Partiamo dalla fonte dei dati, così potete rifarvi voi i conti se non credete ai vostri occhi.
Ho utilizzato una fonte particolarmente autorevole: l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, che è l'unica a fornire un database omogeneo sui salari reali. Lo trovate in appendice al Global Wage Report 2024, è un foglio Excel accessibile cliccando qui:
che riporta i tassi di crescita dei salari nominali e reali.Ricostruire dai tassi di crescita i numeri indice, onde ottenere un grafico come quello ammannitoci oggi dalla fabbrica seriale di lievi imprecisioni:
è presto fatto: semplicemente si pone pari a 100 un certo anno, e da lì in avanti si ricostruisce la serie usando appunto il tasso di crescita, semplicemente così:
(qui vedete come in K18 ho costruito il dato coreano per il 2009).
Applicando questa semplice formula, in effetti, otteniamo esattamente il grafico riportato sopra:Quindi i dati sono quelli, quella è la fonte, quello è il metodo di calcolo, e quello è il risultato.
Un risultato travisato, però, anche se del travisamento, mi occorre dirlo, non è responsabile il Corriere della Sera (che pure spesso ha volutamente travisato, come sapete: ma scordiamoci il passato). Il travisamento, più o meno volontario, è nella fonte secondaria, correttamente citata dal Corriere: la nota di diffusione relativa all'Italia tratta dal rapporto globale dell'ILO. In che cosa consiste questo travisamento? Come spesso accade, nella scelta dell'anno di riferimento. Non si capisce infatti che particolare senso abbia considerare "lungo periodo" quello che comincia dal 2008, o, se volete, quale strana cabala costringa a considerare un lasso di tempo di 17 anni, quando la fonte primaria ne riporta 25 (i venticinque anni dal 2000 al 2024). Certo, nessuno nega le virtù del 17, il terzo numero primo di Fermat (e anche il tre ha un suo perché), un numero omirp, che nella Smorfia rappresenta 'a disgrazzia, e infatti andando indietro di 17 anni da oggi troviamo il 2008, anno di una discreta disgrazia finanziaria globale.
Qualcuno potrebbe dire: beh, proprio perché è l'anno della crisi, ha senso prendere il 2008 come punto di partenza dell'analisi, che così ci informa su che cosa è successo nel "dopo crisi". Ora, a parte che per noi il post-crisi "ancora arriva" (come dicono a Pescara per dire: "non è ancora arrivato"), si capisce bene che se per esaminare un fenomeno parti da un riferimento perturbato l'analisi non sarà tanto chiara! Non credo che per misurare la profondità di un fondale si scelga una giornata di mare forza sette, non per altro, ma perché per capire quale questa profondità effettivamente sia dovresti fare parecchie misurazioni e prendere la media!
Ma qui la questione, come sapete (dispero, ma mi illudo), è più sottile e più grave!
Partendo dal 2008 in effetti non si vede qual è stata la causa della crisi salariale europea, e si fornisce anche una visuale un po' distorta dei risultati complessivi dell'ingresso nell'Unione Monetaria.
Perché?
Per farvelo capire, rifaccio lo stesso grafico partendo dal 2003:
Stessa fonte, stesso metodo, ma aspetto un po' diverso, non trovate? Dal 2003 al 2009 infatti questo grafico mostra un fenomeno molto evidente: la decrescita del salario reale tedesco in totale controtendenza rispetto a quelli di tutti gli altri Paesi (membri o meno dell'Eurozona). Non dovrebbe essere una assoluta novità! Nonostante qualche
Una sintesi giornalistica per una volta assolutamente corretta, dato che il testo dell'intervista recita:
La ricetta tedesca era questo: praticare una politica beggar-thy-neighbour di svalutazione interna, mantenendo la crescita del salari al di sotto di quella della produttività per far diminuire il costo del lavoro per unità di prodotto (la spiegazione dettagliata ve la diedi nel post su Lampredotto), di fatto facendo diminuire i salari reali, allo scopo di sfruttare la domanda degli altri Paesi membri, esportando loro automobili, sommergibili, ecc.
Nel 2011 per l'Italia quella di "fare come i tedeschi nel 2003", come chiedeva Berger, era diventata una necessità.
Perché?
