mercoledì 16 aprile 2025

Le analisi dell'Europa

Ricorderete l'immortale scena in cui una delle tante di passaggio rimprovera a Woody Allen di aver creduto, nella sua ipocondria, di essersi preso un melanoma, e lui replica: "Ma avevo una macchia nera sulla schiena!", e lei controbatte: "Sì, ma era sulla camicia!"

Ieri anche il vostro ecclesiarca aveva qualcosa di simile a una macchia nera sulla camicia (il colore era un altro, non era la camicia e non era una macchia, ma insomma...), e quindi questa mattina ha colto l'occasione per vincere la pigrizia e fare tutte le analisi in programma (tutte negative, nel senso di positive, perché, sempre per citare il noto attore, passata una certa età le parole che è più bello sentirsi dire non sono "ti amo!", ma: "è benigno").

Con l'occasione, mi è venuto in mente (perché la mia ecclesia è naturalmente sempre in cima ai miei pensieri) che vi avevo promesso, qualche post fa, di farvi vedere le analisi dell'Europa, cioè come si stavano comportando i vari Stati alla luce degli indicatori della MIP (Macroeconomic Imbalances Procedure). L'idea era un po' quella di vedere, laddove arrivasse uno sgrullone (ad esempio una crisi finanziaria, perché la storia non è finita...), quali Stati membri sarebbero più esposti a rischi, almeno secondo le metriche dei nostri illuminati sovragovernanti.

Il quadro di sintesi è questo:


e come vedete noi siamo ultimi (cioè primi) a pari merito con la Polonia, mentre il maggior numero di analisi positive (cioè di segnali di allarme) lo consegue l'Irlanda, l'unica ad avere sei valori fuori scala.

Il quadro di dettaglio è questo:


Mi interessano e incuriosiscono le vostre considerazioni.

Come vedete, in alcuni casi i segnali che provengono da questo cruscotto sono o sembrano contraddittori. Ma questo difficilmente colpirà l'attenzione dei nostri amici piddini. L'unica cosa che avranno difficoltà ad accettare è che secondo la loro amata Leuropa l'odiata Italia (Paese di mandolinisti) sia la prima della classe...

Sul significato da attribuire a questa classifica potremmo esercitarci a lungo.

Chi comincia?

54 commenti:

  1. Questi dati metteranno, forse, la parola fine alla visione morale dell’economia, poiché non sono così geograficamente asimmetrici: in sostanza, durante la crisi del 2011, la suddivisione dell’eurozona in nord e sud, dal punto di vista delle risposte alla crisi, aveva potuto prestarsi maggiormente ad una interpretazione “morale” della stessa, cosa che ora non sarà più possibile. Visto che ora anche molti paesi del nord hanno(e avranno) evidenti problemi, sarà difficile interpretare tutto in chiave “morale”, per cui o i media abbandoneranno la visione dell’economia divisa in ‘buoni’(quelli del nord) e “cattivi”(quelli del sud), oppure dovranno spiegarci perché anche i virtuosi, produttivi paesi del nord si troveranno anche in difficoltà, nella prossima crisi (ma anche ora si trovano). Il dato positivo è questo: finalmente la fregnaccia che noi del sud Europa siamo inferiori e improduttivi, nella prossima crisi, non potrà essere usata come chiave interpretativa. Però questo ragionamento presuppone che una certa razionalità domini i giornali, ma ne dubito .P.S. Ho smesso di fare il verginello! Un bacio a tutti!

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    1. Guarda che se rifacessimo lo stesso esercizio per il 2011, non so quanto sarebbero diversi i risultati. Comunque mi hai dato un’idea: oggi ho audizioni, incontri, un’intervista, ma dovrei finire verso le 17 e magari riesco anche a farmi la spesa e a cucinarmi qualcosa, tanto per pensare alla salute, così magari mentre spignatto rifacciamo lo stesso esercizio per il 2011 e forse impareremo che il problema non sono i dati, ma la loro interpretazione, affidata a operatori che un tempo credevo fossero prezzolati, mentre ora che ne sorveglio il primo pilastro, devo ritenere siano solo dei poveri babbei.

