L'Europa ha dimensioni ottime per uno Stato? Probabilmente no. L'"Europa" (intesa come l'insieme dei membri dell'Eurozona) non sarà mai uno stato nazionale, ma potrebbe diventare qualcosa di simile a uno stato federale. Molti sostengono (correttamente) che una qualche forma di unione politica sia necessaria per rendere sostenibile l'unione monetaria. Altri sostengono la linea più netta secondo cui l'unione monetaria è semplicemente un passo verso il vero obiettivo: l'unione politica europea. Direi che questo obiettivo è antistorico. Nel 1946 al mondo c'erano 74 paesi, e oggi sono 192. Più di metà di questi paesi sono più piccoli del Massachusetts. Nel 1995 87 paesi avevano meno di cinque milioni di abitanti.
Le dimensioni ottime di un paese possono essere concepite come il risultato di un compromesso. Da una parte, i paesi piccoli hanno il vantaggio di un basso grado di conflittualità e di una relativa convergenza delle preferenze. Dall'altra, i grandi paesi hanno diversi vantaggi, fra cui annoveriamo le economie di scala nella fornitura di beni pubblici, la protezione dagli shock esterni, e le dimensioni del mercato. Tuttavia, a mano a mano che il mercato diventa più aperto, uno dei principali benefici dell'essere un grande paese diventa molto meno importante. Un paese non deve essere grande per aprirsi al mercato. Quindi la tendenza verso la riduzione delle dimensioni medie di un paese è perfettamente comprensibile in un ambiente di liberalizzazione del commercio. Perché mai un paese dovrebbe volersi rinchiudere in un'unione politica quando potrebbe essere piccolo, beneficiare di libertà di indirizzo politico, e commerciare pacificamente con resto del mondo? Non c'è bisogno di integrazione politica se c'è integrazione economica. L'integrazione economica dovrebbe procedere di pari passo col separatismo politico, come ho argomentato con Enrico Spolaore e Romain Wacziarg. L'Europa sta andando nella direzione opposta.
[...]
L'unione monetaria è utile per garantire la pace in Europa? Si dice spesso, sia nei media sia in ambito scientifico, che i costi e benefici dell'unione monetaria sono banali in confronto con l'autentico vantaggio politico dell'Unione Europea: quello di impedire conflitti militari distruttivi come quelli che condussero alle due Guerre mondiali. Questo argomento non mi sembra convincente ed è probabilmente errato. Si potrebbe anche argomentare che in effetti la probabilità di tensioni conflittuali rischi di aumentare se diversi paesi sono costretti a coordinare le loro politiche e a cercare compromessi su vari temi a causa di una unione monetaria non necessaria. Un sistema di libero scambio, accompagnato dall'indipendenza nazionale nella scelta dell'indirizzo politico, potrebbe essere più appropriato per promuovere interazioni pacifiche. Come minimo, questo ragionamento è tanto convincente quanto il suo opposto. Vorrei anche notare che considerando gli ultimi vent'anni, l'animosità fra paesi occidentali è stata raramente tanto alta quanto nei mesi recenti, mentre l'unione monetaria sta diventando una realtà.
[...]
Vorrei osservare che nei recenti progressi verso l'unificazione europea gli elettori spesso sono stati meno entusiasti dei loro politici. Questa osservazione solleva qualche dubbio sulla sostenibilità politica del processo di integrazione e indica che, in questo caso, i cittadini europei sono stati più prudenti dei loro leader.
(...qui, a p. 301...)
(...comunque la pensiate, ci lascia un pensatore politico coraggioso e preveggente, un genuino interprete del pensiero liberale. Si può essere in disaccordo con questo pensiero, e io stesso, da keynesiano, mi sono trovato in polemica con alcune sue degenerazioni, ma non si può non riconoscere che quando esso si esprime in modo genuino e libero da condizionamenti, come in questo caso, appoggiandosi ai dati, raggiunga una coerenza interna e una capacità di lettura e di previsione delle dinamiche del reale che generalmente non troviamo nei pensatori cosiddetti progressisti, nonostante in teoria dispongano di strumenti di analisi della realtà ugualmente potenti. Vi chiedo, come ci verrebbe chiesto in aula, un minuto di silenzio...)
