Certo che siete proprio imbranati: il canale streaming è qui! Un grande ringraziamento a Simone Curini che come l'anno scorso sta curando la diretta gratis et amore.
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
Mi viene lo sconforto.
RispondiEliminahttp://www.italiansinfuga.com/2013/10/21/la-germania-vi-accoglie-a-braccia-aperte/
Scafismo online!!
EliminaEccomi che vi seguo!!!
RispondiEliminaGrande Diego....un'altra persona che riesce come te Alberto a parlare di cose "difficili" con un linguaggio "facile".
Si sente non benissimo...ma grazie Simone!
Mi dai l'ENI? Ma come, ti ho gia' dato tutto...
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/25/privatizzazioni-governo-parte-dalleni-punta-a-cedere-4-entro-fine-anno/756788/
http://www.repubblica.it/economia/2013/10/26/news/eurobarometro-69480626/?ref=HRLV-5
RispondiEliminaAnvedi... Anche Repubblica festeggia il Goofycompleanno a modo suo...
Forse siamo all' inizio di una progressione geometrica nel succedersi degli eventi...
Se per questo anche il Fassina , in un intervento alla direzione del PD,ammette che l' Euro ha favorito solo la Germania: " l' area Euro per come è gestita alimenta un decoupling, una divergenza di fondo. Perchè con questa situazione i tassi d'interesse in Germania sono più bassi. La Germania ha il migliore dei mondi possibili, perchè tiene vincolati i competitor, che erano soliti svalutare, li tiene vincolati con l Euro e ha una moneta che non è forte come sarebbe stato il Marco e quindi gli consente accesso a mercati emergenti."
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=5bCw-bS6KAg&t=230
Da lontano vi seguo in streaming (grazie, Simone Curini).
RispondiEliminaSparkling minds, Let's celebrate!.
Convegno molto bello, con punte di verve e relazioni profonde e documentate.
RispondiEliminaTemo che il bel gruppetto proveniente da nota (???) località del nord-ovest dovrà andarsene senza libro autografato e senza l'ultima relazione, per non arrivare a casa domattina. Spiacente davvero.
RispondiEliminaGià di ritorno da un "sereno e maestoso" Goofycompleanno,
RispondiEliminasaluto tutti i "dalmata" sulla via di casa ;-)
Un appuntamento grandioso, ottimamente organizzato, denso di veri e propri EVENTI !
Ancora un GRAZIE ai PROF ed a tutti i Collaboratori !
Meraviglia delle meraviglie. Sono pago.
RispondiEliminaGrazie Goofy, grazie Simone per lo streaming.
RispondiEliminaGrazie mille Alberto e Simone. Per tristi necessità famigliari non sono oggi manco più alle letture ma alle "visioni diagonali". Della musica e del resto, poi, non ne parliamo.
RispondiEliminaRaccolgo tuttavia ancora materiale in attesa del ritorno di tempi migliori.
Ciao!
carlo (quello del flauto)
Di ritorno dall'incontro pescarese un grazie affettuoso e riconoscente ad Alberto per come ha organizzato e condotto questa due giorni per noi importante e significativa. Giusta anche la scelta di lasciare tutto lo spazio agli oppositori euro: che cosa pensano i sostenitori lo sappiamo fin troppo bene, ce lo ripetono dalla mattina alla sera. Abbiamo avuto la possibilità di sentire tutte le voci critiche di questo regime; prima di poterle risentire dobbiamo aspettare un'altra Pescara. E grazie naturalmente a Claudio Borghi e Antonio Rinaldi, non possiamo immaginare questo gruppo senza di loro. Ma un grazie accorato e doloroso va agli amici di Spagna e Grecia che ci hanno detto ciò che nessuna tv, nessuna radio, nessun giornale ci ha mai mostrato o detto: abbiamo toccato con mano l'attuale livello di controllo e manipolazione dell'informazione. Propongo di inviare il dattiloscritto della relazione Panagiotis al dott. Bastasin e quello della relazione spagnola al prof. Boldrin...poi è stata la volta dei giornalisti. Un po' me lo aspettavo, ma ciò che non mi aspettavo era l'intervento indisponente, talvolta ai limiti dell'offensivo, di Stefano Feltri. Intanto vorrei che Alberto gli facesse sapere da parte mia (sono laureato ho studiato latino, greco e sanscrito) che trovo indegno che un giornalista economico liquidi un significativo sondaggio antieuro con la giustificazione che gli antieuro sono principalmente operai, disoccupati e non laureati: qualcuno può spiegargli che sono coloro i quali più subiscono l'eden-euro? Tralascio di fare ulteriori osservazioni su ciò che ha detto successivamente: non mi interessa polemizzare con Feltri e francamente trovo più importante che Alberto possa scrivere su un giornale a tiratura nazionale. Ma mi sono fatto un'idea precisa del personaggio. Ah, dagli amici mi guardi Iddio....grazie ancora Alberto e ad maiora (per feltri, così vede che abbiamo studiato)
RispondiEliminaBocconiani vil razza dannata!
Eliminahttp://www.youtube.com/watch?v=6o2rUGWX9wE
Beh non esageriamo, non mi è parso al limite dell'offensivo, ha espresso dei punti di vista che non vanno sottovalutati.
EliminaE' bene non dimenticarci che, viste le condizioni in cui versa il paese attualmente, uscire dall'euro senza avere perlomeno una parte importante del paese che ha la convinzione di farlo sapendo esattamente quale tipo di modello socio-economico sviluppare (infatti ho ascoltato rapito l'intervento di Cesare Pozzi in quanto ha ben spiegato il rischio che si correrebbe nel proporre un modello "brevettato" da altri) potrebbe davvero esporre il paese alla sua totale disgregazione.
La dimensione degli eventi ne determina la portata; è la differenza tra un disordine e una rivoluzione (escludendo l'ambito violento, naturalmente).
Ho già scritto al prof al riguardo del problema generazionale che credo sia prevalente su quello "di classe" semplicemente perché i pensionati sono numericamente di molto superiori ad una oligarchia, perlomeno in Italia. A tutti quelli dai sessant'anni in su cui ho parlato di queste questioni, non uno che avesse perlomeno immaginato che si potesse addirittura scegliere una moneta diversa, ripeto, nessuno, mentre tra tutti gli under, l'ipotesi era stata perlomeno immaginata e il motivo è facilmente intuibile; la generazione antecedente associa all'euro la continuazione delle politiche di ricchezza alle quali loro hanno attinto a piene mani nella convinzione che questo sistema sia inarrestabile, infatti se siamo in crisi è perché noi non siamo stati capaci di fare "i sacrifici" come loro han fatto (dovreste frequentare un pò di più ambiti meno intellettuali e capireste meglio cosa intendo dire).
Io aggiungo che tutta quella parte di società che trae il proprio benessere dalla gestione o dall'influenza che riesce a determinare negli organi di gestione del potere e legislativi, troverà il modo, fino a che le circostanze glielo permetteranno, di perpetuare i loro privilegi a danno di tutte quelle parti che nulla possono/vogliono (vuoi mettere il teatrino politico da seguire quotidianamente con il mettersi a studiare economia?), quindi la vedo dura, ma chi l'ha dura...
Vorrei ringraziare tutti, anche le voci diverse che tanto servono a completare l'orizzonte della consapevolezza.
Anch'io ho trovato indisponente quel passaggio di Feltri su disoccupati, operai e non-laureati. Un po' malignamente potrei osservare che un punto di vista del genere è profondamente solidale con lo spirito "eurista", la cui essenza è una svalutazione del lavoro sia in termini reali che ideali.
EliminaE' pur vero che in quel momento, come sempre capita quando ci sono dei numeri da interpretare, ognuno (questa la mia impressione) cercava legittimamente di portare acqua al suo mulino. Ma l'argomento scelto da Feltri è piccino.
Per sandro c altrove
Eliminapuntare l'obiettivo sul "problema generazionale" in quanto prevalente su quello "di classe" credo sia fuorviante nonchè funzionale al sistema stesso che con il dividi et impera rinfocola le varie guerre tra poveri.
Intanto la maggioranza dei pensionati ha pensioni all'osso che permettono loro di sopravvivere, per cui mi chiedo dove sia questa ricchezza a cui hanno attinto a piene mani.
Mia madre (81 anni) dopo 30 anni di lavoro suoi e una reversibilità di 35 anni di mio padre arriva a malapena a 900 euro al mese, e come lei ne conosco a iosa.
Inoltre questa generazione dovrebbe meritare il ripetto delle generazioni seguenti, poichè, se parliamo di famiglie di operai e contadini, come erano nella maggioranza, hanno avuto una vita dura.
Per le persone anziane è sicuramente più difficile accettare non tanto l'abbandono dell'euro, ma che "il partito" o la parte nella quale avevano riposto le loro speranze per una società più giusta a tutela di operai e impiegati sia proprio quella che ha tradito. Mia madre, a malincuore, sta comprendendo, poichè io e mio marito (un pericoloso 60enne) cerchiamo di dimostrarle e di passarle ciò che anche noi, troppo tardi, e grazie anche al prof Bagnai e a Goofynomics, abbiamo compreso e stiamo approfondendo.
Non cadiamo nella trappola.
Forse confondi il problema politico/economico con quello politico/sociale (pur se essi sono strettamente connessi e correlati).
EliminaIl primo è soprattutto esogeno, il secondo endogeno, ma non dobbiamo dimenticarci che la soluzione del primo passa attraverso la soluzione del secondo, e questo è il motivo per il quale si è costretti a cercare visibilità nei media.
Il problema generazionale diventa preponderante pur essendo secondario rispetto al primo nel momento in cui decidi di risolverlo (il primo), perché fino a quando ti "accontenti" di capirne le cause, il problema generazionale è quisquiglia (e questo l'ho capito grazie al prof), ma dato che in democrazia cambi i sistemi solo quando riesci a raggiungere una maggioranza relativa, ecco che il problema generazionale si manifesta in tutta la sua portata.
Giusto per capirci: il rapporto tra occupati e pensionati ha raggiunto oramai la cifra determinante di 1:1, questo solo per farne notare la portata a livello numerico.
Non vorrei mica togliergliela la pensione, mi basterebbe iniziassero a ragionare senza usare continuamente il sistema luogocomunista con frasi insulse tipo: "...noi abbiamo fatto i sacrifici..." etc etc.
Se poi i "tuoi" hanno capito che chi li doveva tutelare li ha traditi hai raggiunto il massimo ottenibile..... già.....ma quanti?
p.s. nella trappola ci siamo già e alla grande :), dovresti sentire quello che avrei da dire al riguardo della mia di generazione così capiresti che il mio non è pregiudizio.
Hai ragione. Il nemico è il luogocomunismo, Ma esso come del resto tu stesso mi par di capire ne convenga, non è ascrivibile ad una certa qual generazione, bensì trasversale ad esse.
EliminaOgni generazione focalizza, e giustamente, i propri timori per il presente ed è alla ricerca, in primis i giovani, di un minimo di possibilità di progettare il proprio futuro, che abbiamo capito (non tutti, leggi anche luogocomunisti) vi stanno e ci stanno rapinando.
Dopodichè capisco la tua reazione al pensionato che dice che ai giovani "tocca fare sacrifici", è una giusta reazione all'ottusità.
Sappi comunque che la mia generazione (56 anni), se ancora ha un lavoro (sempre in meno) a tempo indeterminato, non può sopportare che la generazione dei propri figli senta il loro diritto al lavoro come un privilegio, e non può sopportare che i loro figli non abbiamo un lavoro o che, come mia figlia, 26 anni, laurea in relazioni internazionali 110 e lode passi da uno stage ad una altro, dopo ferrea selezione, per 500 euro al mese.
Ecco che il "privilegio" del lavoro a tempo indeterminato diventa supporto alla sua precarietà, e non è più neanche una scelta, ma un obbligo.
La mia situazione è ampiamente diffusa tra i miei colleghi e amici.
Questo solo per dirti che aldilà dell'ottusità, purtroppo ampiamente rappresentata ad ogni età, esiste una generazione adulta che si preoccupa e si impegna ed ha a cuore il vostro futuro
(....si è messa pure a studiare...)
Nella trappola ci siamo già e alla grande, ne convengo. Nel mio piccolo cerco di renderla evidente a coloro tra collegni, amici e conoscenti che ancora non ne vedono il perimetro solo perchè ancora lontano, per poco, dai loro piedi.
a margine della tavola rotonda sulla "stampa", che si è svolta al convegno, vorrei citare alcuni passaggi da un libro dedicato proprio al funzionamento dei mass media:
RispondiEliminainizio citazione:
On the contrary, [our] propaganda model suggests that the "societal purpose" of the media is to inculcate and defend the economic, social, and political agenda of privileged groups that dominate the domestic society and the state. The media serve this purpose in many ways: through selection of topics, distribution of concerns, framing of issues, filtering of information, emphasis and tone, and by keeping debate within the bounds of acceptable premises.
Most biased choices in the media arise from the pre-selection of right-thinking people, internalized preconceptions, and the adaptation of personnel to the constraints of ownership, organization, market, and political power. Censorship is largely self-censorship, by reporters and commentators who adjust to the realities of source and media organizational requirements, and by people at higher levels within media organizations who are chosen to implement, and have usually internalized, the constraints imposed by proprietary and other market and governmental centers of powers.
