lunedì 10 febbraio 2014

La rivoluzione copernicana ovvero il metodo Furbini



(e affrontiamo anche il problema della desinenza in “ini”, che poi, se ci fate caso, è una crasi fra quella in “in” e quella in “oni”, in un certo senso...)

Fin dalla più tenera età siamo stati abituati a pensare che la reazione più naturale a uno shock negativo di domanda estera sia, per un paese, lasciar deprezzare il suo tasso cambio (qualora gli sia possibile). Sta scritto in qualsiasi manuale di macroeconomia, ad esempio nel Dornbusch-Fisher:





(ah, per inciso, notate: “a devaluation is an increase in the domestic currency price of foreign exchange”. Una svalutazione è un aumento del prezzo in valuta interna della valuta estera. Dorbusch usa la quotazione incerto per certo, quella che per Bisin era vetusta, e ovviamente se il prezzo in valuta interna della valuta estera, raddoppia in economia internazionale si parla di svalutazione del 100%, cosa che questo pietoso espertone ignora...).

Il motivo per il quale un deprezzamento del cambio è la risposta fisiologica a uno shock esterno è piuttosto semplice.

Da quando la moneta è a corso forzoso (cioè praticamente da sempre, come gli storici sanno, ma gli economisti e i giornalisti ignorano – vi siete mai chiesti per quale motivo occorresse stampare la faccia del sovrano sulle monete, se quello che contava fosse stato solo il peso del metallo?), da quando la moneta è a corso forzoso, disais-je, quello che determina il suo valore esterno, cioè il suo prezzo in termini di valuta estera, ovvero il suo tasso di cambio, è, guarda un po’, quella grande sconosciuta che si chiama legge della domanda e dell’offerta (sconosciuta ai giornalisti, va da sé...). Il cambio di una valuta dipende da quanta valuta è domandata dai non residenti (esattamente come il prezzo del pesce sul banco dipende da quanto pesce è domandato dai clienti, e non dal pescivendolo: il che vi fa capire quanto sia delirante Memmeta con la sua idea che la “nuova lira” si rivaluterebbe perché gli italiani la domanderebbero, ma non apriamo un altro fronte).

Ora, pensateci: shock negativo di domanda estera significa, in parole povere, che il resto del mondo “va per stracci” e quindi non ha più soldi per comprare i tuoi beni. Normalmente per comprare i tuoi beni il resto del mondo deve comprare la tua moneta. Evidentemente, se a causa di una crisi i non residenti riducono la domanda di beni da te prodotti, diminuirà di conseguenza la domanda della valuta del tuo paese, che quindi si deprezza. Niente di più naturale, ovvio, fisiologico, e conforme al funzionamento di un’“economia sociale di mercato fortemente competitiva” (art. 3 del Trattato sull’Unione Europea). Mica vorrete fare l’economia di mercato inibendo il sistema dei prezzi, no?

Chiaro fino a qui?

Bene.

Se la tua moneta costa di meno, ipso facto l’intero “listino prezzi” del paese, come dice con efficace metafora Claudio Borghi, diventa più conveniente, non perché siano variati i prezzi in valuta nazionale dei beni, e nemmeno perché siano scesi i salari in valuta nazionale, ma semplicemente perché sono calati i prezzi dei beni nazionali espressi in valuta estera, dato che occorre meno valuta estera per comprare la valuta nazionale.

Chiaro fin qui?

Bene.

Sintesi: se il resto del mondo va in crisi, è normale che il corso della tua valuta scenda. Il contrario non è normale, indica una distorsione di quella elementare legge del mercato nota come legge della domanda e dell’offerta, e come ogni distorsione del mercato crea problemi da un’altra parte: nel mercato del lavoro. Se non cede il cambio, deve cedere la domanda interna, creando disoccupazione (come dice Dornbusch nel passo qua sopra e come ho esposto in Commissione finanze), dato che la disoccupazione è la via più spiccia per ridurre il costo del lavoro (come ho ricordato qui).

Chiaro fin qui?

Bene.

Notate un dettaglio. Nel ragionamento svolto, il fatto che il corso della tua valuta scenda indica un problema del resto del mondo, non tuo. È il resto del mondo che, a causa di problemi di qualche tipo (una crisi finanziaria, un disastro nucleare, uno tsunami), domanda meno i tuoi beni, e quindi la tua valuta. In questo caso, se il mercato non è distorto, è fisiologico che il prezzo della tua valuta scenda. Questa variazione di prezzo (della tua valuta) serve appunto a riportare in equilibrio il mercato. In effetti, quando il resto del mondo comincia a domandare meno i tuoi beni, questi si trovano in eccesso di offerta. Ma siccome la variazione del cambio rende più conveniente il “listino” del tuo paese, fisiologicamente (per chi è liberale e crede nel mercato) questo aggiustamento di prezzo determina un aumento di domanda estera per i tuoi beni (perché grazie all’aggiustamento del cambio in valuta estera essi costano di meno), il che “pulisce” (come dicono gli economisti) il mercato, assorbendo l’eccesso di offerta. Se non ci credi, in questo meccanismo di mercato, va benissimo, se ne può parlare, e mi stai molto simpatico, ma solo finché eviti di fare il liberale di questo paio di zenzeri. Le due cose insieme non stanno. Non puoi essere un pasdaran del mercato e volere che un mercato importante come quello valutario non funzioni, a meno che tu non sia un personaggio folcloristico come Giannino, per dire.

Chiaro fin qui?

Bene.

E ora passiamo dalla teoria alla pratica, esaminando la reazione del tasso di cambio di alcuni paesi a uno shock di domanda estera. Considereremo il più gigantesco shock del dopoguerra: quello causato dal crollo della Lehman Brothers. Prima vediamolo nel contesto storico:


Non so se con il vostro occhietto non allenato riuscite a notare l’entità del problemino. La caduta del Pil a fine 2008 non ha precedenti storici, almeno dagli anni ’60 (quelli a partire dai quali ho recuperato l’indice del Pil statunitense in termini reali, serie:  11199BVRZF... delle International Financial Statistics).

Per aiutare la vostra intuizione, vi fornisco i tassi di variazione trimestre su trimestre precedente (e quindi congiunturali, non tendenziali, per cui non confondetevi come quest’altro espertone):


Solo nel secondo trimestre del 1980, dopo il secondo shock petrolifero, c’era stato un tasso di crescita trimestre su trimestre inferiore al -2.0%. Esattamente: il -2.05%. Ma poi c’era stato un bel rimbalzo oltre +2%, sicché in media d’anno il tasso di crescita dal 1980q2 al 1981q1 era stato di 1.69% (notate: sto prendendo la cumulata dei tassi di variazione trimestrali, che mi fornisce, approssimativamente, il risultato dell’anno). Viceversa, a fine 2008 non solo lo shock è stato più forte (-2.3%), ma il rimbalzo non c’è stato, e quindi la crescita cumulata nei quattro trimestri seguenti allo shock è stata di -3.36%. È cioè stata una decrescita, non molto felice per il resto del mondo.

Aspettate, dobbiamo zoomare, perché è molto importante capire cosa è successo, e quando. Lo zoom in livelli è questo:


e si vede bene quello che è successo: semplicemente, il Pil statunitense si è messo su una nuova tendenza, con pendenza simile a quella che aveva prima dello shock, ma livello più basso: hanno rimesso indietro le lancette dell’orologio. Vi ricordo in che modo gli Stati Uniti rimettono le lancette avanti, così stanotte dormite più tranquilli. Vi faccio vedere anche la zoomata dei tassi di variazione, così quelli di voi meno allenati a leggere grafici capiscono dov’è il problema (non è un dettaglio):


Dov’è il problema, quando si è verificato, precisamente? Il picco negativo è stato nel quarto trimestre del 2008, quando, dopo il crollo Lehman in settembre (terzo trimestre), il Pil Usa si è contratto di più del 2% rispetto al trimestre precedente. Per darvi un ordine di grandezza, una cosa come quasi 300 miliardi di dollari sottratti al circuito della domanda statunitense da un trimestre all’altro, che ha provocato una diminuzione delle importazioni Usa dal resto del mondo (cioè una sottrazione dal circuito della domanda mondiale) di circa 386 miliardi di dollari in un solo trimestre (perché, come sa chi è del mestiere, l’elasticità delle importazioni al reddito è generalmente maggiore di uno - come vedremo anche più avanti).

Chiaro fino a qui?

Bene.

Ovviamente, ci aspetteremmo che i tassi di cambio della maggior parte dei partner commerciali degli Stati Uniti abbiano reagito deprezzandosi.

Chiaro fino a qui?

Bene.

Ma da oggi la teoria economica è cambiata, ha subito una rivoluzione copernicana le cui portata è difficile da apprezzare ancora compiutamente, ma che senz’altro getta alle ortiche gli studi di illustri accademici, di allievi e maestri di Nobel come Dornbusch. Fanno festa gli editori, che dovranno riscrivere ex novo tutti i manuali di macroeconomia. E chi ha fatto questo regalo agli editori, i migliori amici dell’uomo? Un giornalista:



Non lo riconoscete? È Federico Fubini.

Ecco qui la trascrizione del suo filo diretto a Pude Pagina del 7/2/2014:

Domanda dell’ascoltatore: “Come mai la Danimarca e l’Inghilterra hanno mantenuto le loro monete?”

Risposta (riferisco solo la parte sulla sterlina, per brevità): “Quanto alla sterlina britannica, la sterlina britannica non fa parte dell’euro, la BoE è assolutamente sovrana, ancora una volta non ci sono state svalutazioni significative della sterlina nei confronti dell’euro nel periodo di vita dell’euro, dunque dal 1999, e soprattutto le svalutazioni che ci sono state non hanno sostenuto le esportazioni britanniche, perché se lei va a vedere la dinamica dell’export britannico è molto debole. La Gran Bretagna ha un deficit delle partite correnti, dunque del dare e dell’avere negli scambi di beni e servizi con il resto del mondo e con l’Europa molto significativo, dunque l’eventuale flessibilità della moneta britannica non ha aiutato gli inglesi a far crescere la propria industria esportatrice e il proprio settore manifatturiero. Vedremo nel medio periodo quali saranno gli effetti della politica della Gran Bretagna, della politica della banca centrale britannica, che in questo momento ha soprattutto fatto decollare drasticamente i prezzi degli immobili in Gran Bretagna, al punto che il paese vive una vera e propria crisi abitativa. Io sinceramente non penso che la via d’uscita sia illudersi di poter tornare indietro, l’Italia deve stare nel mondo di oggi. Stare nel mondo di oggi vuol dire dotarsi di istituzioni adatte per stare nel mondo di oggi. Continueremmo ad avere la concorrenza dei paesi asiatici anche con una lira che dovesse svalutare drasticamente. L’esempio dell’Argentina, peraltro, del quale abbiamo parlato in questi giorni, ci mostra che una prima drastica svalutazione non finisce mai dopo la prima stagione di caduta dei tassi di cambio, perché arriva un’ondata di inflazione con l’importazione di beni e servizi molto più costosi dall’estero, questo fa perdere ancora competitività al paese a causa dell’inflazione, e si entra in una catena di continue svalutazioni che portano l’inflazione abbastanza rapidamente fuori controllo. È quello che è successo all’Argentina. L’unico modo di uscire da una spirale del genere è fare esattamente quello che noi non vorremmo che la Bce facesse, alzare i tassi di interesse, fare politiche di austerità di bilancio ancora più severe di quelle delle quali oggi ci lamentiamo. Dunque, sono d’accordo però con lei che manca un discorso abbastanza approfondito su questi temi nel nostro paese.”

Chiaro fin qui?

Non credo.

Riassumo: la sterlina non ha subito svalutazioni significative, però le ha subite, ma queste non sono riuscite a far aumentare il commercio del Regno Unito, perché l’Italia è come l’Argentina.


...

Chiaro fin qui?

Non credo.

Traduco. Il meta-messaggio è chiaro: per un po’ di tempo il Pude ha cercato di farci credere che nel Regno Unito le cose andassero peggio che da noi, quindi che l'euro fosse sostanzialmente irrilevante rispetto ai nostri problemi, visto che chi aveva sovranità monetaria stava peggio. Era diventato un argomento standard. Ve lo ricordate? Vi ricordate, ad esempio, a SkyTg24, con Marenzi (non ritrovo il filmato), quel simpatico banchiere piddino che tirò fuori dalla manica il suo asso perdente, inserendo del tutto fuori contesto l’osservazione che “però l’Inghilterra va male anche se non ha l’euro ed ha sovranità monetaria”? Lo stesso giochetto che avevo visto fare a Marine Le Pen da certi pennivendoli francesi, tanto per dire.

Ma ora questo giochetto non si può più fare, perché che noi andiamo peggio di loro è evidente. Dal 2008 al 2013 la crescita cumulata in Italia è stata del -8,7%, quella del Regno Unito -1.6%. Scarto: -7.1% a nostro sfavore! (dati qui).

Allora il giochetto è cambiato: “Però l’Inghilterra va meglio anche se non ha svalutato”! Sottinteso: “Non speriate, cari Untermenschen, che io intimamente disprezzo perché appartengo al giornale degli ex-comunisti che vi hanno da sempre visto come un popolo di mandolinisti meritevoli solo di essere assoggettati a una potenza straniera, non sperate, vi dico, che avere un cambio prezzato dal mercato possa redimervi dalla vostra colpa, dal vostro stato di inferiorità ontologica. Vedete? Gli inglesi sono bravi (anche se magari fino a poco fa vi dicevo che erano cattivi), e riescono a star meglio di voi perfino rivalutando, perché la competitività è un’altra cosa, non ha nulla a che fare coi prezzi, ha a che fare con il cattolicesimo e il calvinismo, con il consumo di porridge, con la repressione sessuale, con i millimetri di precipitazioni annui, con altre variabili metaeconomiche e soprattutto metafisiche che voi, Untermenschen, non avrete mai sotto controllo”.

Chiaro fino a qui?

Bene.

Ora voi direte: “Bene, adesso arriva l’asfaltata. [Popcorn mode on] e vediamo come Bagnai trita Fubini. Era un po’ che mi stava sugli zebedei, con quella sua aria da primo della classe – non si sa bene in quale facoltà. Non vedevo l’ora che pestasse la coda del crotalo, ora l’ha fatto, come prima quell’altro improvvisato commentatore anziano, godiamoci lo spettacolo”...





































































































Sono desolato nel dovervi deludere. Ha ragione lui. Ha ragione il dottor (in cosa, se non sono indiscreto?) Fubini. In effetti, dopo la crisi molti paesi che ora si stanno riprendendo hanno rivalutato. Vi faccio alcuni esempi, preceduti, come sempre, da congruo disegnino:



Il grafico riporta il tasso di cambio nominale effettivo (media dei tassi di cambio, quotati certo per incerto ponderata per il peso dei partner commerciali e espressa come indice: mi perdonerete se da professionista preferisco questa misura, che fornisce l’effettiva “forza” della valuta). Vedete? Dopo la crisi il cambio nominale effettivo si è rivalutato del 2% in Islanda (da 47.6 a 48.6), del 3% in Polonia (da 94.2 a 96.6), del 7% in Corea del Sud (da 75.6 a 80.6), e del 5% in Inghilterra (da 79.5 a 83.2).

Ripeto: questo indice è certo per incerto, quindi una rivalutazione la vedete come aumento.

...

A questo punto, voi, giustamente, mi direte: “A’ Bagnai! Ma che cce stai a cojona’!? Scusa, cocco de mamma, ma lo shock c’è stato ner quarto trimestre del 2008! Li grafichi tui parteno dar seconno trimestre der 2009. Mica semo scesi da ‘a montagna der sapone...”.

È inutile, ci rinuncio!

Non riuscirò mai a farvi capire la differenza fra un dilettante e un professionista...

Dilettante... Che termine inappropriato, del resto. Ragioniamoci un attimo su. “Dilettante” significa “persona che prova diletto”. Un termine nato nel ‘700, quando l’intellettuale medio era sufficientemente wide ranging (sì, Fausto, si dice versatile, o poliedrico. Giamaica pure te, però...), era sufficientemente versatile da riuscire a fare più di una cosa in modo tale da procurare diletto a sé o agli altri. Nel ‘700 era così. Casanova era un dilettante di violino, ma riuscì a mantenersi per un po’ suonando in orchestra. Friedrich der Große era un dilettante di flauto, ma sul suo libro di studi si formano ancora oggi i suonatori di traversiere (including myself), e comunque, a Sans Souci, suonava con una bella orchestrina, con Pisendel come spalla. Ecco: ce l’avessi io Pisendel come spalla, e Johan Christian al continuo, proverei diletto (e soprattutto non starei perdendo tempo con voi). Oggi invece un dilettante è uno che fa musica per il piacere di far musica, piacere che, come diceva un mio amico professionista, è il piacere di farla male (cioè di infliggere una sofferenza agli altri), perché farla bene non è un piacere, ma una professione (cioè infliggere una sofferenza a se stessi).

Questo tipo di dilettanti, ortogonali rispetto a Casanova e Federico (di Hohenzollern, non Fubini), forse sarebbe meglio chiamarli con il nome della categoria pornografica cui appartengono: amatori.

Cosa distingue un’attività amatoriale da un’attività professionale (come quella di Federico, non di Hohenzollern, Fubini)?


Ma è semplice! Il metodo.

Un giornalista professionista ha il metodo. Uno dei tanti. C’è il metodo Boffo, e c’è il metodo Fubini. Quest’ultimo non è un’assoluta novità. Consiste, in breve nel misurare un fenomeno economico scegliendo come benchmark (...a Fausto! E che cazzo: posso parla’ come me pare?), scegliendo, dicevo, come punto di riferimento una data arbitraria e funzionale alle proprie affermazioni menzognere, anziché una data dettata dalla logica economica del fenomeno.

Sì: ho detto menzognere. Problemi? Gli avvocati ci sono per questo. Ma pensaci bene, prima, te lo dico toto corde.

Il metodo Fubini si evidenzia già nell’incoerenza interna dell’enunciato: “non ci sono state svalutazioni significative... e soprattutto le svalutazioni che ci sono state non hanno sostenuto le esportazioni britanniche”. Ma queste benedette svalutazioni, insomma, ci sono state o non ci sono state?


Ma!...

