venerdì 14 marzo 2025

Due slides…

… dalla presentazione di domani, dove mi dicono che nell’aria si avvertirà la metaforica fragranza del prosecco tiepido e del lompo rancido (e io naturalmente porterò, a nome vostro, una parola di moderazione, di quella moderazione che, come è noto, ci fa tanto crescere nel consenso).

Una è questa:


Niente di particolarmente originale, ma qualcosa che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ignora, il che non le preclude il diritto all’elettorato passivo e soprattutto a quello attivo.

Un’altra è questa:


E questa probabilmente è un po’ più criptica. Fatto sta che la produzione industriale della Germania sembra muoversi insieme alla domanda di prodotti tedeschi da parte dei mercati del sud dell’Eurozona. Potremmo chiamarla la slide del ramo segato. Poi, con un minimo sforzo di immaginazione, facendo appello a un minimo di capacità di astrazione, potremmo immaginare di chiamare Germania il mitologico Nord dei ceti produttivi (aka prosecco tiepido), e il resto lo lascio immaginare a voi.

Il succo del discorso è che proprio perché vediamo quanto sia stato grande l’errore commesso dalla Germania nel distruggere il suo mercato di sbocco naturale, cioè il mercato unico, cioè il mercato interno dell’eurozona, dovremmo stare molto attenti a non commettere qui in Italia lo stesso errore, distruggendo il mercato interno italiano. Non dovremmo, o meglio non avremmo dovuto, trovarci di fronte al crollo di un importante mercato estero, quello tedesco, così come la Germania si è trovata ad affrontare la chiusura dei suoi mercati di sbocco esteri (Stati Uniti, Regno Unito, Russia, Cina) dopo aver bucato il salvagente del mercato interno (quello unico).

Tutto qua.

Con tutto il rispetto e tutta l’umiltà possibile: secondo voi, in una sala di 300 persone, da quanti riuscirò a farmi capire? Ma soprattutto: quanto è importante riuscire a farsi capire? Perché in fondo noi una cosa dovremmo averla capita, almeno una: la nostra libertà dipende molto meno dalla nostra capacità di far capire le nostre ragioni che dall’incapacità degli altri di comprenderle. Le illusioni illuministiche le abbiamo deposte, contiamo sulla capacità della storia di fare il lavoro sporco e faticoso al posto nostro, utilizzando la sua capacità persuasiva, quella che ci ha regalato i trent’anni gloriosi, e anche i settant’anni di pace. Poi, naturalmente, siccome siamo tutti animati da spirito agonistico, continueremo ad impegnarci pensando di essere migliori dei tanti che ci hanno preceduto, e che non sono riusciti, come non riusciremo noi, a evitare che le cose vadano come devono andare.

Good night and good luck!


21 commenti:

  1. Risposte
    1. Splendide mendax, non sei l’unico/a ad avere molta paura. Siamo in tanti ad averne ed è anche per questo che siamo qui. Ora, a dire il vero il padrone di casa non è MAI stato particolarmente ottimista riguardo alla possibilità di riuscire ad evitare il QED finale, anche se sono certo che sarebbe felicissimo di sbagliarsi, per una volta. Ciò detto, se davvero un conflitto è l’unica forma di inevitabile catarsi, atta a restituire a ciascuno il ruolo che merita, nella Storia (sto pensando ad esempio alla magnifica piazza europea di ieri, talmente europea che si trattava di un evento NAZIONALE, in altri paesi era un giorno qualsiasi…), questa inevitabilità è tale da sempre. Quindi, perché preoccuparsene adesso? Dicendo ciò, la postura etica che ho in mente è la stessa cui si riferisce anche Enrico Pesce, poco sotto, citando Seneca. La sole due cose giuste da fare sono: i) continuare a lottare, per lo più sostenendo chi ci rappresenta e ii) iniziare a prepararsi per affrontare a testa alta l’inevitabile, nel modo migliore per noi e per i nostri cari. Senza lasciare il passo a panico e sconforto. Ad maiora semper.

