sabato 15 marzo 2025

Il tramonto del moderatismo

 (…per voi…)


Dichiaro aperta la discussione generale.



52 commenti:

  1. Secondo me il moderatismo nasce da insicurezze nate da bambini, un po' come il bimbo che se alza la voce le prende, il bimbo che se dice NO viene picchiato, un amore condizionato e non incondizionato... In questo caso il genitore "cattivo" è EU.. penso che serva appunto una sorta di ribellione adolescenziale, di presa di autonomia adulta e di consapevolezza nazionale, ovviamente da parte in primis dei membri del governo.
    Sulla domanda interna con la fiscalità attuale è difficile. Per prendere 2500 devi lasciarci miglia di euro di trattenute... Per i datori di lavoro è un costo, per i dipendenti si pagano enormi tasse e si è fuori da benefici isee... Secondo me serve fiscalità diversa

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  2. Come scritto da lei nel post precedente, le cose andranno come devono andare. La storia farà il lavoro sporco e faticoso. Noi saremo qui ad evidenziare QED.

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    1. Purtroppo esiste in fisica l'inerzia.. e se non si imprime una forza differente si va, "finché la barca va".. basta la forza messa per cambiare? Forse si forse no... Sono contrario a vedere il cambiamento dalla finestra, aspettando che lo farà "la storia"

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  3. Il centrodestra (aka controdestra) è un buco nero dal quale non può uscire niente, tanto meno un pensiero radicale. Una versione “moderna” del pentapartito.

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  4. Tutte cose già dette (anche al partito). Stavolta andranno veramente fino in fondo? Speriamo di sì, non rimane altro, non dico per stare bene, ma per avere un briciolo di futuro.

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  5. le posizioni sono chiare (importante anche l'intervento di Giorgetti) ...
    vediamo che accade a Firenze.

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    1. Avete avuto il Giorgetti reale, direttamente dalla sua bocca, anziché quello percepito dai retroscemisti del foglio a tre veli. Si vede la differenza?

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    2. A livello diplomatico ha un certo peso affermare certe cose.. il mite Giorgetti speriamo che faccia valere queste posizioni sulla Germania anche in sede di Legge di bilancio.. giocare in casa in amichevole di solito è facile, speriamo anche nel derby sia così carico

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    3. @Alberto. Se, come parrebbe essersi visto ad Ancona, al congresso prevarrà il sostegno al segretario, la fatica di Sisifo arriverà dopo, ossia nella mediazione per l'indirizzo politico di governo e legislativo, in cui - a fronte di un partito come FDI che può limitarsi a dare un colpo al cerchio e uno alla botte (conservando consensi) e di una forza italia che monopolizza il voto che possiamo definire "moderato" - la lega dovrà tentare di ricavarsi visibilità politica intestandosi alcuni "suoi" temi. In tal senso il puntare sull'identità di interessi tra lavoratori e "kulaki" (dunque sulla dialettica tra libertà del piccolo ceto medio vs imposizioni del grande capitale e in generale dei centri di potere) mi pare una linea vincente, non foss'altro per il fatto che FDI, se volesse tentare di appropriarsene, risulterebbe, per sua storia e tradizione, assai meno credibile rispetto alla lega agli occhi di un elettore di CDX. Così facendo, il partito agirebbe per creare una coscienza di classe nel ceto medio nazionale. Roba che richiede tempo e attenzione. Però alla fine potrebbe davvero essere l'unica via per incrinare il sostegno diffuso (e in larga parte pavloviano su alcuni temi) di cui il sistema attuale gode.

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  6. Anche dal discorso del min. Giorgetti mi pare si evidenzi che il dibattito sia molto attivo (ed efficace) anche all'interno del partito.
    La sua intelligenza e il pragmatismo fanno il resto.
    Complimenti al prof. anche per il suo magnifico intervento (ma che lo dico a fa'... 😁).

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  7. Che dire? Dopo aver visto ciò, ho malauguratamente voluto vedere anche la Marcia Assisi-Perugia, nella piazza dei mille sindaci Leuropei del gran partito convocati per l'uopo, evidentemente con mogli e figli al seguito. Questa gente mi fa molta paura. Hanno già tradito una volta, e, con ogni evidenza, devono solo, in qualsiasi forma, rifare il pieno di consensi per poter ritradire meglio la prossima volta. Si chiameranno allora: un altro vecchio e un'altra vecchia, macellai professionisti, come propriamente li si definì un tempo, per il rinnovato "senso di responsabilità" che li avrà nuovamente colti.
    Dunque, per la salvezza, per la sola salvezza possibile, si dovranno convincere i ceti produttivi della piccola e media impresa, i quali tuttavia, ahimè, vivono ancora nel loro profondo di sentimenti inconfessabili. Gli uomini di azione, non c'è nulla da fare ancora adesso, perciò stesso si credono estranei alle influenze astratte, ma continuano ad essere schiavi di svariati deliranti austeri economisti defunti in un lontano, ma anche recente e recentissimo, passato.

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  8. Egregio Onorevole,

    in merito al tramonto del moderatismo, mi sovvengono alcune osservazioni.