Il metodo diventa poi flagrante quando il Fubini diventa apologeta di se stesso. Perché, ragazzi, lo so, sembra incredibile, ma c’è ancora gente che dopo tre anni di mia divulgazione non ha capito di non poter dire la qualunque. No, loro pensano che sia come prima, ai bei tempi nei quali nessuno si era messo di traverso al PUDE, tranne personaggi folcloristici come Donald o l’ortotterone, di fatto funzionali alle logiche del PUDE (valvole di sfogo per l’intercettazione del dissenso). Quindi, come dire, loro pensano di poter fare ancora come gli pare! Sorprendente, vero? Ma non è così. La smaccata menzogna di Fubini (“non ci sono state svalutazioni significative della sterlina nei confronti dell’euro nel periodo di vita dell’euro, dunque dal 1999”) viene immediatamente segnalata da un ascoltatore:


Ed è nella difesa di Fubini che si evidenzia il suo metodo. Perché cosa fa il nostro amico? Ma semplice: mostra un grafico!

Sì, lo so. La colpa è mia.

Me lo ricordo, quando all’inizio Marco Basilisco, forse perché convinto (all’epoca, o magari ancora adesso) che la rivoluzione si facesse coinvolgendo “er popolo”, con tono lievemente patronising (ma io sono buono, oh, quanto sono buono, oh, quanto sterminata e misconosciuta è la mia bontà!), mi diceva: “Non mettere grafici, che perdi lettori! Non citare Proust, che perdi lettori!”. La mia risposta non c’era, ma se ci fosse stata sarebbe stata un equanime e pacato mastica. Poi in due anni questo è diventato il più importante blog di informazione economica. Er popolo non lo so, ma voi avevate fame e sete di giustizia, cioè di dati. E io lo sapevo, e l’ho soddisfatta. E la conseguenza è stata tragica per i giornalisten: gli standard si sono alzati, e quindi, porelli, mentre prima potevano parlare ex cathedra, dall’alto del loro essere nulla e nulla sapere, dicendo qualsiasi cosa senza appoggiarsi ad alcun dato, ora questo non gli è più possibile. Sono stati costretti a scendere sul nostro campo. Lo capite, cari amici del “gesto eclatante”, a cosa è servito aspettare? È servito a far scendere il nemico (del nostro paese) sul nostro campo di battaglia, dove può solo essere tritato (dialetticamente, s’intende, che un hamburger di giornalista mi nausea al solo pensiero).

Avete capito bene?

Avete capito tutti?

Capito Basilisco?

Capito gestoeclatantisti?

Chiaro fino a qui?

Bene.

Allora guardate che si inventa er sor Fubini. In un tweet, dopo aver supponentemente rigettato le accuse di palese distorsione della realtà, ci fornisce questo bel grafichetto:


Al che un lettore gli fa notare che:



Eh già...

Oooooooooooooooooooooooooooooops!

Perché il grafico richiamato dal link di Fubini è questo, quello che riporta la quotazione incerto per certo del pound (ovvero il prezzo di un euro in pound, per cui in questo caso una diminuzione indica una rivalutazione):


Ma purtroppissimo lo shock che ha determinato l’aggiustamento del cambio inglese non è stato a febbraio 2009! E i miei lettori, fra i quali il buon Leonardo, queste cose ormai le sanno.

Furbini, pardon, Fubini, mi scusi, le sanno, capisce? Le sanno. Punto. Si ricorda: lo dissi a Fassina un paio di anni fa, e ora lo ripeto a lei: basta! Le persone ormai si informano: dovete adattarvi (o scomparire, cosa che del resto state facendo).

E allora, vediamo, se fossimo stati dei dilettanti, se non avessimo applicato il professionale metodo Fubini, a cosa sarebbe somigliato il grafico:



Com’era quel discorso del non aver svalutato significativamente dal 1999, sor Furbini?

Dunque: si vede bene che fra 2007 (inizio crisi subprime) e 2008 il cambio cede da 0,7 a 0,8 pound per euro (svalutazione del 14%), poi dopo lo shock di fine 2008 passa da 0.8 a quasi 1 (una roba attorno al 20%, a spanna). E queste non sarebbero svalutazioni significative?

Aspetta, vediamolo in un altro modo. A cosa sarebbe assomigliato il mio, di grafico, se non avessi usato il metodo Furbini?

A questo:



Ah, ecco! Come dire, una differenza si vede. Certo, le valute in questione dal secondo trimestre del 2009 hanno tutte rivalutato. Dettagliuzzo: fra il terzo trimestre del 2008 e il primo del 2009, cioè in seguito allo shock di settembre 2008, stranamente (per un giornalista) tutte hanno immoralmente (per un giornalista) svalutato. E non di poco! Numeri alla mano, si vede che in termini effettivi nominali, solo nel trimestre successivo allo shock (l’ultimo del 2008) le svalutazioni rispetto al precedente erano state: Islanda, -25%; Polonia, -13%; Corea del Sud, -19%; Regno Unito, -8%.

Notate: ovviamente la svalutazione in termini effettivi e su base trimestrale sembra molto meno drastica che in termini bilaterali (pound su euro) e con dati giornalieri. Il mio grafico considera un indice che è una media due volte: in senso sezionale, perché considera una media ponderata di cambi, e in senso temporale, perché è la media dell’intero trimestre, per cui picchi di svalutazione quasi al 25% come quelli che vedete nel grafico del sor Fubini qui non li vedete. Il motivo (ovvio) per il quale ho usato questo indice è esso è temporalmente omogeneo all’indice del Pil che ho usato per misurare lo shock (vedete i grafici sopra).

Ma... Togliamoci un altro sfizio, visto che noi siamo gli Untermenschen svalutatori. Mettiamo queste svalutazioni in prospettiva, e godiamoci qualche decennio di cambio effettivo italiano e inglese, va’, tanto per gradire...


...e, guarda caso (ma che sorpresona!) scopriamo due cose del tutto inaspettate, no? La prima è che noi Untermenschen, in quegli anni ’80 che sono stati la sentina di ogni vizio, l’origine di ogni male, perché “la corruzione” ha fatto esplodere il debito pubblico e altre menate simili, abbiamo sostanzialmente difeso la parità di cambio, a partire dal 1986, rivalutando, mentre i virtuosi britannici se ne andavano fottendo e lasciavano cedere la sterlina (salvo poi farla riprendere dopo il crollo dello Sme). La seconda cosa è ancora più interessante! Perché non solo non è vero, come dice er sor Furbini, che la sterlina non ha avuto svalutazioni “significative” dopo la partenza dell’Eurozona, ma anzi, in prospettiva storica, la svalutazione fra 2007 e inizio 2009 è stata la più rilevante sperimentata dal pound negli ultimi trent’anni!

Capito?

Ora, naturalmente, siccome chi mente di solito mente a tutto tondo, entriamo nel dettaglio, perché so che a voi piace. Dunque, com’era quell’altra cazz... affermazione lievemente imprecisa? “L’eventuale [Fischia! NdC] flessibilità della moneta britannica non ha aiutato gli inglesi a far crescere la propria industria esportatrice e il proprio settore manifatturiero”. Mah!? Sarà vero!?

Andiamo un po’ a vedere, osservando, per esempio, la dinamica dell’indice delle esportazioni italiane e inglesi in un intorno dello shock.



...e, tanto per cambiare (mai ‘na gioia!), le cose ovviamente non stanno come dice er sor Furbini. “Come!?” direte voi: “Ma in questo caso siamo noi a difenderlo: ha ragione lui: lo vedi? In effetti le esportazioni del Regno Unito sono diminuite pure loro, quindi la svalutazione non è valsa a difenderle, e tu ci hai raccontato una balla, tanto quanto lui!”...

Miiiiii, che pazienza!

Allora: back to basics. Apologo: supponiamo che in una bella giornata di primavera vi rechiate al mercato e vediate le prime ciliege della stagione. Vi avvicinate al banco, e il prezzo è decente. Il solito fruttarolo (poi Carlo traduce in romanesco) vi adocchia e vi fa addirittura uno sconto! Pensate: svalutacompetitivamente le sue ciliege (cosa immoralissima, secondo gli espertoni alla Furbini). E voi, squallidi, abietti, infimi complici di cotanta immoralità, cosa fate? Mettete mano al portafogli.

Ma c’è un problema.

Il portafogli lo avete lasciato a casa (e il fruttarolo non vi conosce).

Come finisce l’apologo? Finisce che vi attaccate al tram, carissimi, e tornate a casa senza ciliege, ma avendo appreso (a vostre spese, che poi è sempre il metodo più efficace) una grande verità: in una funzione di domanda non ci sono solo i prezzi, c’è anche il reddito.

Adattiamolo allo strano caso del dottor Fubini e di mr. Furbini.

A Federi’, ma che me stai a cojona’ n’antra vorta? Scusa, caro mio, ma con le importazioni mondiali (cioè con la domanda del resto del mondo) in calo del 15%, ma mi spieghi come sarebbe mai stato possibile che non calassero, le esportazioni britanniche? Ecco. Ma la vedi una differenzina-ina-ina rispetto alla dinamica di quelle italiane? Quelle italiane fanno un tonfo più accentuato e persistente intorno allo shock. E lo sai perché? Guarda queste tabelline-ine-ine (scusate, mi flanderizzo un po’):



che vengono da questo studio (per citarne uno dei tanti). Le esportazioni italiane sono più elastiche alla domanda mondiale di quelle inglesi, sia nel breve che nel lungo periodo. Questo sarebbe un motivo in più per poter compensare col cambio shock avversi di domanda, va da sé. Ma noi non potevamo farlo, anzi, abbiamo rivalutato in termini nominali (come vi faccio vedere nel libro), da cui il bel tonfo del 25% per due trimestri consecutivi.

Ora, l’elasticità di breve e di lungo periodo delle esportazioni del Regno Unito alla domanda mondiale è inferiore rispetto a quella delle nostre, ma sempre maggiore di uno (1.1), il che significa, ad esempio, che nel primo trimestre del 2009, quando la domanda mondiale (le importazioni mondiali) erano calate del 16%, le esportazioni britanniche sarebbero dovute calare del 16%x1.1=17.6%. Invece sono calate “solo” dell’11%. E lo sai perché? Perché la sterlina ha svalutato di circa il 10%, e siccome capita che le esportazioni britanniche siano abbastanza elastiche al prezzo (addirittura 1.7 nel lungo periodo), una svalutazione di questa entità è riuscita a tener su le esportazioni (sai, meno per meno fa più), rispetto a dove sarebbero finite se la svalutazione non ci fosse stata. Si chiama media condizionata o funzione di regressione, in statistica, e nella vita di tutti i giorni si chiama buon senso, e consiste, fra l’altro, nel capire che nell’economia le variabili non sono solo due, e che delle cose che non si conoscono sarebbe meglio che non si parlasse.

Ora voi direte: “Be’, sì, il metodo Furbini lo abbiamo capito. Non è molto diverso dal metodo Boffo, ma almeno un pregio ce l’ha: quello dell’originalità!”


E invece no, nemmeno questo! Perché, voi sapete bene, il vero Repubblichino è autorazzista ed esterofilo, e quindi i suoi modelli li trae dalla Germania. Ora voi mi tirerete fuori Goebbels, e fareste male, non tanto perché il dottor Fubini (il gemello buono, e sicuramente anche buonista) potrebbe offendersi, quanto perché non c’è mica bisogno di andare così indietro! Basta tornare a Kohl. Guardate cosa c’è scritto a pagina 240 di Anschluss di Vladimiro Giacché:

Ci sono esempi di uso spregiudicato delle statistiche ancora più significativi di quello ora citato. Nelle sue memorie Gerhard Schürer, l’ex responsabile della pianificazione della Rdt, constata divertito che «il metodo di affidarsi a percentuali ad effetto» – ma ingannevoli – non era tipico della sola Rdt, «ma è una prassi corrente a livello internazionale e tuttora anche in Germania». E cita un caso lampante di utilizzo mistificatorio dei numeri: la conferenza stampa del cancelliere «in vista delle elezioni del 1994 per il Bundestag, in cui [Kohl] ha affermato che i nuovi Länder, con una crescita del 9 per cento, sono la ‘regione europea a più forte crescita’. Questo enunciato – prosegue Schürer – è corretto, ma il cancelliere non ha detto che questo 9 per cento si riferisce alla cifra assoluta di un prodotto che dalla riunificazione è crollato a un terzo. In parole povere: prima era 100, poi è sceso a 33, e adesso è un 9 per cento in più, cioè appena 36. È un grande successo?» (Schürer 1998: 86). Evidentemente no. Oltretutto nel 1996 la ripresa si arrestò, e tra il 1996 e il 1997, i percettori di sussidi sociali all’Est aumentarono del 24 per cento, contro il 5 per cento dell’Ovest (Luft 1999: 281).

Ecco, vede, caro dottor Fubini? Il suo gemello cattivo, mr Furbini, non è nemmeno originale.

Ma ora basta divertirsi.

Fubini, lei oggettivamente ha detto il falso, perché le cose sono andate in modo diverso da come lei le rappresenta, quindi i casi sono due: o lei è un mentitore, perché sapeva che le cose non erano andate come lei narra, e ha voluto dare una rappresentazione artatamente distorta della realtà, per difendere la sua assurda tesi che il tasso di cambio fisso sia “un’istituzione moderna”; o lei è un ignorante, nel senso che ignora i più elementari e noti fatti stilizzati di quella materia nella quale si arrischia a pontificare con tanta sicumera. Ora, regoliamoci. In altri tempi, non meno civili di quelli odierni, a questa mia pacata, documentata, oggettiva affermazione sarebbe seguita una sua sfida a duello. Non potendo difendere la sua onorabilità con i fatti, con i quali evidentemente  non ha molta dimestichezza, sarebbe stato costretto a difenderla con le armi (sperando di aver più dimestichezza con esse). Se vuole, si accomodi. La scelta dell’arma sta a lei, salvo errore. Sarei proprio curioso di vedere chi sceglierebbe per padrini: Bombolo e Alvaro Vitali, forse. Cosa preferisce? La torta in faccia a dieci passi di distanza? Perché la sciabola, quella, si è capito chi la maneggia meglio...

Ma siamo in tempi più civili, quindi suppongo che lei potrebbe preferire la strada della querela. Si accomodi. Il fatto è, vede, che lei, violando gravemente la deontologia della sua professione, invece di dare fatti, che sono quelli che ho dato io qui ricorrendo a fonti internazionali che posso produrre in tribunale, ha veicolato una sua opinione, totalmente infondata nella teoria economica (vedi sopra il manuale di Dornbusch), e può averlo fatto solo per ignoranza o per motivi ideologici. Com’era quella storia dei fatti separati dalle opinioni? Non sarebbe questa la vostra deontologia? Se ha avuto altri motivi, non riconducibili a queste due categorie, me li dica, e io sono pronto a scusarmi. Ma se non è così, si mette male. Perché io che le cose sono andate in modo diverso, che la sterlina, così come le valute di tutti quei paesi che voi informatori prendete a pietra di paragone (ad esempio la Polonia), si sia svalutata in seguito allo shock Lehman, cioè, in altre parole, che ci sia stata una svalutazione significativa della sterlina dal 1999 a oggi, posso dimostrarlo, e infatti, anche se forse lei non se ne è accorto, quanto precede lo dimostra.

Ma vede, il problema è un altro. Il problema è che lei dovrebbe provare un qualche rincrescimento per averlo fatto, e certamente dovrebbe chiedere scusa, perché l’informazione palesemente falsa è stata fornita in in una trasmissione della Rai. Una trasmissione che noi paghiamo con i nostri soldi, Pude Pagina, e che le dovrebbe chiedere i danni, perché agendo come ha agito lei ha fatto un uso distorto, ha abusato, di quello che dovrebbe essere un servizio pubblico. E quindi quest'ultimo, a sua volta, se volesse difendere la sua onorabilità (chiamiamola così), non avrebbe altra scelta se non quella di pubblicare una sua rettifica o chiederle i danni.

Chissà, magari lei lo ha fatto, magari ha rettificato il dato palesemente, grossolanamente, tendenziosamente falso. Dirò di più: sono (quasi) certo che lo abbia fatto. Ecco, magari qualche lettore mi segnalerà che lei lo ha fatto, e io mi scuserò.

Il mondo dovrebbe funzionare così.

Invece, da sempre, funziona in un altro modo.

Ma solo nel breve periodo.

Perché fra breve e lungo periodo c’è una differenza.

Questa:

La colpa seguirà la parte offensa
in grido, come suol, ma la vendetta
fia testimonio al ver che la dispensa.

Chiaro fin qui?

Bene.

(...e io che ci avevo quasi creduto. Ecco, lo so, ora le care e buone immagini paterne di Paolo e Giorgio mi rampogneranno, mi diranno: “Ma insomma, Alberto, anche tu cerca di essere meno spigoloso, è importante apparire su certi media!” Sì, lo so. Non sono un politico, non so fare politica. Voi sì, e io dovrei prendervi a esempio, o comunque darvi retta, perché anche se non voglio quello che sto facendo è politica, per il semplice fatto che lo sto facendo per la mia polis. Però, scusate, due osservazioni. La prima: perché mai dovrei accordare un singolo minuto del mio tempo a una persona che comunque distorcerà quanto dirò? Avete dubbi? Scusate: uno che è capace di dire che dal 1999 la sterlina non ha avuto svalutazioni importanti, quando ha avuto una delle svalutazioni più importanti della sua storia (uscita dal gold standard inclusa), cosa pensate che potrebbe fare delle mie parole? E allora le mie parole le tengo per me, non le affido a una persona simile. E poi c’è la seconda osservazione, più fondamentale. Le cose andranno come dico io, perché non lo dico io: lo dice la logica economica, lo dice la Storia (e voi lo sapete perché me lo avete insegnato). Domani potrei andare sotto una macchina, o magari dopodomani, correndo lungo il quai nel quale l’Education sentimentale comincia, potrebbe finire la mia vita, per l’imprevedibile scoppio di un simpatico aneurisma. Questo, certo, mi impedirebbe di assistere al momento dell’inevitabile epilogo. Pace. Ma in questo caso, che senso avrebbe perdere tempo con un manipolatore simile? Gaudeamus igitur, e, da buoni crotali, risparmiamoci il contatto con altri rettili. Se invece dovessi vivere abbastanza per assistere al realizzarsi di quanto è nella logica dei fatti, dopo sì che ci sarà un sacco di tempo per parlare col dottor Fubini e con tutti i suoi consimili. Oh, che musica sarà per le nostre orecchie sentirli dire, con voce atona, che l’euro era stata una pessima idea, che loro l’avevano sempre detto, che “sevedeva”. Io ho tanto tempo. Diciamo che ne ho molto più del dottor Fubini, perché se è vero che carmina sublimis tunc sunt peritura Lucretii, è anche vero che non omnis moriar. Il mio libro resterà, sicuramente più a lungo degli articoli del dottor Fubini (aneurisma o meno). La soddisfazione più grande, in effetti, non è quella di dire: “Io l’avevo detto”. È quella di sapere, con probabilità 1.00, che qualcuno dirà: “Lui l’aveva detto!” So’ soddisfazzioni....)

