domenica 30 marzo 2025

La svalutazione penalizza l’export

(…è in qualche modo un QED di questo post)

La lunga sequenza di piroette (la colpa è del debito pubblico, no di quello privato; bisogna fare austerità, no bisogna fare debito…) deve aver fatto girare la testa all’ingegner Giavazzi, che oggi, su un quotidiano che noi associamo spontaneamente al concetto di lieve imprecisione, ci regala una perla da mettere al verbale di questo blog, perché occorre che una volta di più si attesti la qualità (infima) dei personaggi che, dettando la linea dei quotidiani cosiddetti autorevoli, hanno distrutto la credibilità della professione accademica e, dato non banale, delle associazioni di categoria.


Non c’è male, eh? Per forza poi personaggi come Fubini potevano dire impunemente dalle stesse colonne che la rivalutazione aveva fatto crescere il Pil del Regno Unito. Mi sembra evidente che se una svalutazione dell’euro deprime le esportazioni europee, allora una rivalutazione della sterlina promuove quelle del Regno Unito, no? La loro economia non è priva di una coerenza interna intellettualmente appagante. C’è solo il piccolo problema che non quadra con quanto accade nel mondo reale.

A queste persone qui, prive di strumenti analitici ma molto munite di petizioni di principio, non interessa argomentare. Qualcuno si ricorda lo scambio che ebbi con l’ingegnere sulle colonne del Fatto Quotidiano? L’argomento era molto simile, e comprovava che l’uomo l’economia internazionale monetaria non la sa.

Oggi il princeps bocconianorum ci spiega che per i consumatori statunitensi i beni europei costerebbero di più se l’euro costasse di meno (in dollari, cioè appunto per i consumatori statunitensi stessi). Magari qualcuno di voi ci dovrà pensare su un po’, ma credo che nessuno di voi possa sposare una tesi così bislacca!

Ma come?

Dopo anni passati ad insultare i nostri imprenditori sulla base del presupposto che essi avrebbero cercato di promuovere slealmente l’export con svalutazioni competitive della lira (che in realtà alla luce dei fondamentali macroeconomici erano delle fisiologiche rivalutazioni del marco), adesso scopriamo che una svalutazione competitiva dell’euro danneggerebbe l’export!? 

Allora, gentile ingegnere, gliela spiego così: una volta la valuta italiana si chiamava lira. Oggi si chiama euro. Ci siamo fino a qui? Spero di sì. Questo significa che una svalutazione dell’euro oggi per noi ha gli stessi effetti che aveva una svalutazione della lira ieri.

Mi segue?

Quante dita sono queste?

La aiuto: uno (e non è il pollice).

Adesso mi permetta di spiegarle un altro concetto di economia, quello di curva di domanda. Nello spazio prezzi/quantità questa curva ha pendenza negativa (diciamo derivata prima negativa, così lei, che è un ingegnere, capisce meglio). C’è qualcosa che mi ha tenuto nascosto o che non le è chiaro circa questa derivata prima? Abbiamo forse scoperto in Bocconi nell’ultima settimana che le curve di domanda hanno pendenza positiva!? Aspetti, le dico una cosa da economista che magari le serve per non aggravare la sua posizione: noi economisti sappiamo che esistono anche dei beni la cui curva di domanda ha un’inclinazione positiva, cioè che vengono acquistati in maggiori quantità se il loro prezzo cresce. Sono i beni di Giffen e costituiscono un’eccezione nel vasto panorama degli scambi economici. La regola è che se una cosa costa di più se ne acquista di meno. Di converso, se una cosa costa di meno, se ne acquista di più.

Il prezzo della valuta europea in dollari è una componente del prezzo totale in dollari dei beni europei per un consumatore americano. Se il primo prezzo (quello della valuta europea in dollari, il tasso di cambio euro/dollaro) scende, anche il secondo prezzo (il prezzo totale in dollari dei beni europei) scenderà, e quindi il consumatore americano acquisterà di più, e quindi l’Europa esporterà di più. 