    La Meloni che "ringhiava" dagli scranni dell'opposizione fino a 876 giorni fa, non penso sia la stessa Meloni che ha acconsentito al voto favorevole di FdI in merito al ReArm Europe o al Digital Service Act, per dire.

    Il moderatismo pare essere tipico dei partiti di maggioranza relativa.
    Lo era ai bei tempi di FI, lo è ora con FdI.

    Ci devono essere delle "buone ragioni" per cui, quando guidi il governo della nazione, sei "indotto" al moderatismo.

    La Lega, che non è mai stata partito di maggioranza relativa, può "permettersi" di far tramontare il proprio moderatismo, verrebbe da dire.

    O sarà perché una buona percentuale dei sostenitori di FI e FdI è favorevole alle politiche UE?
    Vedasi, a tal proposito, questo recente articolo:
    https://www.corriere.it/politica/25_marzo_15/sondaggio-pagnoncelli-guerra-ucraina-russia-195f1554-c8f0-414b-83f6-d0f5861ecxlk.shtml

    Un saluto,
    Fabio

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  9. Credo si debba tenere distinto il moderatismo dal pragmatismo, certamente quando si va al governo occorre fare compromessi ed essere flessibili, l'importante è avere chiara la direzione in cui si vuole andare. Nell'attuale maggioranza vedo tre posizioni diverse: FdI cerca di conciliare le sue posizioni elettorali con le inevitabili esigenze di affidabilità istituzionale tipiche del partito di maggioranza. La Lega riesce ad assumere comportamenti più coerenti e quando è necessario anche a dissociarsi su questioni rilevanti (vedi voto sul DSA o sul Riarmo europeo). Forza Italia a mio avviso è irrecuperabile, sta nel Cdx per opportunismo ma il suo gruppo dirigente è tenacemente europeista, a livello PD, e anche su questioni come diritti civili e famiglia assume spesso posizioni vicine alla sinistra woke. Di sicuro, il contesto internazionale ci dice che un approccio 'moderato' oggi non ha alcun senso, le opzioni sono piuttosto nette, chi ancora oggi nel mondo del Cdx evoca fumosi 'sogni europei', magari citando Spinelli senza averlo letto, o critica pregiudizialmente le politiche di Trump, solo per compiacere le analisi stantie del sempre più impresentabile 'ceto intellettuale' di sinistra, è un avversario degli italiani, e di questo occorre tenere conto.
    P.S. Bellissima la presentazione del libro di Giampiero Di Federico l'altro giorno, e molto interessante anche l'intervento di Fabrizio Barca. Purtroppo non sono ancora riuscito a reperire il libro.

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    1. Gianni, permettimi una domanda. Secondo te, perché vota FI chi vota FI? Ovviamente è rivolta a tutti. Perché il punto è lì, FI è un freno al cambiamento, un problema più che un alleato. Ora FdI e Lega parlano a elettorati in buona parte sovrapponibili, che condividono le linee base delle politiche da attuare. FI parla a gente diversa, con un messaggio molto diverso, visto che abbiamo stabilito che lo spartiacque della politica d'oggi è nella visione dell'EU che si ha. Bene, allora mi chiedo, questa gente diversa (i famosi moderati) è moderata davvero o non capisce che quello che s-moderatamente desidera, cioè vivere meglio, non si ottiene per la via indicata dalla dirigenza di FI? Una questione non da poco perché è evidente che se lo stesso peso elettorale della coalizione fosse tutto nei due soli partiti Lega e FdI un diverso e più coraggioso atteggiamento sarebbe possibile.

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    2. ***c’è un’onda di sostegno forte,***
      Si, c'è ancora il "ricordo forte" di quanto sia pessimo il PD.
      Ma questo , senza risultati tangibili ( e soprattutto mediaticamente vendibili) è solo una "rendita di posizione" ( quella che la meloni ha saputo cogliere a scapito di salvini ) che non durerà a lungo perché al di la della retorica meloniana ( per me stucchevole) i "dati" non sono buoni e il sistema mediatico è ancora tutto a favore del PD , che evidentemente rimane "l' immoderato" preferito del sistema per far progredire la SUA "rivoluzione" ( aka la famosa agendachenoncè)

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  10. il "cosa" fare è molto chiaro, il "come" un pò meno; in questa UE voluta dai poteri forti inglesi, francesi ed americani, l'unica opzione è di trovare un'unità di intenti con i tedeschi, che hanno solo da guadagnarci dal sodalizio; come Giorgetti però possa farlo, con la Meloni e Taiani da un lato, e Francia/GB/Polonia/UE dall'altro, non riesco ad immaginarlo. Posso supporre che Trump incontrerà il primo ministro tedesco a stretto giro per vedere l'aria che tira, quello sarà il momento di approfittarne (I know, facile a dirsi molto meno a farsi)

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    1. Unità di intenti con i tedeschi? Se ci troviamo in questo pasticcio , e mi riferisco alla sempre più prossima terza (!) WW in europa ( e al solito ad esclusivo sollievo della Grande Finanza "anglosassone") è per la terza(!) volta principalmente colpa loro manie egemoniche , a dimostrazione che :
      1) di geopolitica non capiranno mai un tubo.
      2) TUTTI in europa abbiamo un "problema tedesco" che, se mai riusciremo a venir fuori VIVI da questo pasticcio , andrà risolto " una volta per tutte".