Perché i tedeschi, facendo come i tedeschi (cioè fottendo i vicini) dal 2003 in poi avevano provocato un massiccio squilibrio dei saldi di bilancia dei pagamenti, come vi ho mostrato a Roma:
Nel periodo fra le due linee verticali la Germania aveva accumulato crediti verso il resto dell'Eurozona, esportando verso gli altri Paesi membri i capitali che questi usavano per finanziare l'acquisto di beni tedeschi. All'arrivo della crisi, questo simpatico carosello dovette bruscamente arrestarsi: le banche tedesche dovettero smettere di rifinanziare le posizioni debitorie del Sud e rientrarono bruscamente, imponendo ai Paesi periferici la cura da cavallo. Lì si comincia a vedere il tracollo del salari italiani, et pour cause: stavamo facendo come la Germania, perché eravamo costretti a farlo, in risposta all'aggressione tedesca!
Ora, se la storia la racconti tutta, non solo capisci che l'ampiezza della crisi ha un responsabile, il tumore tedesco che si nutre a spese dei tessuti sani circostanti, ma capisci anche che il destino del tumore è quello di morire col corpo che uccide. Insomma: il famoso concetto del "segare il ramo su cui si è seduti", qui ripetuto ad nauseam. In effetti, mentre facendo base 2008 pare che la Germania abbia ottenuto il secondo miglior risultato in termini di crescita dei salari, facendo base 2003, cioè partendo a bocce ferme, prima dell'aggressione tedesca, prima della svalutazione competitiva dei salari tedeschi, si vede che nel 2024 la Germania non è in seconda, ma in quinta posizione, ampiamente giù dal podio, mentre i primi quattro Paesi per crescita dei salari sono, guarda un po', tutti esterni all'Eurozona: Corea (del Sud), Canada, Australia e Stati Uniti. Paesi che non hanno avuto bisogno di reprimere i propri salari per rispondere allo shock della crisi, perché dotati della propria valuta.
Non sto a spiegarvi perché al Corriere (ma anche all'ILO, ma anche al Quirinale) preferiscono che non vediate le cose sotto questo profilo...
Voi a questo punto mi direte: "D'accordo, ma anche tu, scegliendo il 2003, fai una scelta arbitraria e che sai che giocherà a tuo vantaggio, perché non ti sei dimenticato di che cosa scriveva il Corriere nel 2011, quando confessava che il successo tedesco era dovuto al taglio dei salari dal 2003!"
Va bene! Accetto la critica. Allora facciamo così: utilizziamo tutti i dati disponibili, partiamo dal 2000. Il risultato è questo:
e, come vedete, non cambia. Si vede sempre la brutale aggressione tedesca dal 2003 (prima non c'è nulla di simile) e la Germania arriva sempre quinta (e non seconda) a fine periodo. Il suo reculer pour mieux
Notate bene: anticipando dal 2008 al 2003 il quadro cambia completamente, mentre anticipando dal 2003 al 2000 resta lo stesso. Questo testimonia il fatto che prendere come base un anno di grande turbolenza non ha molto senso, non fornisce un quadro attendibile e stabile. Le conclusioni che si ottengono con una simile analisi non sono robuste rispetto a una variazione del punto di riferimento.
Dovrebbe quindi essere chiaro che quando coso, come se chiama, quello, LVI, dice "credevamo, non sapevamo, pensavamo di dover competere...", dice fregnacce! Quella di competere sui salari non era un'idea estemporanea, un vezzo, una moda, un'ipotesi, un esperimento, ma una necessità i cui motivi erano stati spiattellati dal Corriere ed erano noti a tutti: perché la Germania ci aveva aggredito con una svalutazione competitiva del salario, attuando una svalutazione competitiva interna cui non potevamo che rispondere con una pari svalutazione interna, essenro precluso l'ammortizzatore del tasso di cambio (se ci fosse stato il marco, si sarebbe rivalutato già nel 2004). Lui questo lo sapeva allora come lo sa ora, anche se per ora non lo dice. La crisi salariale ha due presupposti: uno tecnico, l'integrazione monetaria, come ben sapevano i comunisti; uno politico, il PD, cioè il macellaio dal grembiule rosso chiamato a fare macelleria sociale fra il plauso delle vittime, tutte contente di essersi liberate di un uomo che invidiavano: Berlusconi.