L’economia esiste perché esiste lo scambio, ogni scambio presuppone l’esistenza di due parti, con interessi contrapposti: l’acquirente vuole spendere di meno, il venditore vuole guadagnare di più. Molte analisi dimenticano questo dato essenziale. Per contribuire a una lettura più equilibrata della realtà abbiamo aperto questo blog, ispirato al noto pensiero di Pippo: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita”. Una verità semplice, ma dalle applicazioni non banali...
domenica 24 maggio 2020
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C'è un elemento a mio parere sottovalutato, che ritengo assorbere e travolgere le varie pulsioni "unioniste".
RispondiEliminaLa lingua.
Sì, la lingua.
Esistono stati federali con più di una lingua (si pensi al Belgio, invenzione
dei britannici come "cuscinetto"
per far guerra alla Germania, sia detto
per inciso, la stessa Svizzera,
qualche Paese asiatico), ma non certo su scala così ampia, addirittura
con alfabeti diversi.
Uno dei primi elementi unificatori,
storicamente, è sempre stata la lingua.
Così fu il latino per i domini romani,
l'inglese (ancora oggi
in ampie parti dell'Africa parlano inglese meglio degli italiani),
lo spagnolo, il portoghese, il francese etc nei rispettivi ex imperi.
Come si può ipotizzare un "superstato"
con una trentina di lingue principali,
e una decina secondarie (basco e così
via)?
A mio parere, semplicemente, la storia
lo esclude, ancor prima delle questioni
economiche, sociali eccetera.
Il progetto non può quindi che fallire
anche solo per questo aspetto.
Ma vorrei porre LA domanda, che è
normale per chi ha studiato in una facoltà scientifica, prima di dedicarsi
ai dettagli implementativi.
Perchè?
Perchè si vuol fare una Unione Europea,
un superstato (ricordiamo le varie
BOCCIATURE delle proposte di costituzioni
europee? io sì)?
Per non avere il roaming?
La questione delle guerre Francia-Germania, che poi è IL perchè della
comunità del carbone e dell'acciaio,
scritto a chiarissime lettere,
e via via fino a oggi, è risolta banalmente dalle armi nucleari di
francesi e inglesi.
Cessa quindi la necessità di una nuova
"linea Maginot" economica: quella
atomica è assai più difficile da superare.
E' quindi caducato perfino il "perchè" a fondamento.
Si va avanti per inerzia, nella convinzione, basata sul nulla, che sarà cosa buona e giusta.
Ma la guerra di secessione costò più morti (agli americani) delle guerre mondiali.
Ma pochi lo ricordano, o se ne interessano.
Vichianamente rischiamo di ripetere errori tragici.
Uso il plurale, ma per la verità nessuno mi ha mai chiesto se fossi d'accordo.
Soluzioni?
Non credo.
L'unica ragionevole è spazzar via la commissione e tutte le sovrastrutture non democratiche, e far decidere al Parlamento europeo cosa, e come, fare.
Magari a maggioranza qualificata (non unanimità) per le questioni più importanti.
Se la politica DEMOCRATICA (e sottolineo DEMOCRATICA) non deciderà il futuro dell'Europa... perchè proseguire su questa strada?
Fine pippone domenicale
Su questo (l'omogeneità intranazionale), consiglio sempre il dittico rousseauiano "Discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza tra gli uomini" e "Il contratto sociale", in cui era prevista la degenerazione del progressismo e per certi versi un monito per i mondialisti, rileggere per credere (e lasciando perdere le falsità sia di Robespierre sia dei grillini che ne hanno usurpato il cognome a vanvera, ma ad esempio lo cita spesso Zaia)
EliminaGiusta l'osservazione che senza una lingua comune non possa esservi uno stato degno di questo nome. Anche gli stati plurilingue come la Svizzera hanno una o più lingue comuni. Faccio notare però che stanno tentando di imporcela questa lingua comune obbligando i giovani ad imparare l'inglese dei mercati. Resistenza!