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    2. appunto, non mi sembra di essere uscito fuori tema perchè si sta parlando di pragmatismo; le loro manie egemoniche stavano andando benissimo fino a quando la grande finanza anglosassone non ha detto basta... ma forse, grazie a trump, potranno tornare a fare quello che sanno fare benissimo: i propri interessi. La domanda è: all'Italia conviene restare una colonia francoinglese o tentare il colpo gobbo? La realpolitik bismarckiana fece grande la germania, mi pare

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    3. Si, e per quanto ci qualcosa da ridire sulla stabilità del sistema da lui costruito ( datosi che dopo di lui è stato un festival di errori geopolitici ) Bismarck fu un eccezione.
      Ma poi tu vedi in giro dei "Bismarck" ?

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    4. convenienze e pragmatismo spesso non vanno d'accordo in politica ma questo mi pare un momento bismarck, sia per l'europa sia per gli stati uniti (e anche per la lega a guida salviniana)

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  11. Grazie Onorevole per aver ricordato, tra le altre cose, chi siamo con estrema efficacia, ricordando l'opposizione e le prese di posizione al governo Monti e soprattutto per aver tracciato la rotta, che condivido, al di fuori del moderatismo.Quel moderatismo urticante per un leghista vecchio stampo, che fa rima con democristiano e opportunista. L'opposizione dei fratelli al governo di UVA dovrebbero aver insegnato qualcosa.Mi sono fatta l'idea che, visti (e non solo) gli ultimi avvenimenti in Romania, qualcuna si stia preparando alle prossime elezioni politiche per non essere disturbata dal sistema. Sarà la scelta giusta? Io non credo proprio, per ciò che ha ben spiegato Lei ieri. Molto interessante il feeling tra Lei e il ministro Giorgetti, immagino lo sconvolgimento di alcuni operatori informativi. Ah! C'è solo un segretario per me ed è Matteo. Serena domenica di riposo prof e grazie, grazie, grazie.

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    1. ***che fa rima con democristiano e opportunista***
      direi soprattutto "opportunista" che è la cifra con cui il partito venne espressamente fondato.
      Di "democristiano" infatti sfrutta solo il "buon nome" perché il "moderatismo" DC , " fece anche cose buone" nella "prima repubblica" che , pur gravemente corrosa ed imbastardita, fu volutamente rasa al suolo per costruirci sopra questa INFAME "seconda" basata su "partiti di plastica" invece che su "partiti di popolo".

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  12. È andata come dici, ma i "partiti di plastica" fondamentalmente conservano, a mio modo di vedere, le stesse caratteristiche: opportunismo e in aggiunta servilismo alla UE. " Sei un democristiano" non è un complimento ora come allora, sei uno che si barcamena e non vuole il cambiamento.

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    1. I partiti, nella seconda repubblica, sono diventati di plastica anche per effetto di due provvedimenti legislativi: abolizione della vera immunità parlamentare e del finanziamento pubblico ai partiti. Ripristinare quelle due cose forse potrebbe far tornare i partiti quello che dovrebbero essere come da costituzione, ossia aggregatori e organizzatori di consenso intorno ad ideologie politiche.

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  13. Considerazioni sparse:

    .) Ho trovato il suo intervento davvero eccellente e centratissimo, a mia impressione più efficace rispetto a quello precedente del 5 Marzo.

    .) Berlusconi: forse a parole si definiva (se non ricordo male) il rappresentante dei "moderati", ma se riprendiamo i suoi interventi degli anni e dei decenni scorsi su UE, Euro, Russia, giustizia, era tutt'altro che moderato. Le posizioni che aveva mi paiono pressoché sovrapponibili a quelle attuali della Lega. La Forza Italia di oggi rappresenta un tradimento totale della parte migliore del berlusconismo.

    .) Meloni: la sua capacità di mantenere consenso e credibilità è imparagonabile a quella di qualsiasi altro politico attuale (e fa purtroppo male il paragone con il Sen. Salvini). Questo, insieme alla cautela dimostrata in questi 3 anni, spiega il consenso attuale. Ma non so quanto reggerà ancora: con una cautela eccessiva, rischia di giocarselo.

    .) Lega: è il partito più in grado (di gran lunga) di leggere la realtà e prevedere il futuro. Lo è stato in passato e lo è, oggi, anche per merito del Sen. Salvini. Forse esagero, ma tremo a immaginare come sarebbe oggi la situazione dell'Italia se non ci fosse stata la Lega.