A propaganda model also helps us to understand how media personnel adapt, and are adapted, to systematic demands. Given the imperatives of corporate organizations and the workings of the various filters, conformity to the needs and interests of privileged sectors is essential to success. In the media, as in other major institutions, those who do not display the requisite values and perspectives will be regarded as "irresponsible", "ideological", and otherwise "aberrant", and will tend to fall by the wayside. While there may be a small number of exceptions, the patterns is pervasive, and expected. Those who adapt, perhaps quite honestly, will then be free to express themselves with little managerial control, and they will be able to assert, accurately, that they perceive no pressures to conform. The media are indeed free---for those who adopt the principles required for their "societal purpose".
Questi passaggi provengono dal libro "Manufacturing Consent. The political economy of the mass media" di E. S. Herman e N. Chomsky, pubblicato da Pantheon Books nel 1988.
Purtroppo, queste analisi sono state confermate dalle cose dette dai giornalisti presenti alla tavola rotonda, anche se forse non si sono resi conto che nel dire quelle cose essi stavano confermando queste analisi.
"They who have put out the people's eyes, reproach them of their blindness". (John Milton).
Programmazione menmtale, pilota automatico. In qualche modo percepiscono di essere un ingranaggio del sistema. E questo li conforta direi... Li fa sentire utili e liberi. La buona fede non basta. Tutte giustificazioni per togliersi un peso. Prendersi la responsabilità e rischiare è cosa ben diversa. Pillola blu o pillola rossa? Ci vuole coraggio.
EliminaSì, ragazzi, tutto giusto e tutto vero. Tanto vero che non abbiamo bisogno di dircelo. Mi sembra che abbiate però perso il senso dell'asimmetria dell'incontro. Non volevo presentare loro a voi. Volevo presentare voi a loro. Capite cosa voglio dire?
EliminaE infatti, ho trovato un po' inopportuno interromperli e contestarli (anche se è successo poche volte). La Innocenzi per esempio si è presa degli urlacci solo per aver detto, rispondendo ad una precisa domanda, che la puntata su No TAV aveva fatto il 3% in meno di share rispetto ad un'altra su B. Anch'io ho rabbrividito a certe loro affermazioni, ma si deve stare molto attenti a non farsi prendere per dei pazzi che non vogliono sentire ragioni. Abbaiare serve solo a chi vuole continuare a considerarci come i "mastini di Bagnai".
EliminaProfessore, ma stando a quanto ho sentito ieri, in streaming, noi facciamo "cultura", non informazione! Come a dire che l'informazione è ontologicamente incolta? :)
EliminaPrendendo spunto da quello che ha scritto Giuseppe e dalla risposta di Alberto. Ricordatevi che quello che ci rimproverate è spesso un difetto comune. Prima di parlare, bisognerebbe leggere o sentire quello che diciamo. Poi scatenate l'inferno. Ma poi.
EliminaAmmetto di essere stato tra coloro che hanno brontolato: consapevole (quindi colpevole) della poca saggezza dell'incontinenza emotiva.
EliminaLe considerazioni palesate dal Professore mi sono state sottolineate contestualmente da quella santa donna di mia moglie che ho trascinato convalescente e ancora claudicante per 1200 km di autostrada (poraccia, non sapeva neanche cosa fosse la Troika...).
Che il Grande Legislatore mi perdoni ma, hic et nunc, in questa situazione, a vedere dei coetanei sul palco con quella spocchia... la palese inconsistenza umana ed intellettuale... l'ho trovato inaccettabile, irrispettoso, ingiusto, antropologicamente incomprensibile. Come è possibile che occupino posizioni così delicate nel mondo dell'informazione? (domanda retorica)
Inanità assurta a modello per gonzi: spettacolo trash.
Non è "basta che ne parlino": è importante anche CHI ne parla.
Ottimi Lops e Rocca.
Una due giorni intensissima: 30 e lode :-)
p.s.
Francamente pur di finir di sentire Cesare Pozzi avrei saltato il pranzo...
Null'altro che grazie! grazie! grazie! grazie! grazie!.....
RispondiElimina360 persone che sanno il fatto loro ai quali non è possibile vendere roba avariata. Evidente già dal mattino in quel riconoscente( verso noi intendo) a " a Gennà che qui e cose e sanno" . Non tralascerei nemmeno lo stupore con cui Mons Colombo mi si è rivolto proprio durante l' intervento di Zezza: " Cazzo: la cosa impressionante è che capisco quello che dice". O mi sbaglio?
RispondiEliminaGiusto Prof....devono capire che una massa critica è in formazione e che il gioco di prenderci per i fondelli è al capolinea: il nuovo che avanza....le primarie...fare la voce grossa in Europa e pagliacciate varie. E no...ora si incomincia a fare sul serio!
RispondiEliminaMi sa che giovedì mi vedrò qualcosina su la7,giusto per vedere chi avranno invitato in studio per commentare il filmato della conferenza.
RispondiEliminaGrazie per lo streaming... mi ha dato l'illusione di essere li con voi.
RispondiEliminaPresa dalle fosche riflessioni sui contenuti stavo dimenticando di ringraziare Alberto, tutte le gentilissime persone che hanno partecipato all'organizzazione e il bravissimissimo Paolo. Sapendo che stavate per l'ennesima volta minando i nostri nervi ci avete coccolato e fatto sentire una famiglia. Grazie
RispondiEliminaBuongiorno al professor Bagnai ed a tutti i frequentatori del blog, la mia percezione della tavola rotonda in streaming, soprattutto nell'intervento iniziale del bocconiano Feltri, è stata la seguente: a preoccuparmi non è la deformazione mentale di un uomo colto che deve inconsciamente difendere l'irrazionale status quo ma l'impossibilità di tradurre quelle statistiche in qualcosa di umano..."Something in his face deeply moved me" come successe a George Orwell nella baracca ed al professor Bagnai ad Agorà di fronte alla madre in lacrime.."Ignorare lo spettacolo di quella povertà e di quel dolore non è solo una grande mancanza di rispetto..". Ma l'ignorante disoccupato (Obviously he could not make head or tail of the map; obviously he regarded map-reading as a stupendous intellectual feat) non è portatore di legittimi interessi economici in contrapposizione all'irrazionalità economica che genera ingiustizia? Ma probabilmente per il nostro classista giornalista...And then England — southern England, probably the sleekest landscape in the world. It is difficult when you pass that way, especially when you are peacefully recovering from sea-sickness with the plush cushions of a boat-train
RispondiEliminacarriage under your bum, to believe that anything is really happening anywhere. Earthquakes in Japan, famines in China, revolutions in Mexico? Don't worry, the milk will be on the doorstep tomorrow morning, the New Statesman will come out on Friday..e noi siamo tutti lumpenproletariat privi di coscienza politica. Guido
Una replica. Ha ragione Alberto e ben comprendiamo ciò che dice qui nella sua risposta, forse non dovremmo andare oltre. Devo scusarmi: non dovevo manifestare il desiderio di comunicare a Stefano Feltri che abbiamo anche studiato: non sta bene, è un po' cafone, me ne rendo conto. Odio le lamentele; gli individui, i gruppi, i movimenti, lo spazio se lo devono conquistare, perché nessuno, spontaneamente, glielo darà mai: questa è una legge storica che di fatto è una legge di natura. Non mi aspetto minimamente che qualcuno venga spontaneamente a dirti "ma che cose interessanti stai dicendo!. Non funziona così, e la stampa, come sappiamo, non funziona così. La stampa te la devi conquistare. Ed è molto, molto difficile. Già, perché è così difficile? Ma per tutto quello che tutti sanno e che non c'è bisogno di ripetere. Tuttavia agli amici del Fatto e di "Servizio Pubblico" bisognerebbe far leggere uno scambio di opinioni tra Roberta De Monticelli e Diego Fusaro, che tanto entusiasmo ha suscitato a Pescara. In questo dialogo Fusaro dice chiaramente alla DeMonticelli (che partecipa talvolta alle trasmissioni di Gad Lerner, se non ricordo male) che l'"ossessione" berlusconiana ha una ragione ben precisa: quella di coprire la scelta scellerata della sinistra del capitalismo finanziario e delle politiche liberiste (dunque, per conseguenza, anche dell'euro), deviando l'attenzione dei più su un "oggetto" diciamo così secondario. Berlusconi è certamente una grave anomalia del sistema, ma forse lo è di più un partito che sacrifica il proprio elettorato a politiche contrarie ai suoi interessi. Secondo voi "servizio pubblico", che lascia parlare per due ore Diego Della Valle, che funzione svolge parlando soltanto delle "ragazze" di Arcore. Forse non se ne è accorta la sicuramente simpatica Giulia Innocenzi? Confesso poi che non capisco l'osservazione di Massimo Rocca qui sopra (mi scuserà): io leggo, ascolto, molto da oltre tre anni. Vorrei ricordare che noi tutti qui ci siamo scandalizzati per quanto ha detto il dott. Bastasin, perché appunto un po' ci siamo documentati. Oppure vige il principio di autorità, per cui noi possiamo replicare solo quando qualcuno ce lo consente (già quando?). Non credo di avere bisogno di consigli metodologici che conosco benissimo, oppure vige qualcosa di simile al "randello" carnevalesco del CV? E qui veniamo al punto. La mia reazione alle parole di Feltri era prima di tutto l'irritazione per una mancanza di affabilità: vai da un amico, che fai scrivere sul tuo giornale, e certamente esprimi le tue idee, ma con un tono amichevole adatto alla circostanza. Invece no, ci tiene a far sapere (a noi?) che lui proprio non vuole parlare dell'euro: se ne doveva parlare PRIMA, quando si doveva entrare (già, e con chi ne parlavamo, prima? Con quale informazione?). Peccato che Feltri non sia andato nel 1861 da Jefferson Davis: poteva dirgli che ormai erano "entrati" e che quindi il discorso era chiuso, ci dovevano pensare prima; si sarebbero risparmiati un sacco di morti e di tragedie in America. Ha una strana idea della storia il nostro amico che ha studiato alla Bocconi. Già, i bocconiani, appunto, hanno una strana idea della storia: come se fosse un fatto di natura, come se le tragedie umane che si abbattono sulle comunità per scelte umane inaccettabili fosse solo l'inevitabile "rugosità" della storia. Me lo dice sempre il mio amico "neoclassico", tendenza bocconiana, che non capisco un cazzo di come e di dove va il mondo. Diciamolo ai Greci, agli Spagnoli, agli Irlandesi, ai Portoghesi, ai Ciprioti, agli Sloveni, ai Croati, un po' anche ai Francesi e naturalmente agli Italiani. Forse è questo che ci voleva dire Stefano Feltri, quando simpaticamente ci ha fatto notare che gli antieuro del sondaggio sono operai, disoccupati, non laureati: perché non capiscono lo Zeitgeist, lo spirito del mondo. E forse non capiscono nemmeno il suo articolo su Monti del 19 ottobre sul Fatto.
RispondiEliminaMi scuso: Zeitgeist è lo spirito del tempo.
Elimina...e la sintesi è: tu finirai nella nona bolgia. Io ti saluterò con la manina dall'alto della settima cornice. Un abbraccio (fraterno, non vorrei si equivocasse sulle ragioni che mi manderanno al calduccio).
EliminaSiete voi qui, ser Bagnetto?
EliminaNo, nun se semo capiti. Ser Bagnetto è sellino e sta nel terzo girone dell'Inferno. Io mi riferivo alla settima cornice del Purgatorio, quella di Alberto Bagnello. Poi si ascose nel foco che li affina.
Elimina(nun ce prova' che tte scortico...)
Insomma, prof, stai facendo outing o coming out circa una tua insospettabile inclinazione finora tenuta accuratamente nascosta... intendo... quella di...poeta di alta abilità nella combinazione delle medesime parole a comporre versi...diversi...,ops, voglio dire, differenti... l'uno dall'altro, ma sempre di tendenza...cioè...ecco... tendenti a un medesimo fine....perché hai voglia di far discorsi, ma poi si arriva sempre lì, al troMbar clus.
EliminaOh...che dico? Era solo trobar clus, vedi mai sia stato un lapsus, perché dove NON si fa informazione si indulge a certe debolezze...la musica, la poesia...Anche il gioco di parole.
L'economia, poi, brutta cosa... meglio NON informare, ché si fa peccato.
Buongiorno al professor Bagnai ed a tutti i frequentatori del blog, la mia percezione della tavola rotonda in streaming, soprattutto nell'intervento iniziale del bocconiano Feltri, è stata la seguente: a preoccuparmi non è la deformazione mentale di un uomo colto che deve inconsciamente difendere l'irrazionale status quo ma l'impossibilità di tradurre quelle statistiche in qualcosa di umano..."Something in his face deeply moved me" come successe a George Orwell nella baracca ed al professor Bagnai ad Agorà di fronte alla madre in lacrime.."Ignorare lo spettacolo di quella povertà e di quel dolore non è solo una grande mancanza di rispetto..". Ma l'ignorante disoccupato (Obviously he could not make head or tail of the map; obviously he regarded map-reading as a stupendous intellectual feat) non è portatore di legittimi interessi economici in contrapposizione all'irrazionalità economica che genera ingiustizia? Ma probabilmente per il nostro classista giornalista...And then England — southern England, probably the sleekest landscape in the world. It is difficult when you pass that way, especially when you are peacefully recovering from sea-sickness with the plush cushions of a boat-train
RispondiEliminacarriage under your bum, to believe that anything is really happening anywhere. Earthquakes in Japan, famines in China, revolutions in Mexico? Don't worry, the milk will be on the doorstep tomorrow morning, the New Statesman will come out on Friday..e noi siamo tutti lumpenproletariat privi di coscienza politica. Guido
A me non pare colto, a me pare solo giovane, con quello che significa in termini di formazione universitaria. Io la frequento (purtroppo), e son tutti così, appena sale l'età sale anche lo spirito critico e la capacità di cogliere determinati aspetti, fosse anche solo la malizia o l'interesse dietro a certe idee.
