Non poteva che finire così: l'autore del blog che non c'è non poteva che diventare il rappresentante di una Regione che non c'è, la cui arte, geografia, storia non fanno parte del bagaglio culturale dell'italiano colto. Dell'orso sanno tutti, delle piste da sci troppi, degli arrosticini molti, i più ardimentosi si spingono fino ai trabocchi, i più appassionati ricordano gli alianti di Skorzeny, i più dotti (forse) Bominaco, o Saturnino Gatti, o (ma la vedo difficile) Andrea De Litio, e poi, va da sé, qualcuno conosce Flaiano, molti credono di conoscerlo, e tutti conoscono D'Annunzio (o pretendono di conoscerlo).
Dimentico qualcosa, di quanto sapete voi?
Lo confesso: all'inizio (e parlo quindi di vent'anni fa, perché sono ormai vent'anni che lavoro in Abruzzo, e sette che indegnamente lo rappresento), quando giravo per certe città o paesi di questa Regione (di cui comunque preferivo, nella mia connaturata misantropia, le creste e gli altopiani isolati) non potevo nascondere un sentimento di sufficienza nell'imbattermi in spiacevoli soluzioni di continuità: talvolta un rudere diroccato, o un cumulo di macerie, o ancora qualche palazzina moderna, tutta cemento, intonaco e alluminio anodizzato. Lacerazioni vistose del tessuto architettonico dei centri storici, niente a che vedere col travertino di Montepulciano o col cotto di Pienza, i paesi della mia infanzia, pressoché intatti nella nitidezza del loro disegno rinascimentale; episodi che prima facie se non a trasandatezza o scarsa attenzione delle amministrazioni, potevano rinviare a storie di povertà, economica o culturale che fosse. Solo da poco ho capito una cosa che non sarebbe poi stato così difficile intuire, soprattutto a conoscere la storia dell'Abruzzo: se tanti borghi hanno perso in tutto o in parte il loro fascino antico, i loro palazzi gentilizi, le loro chiese, le loro case dagli infissi squadrati in pietra scolpita dagli scalpellini di Pennapiedimonte, le loro ringhiere in ferro battuto dagli artigiani di Guardiagrele o di Pescocostanzo, se il loro tessuto urbano è così dolorosamente lacerato, se presenta cicatrici così mal rabberciate e risarcite, un motivo c'è, ed è un motivo commovente e angoscioso, che mi fa guardare con affettuoso e coinvolto rispetto, considerandolo come testimonianza di un impreveduto e immeritato martirio, ciò da cui prima distoglievo un po' altezzosamente lo sguardo.
La Regione che non c'è è stata vittima della sua geografia che nessuno conosce, ma che la Wehrmacht conosceva bene. Si vis pacem, para bellum, e i tedeschi, in questo affini al vostro autore preferito, pensando che se qualcosa avesse potuto andar male lo avrebbe fatto, prima che le cose cominciassero ad andar male avevano mandato, travisati da turisti, dei loro cartografi a zonzo per l'Italia centromeridionale, alla ricerca di linee che si prestassero a organizzare una difesa. The Hamptons is not a defensible position, ma la sinistra orografica del Sangro (sarebbe il versante Nord, per quelli meno addentro) lo è, oh se lo è!, soprattutto, ça va sans dire, se la potenziale minaccia si immagina possa arrivare da Sud. E così i monti Pizzi, e in particolare Pizzoferrato, da dove si vede tutto, da Vasto alle montagne dello spartiacque, attrassero la loro attenzione, quella dei cartografi, e qui venne attrezzata la linea Gustav, dove vi ho portato in più di una diretta Facebook. Più in generale questa Regione, fatta di fiumi (Trigno, Sinello, Sangro, Aventino, Moro, Foro, Alento, ecc.) che scendono a pettine dalle montagne verso il mare, perpendicolarmente, creando altrettante trincee, fu il luogo dove si combatté una battaglia di ferocia uguale a quella combattuta a Ovest della cresta spartiacque, ma totalmente caduta nel dimenticatoio. Di Montecassino saprete tutti, ma della battaglia del Sangro credo sappiano pochi. La cosa che perdevo di vista era appunto questa: quello che ha fatto perdere a tanti paesi il loro antico fascino, preservato integralmente in pochi casi (Pescocostanzo fra tutti), è proprio questo: i Liberator dei liberatori, e gli Immergrün degli invasori.