That's it! Non c'è altro da aggiungere. Eppure molti di voi questa storia non l'hanno capita nella sua limpida efferatezza e nel suo inevitabile epilogo, che è ancora di là da venire, ma che è chiaramente iscritto nella traiettoria che vi ho descritto.
Come dice lui: "Don't look at me, look at the road! That's how accidents happen!"
Io la road meglio di così non so mostrarvela.
Credo sia inevitabile che qualche accident possa happen.
Salutateme a Fukuyama!...
tre commenti.
RispondiElimina1) avete notato che l'autista nel video di Rambo assomiglia tantissimo a Renzi? un caso? io non credo.
2) possiamo approfondire il riferimento a Fukuyama? so che è marginale ma la parte intellettuale è quella che apprezzo di più di questo blog.
3) Questo post è l'ennesima conferma di quello che si sa da più di 10 anni. Quindi? Che famo?
A nome di tanti , grazie per il lavoro che fai .
RispondiEliminaMa quindi se abbiamo salari cosi bassi ci stanno aiutando nelle esportazioni? I rinnovi dei contratti però secondo me servono, i tagli alle tasse servono, altrimenti la classe media sparisce con ciò che ne consegue...
RispondiEliminaMa davvero 50 Euro lordi al mese in più su 40 ore settimanali fanno così tanto la differenza? Intendo la mania di tenere bassi gli stipendi. O è il sistema intero che fa aumentare il costo del lavoro?
RispondiEliminaOgni due settimane vorrai dire.
EliminaDue conti della serva. Prendendo un salario mediano lordo nel 2006 in Italia pari a circa 23.000 euro se lo svaluto del 6% ottengo una differenza mensile (tredicesima compresa) di poco più di 100 euro. Inoltre c'è da considerare che il 6% è una media. Probabilmente nei settori dove si esporta l'impatto fu maggiore. E non ti devo certo spiegare che il costo del lavoro è il principale costo nel settore manifatturiero.
Ma appunto... Se produco una torre in acciaio X ad esempio alla fine quando faccio la fattura 100.000 o 100 100 cambia davvero? Capisco l indiano che guadagna 4 dollari al giorno, ma in Italia fa così tanto la differenza?
EliminaAh professore, abbia pazienza, anche se ogni tanto deve fare l'attore, insegnare è un percorso faticoso e non privo di arrabbiature, ma la difficoltà è anche la nostra che dobbiamo fare il punto con le conoscenze accademiche pregresse (spesso un esame da 3 CFU su manuale a figure di Bernanke) e possibilmente migliorare.
RispondiEliminaCiò detto, dal grafico si nota extra UE un andamento non correlato a quello che ha fatto la Germania, mentre da noi credo sia eloquente il fatto che come hanno iniziato a svalutare i tedeschi abbiamo mantenuto una posizione rischiosa (debito verso estero in aumento che poi è stato dovuto correggere, in declinazione Monti). La Francia invece per i soliti noti problemi di stabilità interni ha continuato ad aumentare il debito come se piovesse e non ha minimamente toccato i salari?
"L'indice che misura le diseguaglianze, il coefficiente Gini, nel Paese di Angela Merkel, raggiunge 0,78 punti. Assieme a quello austriaco, è il valore più alto fra i Paesi della moneta unica..............
RispondiEliminaColpa, in parte, delle nuove regole sulla disoccupazione Hartz IV che rendono il sussidio di disoccupazione accessibile solo dopo aver consumato gran parte del patrimonio".
La "busiarda" del 27/02/2014 che, sebbene non la spieghi tutta, quella volta non fu poi così "busiarda".
" .... uno politico, il PD, cioè il macellaio dal grembiule rosso chiamato a fare macelleria sociale fra il plauso delle vittime, tutte contente di essersi liberate di un uomo che invidiavano: Berlusconi...." ...... presupposto politico che sopravvive e continua a fare danni, se è vero che bloccano gli aumenti salariali delle funzioni pubbliche e invocano il salario minimo. Piergiorgio Rosso
RispondiElimina
RispondiEliminaI have no idea, but do something ....🤣🤣 Visto che le politiche sono state sue ricordiamolo con le sue parole...
non è che i salari reali in germania e in italia, almeno inizialmente, hanno seguito l'andamento del tasso di cambio reale? E la produttività, questa materia oscura di difficile inquadramento, quanto influisce sulla dinamica dei salari? Dal 2012 in poi a mio avviso, sono intervenuti vincoli (e controvincoli) che hanno sballato i dati italiani e tedeschi.