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    1. Avrei parecchi dubbi sulla effettiva validità politica di Berlusconi ( la Meloni mi sembra parecchio meglio).
      Entrambi comunque hanno sfruttato moltissimo la presenza de "l' attivismo " leghista per raggiungere il potere e dare un senso politico alla propria gestione dello stesso.
      Ma per la lega tale "partenariato" non è stato mai altrettanto vantaggioso; ogni volta la Lega "scuote gli alberi" ma altri "raccolgono i frutti"😠
      E su questo per me bisognerebbe fare un po' di riflessione.

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    2. Il problema di certe affermazioni non è solo che sono false, ma che vengono fatte con una sicumera quasi mistica.
      La Lega sarebbe il partito più capace di leggere la realtà e prevedere il futuro? Se così fosse, dovremmo vedere una forza politica capace di anticipare i problemi e risolverli con coerenza.
      Invece, abbiamo assistito per decenni a un partito che si è mosso come una banderuola: prima secessionista, poi nazionalista; prima europeista, poi anti-UE; prima di lotta, poi di governo (e poi di lotta di nuovo, ma senza lasciare il governo).
      Insomma, più che preveggente, la Lega è maestra nell’arte della sopravvivenza politica.
      E il suo leader? Per qualcuno è il salvatore dell’Italia, per altri il più grande esperto di autogol della politica recente. Il suo capolavoro resta la sceneggiata del Papeete, ma non è stato da meno nella genuflessione ai "pieni poteri" di Draghi, fino alla gestione da comparsa nell’attuale governo. Se c’è una cosa che la Lega ha dimostrato con costanza, è la capacità di raccontarsi come forza rivoluzionaria mentre si adegua perfettamente al sistema che dice di combattere.
      Ma la perla più surreale è l’idea che senza la Lega l’Italia sarebbe un disastro. Domanda: in che modo concreto la Lega ha migliorato il Paese? Dove sono le riforme epocali, la crescita economica, la ritrovata sovranità nazionale? Il federalismo, per cui la Lega nacque, è rimasto lettera morta. Il Nord, che doveva essere il cuore della sua azione, non ha visto alcun beneficio tangibile. Il Sud, dopo anni di insulti, oggi viene blandito con promesse vuote.
      Dunque, prevedere il futuro? La Lega ha sempre previsto solo una cosa: la necessità di reinventarsi per restare a galla. Ma i giochi di prestigio non durano per sempre: prima o poi il pubblico si accorge che il mago ripete sempre gli stessi trucchi. E smette di applaudire.

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    3. ***Domanda: in che modo concreto la Lega ha migliorato il Paese? ***
      Ha sollevato la discussione sugli errori/tradimenti altrui che lo hanno affondato.
      Ma per evitare quel affondamento ci voleva ben più che essere minoranza di governi altrui.
      Ad esempio se Conte e il suo ministro de l' economia imposto dal "re del colle" avessero tenuto fede al voto parlamentare sul MES, il governo giallo-verde, l' unico governo realmente "popolare" di questa infame "seconda repubblica", non sarebbe mai caduto

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    4. Suvvia, Prof, Lei che fa parte dell’intelligencija certe cose le sa bene. D’altronde, si sa: la cagreda non olet..
      Il punto non è chi esce da quale corpo, ma chi si lascia abitare da certe illusioni.
      La Lega come forza lucida e preveggente è una narrazione che regge solo finché si evita di guardare i fatti. Ma lo sappiamo, tra un’analisi e una battuta da social, a volte è più comodo scegliere la seconda.. ✌️

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    5. Ecco, chi scrive un messaggio del genere è un ottimo esempio di chi non ha capito nulla della Lega. Eppure le dichiarazioni fatte negli anni passati, da Bossi a Garavaglia a Giorgetti, sono tutte lì, e chi segue l'On. Bagnai le conosce bene. Ti direi di andare ad ascoltarle, ma probabilmente continueresti a non capire nulla.

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    6. P.S. La Lega (e Salvini) sono talmente adeguati al sistema da essere l'unica (sì, l'unica) forza politica attaccata dal sistema in tutte le sue articolazioni, partendo dal vertice cioè da colui che non si può nominare. Ma son sicuro che per te questo dimostra solo che sono dei gheitchiiper!1!!

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    7. Caro forestiero, visto che fai lo sforzo di adeguarti a un registro di comunicazione "alto", vorrai anche fare lo sforzo di abbassarti a considerare i fatti. Nel 2011 Garavaglia aveva ragione sull'austerità. Nel 2020 Zanni aveva ragione sul MES. Come te lo spieghi? Vederti inanellare petizioni di principio non ci aiuta a considerarti un interlocutore dignitoso. Vuoi sapere come la Lega ha aiutato il Paese? Vincendo la battaglia contro la riforma del catasto e contro quella del MES, ad esempio. Vuoi la dimostrazione che non siamo una forza organica a "i poteri forti", come sostieni nel tuo allucinato delirio complottista? Basta guardare quanto i media di regime ci danno addosso, sempre a noi, solo a noi. Quasi quanto i fatti ci danno ragione. Occorre altro?