Città come Orsogna, o Castel di Sangro, o la stessa Ortona
vennero completamente piallate dall'artiglieria, mentre i tedeschi resistevano alla pressione dell'ottava armata inglese di Montgomery, e dei reparti alleati: canadesi, neozelandesi, poi polacchi. E certo oggi Tommaso riposa in una diversa basilica:
che ma un motivo c'è, e va ricercato nella storia.
Una storia cui si intrecciano tante altre storie di eroismo e di viltà, fra cui suggerirei, per chi non la conoscesse, quella della brigata Maiella, che ha avuto uno dei suoi episodi culminanti proprio nella chiesa in cui ho inciso il mio ultimo disco:
(se ingrandite, vedrete nell'abside i fori delle pallottole, che i cittadini di Pizzoferrato non hanno voluto stuccare - e hanno fatto bene!).
Qualche mese fa (era a gennaio), salendo lungo la costa a Ortona da San Vito, dove ero stato a incontrare un collega per apprendere da lui alcune delle mille storie del mio collegio (perché anche questo fa parte dell'impegno che ho preso con i miei elettori: avere l'umiltà di ascoltare chi ne ha viste più di me), avendo, per una volta, tempi non troppo contingentati, mi sono lasciato tentare da una deviazione:
Their name liveth for evermore!
Quando c'è, perché alcuni sono ignoti, cioè, come si dice nella loro lingua:
Known unto God (ed ho imparato che questa formula così ispirata ed espressiva era stata scelta da un poeta nominato dalla Imperial War Graves Commission: ci sono anche burocrazie che funzionano...). Tirava un vento porco, ma non sentivo freddo (era l'11 gennaio e poi l'avrei pagata). Erano i canadesi: passavo in rassegna smarrito e colpevole il loro schieramento:
più ordinato e solenne di quello dei miei VAM di Torricola, e pensavo che l'inglese, in fondo, è una bella lingua:
o almeno così risultava, in quelle lapidi, al confronto con la da me tanto amata e frequentata lingua francese. La sintesi e la concisione conferivano alla lingua imperiale una potenza certo amplificata dalla sacralità del luogo.
Poi, a Ortona, a casa di un altro rispettabile politico di lunga esperienza, mi sono imbattuto in un bel libro sulla battaglia di Ortona, apprendendo così dell'esistenza del "Moro river":
oggi piuttosto malridotto. Gli italiani nemmeno sanno che esista, ma gli inglesi sì e per un buon motivo: perché nonostante sia poco più di un rigagnolo, oggi maleodorante, l'Ottava Armata ci aveva messo un bel po' a superarlo.
Chissà che età aveva il ragazzo della prima foto, chissà se ha portato la pelle a casa, se ha ancora un nome, o se è noto solo a Dio. Chissà che cosa stavano osservando i suoi occhi sgranati sotto al Brodie. Chissà se ci era voluto venire, sulla sponda Sud del Moro river, o se ce lo avevano costretto, o se non si era posto troppe domande, nel partire, ritenendo che quello fosse un suo dovere, o magari ignorando che cosa questa decisione, presa o subita, significasse: fango, sangue, terrore... Noi oggi non possiamo concepire, perché non vogliamo vedere. Sta succedendo ancora, non ha mai smesso di succedere, quelli che ci hanno propinato il mito irenico dell'Europa sono gli stessi che non hanno voluto, e tuttora non vogliono, fare i conti con quello che è successo, perché vogliono rimuovere quanto sta succedendo, e soprattutto il perché stia succedendo, e il perché potrebbe succedere di nuovo (cioè il perché potrebbe succedere a noi, perché è sufficientemente chiaro, e la storia dei punturini ce lo ha definitivamente chiavato in testa, che finché non succederà a noi non capiremo che la Storia non è finita).
Vorrei dirvi molte altre cose, ma devo dormire. Non mancheranno occasioni.