(...ah, giornalisti, sì, dico a voi: giornalisti. Non vi piace che si dica : “i giornalisti”, lo so, vi dà fastidio, povere animucce belle... Ma ce n’è uno fra voi che ha una molecola di testosterone, che è in grado di dissociarsi da un collega che dice delle falsità simili, o no? Perché vedete, giornalisti, non vorrei ripetermi: io dai miei colleghi mi sono dissociato, e non è stata una scelta semplice. Se non vi dissociate da chi semina menzogna – e la menzogna è la levatrice della violenza – siete qualcosa di più che degli ignavi: siete dei complici. E questo vale pure per te...).

161 commenti:

  1. tristezza Alberto. Col capitale si compra tutto. Anche la zucca di Fubini ( o il posto dove piazzarla per farlr vomitare le sue vacuità)

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    1. Non credo che le cose stiano così, cioè non credo che sia un fatto di tornaconto economico. Credo sia un problema di cecità ideologica. Nessuno pagava i cardinali del sedicesimo secolo perché pensassero che la Terra fosse il centro dell'Universo. Il che, paradossalmente, rende lo cose più difficili da gestire. Se le cose stessero come dice lei, basterebbe fare una colletta per avere un'informazione più adeguata. Invece bisognerà rovesciare un'egemonia culturale, il che richiederà più sforzo.

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    2. Ti do perfettamente ragione, (mi permetto il tu perchè sono più vecchio, anche se molto ma molto meno acculturato), ma ci vogliono i soldi (rectius: il potere che i soldi conferiscono) per mettere Fubini dov'è e tenere un Bagnai ai margini di quell'agorà moderno che è il sistema mediatico. Ci vogliono i soldi per rendere l'Italia impermeabile ai più elementari concetti dell'economia valutaria che leggendo qualsiasi giornale straniero si vedono padroneggiare dai giornalisti economici.
      Date a Bagnai le risorse che avete dato a Renzi (tra l'altro vorremmo un giorno sapere da dove vengono) e vedrete trionfare Copernico.

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    3. Noterella su Galileo. Ai cardinali del XVI secolo non importava tanto se il sole fosse o non fosse al centro dell'universo: e infatti, Copernico se l'è cavata senza persecuzioni. A loro importava questo. "chi ha il monopolio della verità?". Il card. Bellarmino, poi papa, amico personale di Galileo, lo consigliò più volte di presentare la sua tesi eliocentrica sotto forma di ipotesi, proprio come aveva fatto Copernico. Ma Galileo si ostinava a dire che quella era la verità, punto e basta. (Paradossalmente, dal pdv epistemologico aveva ragione Bellarmino e torto Galileo: la scienza produce esattezze, certezze e ipotesi, non "verità", che sono un concetto filosofico o religioso).
      Il caso di Fubini & C. è analogo. A loro, e ai loro superiori, importa anzitutto "chi ha il monopolio della verità". E quando la verità è incompatibile con il loro monopolio, consapevolmente o inconsapevolmente (o un mix) la manipolano, la negano, la distorcono, etc.

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  2. Lei è un grande. Qualsiasi altra cosa io possa aggiungere sarebbe superflua.

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    1. Grazie, ma sono solo uno che non ha niente da perdere e che è comunque disposto a perdere il poco che ha.

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    2. Mi sa che ormai siamo un po' tanti in questa condizione ... ma soprattutto siamo disposti a rimettere TUTTO in gioco ... alla buonora !!!!!

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  3. Direi che la lama dell'arrotino era particolarmente affilata.
    Standing ovation!

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    1. Sì, però ora non andate su Twitter a fare gli squadristi, altrimenti il dr Fubini si risente. Accorgersi che non si può più dire la qualunque è un lutto difficile da elaborare. E tenete anche presente che le opinioni del dr Fubini sarebbero rispettabili (se lui non le presentasse come fatti). Quello che è inaccettabile è che una trasmissione del servizio pubblico che censura il dissenso non si ponga il problema di rettificare la diffusione di opinioni distorte.

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    2. A Pudepagina hanno stretto le maglie della rete di censura preventiva. Ho provato a intervenire su Fubini (medesimo argomento) e nisba. Ho provato a comunicare (sempre durante la conduzione di FF) il fatterello che Mosca dista 460 km di pianura sarmatica dal confine ucraino e che la UE e la Germania stanno giocando col fuoco atomico per conto degli USA, e nisba. Va così.

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    3. Da che parte stia Rai3 è palese: purtroppo dalla parte di chi soffoca il dialogo e attizza la violenza. Questo è il gioco del potere. L'importante però è non cascarci.

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  4. YEAAAAHHHHHHHHHH

    quanno ce vo` ce vo`

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  5. Hervorragend (così capisce anche il Nostro).


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  6. Se i giuristi capissero qualcosa di più di analisi cognitivo-comportamentali saprebbero che, salvo pronta rettifica, dire pubblicamente qualcosa di sostanzialmente scorretto è sempre e comunque dire il falso e, in realtà, mentire in senso proprio, con intenzionalità.

    (ma ciliege senza "i" come il Gadda? - così capisce che son curioso e non presuntuoso e non mi biasima per la nascita dell'UEM - sarei curioso di comprendere la scelta stilistica...)

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    1. Perdonami, ma perché i giuristi dovrebbero avere dubbi su una cosa del genere (pur non capendo di analisi cognitivo-comportamentali)?

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    2. «Uno dei punti essenziali della tematica orwelliana è soprattutto un ammonimento - a quelli di noi che hanno a cuore le idee e gli ideali - che proprio perché questi ultimi hanno al giorno d'oggi un notevole potere, c'è un rapporto diretto tra il loro potere e un potere di altra natura, l'antico e sfrontato potere della forza.»

      Lionel Trilling

      (Il "giorno d'oggi" è l'anno 1955 d.C.)

      (Francamente non saprei se è più impestato disquisire del tema dell'uguaglianza sostanziale/Cod.Civ.+art.2 Cost. & diffamazione/querela oppure di come, a livello comportamentale, il processo decisionale non abbia genesi dall'articolazione logica...)

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    3. Critica non "al" Bagnai, ma alla noterella "della" Treccani linkata.

      Tale noterella, che indica la forma "ciliege" come dovuta a vecchia formazione linguistica, dice una discreta inesattezza (Goofydizionario):

      "In base alla regola empirica che si usa per il plurale dei nomi in -->cia, -gia, -scia, la grafia corrente del plurale di ciliegia è ciliegie".

      Esempi in contrario e/ o con doppia forma:

      1) angoscIa plurale angoSCE lett. -SCIE

      2) striscIa pl. striSCE c. s.sopra -SCIE


      3) ciliegIa pl. cilieGIE o cilieGE

      4) valigIa pl. valiGIE o raro valiGE

      5) faccIa plurale faCCE

      Gli esempi, in ordine inverso rispetto a quello delle terminazioni della Treccani - che peraltro esempi non dà (v.)-, e i relativi plurali in "loZingarelli2011-Vocabolario della lingua italiana", Zanichelli editore, 2010, rispettivamente alle pagine 120, 2292, 546, 2503, 846.

      Trattasi di vocaboli di alta frequenza, sia pure non numerosi.

      Dunque, le forme plurali SENZA i non sono affatto eccezioni né frutto di educazione d'antan, come invece la T. a proposito delle ciliGE della Fallaci (v. link); per tale plurale, il dizionario edito nel 2010 pone alla pari la forma con la I e quella senza, dando inoltre le forme in -scIE degli esempi miei 1) e 2) come "lett." che, nelle "Abbreviazioni" p.5, sta per "letterario o letterariamente". E la forma SENZA i è solitamente letteraria o desueta, altro che regola empirica su cui esemplare cilieGIE!
      Contesto dunque non tanto il frutto plurale quanto la sicumera non sostenibile, come mostrerò, della premessa, frutto di lieve imprecisione (Goofydizionario puro, da Crusca) e nulla documentazione.

      Tra le due parole in -gia, ciliegia e valigia, l'unico tra i due plurali indicato dal dizionario come raro è quello di valiGE, mentre vengono date come forme a pari dignità d'uso quella di cilieGE e cilieGIE e come normali quelle in SCE, v.sopra i rispettivi esempi coi rimandi alle pagine.

      Infine, per faccia, il dizionario dà il solo facCE e per provincIA, p.1808, provinCE, indicando come disus.(disusato, abbreviazioni pag.5) il plurale provinCIE.

      Pertanto:
      a) salvo UNA forma ammessa come equivalente, quella del pl. di ciliegia, per cui la T non ha torto ma nemmeno ragione, b) per gli altri pl. la T.ha del tutto torto, con l'eccezione di valiGE, indicata però dal dizionario come rara, non come errata o vecchia o letteraria.
      La T. ha torto perché postula senza dimostrazione una "regola empirica" del tutto smentita dal dizionario del 2010.

      Fonti mie "empiriche": la grammatica Battaglia-Pernicone, da cui i la regola: plurale in CE e GE per singolari con consonante davanti alla desinenza CIA e GIA, ed è appunto il caso di striscia e provincia; plurali in CIE e GIE per singolari con desinenza preceduta da vocale.
      Mi pare che detta grammatica ponesse la libertà di scelta proprio per cilieGIE/GE e per valiGIE/E - ma solo mi pare.
      E non assolutamente per i plurali con desinenza preceduta da consonante, quale che fosse la pratica dei più o dei meno.
      .







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    4. (Continuerebbe così, veda "il" Bagnai se lo sopporta).

      Empirismo dell'empirismo, quello della maestra, in realtà molto ragionato, quando ci fece scrivere senza i i plurali dei tipi suddetti facendo notare che si pronuncia provincE e non provinCIE, valigE e non valiGIE, e così via.

      Insomma, l'obsoleta maestra in realtà mai dimenticata, la vecchia grammatica Battaglia-Pernicone (forse edita da Zanichelli, qualcuno la ricorda?, con la copertina violetto chiaro), lo Zanichelli 2010 contro cui gli insegnati di lettere, noti ipercritici a ragione o a torto, mai hanno avuto da dire, tutti evidentemente alieni "alla regola empirica" la cui fonte la Treccani tiene gelosamente segreta e da cui nullo esempio svela, mostrano che la cosa sta in modo tutto diverso dalle affermazioni della suddetta T, in genere, mentre per il caso particolare del frutto danno due plurali equivalenti non riconducibli, in senso dimidiante, a varietà o capricci di origine arcaica o regionale.

      La T. ha "non ragione" per un solo caso, il frutto, "non torto" per valiGE, in quanto solo raro (Zingarelli), non errato come sosterrebbe; però Z. segnala per prima la forma in IE, evidentemente come preferibile, mentre pone sul medesimo piano le valiGE e le valiGIE, che personalme scrivo senza I per analogia con tutto il resto.
      La T ha torto su tutto il resto, in quanto afferma (v.link) che in base alla norma che deriva dalla pratia empirica per i tali plurali, si dovrebbe scrivere in -ie i frutti e quegli altri plurali. Passi per i frutti, ma ha torto per le province, le strisce ecc ecc.

      Perciò, dopo lo smontaggio della lieve imprecisione (sempre GoofyCrusca) e attendendo la stagione delle cilieGE e delle cilieGIE, senza più aver fatto le valiGE (rare) dopo Montesilvano, dopo alcune striSCE di righe, ho ancora le faCCE (sic) di porgere, priva di angoSCE e da una delle provinCE lontane, la buona notte, anzi noTTE (che c'azzecca?) a tutti i Goofylettori certo più di venticinque (citazione velata per la T).

      E se la storia la siè tirata troppo in lungo, si sappia che lo si è fatto apposta.

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    5. Adriana, grazie per l'argomentatissima analisi.

      Io la risposta di Alberto l'ho colta in questo modo:

      Noi (letterati figli di questa terra) diciamo così: il gusto ci porta a scegliere la forma grafica più vicina alla lingua latina. Insomma, gli aggettivi arcaico e disuso si rivestono di un'obsolescenza che il bello non conosce per definizione. La bellezza del classico trascende la dimensione temporale e la moda volgare...

      Mi ha fatto riflettere che in Costituzone (mannaggia 48!) abbiamo le provincie: insomma, al di là delle convenzioni, passando dal latino non si sbaglia mai...

      (comunque, che bello sto blog...)

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    6. Bazar, grazie a te per il classico sulla cui bellezza sono d'accordo, compiutezza - o economia - formale con soffio di vita ("anima", fotocopia di άνεμος) - sto pensando prioritariamente alla statuaria ma anche a tutto il resto.

      E grazie per l'apprezzamento del mio divertimento, il quale prova che se mi impegno riesco ad essere parecchio noiosina, e anche se non mi impegno tanto.
      Piuttosto, che nessuno ci senta, sono stupita del fatto che il prof. abbia pubblicato tutto il pippione.

      Sì, bello il blog, con tanto studio e qualche matterìa.

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  7. Grazie maestro, "stasera" vado a letto alle 3:00 AM, ma ne è valsa la pena! Eccome!

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  8. Non so se ho ragione, ma ho paura che un certo Vito venga chiamato in causa... dispiace. Ma una cosa e' essere "una brava persona" e un'altra essere uno capace di tirar fuori gli attributi. Per fare una battaglia ci vogliono persone su cui poter contare nel momento critico, non "buoni" che al dunque se la fanno sotto.
    Sempre grazie cavajere.

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    1. Assolutamente no, non è quella la mia intenzione. Faccio un esempio: i tanti pasdaran della stampa "de destra", che fine hanno fatto? Il fatto è che, come dicevo a un collega del dr Fubini, nelle Marche diciamo che fra cani non si mordono. I giornalisti, finora, hanno dimostrato di obbedire a questo principio. Diciamo che gli economisti, invece, sono lupi, con una piccola differenza: è stato il più debole a sbranare i più forti. Misteri dell'etologia.

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    2. ..con una piccola differenza: è stato il più debole a sbranare i più forti.
      Il caso di Davide e Golia. "non sempre la forza bruta prevale sull'astuzia e sull'intelligenza".
      ME.. COO.. MPLIMENTI..
      Sempre più Cavajere Nero. Fantastico!

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  9. Complimenti! Tra l'altro mi par di ricordare servizi di vari telegiornali nazionali del periodo da lei preso in esame, che magnificavano come la Perfida Albione fosse conveniente per noi €uristi neoquotanovantisti,riprendendo torme di Italiani a Londra che facevano incetta di marchi inglesi......

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  10. Povero Fubini (ma mica per l'asfaltata neh, quella ci sta tutta, do-ve-ro-sa): l'avevo conosciuto come scrittore e devo ammettere di ottimo livello. Il libro "noi siamo la rivoluzione" credo, era veramente ben fatto. POI ho scoperto che i saggi sui ribelli musulmani filippini o sul velo delle donne rientrava in un più ampio discorso di razzismo extra-comunitario da superiorità della razza cristiana eurista o chessò io. POI ho scoperto che era giornalista di repubblica, POI ha iniziato a scrivere di economia, POI è diventato l'ennesimo (se ne sentiva il bisogno) araldo dell'Euro, POI ha scritto un libro sull'economia e finanza. Mi rimane l'amaro in bocca perchè è un talento perduto, nei meandri della Sua economia. della Loro..

    ps I 5shanno conosciuto Gumpel!!! Questo vuol sicuramente dire che son sulla buona strada! :D Hanno persino parlato di asimmetrie nella zona Euro nell'ultima conferenza stampa, non vi sembra che un po' di casino sia sfortunatamente meglio di un piano deliberato per il furto di ogni risorsa? So ottimista i scemm, cheddevo fa? ('o so 'o so che chi vive sperando..)

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  11. le auguro come Prodi di vivere altri 150 anni... e mi creda, lo auguro anche a tutti noi!
    ma sa che non credo tanto all'epilogo?
    diranno... "era scontato, con ITA SPA e GRE non si andava da nessuna parte!".
    d'altro canto, aver imparato da lei la storia senza averla letta ma provata non ha prezzo!
    chi ha insegnato a capire come si è sviluppato il nazismo e da cosa nasce una guerra?
    Essere di provincia ha vantaggi nel senso che si apprezza umanamente ma mi sa che il riconoscimento "lui lo aveva detto.. cacchio, era scritto nei libri del I anno!" lo vedrà sempre in provincia (le manca il capello lungo e l'orecchino per essere internazionale).
    Per loro invece vale altre perché sono interessati a mistificare la storia.

    PS: Grazie ancora di cuore..
    a proposito di supply chain ogni volta ci spiga come la bilancia dei pagamenti sia un rapporto che non dipende solo dalle esportazioni ma anche dalla importazioni.. discorso complesso!
    e che, rispondendo a quell'articoletto di confindustria, se uno riottiene la sovranità allora può farsi le politiche industriali che meglio si ritagliano sulle esigenze del Paese.

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  12. Mi sono roduto il fegato tutte le mattine a sentire sto furbino e volevo telefonare ma da dilettante temevo mi avrebbe dialetticamente sconfitto con le supercazzole cui usi sono... Speravo telefonasse lei prof. O chi altri... Rinaldi... Ora leggo e rifiato, godo soddisfatto.

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    1. Sì, ho ricevuto diverse segnalazioni. Tanto tuonò, che piovve.

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  13. Al che è certificato che il problema dei problemi è quello di come fare a far sentire la propria voce. Intanto, faute de mieux, andiamo avanti così.

