(...sono esausto.
L’editore mi ha mandato un contratto e mi chiede che ne penso. E che ne devo
pensare? Tu sei onesto, sei un professionista, sei pure simpatico: il contratto
sarà fatto bene. Il problema non è il contratto: sono io. Vi avevo detto che
sarebbe stato un anno lungo e a me non passa veramente più. Tante
soddisfazioni, per carità, ma il mio corpo non mi segue. Sto anche entrando in
un mood un po’ più buddista: cerco di seguirlo io, il mio corpo, solo che poi mi incazzo
perché lui vuole stare fermo! Esempio: tre sere fa ho avuto il classico collasso da
congestione. Divinibus preceptibus formato – la parola di Rockapasso – sono
riuscito a non svenire. Dai, è andata bene. Qualcuno sopra ha commentato che
posto alle 5:35. In effetti, se mi sveglio alle 4 con dolori abbbbominevoli,
poi ci rimetto un po’ a prendere sonno. Alle 9 però il
Bagnai prussiano ha prevalso sul buddista: corsa sotto il sole sulla pista ciclabile. Il Bagnai buddista
non sarebbe andato in palestra. Prometto che stasera comincio a leggere Thich
Nath Hanh – lui sa chi è ecc.
Non so però se mi darà la forza di non prendere
altri impegni. Forse quest’anno per la prima volta da tre anni riesco a fare
una vacanza!
Comunque, essendo
esaurito, per sfogare la mia rabbia impotente esaurisco voi con un post
“tecnico”. A me rilassa, a voi non so...)
Riprendo l’argomento del vincolo esterno così come viene
espresso dalla legge di Thirlwall, cioè come vincolo sul tasso di crescita di
lungo periodo:
Ricordo brevemente il senso. La premessa è che un aumento del tasso di
crescita normalmente manda in deficit la bilancia dei pagamenti (o ne riduce il
surplus), perché un maggior reddito implica una maggiore spesa, e una maggiore
spesa implica maggiori importazioni. Di conseguenza la crescita compatibile nel lungo periodo con
il mantenimento dell’equilibrio esterno è:
1) direttamente proporzionale alla crescita delle
esportazioni (se le esportazioni crescono in fretta il paese ricava molta
valuta estera e quindi può permettersi maggiore crescita perché ha di che
pagare le maggiori importazioni che ne conseguono);
2) inversamente proporzionale alla elasticità delle
importazioni al reddito, che misura la dipendenza strutturale del paese dai
beni esteri (se il paese dipende molto dai beni esteri, un aumento del reddito
provocherà un aumento relativamente più sostenuto delle importazioni rispetto a
quello che si avrebbe in un paese che invece sovviene da sé alla maggior parte
dei propri bisogni).
Quindi: [1] più crescono le tue esportazioni, più puoi
permetterti di crescere senza rischio di crisi di bilancia dei pagamenti; [2] più
dipendi dai beni esteri, meno puoi permetterti di crescere (senza rischio
ecc.).
Semplice, no? E, come abbiamo visto, funziona (nel senso che
spiega bene gli scarti nei tassi di crescita di lungo periodo fra le diverse
economie mondiali).
(...parentesi: come sapete, questo è esattamente il punto che non
viene colto dagli utili tsiprioti e in generale dagli appellisti: quelli che
“tenemose l’euro ma famo ‘a politica fiscale espansiva a casa nostra”. Una
politica fiscale espansiva in cambi rigidi ovviamente determina un immediato
peggioramento dei conti esteri, e siccome noi siamo, come sapete bene (voi) in
una crisi di bilancia dei pagamenti e non di bilancio pubblico, ecco che la
soluzione proposta aggraverebbe il vero male. I colleghi lo sanno, sono in
cattiva fede per lo più per motivi politici, ed è per questo che non sono in
buoni rapporti con loro, e sapete anche questo, quindi è inutile ribadirlo.
Chiunque di voi apra un manuale di economia mi capirà...)
Nel mio ultimo lavoro ho provato a vedere se il vincolo
esterno funzionasse anche come spiegazione dell’evoluzione temporale della
crescita di un singolo paese, il nostro. Prima di farvi vedere i risultati, vi
do qualche altro approfondimento (scusandomi per le eventuali mancate risposte
sotto al post precedente: eventualmente ripostatele qui).
Intanto, tenete presente che il vincolo per definizione si
applica alla crescita di lungo periodo.
Che vuol dire, cos’è il lungo periodo? Questa domanda non ha una risposta
univoca in economia. Nel contesto dell’analisi che stiamo facendo, diciamo che il
problema può essere posto in questi termini: per quanto riuscirà, un dato
paese, a farsi finanziare dai mercati uno sbilancio esterno? Nei termini che
qui ci sono consueti (anche se in questo contesto forse sono un po’ riduttivi)
potremmo chiederci: quanto può durare un ciclo di Frenkel? Diciamo che se va
avanti sei-sette anni è molto. Questo significa che se effettui un’analisi
prendendo la crescita media su un periodo di una ventina d’anni, puoi
immaginare, a grandi linee, di aver “livellato” il risultato economico di un
paese su almeno due o tre cicli, cioè di avere una stima del tasso di crescita “di
lungo periodo”, quello attorno al quale il paese ciclicamente oscilla.
Normalmente quindi le analisi del vincolo esterno (compresa la mia
precedente su Applied Economics)
procedono così: prendono un campione di paesi (io ne consideravo 22) e un
campione di osservazioni abbastanza lungo (il mio andava dal 1960 al 2006), lo
usano per stimare l’elasticità delle importazioni, e poi applicano la legge usando
le medie campionarie dei tassi di crescita delle esportazioni e del reddito
sull’intero campione.
Per dire, io nel mio lavoro precedente facevo una cosa del
genere:
Leggiamo il primo rigo, che riguarda l’Australia. Dal 1960
al 2006 la crescita media delle esportazioni è stata del 6.05%, a me veniva un’elasticità
stimata pari a 1.45, quindi il tasso di crescita compatibile con l’equilibrio
di bilancia dei pagamenti è 6.05/1.45=4.17, e la crescita media effettiva nei
46 anni considerati è al disotto di questo vincolo, al 3.64%. Non notate niente di strano? Pare che l'Australia rispetti il vincolo esterno. Sicuri?
Nel caso dell’Italia il modello funziona
particolarmente male: il tasso di crescita vincolato è vicino al 5%
(4.96), mentre la media storica della crescita sul campione considerato è di circa 2 punti
inferiore: 2.98%. Questi risultati, presi così, indicherebbero che anche l’Italia non
è stata vincolata dal lato della domanda (estera): con un tasso di crescita
delle esportazioni superiore al 6% e un’elasticità delle importazioni al
reddito relativamente bassa avremmo potuto crescere di più senza andare in crisi di bilancia dei pagamenti. L’interpretazione
standard, se i risultati fossero
statisticamente corretti, sarebbe: "Fateskifen! Se non siete riusciti a
crescere non è per un vincolo di domanda estera, ma per un vincolo di offerta
nazionale (corruzione, casta, cricca, tempi della giustizia, costi della politica,
e via micugineggiando...)".
In realtà le cose non
stanno come gli offertisti pensano. La crescita italiana è stata vincolata
pesantemente dal vincolo esterno, ma nell’articolo del 2010 questo non
risultava a causa di un problema statistico che affrontavo, ma non ero riuscito
a risolvere nel caso dell’Italia: il problema dei cambiamenti di struttura.