EliminaE con questa mi son giocato una vecchia (sepolta suppongo) minima possibilità di collaborazione.
“..a preoccuparmi non è la deformazione mentale di un uomo colto che deve inconsciamente difendere l'irrazionale status quo ma l'impossibilità di tradurre quelle statistiche in qualcosa di umano..”
EliminaUna definizione tanto sintetica, quanto appropriata ed agghiacciante della situazione generale; viene da chiedersi seriamente a cosa serva dunque cultura e conoscenza se poi l’inconscio irrazionale la sovrasta e ne vanifica le possibilità di ritrovare il senso d’esser uomini, con tutto ciò che d’imperfetto questa condizione possa comunque comportare. Non posso che riconoscere, e con orrore, che questa conoscenza, o meglio il modo d’intenderla e applicarla, stia riducendo totalmente l’essere umano a sorta di macchina a vapore da cui pretendere il massimo approssimarsi al tanto fatidico rendimento fisico totale (= 1), che mai sarà possibile a raggiungersi, a frutto di chi la macchina manovra.
A questo punto occorre esser riconoscenti per la benevolenza della sorte che volle certuni, come il prof. Bagnai (non è sviolinata, ma semplice constatazione), essere musicisti che s’occupano con egual misura e competenza d’altre branche del sapere, e non il contrario come spesso accade in tanti campi dell’umana attività (essendo poi costretti ad osservare gli scempi di civiltà e i baratri culturali prodotti da chi vuole sia l’equazione a far l’uomo e non viceversa). Sarebbe perciò auspicabile che altri musicisti, e non formali e monotoni professionisti il cui profilo più s’avvicina a quello dell’esecutore, s’occupino seriamente di biologia, ingegneria, architettura, scienze politiche e sociali e via dicendo, prestando tutti insieme maggior cura a sviluppare orecchio per la musica e per le sue armonie (la quale, essendo tale, non può che esser sempre buona musica).
OT - Sappiamo tutti bene che €.U.R.S.S. facilita solo i grandi gruppi e che con la sua iper-regolamentazione, autoreferenzialita' ed autoritarismo sta uccidendo la piccola impresa.
RispondiEliminaTuttavia ci sono interessanti esempi di 'genio italico' (per la sopravvivenza, ovviamente), che difficilmente arrivano agli onori della cronaca, e che ci dovrebbero pero' far intuire quanta crescita potremmo avere togliendo il freno artificiale del cambio fisso.
Questa piccola impresa familiare e' riuscita a riconvertirsi (in oltre un secolo di storia) dalla fabbricazione di mitragliatrici, alla manifattura delle calze di naylon fino a diventare leader mondiale nella produzione di TASTI TELEGRAFICI!
Per acquistare oggi questi gioielli di 'tasti telegrafici Begali' occorre mettersi in coda.....
http://www.i2rtf.com/html/keys_paddles.html
La Begali ha infatti scalzato (in casa sua) il vecchio leader di mercato Americano (che fabbrica ininterrottamente tasti telegrafici dalla seconda meta' dell'800).
Mi piace citare questo piccolo successo, perche' so che finira' non appena (con l'incitamento di un qualunque Bocconiano scelto a caso) interverra' una apposita direttiva EC per 'liberalizzare' anche il settore dei 'tasti telegrafici per radioamatori'.
scusi prof.,
RispondiEliminasara' possibile leggere gli interventi dei relatori per chi non ha potuto vedere lo streaming?
purtroppo il sabato e la domenica per piu' di qualcuno sono diventati giorni di ...lavoro e non piu' di festa.
grazie
Sono state fatte riprese professionali degli interventi che verranno messe a disposizione appena montate. Ci vorrà un po' di tempo per via dei sottotitoli ecc. ma non perderete nulla. Anche chi non c'era ha contribuito (spero!) e quindi ha il diritto di fruire del risultato dei lavori.
Elimina... e non vedo l'ora
Eliminasul giornalismo presente a pescara mi viene da dire che mai come ora emerge la rilevanza delle varie posizioni degli editori nelle testate. Esempio è quello del Fatto, giornale che nasce grazie al giornalismo di cronaca nera che si sgancia dall'editore e diventa editore esso stesso. Dove la linea editoriale dettata dal giornlismo di nera diventa prima pagina e dove per conseguenza all'economia, per restare in linea con l'idea della corruzione come elemento cardine della crisi si deve dare spazio a linee editoriali compatibili per evitare di smentire in terza pagina quanto urlato in prima pagina. Se questo comporta l'uso di bocconiani in terza pagina, pazienza... Altrimenti vi immaginate le urla in redazione tutti i giorni se all'economia al FATTO ci fosse uno come Bagnai? Povero Gomez e povero Travaglio, verrebbero retrocessi in cronaca nera... Vecchia storia: mai essere più intelligenti del capo.
RispondiEliminaNon credo sia strettamente un problema di intelligenza. Per il resto, può anche darsi che questo discorso abbia un senso.
Eliminano, non è un problema di intelligenza. Era solo la battuta finale. Ovviamente la linea editoriale detta legge e scorre sotto traccia delineando chi vada bene nei diversi ruoli. Anche il giornalista del gruppo espresso delinea la stessa storia quando dice: "addirittura il De Benedetti si sta convertendo all'idea che l'euro andrà male." Sembra stia parlando di Padre Pio. Quindi è evidente che il santo editore detta legge in casa anche se il giornalista poi fa il cerchiobottista piacione per il pubblico specifico. Ma a me interessa quello che poi finisce sui periodici del gruppo e non il singolo intervento per un pubblico limitato e anche un target specifico.
EliminaIl Padre Pio De Benedetti sicuramente è più preoccupato dell'andamento del Franco Svizzero.
Eliminaattenti perchè trasporre la rappresentazione che ho fatto sopra sul FATTO dal livello della singola testata a livello sociale significa avere chiaro un quadro, sempre sociale, cosi definito: una società di sinistra (che in effetti vince le prossime elezioni come sondaggi dicono) che è giustizialista, che crea i piazzale loreto perchè guidata dalla cronaca nera e che però ha consulenti economici bocconiani che ricostruiranno la nazione secondo i dettami della destra.
RispondiEliminaPer scoprire l' acqua calda del giornalismo, non mi sarei fatto 1400 km, invece è stato interessante far notare a chi dei giornalisti ha speso del tempo ad ascoltare le relazioni, per nulla semplici, il grado di attenzione, interesse e di consapevolezza della platea, eterogenea quasi a rappresentare l' Italia e non certo un seminario economico classico.
RispondiEliminaCome al solito stampa ridicola...
RispondiEliminaInteressanti gli interventi di Massimo Rocca, e Vito Lops, deludenti, ma senza sorprese, quelli di Feltri e Innocenzi, ma è solo la mia opinione. Penso che sarebbe interessante raccontare la storia dei giornalisti della tv di stato greca, una sorta di legge del contrappasso vissuta dalla professione in quel paese.
RispondiEliminaNon voglio esprimere giudizi sulle persone, ognuno ha la sua storia, le scelte di una vita... però quella settimana di chiusura e licenziamento in tronco in un certo senso ha portato la "realtà" in una professione che secondo me (in Grecia come altrove) vive (o crede di vivere) da una distanza di sicurezza l'evolversi dei fatti. So che molti lavorano come precari e si danno da fare per fare al meglio il proprio lavoro, ma oggi non è più sufficiente.
... dimenticavo... un grazie enorme a Simone per lo streaming.
EliminaSpero tanto che i nostri fratelloni americani facciano uscire una qualche intercettazione in cui la mutti dice chiaro chiaro cosa pensa del sud europa e come procede il piano di assimilazione. Complimenti per il libro che era meno pesante del previsto e per il convegno.
RispondiEliminaIo non ci conterei..... "inglese" e "tedesco" lingue uguali sugnu!!!
EliminaOramai è chiaro prof., anche secondo il main stream la moneta unica non reggerà. Ma questi bastardi già si stanno preparando per il dopo. A questo proposito leggersi questo articolo (http://www.scenarieconomici.it/saccomanni-ci-riprova-ora-dice-che-la-crisi-globale-e-finita-ed-intanto-annuncia-la-svendita-dei-gioielli-di-stato-come-previsto-leuropa-tedesca-ringrazia/) dal quale vi anticipo subito il passaggio secondo me più importante: "quello che NON deve succedere è che nel transitorio – da qui alla caduta della moneta unica – l’Europa tedesca possa impossessarsi di aziende strategiche dei paesi periferici che possano contribuire a rafforzare il sistema tedesco di stampo renano anche dopo l’inevitabile caduta dell’euro – sono parole di Le Monde Diplomatique, relativamente all’inevitabile fallimento del progetto europeo incentrato sulla moneta unica". Saluti.
RispondiEliminaScrivo per la prima volta sul blog, solo per ringraziare il prof. Bagnai e tutto lo staff, per ila fantastico weekend pescarese. Ero molto titubante, non conoscevo nessuno e non mi ritengo al'altezza di certe discussioni e certi argomenti. Invece sono stati 2 giorni bellissimi, dove ho potuto conoscere tantissima gente competente, simpatica ed assolutmante disponibile. I relatori, tutti, hanno attirato la mia attenzione in un modo che non ritenevo fosse possibile. Il tempo delle conferenze è letteralmente volato., peccato solo non aver potuto assistere alla presentazione del libro di Luciano Barra Caracciolo causa treno in partenza! Grazie, di cuore
RispondiEliminaE' stata una meravigliosa esperienza, soprattutto per le persone che ho conosciuto, tra chi prestava una maggiore attenzione ai fatti, sia chi invece cercava una spiegazione o un criterio in un processo prevalentemente intuitivo.
RispondiEliminaHo apprezzato anche il filo logico che credo si sia seguito, dall'analisi del problema attuale per poi evidenziare una critica del modello di sviluppo.
Non ho però ancora capito cosa succede dopo.
Caro Celso,( a Rocco M. non vale la pena di rispondere) il senso è questo: prima di attaccare le persone e quello che credete pensino dovete leggere o aver sentito quello che dicono o scrivono tutti i giorni. Altrimenti è come con Alberto "il libro non l'ho letto ma..." L'archivio della mia rubrica è disponibile su facebook a questo indirizzo.
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/pages/Il-Contropelo-di-Radio-Capital/269113109828714?ref=hl
Attendo a piè fermo le critiche, DOPO che mi avrai letto. Dubito che ne troverai il motivo (la pensiamo allo stesso modo più o meno) ma io al mattino presto sono sempre dietro il convento delle Carmelitane scalze
Non perdo tempo a sdilinquarmi su quanto sia stato interessante e istruttivo per me e mia moglie partecipare (sia pure purtroppo solo domenica per ragioni di lavoro!!) al convegno....passo al punto:
RispondiEliminasorprendente il giornalista di Angelini
che è stato puntuale e sagace pur nel suo tono poco professionale(e che io conoscevo solo come cronista sportivo).....nessuna sorpresa da Feltri (che ha, mi spiace dirlo, fatto una gaffe sorprendente quando ha sminuito disoccupati e non laureati come se fossero la feccia della societa'....bella forza avere loro dalla vostra parte ha detto.......) e dalla Innocenzi (quasi esilarante se non fosse drammatico che Letta vada da una posizione di forza a trattare in Europa, come se non fosse complice consapevole di questa situazione)......l'unica cosa che mi fa un po' incavolare è che come al solito si dimentica completamente la categoria dei commercianti (evasori,hanno mangiato finora gli sta bene!!) che sono la categoria che piu' ha sofferto e piu' soffrira' la moneta unica, e, che se lo cose non cambieranno radicalmente, scomparira' COMPLETAMENTE dalle nostre strade......l'esercizio di vicinato è stato per 60 anni la base del tessuto sociale economico e produttivo dell' Italia e non puo' essere dimenticato cosi'........le garantisco che la maggior parte dei commercianti che conosco vive situazioni drammatiche, senza soldi, con la necessita' di far fronte alle spese, di coprire assegni dei fornitori, senza possibilita' di accesso a nessun credito e schiacciato da una pressione fiscale vergognosa, che sfiora il 70% REALE.....
Molto interessante l' intervento del simpaticissimo Pozzi....peccato che ha finito l' introduzione era gia' passato da mezz'ora il tempo a sua disposizione........
un commerciante di quartiere africano
Pienamente soddisfatto della "due giorni". Mi è piaciuto scambiarmi idee, tra un intervento e l'altro, con alcuni dei presenti all'evento. Dei giornalisti avete già detto, mi associo alla parziale delusione, ma è stato importante ugualmente averli sul palco. Così abbiamo capito ancora meglio con chi abbiamo a che fare. Inoltre, visto che lo scopo era "presentare noi a loro", spero che qualcuno abbia preso coscienza del fatto che siamo determinati.
RispondiEliminaGrazie infine ad Alberto e tutto lo staff per l'ottima organizzazione.
Ho molto apprezzato il convegno (complimenti Professore e grazie a Simone)
EliminaCondivido la delusione per gli interventi dei "giornalisti" (eccetto Lops) specialmente i 3 seduti alla sua destra.