RispondiEliminaMi domando il perché della "folle" scelta tedesca.
RispondiEliminaInteressante questo articolo : " Levi Institute Policy Note 2003/4 Pushing Germany Off the Cliff Edge " (si trova Googlando ed è un pdf). Vi si legge:
" Conventional wisdom holds that Germany's poor record since 1992 was largely the result of the "unification shock" in 1990 when western Germany was brought to its knees by a collapsing eastern German economy that was merely 10 percent the size of western Germany's GDP. Another prominent conventional explanation features structural problems, especially Germany's famously "rigid" labor markets. German labor costs are simply too high, the argument goes, and the pitfalls inherent in firing workers deter firms from hiring in the first place. These explanations are endorsed by the Organization for Economic Co-operation and Development (OECD 2002). I take exception to the conventional wisdom and popular conviction that these were the decisive factors in explaining Germany's crisis. Instead, my analysis of the crisis has revealed a peculiar and inappropriate German tradition and approach to macroeconomic policy making that has had a profoundly detrimental impact on economic performance (Bibow 2001a). In particular, my analysis shows that Germany's fiscal crisis cannot be attributed to unification per se, but that it arose as a consequence of ill-guided macroeconomic policies pursued in response to that event."
Forse quindi quella scelta fu anche una reazione alla paura di non poter finanziare l'unificazione ed al correlato timore per la tenuta del welfare state tedesco. Essendo "ricchi" con il surplus forse si sentivano più "sicuri".
Un articolo della Fondazione Schuman ( Europe's Decline, a German story? https://www.robert-schuman.eu/en/european-issues/750-europe-s-decline-a-german-story) cosi narra :
" Chancellor Olaf Scholz's recent visit to Beijing was the subject of much controversy. Since Xi Jinping's nationalist shift, most Western companies have turned their backs on China. Foreign investment is falling, the stock market is plummeting, and the property crisis continues to spread. To compensate for the contraction of its economy, China has decided to turn to the mass production of electric vehicles and batteries, granting large subsidies, at the risk of increasing global imbalances and leading to a crisis of overproduction, to the detriment of European industry and even China itself. However, among the developed countries, only Germany continues to increase its direct investment in China.
Germany's commitment to economic partnership with China is part of a long-term strategy, dating back to the way Berlin overcame the shock of reunification. Rather than relying on the development of its domestic market, Germany has always favoured a monetary and budgetary policy geared towards the contraction of domestic demand, consumption and investment, so as to generate trade surpluses. This "mercantilist" strategy, which was extended across the entire European market during the "euro area crisis", has been to blame for Europe's stagnation over the last fifteen years. Europeans therefore need to reassess Germany’s strategy and the budgetary and monetary choices that this implies." Si narra poi della nota segatura del ramo.
Qui si mette l'accento sul rapporto con la Cina neo-nazionalista. Forse fu volontà di mantenersi iper-competitivi per continuare a rifornire la Cina di macchinari ? Ma perché il mercato UE bastava? Si pensava forse di mietere la dirompente crescita cinese per molti decenni senza conseguenze?
Si torna sempre all'animalesco impulso di accumulare di più per difendersi da un domani che si finisce per provocare. O alla teoria (razzista ma comprensibile) della aggressività insita nello spirito tedesco.
Ricordo per i più giovani un commento di Andreotti : "Amo la Germania così tanto che ne voglio due". Visione da Divo.
Avrete senz'altro notato che il paese con la migliore dinamica dei salari è anche quello con la minore natalità (0,7 figli per donna).
RispondiEliminaPraticamente a rischio estinzione e anche rapidamente.
Questo solo per sottolineare che la natalità non è una questione economica. È culturale!