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    8. Prof, buongiorno! Eccomi, ho visto ora il messaggio. Poi, comunque, ieri avevo judo… mi perdonerà se solo ora riesco a risponderle.
      Di certo non sarò io a difendere il MES. Però ecco, potrei rilevare senza pretesa alcuna che più che una vittoria concreta, il suo blocco è stata una battaglia ideologica, uno scontro di bandiera privo di risvolti pratici. Nessuno obbligava l'Italia a utilizzarlo, ma tenerlo a disposizione avrebbe potuto offrire una garanzia in caso di necessità. La verità è che la Lega si è opposta non perché avesse un’alternativa migliore, ma perché era più comodo fare propaganda su un tema impopolare piuttosto che affrontare seriamente il nodo della stabilità finanziaria.
      E sulla riforma del catasto? Anche qui, la Lega – per il suo tramite – si vanta di aver bloccato tutto, ma senza proporre nulla. Peccato che si tratti di un settore che necessiterebbe di una riforma, e che il sistema attuale sia pieno di distorsioni: a livello della determinazione del reddito, l’attuale sistema delle rendite catastali genera forti incongruenze, che in media favoriscono chi ha di più rispetto a chi ha di meno. A cascata, il disallineamento delle rendite catastali crea anche un secondo problema, incidendo su altre imposte e sui criteri di accesso a determinati benefici. Dov’è, allora, il successo nel mantenere in piedi un meccanismo obsoleto e iniquo? Rivendicare un risultato del genere non è una prova di lungimiranza politica, ma un esempio lampante di miopia: un conto è opporsi a nuove tasse, un altro è difendere un sistema che avvantaggia alcuni a scapito di altri.
      Insomma, professore, se questi sono i grandi successi della Lega, mi viene il sospetto che il problema non siano i poteri forti, ma l’assenza di una visione politica che vada oltre il giorno dopo.
      E veniamo a Garavaglia, che sembra un Napolitano post litteram: ripete con decenni di ritardo critiche già sentite, ma senza la coerenza di chi almeno provava a mantenere una linea di pensiero. Napolitano, quando Andreotti aderì allo SME, si scagliò contro la rigidità del sistema valutario, paventando il rischio di un’Italia strangolata da vincoli monetari troppo stretti. Era una posizione battagliera, che all’epoca aveva un suo senso. Peccato che, qualche decennio dopo, sia stato proprio lui – ormai nelle vesti di garante dell’establishment – a benedire l’ingresso nell’euro senza battere ciglio. Un’evoluzione che, a voler essere indulgenti, potremmo definire pragmatica, ma che più realisticamente somiglia a una smentita in piena regola.
      E Garavaglia? Stesso schema, ma senza il peso di una vera storia politica. Ripropone tesi già sentite, senza la profondità dell’analisi e, soprattutto, senza dover rendere conto di alcun cambio di rotta, perché il suo unico obiettivo non è proporre un’alternativa, ma semplicemente posizionarsi contro.
      Insomma, Garavaglia è una versione sbiadita di quel modello, priva persino della coerenza necessaria a smentire sé stesso: non un visionario, ma un semplice ripetitore di idee altrui, e il suo intervento non era altro che un espediente politico per ritagliarsi un ruolo di opposizione. La riprova? Basta guardare all’azione della Lega quando è stata al governo: lo stesso partito che per anni ha tuonato contro la legge Fornero, una volta al potere l’ha lasciata esattamente dov’era.
      Se questo è il metodo, allora il MES e il catasto non sono battaglie vinte, ma semplici alibi per mascherare l’incapacità di trasformare la propaganda in risultati concreti. Più che una forza di governo, la Lega sembra ormai un partito specializzato nel creare nemici, anziché risolvere problemi.