Forse il giornalismo segue la cultura, invece di contribuire a formarla, proprio perché sono un gregge capace solo di seguire l'audience e unicamente interessato a portare a casa la mancetta, mentre il loro mestiere dovrebbe essere quello di stimolare, arricchire e innalzare il dibattito, l'interesse e la riflessione del pubblico.
Io penso che chiunque abbia letto i commenti del blog in questi due anni, non avrebbe avuto nessun motivo di sorprendersi sentendo Massimo a Pescara, che ricordo ha fatto notare alla Innocenzi che tra Fonzarenzy e Berlusconi non c'è differenza
RispondiEliminaBerlusconi almeno cercava di fare da trait d'union tra Russia e Libia per quanto riguarda il gas ed il petrolio mentre definiva c****a i**********e la Merkel. Renzi non ha perso tempo a baciargliela...... la mano. Fai un po' te.
EliminaSono stato tra i 4.000 che hanno compilato il questionario del sondaggio di scenari-politici; sito che frequento abbastanza spesso.
RispondiEliminaAncora adesso sto ridendo per i commenti ironici alla parte statistica che riguarda chi vota PD.... ahahah :-D
Piddini si nasce, piddini ci si laurea e piddini infine ci si va in pensione!
Molto interessante.
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=ZowKXiPdk6c
The End of the Eurozone? - Panel discussion at European Zeitgeist 2011
Grazie per lo streaming: è stato interessantissimo - anche se, a causa del fuso orario, ho potuto seguire solo gli interventi del tardo pomeriggio.
RispondiEliminaQuesto goofycompleanno mi ha ispirato nello scrivere, assieme ad alcuni colleghi studenti di dottorato in economia, un documento "contra Olli Rehn". Quest'ultimo è venuto a dare un seminario nella mia università della West Coast sulla "uscita sostenibile dell'Europa dalla crisi".
Devo dire che il muro del PUDE esiste anche negli Stati Uniti, anche se è più facile romperlo. Quando ho detto che le "riforme strutturali" definite come "measures to restore price competitiveness via changes in the labor market" [cit. Olli Rehn] sono misure deflattive e "contrazionarie" da non attuare se si vuole sostenere la domanda interna, e che pongono l'intero peso dell'aggiustamento su specifici gruppi sociali - in contraddizione con le parole di Olli Rehn sulla "difesa del modello sociale europeo"... apriti cielo nella platea.
Olli Rehn mi ha risposto prendendo ad esempio la Finlandia negli anni '90, "an open economy which restored competitiveness by cutting on wages". Ho replicato dicendo che l'eurozona è una grande economia aperta, la più grande del mondo (speriamo per poco, nel senso che speriamo che l'eurozona si rompa). Per cui quella risposta non va bene, in assenza di politiche inflattive in Germania. Piuttosto, il riaggiustamento dei current accounts negli ultimi due anni appare fragile, in virtù dell'apprezzamento dell'euro in corso sul mercato in cambi che potrebbe cancellare il surplus aggregato e riportare i paesi periferici in deficit.
"Quale strategia ha in mente la Commissione in questo caso?!" ho chiesto all'amico Olli "visto che un apprezzamento dell'Euro farebbe saltare tutta la strategia di riaggiustamento delle posizioni esterne, facendo ritornare il tail risk of Euro-breakup?!" [Lui era tanto contento, nel seminario, che il tail risk fosse "scomparso".]
Olli Rehn ci ha messo mezzo minuto prima di rispondere. Ha detto: "La possibilità che l'euro si apprezzi nei confronti delle altre valute è il motivo che ha indotto la Commissione a suggerire alla Germania di far crescere i salari più della produttività." "Well, good luck with that!" Ho come la sensazione che questo sia il punto debole fondamentale della strategia della Commissione, e che loro navighino a vista senza una strategia coerente.
In ogni caso, ho ricevuto molti feedbacks positivi, specie da professori, rispetto agli interventi e al documento, e il merito di questo piccolo ulteriore lavoro di squarcio del muro del PUDE internazionale (ogni piccolo contributo credo sia importante) va a una sola persona: al Prof..
quindi dopo singapore bisogna fare come la finlandia!
Eliminacomplimenti anche a te per l'operazione verità!
Hai proprio centrato il punto. Dobbiamo ritenere che Olli non si sia sentito con i banchieri della BCE, proprio ieri Nowotny - ripreso dalla Reuters ha dichiarato di non disporre di strumenti contro l'apprezzamento dell'euro.
EliminaComplimenti. Il contraddittorio che hai riportato è l'equivalente dei pomodori nella moderna sfida dell'informazione.
Ma Paolo è uno sveglio. Ad esempio, a marzo mi aveva mandato questo.
EliminaComplimenti Paolo! A conferma che Olli Rehn non è uno sciocco e sa bene qual è il problema (non è li per caso d'altronde). Che poi è il motivo per il quale gli accorati appelli son tanto belli quanto mal indirizzati.
EliminaForse più che navigare a vista, la Commissione naviga guidata dal faro a stelle e strisce. Oggi l'euro vale 1,37ecc. dollari. Mi sembra un buon preludio, per il faro a stelle e strisce, al prossimo Trattato di libero commercio tra EU e USA, come quello che tanto bene ha portato al Messico. I contadini messicani ancora oggi ringraziano il loro lungimirante e indipendente governo.
EliminaVedi che viaggiare in Centro e Sud America ti ha insegnato anche la macroeconomia? Impara l'arte e mettila da parte...
EliminaE pensi, Profe, com'ero ignorante allora: ogni volta che l'euro s'apprezzava sul dollaro ero contento, perché più l'euro s'apprezzava, più dollari, nel cambio, ricevevo. Poi ho imparato che l'effimero periodo d'un viaggio non vale certo i disagi e le sofferenze della restante vita.
EliminaGrande Paolo! Momenti come quelli andrebbero conservati per giorni migliori (o peggiori...): potresti sempre dimostrare come in quest'era glaciale degli stronzi c'era ancora chi resisteva, per salvare l'onore del proprio paese e della verità.
EliminaPer caso qualcuno della tua università ha ripreso il seminario? Fino a qualche anno fa in Italia si racimolavano mezzi crediti offrendosi e montando il materiale sul sito di facoltà, ora non so (probabilmente sulla West Coast non hanno avuto la fortuna di conoscere il genio incompreso di Gigi Berlinguer...).
Ieri non ho visto nessuna telecamera, però m'informerò; qualora ci fossero dei video, vi farò sapere! ;)
EliminaA proposito di geni incompresi, per la cronaca, nella mia università a livello undergraduate si possono racimolare crediti attraverso corsi serali di... tango (e non parliamo di un Community College qualsiasi, ma dello UC System). :-)
“Vade retro euro”: la carica di quelli che vogliono la lira
RispondiEliminaIN VISTA DELLE EUROPEE CRESCE IL MOVIMENTO: A PESCARA CENTINAIA DI PERSONE PER DUE GIORNI DI CONVEGNI
di Stefano Feltri
Qualcuno è disposto a fare un gesto eclatante? Lì c’è la finestra, coraggio, così magari i giornali si accorgono di noi”, il professor Alberto Bagnai provoca la sala che ride, con un po’ di rabbia. Di solito i convegni non sono notizie, ma in questo caso sì: oltre 500 persone paganti che passano due giorni ad ascoltare economisti e intellettuali che per ore e ore spiegano “Come uscire dall’euro” (organizza l’associazione A/simmetrie).
SABATO E DOMENICA, nel non-luogo di Montesilvano, alberghi anni Settanta vuoti sul mare vicino a Pescara, le centinaia di motivati partecipanti programmano il ritorno alla lira: non ci sono punti di domanda, solo certezze e un programma: portare l’Italia fuori dall’euro. Come? Intanto informando, convincendo gli scettici, seminando. Il sito scenarieconomici.it ha rivolto a 4000 persone la seguente domanda: “Sarebbe favorevole alla reintroduzione di una valuta nazionale al posto dell’euro, affiancando questo processo con il ripristino della Banca d’Italia come prestatore di ultima istanza, al fine di calmierare i tassi d’interesse sul debito pubblico italiano?”. Risposta: 48 per cento sì, 45 no. Il quesito è complesso, non certo immediato, chissà se tutti l’hanno capito. Un’altra domanda è più diretta: “Voterebbe, nel caso si presentasse a elezioni, una formazione fortemente anti-euro?”. Il 22 per cento dice sì, il 31 forse. Numeri che, se confermati nei prossimi mesi, possono condizionare parecchio la linea dei partiti.
La sala applaude, i politici di professione che sono venuti a sondare un mondo che si sente senza rappresentanza sono assai interessati: c’è Guido Crosetto, Fratelli d’Italia, Andrea Colletti del Movimento 5 Stelle, l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso. L’orizzonte è quello delle elezioni europee: tutti si aspettano che ci sia un boom dei partiti euroscettici, ma in Italia ancora non si capisce chi cavalcherà la rabbia contro Bruxelles. Quel che è certo è che i mattatori del convegno di Pescara saranno sempre più in televisione e sui giornali, intellettuali di riferimento di un’area che si coagula attorno ai blog di Alberto Bagnai ( goofynomics.blogspot.it e sul fattoquotidiano.it ), diventa comunità su Twitter attaccando gli esponenti del #PUDE, il Partito Unico dell’Euro in cui vengono inseriti d’ufficio tutti coloro che non sognano la lira.
"nel non-luogo di Montesilvano, alberghi anni Settanta vuoti sul mare vicino a Pescara"
EliminaEcccerto, figurati, come ogni cosa bbbrutta non possono che essere degli anni Settanta per il gggiovane gggiornalista bbbocconiano!
E invece, guarda caso, a proposito di informazzzione, l'hotel nel quale siamo stati è del 1963, e gli altri sono stati costruiti nel corso dei decenni successivi.
Gli anni dello sviluppo economico, della "ascesa, necessariamente convulsa, dei ceti popolari".
Quei ceti popolari che il gggiovane gggiornalista disprezza.
Francamente, l'ho trovato e lo trovo insopportabile, anzi insoppportabbbile.
Veramente la struttura che ci ha ospitato meriterebbe più rispetto, se non fosse per il fatto che grazie all'eurone sta per diventare stagionale, cioè per chiudere da ottobre a maggio. Motivo: non si fanno più convegni (di industriali, professionisti, o quello che è). Meglio così, siamo austeri.
EliminaIo mi ci sono trovato benissimo, e credo anche voi.
L'articolo di Stefano è un po' fazioso perché cerca di farci passare per invasati e sempliciotti, ma a me sta bene così. Intanto ne ha parlato.
Se vuoi posso consigliarti una certa boccettina dalla quale far scendere ogni giorno otto goccioline in un bicchiere d'acqua. Diventerai zen anche senza leggere il libro sul buddismo che uno di voi mi ha regalato, commuovendomi molti. Dopo di che, le parole di Stefano scivoleranno su di te come un bicchiere d'acqua su una lastra di granito. Non sto a dirti chi evaporerà prima...
Comunque, non vedo il motivo per non mantenere rapporti cordiali. Capisco il vostro punto di vista, ma lo scopo era di farvi capire il loro (che ovviamente non condivido).
Il punto è molto semplice: siamo in guerra e si sta consumando un genocidio, nella fattispecie quello dei greci. Anche dopo questa guerra e questo genocidio ci sarà un muro dei giusti sul quale saranno scritti dei nomi. Forse c'è già, ed è questa pagina. Per il resto, moriremo tutti. Che poi è il motivo per il quale illuministicamente mi incazzo pensando a quanto la razionale irrazionalità del capitalismo ci condanni a fare una vita di merda, quando in effetti basterebbe poco a ristabilire un minimo di equilibrio. Ma è sempre stato così, e non possiamo farci molto.
BAGNAI È PROFESSORE associato di Economia politica a Pescara, sul suo blog è sempre polemico, aggressivo, irride, stronca, ma le sue tesi cominciano a circolare sempre di più, le cita nei suoi lavori, per esempio, Antonio Guglielmi, il capo degli analisti di Mediobanca Securities, le riprende Beppe Grillo nel suo blog. La premessa di Bagnai è questa: finché l’Italia è nella moneta unica, l’aggiustamento dell’economa rispetto a Paesi più competitivi non passa per la svalutazione del cambio ma per la deflazione interna, cioè la riduzione dei salari e la contrazione dello Stato sociale. Invece di accettare passivamente questo processo imposto dalla Germania come “dumping salariale”, dobbiamo recuperare la flessibilità del cambio, tornando alla lira: “Chi non lo riconosce pone l’obiettivo dell’occupazione in secondo piano, anche quando si dichiara ‘de sinistra’”, è stata la conclusione della presentazione di Bagnai.
RispondiEliminaE se tornando alla lira falliscono le banche? E se bisogna poi nazionalizzarle? Come pagheremo il petrolio e la benzina quotati in dollari se abbiamo una liretta debole? Con che soldi importeremo i prodotti dall’estero ? I nostri vicini europei ci lascerebbero esportare in casa loro i nostri prodotti resi più competitivi dall’uscita dalla moneta unica e dalla svalutazione? Se a Pescara poni queste domande ti guardano con un sorrisetto di compassione per la tua ingenuità. “Stiamo comprando la libertà. Quanto vale? Ci interessa veramente sapere se costa 5 o se costa 7?”, arringa Claudio Borghi Aquilini, docente alla Cattolica di Milano, autore di un libro su “Investire nell’arte”, collaboratore del Giornale.