Qui la domanda è: ma siamo sicuri che in 46 anni la
dipendenza strutturale di un paese dai prodotti altrui rimanga invariata? E la
risposta è: abbastanza no. Nell’articolo del 2010 andavo a vedere se c’erano
cambiamenti in questo parametro strutturale, e la risposta era ovviamente sì. I
risultati erano questi:
Anche qui, prendiamo il caso dell’Australia: una analisi
statistica più accurata (sui cui dettagli non mi soffermo) mostra che c’è un
cambiamento di struttura alla fine degli anni ’60. Se lo si prende in
considerazione, si ottengono stime mediamente più alte dell’elasticità delle
importazioni al reddito, che invece di essere pari a 1.45 (come risulta nelle
stime su tutto il campione della Table 4), passa da 2.15 prima del 1969 a 1.71 dopo il 1969.
Ovviamente con una elasticità delle importazioni più alta (se pure decrescente
nel tempo) il vincolo esterno australiano risulta più stringente, e in effetti
con questi calcoli si vede che l’Australia lo ha violato praticamente sempre (nel
secondo sottoperiodo in effetti di pochissimo). Questo risultato è più coerente
con quello che sappiamo dell’Australia, paese che è classificato come persistent net external debtor dai soliti
Lane e Milesi Ferretti
(1999). Certo: se un paese viola il vincolo esterno, ovviamente sarà un
debitore estero (importa “troppo”, viva "al disopra dei suoi mezzi"), e altrettanto ovviamente, se lo fa è perché
può farlo, cioè perché qualcuno ci mette i soldi (ad esempio gli USA?).
Notate che nella Table 5 (quella che considera possibili
break strutturali) l’Italia manca. Perché? Perché in quel lavoro non ero
riuscito a ottenere stime statisticamente valide dell’elasticità delle
importazioni al reddito (dipendenza strutturale dell’Italia dai beni esteri) né
su tutto il campione, né considerando cambiamenti di struttura (per i tecnici:
la nulla di non cointegrazione non veniva respinta).
Nel mio ultimo lavoro ho ripreso in considerazione il nostro
paese, apportando due o tre migliorie all’analisi. Intanto, ho considerato i
flussi commerciali bilaterali (quindi non le importazioni complessive, ma
quelle dai sette gruppi principali di partner: centro dell’Eurozona, periferia
dell’Eurozona, altri paesi dell’Unione Europea, Stati Uniti, OPEC, BRICS e
resto del mondo). Poi, ho preso in considerazione l’ipotesi che ci potesse
essere, in ognuna di queste sette relazioni, più di un cambiamento di
struttura. Con questi approfondimenti, ho ottenuto dei risultati statisticamente validi.
Il
succo del discorso riassunto da questa figura, che riporta l’evoluzione di
numeratore (tratteggiato) e denominatore (puntinato) della legge di Thirlwall,
insieme al valore del tasso di crescita vincolato (rapporto fra numeratore e
denominatore, linea continua, scala di sinistra).
Si notano alcune cose.
La prima è che il tasso vincolato è andato costantemente
diminuendo nel tempo, con tre scalini abbastanza evidenti: uno intorno al 1975
(dopo il primo shock petrolifero); uno intorno al 1986 (SME credibile); uno
intorno al 1996 (rivalutazione e aggancio all’ECU/EUR). L'Italia è stata progressivamente soffocata dal vincolo esterno. Per constatarlo, basta rappresentare insieme il vincolo esterno e la componente di lungo periodo del tasso di crescita italiano:
(estratta con un filtro di Hodrick-Prescott o di Christiano-Fitzgerald: qui si va sul relativamente complicato e non mi metto a spiegarvelo, anche se prometto che ci divertiremo con gli spettri abbastanza presto).
La componente di lungo periodo del tasso di crescita (indicata con HP o CF: in sostanza, una specie di media mobile del tasso di crescita, calcolata in modo da trascurare i movimenti di breve periodo, da un anno all'altro, cogliendo solo l'evoluzione "fondamentale" della crescita) presenta alcune oscillazioni, che seguono però la generale tendenza ribassista del vincolo esterno, con un accostamento abbastanza significativo.Notate anche che prima di crisi di bilancia dei pagamenti l'Italia cresce a tassi superiori al vincolo. I conti tornano.
La seconda è che la dipendenza dell’Italia dai prodotti
altrui (l’elasticità alle importazioni, espressa dal parametro al denominatore
della legge di Thirlwall) è andata sempre aumentando (è la linea a puntini),
con un forte incremento in occasione della effettiva
entrata nell’euro (cioè dal 1996 in poi). Notate che il precedente scalino
verso il basso del tasso di crescita vincolato (linea continua) era stato
determinato non da un aumento del denominatore, ma da una diminuzione del numeratore (cioè del tasso di crescita delle esportazioni, linea tratteggiata) dopo il 1986. In
quel caso erano peggiorati i nostri mercati, in qualche modo (i nostri prodotti
erano diventati meno appetibili? La domanda estera era diminuita?). Nel 1996 invece
succede una cosa diversa: da lì in avanti aumenta la nostra dipendenza dai
prodotti esteri.
La terza è che data la sua struttura e quella del commercio
internazionale in cui è inserita, allo stato attuale l’Italia non può sostenere
un tasso di crescita superiore allo 0.75% senza che i suoi conti esteri ricomincino
a deteriorarsi. Ho appena ricevuto un report di Oxford Economic Forecasting che
per quest’anno prevede 0.5% (quindi i conti esteri non peggioreranno, o non di
molto), e per l’anno prossimo prevede 1%. Notate anche come la mettono:
("la crescita è stata frenata dal saldo commerciale ma la crescita delle importazioni riflette il miglioramento dell'economia interna", dove vanno apprezzate due cose: (1) la prima è la solita, ovvero che tutti sanno che una accelerazione della crescita peggiora il saldo estero; gli appellisti non lo sanno perché non vogliono saperlo e infatti nel mio libro scrivo che con loro l'economia ha perso la propria dignità; (2) la seconda cosa è il meccanismo keynesiano di stabilizzazione del saldo estero... ma se non lo vedete non preoccupatevi: intanto, Monti lo vedeva benissimo, e poi comunque se riparleremo...)
La quarta è che la mia analisi pubblicata nel 2015 (uscirà
in autunno) utilizza dati solo fino al 2010 (l’avevo fatta nel 2013 e
sottoposta all’editore nel 2014). Nel frattempo il mondo è andato avanti, e
ovviamente non in meglio, per noi.
Qui la domanda è: la deindustrializzazione determinata anche
dal crollo della domanda interna (austerità), oltre che dalla penalizzazione
sui mercati esteri (apprezzamento del cambio reale determinato dall’euro), che
effetti ha sul vincolo esterno? E la risposta è abbastanza ovvia. Meno cose
riusciamo a fare da noi, e più dovremo comprarne all’estero. In altre parole, l’elasticità
delle importazioni al reddito, se prosegue il processo di sfaldamento dell’industria
italiana, non potrà che aumentare, rendendo ancora più stringente il vincolo, e
ancora meno sostenibile per noi una crescita sostenuta che non sia finanziata
dai capitali esteri (i quali, per definizione,
dopo un po’ si stancano e se ne vanno, lasciando dietro di sé macerie, come abbiamo
visto accadere tante volte dal 1980 in poi).