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    2. Concordo.Gli operatori informativi hanno sempre sbagliato a interpretare i dati, già quando dicevano che il problema fosse il debito pubblico. Diciamo che , ora che l’Italia è meno esposta e vulnerabile, sarà difficile dire che siamo un popolo di somari: la loro morale è tendenzialmente ferma e atemporale ma i dati, per fortuna,visto che mutano, non lo sono, per cui è difficile inquadrarli in una visione morale, dare a loro perennemente un riferimento a questa morale atemporale(e quindi inadatta)

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  2. Un dettaglio che ricordo sempre, che ci evidenziò anche nel Tramonto dell'euro, è la soglia asimmetrica dell'indicatore della media su tre anni delle partite correnti: -4%/+6%. Quasi come a voler fare un favore ai Paesi in forte surplus. E guarda caso per la Germania non si è accesa la spia rossa nel 2023 su quell'indicatore perché sta appena sotto il 6%.
    Comunque l'indicatore (e relativa soglia) che penso continui a essere il più insensato è quello del debito pubblico con limite al 60%, se non altro perché è il più vecchio trattandosi di un retaggio di Maastricht e già all'epoca era considerato un nonsense. Il fatto che Paesi avanzati ai quali suppongo dovremmo anche confrontarci come Stati Uniti e Gran Bretagna tra gli anni '90 e i primi 2000 erano sotto il 60%, o comunque poco sopra, e oggi sono entrambi sopra il 100% fa capire come andrebbe proprio rivista quella soglia.
    Non ero invece proprio a conoscenza della presenza di un indicatore sulla quota di esportazioni del Paese rispetto alle economie avanzate. L'ossessione per l'export nell'UE è proprio tangibile, poi ovvio che l'UE (o l'Eurozona) si ritrova a essere più vulnerabile di qualunque altra area economica mondiale quando crescono le tensioni commerciali: hai voglia a fare la voce grossa con gli USA e a parlare di contro dazi.

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    1. L’indicatore riferito alle esportazioni, con la sua asimmetria, è la manifestazione più palpabile della follia mercantilistica germanica che oggi 🍇 depreca, dopo avercela imposta. Sull’indicatore riferito al debito pubblico non posso che concordare. Del resto, il giudizio dei mercati è eloquente: riceviamo un innalzamento del rating oggi, mentre quando ci trovammo (prima delle note revisioni statistiche) sotto la soglia del 100% nel 2007 il rating non venne ritoccato. È evidente, e corretto, il messaggio che arriva: per la sostenibilità del debito la dimensione rispetto al Pil è un indicatore molto grossolano. Resta il fatto che le istituzioni formali o informali che in teoria si preoccupano o dovrebbero sorvegliare la sostenibilità sono poi quelle che Consigliano politiche che la compromettono (salvo fare mea culpa 13 anni dopo come il nostro amico 🍇).

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    2. Preciso meglio: è asimmetrica la soglia del saldo delle partite correnti, ma io mi riferivo alla asimmetria implicita nella soglia della quota di mercato, che migliora solo se cresce. Questo qualifica il progetto europeo come imperialista: sei bravo solo se invadi i mercati altrui.

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  3. I media hanno alimentato per anni il senso di colpa, perché è funzionale alla resa all EU... Se ci pensiamo bene una nazione orgogliosa e con autostima sarebbe meno propensa a cedere importanti sovranità.. una nazione che si crede "asinella" riceve con accettazione svendite e letterine... Tornare alla narrazione di Italia bella, Patria di eroi santi ecc non solo riguarda il vero ma serve per evitare "cappelli in mano"

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  4. Proposta idiota: si potrebbe trovare il modo di incaricare un ente/ministero/qualsivoglia altra istituzione a livello governativo di elaborare periodicamente questa disamina sullo stato dell’unione? Così, semplicemente per trasparenza basandosi sui dati ufficiali come hai fatto.