EliminaAlesina infatti sosteneva che, a suo avviso, il vero vantaggio dell'unione monetaria sarebbe stato "difenderci da noi stessi" trasferendo potere politico da Roma (ladrona, diceva un tempo la Lega)trasferendolo a Francoforte e Bruxelles. E io sono perfettamente d'accordo.
RispondiEliminaLa tua presenza insozza questo momento. Per cercare di elevarti un minimo, potresti citare la fonte di questa tua affermazione? Non dico che essa sia falsa: Alesina potrebbe anche aver detto questo, magari in qualche articolessa del Corriere, non lo escludo. Il punto è un altro: se io, che ho tanto da fare, con umiltà continuo a fornire le fonti di ogni autore o di ogni dato che cito, tu, che hai solo da seccarmi, potresti fare altrettanto. La tua credibilità ne uscirebbe rafforzata.
EliminaMa senatore... Neanche so se i miei post saranno pubblicati. Garantisca la pubblicazione e io le cito prontamente la fonte. Nemmeno io sono qui a pettinare le bambole.
EliminaHo il sospetto che il suo sia solo un espediente retorico per screditarmi, come al solito.
Articolo del 1997 sul Corriere della Sera. Qui si legge facilmente.
Eliminahttps://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/te-avevo-detto-euro-ci-ammazzera-profezia-alesina-97-50493.htm
Questo arriva anche per via telepatica.
La valutazione di Alesina è sconfortata e dubitativa. Non "sostiene che il vero vantaggio" sia, ma dice che negli ambienti governativi circola quella vulgata, che lui considera con tristezza. Sei sempre il solito. Che sordida operazione infangare la memoria dei morti... Ora stai fuori per un giro.
EliminaMa che lavaggio del cervello bisogna aver subito per credere che un popolo, di cui tra l'altro si fa parte, sia inferiore ad altri...
Elimina@Maurizio Cortini
EliminaNon sarà (ipotesi) che un inferiore (ipotesi) proietta su tutti (ipotesi)?
Per dire.
Nella CEE, con la lira, non si stava poi tanto male; questo anche per lo Stato Italiano che riusciva comunque a mediare tra le esigenze delle diverse categorie economiche. Tutti elementi spariti dall'attuale contesto. Se Enrico Mattei fosse vivo inorridirebbe di fronte alla limitatezza di visione dei molti e al costante tentativo di agevolare chi vuole
RispondiEliminaavvantaggiarsi delle debolezze altrui. Perché mai dovremmo accettare di essere comandati dall'estero ? Non penso che ci sia italiano che lo desideri; ognuno di noi, seppur con i propri limitati mezzi, desidera solo uno Stato che lo metta nelle condizioni di lavorare, produrre, vivere al meglio delle proprie possibilità fisiche e intellettuali. Ognuno desidera perseguire i propri interessi stando dentro quella unità politica chiamata Nazione che è anche la dimensione più naturale di risoluzione dei conflitti economici, se non altro per
due banali elementi: la lingua e la legittimazione delle istituzioni nazionali rispetto ai suoi cittadini. Ho sempre trovato una forzatura imporre una moneta estera alla nostra nazione, moneta che, per il semplice fatto di essere amministrata da Francoforte (a somiglianza della Bundesbank e del suo deutsche Mark), non avrebbe permesso allo Stato Italiano di effettuare quegli aggiustamenti che la situazione attuale evidenzia con tutta la sua drammatica crudeltà.
Mi chiedo, vista la le origini autonomiste della Lega e le recenti esternazioni del Governatore Zaia riguardo al progetto europeo:
RispondiEliminaIl Veneto, per dire, ma magari la Lombardia, egoisticamente resesi autonome, potrebbero permettersi l’€uro?
Come si fa a pubblicare sulla copertina di un libro due Monete Private Bancarie, pensando che una delle due fosse Moneta Pubblica di Stato ? L'ABC dell'economia che manca !