Non c’è altro da aggiungere se non una cosa: si faccia un favore e lo faccia a quelli che la ricordano in modo diverso da così (perché io la ricordo così)! Si ritiri, non si esponga più per fare da megafono al tizio che in Senato balbettava. Lei una reputazione, a mio avviso immeritata, ce l’ha. Se la tenga stretta tenendo cucita la bocca nel momento in cui il mondo che lei ha contribuito a costruire con le sue analisi tendenziose sta crollando. Lei è quello che nei tardi anni ‘80 ci spiegava l’opportunità fornita dal legarsi le mani con le regole europee, dall’agganciarci alle politiche della BCE. Come si sente oggi che perfino il PD ammette le gravi conseguenze deflazionistiche di quella decisione, il suo impatto devastante sui salari degli italiani, oggi che quel futuro “giapponese” che Krugman prevedeva per noi è diventato il nostro presente, oggi che le regole europee vengono tranquillamente violate da chi ce l’aveva imposte, cioè da quelli in nome e per conto dei quali lei produceva questi meravigliosi “pezzi di ricerca“?

Non c’è praticamente nulla di quello che le ha assicurato la sua reputazione che abbia retto alla prova del tempo, e quindi, ripeto, si faccia un favore, ne prenda atto.Lo dico contro il mio interesse, perché è naturalmente mio interesse far vedere la qualità pessima delle analisi che nel corso degli anni ci sono state opposte. Ma io, che non ho sulla coscienza il sangue delle tante vittime dell’austerità, so restare umano. Il rispetto per le persone anziane è uno dei pilastri della civiltà, di quella civiltà che una certa economia tanto ha fatto per estirpare, per fortuna senza riuscirci.

E quindi con rispetto le dico: la storia l’ha sconfitta.

Sappia perdere con dignità!


Post scriptum delle 13:07

Sommersi da pernacchie, e consapevoli della necessità di preservare un minimo di credibilità, al Corsera nella versione on online hanno rettificato l’errore, specificando anche l’orario in cui lo hanno fatto, seguendo in questo la prassi delle testate internazionali:



Mi limito ad osservare che la consapevolezza analitica del fatto che il dazio è uno dei tanti strumenti a disposizione per rettificare uno squilibrio commerciale noi l’avevamo già a gennaio, e che per il resto l’ingegnere non si interroga minimamente sulla causa degli squilibri (cui ha contribuito anche lui con le sue deliranti incursioni nel territorio dell’economia) e fornisce un quadro a mio avviso radicalmente contrario al vero nella valutazione relativa dell’impatto di dazi e svalutazione. Una svalutazione del dollaro sarebbe molto più penalizzante per noi, perché la corrispondente rivalutazione dell’euro ci toglierebbe anche il turismo degli Stati Uniti, compromettendo quindi non solo la nostra esportazione di beni ma anche quella di servizi.

Ah, aggiungo un dettaglio: la correzione mi pare sia avvenuta dopo questo simpatico siparietto. Ai Soloni dell’economia può capitare di finire sotto a un giornalista che ha partecipato ai convegni giusti…

32 commenti:

  1. "Mi segue?

    Quante dita sono queste?

    La aiuto: uno (e non è il pollice)."

    ... Morto 😂😂😂😂😂

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  2. “Severo ma giusto”, anzi anche troppo magnanimo, perché NOI a differenza di questi siamo e vogliamo rimanere umani. Sogno una “Norimberga” per il dopo, ma non mi illudo, so come va il mondo ed in fondo essendo cristiano, ma non coglione, pur Non dimenticando, punto ad una ripartenza del ns amato paese senza troppi traumi.

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    1. Queste persone hanno attivamente fatto e voluto il male. Lo hanno fatto consapevolmente. È evidente che il problema non è nostro ma del Padreterno, a questo punto. Per inciso, con l’occasione lo ringrazio per avermi illuminato al momento di scegliere la sede in cui incardinarmi come associato. Solo a Pescara ho trovato una persona con le palle, in grado di difendermi dalle telefonate che arrivavano da Milano. Lo conoscete. A Roma sarebbe stato tutto molto più difficile.

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  3. Nel Corriere di oggi per fortuna c'è anche un ottima intervista al capogruppo alla Camera della Lega da cui si evincono molte cose. Avanti così. Buona domenica

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  4. dopo questa topica, che produce lo stesso effetto delle unghie su una superficie metallica, dovremmo proporre una variazione dell'espressione eponimica detta "sindrome di Tafazzi" in "sindrome di Giavazzi", con medesimo significato ma con un'accezione più incline all'autolesionismo estremo e raccapricciante

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Io ricordo che a parlare di virus erano ammessi soltanto (alcuni) medici. Di economia (stra)parlano ingegneri e laureati in lettere. Anche questo è il mondo al contrario.