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    1. Questi dati sono già pubblici, la commissione, dal suo punto di vista, fa già un sufficiente sforzo di trasparenza tramite l’Eurostat. Non credere che se venissero messi in fila così questo aiuterebbe la gente a capire. Intanto, di tutti questi indicatori solo il più inutile, quello riferito al debito pubblico, ha una qualche validità e cogenza legislativa. Gli altri possono anche essere fuori scala, ma questo comporta solo una menzione in alcuni documenti che fanno parte della liturgia europea, come le “raccomandazioni specifiche per paese”. E poi, per esercizio, prova a spiegare a un vicino di casa a cui stai simpatico, che cosa comporti un incremento eccessivo del CLUP (ULC) per la competitività e quindi attendere per l’esposizione debitoria estera di un Paese! Te la metto in un altro modo: ma tu che cos’è l’emoglobina glicata me lo sapresti spiegare? Il problema non è la mancanza di analisi cliniche: il problema è la mancanza di medici disposti a leggerle. Questo blog è stato un grande presidio medico.

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  5. Dica un pater, ave, gloria sempre poiché è un personaggio di spicco e chissà certi sporcaccioni ricorrono pure al favore delle tenebre, però felicissimo che analisi negative

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  6. Non tutto il rosso vien per nuocere. Gli esportatori netti hanno una spia rossa nel conto corrente perché il loro surplus è eccessivo: Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia e quasi Germania (quasi 6%). Alcuni Paesi hanno debito privato alto in rapporto al PIL ma sono creditori netti esteri per cui suppongo che i debiti siano più che bilanciati da crediti verso l'estero: mi riferisco a Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia.

    C'è del rosso che vien per nuocere. Cipro, Irlanda e Francia hanno debito privato alto e sono anche debitori netti esteri. Cipro e Francia sono anche importatori netti. Il surplus irlandese è grande ma estremamente vulnerabile ai dazi trumpiani. Occhio anche agli esportatori: ci sono cali delle esportazioni notevoli per Germania, Irlanda, Belgio, Lussemburgo, Malta, Finlandia la cui dinamica non promette benissimo.

    Il rosso più diffuso di tutti è la crescita del costo del lavoro: 21 Paesi su 27, quasi 22 se ci mettiamo anche la Svezia, hanno sperimentato grande crescita dei salari nominali. In particolare: tanta crescita dei salari nell'Europa dell'est.

    Non tutto il bianco vien per giovare: il crollo del mercato immobiliare della Germania deve far male, quel -8,5% non sembra di buon auspicio. Grande aumento delle esportazioni per Croazia, Spagna e Portogallo: tutto turismo? Dipendere troppo dal turismo può essere pericoloso.

    Fra i vulnerabili? Grecia, Cipro e Irlanda come al solito. Le "new entries" sono qualche Paese dell'est come Slovacchia, baltici, Romania e anche l'Ungheria del signor Orban che potrebbe ritrovarsi ad essere più "attaccabile" del solito; quella crescita dei salari deve aver causato un bell'aumento dei consumi.

    Meno vulnerabili del previsto: Italia decisamente migliorata. Spagna e Portogallo migliorate ma ancora debitrici nette. Francia debitrice netta con molto debito privato ma i conti con l'estero sembrano sotto il livello di guardia.

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    1. Decisamente i più abbietti sono i macabri imbecilli che ci parlano del successo della Grecia, un paese sfibrato e umiliato, che ci metterà secoli a risorgere.

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    2. Fra le contraddizioni mettiamo, ad esempio, quella fra il grande surplus e il catastrofico debito estero irlandese, che effettivamente meriterebbe un ulteriore focus.

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    3. È uno di quei casi in cui bisognerebbe porre grande enfasi sull'osservazione dei RNE?

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  7. Intanto non posso non osservare che tra i famosi PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) l'Italia è l'unica ad essere passata da una posizione di passivo a una di attivo con l'estero; fattore da cui scaturirono i problemi della crisi dell'eurozona post 2007 (come abbiamo imparato qui). Mi piacerebbe sapere come si giustificano, agli occhi degli esperti, le tragedie provocate dai programmi del MES, anche alla luce del fatto che, così a occhio, pure i debiti pubblici sono aumentati.
    Più in generale mi sembra di capire che gli squilibri che provocarono quella crisi sono ancora tutti lì, pure peggiorati in alcuni casi. Questo mi fa pensare che invece di guardare a est o a ovest, per capire i problemi della UE basterebbe guardare molto più vicino.

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    1. Concordo con questa valutazione. Non sappiamo se questo quadro diagnostico sia pienamente fondato, ma ci indica che le terapie erano certamente infondate.