Per tacitare ogni scetticismo, a Pescara invitano due relatori dai Paesi in cui l’euro significa Troika: Joao Martins Ferreira do Amaral dal Portogallo e Panagiotis Grigoriou dalla Grecia. Volete ridurvi così o preferite il salto nel buio dell’ uscita dall’euro? Meglio andarsene, sostengono tutti a Pescara, da quelli della sinistra contro i tecnocrati brussellesi alla destra che guarda con simpatia quei ragazzacci di Alba Dorata ad Atene. Gli economisti mainstream, tipo Riccardo Puglisi (Pavia) e Michele Boldrin (Washington University) via Twitter sghignazzano commentando le dirette da #Goofy2, nome in codice del convegno (dal blog di Bagnai), denunciano la scarsa presenza dei relatori sulle pubblicazioni scientifiche. Ma loro non si scompensano: molti non sono neppure economisti, come Luciano Barra Caracciolo, magistrato del Consiglio di Stato, o il giovane filosofo Diego Fusaro. E pensano che la storia sia dalla loro parte: prima o poi tutti gli italiani si convinceranno che l’euro è una gabbia. E le elezioni europee sono la prima occasione per contare quanto vale il dissenso verso questa Europa e la sua moneta.
Bortoletto, non ho ben capito se questo è un suo resoconto o la continuazione del pezzo di Feltri.
Eliminama non ha importanza, perchè la cosa interessante secondo me è tra le righe, verso la fine: geniacci come Puglisi e Bol.. Bol... (o mio dio, fatico anche a scriverlo... scusate), insomma quello molto ben educato, che se ne stanno a seguire la diretta streaming e commentare su twitter.
delle due l'una: o non hanno da fare, oppure sono parecchio preoccupati e stanno lì, sul pezzo, come assatanate sentinelle della cassaforte.
io credo alla seconda ipotesi, altrimenti non sghignazzerebbero, non seguirebbero, non avrebbero proprio bisogno di discutere.
e invece sono lì a seguire. qualcosa vuol dire.
preferisco Davide...
Eliminacmq è ovviamente la continuazione!!!
Vuol dire che sono dei nerd un po' sfigati.
EliminaIl Sole 24 Ore di oggi. E se cominciano a scrivere qualcosa anche lì......
RispondiEliminaE' un circolo vizioso che ci strozza lentamente ogni giorno.....
http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20131030&startpage=1&displaypages=2
qualcuno può postare l'articolo come ho fatto io con Il Fatto?
Eliminail link del Sole24Ore non è seguibile
Molto interessanti gli interventi tecnici (come quello del prof. Pozzi). Ringrazio Alberto per la disponibilità a rendere disponibili le riprese professionali degli interventi (gli interventi in lingua non italiana sono difficili da seguire in questo modo). Chiedevo se era possibile averli anche in un formato scaricabile (tipo avi con compressione divx o xvid, non necessariamente in hd), o se era prevista solo una soluzione streaming (tipo caricata su youtube ... cosa sicuramente interessante).
RispondiEliminaSe vengono caricati su youtube puoi anche scaricarli direttamente da lì.
EliminaNon direttamente, ma usando software di dubbia provenienza (nel senso che sul mio PC certa roba non la installo, o non faccio girare applet java di quel tipo sul browser).
EliminaSe si potesse avere un file scaricabile sarebbe preferibile, magari anche messo su qualche depository gratuito, ce ne sono tanti.
Interessante, Ivan, l'osservazione che fai: immagino che hai almeno le basi per valorizzare il problema della sicurezza e del controllo nei processi informativi. E magari hai avuto anche modo di approfondire l'impatto che ha sullo sviluppo del controllo orwelliano in atto e i suoi risvolti sul mondo libero.
EliminaHai notato come gran parte dei migliori blogger e divulgatori si affidino a piattaforme tecnologiche che sono poste direttamente nella bocca del lupo? Che non permettono di default l'approccio anonimo alla discussione e che sono altamente committed alla profilazione ad uso governativo? (ovviamente non mi riferisco al login con utente "Anonimo")
Questo è un vulnus a cui dovrebbero essere sensibilizzati tutti coloro che partecipano a dibattiti culturali e per cui i consulenti IT dei blogger dovrebbero assolutamente tener conto.
Ciò che avviene in Grecia con i reati di opinione pare essere il futuro prossimo degli Stati Uniti d'Occidente. Non vogliamo che ci venga sottratto il reddito di cittadinanza a fine mese, giusto?
Vorrei ringraziare infinitamente Asimmetrie per l'occasione che ha concesso ad oltre 23.000 persone di poter assistere all'evento via streaming.
EliminaHo caricato i video anche sul mio canale youtube , ( questa è la playlist non ufficiale dei video senza sottotitoli estratti da ustream . ) . Sono stati due giorni stupendi . Mi dispiace solo essermi perso la serata goliardica , ma le due ore di sonno del Venerdì notte gridavano vendetta. Ho ricevuto una valanga di mail twetts sms di ringraziamento a cui so già di non poter rispondere per mancanza di tempo .
Provo a farlo qua nella speranza di sottolineare come questo sia un minuscolo gesto che non avrebbe bisogno neanche di essere menzionato se non fossimo in un paese così strano dove molti canali televisivi preferiscono occupare la loro programmazione con "l'ora del padrone" piuttosto che informare .
Alcuni dei giornalisti presenti ne sono stati la dimostrazione .
A partire dalla recita che hanno mostrato per colpa ( o merito ) delle telecamere presenti in sala. Chi era in streaming ha avuto modo di sentire i fuori onda e capire quale fosse il loro vero modo di parlare e pensare .
Tuttavia trovo che l'intento di presentare noi a loro sia ben riuscito . Sanno cosa li attenderà di qui a breve se non cambieranno registro . Ora come ora è inutile aspettarsi onestà intellettuale. Costerebbe loro economicamente troppo in tempi di PUDE . Ed è già un complimento dato che la loro categoria è occupata per lo più da persone che sarebbe disposte a "pagare per vendersi".
@Bazaar
EliminaQuello di cui parli è un problema reale e del tutto sottovalutato dalla popolazione e ovviamente dai media, secondo me. Si tratta di problematiche che in parte rientrano nel filone del complottismo (i complottisti fanno sempre comodo a chi intende mistificare una questione - dove per complottismo intendo un approccio non razionale) e quindi difficili da discutere e dibattere seriamente.
Il problema secondo me non è tanto nelle modalità dei processi informativi, sempre più invasivi, ma nei controllori e nella legislazione che solitamente, e in modo molto strumentale, è inquadrata nel filone sicurezza nazionale e anti terrorismo (quindi procedure segretate e non accessibili ai cittadini).
Non solo sono sempre più centralizzati i luoghi e i canali, tanto che ormai pochissimi grandi gruppi stanno acquisendo o controllando i vari strumenti che sottintendono i media del web (e non solo), basti pensare all'acquisizione di Skype da parte di Microsoft (risolvendo l'annuale questione del protocollo proprietario utilizzato da Skype), o di tutte quelle piccole società, spesso startup che creano e veicolano reti social. Ma il web non è sufficiente, non è sufficiente un media, occorre dotare i cittadini di un'interfaccia che li costringa a "connettersi". I telefoni mobili, smartphone o tablet, ormai sono diventate delle centrali di raccolta dati efficientissime, pensa soltanto ai software di riconoscimento vocale, che elaborano i dati in remoto, o alla geolocalizzazione virtualmente persistente. Google (o altri) posseggono in pratica i pattern vocali di miliardi e miliardi di cittadini... senza alcuna possibilità per questi di poter intervenire per rimuoverli o verificarne l'esistenza. Il cloud storage o computing, oltre ad avere portato notevoli benefici, si porta con sé il reale rischio che queste informazioni, spesso dati sensibili, divengano persistenti e non sicure.
Ora tutto questo è preoccupante, anche senza ipotizzare un Grande Fratello dietro - dal quel poco che si sa dietro all'imponente struttura che utilizza la NSA o altre agenzie, ci sono ovviamente i soliti noti... è difficile immaginare quanto siano riusciti ad andare avanti nello sviluppo se è vero che sono in grado di memorizzare e gestire una miriade di dati, fosse anche solo tramite metadati.
Snowden e Assange, se anche soltanto una parte di ciò che dicono fosse vero, oltre a rivelare quanto spesso sia incosistente la sicurezza che si applica alla protezione di questi dati, sempre più frammentati e diffusi, ci hanno rivelato la quantità di agenzie private che mettono le mani su queste informazioni, il che dovrebbe inquietare non poco e sollevare interrogativi.
Io non finirò mai di meravigliarmi circa la quantità di informazioni e dati personali che le persone diffondono attraverso le reti sociali (di per sè poco sicure), dati che vengono raccolti da agenzie in modo "lecito" per le più svariate finalità (es. selezione personale), in modo illecito (furto identità) e in modo illecito-lecito. E non mi meraviglia il fatto che l'Italia sia tra i primissimi paesi che richiede attraverso le sue varie entità-autorità, l'accesso agli account dei grandi della rete (Google, Facebook, Microsoft...), e questi sono solo gli accessi "leciti", se Snowden e Assange hanno ragione, beh... basta guardarsi che cosa raccoglie Google nel suo Dashboard per capire come tutta una vita (compresi pattern vocali e in futuro dati biometrici) sia lì a disposizione.
E' un bene, un male? Non lo so, ma non c'è alcun dibattito culturale in merito, questo è il "percorso culturale" che stiamo prendendo, senza che in realtà ci sia mai stato chiesto un parere in merito, basta offrire un servizio e creare dei bisogni, possibilmente appiattendo il tutto verso il basso.
@Simone
Secondo me alcuni di questi giornalisti non hanno bene capito che tipo di pubblico hanno di fronte... a me sinceramente importa poco se ciò che affermano sia vero o meno, se siano sinceri o ipocriti, conta solo quello che pubblicano.
Vorrei esprimere il mio apprezzamento per Paolo Zacchia (30 ottobre 2013 05:46) che trovandosi di fronte a Rehn ha resistito alla tentazione di aggredirlo, e lo ha invece messo in difficoltà con solidi argomenti.
RispondiEliminaOlli Rehn e i suoi amici eurocrati si vantano del fatto che l'€pa è un'economia aperta. Ma bisognerebbe riflettere anche "filosoficamente" sul bonus/malus delle aperture. Ad esempio, se uno tiene la bocca troppo aperta possono entrarci le mosche (per non parlare d'altri orifizi del corpo umano). E le mosche così entrate possono danneggiarlo. Per cui, almeno ogni tanto, sarebbe il caso di chiuderla, la bocca, o no?
EliminaGrazie. Devo ammettere che non è stato semplice; quando a un certo punto della presentazione iniziale l'amico Olli ha detto che "le crisi politiche in Italia e Spagna hanno portato all'aumento dei tassi d'interesse" (!) anziché il contrario, trattenersi non è stato semplice.
Eliminanoi abbiamo ripreso la due giorni registrando la traduzione in simultanea
RispondiEliminapotremmo rendere disponibile il girato a patto che ci paghiate...
...in lire
Grazie Simone per averci dato l'opportunita' di ascoltare la conferenza. Credo di essermi perso un bel convegno. Purtroppo, sto per emigrare di nuovo e ho poco tempo per via dei preparativi. Dopo otto anni all'estero in universita' da world top ranking qui in Italia ci sono solo contratti da precario per i fisici teorici. Come diceva il prof. Pozzi e' sintomatico della progettualita' industriale italiana che con le scienze dure ci si pulisce il didietro. Lo faccio perche' devo pensare alle mie piccole figlie che devono imparare un'altra lingua ed abituarsi di nuovo ad un'altra cultura e soprattutto la consapevolezza che in Italia il PUDE vincera' sempre.
RispondiEliminaVedendo i video da lontano (fisicamente, non spiritualmente), ho apprezzato la qualità eccellente delle relazioni e la stoffa dei relatori (tutti, compresa la "rivelazione" del nouveau philosophe), ma ascoltare la testimonianza di Panagiotis m'ha confermato, una volta di più, che la realtà materiale dell'eurozona è drammaticamente oltre qualsivoglia obiezione teorica sull'uscita dall'euro.
