fanno , visto che il peggio non è mai morto , occorre raccontare anche un'altra storia , le donne ( è sempre colpa loro ) a causa di tante piccole o grandi concause , hanno perso mediamente 10 anni di fertilità e questo me lo disse un dottore stupito per tutta un'altra cosa , a questo c'è da aggiungere il tasso di infertilità maschile che sta aumentando a dismisura . Ora ,si che toccare qui il termine decrescita è quasi sacrilego , ma se usato per non usare più la plastica delle bottiglie per esempio, penso che si possa dire , magari solo sussurrato piano piano . Per dare un piccolo esempio , tanto tempo fa quando in TV c'erano 2 canali e se volevi il terzo c'era la Svizzera Italiana , una notte sulla TV svizzera , dove al tempo la stampa era un po meno chinata , un servizio sulla mutazione dei pesci da maschi a femmine vicino agli scarichi fognari , indagando su tutto , subito pensarono alla pillola ma la concentrazione di estrogeni era troppo esigua facendo il numero di donne fratto l'acqua , alla fine scoprirono che per estrudere le bottiglie o i contenitori di plastica usavano una specie di lubrificante che era uns simil-estrogeno ma di un centinaio di volte più potente e questo faceva mutare i pesci alla fine della trasmissione dissero che ci sarebbe stata un'altra puntata mai più fatta ma il mondo è paese . Ora anche qui dicono di non mettere le bottiglie al sole ecc. ma di questo non ho più sentito nulla , eccetto che si stanno vendendo molte più parrucche femminili ( a detta di un magazzino di materiale per parrucchieri ) e che le usano quasi esclusivamente nelle chemio . Ora sia incolpare gli Italiani o gli europei che vivono in a queste condizioni e per questo motivare che la soluzione sia importare la progenie per conto mio è sinonimo o di pazzia o di un malessere mentale latente coadiuvato da qualche interesse mal celato .
RispondiEliminaDopo la durezza del vivere anche la durezza del nascere...
RispondiEliminaNon da sottovalutare il ruolo e la sorte di Giovanni dalle Bande Nere, nelle vicende dei Lanzichenecchi in Italia. Il "movimento dal basso" , cioè la Lega di Cognac, avrebbe pure potuto aver successo, se il Gonzaga e Alfonso I d'Este non avessero "remato contro" (al fine di indebolire il papato mediceo). La vicenda è ben narrata da Olmi ne "Il Mestiere delle Armi". L' analogia con il PD che plaude la lettera della BCE del 2011, brinda alla caduta di Berlusconi e saluta Monti come salvatore della patria è forte. Allora il sacco di Roma mise la parola "Fine" al rinascimento. Cosa è successo da Monti in poi lo sappiamo bene.
RispondiEliminaNota a parte sulle donne che non fanno figli: quando Flavio Claudio Giuliano (poi noto come Giuliano L'apostata) venne spedito in Gallia, trovò una situazione non facile: Franchi e Alemanni facevano il bello e il cattivo tempo, i commerci languivano , la natalità diminuiva, le campagne si spopolavano. Il vecchio premier (ops generale con funzioni consolari) Claudio Silvano aveva affrontato di petto la situazione con il consolidamento fiscale, alimentando così la spirale recessiva. Fu destituito (fatto assassinare) da Costanzo II, che contenstualmente fece cesare Giuliano e lo spedì a sistemare le cose. Giuliano ci riuscì, e, citando a braccio Dione Cassio, i commerci ripresero, la produttività salì (i campi si ripopolarono), i giovani ricominciarono a sposarsi e a fare figli. E questa è letteralmente storia antica.
Ops. errore: non Dione Cassio ma Ammiano Marcellino... la memoria fa brutti scherzi
RispondiEliminaSi dice che uno delle prime vittime della "riorganizzazione" della sanità sia stato il Sig. Locapireteconlebuone. Pare sia stato un infarto, dovuto a crepacuore (qualcosa che voleva far capire, non ricordo bene esattamente cosa....); l'auto ambulanza che é dovuta venire da molto lontano, é arrivata troppo tardi. Ne danno triste annuncio i parenti e gli amici tutti. Il suo acerrimo rivale, il Sig. Locapireteconlecattive pare abbia commentato in modo cinico: "in fondo era buono, un po' ingenuo forse". Il Sig. Locapireteconlecattive ha anche affermato di godere di ottima salute, probabilmente, ha aggiunto, perché si esercita continuamente.