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    9. Addendum.
      A fronte delle prevedibili eccezioni che potrebbero essere sollevate, ritengo opportuno integrare alcune considerazioni per prevenire contestazioni infondate e mantenere il dibattito su un piano razionale e basato su dati oggettivi.
      1. SUL MES: IL PRETESTO DEL VINCOLO ALLA SOVRANITÀ
      Obiezione prevedibile:
      "Il MES, anche se non obbliga l’Italia a ricorrervi, costituisce comunque un vincolo alla sovranità economica e un rischio di commissariamento."
      - Il MES non impone alcun obbligo di utilizzo, e la riforma che la Lega ha osteggiato non introduce nuove condizionalità, ma si limita a rafforzare il ruolo del fondo come strumento di gestione delle crisi bancarie.
      Il presunto “commissariamento” è una narrativa fuorviante: il MES non ha mai imposto misure economiche a nessun paese senza una richiesta esplicita da parte dello stesso.
      La Spagna, che ha ricevuto aiuti nel 2012 per il settore bancario, non è mai stata sottoposta a vincoli di bilancio esterni, e anzi, ha migliorato la propria posizione finanziaria grazie a un rapido abbattimento dello spread (da oltre il 7% al 3,8% in due anni, BCE 2013).
      Il rifiuto ideologico del MES ha privato l’Italia di una possibile rete di sicurezza, senza offrire alternative concrete per la gestione di eventuali crisi finanziarie future.
      2. SULLA RIFORMA DEL CATASTO: LA FALSA EQUAZIONE TRA REVISIONE E AUMENTO DELLE TASSE
      Obiezione prevedibile:
      "La riforma del catasto avrebbe inevitabilmente portato a un aumento delle imposte sugli immobili."
      - La riforma catastale proposta non prevedeva automaticamente un incremento dell’imposizione fiscale, ma mirava a ridurre le distorsioni nella distribuzione del carico fiscale.
      Oggi, chi possiede immobili in aree di pregio paga tasse su valori catastali sottostimati anche del 40%, mentre chi ha immobili in zone periferiche spesso paga su valori sovrastimati (ISTAT 2020).
      Un adeguamento del catasto senza modificare le aliquote avrebbe semplicemente redistribuito il carico fiscale in modo più equo, senza incidere sulla pressione fiscale complessiva.
      L’opposizione alla riforma non ha difeso i contribuenti da nuove tasse, ma ha conservato privilegi per alcuni a scapito di altri.
      3. SULL’AZIONE DI GOVERNO DELLA LEGA: LA CONTRADDIZIONE TRA PROMESSE E RISULTATI
      Obiezione prevedibile:
      "La Lega ha cercato di mantenere le sue promesse, ma è stata ostacolata da vincoli europei e alleati di governo."
      - Se fosse vero, ci si aspetterebbe almeno un tentativo concreto di attuazione di quelle misure che la Lega ha sempre sbandierato come essenziali.
      Invece:
      Quota 100, presentata come superamento della Fornero, è stata una misura transitoria senza effetti duraturi, costata 11 miliardi in tre anni (MEF, 2022) e con impatti occupazionali minimi.
      Flat Tax, promessa come rivoluzione fiscale, è rimasta solo sulla carta, perché priva di una copertura finanziaria realistica (FMI stima un buco di bilancio tra 40 e 50 miliardi annui).
      Legge Fornero: dopo anni di proclami sulla sua abolizione, la Lega ha governato due volte e non l’ha toccata.
      Conclusione:
      Il problema non è che la Lega sia stata ostacolata, ma che ha sempre preferito mantenere le sue promesse su un piano propagandistico, senza mai tentare di tradurle in realtà.
      4. SU GARAVAGLIA E LA RETORICA ANTI-EURO: IL PARAGONE CON NAPOLITANO
      Obiezione prevedibile:
      "Garavaglia non ripete slogan, ma evidenzia problemi reali dell’euro, che persistono nel tempo."
      - È vero che l’euro ha creato squilibri tra paesi del nord e del sud Europa, ma chi propone queste critiche deve anche indicare una soluzione praticabile.
      Se la Lega avesse una strategia seria di uscita dall’euro, avrebbe già dovuto:
      Definire tempi e modalità di transizione.
      Affrontare il nodo del debito denominato in euro.
      Prevedere misure per evitare una fuga di capitali.
      Nulla di tutto ciò è stato mai presentato: l’unico obiettivo della retorica anti-euro è mantenere uno sfogo propagandistico, senza impegnarsi in una proposta alternativa concreta.

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    10. CONCLUSIONE Generale.
      Il blocco del MES e della riforma del catasto non sono vittorie politiche, ma occasioni mancate, e la Lega ha dimostrato di preferire lo scontro ideologico alla costruzione di soluzioni reali. Se il dibattito vuole restare serio, si attendono non slogan, ma dati e proposte alternative concrete.

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  14. Non ho visto i manifesti dell' evento che si è svolto nella mia città e mi rammarico di non aver potuto salutarla di persona.Io ho molti motivi per non essere moderato :nel 2009 andavo alle primarie pd che nel 2011vota la legge fornero(un danno per me essendo del 1956)nel 2015 vota il bail in (avevo qualche risparmio in obbligazioni Banca Marche) e il job act(3 anni dopo a 62 anni mi licenziarono con una telefonata):Non sono più andato alle primarie pd ...Alle politiche del 2018 votai alla camera Lega e al senato M5S e il governo gialloverde fu il primo e unico governo nel quale mi sono riconosciuto che aveva un difetto enorme :un primo ministro scappato fuori non si sa da dove e un ministro dell' economia Ue friendly ,cioè a me e a quelli come me, ostile.

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    1. Sei la plastica rappresentazione di ciò che disse Gunther Oettinger (commissario europeo) nel 2018: "I mercati insegneranno agli italiani a votare". Spero che la lezione sia bastata.

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    2. Gilberto caro e stimato: se mi segui seguimi. Credo di aver messo sui social la locandina. Se non l'ho fatto mi scuso, ma ti assicuro che non hai perso niente.

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  15. Un pet non tramonta mai è un utile idiota pericoloso e nella storia ci sono sempre stati...

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  16. Certo, un tempo il blog era frequentato da personaggi animati da un vero spirito critico, capaci di confrontarsi senza paraocchi. Ora, invece, sembra più un luogo di culto nell'ora dell'omelia, con fedeli intenti ad annuire in silenziosa devozione mentre si recita il dogma del giorno. Forse mi conviene stancarmi e abbandonare, come mi aveva saggiamente consigliato lei, Prof... Dopotutto, non vorrei disturbare la funzione! 🤗

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    1. Scusa, ma mi stai dicendo che tu non sei un personaggio dal pensiero indipendente e privo di paraocchi?