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  8. Ed ancora non sono disponibili i dati ultimi del 2024! Con la posizione patrimoniale netta dell'italia positiva per 335 mld aumentata di quasi 200 mld in un anno! Nonostante tutte le vessazioni, siamo forti piu' che mai. A questo punto, mi sa' che ai tedeschi e francesi gli conviene chiuderla, la parentesi euro 😁

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    1. Chissà… Forse è vero il contrario!

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    2. Un’osservazione complessiva: alcuni di voi giustamente notano che la fragilità finanziaria evidenziata dal debito estero e dal debito privato è rimasta sostanzialmente invariata in parecchi paesi, e in qualcuno addirittura è aumentata. Questo lascia supporre che in caso di un ulteriore “sudden stop” (o “current account reversal” che dir si voglia) quelle economie subirebbero le stesse conseguenze. Rispetto a questo probabilmente l’unione bancaria, con recepimento delle regole di Basilea, e la maggiore patrimonializzazione degli istituti, forse ha cambiato qualcosa. Sicuramente ha determinato una condizione di latente credit crunch strutturale. Sarebbe interessante vedere se in caso di crisi tutti questi accantonamenti di capitale consentirebbero di gestire in modo più razionale le posizioni attive, evitando quegli atteggiamenti da strozzino di borgata che costrinsero a suo tempo le banche tedesche e francesi a spezzare le rotule alla Grecia. Io sono abbastanza scettico, ma vi devo comunque per onestà intellettuale segnalare Questo elemento di valutazione.

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    3. Smentirli con i loro stessi schemi non ha prezzo.

      Forse un giorno si considererà che confrontare il mal di schiena di Mario con la pressione di Paolo è sciocco. Tutto si tiene in economia ma le situazioni strutturali sono diverse: Mario gioca in difesa a rugby mente Paolo è un.avvocato stressato.

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    4. Al di là delle situazioni dei singoli stati (a proposito l'Olanda ma soprattutto il Belgio per esempio come stanno? Nessun problema in vista in caso di crisi finanziaria mondiale?) l’evidenza delle differenze di situazioni, ma anche di mentalità, rendono chiara l’assurdità del progetto e del “sogno”; la taglia unica, la politica unica, la moneta unica non sono semplicemente sostenibili.
      Smentirli con i loro stessi schemi non ha prezzo, ma fino a quando sara necessario farlo (spoiler: ancora a lungo sentiremo stigmatizzare a prescindere il debito pubblico)?
      Miii…

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  9. Mi rallegro per le sue analisi negative, quindi positive. Nel tragitto in metro, ho notato un altro dato positivo, quindi negativo, a seconda dei punti di vista. L'Italia ha contenuto l'incremento del costo del lavoro (anche grazie a una minore inflazione?) e (quindi?) tenuto meglio sulle esportazioni. Insomma, virtuosissimi. Scendo dalla metro

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  10. Quindi tutti quei paesi del Nord, Rigorosi, Frugali ed Austeri, che ci chiedevano con arroganza di “fare i compiti” ora sono tutti messi peggio dell’Italia. Ottimo! E no, non è Schadenfreude: è la Legge del Contrappasso, il piacere di vedere punita l’arroganza dei presunti “primi della classe” che ottenevano buoni risultati solo barando.

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  11. Dalla sua diretta di stamane colgo un sentimento alla "mi spiace, non è benigno". Bene, quindi? Pulmino Cappato per tutti? Ecco, questa secondo me è una sfida umana bella tosta.
    Personalmente, seduta sul balcone dopo la tempesta di poche ore fà, vedo la città che si rianima sotto un cielo blu ed alberi che hanno retto le raffiche e mi preparo ad andare a sistemare ed aggiustare quanto necessario. Professore lei possiede una determinazione e procede con saggezza. Purtroppo per la media della popolazione l'unica via è l'accanimento terapeutico; questo rilevo nel mio campione di comunità.