L'Italiano ha bisogno delle classiche certezze un po' status simbol un po' necessità (casa/mutuo, auto, il posto fisso) per fare figli... Nel decennio passato con austerità, povertà e precarietà i figli sono diminuiti
EliminaSarà così in tutto il mondo. Cambiano gli status simbol ma il concetto resta lo stesso.
EliminaIn Corea del Sud sarà il posto di lavoro e la carriera in una delle megacorporation che dominano il paese.
(Raggiunti i quali immagino le donne siano quasi arrivate alla menopausa)
Nella tua diretta odierna hai espresso la tua frustrazione perché "non riesci a farti capire", in realtà spieghi le cose in modo molto chiaro e comprensibile, il problema non sta nelle tue capacità comunicative, ma è di natura psicologica.
RispondiEliminaChi anche davanti a determinate evidenze e previsioni (che puntualmente si avverano) non cambia idea e si rifiuta di accettare la realtà dei fatti e dei dati, lo fa per due semplici motivi:
1 - quello che tu ci hai segnalato diverse volte, è pagato per non capire e propagandare determinate narrazioni, quindi tutto sommato ha un ottimo motivo per farlo;
2 - a causa del principio psicologico di IMPEGNO E COERENZA descritto da Cialdini nel libro LE ARMI DELLA PERSUASIONE.
Per quanto riguarda il punto 2, in estrema sintesi succede questo: chiunque prende un impegno, porta avanti una tesi, difende una scelta ecc, soprattutto se pubblicamente (ma non solo), pur di non rinnegare se stesso (ammettendo quindi di aver preso una cantonata ed essere meno fuuuuurbo di quello che pensava), e di non apparire incoerente (e quindi secondo i canoni occidentali poco serio ed affidabile), si va a schiantare contro un muro in cemento armato come quello dei dati, dei fatti e della Storia, apparendo come uno che "non vuol capire".
P. S. La coerenza di per sé non è una cosa negativa, ma può avere conseguenze nefaste.
«Eppure io preferirei passare tutta la vita vagabondando da un posto all'altro in una tenda kirghisa piuttosto che inchinarmi davanti all'idolo tedesco,» ho esclamato.
RispondiElimina«Ma a quale idolo?» ha gridato il generale che cominciava ad arrabbiarsi sul serio.
«Al modo tedesco di accumulare ricchezza. Io mi trovo qui da poco tempo, eppure tutto ciò che ho fatto a tempo ad osservare e a verificare fa ribollire il mio sangue tartaro.
Proprio non so che farmene di certe virtù! Ieri ho fatto qui intorno un giretto di una decina di verste. Be', quello che si vede qui corrisponde esattamente a quel che si legge in quei libriccini tedeschi di dottrina morale corredati da illustrazioni: qui in ogni casa hanno il loro «vater» terribilmente virtuoso e straordinariamente onesto. Talmente onesto che fa paura avvicinarlo. Io non posso sopportare le persone così oneste che fa perfino paura avvicinarcisi. Ognuno di questi bravi «vater» ha la sua famiglia, e la sera in casa si fanno delle letture istruttive ad alta voce.
Alti sulla casetta stormiscono al vento olmi e castagni.
Laggiù tramonta il sole, sul tetto c'è la cicogna e tutto è così straordinariamente poetico e commovente...
Non si arrabbi, generale, ma mi permetta di raccontarle qualcosa di ancor più commovente. Io stesso ricordo che mio padre buon'anima, la sera, sotto i tigli del giardinetto davanti casa, leggeva anche lui ad alta voce a me e a mia madre dei libretti del genere... Dunque anch'io posso dare una giusta valutazione di questo. Ma qui ogni famiglia di questo tipo è completamente sottomessa e addirittura schiavizzata dal «vater».
Tutti lavorano come bestie e tutti accumulano soldi come giudei. Mettiamo che il «vater» abbia già accumulato una certa quantità di fiorini e conti di lasciare al figliolo maggiore la sua bottega o il suo pezzetto di terra.
Per questa ragione loro sono capaci di non dare la dote alla figliola, e così quella rimane zitella. Per la stessa ragione vendono il figlio minore come servo della gleba o come soldato, e i soldi così guadagnati li aggiungono al capitale familiare.