Ovviamente questo rimane qui fra noi (e per i lettori della International Review of Applied Economics).
I nostri politici o
sono traditori, o non ci arrivano, ma per noi cambia poco: l’interesse del paese è in ogni caso leso, e
in ogni caso loro non sono disposti nemmeno a far finta di prendere in
considerazione il problema, che poi è sempre il solito, e non è quello di
uscire dall’euro (perché tanto dall’euro usciremo), quanto quello di uscirne in
fretta, per limitare i danni.
Si apra la discussione (ma io dormo, o almeno ci provo: il monaco buddista mi terrà sveglio?).
(...per leggere un monaco buddista devo stare parecchio male, e in effetti sto parecchio male, non nel senso di provare dolore, ma spossatezza sì. Che dite, sarà il caldo?...)
Maestro non facciamo scherzi: di salute ne ha solo una come noi di Bagnai ne abbiamo uno solo, e prima di tutto c’è sempre la sua Famiglia. In ogni caso: meglio un soldato vivo che un eroe morto, per cui eviti di lanciare il cuore oltre l’ostacolo, che se poi le mancano le gambe per andare a riprenderlo sono guai. E poi si ricordi che oltre all’economista deve tutelare anche un musicista, per cui la sua responsabilità è pure doppia.
RispondiEliminaA me Thich Nhat Hann con “La via della trasformazione. Quando la mente guarisce il cuore” qualche anno fa forse ha salvato la vita, per cui spero che possa fare bene anche a Lei.
Buona notte e vada a dormire (magari pensando alle Variazioni Goldberg, una delle cose per cui vale la pena di vivere)
@Maurizio 59
EliminaConcordo. Le migliori farmacie sono le librerie
Più leggo, più comprendo, più mi assale la 'guva' (qui si dice così). Per sopravvivere, ho seguito il consiglio di Nat, e mi sono procurato (su iTunes, peccarità, non amo piratare...) un po' di Musica Perduta.
RispondiEliminaBuddismo Mahayana o Theravada?
RispondiEliminaQui ci vuole Osho.
EliminaChe dire di questo post:
RispondiEliminaGioco, Partita, Incontro.
Davvero caro Prof, si legga anche Tich Nath Hahn e il Dhammapada, gli haiku di Ryokan o le 101 storie zen e gli aneddoti di Joshu; le poesie di Mevlana Rumi, o gli aforismi di Sa'di; la Teologia Mistica di Dionigi, l'Uomo Nobile di Eckhart; Teofane o Giovanni Climaco; Ramana Maharshi e Shankara; la Bhagavad Gita. Insomma, si sostenti e allenti il ritmo, se questo le fa bene. Se s'incrina qualcosa nell'equilibrio psico-fisico lei ha tutto da perdere, quei manichini di Bruxelles e i loro diafani accoliti d'oltretomba, sparsi ovunque, invece no. Se ne ricorderà la Geenna, almeno dei primi. Rischiare di perdere anche la salute significa far vincere due volte le logiche sottese a questa moneta unica; si obietterà che qui ci stanno togliendo qualcosa di più che la salute: se proprio deve accadere si cerchi la forza di farlo ridendo loro in faccia, ma in salute. Lei ha fatto tutto l'umanamente possibile che era in suo potere fare, e potrà continuare col suo sovrumano impegno, se accetta i limiti dell'essere umano. Si riposi, se ne ha bisogno. Sta ora all'Ignoto rimescolar le carte. Chi poteva o doveva comprendere in se stesso l'ha fatto, ed è un successo enorme che ciò sia accaduto, soprattutto grazie a lei. Comunque sia, da questa semina cresceranno buoni frutti, in un modo e in un tempo o nell'altro. Si sa che invece le rape non mutano in pietre preziose: vivranno esse da rape e da rape moriranno (e ho il rammarico d'impiegar le rape come esempio...).
RispondiEliminaStia bene.
Con stima e affetto.
Massimo Maldini
Eh, caro Massimo, ma che consigli dai al prof., quanto deve ancora leggere, poveromo? Credo sia meglio (vale per tutti) il rilassarsi cazzeggiando un po', non facendo proprio nulla...camminare, stare con i figli ma anche no(dipende dai figli...)...scherzo eh, non ti offendere..
EliminaPuò essere sovraffaticamento e l'organismo reclama, appunto, di rallentare, soprattutto di stare un po' con se stessi? Mica facendo nulla di particolare come meditazioni o altro di disciplinato, ma proprio star dietro a pensieri non finalizzati ad azioni, vedere meno persone, impegnarsi meno, svagarsi leggiucchiando senza pretesa di studiare o di imparare...
RispondiEliminaIn un periodo pesantino che sembra concluso, svagolare così sembra essere servito, andando sempre al lavoro e sbrigando quello a casa e pochissimo quello di casa, ritraendosi dalle uscite extra, addirittura telefonando meno e anche stando molto meno al computer (posta e altro).
Viso e umore da zombie, cose e persone e problemi visti da lontano pur standoci in mezzo non hanno impedito il necessario e qualche bella idea, e sentirsi sottotono, voce compresa, è servito a pensare e capire e cercare di limitare i danni - e anche la tristezza dev'essere stata espediente dell' "organismo" per costringere a rallentare.
La meta realizzata era tornare a sorridere e a parlare con alcune persone nei modi consueti.
Non credo siano aumentati globuli rossi, non ho mangiato più sano né dormito di più, nel periodo grigio ho pure affrontato un esame, passato poi col minimo ma passato, non sono diventata né più intelligente né più alta (sic) né più magra...per me il rallentamento ha funzionato ed è stato facile perché automatico, quello che non sarei riuscita a darmi ma sono riuscita ad accettare.
Mettiamoci un paio di colloqui utili...
L'unica mossa intelligente è stata accettare "con la testa" che non si era in grado di far diverso.
Ciascuno trova da solo quel che gli è utile, ma per ciascuno, temo, le vie sono diverse.
I mali del nostro tempo: infarto, ansia e depressione, causati dal fatto che chiediamo troppo a noi stessi.
Elimina@Dott.Grande
EliminaForse per la depressione c'è qualcosa di più, tra le cause, ma in linea di massima credo sia così come detto.
Ho risposto alla frase avendo erroneamente letto "dal fatto che CREDIAMO troppo a noi stessi", intendendo che in positivo e in negativo siamo troppo attaccati "a noi stessi", ci diamo responsabilità e aspettative e anche vulnerabilità "troppe" perché troppo siamo legati a noi stessi senza un reale equilibrio, che porterebbe a limitare e a dosare, siamo ego-centrici in maniera autodistruttiva e non, invece, incentrati su noi stessi, come mi pare si dica in certi ambiti per indicare una condizione di equilibrio.
Lo so che poi la vita quotidiana, e le circostanze, e gli altri, e...noi come siamo - tutto ci sballa, ma, appunto, questo mi conferma nell'idea che anche quando genuinamente crediamo IN noi stessi siamo comunque troppo attaccati A noi stessi, figuriamoci se ci si aggiunge questa o quella espressa richiesta A noi stessi, che spesso è conseguenza anche legittima dell'essere attaccati al nostro io: fare qualcosa per il nostro lavoro, per le persone di cui siamo responsabili, per un'idea che abbiamo o un'aspirazione o un desiderio.
Tutto (anche) bello, ma.
Il MA è il male che ci facciamo e a volte anche agli altri.