RispondiEliminaLa carica dirompente delle riflessioni che il Prof. Bagnai condivide con i lettori di Primo Piano Scala c rende superfluo ogni commento. È urgente invece interrogarsi sul perché idee ed argomentazioni, per molti aspetti accolte addirittura da rappresentanti della BCE, stentino a trovare diritto di cittadinanza in Italia. Tanto più urgente, nel momento in cui il distacco dei cittadini mette in crisi un sistema politico pazientemente edificato in uno sforzo ventennale. Invece di esercitarci in virtuosismi semantici ed evocare il populismo, sarebbe forse il caso di riflettere sul rapporto tra autoreferenzialità del dibattito politico e crisi delle Istituzioni democratiche. Le maggioranze di grande coalizione rientrano certo nel novero delle opzioni possibili: ma l’accordo tra Destra e Sinistra finisce anche (fisiologicamente) per limitare e marginalizzare lo spazio del dissenso. Ecco allora che persino alcune semplici verità fattuali, che Bagnai richiama, sbiadiscono sotto la cortina fumogena di un consenso che, nella politica e nei media tradizionali, tende all’unanimità. Che l’austerità fiscale abbia aumentato il debito pubblico anziché diminuirlo, che il suo obiettivo fosse quello di riequilibrare la bilancia dei pagamenti comprimendo la domanda interna, che recessione ed alta disoccupazione non siano quindi effetti collaterali del risanamento dei conti pubblici, ma il fulcro del risanamento dei conti con l’estero, sono fatti dei quali si rinviene traccia nei documenti programmatici del Governo. Proprio il respiro asfittico di un dibattito che sistematicamente prescinde da questi fatti dovrebbe farci ragionare sulla reale forza del nostro sistema democratico. Che è messo alla prova, ci pare, non dalla crisi economica in sé o da estemporanei moti di protesta, ma da un processo di lungo periodo che, parallelamente alla costruzione dell’Unione monetaria (dallo SME all’Euro), ha gradualmente trasferito la sovranità sulla gestione delle politiche economiche da Istituzioni democraticamente elette ad organi tecnici, sovranazionali e non elettivi. Con l’effetto di far convergere le forze politiche, per convinzione o necessità, verso un sostanziale accordo sull’unica linea di politica economica compatibile con le caratteristiche dell’Unione monetaria, a prescindere dal consenso popolare e dalle stesse procedure democratiche di decisione: a partire dal famoso divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, che nel lontano 1981 ha mutato in maniera strutturale le condizioni di finanziamento del debito pubblico e la distribuzione di risorse tra spesa sociale, investimenti e rendita, senza nemmeno passare al vaglio del Parlamento. È desiderabile questa politica economica? Risponde all’interesse nazionale? È neutrale dal punto di vista della distribuzione del reddito? Le risposte di Alberto Bagnai sono chiare: confidiamo nel nostro piccolo che stimolino un confronto del quale la democrazia italiana ha bisogno. Sono stati i Paesi periferici la locomotiva d’Europa: la Germania ha avuto la seconda crescita più bassa dell’Eurozona. Non è stata locomotiva, ma pesante rimorchio.
RispondiEliminao t t o b r e 2 0 1 3
A N N O V N U M ERO 1 0
Euro: Vincitori e Vinti
BAGNAI
l’editoriale di Mariella Palazzolo @Telosaes
Euro: Vincitori e Vinti
RispondiEliminaTelos: È opinione comunemente accettata che quella che attraversano i Paesi periferici dell’Eurozona sia una crisi dei debiti sovrani. Nel suo libro “Il tramonto dell’Euro”, Lei trae dalla dottrina economica un’interpretazione diametralmente opposta. Può spiegare ai nostri lettori perché il debito pubblico non è il problema?
Alberto Bagnai: La crisi dell’Eurozona nasce come crisi di debito privato, non di debito pubblico. Questa spiegazione della crisi, che da noi viene presentata come eretica, è quella comunemente accettata all’estero nelle sedi più ortodosse: basta leggere il discorso tenuto dal Vice Presidente della BCE, Vitor Constancio, ad Atene, il 23 maggio scorso. Guardiamo i dati: in Paesi come la Spagna e l’Irlanda il rapporto debito pubblico/Pil era irrisorio (sotto il 40%), in Grecia stabile, in Italia in diminuzione. In questi Paesi, però, stava aumentando il debito dei privati (famiglie, imprese) con creditori esteri. Ora, in tutti i Paesi dell’Eurozona (compresi i virtuosi ma non troppo accorti creditori), stanno saltando le banche, per l’impossibilità di rientrare dei prestiti erogati al settore privato. Certo, a valle questo richiede l’intervento dello Stato, e quindi dopo aumenta anche il debito pubblico, il che viene preso a pretesto per smantellare pezzi di stato sociale. L’esplosione dei debiti privati è legata alla moneta unica. Eliminando il rischio di cambio, questa ha facilitato la circolazione dei capitali all’interno dell’Eurozona, cioè l’indebitamento estero, soprattutto privato, della periferia (i cosiddetti Piigs). Un processo che, non essendo controllato, ha favorito la volontà del Paese egemone (la Germania) di invadere con i propri prodotti i paesi periferici, fornendo a questi ultimi i mezzi finanziari per acquistarli. I crediti del Nord hanno finanziato i consumi, non gli investimenti, del Sud. Contrariamente a quel che si dice, sono stati i Paesi periferici la locomotiva d’Europa: la Germania ha avuto la seconda crescita più bassa dell’Eurozona, appena superiore a quella dell’Italia. Non è stata locomotiva, ma pesante rimorchio.
Leggendo il Suo libro, si ricava l’idea piuttosto inquietante che la moneta unica abbia trasformato l’assetto macroeconomico dell’Italia, come degli altri Paesi periferici, rendendolo molto simile a quello di Paesi in via di sviluppo. La conseguenza logica è che l’uscita dall’Euro renderebbe l’Italia più stabile, anziché più fragile: l’Italia rischia davvero di più rimanendo nell’Euro che non uscendone?
Anche questa non è un’idea mia. È Paul De Grauwe, il massimo esperto di integrazione monetaria europea, a fare questa riflessione: oggi per un cittadino europeo indebitarsi in euro è come negli anni ’90 per un cittadino di un Paese emergente indebitarsi in dollari. Un argentino non controlla l’emissione di dollari più di quanto un portoghese controlli l’emissione di euro. È la perdita di sovranità monetaria, cioè la necessità di rivolgersi ai mercati per rifinanziare i propri debiti privati e pubblici, a qualificare un Paese come periferico e a renderlo finanziariamente fragile. Quello che rischia l’Italia restando nell’euro è palese: strozzate da una valuta troppo forte, le aziende italiane o delocalizzano, o chiudono, o vendono a investitori esteri. Il risultato è la morte del mercato interno, e quindi la necessità di ulteriori compressioni salariali per inseguire i mercati esteri, giocando al ribasso sul costo del lavoro.
continua...
...continua
RispondiEliminaCosa ne è delle varie Agende per la competitività e la crescita, dalla famosa lettera della BCE all’Agenda Monti? Tagli al welfare, privatizzazioni, deregolamentazione del mercato del lavoro sono una ricetta credibile? Soprattutto, il mantra di attirare investimenti esteri ha un fondamento? Insomma, cosa serve davvero all’Italia per fermare il declino?
Questo mantra è volto a incoraggiare il comportamento predatorio dei capitali esteri. La mancanza di altro fondamento razionale è dimostrata dai risultati: quasi -5% del Pil negli ultimi due anni, record negativo dell’area OCSE. Se abbiamo bisogno di capitali esteri è perché i nostri redditi, quindi i nostri risparmi, sono crollati da quando l’euro ci schiaccia. Un governo che si pone il problema di attirare investimenti esteri, anziché quello di favorire il risparmio degli italiani (ripristinando la crescita), indica bene da che parte sta: non da quella dell’art. 47 della Costituzione. La retorica della flessibilità mostra anch’essa la corda: gli indicatori OCSE chiariscono che l’Italia ha liberalizzato il mercato del lavoro prima e più della Germania. Ma ora gli economisti si chiedono se la flessibilità del lavoro sia un buon sostituto della flessibilità del cambio. Quando la flessibilità diventa precarietà, il lavoratore non ha modo di crescere con l’azienda. Questa flessibilità favorisce le grandi imprese di servizi (grande distribuzione, call center...), spesso già in mano estera, ma penalizza le piccole e medie imprese manifatturiere, ossatura del nostro sistema. Il crollo della produttività del lavoro in Italia è chiaramente dovuto anche a questo tipo di riforme.
Il malessere europeo è politico oltre che economico: il deficit di democrazia nei processi decisionali su scelte importanti di politica economica sembra aggravarsi. Lei ha scelto di impegnarsi nella divulgazione, soprattutto in rete: fino a che punto, ed in quali forme ritiene che sia plausibile indurre un cambiamento di linea politica dal basso?
La mia scelta rispecchia la mia percezione dei doveri civili di un intellettuale: diffondere informazione e cultura. Il proprio dovere lo si fa perché si sente di doverlo fare, non perché ci si aspetti qualcosa. L’euro nasce dal presupposto dichiarato (ad esempio da Mario Monti) che la scelta tecnicamente sbagliata di adottare la moneta unica, provocando crisi economiche, avrebbe indotto i cittadini a fare la cosa giusta, cioè quella che le élite avrebbero indicato loro come tale (un ipotetico più Europa). L’euro è insomma un metodo di governo, elitario, paternalista, classista. Il deficit di democrazia che ora si palesa era quindi un elemento essenziale e voluto della costruzione europea. Nonostante mi impegni per informare i cittadini, tuttavia, non credo particolarmente ai cambiamenti dal basso: la lotta è comunque impari. Temo che la nostra unica, remota speranza sia quella che le élite europee capiscano che il suicidio economico del nostro continente coinvolgerebbe fatalmente anche loro.
ho partecipato anche al secondo compleanno. veramente di livello altissimo. ciò che mi ha fatto riflettere, è stata la tavola rotonda dei giornalisti. pensando al fatto che in Italia esiste un digital divide, considerato l'ostracismo sia culturale (come ammesso dai giornalisti) dei maggiori mass media, visto e consiederato che il professore è Unico, stavo pensando che forse potrebbe essere giunto il momento di scendere direttamente sul territorio, attraverso incontri divulgativi. Pensavo a questo: utilizzando il "brand" A/simmetrie, predisporre una serie di grafici, ed argomenti (anche in sintesi) predisposti dal professore,predisporre un video con un suo o messaggio o breve introduzione a tali argomenti preparare un certo numero di associati ad a/simmetrie, sugli argomenti oggetto dei grafici, in modo da poter affrontare un convegno. In tal modo si potrebbero avviare una serie di iniziative locali, in tutta Italia, ai quali ovviamente il professore non potrebbe partecipare a tutte, e quindi mandare tali associati-delegati a tenere delle conferenze, tavole rotonde, incontri dibattiti, con i cittadini, in modo da iniziare una attività di corretta informazione.
RispondiEliminaProfessore, lei meglio di me sa, quanto le persone nè abbiano non solo la necessità, ma anche la voglia, di ascoltare informazioni corrette che non trovano nei mass media.
ovviamente non prima di aver registrato il marchio, il brand di a/simmetrie.
chiudo con un GRANDISSIMO ringraziamente a lei professore per la sua straordinaria attività che sta conducendo.
ho partecipato anche al secondo compleanno. veramente di livello altissimo. ciò che mi ha fatto riflettere, è stata la tavola rotonda dei giornalisti. pensando al fatto che in Italia esiste un digital divide, considerato l'ostracismo sia culturale (come ammesso dai giornalisti) dei maggiori mass media, visto e consiederato che il professore è Unico, stavo pensando che forse potrebbe essere giunto il momento di scendere direttamente sul territorio, attraverso incontri divulgativi. Pensavo a questo: utilizzando il "brand" A/simmetrie, predisporre una serie di grafici, ed argomenti (anche in sintesi) predisposti dal professore,predisporre un video con un suo o messaggio o breve introduzione a tali argomenti preparare un certo numero di associati ad a/simmetrie, sugli argomenti oggetto dei grafici, in modo da poter affrontare un convegno. In tal modo si potrebbero avviare una serie di iniziative locali, in tutta Italia, ai quali ovviamente il professore non potrebbe partecipare a tutte, e quindi mandare tali associati-delegati a tenere delle conferenze, tavole rotonde, incontri dibattiti, con i cittadini, in modo da iniziare una attività di corretta informazione.
RispondiEliminaProfessore, lei meglio di me sa, quanto le persone nè abbiano non solo la necessità, ma anche la voglia, di ascoltare informazioni corrette che non trovano nei mass media.
ovviamente non prima di aver registrato il marchio, il brand di a/simmetrie.
chiudo con un GRANDISSIMO ringraziamente a lei professore per la sua straordinaria attività che sta conducendo.
A conclusione del goofycompleanno, per cui non ringrazieremo mai abbastanza il puro folle di Pescara, leggiamo il libro di Vladimiro Giacchè, Anschluss. L'annessione. Utile per l'anamnesi, per la diagnosi e per la prognosi
RispondiEliminaSto finendo di vedere gli interventi registrati in streaming ebbene penso solo una cosa: o nasce un partito politico antieuro oppure non riusciremo ad assumerci la responsabilità storica di salvare il nostro Paese. Assumiamoci noi la responsabilità politica di dire "FUORI DALL'EURO ADESSO!"
RispondiEliminaIncredibile. Ho appena sentito Giannino a La Gabbia dichiarare che è necessario inserire nei trattati europei una procedura concordata per uscire dall' Euro.
RispondiEliminaMolto ma molto interessante, soprattutto per la "deviazioni" storiche.
RispondiElimina"The Future of the Euro" Conference - Political Union Panel: J. Bradford DeLong
April 16, 2013, UC Berkeley
http://www.youtube.com/watch?v=B2SSrf0Dfsk
Ho potuto partecipare solo alla giornata di sabato e devo dire che mi aveva colpito la qualità altissima dei relatori, Montero Soler e Fusaro su tutti. Ascoltare Panagiotis è stato davvero duro, una tristezza. Devo rivedermi invece la giornata di domenica in streaming, con tutti questi commenti mi incuriosisce molto la tavola rotonda dei giornalisti.
RispondiEliminaRingrazio davvero il Prof e tutti i collaboratori per l'organizzazione dello splendido convegno. avrei voluto conoscere più gente ma sarà per la prossima volta.
P.S. Comunque, le lezioni di Borghi nella hall dell'albergo dopo la mezzanotte sono le migliori :-)
Ringrazio il Prof e tutti i collaboratori per l'organizzazione del secondo Goofycompleanno, nonostante abbia potuto presenziare solo alla prima giornata. Impressionato dalla qualità dei relatori, soprattutto Fusaro e Montero Soler. Ascoltare Panagiotis è stato davvero duro, una pugnalata.