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  14. Grazie Prof.!
    Far fare pubblicamente la figura dell'amministratore (vedi Marchese del Grillo) al noto soggetto 'ini' (almeno per me) non ha prezzo!
    http://www.youtube.com/watch?v=LlHs1GhxIqQ

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    1. Effettivamente al maestro non dispiacerebbe andare in cantina, invece l'ini che lo voglia o no se ne deve anna'...

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  15. Inutile dire che dalla risposta del signor Fubini mi son sentito pubblicamente preso in giro.
    Ma come?
    Ti dico che hai detto una minchiata in diretta radio e tu mi fai vedere un grafico in cui basta spostare il cursore a sinistra di un po' e si scopre la verità (e cioè che ho ragione io e torto tu)?
    Il grafico delle tre carte, insomma...
    Non posso dunque che ringraziare Alberto per quanto ha scritto a difesa della verità dei fatti.
    Come sempre, del resto.
    A proposito: segnalo questo articolo
    http://www.leoniblog.it/2014/02/09/la-funzione-dei-media-e-non-far-sapere/
    a cui è seguita questa breve (e francamente poco produttiva) discussione con il suo autore: https://twitter.com/Phastidio/status/432560478083358720
    La risposta mi sorprende un po': vogliamo abolire l'ordine dei giornalisti? Ognuno libero di dire IMPUNEMENTE le minchiate di cui sopra?
    Chi allora deve essere deputato a ristabilire la verità?
    Ci serve sempre un Batman?
    Un cavajere nero?
    Dev'essere il salvifico mercato a selezionare le notizie buone da quelle cattive?
    Il giornalista corretto da quello che mente?
    Sono francamente sconsolato: non tutti approfondiscono, per i più svariati motivi (di tempo, di voglia, di cultura) e quindi il ruolo del giornalista dovrebbe essere fondamentale nel far comprendere quantomeno i fatti (non pretendo anche i nessi causali tra di essi).
    Quindi: quante persone si sono bevute la storia che la Gran Bretagna non ha mai effettuato svalutazioni di rilievo dall'introduzione dell'euro?

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    1. Non si tratta dello stesso autore: faccio notare che il post sul blog del pensatoio liberal-liberista (alle vongole) Bruno Livori è firmato da Ugo Arrigo, mentre il tweet che lo segnala è di Mario Seminerio.

      Notare accanto al post, sulla destra, link a ulteriore nota a tema... a firma di Giannino, lo zecchinodorista multimasterizzato!

      P.S.: DAR! (Daje-A-Ride! Tutto d'un fiato.) Proprio da tale pulpito arriva la predica sulla mistificazione dell'informazione! Da quelli che tanto hanno fatto, tramite il famoso contatore che spicca accanto al post e ripreso un po' ovunque§, per inculcare nelle teste del pubblico ignaro l'idea che il nostro debito pubblico (notare: non il rapporto debito/PIL) è elevato perché la spesa pubblica è fuori controllo e ciò è il problema, la causa primigenia di ogni crisi e sventura di questo Paese; affermazioni lievemente imprecise, come potete constatare in La spesa pubblica al bar dello Sport e La spesa pubblica (a futura memoria), ...e la dinamica del debito.

      Tutto ciò ovviamente per sostenere la tesi: c'è troppo Stato, ci vuole più mercato, quando sappiamo che il problema è soprattutto il debito privato estero e lo sappiamo perché non solo ce lo ripete da tempo il cav. Nero, ma ce lo dicono in tanti... sulla stampa estera. Un fallimento del mercato quindi, dovuto al cambio rigido, che è rigido perché a certi alfieri del mercato non piace il mercato dei cambi: DAR! DAR! ... e ancora DAR!

      § ripreso non solo da Il Repubblichino ma presente per un certo periodo persino sul sito dei marxisti (link a copia archiviata)... dell'Illinois? della Mancia? (Albé come li hai nomati? Mi so' perso!) Fortunatamente in seguito lo eliminarono.

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    2. Almeno questo furbino qui ha risposto.
      L'altra animella furbina Serracchiani invece se ne è guardata bene.
      Dopo la sua tendenziosa e menzognera affermazione che dopo le riforme Hartz il debito pubblico della Germania sarebbe virtuosamente diminuito le ho inviato la relativa tabella ma la sventurata non rispose.

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  16. Rigore, determinazione e coerenza. Forza e libertà.

    Articolo grandioso.

    Grazie.

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  17. È strano come una valanga di merda, se vista da sopra, metta di buon umore anche il lunedì mattina.

    Tra parentesi, molto apprezzato il restyling: posso ora leggere il blog senza pararmi gli occhi da tutto quell'arancione (sarà che mi faceva troppo koniginnedag https://it.wikipedia.org/wiki/Koninginnedag).
    Torno a salvare il mondo, in bocca al lupo.

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  18. Mi sembra che il 386 sia da correggere.
    :)

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  19. gli "ini" i "in" e gli "oni" sono asfaltati ora se mi permetti sono in attesa di quella per gli "oti" che sono anche i più arroganti. E' forse uno dei tuoi post che ho letto con maggior piacere.

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  20. Intanto Friedman mette carburante alla prossima campagna europee ( e politiche? chissà... :D )

    Napolitano pensava al governo degli Optimates ( Monti, Passera, Terzi - XD - & Co. ) già da Giugno... 2011

    http://www.corriere.it/politica/speciali/2014/ammazziamo-il-gattopardo/notizie/gia-nell-estate-2011-napolitano-sondo-monti-come-premier-aef23796-91b0-11e3-a092-3731e90fe7ac.shtml

    Pensate ci fosse stato KoSSiga-Katanga al posto dell'amico di Bela Lugosi... :D

    Avant'e o' Populo!

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  21. Fubini non l'ho visto, ma ho seguito, qualche mese fa in diretta su twitter, la sua discussione con il Zucconi. Quella in cui lui straparlava (o meglio stratweettava) dei tassi d'inflazione brasiliani sommando le rilevazioni mensili. Anche a me era venuta la stessa tentazione del tenero Zucconi, ma ero ancora uno studente (pure poco brillante) delle scuole superiori. Si vede che c'è chi adopera l'ignoranza per mantenersi gggiovane!

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  22. A conferma che quella di Fu(R)bini è cecità ideologica e anche abbastanza sciocca, basta vedere il link che rimanda al grafico dell'andamento GBR/EUR dal 2009 in poi, che lo stesso Fubini ha twittato, mostra sotto l'andamento decennale e fornisce un comodo tasto 10Y con cui sbugiardare rapidamente il FuRbino.
    Ovviamente poi un Crotalo come te ci mette il carico e i dati, e il nostro caro PDino ci rimette la noce del collo (metaforicamente parlando).
    P. S. Mi sa che hai passato troppo tempo su Twitter, ti ha condizionato la scelta del colore dello sfondo del blog :-)

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  23. Se posso vorrei sottolineare un pezzetto del suo post: "la menzogna è la levatrice della violenza".

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    1. Questo mi addolora profondamente. Sono convinto che a un qualche livello di coscienza il dr Fubini sia in buona fede. Ma come non rendersi conto del fatto che questo modo di fare genera inutili tensioni? Sono tempi veramente difficili.

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  24. Una osservazione d'estetica, visto che dovrò farmene una ragione, ma il formato e il colore di prima li trovavo più accattivanti, più accoglienti. Anche l'occhio vuole la sua parte. O siamo alla fase iceberg in attesa del Titanic?

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  25. Articolo semplicemente Fantastico, illuminante..chiarezza e solidità senza paragoni..le sarò sempre grato per il suo lavoro..Grazie di cuore..

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  26. Ribadisco un concetto che dovrebbe essere semplice: che spread avevamo a Giugno 2011? Che cosa è successo da luglio a ottobre?
    Se le cose scritte da Friedman, e indirettamente confermate da Monti, CDB e Prodi, son vere son d'un'enormità tale, per l'attuale assetto parlamentare della Repubblica, da non poter passare in cavalleria, come da prassi di questi ultimi tempi... C'è, ci sarà un "tecnico" o un grillo parlante di turno che risponde con atti concreti a queste quisquilie?

    PS
    La querelle dei fucilieri di marina Vs India è indicativa del totale oblio di amor patrio da parte della nostra imbelle classe "digerente" politica: in un paese civile, degno di questo nome, conscio del proprio ruolo sul proscenio mondiale, si interromperebbero immediatamente tutti i contatti diplomatici e si congelerebbero tutti i beni e investimenti indiani nel paese; contestualmente si porrebbe a Bruxelles la seria minaccia di recedere da ogni patto, di questa "unione dei deboli", visto che fino ad ora non è stata fatta nessuna seria pressione da parte del commissario agli esteri per aiutare un paese membro a risolvere "il conflitto" in questione...

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  27. Egr.gio Professore,
    quando ho iniziato a leggere il suo blog, credo almeno un paio di anni fa, avevo dei dubbi in quanto non conoscendola e non avendo mai avuto riferimenti suoi nel main stream mi dicevo: eccolo un altro che cerca di venderci la sua verità. Poi piano piano mi sono reso conto che quello che lei spiegava trovava riscontro nella realtà quotidiana. Da dilettante quale sono faccio fatica a comprendere tutto ma almeno ci provo e so che lo sforzo che faccio è perchè mi serve per accrescere la mia conoscenza in maniera corretta. Cerco di diffondere il suo blog ogni qualvolta mi trovo a discutere con altre persone. Oggi ho una certezza in più, se mai fosse servita: la prima risposta a questo dott. Fubini l'ha data un suo lettore, una persona che come me ha imparato da lei soprattutto a mettere in discussione quello che gli viene bellamente raccontato. Questo credo sia una delle soddisfazioni più grandi che una persona possa avere, Ed in particolare un Professore che ha fatto dell'insegnamento una professione.
    Complimenti e grazie ancora.

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    1. perdonami l'intrusione ma il Prof. non è un professionista, ma un artista

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  28. Ah, ovviamente... mi scuso... post illuminante, come da prassi :D

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  29. Oltre allo smascheramento (con annesso DAR) dello zuccone di turno, é esemplare anche la classificazione di chi al momento si interessa e/o parla e/o straparla di economia.
    E sí, perché é una classificazione che potrebbe essere attuata ad ogni branca/sapere/attivitá: non solo economia, ma anche musica sport ecc. (belli i tempi in cui eravamo cosí beati da occuparci tutti (o quasi...) di calcio, la famosa nazione dei 60 milioni di Commissari Tecnici della Nazionale...)

    Riguardo all'economia:
    1) Lei é un professionista (come del resto Stiglitz, Dornbusch, Meade ecc.)
    2) noi siamo dei dilettanti (altrimenti non si spiegherebbero fenomeni come leggere il post con i logaritmi il sabato notte e il volantinaggio al Carnevale di Viareggio...)
    e poi... e poi ci sono:

    3) gli amatori (del loro ego, del proprio conticino in banca, della propria pensione, del proprio "orticello", della gestione della municipalizzata del paesello, della giunticina comunale... ) e sono cosí perversamente innamorati di una o piú di tali cose che non si curano delle sofferenze generali, altrui, poiché per loro non esistono

    Inutile sottolineare la miopia della categoria 3) (fino a che punto esisteranno le COSE che essi amano?), ed é la stessa miopia dei loro padroni...

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  30. Un solo dubbio mi attanaglia: ma Fubini è un nome d'arte? O solo destino beffardo?

    E tra tutte le difficoltà che la mancanza di lavoro mi comporta, di una cosa sono felice stamattina: di non essere Fubini.
    Questo post andrebbe letto e trasmesso in tv a rotazione continua a reti unificate!

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  31. Scusate. parziale O.T.
    In questo momento a "L'aria che tira su LA 7" singolare dibattito con Bertinotti, Romano di Scelta Civica e una scatenato Crosetto che cita anche Bagnai.
    Bertinotti è con meraviglia di tutti dalla parte della verità ricostruendo le vicende di fine 2011 con il tramonto del governo Berlusconi, l'arrivo di Monti e la dittatura della troika, Crosetto che dice "il presidente Bertinotti ha ragione" è fantastico, peccato che non si riesce comunque ancora a parlare liberamente di Euro, spero che manchi poco !

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    1. Tutte le volte che viene fatto il nome di Bertinotti mi vengono in mente le parole di Nanni Moretti :

      «Bertinotti, in nome dei lavoratori che diceva di rappresentare, tolse la fiducia a Prodi e, secondo me, di fatto fece perdere 10 anni a questo Paese».

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    2. Lo sai, Peter, io al "secondomeismo", ideologia falsamente libertaria, preferisco l'"appostismo". Se decidessi di girare un film, prima parlerei con Moretti...

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  32. io ancora non ho capito cosa sia la buona fede... per esempio 2 annetti fa avevo difeso l'on. Fassina perché nei suoi discorsi o interventi (come quello maldestro di parlare con una folla.. DAR!) avevo percepito il suo disagio umano di ciò che stava (e sta) succedendo e quindi capivo che al netto del "mantenimento della poltrona" (che accomuna quasi tutti i politici) lui era diverso.
    insomma, si vedeva che ha un'anima.

    E questo valeva per lui ma per gli altri?
    sa cosa mi fa girare le balle più di tutte?
    da un lato abbiamo un sistema che produce ZERO VANTAGGI (sì, bello andare a cambiare franchi a Lugano e chiedersi se si possono usare gli euro.. comoda la vita 1 volta l'anno!) per il 99% delle persone mentre dall'altro un sistema che aiuterebbe a risollevare economia e lo stato di salute della gente.
    Sarebbe perfetto? ovvio che no!
    ma dico io: abbiamo un sistema SBAGLIATO IN TOTO con un altro che grosso modo funziona (e va be', non sarà perfetto ma chi e cosa sono perfetti in questo mondo?) e che ragionamenti si fanno?

    dico io... logica elementare che fa perdere il pudore!
    e detto questo, poi arrivano le porcate conseguenti (perché se salta il pilastro più logico allora figurarsi il resto) come quella di fare terrorismo sulla svalutazione, sui tassi di interesse (come se non contassero quelli reali e non nominali!).
    e va be', c'est la vie!
    evidentemente i servi del padrone devono sempre rendere contenti quest'ultimi

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  33. Grande Contro-Informazione! Quand'è che ci facciamo una radio (non dico una tivvu)? Per superare l'accerchiamento.

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  34. Grazie Alberto, mentre leggevo questo entusiasmante post ho avuto ripetute allucinazioni sonore di granate e molotov in detonazione... Ho sentito proprio il botto!

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  35. Io ero saltato dalla sedia prima,quando intorno a 7:05 parlava dei nostalgici del "matrimonio tesoro-bankitalia" che aveva fatto esplodere il debito pubblico.A questo punto avevo cominciato a dire ai miei gatti che non era possibile,che io avevo un libro con dei grafici,che non poteva affermare cose simili alla radio pubblica,ed altre cose che ho avuto il piacere di ritrovare in questo post.
    Ci sono invece grafici che purtroppo mi mancano,sarei grato a chi volesse postare l'andamento delle vendite di Repubblica,che comunque parrebbero attestarsi stabilmente al di sotto delle trecentomila copie.

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  36. Hai capito ippprestidigggititatore Foubiní che ti fa spari' isvalutazzzioni... E io che non ho ancora capito come si fa a levitare

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  37. penso che di cialtroni in giro ce ne siano stati tanti ma con il prof il sentimento è stato diverso.. e per vari motivi
    1) ostentava sicurezza.
    SENTIMENTO: o è un super cazzaro oppure sa la sua

    2) è chiaro... spiega con teoria e dati e li confronta. fornisce un quadro di insieme
    SENTIMENTO: le teorie come quelle sul debito pubblico non mi spiegavano perché irlanda e spagna sono andate gambe in aria prima di noi!

    3) all'inizio ha mostrato l'abc (one to one) dell'economia con i vari concetti..
    SENTIMENTO: vuoi capire la crisi? devi capire i fondamentali economici e quindi le loro dinamiche! altrimenti prrrrrrrrrrrrrrrrrr

    Quando il prof scrisse (4 anni fa.. il tempo passa cacchio!) che se blocchi un prezzo devi muoverne un altro le cose erano chiare.. io rimasi basito (oh, e in macroeconomia ero una bomba ai tempi dell'università! ma per dire.. studi inutili!) da questa affermazione... non la capì immediatamente ma compresi la sua potenza.
    UNA FRASE DEL GENERE non poteva venire da un pazzo


    PS: anch'io era della corrente castacorruzionedebitopubblico ma mi riconosco una qualità (difetto).. mi serve una coerenza interna per aderire a questa o quella corrente.
    Il pensiero del prof ha una sua coerenza che si chiama processo storico.
    E infatti mi chiesi subito se un trattamento simile lo aveva vissuto il sud.
    Giacché ha studiato il caso della riunificazione tedesca.
    Insieme al ciclo di Frenkel (e alla sua importanza storica politica piuttosto che economica) penso che era facile intuire che il prof fosse (ed è) diverso.

    PS: nessuno fa le cose gratis e il prezzo del prof si chiama vita tranquilla... chi vive al sud sa di cosa sto parlando..
    PPS: non vivo più al SUD!

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  38. “[Popcorn mode on] e vediamo come Bagnai trita Fubini. Era un po’ che mi stava sugli zebedei, con quella sua aria da primo della classe – non si sa bene in quale facoltà. Non vedevo l’ora che pestasse la coda al crotalo”. Questo post è uno spettacolo, sempre gloria al cavaliere nero

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  39. "Nel ragionamento svolto, il fatto che il corso della tua valuta scenda indica un problema del resto del mondo, non tuo", ma come si puo' scrivere una cosa simile rimanendo serii?

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    1. Semplice: basta non essere un diversamente economista come te. Secondo te è colpa dell'Inghilterra se negli Stati Uniti c'è stato lo shock Lehmann e in Giappone lo tsunami? Non credo, no? Quindi il fatto che il cambio inglese abbia ceduto in risposta al primo di questi shock (e, se vai a vedere, anche al secondo) è "colpa" degli inglesi? Ma ti ascolti quando parli? Vai a pascere le pecore, vai, caro autorazzista...

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    2. Fino ad ora pensavo fosse la confusione tra causa-effetto e correlazione il problema principale, accanto alla lettura politica della realta' ovviamente, ma vedo che nemmeno la differenza tra deduzione ed induzione e' chiara, , ha ragione Lei meglio io torni tra le pecore...