(...oggi, rientrando da Pizzoferrato verso Fortunati con Rex,
a Casale Greci - c'è anche Casale Turchi, Pizzoferrato è stato costretto all'inclusività dalla sua lunga storia - due cani ci hanno aggredito. Pareva ce l'avessero con lui, che non si sottraeva. Devo dire che la mia prima reazione è stata quella di lasciare che se la spicciassero da soli. Ho sempre avuto paura dei cani: l'appostismo non è una loro virtù, la troppa confidenza con l'uomo li rende pericolosi. Quando poi ho capito che Rex era in difficoltà, ho pensato che fosse troppo facile abbandonare al suo destino qualcuno che aveva avuto la cortesia di accompagnarmi dove avrei preferito non essere solo, e allora ho fatto l'uomo: ho deciso che comandavo io, che in cima alla piramide alimentare c'ero io - anche se a mani nude avrei potuto essere smentito - e mi sono convinto di avere coraggio, "facendo brutto" ai due aggressori. Ripristinata la gerarchia naturale - cioè artificiale - delle cose, Rex si è venuto immediatamente a rifugiare fra le mie gambe, come mi hanno detto che facciano i cani quando sentono il lupo - o una sua convincente imitazione - mentre io invitavo col mio proverbiale garbo i suoi distanti cugini ad andarsene per i fatti loro. Evidentemente sono riuscito a convincerli che non mi spaventavano, ma non era così. D'altra parte, Rex è community, ormai - e qualcuno di voi sa che per quanto vi possa trovare appiccicosi e indigesti, quamdiu fecistis uni de his fratribus meis minimis, mihi fecistis. Entro certi limiti, non sempre gestibili, la paura è una scelta. Sarebbe bello non dover sondare questi limiti, ma purtroppo, come ci ricorda questo racconto, e la sua foto d'apertura, questo non è sempre possibile. Non abbiate paura... o almeno non fatelo vedere!...)
Un bellissimo post.
RispondiEliminaLa linea Gustav passava a pochi chilometri dal mio paese (nella regione che c'è ancor meno dell'Abruzzo), che al posto del cimitero anglo-canadese ne ha uno franco-algerino. Essendo sul fronte alleato della linea si risparmiò forse alcune delle atrocità peggiori dei combattimenti, ma purtroppo non il bombardamento di una formazione di B-17 che il 15 Marzo 1944 lo scambiò erroneamente per Cassino. Mio padre, all'epoca dodicenne, mi raccontava del rombo assordante e del cielo che si era riempito di aerei.
Buon 25 Aprile, con la convinzione che, anche in questo caso, noi si abbia una maggior consapevolezza di come inquadrarlo nella situazione geopolitica odierna, rispetto a chi si dichiara fieramente antifascista ma legge quegli stessi giornali che 80 anni fa titolavano: "La massa di fuoco della difesa germanica batte le unità alleate sulla costa della Normandia".
Nelle mie giornate di pesca alla trota sul Sangro, le salite all'Arazecca o le visite alle rovine del Castello mi ha sempre suscitato un po' di emozione sapere che in quei luoghi si è combattuta una delle piú feroci battaglie terrestri della campagna d'Italia. Tanto da procurarmi una bella e dettagliatissima pubblicazione in tre volumi proprio sulla campagna di Abruzzo.
RispondiEliminaTra i morti di quel cimitero c'è persino uno jugoslavo: mi ha sempre fatto specie che un serbo o un croato (o un suddito della regina d'Italia?) avesse iniziato la guerra sulle alpi dinariche e l'avesse finita sugli Appennini al seguito di un esercito canadese. Le meraviglie della globalizzazione, I suppose.
RispondiEliminaOra come allora, invece, nella cappella votiva dedicata alle vittime della Stalingrado d'Italia (che Winston abbia mai notato chi assediava l'originale?), vicino alla tomba di Tosti, i nomi sono tutti ortonesi: anche queste meraviglie della globalizzazione.
bella pagina di storia vera e, ahimè, sconosciuta; per i lupi, che di solito non si avvicinano mai agli uomini, o per gli animali che si incrociano sui percorsi di montagna, consiglio inizialmente un approccio amichevole facendo l'occhiolino (segnale di pace trans species) o, nel caso non risponda facendolo a sua volta, i dissuasori elettrici a contatto https://www.cacciaepescabonannini.it/post/storditori-elettrici-cosa-dice-la-legge-.html
RispondiEliminaAuguri carissimo Bagnai...