Ed ecco che, nel contesto e se si guarda alle conseguenze, "credere a" e "chiedere a" non sono poi tanto diversi.
Rabbia Prof., rabbia. Quando parlo di questi temi con parenti e amici tutti mi dicono: Quanto sei incazzato.
RispondiEliminaTemo che Tsipras verrà meno a tutte o quasi le promesse elettorali, come da lei pronosticato. Ci sará l'accordo. Altri mesi andranno persi con un'altra bella dose di suicidi per crisi.
Nota positiva: Oggi skytg24 ha piú volte mandato in onda un'intervista molto bella al presidente della Bolivia, il quale ha raccontato come il paese allontanandosi dagli USA, dal f.m.i. e dalle ricette neoliberiste ha iniziato un virtuso processo di crescita e benessere. Resistiamo. Notte anche a lei, saluti da Napoli.
Da tutto questo deduco che non c'è verso di uscirsene dal mero mercantilismo anche se si uscisse fuori dall'Euro. La Differenza sarebbe nel non usare i salari come forma di svalutazione per essere competitivi.
RispondiEliminaPerò alla fine c'è sempre qualcuno che rimane col cerino in mano perché se tutti vogliono esportare alla fine qualcuno dovrà importare e non potrà essere sempre l'America... O no?
Almeno che in Cina si avrebbe qualcosa tipo grande surplus estero che nel tempo porterebbe (come detto nel post) a far si che la Cina si possa permettere di spendere più al suo interno e poi aspettare che i cinesi inondino il mondo con la loro valuta per importare ed aiutare tutta la baracca...
Ma che c'è ne facciamo di questi Yuan?
Petrolio?
Ma questo l'America lo permetterà?
Con il TTIP credo stiano mirando più ad esportare che ad importare di più...
Credo di aver Capito il post, ma cercare di calare questa conoscenza in uno scenario reale è veramente complicato...
Anch'io ho fatto le stesse riflessioni: per esempio, se da una parte è innegabile la desertificazione produttiva di chi ha un persistente deficit commerciale ( vedi per esempio il sud italia, alla faccia delle importazioni intese come beneficio e ricchezza così come sostengono gli sciroccati della MMT!), dall'altra, sempre nel lungo periodo, mi sembra altrettanto suicida la strategia adottata da paesi spiccatamente mercantilisti come il Giappone e la Germania. Quest'ultima, come sappiamo noi lettori del blog, ha conosciuto, tra il 1995 e il 2008, il livello di investimenti netti più basso tra tutti i paesi industrializzati, generando appunto la crescita più bassa, dopo l'Italia, tra tutti i paesi dell'UE. Non parliamo poi del Giappone che sta in pratica mettendo a repentaglio la stessa riproduzione biologica della società. Ho l'impressione che entrambe i sentieri conducano in un precipizio, per cui, forse, una volta usciti dall'euro sarebbe bene anche ripensare e riproporre con forza il bancor, anche se ho la vaga impressione che l'adozione di un tale sistema abbia delle implicazioni anti-capitalistiche perché forse disincentiverebbe l'accumulazione.
EliminaCredo la soluzione sia che una volta usciti dall' euro usare il surplus per finanziare il settore privato per favorire l apertura di imprese che ci possano permettere di dipendere sempre meno dalle importazioni...
EliminaTipo costruire gli AiTelefoni...DAR
E anche rilanciare il turismo così ce li vengono a portare direttamente qui i soldi...
Che ne penZZZi?
Per carità, prof., non vada a correre sotto il sole! meglio stare all'ombra, al fresco, e leggere anche un poco di Thich Nath Hanh: abbiamo bisogno di lei e non di un atleta. La mia fisioterapista sostiene che lo sport, tutti gli sport, fanno male. Tranne quello di usare la testa, cosa che le riesce particolarmente bene.
RispondiEliminaMassì sarà il caldo. Gira e rigira finisco sempre per tornare alle Stanze del Cammino di Mezzo che mi ricordano, per qualche ragione, quelle donne che, leste ed indaffarate, portano,"con la testa", perfettamente immobili, le pesanti giare.
RispondiEliminaCiao Adriana! :oDDDD
carlo (quello del flauto)
Ciao, Carlo!
EliminaChe cosa sono le Stanze del Cammino di Mezzo?
Piccola corridge: "Notate che il precedente scalino verso il basso del tasso di crescita vincolato (linea continua) era stato determinato non da un aumento del denominatore, ma da una diminuzione del NUMERATORE (crescita delle esportazioni, linea tratteggiata) dopo il 1986."
RispondiEliminaMi associo agli inviti alla prudenza per quello che riguarda la salute.
Siamo in guerra ed in guerra non si decide chi ha ragione ma chi resta vivo!
Per quello che riguarda il 5 per mille ho appreso che anche mia moglie ha contribuito..... Non sa bene perché ma ha aderito al mio invito diciamo 'sulla fiducia'.
Buona domenica a tutti.
Ce l'ha l'aria condizionata? La USI!
RispondiEliminaNoi non l'abbiamo ancora accesa la notte e mi sveglio almeno una ventina di volte per notte che sembro una trottola, poi la mattina sono sempre stanco ed ho sonno.
Il trucco è tenere la temperatura non troppo bassa e lontana dalla camera da letto sennò vengono altri dolori.
Prof, segnalo un refuso da spossatezza "Notate che il precedente scalino verso il basso del tasso di crescita vincolato (linea continua) era stato determinato non da un aumento del denominatore, ma da una diminuzione del denominatore..."(numeratore).
RispondiEliminaUn altro un post da incorniciare. Grazie
Grazie.
RispondiElimina"The early bird gets the Pulitzer … sort of". ? (Maria Popova @ http://www.brainpickings.org).
RispondiElimina"Blue whales sleep by taking very short naps while slowly swimming close to the ocean’s surface. This is called logging. They sleeping this way because they have to remember to open their blowhole in order to breathe. Blue whales can never completely lose consciousness, not even in sleep, otherwise they would drown. Unlike blue whales, people can drift into sleep without having to remember to breathe and keep themselves float, so we can fall asleep over a favorite book and begin to dream…" (Jenni Desmond, "The Blue Whale", Maria Popova @ www.brainpickings.org).
(Alessandra /Cassandra da Firenze. Abbiti cura, Prof. Alberto)
Ps (pubblicità progresso, o altro a piacere)
RispondiEliminaUgo Dumping : Senza euro svalutazione 30 - 50 %
N. I. R. : Chi vuol tedesco compri ora, senza euro 30-50% in più.
Mi pare di aver capito che i negoziati per il TTIP sono stati fermati al cosiddetto Parlamento europeo. Ciò per le forti pressioni di cittadini ed associazioni. Ciò potrebbe forse rendere più probabile un conflitto Nato/Russia.
RispondiEliminalo avevamo capito.. se proprio le interessa!
RispondiEliminae non c'è molto da ridere.
La cosa pazzesca è che queste cose me le diceva mio padre (che ha la terza media) una trentina di anni fa.
E tra le altre cose, ora come ora non gli passa per la testa di ridirmele (ma non ha una visone piddina del problema, ovviamente! siamo cresciuti bene da questo punto di vista)!
E' pazzesco insomma, come siamo stati intortati
una nota personale..
RispondiEliminail sonno è fondamentale..
Purtroppo quando si dorme poco e male poi la salute va ko.
Diciamo che molti (non io, mai) negano questa cosa..