È proprio vero che qui si fa così: mi sono informato. Ed è vero che tutto ciò si fa proprio e soltanto in nome dell'onestà, di un'onestà esasperata, a tal punto che lo stesso figlio minore è convinto che se l'hanno venduto ciò è stato fatto soltanto in nome dell'onestà, e quando la stessa vittima si rallegra di essere portata al sacrificio, cosa si può volere di più?
E sapete cos'altro c'è? C'è che anche per il figliolo maggiore la situazione non è allegra: càpita infatti che lui si sia unito sentimentalmente con una certa «Amalchen», ma il guaio è che non ci si può sposare, perché non si sono accumulati fiorini
RispondiEliminaa sufficienza. E così anche loro aspettano morigeratamente e vanno al sacrificio con la coscienza tranquilla e il sorriso sulle labbra. Intanto le guance di «Amalchen» avvizziscono, la ragazza sfiorisce. Finalmente, dopo vent'anni, il patrimonio familiare si è rimpinguato con i fiorini guadagnati con l'onesto lavoro. Il «vater» dà la sua benedizione al quarantenne figliolo maggiore e alla sua trentacinquenne «Amalchen» dal petto avvizzito e il naso rosso... Intanto piange, impartisce lezioni di morale e finalmente muore.
Il figliolo maggiore diventa adesso un virtuoso «vater» e la storia ricomincia daccapo.
E così tra cinquanta o settant'anni il nipote del primo «vater» ha messo insieme un capitale rispettabile da lasciare al figliolo, questi a sua volta lo lascia al suo e questi ancora al suo, e infine dopo cinque o sei generazioni viene fuori da quella famiglia il barone Rotschild in
persona, oppure la ditta Hoppe & C., o che diavolo so io.
Be', guardate un po' che magnifico spettacolo! Ecco il risultato di un lavoro ereditario di cento o duecent'anni, di pazienza, intelligenza, onestà, carattere, fermezza, calcolo e cicogne sul tetto! Cosa volete
di più? Non c'è nulla di più alto a questo mondo, e così in base a questo criterio essi cominciano a giudicare tutto il mondo e a giustiziare direttamente tutti i colpevoli, e cioè coloro che sono anche solo un po' diversi da loro.
Be', ecco come stanno le cose: io preferisco invece far baldoria alla russa e cercare di far fortuna alla roulette.
A me non interessa diventare Hoppe & C. tra cinque generazioni. I soldi mi servono per me stesso, e io non considero tutto me stesso come un necessario attributo del capitale. So benissimo di aver detto un sacco di sciocchezze, ma fa lo stesso. Queste sono le mie convinzioni.»
Già postato da Goofynomics nel Marzo 2013 ma assolutamente splendido e sempre superbo da rileggere. Dostoevskij è uno dei tanti fili conduttori di questo blog, dai tempi di "Eurodelitto ed eurocastigo", e continua ad esserlo.
EliminaLeggerlo (e cercare di comprenderlo) potrebbe essere condizione necessaria e sufficiente per tranquillizzarsi sul fatto che i russi non proverebbero mai ad aggredire gli altri paesi europei
EliminaVista la correlazione delle curve rappresentanti i salari reali dal 2000 della Francia e dell' Italia nel periodo che va dal 2000 al 2011 ( nella scala rappresentata, appare quasi pari a 1 ), credo sia ragionevole pensare che tale correlazione sarebbe persistita ( o quasi ) fino ad oggi ( porcaputtana! ), austerita' permettendo. Buon per loro che Barnier si sia dimostrato un Monti che non ce l' ha fatta ( semicit. ). Ed infatti, i francesi, anche oggi l' austerita' la faranno domani. Fa impressione l' andamento della curva dell' UK ( immagino, sia in ascesa che in discesa dal 2000 al 2014, dovuta anche alla bolla subprime ).
RispondiEliminaQuesto articolo é chiarissimo secondo me.
RispondiEliminaGrazie.