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    3. Cioè, fammi capire: prima c'è stata la svalutazione e poi lo shock? Oppure: non esiste un ben preciso modello teorico che indica che a uno shock segue una svalutazione? Sai che non ti capisco? Credo che tu abbia ragione, con le pecore avrai più fortuna...

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    4. Come si dice? Dajearideeeeee!
      Dov'è Peter? Dov'è Peter? Mi manca il suo commento...

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    5. a Sarawak, insegue il perfido Brooke cercando al contempo di liberare Tremal-Naik... al ritorno dell'inclita missione lo ritroveremo, certamente, su questi post. :D

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    6. Caro Marco,
      non è tanto difficile. Basta aprire il sussidiario delle elementari e ripassarsi la differenza tra "del" e "per il".

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  40. ma va???

    Banche, nuovo record dei crediti a forte rischio: sofferenze a 155,8 miliardi (+24,6%)

    La mole dei crediti bancari italiani in sofferenza per l’insolvenza del debitore tocca un nuovo record: a dicembre il tasso di crescita sui dodici mesi è risultato pari al 24,6% (con una crescita di 1,9 punti rispetto al 22,7% di novembre). Si tratta di un nuovo massimo dal 1998. Lo fa sapere la stessa Banca d’Italia il cui governatore, Ignazio Visco, sabato 8 febbraio ha aperto la strada alla creazione di una bad bank nazionale, un veicolo-lavatrice, in cui convogliare e smaltire tutta la “spazzatura” del sistema il cui controvalore supera i 300 miliardi. Mentre le sole sofferenze lorde delle banche italiane (categoria che riguarda esclusivamente i crediti accordati a un debitore in stato di insolvenza anche non certificata) a dicembre ammontavano a 155,8 miliardi contro il 149,6 di novembre.

    Secondo il Financial Times, che cita fonti di governo, l’ipotesi non troverebbe però sponda nel premier Enrico Letta. Secondo le fonti citate dal quotidiano della City “l’idea di una bad bank potrebbe essere controproducente per l’Italia” e il timore sarebbe quello di “accelerare il processo di un downgrade da parte delle agenzie di rating nei prossimi mesi”. Bad bank o meno, secondo il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, che ne ha parlato con l’agenzia Bloomberg, dall’analisi della Bce sulle banche italiane potrebbero emergere carenze tra i 10-15 miliardi di euro. Una cifra a suo dire gestibile e in linea con le stime di Bankitalia.

    Intanto imprese e famiglie continua a fare i conti con la stretta del credito. A dicembre, sempre secondo Bankitalia, i prestiti delle banche italiane al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 3,8 per cento (-4,3 per cento a novembre). Quelli alle famiglie sono in particolare scesi dell’1,2 per cento (-1,5 per cento nel mese precedente), mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 5,3 per cento (-6 per cento a novembre).

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  41. Egragio
    Il suo è un articolo "malvagio" (qualsiasi cosa che "triti" da l'impressione di una "malvagità" da macchina) ma poi, nella risposta al primo commento mi infila un piede in una buca buonista. No Professore! Costoro mentono sapendo di mentire e lo fanno per tengono famiglia, per soldi. Io, un semplice Geometra fava, ma che ha confidenza con i "disegnini" che Lei ci propone, ho capito. Mr Furbino, che pure ha un mouse e lo zoom, strumenti negati ai Cardinali del '600, costui, dicevo, accecato dall'ideologia (?) no? Il fetente feta.

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    1. Non è così semplice. Il post non è malvagio: fa uso dell'unica arma che ci hanno lasciato, la satira. Se ci avessero accordato un dialogo pacato, lo avremmo usato. Perché non l'abbiano fatto non lo sanno nemmeno loro, secondo me, e non lo sai nemmeno tu. Non è così semplice.

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    2. E soprattutto non è semplice nè indolore tornare sui propri passi dopo aver negato l'evidenza. Oltretutto usando mezzi pubblici (no, non stava guidando un bus).

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    3. Il motivo per cui non accettano un dibattito pacato mi sembra chiaro: hanno pochi argomenti e sanno che verrebbero miseramente sconfitti.

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  42. All'inizio pensavo mi si fosse incriccato il pc, poi nel prosieguo dell'asfaltatura e rivivendo l'incazzatura provata ascoltando il Fubini, il bianco-cilestrino è svanito ed è rimasta la soddisfazione dell'essere stato vendicato.
    I post falli a righe, a quadretti, viola, gialli o amaranto, ma vai avanti così.

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  43. Ballade du duel que sur Internet
    Monsieur de Bagnai eut avec une béte

    Je prends avec gràce les livres des mes maitres
    J'explique avec calme quel est la raison
    pour quoi je prend soin d'offenser ces traitres.
    Je tire ma plume en guise d'espadon:
    et après le béate Barison
    je vais faire taire votre bouche
    cher sorte de grand con
    à la fin de l'envoi, je touche!

    (premiers engagements de fer)

    Vous auries bien du rester neutre;
    Où vais-je vous larder, dindon?...
    dans les graphiques tirées de votre feutre?...
    Dans votre bourse d'esclave à prix-occasion?
    -Les coquilles tintent, ding-don !
    Mes mots voltigent: des mouches
    sur votres merdiques argumentations,
    à la fin de l'envoi je touche.

    Il me manque une rime en eutre...
    Vous rompez, plus blanc qu'amidon?
    C'est pour me fournir le mot pleutre!
    - Tac! Je pare l'accusation dont
    vous espériez me faire don :-
    Je fainte la retraite, votre défense je bouche
    Garde ton portefeuille, félon!
    à la fin de l'envoi, je touche!

    (Il annonce solennellement)

    ENVOI
    Journaliste, à toi e à tes collegues cons!
    Je ne crainte pas votres embûches!
    Je coupe, demande à Dieu pardon!

    (le piddin chancelle; Bagnai salue.)

    A la fin de l'envoi, je touche.

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  44. dopo nemmeno una settimana dal monito peloso anti-austerità, è arrivato il primo vagoncino concimante!!

    il PUDE è come la mafia, una volta entrato nel club, non ti è più permesso uscirne

    colpirne uno per educarne cento?

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  45. Signore, concedimi la grazia di poter leggere un post così almeno una volta a settimana! Grande Alberto! Bagnai strikes back

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  46. Grandissimo Alberto Bagnai !!!
    Dopo aver letto il suo libro, e seguendo spesso i suoi post, mi altero sempre più spesso quando, davanti alla tv o alla radio, sento argomentazioni demenziali proferite da soggetti che si spacciano per professionisti, o misere idiozie affermate da giornalisti e politicanti.
    Sto proprio male: e quando, raramente purtroppo, c'è qualcuno dei "nostri" a replicare, scopro con stupore di aver "previsto" la risposta.
    Io, che ho fatto il liceo classico e di economia ho sempre capito poco !!
    Non sarà che, alla fine, l'economia è abbastanza semplice e soprattutto abbastanza logica ??
    Ma allora, perché ci si sono messi tanti luminari a produrre il terribile disastro in cui ci troviamo ?? SAPEVANO dove si sarebbe andati a finire ??
    Se così fosse, condanna per alto tradimento e pena correlata, come da tradizione.

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  47. Incredibile... questo lo "stato dell'arte" nel Belpaese: giusto in qualche blog e in noti siti "gossip" si pubblicano notizie, si fa analisi politica e giornalismo...

    Francesco Bonazzi per Dagospia
    ... il 20 luglio 2011 Deutsche Bank diffondeva ancora rapporti positivi sull'Italia, mentre il28 luglio aveva drasticamente ridotto da 8 a 1 miliardi di euro l'esposizione in titoli pubblici del nostro Paese, aveva scoperto o saputo qualcosa di importante. Gli operatori sul mercato dei Btp ricordano perfettamente che la decisione dei tedeschi innescò una serie di vendite a catena...
    tutte le grandi manovre, minuto per minuto, spread dopo spread...

    tutta birra in più per il Reprobo, futuro Lazzaro, e i tanti, donaldiani, cavalieri pugnaci contro i trilaterali mulini a vento... :D

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    1. Ve la ricordate la seguente dichiarazione di Silvio Berlusconi, fatta una settimana prima di dimettersi ?

      «Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni».
      Silvio Berlusconi a Cannes - 4 novembre 2011

      E poi c'è anche la questione dei colloqui informali che Berlusconi avrebbe avuto in Europa per uscire dall' € ?

      Secondo voi in base a quale criterio gli investitori stranieri avrebbero dovuto tenere le loro posizioni sui Titoli di Stato italiani con un Presidente del Consiglio totalmente inaffidabile come Silvio Berlusconi ?

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    2. Gli investitori esteri, quelli che sanno leggere i bilanci statali, se la sono fatta sotto quando Mussari ha alzato il telefono e chiamato DB per organizzare Santorini perchè non sapeva più come tappare i buchi

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    3. È incredibile Peter, ancora non hai capito. Spiegaci allora perché queste vendite non sono avvenute tra il 2001 e il 2006 o tra il 2008 e il 2010. Berlusconi è diventato non credibile solo nel 2011 e fino all'anno prima era un perfetto statista? Oppure la politica economica italiana avrebbe potuto essere anche in mano a De Gasperi, che le scelte erano poche e obbligate e una di queste portava all'uscita dall'euro?

      E poi, Monti non era credibile? Perché anche con lui lo spread è risalito oltre i 500 punti? Cerca di raccontarci qualcosa di originale, queste storielle sono già state smontate pezzo per pezzo.

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    4. Ricordo a tutti voi e soprattutto a lei, Yanez, che la settimana prima di queste dichiarazioni, in via Riano a Roma, il nuovo centro commerciale della Trony venne letteralmente assaltato da persone che volevano subito acquistare il nuovo Iphone della Apple spesso "bruciandosi" quel poco di stipendio che (ancora) percepivano. Quindi non abbiate la coda di paglia o voi piddini-Iphonini e, soprattutto, non siate di memoria corta! Leggetevi piuttosto quest'articolo e fatevi un bell'esamino di coscienza.

      "http://crisis.blogosfere.it/2011/11/ristoranti-pieni-macche-gli-italiani-sono-in-fila-da-trony.html"

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    5. Ahahahahah c'è ancora chi pensa che si investa o meno su un paese se il presidente del consiglio è una persona inaffidabile! O magari perché va con le minorenni! Pensavo che gente simile fosse ormai estinta, e invece c'è il Paolini de noantri che continua a ricordarci che non è così...

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  48. Munchau sul Financial Times: La Corte Costituzionale Tedesca ha Rafforzato gli Euroscettici

    Il Commento di Wolfgang Munchau sul Financial Times dà una lettura attenta della sentenza della Corte Costituzionale tedesca, secondo cui la Corte non ha affatto chinato il capo della sovranità nazionale davanti alle istituzioni UE, ma anzi l'ha rafforzata e minaccia il bluff del "what ever it takes"...

    A leggere la sentenza, l'OMT violerebbe molti principi costituzionali, quasi alla stregua di un colpo di stato

    Quando venerdì mattina sono usciti i primi titoli sui giornali, sembrava che la Corte Costituzionale tedesca avesse ceduto. Aveva deciso di passare il caso sul programma di acquisto titoli “whatever-it-takes” di Mario Draghi alla Corte di Giustizia Europea. In tal modo sembrava essersi lavata le mani da un caso diabolicamente difficile. Sembrava che il presidente della Banca Centrale Europea fosse stato pienamente scagionato per le sue outright monetary transactions, il nome ufficiale del suo programma per salvare l'euro.

    Ma questa interpretazione è sbagliata. Venerdì scorso i ricorrenti tedeschi che hanno sollevato il caso festeggiavano. Non è difficile capire perché. Se leggete oltre le prime 15 pagine di gergo procedurale, troverete che la Corte conclude che l'OMT viola la Costituzione tedesca. Accusa la BCE di abuso di potere, interpretando in maniera estensiva il proprio mandato. Dice che il piano mette in pericolo le basi dei programmi di salvataggio della zona euro. Peggio ancora, dice che l'OMT mina i principi fondamentali della democrazia. Se fosse utilizzato, priverebbe il Parlamento tedesco della sua sovranità fiscale, costringendolo ad accettare eventuali perdite generate dal piano.

    La sentenza ritiene che l'OMT sia una monetizzazione del debito, in base al quale una banca centrale stampa denaro per finanziare il debito sovrano. E' difficile pensare a un altro atto più vicino a un colpo di stato militare, che possa violare tanti importanti principi costituzionali tutti in una volta. …

    Se si guarda indietro a tutti i precedenti casi giudiziari della Corte Costituzionale tedesca sull'euro, la risposta era sempre una variante di un "sì, ma". Questa sentenza è stata l'equivalente giuridico di un "No, no, no" - con una importante aggiunta. La corte chiede alla Corte di Giustizia di chiarire importanti questioni di diritto europeo, tra cui anche se l'OMT è coperto dal mandato della BCE; se l'OMT deve essere ridotto, se viola la sovranità dei parlamenti nazionali e se costituisca una monetizzazione del debito pubblico.

    La maggior parte dei commentatori pensano che la Corte di Giustizia Europea si schiererà con la BCE. Non ne sono sicuro. E' difficile da prevedere. Potrebbe rigettare la questione, oppure potrebbe riceverla e lasciarla fermentare. Se la Corte di Giustizia dovesse schierarsi con la BCE, ci ritroveremmo in una "crisi costituzionale", in cui il diritto costituzionale tedesco contraddice direttamente il diritto comunitario. La Corte tedesca non ha lasciato dubbi sul fatto che la Bundesbank e le altre istituzioni tedesche siano vincolate dalla Costituzione. Hanno anche reso chiaro che non lasceranno correre. …

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    1. mi permetto di segnalare in questa sede la posizione di Sinn sull'argomento:

      The Court has not taken any measures that are immediately binding for the Bundesbank or any other German institution, but has referred the case to the Court of Justice of the European Union. This should enable the capital markets to breathe more easily. Yet the judgment should nevertheless have some implications for ECB monetary policy. On the one hand, the ECB will not dare to activate the OMT before the European Court has taken a decision, because without any concrete application of the programme it can still say that no measures have been taken to date, which could be a legally relevant aspect. On the other hand, the judgment will also have an impact on the public debate as it will reinforce the position of euro critics and the general skepticism of Germans regarding ECB policy. This will give an impetus to the AfD and the euro critical wings of the union parties (e.g. Gauweiler in the CSU); which will, in turn, force the German federal government to redefine its position in the euro crisis. The policy of closing one eye and approving ECB policy, with which Chancellor Merkel has contradicted the Bundesbank, has reached its limits.

      Secondo lui gli argomenti della corte costituzionale di Ka. saranno il nuovo carburante per la AfD, a me sembra una decisione molto democristiana invece, fatta per non scontentare nessuno...

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    2. Oggi c’è questo studio di Nomura che ci conferma il quadro del professore. Non sono un giurista né un economista, ma per me ci sono alcuni punti molto importanti in questa faccenda:

      1) I mercati non si sono mossi perché sapevano già più o meno la risposta. I tempi di una consulenza sono molto più brevi di quelli della corte, nonostante sia tedesca ed efficiente.

      2) La BCE non dovrebbe essere indipendente anche dalla Corte di Giustizia Europea oppure un giudice può ordinare da oggi anche la politica monetaria? Insomma, l’euro esiste e a meno che non ci sia in palese violazione dei trattati europei, la questione riguarderebbe solo un problema con la costituzione tedesca.

      3) Qui viene il bello. Quella è la lapide su qualsiasi mutualizzazione del debito, tentativo di integrazione o trasferimento a carattere automatico. La risposta a qualsiasi proposta farneticante di Stati Uniti d’Europa. La Corte di Karslruhe ha mandato un messaggio forte e chiaro: sono contrari alla costituzione tedesca, quindi non potete approvarli senza infrangerla o cambiarla. È un’approvazione su tutta la linea della politica della Merkel, che ora ha un’ottima scusa per portarla avanti.

      4) Secondo me è scattato ovunque il conto alla rovescia.

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  49. E vabbè ragazzi ma se Fubini vi pare brutto divertitevi un po' con questo ... :oDDDD
    Più lavoro, fatturato e produttività: se il made in Italy emigra, ci guadagna
    carlo (quello del flauto)

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  50. Si stanno "autogenerando" diversi puntini, in questi giorni, adesso bisognerà unirli

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  51. Ottimo intervento Professore. Da non-economista, mi limito ad aggiungere, scusandomi per l'uso di un linguaggio non tecnico. che (come per altro da lei messo in evidenza anche nel 'Tramonto dell'Euro'), fra gli shock che possono influenzare un economia ci sono anche le scelte di politica economica. Nel caso dell'Inghilterra, l'attuale governo conservatore sta attuando una politica economica il cui obiettivo principale è la riduzione del debito pubblico attraverso un taglio degli investimenti pubblici e la riduzione dei salari, più alti dei nostri ma ancora molto al di sotto rispetto al livello dell'inflazione (arrivata al 2%); il tutto unito da una crescita che viene pompata sopratutto dai consumi privati, costituiti in gran parte o da investimenti esteri o da credito al consumo. Penso che anche questi fattori, a cui si potrebbe aggiungere pure il fatto che l'economia inglese si basi in gran parte sul terziario, abbiano un peso sul fatto che essa non decolli, anche se si trova in una condizione molto migliore della nostra economia (basta prendere l'aereo e venir qui per accorgersene, ma mi rendo che il giornalismo investigativo non è molto diffuso in Italia).

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  52. Verifico quotidianamente se ci sono novita' sul blog, poi leggo i commenti. Sono intervenuto ,credo, una sola volta per un post sulle guerre. Non per snobismo ma se si condivide, ed avendo polemizzato per una vita, in ambito sindacale e politico, contri i facinolerosi di vuote parole, preferisco tacere per tornare piu' in fretta sui libri. Questo anche grazie a Lei che di letture ne ha suggerito a iosa. Oggi intervengo perche' vorrei che si parlasse dei cd intellettuali: sociologi validi come Gallino, ad esempio, che ha scritto molto , anche se un dubbio mi attraversa la mente, e cioe', che abbia letto sempre lo stesso libro. Cosi' dicasi di Revelli, come no, di Flore D'Arcai, o altri, deliziosi amici del giardino hanno dimenticato che il maestro consigliava di non fare politica; oppure, dato che di tutto discutono e scrivono (quando mai leggono sta gente?), non si attengono alla virtu' scettica "contra omnia disserendi nullasque rem aperte iudicandi"!. Cio' dico, perche' vedo una passeggiata, leggedra pastorale, in compagnia di cui sopra, i vari bertinotti e giusto in tema con il mondo greco, l'ineffabile greco pro euro.vorrei cosi' di ricordare a questi signori tre massime:1) Amicus Pluto, sed magis amica,2) e' proprio dell'uomo colto richiedere in ciascun campo tanta precisione quanta ne permette la natura dell'oggetto (Aristotele),3) E' meglio avere ragione in modo approssimativo che avere torto con precisione (Keynes).
    Asta la ...