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    1. Ma dici perché prevedo che entro un paio di decenni la quota della Unione Europea sul Pil mondiale sarà a una cifra? Beh, questa è la tendenza e se non facciamo noi qualcosa per invertirla è difficile aspettarci che lo facciano gli altri. Noi non abbiamo bisogno del “pulmino Cappato”, che non so cosa sia, ma posso immaginarlo dal nome del personaggio coinvolto. Noi con l’euro ci siamo già suicidati, quindi quel problema lì non ce lo abbiamo più! Guarda il bicchiere mezzo pieno…

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    2. ***Noi con l’euro ci siamo già suicidati***
      Ma "ancora non abbiamo visto niente" !
      Aspettiamo il "rearm€U" con i suoi "tagliare tutten!" e susseguente "Act 3" ( e relativo ARMIR 😡) quando i "problemi nuovi" ci faranno rimpiangere "quelli vecchi" 😨

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  12. I dati di partenza sono corretti? Che ho il ricordo di un episodio antico degli anni '80 legato ad un IBM 3090 posizionato se non erro vicino alla torre delle telomunicazioni zona Cecchignola. Un po' di anni fa insegnava come si sta a modificando l indice di Gini ,chissa che punto è ora , se l Italia in teoria sta meglio ma i salari sono non si sono mossi qualcosa deve essere successo

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  13. Buongiorno Professore, io fatico a comprendere la correlazione tra l'alta disoccupazione spagnola e il forte aumento del costo del lavoro.
    Grazie mille e buona giornata,
    Giuseppe

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    1. Onestamente anch’io. Provo ad approfondire.

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    2. se inverti i termini di paragone (forte aumento del costo del lavoro > disoccupazione) forse il quadro è più chiaro. Si assume al bisogno e, molto probabilmente, lo Stato e i sindacati si disinteressano del problema non proponendo adeguate politiche a sostegno del lavoro. Lo so , sono un ingegnere :)

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    3. e se fosse il motivo più semplice del mondo? Mi costi troppo = non ti assumo = ti assumo in nero. Cioè essendo un paese che cresce con il debito estero non è ancora riuscito a riequilibrare lo sbilancio profitto/salari ma cerca di farlo "artificialmente" con introduzione di norme come il salario minimo non considerando però che "la torta" non può ancora espandersi e che quindi il "capitalista straniero" non intende comprimere la propria quota di profitto. Questo porta ai morti per strada poichè puoi percentualmente incrementare la quota salari solo se la torta è più grande e quindi i profitti rimangono i medesimi in quanto percentualmente compressi ma quantitativamente incrementati?

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  14. Noto che l'Irlanda, a fronte di 6 indicatori fuori range, ne ha uno, quello della disoccupazione, fra i migliori (4,1%). La Spagna, con una disoccupazione al 12,2%, in classifica appare meglio posizionata. Forse andrebbe assegnato un peso diverso ai vari indicatori, onde avere un quadro più preciso sui rischi reali per ogni paese?

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    1. Sarebbe senz’altro utile andare oltre questo mero elenco di parametri e soglie messi implicitamente su un piano paritario, con l’eccezione del debito pubblico che è l’unico ad avere effetti giuridici concreti radicati nella struttura dei trattati. In effetti, se il mio maestro fosse ancora qui, cioè se avesse fatto con più regolarità le analisi, mi piacerebbe chiedergli qualche consiglio per un lavoro di sintesi. Concettualmente è possibile pensare a un indicatore sintetico sullo stato di salute dei singoli Stati membri che aggreghi, con opportuni pesi e segni, gli indicatori della MIP. Naturalmente questo lavoro assume una dimensione interpretativa e richiede quindi l’adozione di un modello di riferimento. Formalizzando il modello potremmo anche scoprire che alcuni di questi indicatori sono ridondanti, nel senso che ci forniscono sostanzialmente la stessa informazione. Potremmo altresì scoprire che è inopportuno considerare soglie asimmetriche o unilaterali. Infine, potremmo dedurre i pesi da assegnare ai singoli indicatori per normalizzarli, arrivando alla costruzione di un indice sintetico. Sarebbe senz’altro un lavoro divertente e forse anche utile.