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  2. Penso avrà bisogno di tanta fortuna Prof. Come spiegato da lei molte volte dalla crisi se ne esce solo con l'intervento dello stato ...la cui presenza in economia era di una grande importanza..come ha spiegato il da me già citato Filippo Burla nel suo, e non mi stufo mai di citarlo, bel libro "Tornare potenza". Ma se lei porterà il discorso su questa tematica gli astanti la guarderanno smarriti ed increduli dopo anni di lavaggio del cervello con casta cricca e corruzione a cura dei no terzo mandato e con costi e lacci all'economia e l'uso della tipica espressione baraccone pubblico a cura dei pet moderati a guinzaglio della causa liberista. Quindi non avranno lo spirito critico per capire che avere grandi player nazionali controllati dallo stato consente in qualche modo di avere un'arma in più per assorbire gli shock economici e che il vero ostacolo è la normativa sugli aiuti di stato e quindi la UE. Ma affrontare la realtà, svegliarsi e comprendere che il fogno europeo è diventato un incubo e affrontare la realtà prendendo in mano il nostro destino costa fatica anche solo di pensiero.

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    1. ...e comprendere che il FOGNO europeo.." Ahh, Freud....ma prima di lui come si diceva freudiano?

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  3. La prima slide fa veramente impressione.
    Oggi siamo al minimo di disoccupazione come nel 2007, ma con 200.000 bambini nati in meno ogni anno!
    Effetto del calo dei redditi.

    Forse si potrebbe aggiungere al grafico un parametro che lo facesse vedere.
    Comunque è davvero eclatante.

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    1. Però è piuttosto eloquente nella sua semplicità. All'aumentare del tasso di disoccupazione - e non il cambiamento delle abitudini, stili di vita, filosofie eccetera - nove mesi dopo calano le nascite.
      Chissà se qualcuno ha capito davvero il problema?

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    2. Sì, è vero. Siamo nell'ambito delle scienze sociali, ma a volte le variabili hanno andamenti correlati come nelle leggi della fisica. Impressionante.

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  4. che gli ignoranti siano per loro natura scettici lo ha dimostrato un paio di migliaia di anni fa un illustre Signore che dovette fare bei numeri per convincerli; la seconda considerazione è questa: se la competizione postdaziale è sana, la vittoria o la sconfitta dipendono dalle forze in campo, se invece la gara è truccata vincerà sempre e solo uno, come la germania ha dimostrato. Io confido nel brand made in Italy e nelle capacità della nazionale italiana al governo

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  5. Ognuno di noi è artefice della propria sorte.

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    1. Propendo piuttosto per "Ducunt volentem fata, nolentem trahunt". E, per consolare l'onorevole, in questa prospettiva interpretare i fata e prevederli è un po' guidarli, pur essendone guidati, è avere con loro un'amicizia particolare.

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    2. 👏 saetta prevista vien più lenta

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    3. Enrico, ti rammento che in latino avevo 3 ☺️

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  6. In tutta onestà e sperando di essere d'aiuto metto a disposizione la mia ignoranza: non sono certo di aver capito il nesso fra il secondo grafico e quello che scrivi a partire dal riquadro tratteggiato giallo.
    Le importazioni PIIGS crescono mentre la produzione tedesca torna a scendere: significa che dovremmo evitare che torni a scendere anche la nostra (consumi interni, suppongo), per aiutare la Germania a riprendersi?
    Ossia, far funzionare, in qualche modo il mercato unico?
    Se il senso è questo, ammesso che i tedeschi mantengano aumento investimenti (cosa che avrebbero sempre dovuto fare) sarebbe sostenibile per noi, dentro l'eurozona? E per quanto tempo, prima che si invertano di nuovo i ruoli con il ripristino del solito atteggiamento predatorio?
    Insomma, non ho capito.
    Paolo