RispondiEliminaAltro che lacrimuccia mein lieber Waffenbruder!
RispondiEliminaCome tirolese sono orgoglioso che la mia amata Heimat abbia fornito al grande Georg von Frundsberg il nerbo dell'armata con la quale è sceso in quel radioso 1527 a dare al cosiddetto "papa" ciò che meritava.
Come militare ho per lui grande stima per il contributo che ha dato all'arte nostra nel campo delle tattiche d'impiego della fanteria.
Nella mia personale hall of fame il Nostro occupa il terzo posto dopo Seine Majestät der Kaiser, come è ovvio, e dopo Andreas Hofer, l'eroe nazionale tirolese della sfortunata campagna contro il bandito còrso e i traditori bavaresi.
Venendo al secondo punto, quello che hai scritto circa la riluttanza delle nostre gentili signore a mettere al mondo marmocchi potrei averlo scritto io, tanto lo condivido.
Frau der Krampus ed io ne abbiamo due, una splendida ragazza ed un un bellissimo giovanotto, alti, biondi, occhi azzurri, echte Herrenrasse in una parola, dei quali siamo orgogliosissimi.
Nonostante non avessimo particolari necessità di essere aiutati dal punto di vista materiale, è stata ugualmente durissima a causa dell'assoluta mancanza di qualsiasi supporto.
Come sai, i miei ragazzi sono nati all'estero e non sono di madrelingua italiana. Bene. Nemmeno nella scuola dell'obbligo, e nemmeno a pagamento, è stato possibile avere, per esempio, un solo minuto di supporto linguistico. E non parliamo del resto sennò si fa notte.
Alla fine l'abbiamo spuntata, ma mi chiedo spesso come sia possibile prendersela con le coppie giovani se decidono che non è il caso, nella situazione e con le fosche prospettive attuali, di metter su famiglia, e massime di mettere al mondo qualche marmocchietto.
A volte, pur avendo avuto, noi e loro, una situazione enormemente più fortunata della media, mi viene da pensare che se dovessimo farlo ora ci penseremmo venti volte.
Gott erhalte!
Ero sicuro di parlare al tuo cuore. Ora vado a scolarmi una bottiglia e poi sblocco gli altri.
EliminaEin Prosit, ein Prosit, und Gemütlickkeit!
EliminaMi va benissimo essere nostalgici e orgogliosi della propria Heimat, ma forse stiamo un po’ esagerando. Una parte di questo commento sembrava tratto da Der Adler . Si scherza, mein lieber Herr Jörg !
EliminaConosco quella rivista.
EliminaMio padre, come quasi tutti i suoi colleghi, era abbonato all'edizione tedesca.
Io ho cominciato ad amare il mondo dell'a iazione militare sulle sue pagine.
Servus, mein Freund!
"Ma l'aggiografia non è una Scenza! Ah-ha!"
RispondiEliminaP.s. Cazzarola se erano precisi questi archibugi. Li facevano in Germania?
E tu lo sai che tra Sulmona e Carpinone corre (si fa per dire, vista la tortuosità della linea e le impegnative livellette) la Transiberiana d'Italia, una ferrovia che oggi non si tenterebbe nemmeno di costruire, e che non ci si perita a chiudere in quanto "ramo secco".
RispondiEliminaCome si seccano i "rami" delle ferrovie?
Si toglie qualche treno che "funziona", così cala la domanda e quindi si deve ridurre ancora l'offerta, così si riduce ancor più la domanda...finchè non ci rimane niente...
I sentieri abruzzesi hanno già completamente sciacquato tutta quella cacofonia di voci? O semplicemente non è capace di stare lontano dalla sua comunità per più di tre giorni?
RispondiEliminaBuona serata e prosit.