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  15. mi sembra che rappresenti come la repressione della domanda interna lasci i paesi senza difese di fronte alle crisi internazionali. e' il mercato interno che andrebbe riarmato

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  16. da questi dati comparati si dovrebbe desumere un atteggiamento bonario, se non premiale, della BCE nei confronti dei paesi "più virtuosi"... mi chiedo se la BCE tratti allo stesso modo le banche italiane e quelle irlandesi, tedesche o spagnole, sull'obbligo di riserva ad esempio, che definisce quantità (e necessariamente anche la qualità) del credito concedibile. A sentimento qualcosa non mi quadra ma non ho dati a supporto

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  17. Off topic: la coroncina e l’eurone.
    La fase finale dell’ennesima acquisizione figlia di scelte scellerate e difese a colpi di salvataggi alla Monti.

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  18. Sicuramente la VdL faceva riferimento a questo “cruscotto” quando ha parlato dei “tools” a disposizione, no? La mia sensazione è che ci si potrebbe limitare ad analizzare i classici indicatori (current account balance, NIIP e indebitamento privato) in quanto, in caso di crisi finanziaria, quello che conta è solo quanto devi agli altri o quanto gli altri ti devono (modalità strozzino in riscossione attivata). Detto questo, anche un eccesso positivo di NIIP dovrebbe generare un alert.

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    1. Assolutamente no! La von der Leyen parlava di questo:

      https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52025PC0148

      e sarebbe utile che ne parlassimo un po’ anche noi.

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    2. Eh sì, da RearmEU a DefendEU a ProtectEU è stato n’attimo. Temo per prossimo slogan targato EU. Parliamone.

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    3. Sembra che Putin abbia più volte pronunciato la parola AdiEU accarezzando nervosamente il grande pulsante rosso sulla sua scrivania

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    4. Speriamo di no, ma è molto carina e me la rivendo di sicuro da qualche parte!

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    5. e si, speriamo che Putin conservi la sua natura sostanzialmente imbelle, grazie anche alla presenza ingombrante di Trump; a proposito del quale, ieri la passerella mediatica mi ha dato sensazioni più che buone..ho avuto la netta sensazione che fosse superflua qualsiasi trattativa perchè tra i due è sufficiente una stretta di mano su qualsivoglia questione. A questo punto propongo la meloni come mediatrice per l'ucraina (non scherzo), altro che Erdogan il grigio

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  19. Prof, non mi sembra l' abbia fatto presente, quindi presumo non sia da considerare. Ma chiedo per chiarimenti. Che la Polonia abbia ancora la sua moneta nonostante sia nell' UE non e' da considerare perche' c'e' un cambio fisso fino a che non adottera' l' euro ? Altrimenti, per quel che puo' valere, tra i paesi che sono nell' UE e che hanno adottato l' euro, l' Italia risulterebbe la migliore.
    Possiamo rifarci per la Polonia allo stesso post che ha scritto per la Croazia ?

    https://goofynomics.blogspot.com/2023/01/sono-tornato-sulla-croazia-leuro-i.html

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    1. Scusa Luca, il tuo nome mi è familiare quindi sei qui da un po’. Come è possibile che tu non sappia che la valuta polacca non è agganciata all’euro? E poi, perdonami, anche se ovviamente sono qui per aiutarvi, ma sul tuo pc Google non c’è?

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    2. Ho cercato, come sempre faccio prima di chiedere dentro e fuori dal Dibattito, ma cmq la cosa non mi era chiara. Avro' cercato male. Ho quindi verificato il cambio EUR/PLN e ci sono dei picchi ma molto meno accentuati di altri cambi. Than ho verificato se ne avesse parlato precedentemente nel blog e ho trovato 2 post con chiave di ricerca zloty. Il primo si riferisce ad un "amichevole" scambio di opinioni tra governo polacco e UE. Il secondo e' quello linkato sopra nel quale i grafici evidenziati fanno vedere una variazione della moneta polacca rispetto all' euro molto simile alla kuna dal 2009 in poi rispetto all' andamento della koruna. E quindi il dubbio mi e' rimasto. Chiarito questo: se e quando la Polonia adottera' l' euro, probabilmente "staccheremo il gruppo".

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  20. Non sarà che in Germania non siano affatto dei babbei ma che stiano andando esattamente dove vogliono andare mentre i babbei sono tutti gli altri?
    Le condizioni per un surplus coloniale reinvestito in armi per rovesciare il tavolo alla guida i propri vassalli verso l'egemonia mondiale? Ribaltare le crisi a proprio favore.