RispondiEliminaAvrei un cambio di paradigma... Ogni 25 aprile si sente la solita solfa, la sinistra gode e si fa i rasponi a due mani e sempre le solite polemiche. Direi basta. La festa del 25 aprile è piu che mai attuale, oggi come allora la nostra nazione in modi diversi dal passato ma nella sostanza idem è sotto occupazione... Oggi come allora siamo sotto tutela tedesca e sembra quasi che con Trump si stia cercando una sorta di liberazione.. oggi come allora si combatte per la Libertà... Secondo me andrebbe festeggiata in pompa magna questa festa e rimarcati i valori di democrazia contro la dittatura (democrazia che noi amiamo e che anzi portiamo ai territori) di sovranità contro i kapò tedeschi (vedi Ursula)...
Basta lasciarla alla sx questa festa e prendiamola nel suo significato di "e ho trovato l'invasor"....
PS è un altare sistemato per la Missa tridentina quello in foto??? Al ministero della cultura cercherei di promuovere la messa tridentina come forma d arte (ha 1500 anni se non erro) come forma di bellezza del vestiario e del CANTO... Sarebbe stupendo che al ministero della cultura si faccia ciò, la messa è anche cultura italiana, e chissà che stridore di denti da parte della sx e dei cattocomunisti
…la miglior lettura per un venticinque aprile! Davvero grazie Onorevole! Ora posso affrontare tutte le stucchevoli "rievocazioni" del giorno, grazie!
RispondiEliminasolo un sommesso commento alla chiusa, so di parlare con un esperto ma "anche se sei con un ottimo cane, mai essere senza un bastone e se è una passegggita "fuori programma" raccogli il primo ramo secco robusto che ti capita a tiro e usalo come bastone" queto mi hanno insegnato vecchi saggi oltre settant'anni fa, visto che avevo la passione delle camminate in montagna in solitaria con il mio o i miei cani. I cani "sentono" chi ha paura di loro e chi no e se "in cima alla piramide alimentare" c'è l'uomo, l'uomo con un bastone è quasi un semi-dio 🤣
LGG
Grazie, ma sono lebbasi! Il problema è che su una strada provinciale trovare un bastone non è così semplice. Ho provato a cavarmela da solo: più avanti c’era una catasta di legna, ma era separata dalla strada da un recinto e la cosa sarebbe diventata complicata, Anche perché mi hanno spiegato (dopo) che dare le spalle a quei cani non era una cosa molto salutare! Uno dei miei osti preferiti era stato azzannato dove immagini…
EliminaL'unico modo per impedire che torni la guerra anche qua è sapere che potrebbe tornare.
RispondiEliminaGrazie per questo post.
RispondiEliminaOnoré... è incredibile come le tue parole iniziali sui tuoi 20 anni mi abbiano emozionato. Conobbi l'Abruzzo nel 1985 per motivi di lavoro (e un paio d'anni prima scoprii in Egitto che lavoratori eccellenti gli Abruzzesi), me ne innamorai e mi ripromisi che non avrei dimenticato, appena possibile, di conoscerlo meglio. A parte gli innumerevoli "mordi e fuggi" lavorativi nel corso di quasi 40 anni, e a quelli di partecipazione a qualche Goofy, quest'anno per la 2^ volta vi passeremo le vacanze estive; la cosa più bella sarà riassaporare le sensazioni che hai descritto e sarà ancora più bello avere al mio fianco chi sai tu. Grazie Onoré!
RispondiEliminaGrazie Prof. per questa e per le precedenti lezioni di Storia. Mentre gli altri festeggiano superficialmente la fine... Mentre nei salotti buoni ci si interroga, con la solita enfasi da quattro soldi, infilando una serie inenarrabile di stronzate sull'inizio della terza guerra mondiale...Il grafico della vergogna italiana, quello della terza guerra mondiale, urla tutto il suo dolore. Leggendo la storia della valorosa Brigata Maiella (unica formazione partigiana decorata di medaglia d'oro al valore militare alla bandiera, peraltro formata da patrioti di ispirazione repubblicana), penso alla fortuna che abbiamo ad avere al nostro fianco il nostro comandante Troilo. Che Dio lo benedica. Grazie.