Complimenti per i premi #MIA15! :)
RispondiElimina“Nel Cinquecento, in Francia, l'attività e il vero merito di un uomo potevano mettersi in luce, e attirare l'ammirazione, solo mediante azioni coraggiose sul campo di battaglia o in duello, e siccome alle donne piace il coraggio e soprattutto l'audacia, esse divennero giudici supremi del valore maschile. Nacque allora la galanteria, che portò all'annientamento di tutte le passioni e persino dell'amore, a vantaggio di quel crudele tiranno a cui tutti obbediamo: la vanità. I re protessero la vanità, e con ragione; così le onorificenze ebbero un potere incontestato.
RispondiEliminaIn Italia, un uomo poteva distinguersi per meriti di ogni genere, per il modo con cui maneggiava la spada o per le scoperte fatte in antichi manoscritti, come Petrarca, idolo del suo tempo; e una donna del Cinquecento amava un uomo erudito in lettere greche quanto avrebbe potuto amare un uomo celebre per la bravura militare, e forse anche di più. Fu un'epoca di passioni e non di consuetudine alla galanteria.
Ecco la grande differenza tra Italia e Francia, ecco perché l'Italia ha visto nascere un Raffaello, un Giorgione, un Tiziano, un Correggio, mentre la Francia produceva tutti quei bravi capitani del XVI secolo, perfettamente sconosciuti oggi, pur avendo, ciascuno di loro, ucciso un gran numero di nemici. Perdonatemi queste crude verità.”
Stendhal, La badessa di Castro
Ho scassato parecchio i cosiddetti a parenti ed amici in questi ultimi giorni, a qualcosa sarà servito.
RispondiEliminaSono felice per la doppia premiazione.
#MIA15
Caro Professore, quando ha scritto "non ce la faccio più, stacco la spina" il primo sentimento è stato empatico, ma subito dopo ho pensato: sono così stanca che se si ferma lui riposo un pò anch'io. Pochi giorni e mi ritorna con questo post che mi ricorda che ho giurato che se mi avessero mandato in pensione con la quota 41 mi sarei messa a studiare LA STORIA.
RispondiEliminaMa adesso lei mi fa notare che LA GEOGRAFIA è altrettanto importante.
Il fatto è che la riforma della pensione non passa ed io faccio in tempo a morire senza essermi impegnata.
Io sono una di quelle donne che non ha voluto figli, questo non mi ha impedito di allevare il figlio di mio marito e tutti i miei dubbi hanno trovato conferma, gli voglio molto bene.
Per fortuna nessuno ti chiede mai il motivo perchè sospettano che tu sia sterile.
Che sia per questo che non mi merito la pensione?
Sono anche spaventata perchè ho una protesi all' anca destra e considerato che le protesi non durano in eterno, come ci ha spegato Giuseppe Vetrugno, con le nuove regole sulla RMN potrei avere delle difficoltà. Come farò a scappare sulle montagne della Valsesia quando il gioco si farà duro?
Meglio morire a causa di un'archibugiata e se propri non si può posso scegliere l'etnia del badante?
Ho votato ai MIA, ho preso il biglietto per il 14/15 novembre, piccolo contributo ad a/simmetrie, poche cose per dirle come sempre GRAZIE.
@ Lettore Occasionale
RispondiEliminaA proposito di Giovanni dalle Bande Nere e del film di Ermanno Olmi, "Il mestiere delle armi".
Giovanni restò ucciso (ferita da falconetto a una gamba, amputazione, cancrena) in una scaramuccia con le truppe di Frundsberg, giustamente caro, per il suo valore di soldato e comandante, al cuore di @Jorg der Krampus.
Ai contemporanei, risultò lampante che la morte di Giovanni segnava anche la morte delle speranze italiane: da allora in poi, l'Italia sarebbe stata terra di conquista.
Vedendo il film di Olmi, nel quale è profusa una mirabile sapienza di ricostruzione scenografica, sono rimasto sbalordito: in un'ora e quaranta di film, la coincidenza tra morte di Giovanni e morte delle speranze italiane non viene MAI tematizzata, neanche per sbaglio. L'omissione è totale: come chi facesse un film sulla battaglia di Borodino e omettesse il fatterello che segna l'inizio della fine dell'impresa napoleonica.