RispondiEliminaDevo recuperare e guardarmi bene gli interventi di domenica,
Comunque, certe lezioni nella hall dell'albergo dopo mezzanotte, sono le migliori :-)
"...Qualcuno è disposto a fare un gesto eclatante? Lì c’è la finestra, coraggio, così magari i giornali si accorgono di noi”, il professor Alberto Bagnai provoca la sala che ride, con un po’ di rabbia..."
RispondiEliminaIo, lì per lì, l'avrei fatto fare a Feltri il gesto eclatante...ma alla fine non siamo violenti, siamo solo dei Troll...
Diciamo che siamo alla seconda "fase Gandhi" incominciano a deriderci, quindi si sono accorti di noi e a temerci!
Ah, la maestrina è stata bocciata all'esame di giornalismo, forse la sua idea che è il gradimento a selezionare la notizia da pubblicare non è stata reputata troppo rigorosa...
Grazie per la festa, mi è proprio piaciuta,la struttura era perfetta! Sono rammaricato di non essere riuscito a sentire 48 (fuori tempo massimo e fidanzata con la bava alla bocca mi han costretto a ripartire) e anche la presentazione di Pozzi. 48 mi aveva anticipato qualcosa la sera prima e il suo punto di vista da economista industriale sul grado di deterioramento di settori strategici per la nazione sarebbe stata un buon punto di vista per capire se l'uscita dall'euro darebbe i risultati sperati nelle proporzioni auspicate... cercherò di approfondire in rete, o si potrebbe chiedere a Pozzi di scrivere qualcosa a riguardo.
Prof, ma lo studio delle funzioni e ricerca del suo massimo io le ho fatte al liceo scientifico , perché scomodare gli ingegneri? :-)
Grazie ancora per il suo impegno
Saluti
http://www.wallstreetitalia.com/article/1639007/crisi/euro-se-germania-non-cambia-italia-fuori.aspx
RispondiEliminaOra diranno (DA NOI) che il Dipartimento del Tesoro USA alimenta il populismo antitedesco e anti-UE per coprire lo scandalo delle intercettazioni di Anghelona, aspettiamo relativi editoriali con annessi segoni geopoliciti a supporto. E meno male che parlano SOLO del 2013....
Elimina"Germany’s current account surplus rose above 7 percent in the first half of 2013, while the current account surplus for the Netherlands was almost 10 percent. Ireland, Italy, Portugal and Spain are all now running current account surpluses as import demand in those economies has declined. Thus,the burden of adjustment is being disproportionately placed on peripheral European countries, exacerbating
extremely high unemployment, especially among youth in these countries, while Europe’s overall adjustment is essentially premised on demand emanating from outside of Europe rather than addressing the shortfalls in demand that exist within Europe."
(MA DOVE LE HO GIA' SENTITE QUESTE COSE?)
E cosa succederà in Germania?
Dal NY Times:
"Jacob F. Kirkegaard, a senior fellow at the Peterson Institute for International Economics ... said he doubted that German officials “will pay the least attention to this finger-pointing.” "
e come andrà a finire lo sappiamo bene....
Se ne accorto anche il Corrierone:
Eliminahttp://www.corriere.it/esteri/13_novembre_01/america-ora-accusa-l-egoismo-berlino-e5027aaa-42c6-11e3-bd09-5fafe7fa6f7b.shtml
Naturalmente per il punto di vista piddino sarà una ritorsione per lo scandalo intercettazioni...
Comunque, unito al fatto che si comincia a parlare anche di squilibrio nel saldo delle partite correnti e non solo di debitopubblico, qualcosa vorrà dire.
Per il resto grazie per l'impegno profuso in occasione del Goofycompleanno e a chi ha reso possibile seguire l'evento anche a chi non era a Pescara.
Pensa, ho visto un video recente di Bellofiore dove afferma che gli squilibri di BdP non contano nulla, perché c'è TARGET2 (cita Wray e De Cecco decontestualizzato per avvalorare). Con tutta la stima per Bellofiore, che dice tante cose condivisibili, è proprio assurda quest'idea, alla faccia delle accuse di semplicismo.
EliminaPS: Sempre nello stesso convegno c'era anche Brancaccio che ha aggiornato il suo vocabolario: adesso la distinzione è tra destra liberoscambista e destra "di derivazione cospirazionista". Oramai il termine "cospirazionista" o "complottista" entra di diritto nel bagaglio di etichette di sinistra, sempre ottime quando si vuole attaccare la persona e non gli argomenti: reazionario, borghese, antisemita, razzista. Non accompagnateli mai alla porta e apprezzatene sempre la compagnia, c'è il rischio di essere considerato un apologeta delle enclosures.
le ultime parole famose:
RispondiEliminaSaccomanni: «Credo la recessione sia finita» ,Letta: «Vero. Ripresa.
Crisi, Saccomanni: "Ripresa certa a fine anno".
http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche_economia/10/29/Pil-Istat-III-trim-calo-2013-1-8-_9536711.html
Segnalo questo bello scritto di P. Krugman sulla intrinseca debolezza dei partecipanti ad una Unione Monetaria.
RispondiEliminahttps://webspace.princeton.edu/users/pkrugman/Currency%20regimes.pdf
Ho letto da qualche parte che per il 2013 ci si aspetta un surplus delle CA è vero? Se si ma a che prezzo e soprattutto per quanto tempo si aspettano che duri?
RispondiEliminaHiiiiii, se nè accorto anche il "Sole Per 24ore" (sole come sola)!!!La Germania rischia una sanzione perché sta esportando a raffica penalizzando Italia, Grecia e dintorni.
RispondiEliminaE loro se ne batteranno il belino. (cit.)
EliminaMa che dico, se ne batteranno il re dei belini.
Ma qualcuno di voi ha assistito al salto della quaglia di Giannino, ieri sera da Paragone su La7?
RispondiEliminaFulminato o trom.... sulla strada di Damasco?
Fantastico. Anche se colto da uno spasmo involontario è riuscito a dire che abbiamo avuto l'Italia in ginocchio con la lira debole. Forse ha capito che è meglio stare in ginocchio senza qualcuno alle spalle pronto ad approfittarne.
EliminaInoltre ha precisato che lui andava in giro per l'Italia a dire che poi, se si entra nell'euro, l'unica deflazione è quella interna... Nessun accenno invece alla svalutazione che ci fotte. Mah...
Ho assistito al salto della coloratissima quaglia ,, perplesso, beh .. se per fermare il declino basta fermare Giannino, siamo a posto, ma, ecco: se Giannino avesse detto "beh mi sono leggermente sbagliato perché etc." allora sarebbe stato pregevole.
RispondiEliminaNon penso che sia sulla strada di Damasco.
Guardo questi show di malavoglia sperando di vedere una crepa, una crepina.
Ho assistito. Salto della quaglia o esempio di "badoglismo"?
RispondiEliminaIntanto il PD, e tutto il PUDE "de sinistra" un risultato eccelso lo sta per portare a casa: per appuntarsi meglio la medaglietta (del perenne rimorchio, oggi è il turno dei five stars) sul petto fa risorgere per mezzo paese l'atavico, profondo, lamento dell'italiano vero: "a ridatece er puzzone" ( per la zona oltre la linea gotica "quando c'era lui, caro lei" )
RispondiEliminaSe il Vate di Arcore scopre questo universo bloggaro in fermento, sempre che non l'abbia già fatto ;) , saran fregati per l'ennesima volta.
Stefano Feltri e Giulia Vincenzi, da buoni aruspici "elegant-gauchistes" delle cause perse, han "già letto" nei visceri del fatto giornaliero e di servizio pubblico per Servire il Popolo che il pericolosissimo puzzone nemico di classe n°1 si sta ri-posizionando in area " €, no grazie"... non dimentichiamo il costituendo partito anti-€ del fante straccione AleManno, pericolosissimo, perdinci bacco!. Ergo, alla larga... anti-€ = Front National= "Destre irresponsabili" sarà il nuovo leitmotiv, cavallo di battaglia dei nostri eroi... Ma non disperate, ha ragione Bagnai.
E' importante che scrivano. I lettori - più avveduti, di che ne pensino loro - sanno riconoscere l'esegesi di rito gauchista, san dove attendersi la fregatura e si regoleranno di conseguenza... Spero di non dovermi sorbire un governo "liberale" anti € ma, se ci arriviamo, con le spalle al muro, me lo sorbirò, alla pari di Montanelli... ( Feltri chieda a Travaglio, magari gli da qualche idea :D )
Scusate lo sfogo, al PD... ai dirigenti della sinistra "storica" non frega niente di stare adesso dalla parte sbagliata... da veri campioni-surfisti della storia sanno benissimo che l'importante è, dopo sana autocritica, stare dalla parte "giusta" domani...
E' il loro perenne paradigma: stare, sempre, dalla parte "giusta" della Storia, quella con la S maiuscola, possibilmente in grassetto.
Il sondaggio di scenari economici dimostra, se ce n'era bisogno, che lo spazio politico per una sinistra no euro è praticamente uguale a zero. Per quanto io non sia di sinistra trovo il dato sconfortante...quasi incomprensibile...in ogni caso problemi loro.
EliminaMa forse anche problemi nostri...sarebbe stato meglio avere una leggera maggioranza di no euro tra tutti gli schieramenti politici piuttosto che una netta maggioranza di no euro tra le forze di destra e i 5 stelle contro una schiacciante maggioranza pro euro nei partiti "de sinistra".
Forse è il destino dell'Italia quello di dividersi in guelfi e ghibellini e farsi la guerra. Per quanto mi riguarda in questa circostanza saro' Guelfo, non voglio l'Impero a casa mia, costi quel che costi, anche a costo di farmi comandare dai "Papi"....:)
C'abbiamo già l'impero in casa, e si tratta di gente che non perde tempo con le norme penali contro i critici delle istituzioni europee (tipo quella appena introdotta nel codice penale greco):
Eliminahttp://jessescrossroadscafe.blogspot.it/2013/10/an-enemy-of-state.html
Scusate, Ovviamente Innocenzi, non Vincenzi... è l'età della sragione... :D
RispondiEliminaUn grazie di cuore al professore. Non c'è maggiore soddisfazione che quella di capire, tutto il resto è secondario.
RispondiEliminaNaaa....io lo "maledico"......da quando ho capito non vivo piu'.....beata ignoranza!!!
EliminaOggi 20 anni di Maastricht!!
RispondiEliminaAuguri!
....auguri????
Si: l'uno festeggiamo Maastricht e er due commemoramo er lavoro...
EliminaAaah ! Si festeggia Maastricht ! Ecco perché Martin Schulz su Repubblica oggi scrive: "Che errore quei tagli al sud dell'Europa" !
EliminaMa Lo Spiegel riporta dal Bruegel Institute di Bruxelles (pensatoio a capo del quale c'è Trichet): «I progetti di unione politica e di bilancio sono stati tolti dal tavolo. Occorrerà una nuova, più grossa crisi per riportarceli». La frase è di Zsolt Darvas, ricercatore e fellow del suddetto Bruegel.
Sempre allo Spiegel, Darvas suggerisce che "una perdita di fiducia da parte dei mercati sulla economia italiana così altamente indebitata, essendo la terza come dimensioni, potrebbe essere la carta jolly per forzare la UE a riconcentrarsi sulla coordinazione di bilancio".
I leaders europei non fanno progressi
Devo dirvi questa, se non la conoscete già, io l'ho appresa da un fisico nucleare, Del Giudice, e dice:
Un famoso italianista tedesco, Leo Spitzer, che ha avanzato la tesi che GiovanBattista Vico non era napoletano ma era tedesco e si chiamava in realtà Wick, italianizzato in Vico, e asseriva che lui era il figlio di un mercante tedesco che era passato per Napoli; qual è la dimostrazione di questa ardita ipotesi ? che Vico era troppo bravo per non essere tedesco.
"Occorrerà una nuova, più grossa crisi per riportarceli" ... mmh, dove ho già incontrato questo modo di ragionare, cioè l'OPPORTUNITA' di una CRISI ? Ah già, che sbadato, nel libro del prof. Bagnai nella parte che riporta il "pensiero" dei "padri" dell'euro ... che dite: cestannoariprovà ?
EliminaARRIVANO I NOSTRI: "Usa contro Germania: troppo export rovina l'europa" (fonte SolePer24ore).
RispondiEliminaChe saranno mai queste quisquilie, è roba scritta da un oscuro ministero del tesoro d'oltre oceano, tra l'altro preso con le mani nel sacco ad origliare le conversazioni dei "fedelen alleaten tedesken".
EliminaNon sarà mica che "Gringo Americni" si sono rotti i coyotes di donare il sangue per sostenere l'economia mondiale con iniezione di liquidità ed ora chiedano agli Alemanni di fare anche loro i compitini a casa loro ?
"I Gringo" sono "I Gringo", un Europa ed un euro sul orlo del baratro permanete mica gli serve, a loro serve un europa che compri le loro merci, non dei concorrenti che tentano rubagli solo fette di mercato internazionale.
Che farà ora la "Compagna Merkel", dai "Gringo" gli manderà la Troika, o Mario Monti.
Non seguo i pollai, figurarsi la gabbia. Ma sono curioso, che ha detto giannetto?