RispondiEliminaGli antichi Sumeri avevano inciso su una tavola questo motto: “la paura guardata in faccia si trasforma in coraggio, la paura evitata diventa timor panico”.
RispondiEliminaNon sono sicuro che la traduzione esatta di quella tavoletta sia esatta, ma il significato è questo.
Auguri! In effetti oggi si tende a pensare che la storia non si debba ripetere, che viviamo in una specie di paradiso in terra in Europa occidentale dove le guerre e i conflitti non possano ritornare. In generale, le posizioni politiche eccessivamente ottimistiche servono solo a rassicurare chi le porta avanti, a discapito del loro realismo. Un abbraccio!
RispondiEliminaSono rimasto molto colpito anch'io dall'effetto emotivo che può provocare l'accesso a un cimitero militare. Ne ho visitati un paio nell'isola di Creta, sia degli Alleati che dei Tedeschi, relativi alla Seconda Guerra Mondiale. Non mi aspettavo fossero dei luoghi così impeccabilmente curati.
RispondiEliminahttps://www.ww2cemeteries.com/gre-maleme-german-military-cemetery.html
https://www.chaniatourism.gr/monument/allied-cemetery/
Ho capito che tale cura non era solo un "risultato amministrativo", era il frutto del dovere della memoria: dedicare il massimo rispetto a chi aveva compiuto il massimo sacrificio. Entrare in un luogo simile mi ha quasi "imposto" di conoscere meglio la storia di quei luoghi e di quelle vicende.
Un piccolo dettaglio che mi è rimasto impresso è l'inaspettata "presa delle armi" immediata della popolazione locale, quando i Nazi hanno effettuato la prima invasione "dal cielo" nella storia militare, impiegando i paracadutisti. I locali si sono avventati sui fallschirmjäger mentre ancora scendevano, combattendoli con ciò che avevano, dai fucili a forconi. I tedeschi hanno avuto così tante perdite che Hitler decise di non usare più tale approccio.
Un aspetto della Battaglia di Creta particolarmente noto è il rocambolesco rapimento, da parte di un gruppo di partigiani locali col coordinamento e supporto del SOE inglese, del comandante tedesco Heinrich Kreipe, che era a capo dell'occupazione dell'intera isola.
https://en.wikipedia.org/wiki/Kidnapping_of_Heinrich_Kreipe
Vari libri ne narrano lo svolgimento, tra cui
https://en.wikipedia.org/wiki/Ill_Met_by_Moonlight
https://www.goodreads.com/book/show/25489204-the-cretan-runner
https://en.wikipedia.org/wiki/Born_to_Run_(McDougall_book)
Un saluto
Diego
È un bellissimo post. Per tante ragioni. Grazie e buon 25 aprile
RispondiEliminaUn bellissimo post.
RispondiEliminaAmo l'Abruzzo, e Lei me lo fa apprezzare sempre di più.
Io spero, un domani, leggere un suo racconto o romanzo, figlio della sua conoscenza e immaginazione insieme.
Camminare con i cani può portare ad incontri difficili, ed averne paura è giusto e saggio, fa agire meglio che a non averne.
Per questioni di territorialità se la saranno presa col suo amico a quattro zampe, ma se lui non ci fosse stato, per lo stesso motivo, se la sarebbero potuta prendere anche con Lei, quindi direi che ognuno ha agito come doveva.
Dopo oggi Lei è qualcosa di più per il suo amico quadrupede, ne sono certa, perché non dimenticherà mai che lo ha difeso.
Buon 25 aprile a tutti.
Nel mio feudo sono molto territoriale anch’io. 😉
EliminaRex è community e al Cavajere Nero…Post molto intenso, grazie. #combattere
RispondiEliminaUna volta una guida, durante un' escursione sull' altopiano di Asiago, ci chiese di guardarci attorno e immaginare quello scenario boschivo e tutto il panorama privo di alberi. Affatto semplice come esercizio, avendolo sempre visto verde e rigoglioso. Gli chiedemmo il perche', e ci spiego' che durante la prima guerra mondiale, vissuta nelle trincee, non ne era rimasto uno in piedi per non permettere ai soldati di nascondersi. Logico e banale come ragionamento, ma credo inimmaginabile se non te lo fanno notare. A pensarci mi vennero, e vengono ancora, le lacrime agli occhi. Tante situazioni se non le vivi non le puoi neanche lontanamente immaginare. A questo dovrebbe servire la memoria, ma probabilmente, dopo qualche generazione, anche questa cessa di esistere.