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  53. Il post non fa una piega, come al solito (grazzie!). Il grafico della sterlina invece la piega la fa, eccome se la fa.
    Non ci voleva neanche tanto, io di solito uso yahoo
    In corrispondenza della fine del 2008, inizio del 2009 c'è una voragine, rispetto al dollaro passa da circa 2 a 1,4!
    Se n'è accorto anche il mio gatto che spesso mi viene a trovare quando sono al computer; ha esclamato: "miao!", io che lo conosco bene so che intendeva dire "ao', mo' che costa poco, nun me potresti ordina' un po' de fisce e cipse da Londra, poi famo a meta', io me magno er fisce e tu te magni 'e patate. Eregolare."

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  54. Comunque, se si parla di duelli, data la spina dorsale fornita da madre natura a costoro, unita alla loro innata tendenza a mescolare le carte, tra pistola a dieci passi e sciabola sicuramente sceglierebbero la sciabola a dieci passi.....

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  55. Strana coincidenza questa, ma proprio oggi ho finito di scrivere un saggio breve iniziato in classe sabato mattina proprio riguardo alla libertá di stampa e ai suoi effetti, sia positivi che negativi. Tra le altre cose ho scritto questo: << [...] la stampa non ha quindi il compito di fornire la veritá, ma quello di vendere notizie. Se, riferendosi al mondo dell'informazione, si incappa nello stesso problema dei liberisti che parlano di economia (questo è spiegato prima, ma ovviamente non posso scrivere tutto) , è facile arrivare alla conclusione per cui le stesse conseguenze che il libero mercato ha causato in economia si ripresentino negli organi di stampa sotto sembianze diverse. Da qualche tempo ho elaborato una teoria parecchio semplice e scontata ma dalle applicazioni non banali: si tratta di una constatazione secondo cui i giornali sono, esattamente come le banche di credito, degli organi endogeni rispetto al sistema. Cioè, cosí come le banche che erogano credito a famiglie e imprese seguono l'andamento della realtá economica senza poter apportare shock monetari di sostegno della domanda (in teoria potrebbero anche far credito, ma senza garanzie nessuno ha piacere di perdere i propri soldi), i giornali fanno in modo di accompagnare in modo "ciclico" quello che è il pensiero della massa, non fornendo veritá (che non attrarrebbero audience) ma attraendo i lettori e/o ascoltatori somministrando informazioni talvolta false o "lievemente imprecise" [...] . Così la notizia non diventa altro che l'estensione del pensiero del lettore, che ricerca solo quello che vuole leggere [...] cosí facendo si sviluppa un mondo dell'informazione distorto e polarizzato, che non ha il compito di informare il cittadino ma quello di rafforzare le sue convinzioni. [...] La soluzione la si ha nel momento in cui si rompe il meccanismo "ciclico" dei giornali che cercano di adattarsi al pensiero mainstream e si innesca invece uno "shock anticiclico" che, una volta che i cittadini si sono resi conto di cosa sia una informazione competente e imparziale, forzi il mondo dell'informazione ad adattarsi al nuovo modello di società critica e capace di una rielaborazione personale delle nozioni apprese dalla lettura o visione di un giornale o telegiornale.>> Mi è venuto in mente solo mentre scrivevo, ma lo shock anticiclico nel mondo dell'informaziome è proprio lei prof.

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  56. Grandi soddisfazioni. Ammirevole. Un post stupendo. Vedo questo Furbini che prova a sostenere le sue tesi intrise di nullità ideologica e mi dico che è bravo, poi mi dico anche doveva succedere: ha pestato la coda. Penso che alla fine potrebbe anche starti simpatico, nel senso che se fosse dalla parte giusta, potrebbe anche essere un tuo amico giornalista, ma ha deciso di giocare con la squadra dalle magliette nere. Ognuno si dovrà assumere le proprie responsabilità, così anche Fubini ora che ha rotto il vaso, dovrà raccogliere i cocci stando attento a non tagliarsi, e magari chiedendo scusa. Ma qui chi rompe non paga e non chiede mai scusa!

    Trovo questo post evocativo nel senso di Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis.
    A partire dall'augurio di buoni sogni con il grafico in cui rimandi a come gli Americani si sono ripresi per continuare con le citazioni su Kohl. Si guarda al passato ma anche al futuro, perché Bagnai nel "Il Tramonto Dell'Euro" l'aveva detto che andava a finire così.
    (Sarà quello che si dirà quando andrà a finire come sappiamo)
    E sai che su questo tema del futuro per certi aspetti ho delle "visioni" divergenti dalle tue.
    Sia ben chiaro, non sto venendo qui a pestare la coda al crotalo, e sono d'accordo con te che dopo 3 anni di divulgazione non si può andare a dire la qualunque senza pagar pegno. Certo ripensando alla storia mi sembri veramente troppo ingeneroso nel far giocare l'ortotterone nella squadra dalle magliette nere. Lo faccio qui ed ora, per via delle evocazioni storiche del post, e solo per esprimerti il mio punto di vista. Io non lo so se la storia è maestra di vita o meno, ma quello che vedo, è che oggi, come tu stesso puoi sperimentare, abbiamo un'arma potentissima che una volta non c'era. È la rete.
    Il premio Canova l'hai vinto per il Tramonto che hai scritto, ma mi domando se senza questo blog quel libro avesse avuto lo stesso riscontro. Mi domando se senza twitter saresti arrivato a fare tutto quello che fai oggi. Lo so bene che la storia non si fa con i se e con i ma, MA se io ti conosco è perché Messora ( attuale, e non allora, responsabile comunicazione al senato per M5S ) ti ha intervistato. Per me esisti dal momento che esiste il Web, altrimenti non avrei mai avuto il piacere di conoscerti in questo modo, crotalo :) .
    Credo che per molte persone sia così, e credo inoltre che il premio Canova l'hai vinto tu, e l'abbiamo un po'vinto anche noi assieme all "Verità", ingredienti essenziali per sopravvivere in maniera sana al tempo.
    Non lo pensi come me? ( questa è una provocazione bonacciona! :) )
    Zuckerberg per il decimo compleanno di Facebook scrive:" The first ten years were about bootstrapping this network. Now we have the resources to help people across the world solve even bigger and more important problems."
    Bene credo che la storia può cambiare quando cambiano i mezzi che le persone hanno a disposizione per farla, cambiano. Credo che qualcuno ad utilizzare il web come dopo 10 anni viene in mente a Zuckerberg che non è Assange ci stia già pensando da molto.
    Credo anche di aver segnato un punto su quel "vedremo" con cui ci eravamo salutati l'ultima volta, quando parlavamo di quanto contassero le singole persone nel movimento 5S. Me lo dovresti concedere questo punto, dal momento che pochi giorni dopo la nostra discussione, abbiamo avuto prova che la base può andare contro il volere del vertice CasaGrillo. Abbiamo avuto prova che uno conta 1,0000 e non 0,0001.(Parlo del voto sui clandestini fatto sulla piattaforma web, lì si ha avuto un esempio di come può operare il M5S)

    Stanno succedendo cosa che non si erano mai viste prima in questo senso, e questo, come saprai meglio di me, è l'unico modo per ottenere un risultato storico diverso.
    Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi, facciamo che le cose cambino! So che lo stai già facendo con molto sudore, quindi keep on Rock Alberto!

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    1. Io in realtà provo solo una grande amarezza. Circa il 5stelle, Giamaica. Circa il resto, certo che il libro l'avete scritto anche voi. Ho mai detto il contrario da qualche parte? E quindi certo che il premio è anche e soprattutto vostro.

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  57. @Yanez
    eh, bei tempi quelli di Berlusconi, no?
    si poteva dire la qualunque.. tutti geni incompresi.
    ma veniamo a noi.
    @Mattia Messina
    è vero, la gente vuole detto ciò che vuole sentire ma è anche vero che spesso questa gente viene indottrinata.
    vedere gente "tremare" perché il debito pubblico è sopra i 2k mld di euro ti fa capire che il mondo non è così lineare come si crede.
    Lo stesso con le banche... potrebbero far credito ma poi "corrompono" (in Italia corrompono, all'estero attraggono.. che ci possiamo fare?) e diventano universali e preferiscono investire i danari speculando a destra e manca.
    Di endogeno vedo poco

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  58. Se posso dare un consiglio di ordine estetico sulla nuova grafica del blog, dato che sono una femminuccia, e di estetica me ne intendo più che di economia, io darei più risalto ai colori, come qui

    (non ditemi Jamaica, è scontato…)

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    1. E poi onestamente non si vedono i link, non si vede una mazza …

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    2. Si, che non ti piace si è capito.... ;-)

      Con tutto quel bianco e quell'azzurro sembra di scrivere nel blog di "forza Napoli"!

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  59. L'esempio del libro lo facevo perché attraverso la rete hai provato in prima persona la potenza del mezzo, non per altro. Era per far notare come attraverso la rete, in un'ottica di collaborazione, si possono fare cose positive e raggiungere risultati che magari non si sarebbero ritenuti possibili prima, o addirittura mai immaginati. Era una simmetria con il web usato dall m5s, ma non voglio tediarti oltre con questo!

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    1. Giamaica anche con con sto webbe.

      Postulato n°1:

      Internet NON è il webbe

      Postulato n° 2

      Fare marketing NON è comunicare in Internet

      Postulato n° 3

      TUTTI (ma proprio tutti) pensano, in fondo in fondo, di saper usare i computer

      Postulato n° 4

      NESSUNO ci capisce una beneamata di PC: l'hacking è una materia vergognosamente matrigna
      (No, vostro figlio che smanetta tutto il giorno con l'Iphone non è un hacker, ha un problema di dipendenza)

      Quando la delegazione è andata a trovare Assange (che qualcosa ne capisce) gli avete chiesto cosa ne pensava della e-democraZy?

      Visto che noi Italiani (tanto per cambiare) eccelliamo anche in questa disciplina: vi siete fatti fare una consulenza da uno dei massimi esperti della materia?


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    2. Non è che sei un esperto informatico, frustrato?
      Hai qualche tesi da argomentare o era solo uno sfogo?
      Non è che sei invidioso che gli ignoranti del mezzo alla fine ci cavano un ragno dal buco e tu magari che ne sai a pacchi non hai il loro successo?
      Resta più tempo sconnesso dai, che magari ti passa! ;)

      Non lo so cosa abbiano chiesto ad Assange i delegati m5s.
      Non lo so se si siano fatti fare una consulenza da Stefano Z.

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    3. Sono chiaramente frustrato, mi adeguo allo spirito del mio tempo... ma a differenza tua so di cosa parlo (no, non è necessario essere anche esperti nella sicurezza dei sistemi informativi).

      Se non ti è chiaro: il motivo per cui Gianroberto non è andato a farsi far trasparentemente delle consulenze sul tema portante del suo pensiero sociopolitico è lo stesso che non ha portato il nostro eroe a farsi far delle consulenze in questi lidi.

      (Internet non è la cosa più importante da tener wired)

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    4. Ricapitoliamo: sei un frustrato senza esperienza rilevante in materia che dice a me che non so di cosa parlo. Bene.
      Tra l'altro non ho mai parlato di sicurezza informatica, ma son dettagli eh..

      Tu invece di cosa parli stai?
      Consulenze sul tema del suo pensiero sociopolitico?????
      Cioè dovrebbe farsi spiegare da qualcuno il suo stesso pensiero????
      Cosa vai blaterando?
      Tra l'altro ti informo che lui è consulente in materia informatica.
      Per quanto riguarda i temi economici davvero puoi credere che non sappia quel che dica Alberto?

      Sconnetti il computer connetti il cervello per favore.
      Grazie.

      ps. quando avrai capito il misterioso motivo fai sapere, son curioso! ;)

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    5. Giamaica al quadrato: sei tu il mio generatore di frustrazione.

      Ma data la piddinizzazione del grillismo non mi meraviglio: per fortuna che gli attivisti che conosco hanno altro spessore.

      (Visto che sei curioso: ho fatto diversi percorsi di studi in ambito economico e, tra le altre, ho un'attività nel settore in oggetto, ma in ambito infrastrutture. Se ti occorre un preventivo ti mando la mia business card)

      Secondo te qual è il tema principale quando si vuole aumentare la rappresentatività del corpo elettorale tramite la tecnologia? Con sistemi di polling on line? Prova ad indovinare, Sì, bravo, la sicurezza.

      Se no ti trovi la Gabanelli o Prodi PdR. Chiaro?

      Comunque grazie per la preziosa informazione: ma pare che il prof. Zanero sia stato chiaro sulle competenze in materia del duo.

      Infatti Gianroberto è un esperto in marketing digitale che non ha nulla a che fare con gli aspetti della e-democracy ben discussi da kili di papers di ricercatori del settore: fatti un giro sui repository di Berkeley. It's free.

      Appunto perché conosce la divulgazione di Alberto mi preoccuperei un po' se fossi in te... ma le leggi le "analisi" che escono sul loro blog? Sono funzionali alla Democrazia o alla svendita del Paese? Vabbè... ma non stiamo a polemizzare e decresciamo felicemente.

      p.s. la curiosità è delle persone intelligenti

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    6. " Secondo te qual è il tema principale quando si vuole aumentare la rappresentatività del corpo elettorale tramite la tecnologia? "

      Facciamo finta che il M5S abbia preso il 25% alle elezioni 2013.
      Facciamo finta che fosse la prima volta che partecipa e che partiva da 0%.
      Facciamo finta che l'esperto in marketing digitale fosse a capo di tutto e non abbia chiesto nulla al consulente in sicurezza informatica.
      Facciamo finta che abbiano preso 9 milioni di voti
      Facciamo finta che tu voglia "aumentare la rappresentatività del corpo elettorale tramite la tecnologia"

      A chi ti rivolgi? Al tizio del marketing digitale o al consulente in sicurezza informatica?
      Prova ad indovinare, Sì, bravo al consulente in marketing digitale.

      ( non vorrei dire, ma quello che ha studiato economia sei tu, non io! Non puoi rispondermi con "la sicurezza"...dai... Comunque grazie per la referenza ma non sono del settore... )

      Questo significa che il prof Zanero svolga un lavoro non importante?
      No! Significa che svolge un compito fondamentale per garantire la sicurezza del web, ovvero l'effettiva realizzazione della democrazia nell'atto del voto on-line, aspetto imprescindibile per la democrazia diretta, ma questo non ha nulla a che vedere con la visione di un pensiero sociopolitico. La sicurezza del web è una questione tecnica, niente di più! ( Chiaro che se non può esserci sicurezza sul web non può esserci democrazia diretta ma fortunatamente ci sono esperti come Zanero, ergo... )

      Le "analisi" che escono sul blog sono uno strumento, un mezzo, come lo è il blog stesso.
      Le "analisi" che escono sul blog hanno il fine ultimo di far cambiare realmente le cose in questo paese e non solo.
      Le "analisi" che escono sul blog hanno, ad oggi, come fine primario quello di creare consenso e spostare voti a favore del M5S.
      Le "analisi" che escono sul blog servono per far vincere le elezioni al M5S.

      Ogni altro modo di interpretare le "analisi" può essere fuorviante.
      ( Hai ben ragione ha mettere la parola "analisi" tra le virgolette! )
      I mezzi non giustificano il fine?
      Per me il fine giustifica i mezzi, poi sono punti di vista!

      p.s. sono contento tu abbia trovato persone valide nel m5s, io non sono un attivista, esprimo solo il mio pensino, non voglio farti venire l'orticaria! ;)


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  60. Non c'entra nulla con il post (e pertanto non necessita di pubblicazione, IO), ma vorrei segnalare che, a modesto paerere di chi scrive, la nuova grafica del blog fa alquanto cagare. Proporrei uno smorzamento della luminosità generale, magari con virata verso tonalità più calde. Va da sé che continuerò a leggerti sempre e comunque (sì, anche se scriverai in rosso sangue su sfondo giallo evidenziatore) ma apprezzerei davvero molto se mentre leggo sanguinasse solo il cuore, senza la compagnia degli occhi.

    Un abbraccio

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    1. Ma tipo questi colori ti soddisferebbero? Sai, ho tanto tempo da dedicare all'estetica del sito...

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    2. CHARLES BAUDELAIRE - CORRISPONDENZE

      La Natura è un tempio ove pilastri viventi
      lasciano sfuggire a tratti confuse parole;
      l'uomo vi attraversa foreste di simboli,
      che l'osservano con sguardi familiari.
      Come lunghi echi che da lungi si confondono
      in una tenebrosa e profonda unità,
      vasta come la notte e il chiarore del giorno,
      profumi, colori e suoni si rispondono.
      Vi sono profumi freschi come carni di bimbo,
      dolci come oboi, verdi come prati,
      altri, corrotti, ricchi e trionfanti,
      che posseggono il respiro delle cose infinite:
      come l'ambra, il muschio, il benzoino e l'incenso;
      e cantano i moti dell'anima e dei sensi.

      (gli euroscettici si distinguono perché sono raffinati, colti, intelligenti, eleganti e si differenziano dai lamantini euristi)

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    3. Non si incazzi subito se le dico che sono d'accordo con Nicola Strada, ma il celestino fa a cazzotti col sito del cavajere nero, alias job rattlesnake... magari un grigioverde o una mimetica...