Vorrei dire che questo pezzo:
"La crisi salariale ha due presupposti: uno tecnico, l'integrazione monetaria, come ben sapevano i comunisti; uno politico, il PD, cioè il macellaio dal grembiule rosso chiamato a fare macelleria sociale fra il plauso delle vittime, tutte contente di essersi liberate di un uomo che invidiavano: Berlusconi." é lapidario perché esiste anche l'altro grafico, quello grottesco che gli operatori informativi omettono sempre, che mette a confronto la produttività coi salari reali dove si vede molto bene l'effetto che ha la loro tanto amata area valutaria dove anche senza senza € si vedeva molto bene come la naturale risposta in assenza di fluttuazioni valutarie, la prima vittima é stato il salario dei lavoratori solo che in quell'occasione la sx, mi domando, aveva già perso credibilità nella lotta tra classi? Gli operai capivano già che non erano più gli imprenditori (magari quegli imprenditori sono i genitori degli operai stessi, in una PMI tipo di quelle che costituiscono la spina dorsale economica di questo paese) il loro problema? Comunque la prima confessione gliela avete fatta fare ad 🍇, attendiamo speranzosi la seconda, so che riuscirà a fargliela fare. Grazie prof.
Hanno fissato il cambio, hanno fatto dumping salariale, hanno fatto dumping energetico, hanno fatto svalutazione competitiva verso il dollaro/manipolazione valutaria, hanno provato col Green con il risultato di devastare il tessuto economico e sociale di un intero continente (e c'è ancora chi parla di locomotiva tedesca!). Ma non basta, vanno avanti: ora si cambiano le regole fiscali, non per investire in infrastrutture/welfare, ma per RIARMARSI. Come volete che vada a finire? L' accident è dietro l'angolo della SStoria.
RispondiEliminaPoi capita di leggere questo. Che, per carita', sa molto di aaapolitiga. Ma visto dove succede, vien voglia di crederci.
RispondiEliminahttps://www.imolaoggi.it/2025/03/24/eurocrati-si-aumentano-di-nuovo-lo-stipendio/
In effetti dà un po’ fastidio leggere di questo ennesimo aumento di stipendio per la cricca leuropea, specialmente quando sai che, anche quest’anno, gli insegnanti che faranno gli esami di Stato (la cosiddetta “maturità”) lo faranno per compensi che risalgono al 2007 (sic!). A proposito di tagli di salario reale (per la plebe).
EliminaL 'anno di riferimento più significativo per capire che cosa CI è successo sarebbe quello in cui CI hanno "passato a l' euro" ( 1999 "informalmente" o 2001 " formalmente") quindi il valore mediano 2000 è perfetto.
RispondiEliminaPossiamo dire che adesso, dopo tutta questa protratta deflazione salariale da parte italiana, siamo noi ad aggredire gli altri?
RispondiEliminaConfesso che provo lo stesso senso di scoramento che lei ci ha trasmesso nel video di oggi.
RispondiEliminaNon mi riferisco ovviamente alla limpida bellezza del post, ma al clima generale dell'informazione serale. Tutti i TG, delle TV pubbliche e private, e i talk serali, suonano la stessa musica: dazibruttitrumppuzzone a reti unificate.
Piddini ovunque, senza contraddittorio, e europeisti fanatici di destra e di sinistra a tutto spiano, perché Mediaset è militarizzata dai vari Cattaneo e Sallusti che cantano anch'essi con il coro dei piddini.
Noi possiamo fare molto poco contro la potenza di fuoco dell'informazione attuale.
Sui social il clima è diverso, ma giornali e TV formano ancora oggi un pezzo rilevante dell'opinione pubblica nazionale.
Rispetto al 2011 i rapporti di forza dei due campi politici, sinistra e destra, sono cambiati e noi oggi siamo per fortuna al governo. Ma la consapevolezza delle cause profonde dei nostri attuali problemi non è cambiata di molto.
Continuiamo a nuotare contro corrente come salmoni e il senso di frustrazione spesso è faticoso da reggere.
Caro Professore, andrà come deve andare e noi possiamo incidere assai poco sugli esiti nel breve. Nel lungo periodo...
Un grazie di cuore.
Grazie per il lavoro che svolge, per gli insegnamenti e per il tempo che ci dedica ogni giorno. Oggi un grazie speciale perché durante la diretta ha dato un grande esempio: nonostante la frustrazione ci ha rispiegato tutto (ancora una volta) da capo. Non ho la presunzione di aver capito tutto ma già questo esempio di tenacia per me è stato importante.
RispondiEliminaConcordo con Gianluca: non è tanto l’incazzatura gladiatoria del guru, che affascina, ma la sua tenacia: che ci conferma di essere in buone mani. Grazie.