RispondiEliminaPer esempio, qui, sulla linea Gustav, sentivano parlare di teatri di battaglie lontani, in Africa, in Russia, e mai si sarebbero immaginati di trovarcisi in mezzo.
EliminaHo visto il video sugli Hamptons, l'ho apprezzato per chiarezza, logica usata e, ahimè, attualità.
RispondiEliminaL'ho subito mandato a parecchi miei amici in giro per l'Europa.
Non è assolutamente una critica, ma una cosa che comunque voglio condividere per far capire il mio punto di vista e la mia difficoltà: per me è assolutamente inconcepibile che ci sia uno qui che non conosca quel video, che per questa Community dovrebbe essere un grande classico, che è entrato Nel nostro lessico (dal punto di vista analitico non ha aggiunto molto a quello che sapevamo quando è stato girato, ma dal punto di vista espressivo ha un’efficacia impareggiabile). Lo dico solo per far capire la difficoltà di dover ogni volta scoprire l’acqua calda, per poi magari rendersi conto che quella scoperta apparentemente superflua è in realtà la cosa più importante che si deve continuare a fare e rifare.
EliminaIo la metterei più sul positivo, visto che, grazie al video che ho prontamente diffuso, 3 americani, 1 svizzero, 1 africano, 1 bosniaco, 2 croati, 1 ungherese, 1 francese, tutti residenti in Europa, lo hanno visto e, con alcuni, ho anche avuto una bella interazione che, spero, porti a più consapevolezza sull'argomento.
EliminaOvviamente il bicchiere si può vedere mezzo pieno o mezzo vuoto, ci mancherebbe.
Purtroppo, non so come avrei potuto vedere il video in altro modo, a meno che non fosse già stato pubblicato qui, quindi grazie, in ogni caso, per averlo mostrato.
Certo, ma guarda che non è una critica a te, ci mancherebbe! Questo non è mica un testo obbligatorio, non è richiesto né necessario leggerselo tutto dall'inizio. Mi rivolgevo a quelli che "siccome loro c'erano" pensano che tutto il mondo abbia il loro stesso "info set". Non è così.
EliminaQuanto alla tua osservazione, ovviamente nihil est in intellectu quod prius non fuerit in Goofynomics, e quindi sì, effettivamente il video era stato pubblicato qui a suo tempo, come quasi tutte le cose rilevanti e quasi nessuna cosa irrilevante degli ultimi quattordici anni:
https://goofynomics.blogspot.com/2016/06/brexit-lanalisi-di-blyth.html
Grazie a te!
Touche'.
EliminaHo letto (e riletto, perché l'economia non è la mia materia) tanti post Goofy, ma quello mi era sfuggito.
OT: Attendo ( non auspico nè richiedo, perché andrei contro una regola della sua netiquette) suoi video su Tiktok, la sua capacità di unire brevità e logica, rende quel social un importante veicolo di comunicazione, a mio avviso..
Prof questa la ignoravo! Lei sottotenente AUC al GST di Torricola?! Caserma punitiva, si diceva... Io 221esimo VAM. Ma ci sono stato pochi giorni. Comunque sì, importante non mostrarla la paura "Unus sed leo"
RispondiEliminaIo 81° AUC. Comunque non è più così punitiva da quando sono in congedo! 😂
EliminaNella valle dell'Orfento ci sono diversi sentieri che incrociano e talvolta si sovrappongono ai percorsi dei partigiani locali. Nel parco si trovano cartelli che rievocano la storia di quei luoghi in particolare citando passi di un libro intitolato se non ricordo male "Poor people, poor us" scritto da un soldato neozelandese fatto prigioniero con due commilitoni che fu aiutato dai partigiani della Majella a ricongiungersi con l'esercito alleato dall'altro lato della linea Gustav. Il libro purtroppo non l'ho mai trovato, non so se vendessero il libro al museo del parco a Caramanico Terme. All'epoca ero là per camminare e quindi ci passai sempre in orario di chiusura.
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