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  7. Buon giorno,
    A lei piace il linguaggio formale e articolato, ma "Che diavolo ci fa meloni al congresso di Azione!" Non vorrei fare il classico "Avete traditoh" ma sinceramente la linea di Calenda vale quello che vale, gli elettori si sono allontanati dalla politica proprio a causa del moderatismo volto a mantenere lo status quo, dal 2018 si chiede cambiamento, e poi si và da Calenda???

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    1. Mi sembra piuttosto chiaro che la meloni "guest star" al congresso di Azione corrisponda ad una dichiarazione: "più europa" e "più ucraina" ma:
      1) la Meloni si mette sempre nella condizione " tra dire e fare.."
      2) la Meloni non è Salvini e a lei nessun mai dirà "hai traditoh! " anche perché "più europa" e " più ucraina" stavano nel programma elettorale di FdI, e chi l' ha votata credendo di fare un dispetto al " traditoreh" è stato semplicemente un p...

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  8. Nonostante tutte queste piroette, che riescono a notare solo chi segue il Dibattito, e anche se a breve LVI dirà la seconda parte della verità come cosa risaputa, temo che il concetto di euro forte e liretta debole non verrà scalfito. Già mi immagino: "sì, è tutto vero MA senza euro staremmo peggio". Maledetto grande pennello.

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  9. No dai ragazzi, un forestiero sicuramente ci illuminerà su tutta la faccenda!

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  10. Non è il caso di essere così duri: dopo tutto Giavazzi stava solo seguendo il riconosciuto e consolidato modello di Mundell-Lemming.

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  11. Ussignur, pietà! I commenti di certi forestieri non valgono il tempo che si perde a leggerli. Abbiamo già dato.

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  12. Grazie Bagnai, anche oggi il tuo piccolo pezzo di letteratura, che parla anche di economia, mi ha strappato una sana risata al momento della tua domanda a Giavazzi su quante dita fossero quelle che gli mostravi :)))
    Tornando semi-seri ,mi domando, ma io a miei nipoti nei momenti in cui ritengono la scuola una barba,come faccio a dir loro studiate , se poi questo ingegngnere ha un dottorato in economia al Massachussets Institute of Technology (MIT) di Boston (1978),
    ed ha "insegnato" in varie università econometria , economia matematica e politica ?

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  13. È tutto molto frustrante. Ma molto! A cosa serve essere l'adulto nella stanza se la casa sta crollando?

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  14. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  15. Io non capisco come faccia lei, quando va ai talkshow e sente cavolate molto simili a queste, a rimanere calmo. Io, solo leggendo queste notizie, divento animoso…lei, in tutti questi anni, deve aver ricevuto una benedizione divina per essersi contenuto e non essere arrivato alla mani… forse è il fatto che pratichi musica, che aiuta anche a gestire le proprie emozioni, a fare in modo che riesca a mantenere la calma, altrimenti non si spiega .

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  16. Qualcosa comunque sta cambiando anche solo rispetto a qualche anno fa, se non altro per il fatto che hanno rettificato così in fretta. La consapevolezza piano piano aumenta e li circonda sempre più.

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  17. Menomale che ha rettificato, sembrava troppo assurdo, anche per lui.

    Certo, un refuso di perdonana tutti, specialmente in ambito valutario dove c'è un certo gusto perverso nella terminologia (certo per incerto e via discorrendo).

    Però un refuso del genere farebbe bocciare qualsiasi studente. E fa un po' strano. He al corsera non ci sia uno competente che ha riletto l'articolo prima di pubblicarlo.

    Quest'ultimo aspetto, è indice dell'affidabilità del giornale

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  18. Una domanda forse OT: ma a che cazzo servono gli ingegneri se non fanno gli ingegneri? perché già nei loro settori di "competenza" di danni ne fanno a bizzeffe (e quasi mai li pagano loro)...

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  19. “It is not to be expected that the landed interest will be convinced by any arguments tending to show the propriety of a diminution in their rents. Nothing should be done to irritate the landowners.”

    David Ricardo, Preface to On the Principles of Political Economy and Taxation (1817)

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  20. Ma l'OCA endogena (O.E.M organismo economicamente modificato) era sempre una perla dell'ingegner Giavazzi?

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  21. Non potrebbe essere, vista l'età, un banale refuso?
    Cioè che voleva scrivere "forte" e invece ha scritto "debole", a volte con gli aggettivi a significato opposto capita.