Eliminaio credo che il problema sia essenzialmente uno: se si trincerano dietro a logiche tanto auto-conservative quanto auto-sputtananti negando persino l'evidenza o peggio giustificandola per difendere il loro paladino Prodi per la vicenda dei capelli tirati, tu figurati cosa possono inventarsi per negare questa correlazione e concatenazione logico-matematica applicata alla macroeconomia o quantomeno stravolgerla a loro vantaggio. Così come c'è la partita tripla russa ci sono anche i numeri immaginari.
RispondiEliminaLeggetevi questa e capirete preché la verità non passa: il sistema dell'informazione fa solo e sempre propaganda "contro" certe verità. Ogni giorni di articoli così se ne leggono su tutti i siti e quotidiani economici. E alla fine chi li legge ci crede. E' la narrazione che detta la verità, non viceversa.
RispondiEliminahttps://www.italiaoggi.it/economia-e-politica/attualita/salari-italiani-piu-bassi-di-17-anni-fa-leconomista-nicola-rossi-spiega-tutta-colpa-della-bassa-produttivita-omf621e3
Salve professore e maestro. Il commento che le sto scrivendo víola apertamente varie leggi della netiquette: è palesemente OT, lo sto scrivendo parlando a me stesso più che a lei od ai lettori, è innecesariamente lungo, contorto e sgrammaticato, e contiene perfino con qualche parolaccia.
RispondiEliminaSpero che sia per una buona causa.
Anche io mi sento spesso come un nano che cammina sulle spalle di un gigante - e questo gigante è lei, soprattutto nel metodo ma quasi sempre anche nei contenuti. E se il gigante dovesse cadere, mi faccio parecchio male anch'io!
Sono rimasto molto colpito dalla sua rabbia e frustrazione nella sua semina quotidiana di ieri e mi sono incazzato e frustrato anch'io, come mi succede spesso nella vita da quando ho avuto la pessima idea di "aprire gli occhi", aiutato da lei.
Partiamo da "reasonable assumptions", cioè da banalità da psicologia da quattro soldi.
1. "Siamo" un misto indistinguibile di genetica ed imitazione
2. La percezione che abbiamo di IO è profondamente diversa da quella che abbiamo degli altri, o de "lagggente"
3. I difetti che più ci fanno incazzare sono quelli che noi osserviamo negli altri ed in fondo riconosciamo in noi stessi
4. Le profezie negative si auto-avverano molto spesso (corollario: Murphy).
Dato che queste cose le ho imparate da lei, insieme a tante altre che ora ripeterò, allora perchè cazzo fa (facciamo) tanta fatica a prendersi sul serio ed agire di conseguenza?
Lei sa e mi ha insegnato (anche prendendomi giustamente a pesci in faccia. A proposito: grazie!) che:
Non si può partire dalla premessa che noi uomini siamo esseri razionali.
Ci sono cose che se potessero essere capite non andrebbero nemmeno spiegate.
Fare i tifosi è inutile, ed in particolare parlare di argomenti complessi quando si è incazzati o a persone che sono incazzate.
La psicologia viene prima dell'economia che viene prima della gggeobolidiga.
Non serve a niente parlare con un piddino o ascoltare un piddino.
Per favore si calmi (non vale mai la pena di rischiare la propria salute), si parli, si ascolti, si prenda a pesci in faccia. Non si frustri facendo cose impossibili (perfino per lei), sia pragmatico. Regali un po' a lei stesso quello che lei ha regalato e continua a regalare a noi.
Io - che sono una persona molto più agitata di lei - ho dovuto abbandonare la mia inutile militanza qui in Cile. Se capita questo anche a lei, che è utilissimo ed anzi fondamentale in Italia, siamo fregati.
Un abbraccio e grazie mille.
Mauro
Da Barisoni a Trovati la strada è breve ...nessuno dico nessuno di questi arroganti e incompetenti giornalai che abbia letto il bel libro di Stefano Giraldo "L'impero minore" .. l'ignoranza regna sovrana nella stampa...come può un paese del genere non finire male ?
RispondiEliminaCorea prima in classifica si è tradotto in un contro intuitivo 0,X figli per donna
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