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    4. Dovrò cambiare occhiali, 'sto celestino slavato m'uccide.
      O forse il primo amor non si scorda mai.
      Lo so: vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole
      (per cui più non dimanderò)

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  61. Di Fubino nutro un commosso ricordo che risale a qualche mese fa, invitato a un convegno organizzato da Caracciolo (quello di Limes) a Genova, argomento euro-sì euro-no. Vado a memoria, citando i punti salienti del suo discorso:
    Esordì dicendo che mentre si era lì a parlare dell'uscita dall'euro, in Argentina la gente stava assaltando i negozi (si nota il parallelo?)
    Aggiunse che se noi italiani non facevamo un bell'esame di coscienza e prendevamo atto una buona volta dei nostri limiti smettendo di dare le colpe agli altri non ne saremmo mai usciti.
    Borbottò qualcosa a proposito del suo apprezzamento per due politici che secondo lui rappresentavano il nuovo modo di fare politica: Merkel e Renzi.
    Non so cos'altro, a quel punto mi sono alzato e ho portato via i maroni, troppo provati per sopportare oltre.

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    1. Sì, la reazione non era certo alla manipolazione di un dato. Era a quello che il personaggio rappresenta: la morte della democrazia e il continuo vilipendio del nostro paese. Questo non può essere accettato oltre.

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  62. Adesso basta. Domani mi compro l'Acocella.

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  63. "Le esportazioni italiane sono più elastiche alla domanda mondiale di quelle inglesi, sia nel breve che nel lungo periodo."

    Però la questione dell'elasticità non l'ho capita: essendo la variazione di una variabile rispetto ad un'altra, in questo caso il prezzo reale sarà stato influenzato nel tempo dal tasso di cambio reale, modificando l'elasticità stessa.
    Cioé, se per tot tempo ho difeso il cambio nominale, lasciando apprezzare il cambio reale, non dovrei trovarmi sullo stesso punto della curva di domanda e quindi con la stessa elasticità. O no?

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  64. Salve a tutti, sono nuovo qui anche se seguo il blog da 2 anni :-)

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    "Se non ci credi, in questo meccanismo di mercato, va benissimo, se ne può parlare, e mi stai molto simpatico, ma solo finché eviti di fare il liberale di questo paio di zenzeri. Le due cose insieme non stanno. Non puoi essere un pasdaran del mercato e volere che un mercato importante come quello valutario non funzioni, a meno che tu non sia un personaggio folcloristico come Giannino, per dire.
    ----------

    Al di la del lunghissimo post del professor Bagnai (peraltro ampiamente condivisibile) ho voluto riportare questo suo breve trafiletto perchè credo riassuma in maniera estrememente efficace lo stato di decadenza culturale e morale del nostro tempo, decadenza morale ma anche intellettuale e storica ..

    Liberisti che scimmiottano il liberismo senza nemmeno conoscere il mercato, dalla sponda opposta (opposta?) marxisti completamente privi di capacità analitiche, tra l'altro divisi in ultra finto-radicali o veri e propri collaborazionisti "critici" ..

    Nel mezzo .. beh lasciamo stare per carità di patria .. :-/

    Triste dirlo, per me innanzitutto visto che in teoria la mia posizione sarebbe più vicino al marxismo-leninismo (che mai rinnego) rispetto che ad altro ..
    . tuttavia ancora una volta devo concordare con il prof .. ogni giorno che passa è un giorno in meno per questo regime ed alla fine sarà lo stesso mercato a sbaraccare questo mostro chiamato eurozona ..


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    1. Il problema è proprio questo: qui non si tratta nemmeno di rovesciare un'egemonia culturale. Si tratta di riavvicinare le persone a un minimo di logica elementare. Se sei liberista, siilo. Se sei marxista, siilo. Ma l'euro ha pervertito le menti di tutti, per motivi dei quali parlerò a Paris XIII e prima qui con voi.

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  65. Ma son solo io il tordo a cui piace molto di più questa grafica?
    Che poi a me ricorda tanto la maglia della nostra nazionale...

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    1. No, sono i colori del Pescara calcio!
      Il Prof adora la sua città adottiva.

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  66. a proposito di soddisfazioni: in edicola ho esposto "il tramonto" con tanto di locandine PUD€ e locandina dell' imprimatur che segnala anche "il premio canova 2014" conferito a gennaio: in un paio di settimane si sono venduti 7 libri (e pure un paio di locandine PUD€ al prezzo di costo). oggi ne ha acquistato uno un piddino infuriato: svalutazioneinflazzzionesvalutazioneguerracommerciale. per tranquillizzarlo ho citato roubini. Vedi, mi ha detto, ma lui è a favore dell' euro. certo, appunto, dico io, ma al FT recentemente ha dichiarato che per l' italia risulta essere un disastro. ovviamente prima di R. ho citato frettolosamente Krugman, Feldstein (ripreso da giavazzi oggi sul corsera, stanno scendendo sul nostro campo è vero), Thirlwall ma vedevo che non reagiva. ma a noi piace ricordarlo così: sale in bici col libro in tasca affermando mentre pedala, si ma l' università di pescara non è al centro del mondo...che bello! In serata viene un giovane molto interessato ma 17euri... dopo 2 minuti di presentazione molto sintetica è stato indirizzato su youtube. "intanto lo guardo li poi ritorno", bene, ma ricorda, il libro è importante, cerco di affiancare alla disinformazione che vendo un po' d' informazione. lui annuisce sorridendo...grazie ALBERTO

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  67. Ah, una cosa: chissa' se il dottor Fubini avra' capito la morale della favola del Cavajere nero...

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  68. e un grazie speciale a tutti i Lettori del Blog.
    ps. non ti preoccupare Alex, anche oggi siamo stati presi per leghisti, pazienza...capiranno presto la differenza tra un bluff e la realtà.

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  69. Non molto tempo fa ricordo un suo post nel quale disse di non provare affetto per i complimenti a lei rivolti.

    Faccio finta di aver dimenticato quel post e rinnovo i miei ringraziamenti, in primo luogo per la precisione intellettuale che offre a noi lettori e in secondo luogo per l'opportunità che abbiamo di farci una cultura (economica) affidabile e priva di
    imprecisioni e ignoranze varie (a gratis aggiungerei).

    A breve presenterò la mia tesi quì al Trinity (Is the Euro sustainable for Eurozone member states? - sembra quasi una domanda retorica)..sperando di poter illuminare i miei compagni di classe bavaresi che credono ancora alle favole.

    Con ammirazione,
    Mattia

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    Risposte
    1. Non è esattamente così. Mi infastidiscono i complimenti finti. Mi commuovono quelli veri. Quali siano quelli finti lo decide il mio orecchio musicale. I tuoi compagni bavaresi continueranno a credere alle favole. Hanno anche creduto che Rommel fosse morto in un incidente.

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  70. Adesso che per fortuna ho ricominciato a lavorare, devo fare le ore piccole per seguire questo meraviglioso blog, e forse sto rischiando il divorzio, non lo so, ma quello che è certo è che tra qualche anno, quando le cose saranno andate come la storia ed Alberto ci insegnano, potrò orgogliosamente dire a mia figlia di 5 anni, che io nel mio piccolissimo ho fatto qualcosa per rendere migliore il suo futuro, ho cercato di far conoscere a tutte le persone che frequento questo blog, con l'unica speranza che la sempre maggiore diffusione della verità alla fine avrebbe vinto sulla maleodorante montagna di falsità che tutti i giorni i vari Furbini ci buttano addosso. Un commosso grazie Alberto, per avere dato a me ed a tanti altri come me una possibilità di riscatto agli occhi dei nostri figli, finalmente dal mese prossimo potrò anche dire che non ho sostenuto Bagnai ed il suo blog soltanto con la voce e la tastiera, ma anche economicamente.. Cento di questi post, Alberto!

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  71. "NON CITARE PROUST CHE PERDI LETTORI"??????!!!!!! Post cristallino. Questa volta ho capito veramente TUTTO, perfino gli spesso enigmatici grafici, nonostante l'occhietto non allenato. E, un po' come le esportazioni non sempre diminuiscono per colpa tua, così capita a volte che capisci per merito di altri.

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    1. Eh, sì, con Proust un certo tipo di lettori si dilegua. Nel 99% dei casi coincide con quelli che non voglio qui. Per quelli che rilanciano con Céline è previsto un campo di rieducazione.

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    2. Condividendo l'interesse per tutte le letture di cui il blog è meravigliosa testimonianza (anzi, le ho conferito subito auctoritas per quelle almeno quanto per gli argomenti), mi permetto di chiederle: cos'ha Céline che non va? Perché averlo letto con piacere richiederebbe rieducazione?

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    3. "Elle s’est mise à accepter tous les sacrifices, d’où qu’ils viennent, toutes les viandes la Patrie… Elle est devenue infiniment indulgente dans le choix de ses martyrs la Patrie! Actuellement il n’y a plus de soldats indignes de porter les armes et surtout de mourir sous les armes et par les armes…"

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  72. Oooooops, dopo ore impiegate a fare la GoofyCrusca sui plurali malintesi dalla notina della Treccani da te linkata, e soprattutto sull'esordio errato e spocchioso della notina stessa, nonché a far tagli nonché a scrivere in due tronconi, mi rendo conto di non aver celebrato il presente articolo , sì, perché, per me tradizionalista, uno scritto documentato e argomentato, e scritto bene, che sia in un blog o no, è un articolo, anzi, un breve studio.

    Hanno già detto TUTTO, e bene, tutti gli altri.
    Qualcosa del breve studio mi dice che devo studiare o ristudiare qualcosa.

    Intanto continuo a pubblicizzare il documentario sulla Grecia.

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  73. qualche tempo fa decisi di postarvi gli articoli del Fatto Quotidinao che potessere essere interessanti per noi euroexisti (sono abbonato alla versione PDF on line)

    a parte gli articoli di Bagnai, cerco di farvi avere tutti quelli del PUDE, perchè così come a me donano grande piacere, ritengo possano soddisfare il vostro lato sadomaso

    il problema è che stanno diventando sempre più numerosi e pelosi

    oggi per esempio ce ne sono ben due

    stay tuned

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  74. RIPOSIZIONAMENTI

    Per Prodi (e Nomisma) all’Italia l’euro non conviene

    di Marco Palombi

    Succede, raramente in verità, che la realtà sia più pervicace della volontà di rimuoverla. Quando accade in faccende che riguardano la politica, si può allora assistere a un secondo fenomeno che discende direttamente dal primo: le persone più sveglie e ambiziose cominciano un bizzarro processo di riposizionamento, impercettibile ma continuo, che alla fine li porta esattamente dall’altro lato della questione rispetto a quello da cui erano partiti. Capita a quel punto che l’osservatore distratto, tornando dopo un po’ a fissare l’occhio sul soggetto, finisca per domandarsi: “Ma questo tizio, qualche tempo fa, non diceva il contrario?”. Ecco, per dire, Romano Prodi e l’euro sono un caso di scuola: l’uomo che ci ha regalato la moneta unica - e non vuole andare al Quirinale, dice lui - sul tema sta pian piano riposizionando se stesso e il suo mondo in posizione critica. Ovviamente, in questi casi, il giochino funziona se si trova un colpevole: quello scelto dal professore è la Germania cattiva. Si parte col grande sogno europeo (anche se, incidentalmente, parecchi paesi Ue non hanno adottato la moneta unica), poi arriva la crisi e la corda dell’austerità che si stringe al collo dei Piigs. Non durerà, prevede Prodi nel gennaio 2012: se Merkel non si deciderà a fare la cosa giusta, “allora saranno le cose a decidere per lei”. Perché? “La Germania è forte sopratutto perché c’è l’euro e gli altri non possono svalutarle in faccia la moneta”. La Cancelliera, come si sa, non s’è convinta e il nostro è dunque passato a “cambiare altrimenti si muore” (luglio 2013), poi all’alleanza con Francia e Spagna “per battere i pugni sul tavolo” (novembre ) infine a “l’eccessivo surplus tedesco rende il il rapporto di cambio dell’euro insopportabile per gli altri Paesi”, con relativo “aumento della disoccupazione diffusa a cui si cerca di rimediare con spezzoni di lavoro sottopagato” (febbraio 2014). Anche il mondo prodiano, per così dire, reagisce. Il capo economista di Nomisma, centro studi fondato dal professore, Sergio De Nardis, dopo aver proposto una maxipatrimoniale da cento e passa miliardi, venerdì scorso ha pubblicato un report in cui ha il merito almeno di dire la verità sulle cause della crisi dell’eurozona. Questa crisi, scrive De Nardis, “viene identificata con quella dei debiti sovrani”, ma non è questa la verità: nasce nel settore privato con l’esplosione del debito estero nei Piigs causata dal deficit strutturale delle partite correnti scatenato dal cambio fisso (e finanziato dai paesi in surplus come la Germania); viene poi aggravata dalle politiche “asimmetriche” imposte da Bruxelles. “Lo sforzo di aggiustamento - si legge nel Report - è stato finora demandato esclusivamente ai paesi periferici e si è tradotto in forti contrazioni delle domande interne, deterioramenti dei mercati del lavoro, peggioramento delle condizioni sociali”. Tradotto: i deficit con l’estero sono stati ripianati con la disoccupazione, che fa calare le importazioni.
    IN NUMERI significa che tra il 2007 e il 2013 in Spagna la disoccupazione passa dall’8,3 al 26,5 per cento, in Italia dal 6,1 a 12,1 per cento. Ci è andata persino bene, dice De Nardis, visto che “se l’Italia avesse sperimentato in questi anni il tipo di aggiustamento della Spagna (calo dell’occupazione superiore alla flessione dell’output), risulterebbe oggi con un tasso di disoccupazione nell’ordine del 20 per cento”. Il giochino sponsorizzato a Bruxelles, peraltro, nemmeno funziona: a questi ritmi, alla Spagna serviranno “dai dodici ai trenta anni per azzerare il ritardo”. Per allora, il Professore, sarà già un pasdaran anti-euro da anni.

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  75. Il ministro Enrico Giovannini

    “Sbagliato fermarsi adesso, i partiti ci aiutino a fare il salto”

    di Stefano Feltri

    Sarebbe un peccato che la spinta venisse interrotta. Non per me, o per il governo, ma per i beneficiari di questi interventi”, il ministro del Welfare Enrico Giovannini sa di essere in bilico e ne approfitta per fare il punto di quanto fatto finora.
    Ministro Giovannini, in queste settimane c'è stata una dura polemica tra Confindustria e governo sulle prospettive dell’economia. Hanno ragione i pessimisti o gli ottimisti?
    La produzione industriale è andata peggio delle aspettative, ma il quarto trimestre registra un +0,7 per cento congiunturale, il primo aumento dopo due anni e mezzo, e il superindice Ocse, che anticipa di 6-7 mesi l’andamento di Pil e produzione, continua a crescere.
    Quindi?
    Dagli ordini dell’industria di novembre, al saldo positivo del terzo trimestre tra i nuovi contratti di lavoro e quelli cessati, pur in un contesto in cui la disoccupazione è cresciuta, si trae sempre la stessa conclusione: ci sono settori in ripresa, ancorché limitata, come il manifatturiero, e altri in difficoltà, come il terziario o le costruzioni.
    Quando torneremo ai livelli di prima della crisi, quelli del 2007?
    Non bastano uno o due anni a recuperare una perdita del 10 per cento del reddito delle famiglie. Per questo la ripresa va estesa al più presto ad altri settori, così da riassorbire la cassa integrazione e creare nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani. Ci sono 20 mila giovani per i quali, in cinque mesi, è stata fatta una richiesta di assunzione a tempo indeterminato grazie agli incentivi del governo. Stessa cosa per le 20 mila donne e ultracinquantenni assunti con altri incentivi. Per loro qualcosa è cambiato. Anche se ovviamente non basta a compensare la chiusura di tante imprese.
    Per accelerare la ripresa dobbiamo tagliare i salari o dare più soldi agli italiani per favorire la
    domanda interna?
    Serve la riduzione del costo del lavoro. Non della parte salariale, quanto del cuneo fiscale. Abbiamo ridotto per la prima volta da anni i premi Inail pagati dalle imprese e dato 3 miliardi di liquidità a costo zero per tre mesi alle imprese rinviando il pagamento dei premi a maggio, proprio per sostenere la ripresa. Ma devono crescere anche gli investimenti. Con la legge di stabilità e riusando fondi comunitari abbiamo aumentato le risorse per investimenti pubblici e per lavori nei Comuni. E bisogna destinare risorse per nuove imprese condotte da giovani, come abbiamo fatto con i finanziamenti di giugno, cui ora si aggiungono i fondi della Banca europea per gli investimenti, che usa il decreto Giovannini come cornice giuridica.
    I manager Electrolux dicono: i lavoratori italiani costano troppo.
    Se si guarda il costo del lavoro reale, salari più oneri sociali al netto dell’inflazione, fatto 100 il 2007 ora siamo a 87. Una riduzione di 13 punti, la stessa che c’è stata in Spagna, tanto celebrata per la sua riforma del lavoro, dove la disoccupazione è però doppia di quella italiana. Diminuire le ore lavorate e i salari può avere un senso in un momento di crisi, ma non consente di far ripartire la domanda interna.
    Il trasferimento all’estero della sede legale e fiscale della nuova Fiat è un problema?
    Le multinazionali fanno le multinazionali: è naturale che guardino ai costi. Per colpa del peso del debito pubblico, la nostra pressione fiscale sulle imprese è molto alta. Ma nelle unità produttive italiane c’è personale qualificato che non è facile trovare altrove.

    Continua….

