domenica 15 gennaio 2023

La spesa pubblica al Bar dello sport reloaded

Ihavenodream ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Il contributo dell'edilizia alla crescita del PIL":

Piu' che il contributo dell'edilizia io valuterei il contributo della spesa pubblica. Per come la vedo io e' abbastanza surreale valutare sulla stessa scala nazioni che hanno contributi di spesa pubblica al 20 e al 60% rispettivamente. Meno ancora nazioni che quel contributo lo realizzano in deficit o in surplus, o con debiti pubblici al 60% o al 150%

Pubblicato da Ihavenodream su Goofynomics il giorno 12 gen 2023, 11:23


tafazzi ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Il contributo dell'edilizia alla crescita del PIL":

Ho oramai un rigetto.

Non sono più in grado di ragionare su questo tipo di esternazioni.

A volte mi strappano un sorriso.

A volte una bestemmia.

Pubblicato da tafazzi su Goofynomics il giorno 14 gen 2023, 21:47



Sinceramente anche a me cadono le braccia, per svariati motivi.

Intanto, perché nel post sul contributo dell'edilizia alla crescita del Pil il punto non era confrontare diversi Paesi, quindi tirare in ballo questa dimensione di confronto internazionale suona come una forzatura.

Poi, perché il Dibattito si sperava che vi avesse dato qualche minima nozione su ordini di grandezza e natura delle variabili economiche.

Partendo dagli ordini di grandezza, se il problema è la solita solfa dell'Italietta cresciuta al disopra dei propri mezzi rubando il futuro ai suoi figli, alfieri (semplicemente alfieri) della lotta al cambiamento climatico che combattono con le vernici lavabili e con una disumana indifferenza verso le condizioni dei loro coetanei impegnati nella filiera dell'elettrico (quelli che hanno sporcato la statua di Cattelan li manderei in una miniera di cobalto in Congo, non perché ci tenga a Cattelan, ma perché credo nella funzione rieducativa della pena), mentre i virtuosi Paesi del Nord ecc. ecc., spiace, ma abbiamo già dato! Intanto, non esiste alcun Paese europeo che abbia un rapporto fra spesa pubblica totale e Pil vicino al 20% né al 60%. Se calcoliamo la media 2000-2022 coi dati del Fmi, il rapporto più basso si riscontra in Irlanda (34%). Per avere rapporti più bassi devi andare in Russia (33,7%), Sud Africa (27,7%), India (27,6%), ecc. Il rapporto più alto invece lo ha (notoriamente) la Francia, al 55,5%. L'Italia si attesta al 49,5%, e sopra di lei c'è sì la Grecia (50,4%), ma è l'unica eccezione in mezzo a Paesi tutti "virtuosi": Austria (51,5%), Finlandia (52,1%), Belgio (52,7%) e appunto Francia.

Insomma: sembra che nei Paesi avanzati un rapporto spesa pubblica totale/Pil fra il 40% e il 50% sia piuttosto normale, e comunque quello che ce l'ha più bassa ce l'ha 14 punti sopra il 20%, mentre quello che ce l'ha più alta ce l'ha solo 5 punti sotto il 60%. Quindi diciamo che la tendenza - dei virtuosi! - è a spendere!

Poi, c'è un problema di natura delle variabili. La spesa pubblica totale comprende anche la spesa redistributiva (in soldoni, quella pensionistica), che non entra nel calcolo del Pil perché non rappresenta produzione ma redistribuzione di reddito. Questo non significa ovviamente che la spesa per pensioni non contribuisca indirettamente alla crescita (lo fa e come, traducendosi anch'essa almeno in parte in domanda di beni e servizi), ma non lo fa direttamente (perché non corrisponde a redditi prodotti ed erogati nell'anno, ma alla redistribuzione di redditi prodotti ed erogati in altri anni) e quindi non entra nel totale del Pil. Non entrando nel totale del Pil, non è possibile valutare il contributo della sua crescita alla crescita del Pil. Lo si può fare solo per quella parte che entra nel totale del Pil: i consumi intermedi (in larghissima maggioranza, salari e stipendi) e gli investimenti pubblici.

In un Paese come l'Italia, in cui da tempo vige il blocco del turnover, i contratti non vengono rinnovati, e gli investimenti pubblici sono calati, non sarei sorpreso di scoprire che il contributo della spesa pubblica non è stato determinante se non, verosimilmente, in negativo.

Ma ora vorrei dormirci su: se interessa, approfondiamo domani...

(...il primo episodio era qui... il tempo passa, ma non mi pare che la consapevolezza aumenti: meglio così, non rischio di restare disoccupato!...)

12 commenti:

  1. Professore, questi discorsi andrebbero fatti a Giancarlo "mia nonna non ha fatto debiti" Giorgetti o all'Europarlamentare moglie di Calderoli.
    Se come ha detto nell'ultimo video l'obiettivo è convincere la classe dirigente, è con loro che dobbiamo parlare.
    Domani c'è l'Ecofin, meglio muoversi.
    Oppure torniamo al Dibattito perché la Politica è in pausa?