Ma come si fa a trovare ad esempio il tempo la domenica pomeriggio per una panzata di sonno e poi andare presto a letto durante la settimana?
Eh
Prof, non so come butta oggi nella capitale ma qui a Pastrufazio c'è un tempo ùrendo/fantastico, cioè ùrendo per chi non ha nulla da fare, fantastico per chi deve sdrumare: pioggia e frescolino delizZioso. Quindi, se soffre il caldo, perché non si fa qualche giorno qui da noi?
RispondiEliminaSalve Prof, post chiarissimo come sempre. Però ho una domanda, forse è una cazzata, non so, ma mi chiedevo cosa significasse, in concreto, questo “cambiamento di struttura “. Quanto al resto, concordo con chi mi ha preceduto: riposo, riposo, riposo. Nel frattempo, inizi a pensare, con calma, al Libro3... Buona estate!
RispondiEliminaCol tempo degli altri son tutti buddisti. Dopo 10+2 ore di sonno mi sono rimesso in piedi.
RispondiEliminaAmen.
EliminaBisogna distinguere fra i buddisti e i figli di budda...na che sono sempre lì a tirare i piedi. Come si dimostra anche in questo caso il sonno è un'ottima medicina, e so' contento per lei. Il codice di Asimmetrie è stato incluso.
EliminaMi unisco alle raccomandazioni degli altri accoliti, con riguardo al riposo.
RispondiEliminaDue notazioni a cui penasavo già dal KPD 9:
1) quando parla di dipendenza dalle importazioni, credo si riferisca non solo a cose che il paese in questione non produce in assoluto e deve importare, ma anche a preferenze indotte nei consumatori dalla convenienza di costo, giusto? (penso di si...);
2) dividendo per comodità i paesi all'interno di un accordo di cambio fisso in importatori netti ed esportatori netti, e supponendo il tasso di cambio reale costante, alla fine il vincolo diventa:
crescita PIL di lungo periodo degli importatori = crescita delle importazioni degli esportatori netti.
Quindi, se anche la Germania avesse fatto politiche espansive in linea con i concorrenti europei, sarebbe comunque andata così, con una riduzione dell'aumento di prodotto potenziale dei paesi importatori... o sbaglio?
Oggi ho capito bene l'assunto il paradosso "Un'area valutaria non ottimale funziona solo quando è dannosa".
Grazie, ha fatto più lei per formare una classe dirigente in quattro anni, di tutte le scuole di pubblica amministrazione della penisola.
1) sì, naturalmente se il parametro "elasticità reddito delle importazioni" esprime la dipendenza del paese dai prodotti esteri, esso in effetti esprime la dipendenza del paese dai prodotti esteri. Cosa poi determini questa dipendenza ognuno lo sa per sé e può immaginarlo nell'aggregato. Hai voglia di una fragola a dicembre? Verrà da Israele. Ti piacciono i SUV? Non saranno italiani. Vuoi un PC? Son finiti i tempi che li producevamo noi. Ecc. ecc. ecc.
EliminaInteragiscono, com'è sufficientemente ovvio, preferenze e tecnologie, e come sempre in economia sono importanti i segnali di prezzo.
La Germania ha sempre cresciuto al disotto del proprio potenziale. Una crescita al livello del proprio vincolo esterno avrebbe fatto alzare il numeratore del vincolo esterno dei principali partner. Nella logica di questo modello, per noi sarebbe andata marginalmente meglio. Il problema è che se il paese "leader" di un'area decide di crescere sotto potenziale, per gli altri è difficile raggiungerlo (se crescono sufficientemente da avviare un processo di recupero violano fatalmente il vincolo esterno).
Estendiamo all'intero globo terracqueo il ragionamento... Quindi comprimere i salari dei lavoratori nel mondo occidentale (come s'è fatto da qialche decennio) è stata una delle cause del non recupero dei paesi emergenti? Ma invece non hanno recuperato gli emergenti? Cosa non sto capendo? (Ovviamente tutto, ma già dal KDP9 volevo chiedere come adattare il tutto ad una economia chiusa com'è ovviamente il pianeta)... (Ho appena dormito 2 ore: non ha prezzo...)
EliminaLa prima cosa che ti sfugge è che c'è anche quella cosina chiamata produttività (poi ci sarebbe da ragionare su statica e dinamica, ecc.). Comunque, il problema della compatibilità a livello planetario dei vincoli esterni si è ovviamente presentato alla mente degli economisti. Se ti interessa ti fornisco il materiale.
EliminaGrazie della risposta. Dirimente, peraltro, come al solito (non si presta a fregnacce).
Elimina....e sul problema della produttività io mi sono andato a leggere quelli che lei consigliava nel libro (con somma probabilità, non ci ho capito un sega, ma ho capito che esiste una relazione). Tra prezzo del fattore lavoro, prezzo dei fattori relativo, RIFORME, e mancato aumento della faccenda ("Where did the productivity growth go?", si trova facile) deve esserci qualcosa. La sento a naso, la puzza di Phillips.
N.B.Ovviamente dal mio discorso erano esclusi gli importatori da fuori cambio-zona, ma che cambiano la faccenda di poco, come abbiamo imparato (più me stai lontano, meno me te cago....)
Vabbè, stringo sul ragionamento ma è ovvio che tutti gli "isolani" pagano un gap alimentare pesante, ma non 'penso faccia la differenza, a naso sempre...
nel caso dell'Islanda, credo sia proprio un caso di scuola di gap alimentare....ma senti gente più ferrata e informata di me per certezze che non so e non posso darti ;-)
io litigo sempre con la mia amica perché mi lamento di questa cosa.
RispondiEliminaPer esempio dopo un viaggio andata e ritorno da Losanna, mi sono alzato alle 11e40.
e chi se ne frega!
la settimana scorsa ho fatto a/r per Roma (merc-ven) e poi trasfertina nella bassa lombardia la domenica.
Ovviamente ero stracotto!
e ovviamente in settimana bisognava uscire per festeggiare.. 2 gg in catalessi!
Ed eccoci poi alla trasferta svizzera.
Nel mondo ideale della decrescita saremmo tutti a casa con i genitori (eh)..
In effetti col KDP9 mi era venuto questo dubbio focale: il pigreco dei paesi dell'eurozona , non era forse costretto ad aumentare a dismisura a causa del cambio fisso con una valuta forte (convenienza dei beni esteri, incentivazione all'indebitamneto, deindustrializzazione, ecc..). Però per l'Italia va...triplicandosi.
RispondiEliminaA quando gli appelli 'Cancella il debito' che andavano tanto di moda nei '90 per i paesi africani? E i tamburi di guerra? Facciamo un partito (sto x cedere al al facciamoqualcosismo )?
crescere, crescere, crescere....ma è possibile che si debba per forza crescere sempre ? E se invece fosse meglio fermarsi ? Non è strano che il pil ( il pil ! ) sia una delle sole tre cose dell' universo ( con l' entropia e la conoscenza ) che crescano sempre ? Chi l' ha deciso ?
RispondiEliminaLo ha deciso la conoscenza. Ma tanto questa risposta cadrà nel nulla.
EliminaColpa dell'entropia…
EliminaP.s. ha scritto un post molto bello, sono curioso di leggerlo in inglese sul blog di Krugman nel 2018
L'unico decrescista serio è Badiale, che infatti non parla di far decrescere il PIL, ma gli ambiti invasi dal mercato. Il PIL deve crescere per star meglio, ma dipende MOLTO che cosa c'è dentro al PIL, per star DAVVERO meglio.