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  76. …continua

    Dicono che il Jobs Act di Matteo Renzi non le sia piaciuto.
    Quando Renzi lo ha annunciato ho lodato il fatto che si tornava a parlare di lavoro. Le proposte sono ancora in fase di elaborazione e nel frattempo sono arrivate altre idee, che si aggiungono a quelle del governo. Ora serve una sintesi, per migliorare le regole del mercato del lavoro. Che però non è fatto solo di regole. Abbiamo lavorato con le Regioni per la Garanzia Giovani: i centri per l’impiego e le agenzie private per la prima volta saranno in rete tra loro e i giovani che si iscriveranno a questo programma saranno “con-tendibili”, si potrà offrire loro un lavoro, un tirocinio, una esperienza di servizio civile o di autoimprenditorialità da qualunque parte d’Italia, non solo dagli uffici della Provincia di residenza. È una rivoluzione, anche se meno visibile di una proposta di legge.
    Il suo nome è tra quelli considerati più in bilico in caso di rimpasto. Se la sua esperienza si dovesse chiudere a breve, le resterebbe qualche rimpianto?
    Con maggiori fondi a disposizione si sarebbe potuto fare di più, le politiche del lavoro costano. Ma questo governo ha messo 5 miliardi sul lavoro, sia per le politiche passive che attive, queste ultime in aumento del 20 per cento. Politiche che ora vanno realizzate appieno. Abbiamo messo in cantiere molte cose che produrranno risultati nel 2014, sarebbe un peccato che questa spinta venisse interrotta. Non per me, o per il governo, ma per i beneficiari di questi interventi. Spero che un rinnovato spirito unitario delle forze politiche che sostengono il governo ci consenta di completare un salto che abbiamo già iniziato, per esempio mettendo 800 milioni per la lotta alla povertà, cosa mai fatta nel passato.
    L'allontanamento di Antonio Mastrapasqua dall'Inps per i suoi conflitti di interesse è uno spartiacque o solo spoil system?
    È uno spartiacque: il fatto che il governo abbia deciso di presentare un disegno di legge che determina l’incompatibilità, non solo per l’Inps, ma per molti altri enti nazionali è di grande importanza.
    Cosa pensa dallo scontro Landini-Camusso dentro la Cgil sulla legge sulla rappresentanza?
    È bene che un ministro non entri in questi aspetti, ma il tema della rappresentanza è molto rilevante. Il governo ha scelto di lasciare alle parti sociali il compito di trovare un accordo, poi raggiunto da Cgil, Cisl e Uil e Confindustria, cui ora si uniscono altre parti. Certo, in alcune aree economiche è più difficile applicarlo. Ma è meglio che prima le parti sociali facciano i loro accordi e solo dopo ci sia, se necessario, un intervento legislativo.

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  77. BRUXELLES COME ROMA

    Grande inciucio Ue contro i ‘barbari’

    di Giampiero Gramaglia

    C’è chi paventa che il referendum svizzero sia l’avanguardia della valanga euro-scettica che, con le elezioni di maggio, potrebbe abbattersi sull’Ue. E c’è chi lo spera. I primi cercano di tirare su dighe e ripari. I secondi preparano l’attacco alla diligenza dell’integrazione, tirata avanti a passo lento da vecchi ronzini. Al Parlamento europeo, popolari e socialisti hanno avuto una bella pensata: contro l’euroscetticismo, mettere in campo le larghe intese. Una Santa Alleanza tra i due maggiori gruppi dell’Assemblea di Strasburgo, oggi e –si calcola- pure dopo il voto, per prendersi tutto, senza stare a spartire con terzi incomodi cariche e commissioni, attualmente suddivise con i liberali e le altre forze che “giocano il gioco” europeo.
    A BRUXELLES ci si attende a maggio un testa a testa tra Ppe e Pse per il gruppo più numeroso, mentre si dà per scontato che i rapporti di forza fra i gruppi a seguire, liberali, Verdi, sinistra, conservatori, subiranno modifiche. E gli euro-scettici potrebbero diventare la terza forza, ma potrebbero lo stesso faticare a trovare una collocazione nell’aula, a causa delle regole per la formazione di un gruppo: ci vogliono almeno 25 deputati, di almeno 7 Paesi diversi. I funzionari agitano lo strumento del regolamento e puntano sul fatto che gli euro-scettici, di destra e di sinistra, non si metteranno mai insieme, anche se le loro reazioni corali al referendum elvetico fanno piuttosto pensare il contrario: i ‘confederati’ Marine Le Pen, Matteo Salvini e Geert Wilders fanno coro; e persino il bri-Il giorno dopo il referendum che reintroduce in Svizzera le quote sugli stranieri, Unione e Confederazione appaiono in rotta di collisione, anche se Berna frena – i tempi sono lunghi - e Bruxelles mitiga l’irritazione con l’ironia: “Il mercato unico non è un gruviera tutto buchi", dice Viviane Reding, vice-presidente della Commissione europea e responsabile della Giustizia. E’ minacciata la libertà di circolazione delle persone nell’area di Schengen, di cui la Svizzera fa parte pur stando fuori dall’Unione: un principio che l’Ue non intende rimettere in discussione. L’Esecutivo di Bruxelles fa sapere che “esaminerà le implicazioni del referendum in tutti i suoi aspetti” e osserva che, per il momento, gli accordi esistenti restano in vigore.
    I GRANDI DELL’UE vedono “grossi problemi”, proprio mentre Bruxelles e Berna negoziano su fisco e banche. Ne discutono i ministri degli Esteri dei 28: Emma Bonino è “preoccupata”. Gli eurodeputati sono caustici: il presidente dell’Assemblea Martin Schulz accusa gli svizzeri di volere trarre vantaggio dell’Unione senza pagarle dazio ; e Hannes Swoboda, capogruppo socialista, parla di “un passo indietro”. Ma in Francia il partito dell’ex presidente Sarkozy cavalca il populismo. E c’è rischio di un effetto domino: in Italia, la Lega, incurante del fatto che i frontalieri colpiti siano soprattutto i ‘suoi’ comaschi e varesini, agita l’idea d’un referendum.
    Pur se la situazione elvetica è diversissima dalla nostra: nel 2013, quasi 2 milioni di svizzeri erano stranieri, il 23,3% su 8 milioni di abitanti, quasi 4 volte la percentuale degli stranieri in Italia –meno del 7%. Risicato il risultato (il sì vince con il 50,3%, appena 19 mila voti), spaccata la Confederazione: 9 cantoni a favore, i tedeschi e il Canton Ticino; 8 contro, i francesi. La Svizzera italiana è la più radicale: 68% di sì. Gli italiani, del resto, sono gli stranieri più numerosi, 290 mila, oltre a 65mila frontalieri.

    POPULISTI UNITI: La francese Marine Le Pen, l’olandese Geert Wilders, l’inglese Nigel Farage e, a destra, il tedesco Martin Schulz

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  78. "...il tasso di cambio nominale effettivo"
    Orrrcoboia!
    Eccerrrto, deve essere così se non si vuol prender lucciole per lanterne.
    Danke prof. altra ottima perla.
    Orrrcoboia!

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  79. VERSO LE EUROPEE

    A tutto Tsipras E senza rancori

    di Antonio Ingroia

    C’è un popolo che non si sente rappresentato nelle istituzioni, che non si arrende alle ricette del neoliberismo delle grandi intese e non accetta, perché ne intuisce le conseguenze nefaste, di uscire dall’euro. È il popolo che scende in piazza per i diritti e i beni comuni, e per attuare la Costituzione e così superare solidaristicamente la crisi e ridurre le diseguaglianze.
    C’è un popolo che sogna un mondo diverso e lotta per cambiarlo, che vuole consegnare alle generazioni future un pianeta pulito, e non è disposto a cedere la sovranità al denaro e all’alta finanza, che vuole contare, ed esige che la crisi non sia pagata solo dai più deboli.
    C’È UN POPOLO che da anni non ha rappresentanza per gli errori di una classe dirigente che ha fatto di tutto per perdere credibilità ai suoi occhi.
    Il mio primo tentativo con Rivoluzione Civile andava nella direzione di unire e non di dividere. Unire significa dimenticare i rancori, fare squadra, provare tutti insieme, con le differenze e le affinità, a far valere le ragioni di un popolo che chiede giustizia ed eguaglianza. Avevo solo due mesi di tempo, non furono sufficienti, ma l’esperienza mi è servita per capire che quella classe dirigente ha fatto il suo tempo. Per questo, con un anno di esperienza in più e un movimento, Azione Civile, davvero civico, con tanta gente che ha voglia di impegnarsi con entusiasmo, abbiamo aderito all’appello per sostenere Tsipras alla presidenza della Commissione europea. E l’entusiasmo delle persone intervenute al teatro Valle, venerdì pomeriggio, mi ha contagiato ulteriormente.
    Stavolta siamo sulla strada giusta. Abbiamo qualche mese di tempo in più per presentarci alle elezioni, e quindi tutto può essere preparato meglio. Giusto far nascere comitati sui territori che organizzino assemblee che esprimano le candidature. E mi convince anche la regola di dare spazio a candidature davvero nuove. C’è bisogno di ricambio ed è per questo motivo che io, pur essendomi presentato una sola volta alle elezioni e pur non avendo mai ricoperto incarichi politico-istituzionali, ho deciso di fare un passo indietro rinunciando a candidarmi. Ma il mio impegno, anche senza candidatura, da cittadino e da presidente di un movimento che si riconosce nelle linee guida dell’appello per Tsipras, sarà totale perché questo progetto può far sognare, a patto che sia davvero inclusivo.

    Continua…

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  80. …continua

    Occorrono due condizioni che mi sembrano dirimenti per la riuscita.
    Primo: dobbiamo partire dalle cose che ci uniscono. Nell’arcipelago a sinistra del Pd, se andiamo a guardare gli obiettivi e i programmi di associazioni, movimenti, partiti, la vediamo allo stesso modo praticamente su tutto. C’è meno differenza tra di noi di quanta ve ne sia fra le varie correnti del Pd, ma loro sono uniti e noi divisi. Per questo vanno azzerati steccati, rancori, personalismi e tutti devono fare un passo indietro affinché, come dice Tsipras, possiamo fare insieme molti passi avanti. Ne saremo tutti capaci? C’è poi un secondo punto che ritengo essenziale: questo processo di unità deve continuare a prescindere dal risultato delle Europee. Ho già sentito dire che l’obiettivo è la lista, poi ognuno per la sua strada. Sarebbe un errore gravissimo. Già Rivoluzione Civile ha dato l’impressione di essere un cartello elettorale e non un progetto di ampio respiro.
    NELLE MIE INTENZIONI non era così, ma così fummo percepiti perché a decidere furono i partiti e non i cittadini. Per quanto riguarda me e Azione Civile, abbiamo già deciso che il nostro orizzonte non saranno le elezioni europee. Vogliamo contribuire a costruire un fronte ampio, inclusivo, democratico, che vada al di là della contingenza. Una soggettività che faccia tornare l’entusiasmo di occuparsi di politica. Per cui continueremo a lavorare sui territori anche dopo le Europee, qualsiasi sia il risultato, con i tanti cittadini che sono stufi delle divisioni e che hanno l’ambizione di cambiare questa società. Del resto è proprio l’esempio di Syriza che ci conforta. Nasce dall’unione di varie associazioni e movimenti, ne raggruppa ben 14. Dal 2004 al 2012 si presenta a consultazioni elettorali ben cinque volte e raccoglie percentuali che vanno dal 3,26 al 5,04. Ci mette otto anni per diventare un progetto credibile. Nel frattempo si radica sul territorio, elabora teorie di uscita dalla crisi e di cambiamento radicale della società, fa sognare. Nel 2012 raccoglie prima il 16,77% dei voti e poi il 26,89. Oggi, nei sondaggi, è nettamente il primo partito in Grecia. E la Grecia non è così lontana.

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  81. A DOMANDA RISPONDO

    Furio Colombo

    La disfida tra Renzi e Letta

    CARO COLOMBO, mi tormenta una domanda: che governi Letta o che governi Renzi, per gli operai della Electrolux che va in Polonia e per gli operai della Fiat che va in Olanda, in Inghilterra, in America, che cosa cambia?
    Alessio

    DIFFICILISSIMO, se non sei nella stanza del Pd, calcolare le variazioni. Sono moltissime, se vivi situato fra Cuperlo e Scalfarotto, ma è quasi impossibile trasformarle in un elenco per i non credenti. Per non credenti intendo i tanti che sono disperati, disorientati, spiazzati, che al momento non canterebbero “Bella Ciao”, e che non sono facilmente recuperabili. Cercano di capire quale tipo di sinistra si avanza. Quella attuale getta loro sempre qualche peso in più sulle spalle (già rese deboli da vent’anni di berlusconismo) e insiste, anzi si vanta, di seguire sempre e solo una politica di severa e disciplinata austerità. Infatti Renzi e Letta sono profondamente divisi da una forte, esclusiva, diciamo pure ossessiva volontà (necessità) di essere soli al comando. Ma sono profondamente uniti dall'essere figli ed eredi diretti della stessa parte di mondo, moderata, cattolica e conservatrice, molto più vicina (entrambi) a Comunione e Liberazione che a Papa Francesco. Dunque è facilmente prevedibile che se questa “alternativa” dovesse accadere, porterebbe tra le mura domestiche del Pd un grande subbuglio e una rivoluzione (demolizioni, promozioni, spostamenti, offese, rotture perenni, amicizie rinsaldate, denuncia del vecchio, annuncio del nuovo). Ma tutto ciò avrà ben poco riflesso sulla vita degli italiani. In particolare di quegli italiani che chiedono – e devono chiedere – qualche cosa subito. Per esempio un vigoroso intervento di governo sulle loro imprese che stanno per essere cancellate. Non è disfattismo dire però che non cambierà nulla per gli operai abbandonati sulla strada da Electrolux e Fiat (badate che le questioni, in proporzioni molto diverse, si assomigliano molto, cambiano solo le vie di fuga). Infatti entrambi, Letta e Renzi, sono persone rispettose dell'autonomia delle aziende e di un approccio “di mercato” alle loro decisioni, in base alla persuasione, ritenuta “moderna” e libera dalle influenze sindacali, secondo cui non spetta allo Stato interferire. Entrambi credono che l’energica politica punitiva nei confronti del lavoro sia la giusta soluzione per i difetti italiani (che vogliono favori benevoli invece di prestazioni rigorose). E tutti e due sono esenti dall'influenza di quegli economisti – come i Nobel Stieglitz e Krugman – che vogliono un'Europa salda e forte ma non merkeliana. Uno dei due possibili leader della sinistra italiana sembra incline a fare adesso e subito una nuova legge elettorale, a costo di prendersi Berlusconi in casa. L'altro convive con Alfano ed è comunque incline a “riforme” in comune, genericamente intese. Tutti e due vogliono governare. Se ci sarà una “alternanza” o “staffetta” o “colpo di mano”, cambieranno stile e passo dei telegiornali. Al momento, nient'altro.
    Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano

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  82. mi scuso se ho caricato troppi testi, ma oggi al Fatto si sono sbizarriti

    domanda: ma come è possibile che il quotidinao che dovrebbe essere rimasto l'unico alfiere della verità del mondo dell'informazione italiana, contnui a scrivere cosi tante cazzate e a dare cosi tanto spazio a questi imPUDEnti?

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    1. Forse perchè il fq è guidato da giustizialisti che credono che il nemico del loro nemico sia loro amico

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  83. Nel mio peregrinare notturno tra un programma televisivo e l'altro e tra una visita su you-tube ad una su google,alla ricerca di vera informazione ,(l'insonnia da questo punto di vista è una specie di benedizione divina),questa notte dopo aver cliccato "Amato euro" su you tube mi è stato proposto un bel filmato : una intervista soprendente dell'ex Presidente sull'euro con annessa rivelazione che gli economisti americani avevano sconsigliato di adottare una moneta unica senza uno Stato centrale e che tale percorso avrebbe portato inevitabilmente ,in caso di shock in un singolo paese,ad una grave crisi capace di distruggere l'intera impalcatura( una autocritica anche se non so se sincera ).Nella mia smart tv subito dopo ,si è caricato automaticamente ( è pur sempre una tv intelligente) un dibattito televisvo su Telenova (datato ) in cui insieme ad un giornalista di Repubblica ed alcuni "personaggi "politici c'era il prof.Bagnai .Era un delle prime apparizioni in tv, il clima non era acceso ,si discuteva civilmente ,senza gazzarre ,si interveniva ,si replicava sotto l'abile regia della conduttrice.Ad un certo punto uno dei politici ,di cui non ricordo il nome ma che rappresentava una sedicente Nuova Democrazia cristiana , ha preso la parola e......l'ha sparata veramente grossa!Volendo dimostrare di essere una persona colta e preparata ha detto testualmente:"....la colpa non è dell'euro ma del tasso di cambio fissato con la lira che non doveva essere 1936,27 bensì 1.300 lire " Questo signore ,scomparso naturalmente dalla scena politica ( la stessa conduttrice che conduceva un sondaggio in diretta durante il dibattito ha ammesso che l'insulto più tenero nei confronti dei politici in studio era " di andare a lavorare")aveva orecchiato da qualche parte che il tasso di cambio euro lira fissato nel 1999 aveva suscitato delle critiche ,si è buttato nella piscina ...ma dalla parte sbagliata! Una zuccata sul cemento tremenda !Il prof Bagnai, non so come abbia fatto , è riuscito non solo a rimanere serio e a non ridere a crepapelle ( come è successo a me) ma anche a rispondergli pacatamente :" quindi per Lei era meglio fissare il tasso di cambio lira euro con una rivalutazione della lira del 40%!".
    Mentre leggevo l'articolo di cui sopra , mi è venuta una libera associazione di idee ,di tipo freudiana,tra questo personaggio politico ,picaresco ed anche un pò sfortunato e il dott.Fubini.

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  84. Caro Prof.! e siamo sempre lì... "Liberisti e traditori"....ma oggi sono meno Fiedmaniana (inteso come Milton, non Alan...) e più Keynesiana, per la gioia della mia gemella (e per merito suo!)

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  85. Dopo 150 e passa commenti, una piccola nota parzialmente OT.

    Mi auguro che il metodo Fubini possa far capire cosa provano quelle (poche) persone che hanno frequentato il mondo della chimica e della fisica quando i giornalisti italiani lasciano correre le mani sulle tastiere o aprono i microfoni e parlano di energia nucleare o di inquinamento.

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  86. Pude pagina su facebook mi ha censurato un post che con Fubini non c'entrava nulla, poi ho scritto anche un post su Fubini e mi ha segato anche quello. Avanti così, verso lo schianto... IL LORO.

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  87. In effetti trucchi come quello usato da Fubini sono un "classico". Di esempi ce ne sono purtroppo tantissimi nella divulgazione economica...consiglio a tutti la lettura del libro "mentire con le statistiche" (how to lie with statistics), un manuale di autodifesa contro questo tipo di mistificazioni. Datato 1954 (ma le tecniche sono rimaste esattamente le stesse), spiega le tecniche ingannevoli più usate in modo assolutamente chiaro e accessibile (del resto non sono trucchi molto sofisticati in realtà).

    http://it.wikipedia.org/wiki/Mentire_con_le_statistiche

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