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    2. Prof., mi piacerebbe, ma purtroppo ogni tanto inciampo nel dubbio e metto in discussione le verità rivelate. Un difetto su cui sto ancora lavorando..

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    3. Ma scusa, perché mai un apostolo quale tu sei del pensiero critico non dovrebbe inciampare nel dubbio? È esattamente quello che ci si aspetta da lui.

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    4. Prof, guardi, capitare qui ogni tanto non credo faccia di me un devoto del blog, o almeno non tanto devoto da scambiare questo spazio per un luogo di culto. Quanto all'apostolo del pensiero critico, a parte l'ossimoro, suggerirei di far comprendere meglio il concetto ai suoi discepoli, rectius, followers..

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    5. Quindi, per farla breve, perché alla fine poi diciamo che uno si stanca, la sintesi è che anche se ti credi sto cazzo, e a noi piace che tu lo creda, ritieni che la tua presenza qui non sia sufficiente da caratterizzare questo blog come un forum aperto a tutte le opinioni.insomma hai al tempo stesso una opinione troppo alta e troppo bassa di te. Come dice il tuo ispiratore: fai pace con il tuo cervello e decidi che cosa vuoi essere. Vuoi essere un interlocutore e quindi argomentare, e quindi legittimare questo luogo come un luogo di dialogo, o vuoi essere semplicemente un teppistello del cazzo come il tuo ispiratore e continuare con queste schermaglie sterili? La scelta è a te.

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  17. Visto che il "moderatismo è tramontato" o s'accinge al tramonto, mi permetta un intervento lievemente polemico riguardo a quanto dichiarato in questo suo video. Detto per inciso, io non seguo mai persone che non stimolino, in qualsiasi direzione, il mio senile intelletto. Lei afferma che la Repubblica italiana del dopoguerra sia stata costruita (anche o solo?) grazie ai residui istituzionali (non eliminati od eliminabili) del precedente regime fascista, mentre io - mi conceda il pregio della sintesi - reputo che ciò sia avvenuto nonostante tali residui, che di fatto hanno dissipato l'esperienza rivoluzionaria - unica nella storia d'Italia, considerando la trasversalità del coinvolgimento di classe - che all'epoca ebbe luogo per mezzo della ribellione al regime fascista. Poi si epurarono i comunisti al posto dei fascisti, i partigiani al posto dei criminali di guerra, ed è pacifico che i maggiori beneficiari di tale andazzo furono i fascisti, che a distanza di 82 anni tengono ancora il busto del Duce in casa versandovi sopra burro fuso in segno d'adorazione. Questo dal punto di vista prettamente storico, poiché io son prammatico.
    P.S. Lei continua a definire sinistra qualcosa che io definisco escremento liberista.
    P.P.S. Immagini di trovarsi dopo 10, 20, 30 o 80 anni con persone che affermassero: "In fondo l'Unione Monetaria Europea non era male. Ha fatto anche cose buone!". So che ad entrambi, visto che siamo nati nello stesso decennio, tale tortura sarà risparmiata, od almeno me lo auguro per me stesso.

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    1. Gentilissimo,

      tu che sei qui da poco potresti non aver focalizzato il fatto che con i puri e duri, soprattutto se della specie saccente e analfabeta funzionale, mi ci netto le terga (e ne è disseminato il pluriennale percorso di questo blog). Mi fa abbastanza sorridere che tu venga a spiegare a me che cosa sia la sinistra e mi domando dove fossi quando io lo spiegavo a lei sul manifesto, e mi fa abbastanza piangere che invece di leggere i cazzo di libri che raccomando di leggere nelle mie dirette tu venga qui a sproloquiare in base alle tue pur condivisibilissime posizioni politiche. Il mondo non è quello che vogliamo noi, il mondo è quello che vuole lui, e chi ha letto un libro solo secondo me difficilmente può apprezzarne la complessità. Se a te piace credere che nel 1945 la "parte migliore della nazione" ha vinto la guerra grazie a quel simpatico dispositivo elettrico chiamato "resistenza" e con le sue forze sane e prive da influenze esterne ha ricostruito l'Italia più bella e più gloriosa che pria (bravo! Grazie!) fai pure. Petrolini faceva ridere, tu no. Noi qui pensiamo che l'Italia sia stata fatta come l'Europa dall'intelligence della potenza vincitrice, con l'aiuto non determinante ma significativo della mafia e dei fascisti, e abbiamo qualche fonte a supporto. Ti auguro che ti siano risparmiate tutte le torture da cui desideri preservarmi.