EliminaDecrescita... de che?
Elimina«Nemmeno la più becera e oltranzista teoria mainstream della crescita, quella associata a un altro premio Nobel (Robert Solow), prevede che tutti i paesi debbano crescere “a manetta” per sempre»
Meglio ancora questo, divertentissimo davvero. Non a caso qualcuno diceva che ogni cinque scellini risparmiati un uomo passa la sua giornata senza lavoro
Eliminala conoscenza...mmmh, può essere. Fatto sta che Mai nessun filosofo, nessuno scienziato ( non economico ), nessun artista, nessun profeta religioso ha mai indicato la crescita economica come un valore fondamentale. Ci sarà un motivo, no ?
EliminaIn compenso la Chiesa, instrumentum tegni, da due millenni indica come valore ai fessi la povertà (loro). E il motivo c'è, ma ancora una volta ci rinuncio...
EliminaConfermo e sottoscrivo, infatti sono povero. Le sue parole però non sono cristiane, ma per carità cristiana rinuncio a spiegarglielo.
EliminaIMHO e' necessario perseguire la crescita economica nel lungo periodo per evitare in primis l'estinzione della specie (almeno per chi come me ritiene la numerosita' e l'esistenza in vita degli uomini un valore....).
EliminaIl pianeta Terra non e' per niente sicuro e la geologia ci mostra chiaramente che si sono gia' registrati in passato diversi episodi di estinzione di massa.
https://it.wikipedia.org/wiki/Estinzione_di_massa
La sopravvivenza della specie umana dipendera' quindi dalla sua capacita' di mediare i conflitti planetari (senza auto-distruggersi) e di scalare verso l'alto il suo grado di civilta' e di sviluppo tecnologico.
https://it.wikipedia.org/wiki/Scala_di_Karda%C5%A1%C3%ABv
La decrescita economica favorisce invece i conflitti e l'autodistruzione.
Spesso il concetto cristiano di povertà viene frainteso: è ovvio che possedere di più è preferibile al possedere di meno. Il concetto di povertà è strettamente legato alla padronanza di sé, nel senso che il rapporto col denaro denota il grado di padronanza di sé stessi.
EliminaChe cos'è il denaro? Ufficialmente è soltanto un mezzo di di scambio, in realtà è uno strumento molto più potente e pericoloso, come l'autore di questo blog ha più volte evidenziato, laddove ha chiarito che l'euro non è solo una moneta ma un sistema di governo, finalizzato a fiaccare l'economia di un Paese per renderlo docile ed accondiscendente a diktat esterni.
Che rapporto ha una nazione col denaro? Se la nazione non ha una sua moneta, se non controlla il denaro, sarà il denaro a controllare lei.
Che rapporto ha il singolo individuo col denaro? Il denaro è la più potente droga al mondo, la sua mancanza genera in molte persone crisi di astinenza e se viene somministrato influenza l'umore ed i pensieri, può far ammalare e sottomettere un uomo o una nazione. Per procurarsi una dose di denaro alcuni commettono crimini o si rivolgono a spacciatori, chiamati usurai, i quali la prima dose la offriranno a poco prezzo per creare dipendenza e, quando il malcapitato non ne potrà fare più a meno, le dosi successive costeranno sempre più.
Come se ne esce? Penso che una delle cose da fare sia esercitarsi alla padronanza di sé. Chi è in pace con sé stesso ed è padrone dei propri appetiti non è schiavo del denaro che serve per soddisfarli. Dov'è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore (Matteo 6:21).
C'è un'allucinazione collettiva, di cui probabilmente tu soffri, che associa la crescita a più consumi, più immondiza, più inquinamento, etcc... Una sorta di obesità collettiva.
EliminaMa non è così, e basta che guardi fuori dalla finestra per accorgertene. I paesi più sporchi sono quelli poveri. La Svizzera, che a differenza dell'italia è un paese indipendente e democratico, cresce più di noi, e non mi sembra invasa dall'immondizia o soffocata dalle emergenze ambientali. Una crescita sana è legata alla qualità della vita delle persone, e non alla quantità dei beni prodotti.
@Emilio Pica
RispondiEliminala dipendenza dall'estero gliela spiego con le parole di mio padre di 30 anni fa:
"se vuoi comprare una cosa devi venderne un'altra a tua volta".§
o una cosa simile.
Si riferiva all'epoca al fatto che noi (italiani) essendo senza materie prime (petrolio) dovevamo produrre ed esportare per permetterci il petrolio e altre cose.
E da dove vengo io, avevamo (o abbiamo) il più grosso petrolchimico d'europa.
Significa che grazie a questo, avevamo una chimica di tutto rispetto.
Cosa è successo tra il 1992 e il 1996?
abbiamo svenduto gran parte del patrimonio industriale pubblico, abbiamo abdicato (te credo) nello sviluppare la chimica.
gli investimenti esteri che dovevano esserci a catania nell'high tech sono stati segati (te credo! se prima gli ingegneri non costavano, dopo la rivalutazione avevano il loro "prezzo" esterno o no?).
Poi è arrivato il cambio fisso che ha comportato due aspetti:
1) il nostro reddito visto esternamente è cresciuto di molto e quindi per noi è più facile IMPORTARE
2) i prezzi del nostro export o mercato interno sono cresciuti e quindi il pegno che abbiamo pagato è stato quello della diminuzione di investimenti (mentre nel frattempo si investiva in call center o sub fornitori con contratti del lavoro capestri).
Il fatto che i prodotti esteri siano più appetibili.. può darsi!
ma anche i ns prodotti lo sono stati (questa è la globalizzazione, opportunità per tutti).
il punto è che tra prima deindustrializzazione e ancoraggio all'euro ABBIAMO PRESO UNA MAZZATA.
poi è arrivata la crisi e quindi l'austerità.
Una marea di aziende chiudono.
se chiudono e ti ritrovi senza un fornitore italiano sei costretto ad ordinare all'estero.
ovvero aumentano le importazioni!
ma questo lo si era capito quando si è parlato (banalmente e semplicemente) di vincolo della CA per una crescita sostenibile di lungo periodo.
tanto che sono ormai 3 anni che qui sappiamo che l'€xit è condizione necessaria ma non sufficiente.
ovvero, esci, ti riprendi la BdI, fai politiche di sostegno del reddito nel breve termine, prepari gli investimenti (elettronica, chimica, impianti importanti in altri settori).
questa cosa è CHIARISSIMA!!!
uscendo dall'euro, dopo 18 mesi ci ritroveremmo ad avere un reddito espresso in moneta teutonica inferiore del 30%.
quindi importeremmo da loro molto di meno!
e in dollari del 10% (circa).
se svalutassimo molto sul dollaro potremmo pure pensare di avere investimenti (PUBBLICI) massicci a livello di energie alternative (al sud) tipo centrali (a gratis!) solari che coprirebbero il fabbisogno energetico di intere comunità.
La chimica su cui investire servirebbe pure per rilanciare l'occupazione al Sud (insieme a ingenti somme per ribonificare i territori).
Ma visto che non viviamo in un mondo perfetto, per almeno altri 20 anni potremo attaccarci al tram
@valsandra
Eliminaio ti voglio tanto bene. Non so nemmeno se sei uomo o donna, quindi ti tratto uguale, come se fossi una donna.
Mi pare evidente, che qualcosina di Bagnai l'ho letta.