RispondiEliminaSul sito di la7 è possibile rivedere la puntata..Il discorso del sudatissimo Giannino parte dopo ore 2:00
RispondiEliminaMa cosa ci è andata a fare la Innocenzi al convegno di Solidarietà Europea se poi ieri, nel programma dove lavora, non hanno nemmeno fatto vedere un fotogramma, ma era forse andata a titolo personale?
RispondiEliminaNon è stata invitata perché ci facesse pubblicità, ma perché partecipasse al dibattito, nel corso del quale ci ha spiegato perché per la sua trasmissione le questioni economiche non sono una priorità. Tutto qui. Di noi si parlerà, stai tranquillo!
EliminaPer gli autorazzisti italici: leggete Anschluss di Vladimiro Giacchè, imparerete che in Germania c'è talvolta una certa propensione alla menzogna diffamatoria per interesse personale (of course)
RispondiEliminaMa è una mia sensazione o il PUD€ ha preso l'iceberg? 1) Tesoro americano 2) Berlu prepara un alleanza anti-euro M5S-FI-LEGA-exAN 3) Ho sentito dire al tg3(!) che forse è un problema di bilancia dei pagamenti (e non di debito pubblico). Ci manca solo la Mutti che si esercita nel remake della scena finale di La caduta. Vi linko un immagine che ho messo assieme per commentare un post su Reddit: We are all Keynesians now
RispondiEliminaIl PUDE si trova nella posizione di Will Coyote quando gli manca la terra sotto i piedi. Resta sospeso nel vuoto qualche interminabile istante perché non ha ancora pienamente realizzato che sotto la montagna non c'è più, poi guarda la telecamera con gli occhi pieni di venuzze e saluta tirando fuori un cartello con scritto bye bye... Bip! Bip!
EliminaMartin Feldstein on the Future of the Euro
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=Vsqd_gOHmy8
Favoloso.
Mario Monti ha fatto un buon lavoro?
EliminaEsce la Grecia ma rimane l'Euro?
Favoloso? Mah!
Sì, sono un po' perplesso anch'io. La mia lettura è che, data la posizione di Feldstein, a lui ora faccia comunque comodo un euro con un po' meno problemi, ma che rimanga in piedi per l'aggancio al dollaro via trattato "transatlantico". Ovviamente avere una persona di questo livello che comunque esprime delle critiche così penetranti (perché lui parla di doppio fallimento) è di per sé una soddisfazione, anche se le conclusioni, come sempre, quando parlano economisti con CV, non sono coerenti (anzi: consistenti, come dicono loro) con le premesse.
Elimina"le conclusioni, COME SEMPRE, quando parlano economisti con CV, non sono coerenti (anzi: consistenti, come dicono loro) con le premesse" ... prof, questa non l'ho capita: era sarcasmo o cos'altro ?
EliminaMa l'intervista era di maggio 2012...
Eliminahttp://danielebellasio.blog.ilsole24ore.com/danton/2012/05/foreign-affairs-focus-on-the-future-of-the-euro-with-martin-feldstein-foreign-affairs.html
@Luca
EliminaSì, l'avevo notato, ma questo la rende ancora meno lungimirante. Probabilmente a maggio 2012 Feldtstein non aveva capito quello che noi avevamo capito (per primi, come al solito). Quanto al collocamento "politico" di Feldstein, rimane quello che è sempre stato.
@Marco
Non è sarcasmo: è un dato di fatto.
IL CONVEGNO E' STATO FANTASTICO PROF !!!
RispondiEliminaGRAZIE PER TUTTO QUELLO CHE HA FATTO PER NOI E PER L'ITALIA...
A NOME SOPRATTUTTO DI TUTTI GLI ITALIANI E DI TUTTE LE VITTIME DI
QUESTA CARNEFICINA, CHE HANNO PERSO IL LAVORO O SONO RIDOTTI
SUL LASTRICO...
Riflettendo 2 domande da Pescara.
RispondiEliminaProfessore, quando l'ho conosciuta citava lo studio Merril Lynch. Lo ritiene ancora attuale? Dopo le testimonianze a Pescara dal Portogallo e dalla Grecia mi piacerebbe sapere fino a quando e se L'Italia è ancora il paese che più si avvantaggerebbe dell'uscita dall'euro e se e dov'è una linea di non ritorno oltre la quale il vantaggio relativo (cioè non rispetto agli altri paesi europei, ma rispetto all'attuale) economico dell'uscita si annulla (dato l'interesse assoluto alla libertà, comunque).
Seconda cosa, l'intervento di Pozzi, ma comunque anche le obiezioni piddine quotidiane, mi ha aperto all'abisso della mia ignoranza circa l'economia politica industriale. Tipo: coerentemente con una visione macro di uscita dall'euro cosa sarebbe coerente per Alitalia? Ecco, tra le tante proposte non riesco a trarre le dovute conseguenze.
In attesa di una risposta del prof. credo, anticipo con la mia.
EliminaPiù andiamo avanti in questo assurdo sperimento di vivisezione è maggiore è la convenienza ad adottare un euro2 con cambio di marcia: soltanto il settore meccanico ed elettromeccanico sono quelli che "meglio" resistono in questa situazione e che iniziano a dare segnali positivi sulla bilancia commerciale (le virgolette sottendono il vecchio detto: "in un mondo di ciechi l'orbo è re", ovvero se la cavano meglio quella piccola percentuale di imprese che non hanno problemi di sotto capitalizzazione e possono contare su un know how d'acciaio inossidabile).
La linea di non ritorno credo la si sia passata già nel 2011 se ti riferisci al momento migliore per uscire e preservare almeno qualche pezzo importante per rilanciar il paese; se consideri poi che siamo a galla grazie a bazooka di Draghi, ho detto tutto.
Per Alitalia, opinione del tutto personale, c'è ben poco da fare, tenuto conto dell'incapacità di questa classe politica nel fare una legge di stabilità che, per quanti vincoli ci possano essere, poteva tradursi in una semplice manovra copia/incolla a quello degli altri anni piuttosto che sbeffeggiarci con una bella presa in giro; temo che alitalia sarà lasciata in balia delle onde e del caso nella migliore delle ipotesi, nella peggiore chiameranno ancora le banche a partecipare e costringere il governo a una nuova manovra correttiva per ulteriori tagli e tasse per non pesare sull'indebitamento (che attualmente le banche sostengono): se le banche usano i soldi per alitalia non li useranno per acquistare i btp.
ps: perdonate gli errori grammaticali: ho scritto in fretta all' 1:40!
Eliminahttp://www.wallstreetitalia.com/article/1639250/economia/usa-germania-esporta-deflazione-nel-mondo.aspx
RispondiEliminaChissà che posizione assumeranno Monti e Letta.
EliminaSposeranno la tesi Bilderberg o quella germanofila? Che pena.
In ogni caso è interessante la situazione. La posizione USA verrà definita da Letta "populista"?
Con il "Transatlantic Trade and Investment Partnership" la rete delle multinazionali e dei grandi gruppi bancari d'oltre oceano hanno formalizzato un accordo che si presenta come il lucchetto che chiude e rende definitive la perdita delle sovranità nazionali e delle identità dei popoli europei. Qualcosa di molto più pericoloso del mercantilismo tedesco che pure ci sta facendo tanto soffrire e che rappresenta solo la vecchia e ormai superata prassi per conseguire l'egemonia su gli altri paesi. Il Fondo Monetario Internazionale ha usato l'euro e la Germania per creare le condizioni adatte all'instaurazione dell' egemonia di un colonialismo dal carattere pervasivo, globale e permanente. La Germania che rappresenta il tipo di leadership del secolo scorso, è stata al gioco, ma poi, anche se in ritardo, ha compreso il pericolo e si sta' preparando alla resistenza muovendosi in una prospettiva di alleanza euroasiatica, un alleanza che si presenterebbe come l'unico sbocco per la sopravvivenza delle identità e sovranità anche delle altre nazioni europee. L'Italia, purtroppo, servo fedele degli USA, ha seguito la Germania così come prescritto, perchè doveva portarci nel baratro in cui ci troviamo, non so se la seguirebbe nella scelta opposta: quella di uscire dalla sfera di influenza dell' impero. All'accusa americana di aver creato la recessione nell'area euro i tedeschi si sono meravigliati, avendo, secondo loro, applicato solo le regole del liberismo (le loro regole) per una sana economia. Ed è proprio questo il punto, se la Germania vuole sopravvivere a questo attacco deve uscire dalla logica "pesce grande mangia pesce piccolo", deve guardare all'Europa in una direzione mutualistica di vera alleanza ed unità. Ma paradossalmente, in questa prospettiva, la pietra di inciampo potrebbe essere proprio l'Italia.
EliminaHo apprezzato molto l'intervento di Gianni Alemanno contro l'euretto nella trasmissione l'aria che tira su la sette. La giornalista Myrta Merlino è proprio messa li per convincere i pensionati (il suo target televisivo), che uscire dall'euro significherebbe inflazionare i loro risparmi...Alemanno ha sostenuto con chiarezza e concretezza le posizioni anti eurocratiche. Bravo davvero.
RispondiEliminaAlemanno studia per sopravvivere, come molti di questi tempi. Però studia. In questo senso è indubbiamente un passo avanti rispetto al supponente Nutella. Ciò che li accomuna, ahimè, è l'essersi svegliati tardi (uno, veramente, ancora non si è svegliato), e l'essere stati lì, non importa se dalla parte giusta o da quella sbagliata, mentre il nostro paese veniva massacrato, parlando di Craxi per dieci anni e di Berlusconi per altri venti.
EliminaPer il resto, posto che uno non è stato in grado di difendere gli interessi sociali che dice di voler rappresentare, e l'altro non si capisce quali interessi sociali voglia rappresentare (ma lo si intuisce, e Massimo Rocca a Pescara ce lo ha detto), suggerisco interesse e cautela.
Mi limito a ricordare agli imbecilli (che in democrazia, come in monarchia, sono la maggioranza, vedi alla voce "Natura matrigna") che questo non è l'esito che avrei desiderato, ma è l'esito che avevo esattamente previsto.
Parole amare e vere, quelle di Alberto, soffuse di quell'amarezza che nasce dall'imbarazzo di dover prestare attenzione a chi non avremmo mai pensato di dover prestare attenzione. Si può solo aggiungere il solito distillato di saggezza popolare che sempre ci soccorre, anche nelle situazioni peggiori: ci possiamo scegliere i nemici, non gli amici
EliminaSi... ma secondo me ciò sta avvenendo perché la sinistra non esiste più se non per quell'accenno di internazionalismo che confondono con l'appoggio all'euro, che confondono a sua volta con l'essere europeisti.
Elimina«il Tesoro Usa accusa, per la prima volta in modo esplicito, la Germania di attuare una politica economica troppo egoista che danneggia i suoi partner dell’Europa meridionale e soffoca l’economia globale [...] Il risultato di tutto ciò è stato una tendenza deflazionista prima dell’area dell’euro e poi dell’economia mondiale"».
RispondiEliminaIl ministro del Tesoro Usa è Jacob Lew. Che poi sarebbe sempre quello che in un recente incontro con il primo ministro greco Samaras e il ministro delle finanze Stournaras, ha giocondamente dichiarato: “Riconosciamo le decisioni difficili e i pesanti sacrifici fatti dalla Grecia negli ultimi anni, così come le sfide che rimangono. Continuare sulla strada delle riforme sarà essenziale per gettare le basi per la crescita futura".
Gli Usa, notoriamente sprezzanti del pericolo e del ridicolo, sembrano non essersi ancora resi conto che il XXI secolo non sarà il “secolo americano”, e continuano ad assumere atteggiamenti sempre meno comprensibili anche agli occhi di chi è abituato a confrontarsi con la politica del “cow boy ubriaco” adottata da George W. Bush.
Risulta infatti relativamente incomprensibile l'accusa mossa alla Germania proprio nel momento in cui Berlino si appresta ad aprire un procedimento giudiziario sullo spionaggio Nsa ai suoi danni, ed intende ascoltare Snowden.
«La svolta è stata innescata dalla missione segreta del parlamentare verde Hans-Christian Stroebele, che dopo mesi di trattative ha incontrato ieri Snowden a Mosca […] Per il 74/enne deputato dei Gruenen uno scoop planetario che ha lasciato con un palmo di naso i servizi segreti di tutti il mondo, americani compresi».
Snowden, però, difficilmente verrà a deporre in Germania senza garanzie sulla sua sicurezza, e pare che non vi siano le condizioni per ascoltarlo in Russia. Certo è che sarà interessante osservare gli sviluppi di una vicenda in cui Washington ha solo da perdere, mentre la Germania può agevolmente fare quadrato contro le indebite ingerenze – chiamiamole così – di Washington negli affari suoi, e rispedire al mittente le accuse.
Relativamente incomprensibile, dicevo, perché in parte la mossa del Tesoro Usa è dettata dal tentativo di addossare ad altri le deficienze sistemiche di un'economia che sta in piedi a suon di QE, senza però riuscire ad alzarsi dallo sprofondo in cui versa. Tanto che il numero uno della Fed di NY, William Dudley, ha dichiarato che «Le circostanze economiche potrebbero divergere significativamente dalle aspettative del Fomc. Se le condizioni del mercato del lavoro e della crescita dovessero risultare meno favorevoli rispetto alle prospettive della Fed – e questo è ciò che è successo negli anni recenti – mi aspetterei che gli acquisti di asset proseguano, con un’intensità superiore e per un tempo più lungo».
Infinito, potremmo dire.
Adesso i crucchi diranno che è solo una ritorsione yankee per i fatti del datagate.
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