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    2. «tu che sei qui da poco»

      Mi permetta di farle notare che, se non definisce il termine "poco", ciò potrebbe contraddire altri suoi post - invero temporalmente non troppo distanti - in cui cita esattamente i miei primi interventi. Riguardo al sorriso, mi riservo quello sempre enigmatico del κοῦρος e all'appunto sui libri da leggere, posso tranquillamente affermare - può controllare nei miei post precedenti - non solo che l'ho letto, ma che la mia bibliografia comprendeva anche testi non compresi nel testo di Benini e Scotti (sicuramente libro che vale la pena d'esser letto) - da lei menzionato (per carità, ognuno fa il proprio lavoro e legge in base alle proprie esigenze). In ultimo: a me non piace credere (qualsiasi cosa), e tantomeno credo che "la parte migliore della nazione" abbia vinto una guerra. Semplicemente credo che la guerra non sia mai finita, perché una parte di questa nazione non ha mai ammesso d'averla persa ed anzi, ciò che si rimprovera all'italiano medio odierno - ovvero la sua subalternità (od auto-razzismo) alle politiche €uropee - derivi appunto - almeno in parte - dal fascismo (l'OVRA potrebbe essere un buon punto d'inizio per un approfondimento sociologico). "Noi", cioè lei, pensa che "l'Italia sia stata fatta [...] dall'intelligence della potenza vincitrice, con l'aito [...] della mafia...". E così è stato, ma se si rileggesse con più calma il mio post precedente come io leggo lei per apprendere e per polemizzare sempre e solo al fine d'apprendere, noterebbe che quanto lei dice non è estraneo - senectus permettendo - alle mie conoscenze storiche, seppur vaghe in quanto laureato in - lo ripeto! - Fisica. Per quanto riguarda il «Ti auguro che ti siano risparmiate tutte le torture da cui desideri preservarmi.», io un colpo in canna cal. 9 per suicidarmi lo mantengo sempre - sa, è una delle poche libertà che, come i partigiani, ancora mi posso permettere per non cadere prigioniero - magari di semplici schemi mentali. P.S. Ma a proposito, perché stiamo litigando? Vi è forse una ragione specifica par tale malanimo? Per me polemizzare significa solo che quando qualcuno, dialetticamente, mi propone degli assunti sono libero di accettarli o meno. Poi la discussione dialettica evolverà di conseguenza. O mi hanno insegnato male il concetto di dialettica (perlomeno platonico/socratica)?

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    3. Addenda: Lei ha eluso, nella sua replica, di rispondere al mio P.P.S. i.e. : Immagini di trovarsi dopo 10, 20, 30 o 80 [omissis]. Se si fosse immedesimato con un qualsiasi partigiano (aka ribelle), magari avrebbe meglio inteso (oppure ho frainteso io la sua risposta?) il mio obiettivo polemico.

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    4. P.P.P...(S)...non mi rammento a che livello di Post Scriptum sono arrivato, ma una domanda continua a frullarmi per la mente: Lei era sicuro che le persone a cui si rivolgeva sul "il Manifesto" fossero ancora di sinistra? E soprattutto, è sicuro che quelle stesse persone condividessero i valori per cui una generazione nata, cresciuta ed educata sotto il fascismo s'oppose e si ribellò ad esso? Perché se non si comprende quel gesto storico è inutile parlare di fascismo ed antifascismo - anzi, è inutile parlare di storia ed è inutile fare politica!

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  18. Mi permetto sommessamente di offrire un contributo alla riflessione, cercando di mettere a fuoco un aspetto che, a mio avviso, rimane in parte sullo sfondo.
    Si è giustamente evidenziato come l’Italia repubblicana sia nata da un compromesso tra le forze residue del regime precedente e le esigenze della potenza vincitrice. Si tratta anche secondo me di una lettura storicamente solida: la Resistenza ha avuto un'importanza politica e morale indiscutibile, ma il suo impatto effettivo fu molto ridimensionato dalla realtà dei rapporti di forza. Numericamente coinvolse solo una parte della popolazione, mentre il quadro istituzionale e burocratico rimase in larga parte intatto, rendendo inevitabile un processo di transizione più che di rottura.
    A partire da questa constatazione, mi chiedo: fino a che punto lo stesso schema interpretativo può essere applicato all’ingresso nello SME, nell’UE e infine nell’euro? Se accettiamo che la nascita della Repubblica sia stata più il frutto di necessità che di pura volontà politica, possiamo dire lo stesso delle scelte economiche compiute tra gli anni ’70 e ’90?
    Il punto non è sostenere che un processo di eterodirezione giustifichi il successivo, né negare l’esistenza di margini decisionali. Tuttavia, considerando il contesto del 1992 – tra crisi valutaria, perdita di credibilità finanziaria e crescente esposizione ai mercati globali – era davvero praticabile un’alternativa sostanzialmente diversa rispetto a quella perseguita?
    A questo proposito, credo sia utile riflettere anche sulla retorica del what if, spesso implicita nei giudizi su queste vicende.
    Forse il vero nodo da sciogliere non è tanto l’adesione in sé all’UE o all’euro, quanto piuttosto la capacità – o l’incapacità – di negoziare condizioni più favorevoli e di attrezzarsi per gestire al meglio i vincoli imposti. D’altra parte, i conti si fanno sempre coll’oste.
    Ed è proprio qui che la politica economica italiana ha mostrato, forse più che altrove, i suoi limiti strutturali.

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