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  22. Le banche d'affari che parlando di "recessione" potenzialmente indotta dai dazi, quando dovrebbero scrivere semmai "riduzione dei dividendi". Alla fine hanno ridotto talmente all'osso il CLUP nei paesi occidentali e hanno delocalizzato tanto pesantemente in paesi a basso costo da sapere perfettamente che i dazi li obbligheranno o a fare reshoring (dunque alzando i salari) o a ridurre gli utili. E allora ecco che, ovviamente attraverso la grancassa dei media mainstream, gridano alla recessione, per convincere le persone del fatto che si dovrebbe tornare al globalismo/free trade, che è tanto bello e buono per tutti. https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/04/03/trump-lancia-la-sfida-al-commercio-dazi-al-20-per-lue.-von-der-leyen_8d5afda2-1e99-48a3-acfd-3b662eb6229e.html

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  23. Si è detto in questi giorni che dal 2008 al 2025 l'euro ha subito una svalutazione del 25% sul dollaro.
    D'altra parte si è detto anche che negli ultimi 10 anni l'UE ha un surplus commerciale verso USA che è passato da 400 a 800/1000 miliardi di dollari spannometricamente eh...
    Ma se un paese tendenzialmente esporta troppo verso un altro, il meccanismo di aggiustamento del cambio dovrebbe comportare una tendenziale rivalutazione della propria valuta!
    Perché allora l'euro "avrebbe svalutato" sul dollaro nonostante la presenza di un surplus UE vs USA persistente per così tanti anni? Come ha fatto a non vedersi rivalutato?

    D'altra parte, si è detto che le politiche tedesche di deflazione salariale (estese alla fine a tutta l'UE oqquasi) hanno tenuto bassi i salari rispetto alla produttività delle proprie aziende, portando a prezzi ribassati dei prodotti da esportare ed evitando di aumentare il potere d'acquisto della classe subalterna che avrebbe fatto aumentare anche le importazioni europee inficiando l'agognato surplus.
    Ma ancora la domanda resta: se me ne sto con le tasche vuote per evitare di importare, la mia valuta, forte del conseguente surplus commerciale dovrebbe rivalutare rispetto al dollaro. Non svalutarsi...
    Le valute che svalutano, non sono quelle dei paesi che importano troppo? E che importano troppo perché i loro lavoratori hanno troppi soldi in tasca?
    Anche qui, come ha fatto l'euro a svalutarsi sul dollaro pur mantenendo questo assetto di "salari svalutati"?

    Perdonate le domande forse stupide, e grazie in anticipo se qualcuno qui può darmi qualche risposta. Un saluto a tutti!

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    1. Caro quero, ti rispondo io ma premetto che la risposta di Bagnai vale molto di più della mia,non perché mi sottovaluti ma perché Bagnai è pur sempre un professore di economia. Comunque, tornando alla tua domanda, il problema della tua domanda sta nell’assunto iniziale: è vero che il mercato valutario serve ad evitare squilibri nella bilancia dei pagamenti ma il prezzo di una valuta rispetto ad un’altra è determinato anche da altri fattori e solo nel lungo periodo il cambio si riallinea all’andamento della bilancia dei pagamenti dei singoli paesi, ma aspetta che mi spieghi .
      Spesso l’euro si è svalutato perché gli investitori percepiscono l’instabilità politica dell’eurozona e questo li porta ad usare il dollaro come bene rifugio disfandosi dei propri investimenti in euro(il che porta ad una rivalutazione temporanea del dollaro rispetto all’euro, poiché la domanda di dollari aumenta e la domanda di euro diminuisce) . Mettiti nei panni degli investitori(è un ragionamento per il quale neanche io investo nell’eurozona): visto che ad ogni crisi l’eurozona rischia di sfasciarsi( gli spread prezzano proprio questo: il rischio che un paese si sganci dalla moneta unica, vista l’instabilità della stessa per la mancanza di un mercato valutario interno), ti converrebbe tenere in mano una moneta che rischierebbe di svalutarsi ancora di più e di punto in bianco(convertendosi nella moneta nazionale di riferimento), a seguito della disgregazione dell’area nella quale è stampata? Non credo, questo porta naturalmente l’euro a svalutarsi, poiché chiunque percepisca questo rischio tende a disfarsi degli euro. Poi c’è un altro fattore che non prendi in considerazione: la politica monetaria. La bce, per tenere i cocci insieme, ha sempre tenuto i tassi di interessi mediamente più bassi della controparte americana: il valore di una moneta é dato anche dalla politica valutaria e monetaria della banca centrale di riferimento. Il punto, e qui concludo, è che il mercato valutario nel lungo periodo riaggiusta i rapporti commerciali tra aree commerciale, mentre nel breve e medio periodo il tasso di cambio può essere “manipolato” tramite le banche centrali e tensioni nei mercati(soprattutto la percezione che gli investitori hanno di un’area ha una grande influenza sul prezzo della sua valuta). Il punto è che, nel lungo periodo, avere una moneta che non sia allineata ai fondamentali macroeconomici è molto rischioso, poiché crea tensioni commerciali, come stiamo vedendo. Io sono un piccolo investitore e posso assicurarti che, quando posso, cambio i miei euro in dollari poiché percepisco, come molti, il rischio di avere la moneta di un’area così instabile politicamente e non farei mai investimenti di lungo periodo in un’area in cui si sono fatte politiche assolutamente irrazionali come l’austerity e in cui ci sono asimmetrie interne, in termini di bilancia dei pagamenti , enormi.