    Forse in questa storia i tedeschi son gli unici chiari e coerenti fin dalla prima guerra franco prussiana.

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    1. No, mi dispiace, questo è complottismo da quattro soldi. Nessuno dice che i tedeschi siano coglioni: è una frase che non ha senso. Ma il loro smarrimento di fronte all’avanzare della deindustrializzazione, provocata da alcune scelte dei loro governi, è assolutamente palpabile e concreto negli ambienti dove si decide. Hanno sinceramente pensato di poter campare per sempre espandendo per sempre le esportazioni, potenzialmente oltre il volume del Pil mondiale. Ma questo non significa essere coglioni: significa essere tedeschi.

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    2. Era quasi meglio il complotto, la realtà allora è proprio grigia e triste.

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  21. "laddove arrivasse uno sgrullone (ad esempio una crisi finanziaria, perché la storia non è finita...)"...
    https://open.spotify.com/episode/7fvqZeKcXIVLJ19bogR16u?go=1&sp_cid=6fade7cce0f64f2a83497ad260a99ccc&utm_source=embed_player_p&utm_medium=desktop&nd=1&dlsi=42c42f9d866645cc

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  22. Quindi, in effetti, l'Italia è uno dei più grandi sucessi dell'euro! Li abbiamo fregati!

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    1. Direi di no Alberto, soffro quotidianamente a vedere i miei coetanei scappare all'estero e temo che la stessa sorte possa toccare a me.
      Se non si agisce presto su questo tema la massima di Montanelli non potrà che realizzarsi nel suo pieno disfattismo realista.
      Vorrei contribuire ma l'aspetto gerontocratico che caratterizza un particolare occidente non permette di agire veentemente.

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    2. Più che altro,Alberto49, se l’Italia si trova in una posizione relativamente migliore rispetto al resto dell’eurozona, vuol dire che il resto dell’eurozona è in una situazione, non dico pietosa, ma quasi…

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    3. Carissimo Marco, ricordo che quando mi affacciai sul mondo del lavoro, era il 1974, appena laureato in ingegneria meccanica, ebbi almeno tre opportunità di impiego in Italia e tutte e tre vicino casa (nemmeno si pensava ad andare all'estero se non passando per un lavoro in multinazionale tipo Unilever o Procter e solo come opportunità di crescita, non certamente come ripiego). Nemmeno pensavo lontanamente ad un impiego statale. Dopo 5 anni, ovvero nel 1979, comprai casa a Roma e mi accollai un mutuo ventennale a tasso fisso del 13,75%. Come mai accadeva che con alti tassi e con alta inflazione e con la liretta poteva accadere che non ci fossero problemi per i giovani? Qui ne abbiamo parlato spesso e abbondantemente. La gerontocrazia secondo me c'entra ma non è fondamentale per l'attuale situazione, anche noi ci trovammo a combattere e violentemente contro un sistema che non voleva mollare ma le opportunità erano talmente enormi che ti davano possibilità enormi ed indipendenti da certi laccioli.
      E' vero ci siamo fregati con l'europa e l'euro.

      Rispondo con ciò anche a idivev (la mia considerazione era sarcastica e caustica), con cui concordo, ma noi ci siamo fregati potenzialmente più degli altri soprattutto perchè abbiamo contribuito a svenarci per far crescere e finanziare senza ritorni una caterva di paesi europei e non che hanno approfittato della dabbenaggine italiana ben promossa dal pdinume o assimilati che ha ben svolto il proprio compito di volenterosi carnefici a partire dalla fine degli anni '70.

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  23. Non dirò nulla di nuovo ma mi ha colpito una delle sue ultime dirette, in cui ha fatto notare il messaggio inconsapevole diffuso da Draghi con il famoso discorso di circa un anno fa e dunque per sua stessa ammissione (di LVI) si potrebbe rielaborare anche il noto discorso del 2012 con una semplice equazione da:
    “Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to preserve the euro. And believe me, it will be enough.” a
    “Within our mandate, the ECB is ready to do whatever it takes to destroy wages. And believe me, it will be enough.”
    Buona Pasqua,
    Giuseppe

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