RispondiEliminaEeeeeeeh!?
Elimina@Marco
Elimina«il suo argomento è ben noto» (cit.)
«Potrebbe motivare meglio la sua tesi?» (cit.)
«Temo di non aver colto il senso.» (cit.)
P.s. scusami Alberto se pongo domande. È un mero problema di ampiezza del dizionario.
Il mio parere è che il Progetto Europa sia nato in epoca di guerra fredda, commercio meno libero , confronto militare.
RispondiEliminaL'europa unita era la risposta che paesi scioccati dalla perdita di ruolo internazionale, immaginavano di riaffermarlo, almeno così credevano le loro opinioni pubbliche . Perciò una vasta area economica interna, un peso militare proporzionato e relativa politica estera e non ultima la capacità di svilluppare influenza culturale.
L'unione europea è partita così , avviato il carro si è andato avanti per inerzia anche se il mondo cambiava. Alla fine il motivo più forte , recuperare un influenza politica , è stato quello più fallimentare .
«È un punto di vista interessante» (cit.)
Elimina«Potrebbe motivare meglio la sua tesi?» (cit.)
P.s. il dizionario andrebbe aggiornato per questa nuova situazione "turistica"...
Chapeau.
RispondiElimina
RispondiEliminaCaro Prof. e on.le Senatore,
historia magistra vitae… ma, per la miseria!... possibile mai che scelga sempre la classe sbagliata?!
Ci hanno detto: l’unione fa la forza; uniti si conta; etc. et similia.
Ma 1 + 1 + 1 dà 3 solo se ogni 1 è prima di tutto se stesso! Se è qualcosa di meno o qualcosa di più, magari il risultato è lo stesso, ma gli addendi si annullano l’uno a discapito dell’altro. E non si può pensare che ciò sia indolore.
Questo culto del risultato non regge. E infatti se ne accorgono persino i più forti.
Non c’è da stupirsi se poi arrivano sentenze come quella di Karlsruhe.
Anzi, ben vengano!
Per la cd. paura della guerra esterna si è deliberatamente accettato quella interna.
E’ una scelta. L’hanno fatta; ma per chi? Nessuno agisce per il male; può capitare per ignoranza, quando si scambia per bene ciò che non lo è; ma troppi sapevano e vedevano con chiarezza. Poi hanno dimenticato.
Perché? Resta sempre la domanda più ostica.
Perdoni lo sfogo. Ma quando ci vuole, ci vuole.
Non è mancanza di rispetto per chi ricordiamo in questo post. Anzi.
Vedo ora Senatore. Scardovelli la omaggia di un video che si potrebbe sintetizzare in una parola. "Humanitas". Il suo post di oggi non fa che confermarlo. Grazie. Domani (oggi in realtà) mi attende una giornata complessa. Penso la affronterò meglio.
RispondiEliminail tuo omaggio ad alesina.. l'ho trovato meraviglioso.. quest'estate mi leggerò la sua storia.. e i suoi libri.. e anche i suoi paperi economici.. dio lo abbia in gloria.. 🙏🏻❤
RispondiEliminaFa sensazione rilevare che, partendo da posizioni ampiamente diverse, lei e Alesina giungiate alla stessa conclusione ("Il fatto è che gli incentivi distorti che la moneta unica dà al settore pubblico sono tali anche per il settore privato dei paesi debitori", L'Italia può farcela, pag.171).
RispondiEliminaPs Prof., bisogna fare qualcosa per "Il tramonto dell'euro", anche usato è introvabile.
Di tramonto dell'euro ne ho uno firmato dal Prof. nel 2013.
EliminaSe vuoi te lo cedo per 200 euro...
:-D
La mia copia la regalo a chiunque ne faccia richiesta. In alternativa la dono alla biblioteca della mia città da inserire nella sezione "narrativa italiana".
EliminaProfessore, Lei non sa dove possiamo trovare qualche copia del Tramonto da acquistare?
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