Dopodichè, cogliere il significato profondo di alcune dinamiche, significa, almeno per me, un'altra cosa.
Thirlwall l'ho studiato alla Caffè, ma sentirne l'aroma vera, è un'altra roba. Capire come quel vincolo esterno si rigira e si dibatte, e ti mette nella condizione di stare sotto ai suoi baffi (parliamo di pescegatto, ovviamente),
è, quantomeno, curioso.
È la seconda volta che mi impartisci una severa lezioncina, che io apprezzo,davvero, di cuore, ma sento, con una certa forma di supponenza, di non averne bisogno.
e poi....asp. asp. asp.....scommetto che mi stavi per dire che in seguito a una forte svalutazione, in regime di cambi mobili, essa si ripercuote sull'inflazione per circa un TERZO.
In definitiva, io provo a non banalizzare il messaggio, pur avendo a che fare con gente che la terza elementare gliel'hanno data per mandarli altrove (eufem.). Complimenti, sei molto presente, "keep on defend the dark knight", e grazie per l'eventuale lezione (già appresa :-D).
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaScusate l'ignoranza: ma quando leggo qui sopra che il commento è stato eliminato dall'autore, si intende l'autore del commento o l'autore del blog?
EliminaMa che tte ne frega? Quali conclusioni trarresti nei due casi?
EliminaL'ho eliminato io perchè ho sbagliato a collocare la risposta. Un thread serve per produrre un certo ordine, quindi l'ho poi ricollocato.
EliminaAh sì? E io che speravo che su questo blog ci fosse un po' di sana censura. Mai 'na gioia...
EliminaProf. la daga e il suo quarto di Danziger Goldwasser, piano, con calma, le riponga. Ecco è tutto a posto, lo vede? non succede nulla. Marco! ora corra immediatamente alla porta di servizio, la servitù la aiuterà a fuggire :)
Elimina@ Nicola Baroni
EliminaI famosi lacché del Prof, i quali, sempre secondo una espressione che lo stesso usò un anno fa, avrebbero bastonato su precisa indicazione e qualora fossimo vissuti in tempi più civili, piddini, economisti riottosi e incapaci, politici laidi e traditori, nonché visitatori inopportuni, (ci rido ancora adesso... - Oddio! ma che ci fa qui vicino quel tale in livrea borbonica, con un nodoso randello nella mano???).
Sire, si potrebbe usare codesti nerboruti messeri per tenere a bada il KPO e dedicarci ad argomenti più leggeri ma non meno interessanti.
EliminaOvviamente non è un conZiglio, non mi permetterei mai. Più una supplica direi...
@Marco S.
EliminaNerboruti in che senso???
In tutte e due i sensi: quello profilattico e quello ludico
EliminaSi ricordino lor signori che e' proprio di un galantuomo nonche' di ogni autentico cristiano aborrire qualunque forma di violenza. Per questo si delega la servitu'.
Elimina@Nicola Baroni
EliminaLa Chiesa infatti deplorò e tentò di vietare l'uso della balestra, almeno tra cristiani, essendo la potenza dell'arma talmente devastante da penetrare le corazze più spesse. Poi vennero comunque le armi da fuoco...
Evidentemente per la Chiesa il commercio di balestre non era molto redditizio all'epoca. Si è rifatta nel tempo
EliminaThich Nath Hanh e' un ottima lettura anche se le nostre teste e i nostri cuori
RispondiEliminaoccidentali ammirano ma non seguono. La nostra via e' la va delle congestioni
e dei crampi notturni, del prendere sempre un impegno di troppo.
Ma anche Thich Nath Hanh, quando e' stato il suo momento e con i modi suoi,
ha combattuto per il suo paese senza paura - e non si scherzava per niente. Le auguro la sua forza e la sua pace.
Fuori programma
RispondiEliminaCome è noto qualche giorno fa Samanta Cristoforetti è tornata sulla terra dopo aver trascorso nello spazio 199 giorni e 18 ore. Un record.
Ma c'è un altro celebre italiano che ha trascorso un periodo di tempo maggiore (circa un anno e quattro mesi) nella sperduta galassia del 40%, dove era impegnato nel difficile esperimento di governare un paese di 60 milioni di persone a suon di tweet, selfie e dichiarazioni bislacche, tipo: “ce la stiamo mettendo tutta, insieme a tutti gli italiani di buona volontà, per far diventare il 2015 l'anno felix, fecondo, per il nostro sistema Paese”. Si tratta di Matteo Renzi che stamane, dopo i risultati dei ballottaggi per le comunali, è finalmente tornato con i piedi per terra.
Ieri, prima di iniziare l'atterraggio, Matteo il magnifico ha avuto giusto il tempo di rilasciare l'ennesima, spavalda intervista al CdS: “è un buon momento. Noi fino al 2018 ma il Pd non teme il voto”.
E infatti...
Ai ballottaggi delle elezioni comunali ha votato il 47,11%, il Pd ha perso Venezia, Arezzo, Matera, Nuoro, Rovigo, Fermo e Chieti, ed è ipotizzabile che la carriera di Renzi il “rottamatore” finisca qui.
Naturalmente le prime dichiarazioni di Renzi dopo i risultati risentono dell'intontimento dovuto al lungo periodo trascorso a distanza siderale dalla realtà quotidiana. Dopo aver scoperto l'acqua calda, ossia che "la destra non è morta, soprattutto se unita”, e cercando di sovrastare lo stridor di denti e di unghie proveniente dal frastornato ambiente dei suoi (ancora per poco) estimatori, Renzi ha infatti dichiarato: "Non è una sconfitta mia ma della sinistra".
Ora il Pd dovrà cambiare verso un'altra volta.
Ho vinto! Abbiamo perso! Com'è vecchio questo nuovo.
EliminaProf., esca a farsi due bordi a vela ogni tanto, e l'aifonne lo porti solo come GPS. Serve, eccome se serve.
RispondiEliminaUna modesta proposta: cambia esercizio fisico, niente sport traumatizzanti, vai in piscina, si viaggia a gravità zero, e ci si rilassa di più. Parlo per esperienza e perchè ci teniamo alla tua salute. Ho 72 anni, sono ancora vivo e in buone condizioni, vado in piscina da 20, potresti copiare e fidarti di un vecchietto canuto e abbronzato.
RispondiEliminaMa, se una volta usciti dall'Euro, l'Italia si decidesse ad attuare un politica di aumento delle Partecipazioni Statali, magari rifondando l'IRI o altro e quindi scegliendo quali settori industriali sostenere e rilanciare maggiormente non crede che si potrebbe incidere favorevolmente sulla implicazione crescita - aumento importazioni? Prof. l'aspetto il 17 giugno nella mia Fano e se avrà bisogno io sarò in platea perché Fano è una roccaforte piddina e puddina.
RispondiEliminaDando un'occhiata al primo grafico mi vengono in mente due domande:
RispondiElimina1. se lo interpreto bene, nel 1986 avviene il secondo crollo della linea continua (quella della crescita "vincolata"). E' imputabile al bando dei riallineamenti dei cambi imposto dallo SME credibile? L'ultimo dei quali avvenne proprio nel 1987.
2. il crollo del 1995 credo che avvenga in seguito alla rivalutazione della lira iniziata nel proprio in quell'anno (dopo l'improvvisa, e misteriosa, svalutazione di marzo 1995) evidentemente per iniziare ad adeguarsi in anticipo ai cambi irrevocabili obiettivo decisi nel novembre 1996. Tuttavia, il saldo delle partite correnti iniziò a peggiorare non a partire dal 1995, o dal 1996 ma solo dal 1997. Come si spiega?