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    2. Grazie della risposta idivev, tra l'altro anche celerrima! ;)
      Risposte dal professore per carità, ha già troppo da fare, e anzi, approfitto per ringraziare.
      Sopra avevo riportato il deficit di partite correnti USA complessivo, invece ho scritto USA UE.

      La tua risposta non mi ha convinto del tutto, perché il periodo di osservazione non è breve: 2008-2025 è un tendenziale di quasi 20 anni, pur con alti e bassi alla fine l'euro ora è svalutato più o meno dello stesso importo percentuale del dazio di trump 20-25%. Allo stesso modo il surplus UE vs USA è cresciuto a partire dai tempi del "we are actually destroying domestic demand" i ben noti salvataggi 2011 in avanti (fine mercato di sbocco interno per germania, inizio export verso resto mondo in particolare usa, che hanno li sordi). Per cui crescita surplus e svalutazione appaiono come due fenomeni tendenziali di lungo periodo. Voglio dire, l'aggiustamento valutario del cambio avrebbe dovuto avere tutto il tempo di ribilanciare la situazione... Poi certo vero anche il discorso della politica monetaria BCE: correggete se sbaglio ma il bazooka del migliore tra il 2014 e il 2015 aveva prodotto una svalutazione dell'euro intorno al 20% sul dollaro, tanto per fare un esempio.
      Insomma: austerity + QE = surplus + svalutazione €, ma anche dopo 10 anni non c'è aggiustamento del cambio?
      E gli USA? Non è che negli anni scorsi anche loro abbiano fatto politiche che hanno influito sull'incremento del loro deficit commerciale verso l'UE?
      Perdonate le castronerie! E grazie di nuovo.

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    3. La notazione che fai ha senso: gli USA in questo decennio hanno sempre fatto politiche espansive puntando sul mercato interno e questo ha influito , peggiorando ancora di più il deficit della bilancia dei pagamenti. Poi c’è da considerare che il dollaro non è una valuta qualunque , è la valuta degli scambi internazionali per cui, essendo sempre molto richiesta, tende a rivalutarsi, rendendo difficile, se non impossibile, alla potenza dominante un aggiustamento totale degli squilibri con l’estero.Se il dollaro non fosse la valuta internazionale, non sarebbe sostenibile questo perpetuo deficit della bilancia dei pagamenti

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    4. Il "privilegio esorbitante" di chiamarsi dollaro (cit. Giscard d’Estaing).

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  24. Le tue due osservazioni mi sembrano ragionevolissime:
    - "privilegio esorbitante" del dollaro
    - politiche USA di stampo non tedesco (grazie anche alla FED mi pare di ricordare, che tanto per citare un evento "cult", come tutte le banche centrali del mondo già dopo la vicenda lehman ha adottato politiche assai più disinvolte e tempestive, al contrario del nostro caro tandem trichet che all'epoca temeva spinte inflative).

    Va bene direi che un po' di carne al fuoco c'è e dovrebbe essere sufficiente per togliere un po' di confusione da parte mia e un po' di miei dubbi.
    Ti ringrazio per i commenti!
    Un saluto e buon proseguimento di giornata ;)

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