Ho letto diverse recensioni: l'omissione non viene rilevata, dato non pervenuto.
La morale si trae da sè.
Miglior articolo il fact checking sulla Grecia e miglior sito di economia.Congratulazioni.
RispondiEliminaMamma mia ma quell'articolo di Padoa Schioppa è raccapricciante.
RispondiElimina@Roberto Buffagni
RispondiEliminaDissento. E non credo che la cronca debba essere necessariamente interpretata e chiosata, per cui non non sento il bisogno di trarre morali di sorta. Poi Olmi sarò pure piddino, ma in questo caso mi pure pure una beata...
Ho visto mamme intimate a soprassedere sulla maternità facoltativa e poi "obbligate" a licenziarsi perché non avevano seguito il consiglio. Padri che si sono assentati improvvisamente dal lavoro per un malore della moglie durante la gravidanza che si sono sentiti poi apostrofare dal capo "dille di abortire". Padri guardati in cagnesco perché chiedono le ore di permesso per i figli in quanto la moglie è lavoratrice autonoma. Padri che non osano neppure chiedere le dovute ore di permesso per i figli. Madri che vengono licenziate al terzo figlio. Madri licenziate al compimento dell'anno di vita del figlio perché avevano usufruito delle ore di allattamento nonostante fossero state "sconsigliate". Non so quale altro nome dare a queste cose se non "violenza". E siamo nel profondo nord produttivo. I lavoratori che diventano genitori si scontrano spesso contro questo muro di violenza. Gli imprenditori vogliono lavoratori giovani, single, sani, con il tempo a disposizione. Le modifiche ai contratti e le riforme del lavoro vanno in questa direzione. A cinquant'anni può capitare che uno abbia qualche acciacco. Dopo qualche settimana a regime ridotto a causa di un brutto mal di schiena, ho sentito sollevare critiche sul fatturato di quel mese (stranamente in calo, sic!). Ci ricorderemo sia dei sindacalisti che delle femministe.
RispondiEliminaNo, io mi ricordero' soprattutto dei colleghi infingardi, opportunisti, servili. Mors tua vita mea? Appunto.
RispondiEliminaAnche Enzo Ferrari, nel 1919, si trovò a passare per l'altopiano delle Cinque Miglia. Era partito in macchina da Milano per andare in Sicilia, dove avrebbe corso la prestigiosa Targa Florio.
RispondiEliminaQuello che segue è il racconto di quell'episodio tratto dal suo libro "Piloti che gente":
"Sull'altipiano abruzzese delle Cinquemiglia ci trovammo imprigionati da una bufera di neve. Inseguiti dai lupi, cominciammo a correre rischi imprevisti. I lupi furono sgominati dall'intervento dei cantonieri con fucili e torce accese, dai loro spari e da quelli dalla mia rivoltella, che tenevo sempre sotto il cuscino dell'automobile".
Chissà se conosceva la storia dei mercenari morti nel cinquecento.
Insomma chi voleva chiuderla adesso la vuol tenere aperta. Un bel casin!
RispondiEliminasanita’
Punti nascita: già chiuso quello di Piove di Sacco, Adria e Valdagno a breve
Coletto a Roma, intanto una nota ai dg impone lo stop
Le beghe in Regione
E mentre, ormai fuori tempo massimo, la grillina Patrizia Bartelle invita Luca Zaia «a finanziare i punti nascita che il ministero vuole chiudere», il Pd e Liberi e Uguali presentano un’interrogazione e una mozione per salvarli, l’assessore Coletto «ha avviato col governo un dialogo per armonizzarli col Piano sociosanitario regionale in via di formalizzazione, evitando di privare il territorio di strutture essenziali ma restando nei paletti fissati dalla legge nazionale». La sua non è una posizione facile, perchè oltre a rappresentare il Veneto a Roma è anche il presidente dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, i cui tecnici hanno redatto il testo del decreto ministeri.