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  7. Il principe Andréj, da quel solo breve incontro con Pfull, in grazia dei suoi ricordi di Austerlitz, si fece di lui un’opinione ben chiara. Pfull era uno di quegli uomini inguaribilmente, immutabilmente sicuri di sé fino al martirio, come possono esserlo soltanto i tedeschi, precisamente perché nei tedeschi la sicurezza di sé è basata su un’idea astratta: la scienza, cioè la presunta. conoscenza di una verità assoluta. Il francese è sicuro di sé perché si crede irresistibile e affascinante in tutta la sua persona, intellettualmente come fisicamente, per gli uomini come per le donne. L’inglese è sicuro di sé perché è cittadino dello Stato del mondo meglio ordinato e perciò, come inglese, sa sempre quel che deve fare e sa che quanto fa, nella sua qualità d’inglese, è senza dubbio ben fatto. L’ italiano è sicuro di sé perché si agita e dimentica facilmente sé e gli altri. Il russo è sicuro di sé proprio perché non sa e non vuol saper nulla, perché non crede che si possa saper qualche cosa. Il tedesco è sicuro di sé peggio di tutti, più fermamente di tutti e più antipaticamente di tutti, perché s’immagina di conoscere la verità: la scienza che egli stesso ha inventata, ma che per lui è la verità assoluta.

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  8. Nella seconda slide io vedo dal 2022 divergere le due spezzate. Ora noi sappiamo cosa sia successo nel 2022 e quanto "bene" essa abbia fatto alla " produzione tedesca" e alle "importazioni PIGS" ma credo che la cosa dovrebbe essere spiegata bene agli "amanti del prosecco tiepido".

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  9. Temo che il problema non sia capire, ma voler capire. L'Europeismo a tutti i costi, che per alcuni è solo questione di interessi personali, nella maggioranza dei casi, vuoi per conformismo vuoi per costante propaganda, è semplicemente diventato parte della precomprensione della realtà, alias a priori della visione di mondo, venendo meno la volontà di interrogarsi sulla sua verità. Un po' come il deus vult medievale. Purtroppo questi a priori vengono giù solo quando viene giù il mondo che si fonda su di essi. Detto questo, i grafici secono me sono chiari, come purtroppo è chiara l'acqua della fontana cui viene portato il proverbiale cavallo.

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  10. Comunque nessuno ha subito il lutto? Il lutto dell ambientalismo, della salute a tutti i costi, che stride con il bellicismo (si sa che la guerra uccide, forse peggio del COVID) dell accoglienza a tutti i costi finita, a favore dell odio verso "i russi" ( "il diverso" non è più ricchezza?)cioè si cambia impianto ideologico così facilmente? Qualche turba la potrebbe portare no?
    A questo punto secondo me il ruolo del sovranismo (che potrebbe essere un impianto ideologico anche esso e quindi avere limiti di rigidità) dovrebbe essere quello di portare soluzioni, non moderatiste, non "famo la rivoluzione"ma soluzioni.. Poi come concretizzarle spetta al Bagnai 🙏

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  11. Hanno applaudito molto. Poi recupero il video e ve lo passo qua.

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  12. Più che da agonismo, sulle tematiche economiche, penso di essere spinto maggiormente da misericordia verso familiari e colleghi piddini.

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  13. Come interpretiamo il fatto che dal 2014, nonostante la riduzione del tasso di disoccupazione, la natalità continua a calare con lo stesso ritmo degli anni precedenti? Forse all'aumento degli occupati non corrisponde un reale aumento della quota salari, dato che l'occupazione è fatta da tanti precari, part-time involontari, cassa-integrati e lavoratori anziani che non riescono ad andare in pensione. Dal calo della produzione industriale inarrestabile da circa 2 anni, cosa dobbiamo aspettarci in termini di occupazione futura? Anche perchè gli anziani comunque prima poi in pensione ci arriveranno e i cassa-integrati probabilmente in buona parte saranno nuovi disoccupati. O speriamo di assumerli tutti nell'esercito e nelle industrie belliche?

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