La ringrazio anticipatamente per l'attenzione che eventualmente vorrà dedicarmi.
Spero sia utile: anch`io sono saltuariamente soggetto a congestioni che comportano sudori freddi, rischio svenimento ecc. ecc. ma soprattutto lunghissimi periodi di malessere mentre cerchi di resistere al terribile fenomeno, fino a quando non passa...
RispondiEliminaSolo di recente ha scoperto che, semplicemente posizionandosi girati sul fianco sinistro, possibilmente coprendosi e mettendo al caldo coperto la parte centrale del corpo, la causa del malessere e cioè`tutto quanto ingerito in precedenza che sta ristagnando nello stomaco, si va a posizionare dove ci sono i succhi gastrici che altro non aspettano che di fare il proprio lavoro...
Tutto cio`da una ricerca sul web che spiega che: se si vuole fare una pennica dopo aver mangiato conviene coricarsi sul lato sinistro, perché` appunto a sinistra sono posizionati i succhi gastrici. Gli alimenti si posizionerebbero in quel punto e la digestione potrebbe procedere al meglio senza sorprese di cui sopra.
Per dormire la notte invece c`e`la regola che mi sovviene dal mio primo e ultimo corso di yoga: si dorme sul lato destro perché`così`non ci sono organi che vanno a pesare sul cuore, ed in posizione yogica, cioè`con le gambe unite e piegate leggermente (diciamo a 45 gradi rispetto al busto), il braccio sinistro appoggiato al fianco sinistro e steso sulla gamba, il braccio destro steso in avanti e appoggiato sul materasso.
Questa dei succhi gastrici la sto sperimentando da poco e, funziona! Girarsi anche leggermente verso sinistra, anche in posizione non orizzontale ma semi verticale, per evitare i riflussi esofagei, FUNZIONA!! Provare per credere!
Quella del fianco sinistro non la sapevo, è plausibile - io non sono un internista ma... - però ha un problema: queste cose mi colgono di notte e di sorpresa. Io dormo sul fianco destro. Quando i dolori mi svegliano è troppo tardi per qualsiasi cosa che non sia scivolare verso il Washington Consensus mantenendo un profilo molto basso per evitare di cadere da molto alto. So is life. In ogni caso, se ci rimango qualcuno vi avvertirà, ma per il momento tenderei ad escluderlo. E detto questo vado in banca e in palestra.
EliminaPiccola premessa: personalmente diffido di qualunque forma di religione organizzata; diciamo che offende il mio senso religioso. Pertanto diffido anche dei buddisti ( si lo so, eh ma il buddismo non e' una religione, bensì una filosofia di vita che a me però ricorda un poco la storia ortottera del movimento che non e' un partito ecc. ecc.; non mi convince molto). E penso anche che non occorra andare per forza in Oriente, pur rispettando pienamente chi lo fa, per trovare un po' di saggezza. E non lo dico solo io, lo dice anche Russell. Dottor Bagnai consideri anche l'alimentazione sbilanciata come possibile causa. E' ironico, ma sembra quasi che abbia scelto una strada che non le permette neppure di stare male qualche volta. Nè tantomeno di avere una pausa, che poi forse nel suo caso coincidono. Valuti l'ipotesi di considerare le indicazioni di Franco Berrino e veda se la convincono. E' un medico epidemiologo ed e' occidentale.
Elimina@Emilio Pica
RispondiEliminasono un uomo, la mia email è una sorta di tatuaggio e quindi di errore!
ahahah
Lei è il padre di Elena (saremmo amici su FB!).
Per il resto, non penso di dare lezioni, ogni tanto mi va di esprimermi su ciò che penso, vedo oppure ho visto.
in questo caso specifico, trovo pazzesco come la generazione di mio padre sapesse certe cose!
invece adesso vanno di moda gli "investimenti" caduti dal cielo.
PS: se svalutiamo e poi abbiamo inflazione.. ri-svalutiamo di nuovo!
non ricordo in quale incontro organizzato dal prof, ma uno studioso lo aveva spiegato nel rapporto dollaro-lira (in caso di uscita).
Penso fosse Nordvig
The first displays marriage with the Euro as the most desired, the most urgent, the most honourable, the most virtuous, the most prosperous, and the most blessed of all possible states. The other is designed to remind the intending bridegroom that matrimony means heavy burdens from which he is now free; that it is for better, for worse; that it will be for him to honour and obey; that the happy days, when he could have the prices and the bank-rate which suited the housekeeping of his bachelor establishment, will be over—though, of course, he will be asked out more when he is married; that Miss E. happens to be German, so that in future the prices of volkswagen and siemens are likely to be more important to him than those of fiat and smeg; and, in short, that he had better not be too precipitate.
RispondiEliminaLa FIAT è andata all'esterno, e con lei i profitti. Mi chiedo quanto influisce sulla bilancia dei pagamenti - e quindi sulla possibilità di crescita del Paese, per via del vincolo esterno - il fatto di dover comprare all'estero le automobili...
RispondiEliminaCon Fiat, forse in modo non corretto, e Smeg intendevo riferirmi più in generale ai prodotti italiani, che, a causa del cambio fisso, non si possono rendere competitivi sul mercato estero attraverso una svalutazione. Con ciò ricollegandomi all'argomento del post: con un freno alle esportazioni avremo anche un freno alla crescita che sarà tanto minore quanto maggiore sarà la nostra dipendenza dai prodotti esteri.
EliminaIn questo senso ho interpretato le parole di Keynes che ho iniziato a leggere per merito di questo blog.
Il figlio: papà papà mi presti 100 euri?!
RispondiEliminaIl papà: ma tu hai un lavoro e guadagni 200 euri a settimana!
Il figlio: si ma però mè voglio comprà el ifone novo...!!
Il papà: e vabbè...però me li rida tra 2 mesii! E con gli interessi!
Dopo un mese.....
Il papà: a' figliolo te li ricordi quei 100 euri che ti ho prestato? Me servono perché ho perso ad un tavolo di poker e mo mme serveno perché sto in rosso...!!
Il figlio: me io ora non c'è li ho!! Devo pagà a bolletta del ifone, comprà e caramelle, Er cappuccino al bar....
Il papà: e allora devi fare i sacrifici perché a me me servono li sordi...e poi io sono più grande e responsabile di te quindi statte attento e fai quello che te digo, se no....
Il figlio: però te potevi stare attento a nu gioca Er poker però papà.... E che c...o!!
Epiloghi:
1)se la casa è una casa a mamma sovrana allora ella bastonerà il papà e farà in modo che questo non succeda più, e poi prenderà 100 euri dal posto segreto che tutte le mamme sovrane hanno e la darà al papà!
il bambino non dovrà fare sacrifici inutili, imparerà a non fare più debito di quanto si possa permettere è da grande diventerà docente di politica economica...
2)se la casa non è a mamma sovrana allora sarà un casino...il papà insisterà nel chiedere indietro i suoi soldi fino a che il figlio sarà stato privato di qualunque voglia di fare...perderà il suo lavoro perché non è più felice e si avviterà in un circolo vizioso senza uscita...
Alla fine il papà riavrà dietro i suoi soldi, ma al prezzo di avere un figlio che diventerà un esponente del PD...