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    1. Torniamo al Dibattito perché il Dibattito è, come ho sempre rivendicato, la Politica. Poi ci sono le istituzioni, che rispettiamo e con cui ci dobbiamo confrontare anche quando non ne facciamo parte. Non ci sono pause.

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  2. E quindi, onorevole, rimarrà occupato ancora a lungo. Perché, si sa: ce sta sempre na sora saputa.

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  3. Le miniere di cobalto sono radioattive. Non so se lei può credere che noi crediamo che lei creda alla funzione rieducativa di una simile pena. E tuttavia, malgrado ciò, possiamo senz'altro convenire che la Miniera di Cobalto sia un giusto e meritato compenso per questa nuova forma di "protesta giovanile". Hanno però dei degni predecessori: nel 93 Cosa Nostra se la prese con San Giovanni in Laterano (324 dc), San Giorgio in Velabro (IX secolo), Torre dei Pulci (1427) e Accademia dei Georgofili a ridosso degli Uffizi (che parlo a fare?), Galleria d'arte Moderna di Milano (1921) tanto per metterci anche qualcosa di più moderno, e poi fu la volta dei Talebani contro i Buddha di Bamiyan (200 dc e 500 dc). Quindi la scelta delle miniere di Cobalto è ben ponderata, ma se possibile io suggerirei l'uso anche di quelle di Uranio, che sicuramente sono altrettanto efficaci per la rieducazione. Questo, evidentemente, perché devo essere un babyboomer, e sia pure concesso, sempre meglio di un bimbominkia.

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    1. Sì, l'assalto della mafia o dei talebani alle opere d'arte ha qualche analogia con quello dei bimbiminkia, anche se naturalmente i primi sono stati più incisivi dei secondi. Il comune denominatore è la volontà di colpire al cuore la civiltà nell'ipotesi, non inverosimile, di riuscire ad attirare meglio l'attenzione.

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  4. Spesa pubblica quella che tutti odiano ma quando hanno bisogno disperato di servizi al cittadino si lamentano della qualità...

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  5. Onorevole professore, mi fa piacere che Lei continui a snocciolare articoli su miei commenti. Vorrei solo umilmente far notare che normalmente i miei commenti sono un po' articolati e purtroppo Lei tende a banalizzarli. Ad esempio io sostengo che il PIL calcolato come normalmente si calcola, ha poco senso, se col PIL si vuole evidenziare il peso o l'importanza economica di una nazione. E che il PIL serva a tale scopo lo si può evincere dai vari g7 g20 gX che si organizzano periodicamente. Ora io dico che, per esempio, occorrerebbe capire il peso della spesa pubblica MA ANCHE se quella spesa pubblica porta ad un deficit e di quale entità ED INFINE qual è l'entità del debito pubblico (e aggiungo ora in che valuta è emesso il debito pubblico). Lei nell'articolo si sofferma solo sul primo punto, dicendo che in sostanza i pesi variano dal 30 al 60% (che del resto non mi sembra un range tanto modesto), che l'Italia si attesta sul 50% e quindi...dovrei andare nelle miniere di cobalto. A me sembra invece che una cosa sia il 50,% col debito ad una volta e mezza il PIL e magari con ampio deficit ed una completamente diversa il 50% col debito che è la metà del PIL e magari senza deficit. Poi giusto per aggiungere carne al fuoco bisognerebbe anche valutare chi possiede quel debito, poiché una cosa è se la propria banca centrale ha la gran parte del debito pubblico come in Giappone ad esempio, un' altro mondo e' se una consistente fetta sia invece posseduta da una banca centrale controllata da burocrati di nazioni straniere tendenzialmente ostili diciamo.

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    1. Scusa: qui hai sostenuto di non avere idea di quale sia l'ordine di grandezza della spesa pubblica in un Paese civile, e te l'ho contestato. Se poi ci vuoi dimostrare che il Pil "quello vero" lo sai calcolare solo tu, accomodati pure. Per quel che mi riguarda, puoi anche sostenere di essere Napoleone, e io per cortesia ti starò a sentire. Non chiedermi però di credere che a Waterloo hai vinto tu: puoi esserne convinto, e io umanamente ti rispetto, ma...

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    2. "qui hai sostenuto di non avere idea di quale sia l'ordine di grandezza della spesa pubblics in un Paese civile" ???????

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    3. Ah perché adesso ci sono i barbarians al governo che fanno gare di rutti? , intendi quello ? 🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣🤣

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  6. La buona e vecchia SPESAPUBBLICAIMPRODUTTIVA mi mancava tanto 😍

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  7. Sarebbe interessante capire come funziona il sistema pubblico allargato in Francia e nei paesi scandinavi. Il loro equivalente della spesa pubblica non centralizzata e le partecipate pubbliche per intenderci.
    Guardando i conti pubblici territoriali italiani di arriva a più del 60% di spesa pubblica sul pil in Italia, con le regioni più povere del sud che arrivano anche al 70%.

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