sabato 10 dicembre 2011

Ma come fanno US e UK...

Mai sentito parlare di Louis Vierne? Era un organista francese, dalla vita particolarmente sfortunata: cieco dalla nascita, tradito dalla moglie, perse un fratello e un figlio in guerra, non riuscì a succedere alla cattedra di Guilmant in conservatorio, nonostante diciotto anni di precariato, e neanche a Widor nella titolarità dell’organo di St Sulpice. Gli toccò l’organo particolarmente inefficiente di Notre Dame, devastato dalle intemperie, e lui si sfiancò di concerti per tutta l’Europa cercando fondi per farlo restaurare completamente. E cinque anni dopo esserci riuscito, nel 1937, a 67 anni, morì riverso sulla tastiera del suo organo, al termine del suo 1750° concerto (e naturalmente chi sa la storia della musica, oltre a toccarsi, coglie l’allusione).

Che c’entra con la Goofynomics? Quasi niente, ma non sono riuscito a non pensare a questo aneddoto raccolto in conservatorio leggendo questo messaggio di un lettore:

“la gran bretagna ha un debito estero di circa 8000 mld $ +un debito pubblico al 44% del pil! come mai i mercati non l'affondano pur avendo a un pil di circa 2000 mld $ che è del tutto ridicolo dati questi debiti????????????????????”

Amico, intanto ti chiederei di rassicurarmi. Non farmi pensare che sei caduto riverso sul punto interrogativo della tua tastiera, come il povero Vierne sul mi della sua, o come (ma sì, spaziamo!) la conturbante Faye Dunaway sul clacson della sua auto in Chinatown. Preferisco pensare che l’abbondanza di punti interrogativi denoti incredulità, e magari un minimo di intento polemico, piuttosto che l’esito di un ictus (o di un proiettile nella nuca). Sarà senz’altro così, e allora provvedo a risponderti. La risposta sarà comunque istruttiva... per i superstiti!

L'aritmetica del debito estero

Dunque: partiamo dai dati. Il 44% di rapporto debito pubblico/Pil mi sembrava un po’ basso, e in effetti non è che sia un dato sbagliato, solo che si riferisce a prima della crisi. Nel 2010 era già al 75%. Eh già! Il debito pubblico UK è aumentato in tre anni di circa 30 punti di Pil, nello stesso periodo in cui il nostro aumentava di circa 15 punti di Pil. Ma certo noi partivamo da più alto e dovevamo quindi stare più attenti.

Gli 8000 miliardi di dollari di debito estero mi sembravano ancora più sbalorditivi, perché sono troppi se misurati bene, e troppo pochi se misurati male.

Mi spiego. Il debito estero viene usualmente valutato in termini netti. Quello che conta è la posizione netta: se ti sei fatto prestare 1000, ma hai prestato 2000, sei sempre in attivo di 1000 (so che non crederai a me, avresti usato una punteggiatura più sobria, ma credi almeno a Krugman). Ora, qualcosa di simile a 8000 miliardi di dollari di passività lorde sull’estero la Gran Bretagna ce l’aveva nel 2004 (per l’esattezza: 7981 miliardi di dollari). Solo che nello stesso anno la Gran Bretagna vantava 7549 miliardi di attività lorde sull’estero. E quindi, compensando i soldi che doveva agli altri (7981) con quelli che gli altri dovevano a lei (7549) si conclude che in quell’anno la posizione netta sull’estero era sì debitoria, ma per soli 431 miliardi. Circa il 20% del Pil, come gli Stati Uniti, come l’Italia (che nel 2004 stava leggermente meglio: solo il 16%). I dati vengono dal solito http://www.philiplane.org/EWN.html.

Certo, poi le cose sono peggiorate. Tieniti forte: nel 2010 il debito estero lordo del Regno Unito era di addirittura 14527 miliardi di dollari (fonte: International Financial Statistics, edizione 2010#12). Ma siccome il Regno Unito, a sua volta, aveva prestato al resto del mondo 14055 miliardi di dollari, ecco che la posizione netta non era molto cambiata: sempre in rosso, ma per soli 472 miliardi di dollari. Pari al 21% del Pil. Più o meno come l’Italia oggi.

Perché loro sì e noi no?

Ma fra Regno Unito e Italia in termini macroeconomici ci sono due differenze importanti (ce ne sono molte di più, lo so, grazie, ma qui contano le due che ti dico). La prima è la più ovvia, e se permetti te la lascio spiegare in modo ottimo dall’amico Tommaso Sinibaldi, sempre chiaro e documentato.

La seconda differenza è un po’ più per iniziati, ma nemmeno tanto. La Gran Bretagna, come del resto gli Stati Uniti, riesce a prendere in prestito a tassi bassi, e a investire all’estero a tassi alti, per cui, nonostante abbia con l’estero un debito netto, invece di pagare interessi netti incassa interessi netti. Perché la Gran Bretagna paghi interessi bassi è chiaro: il rischio paese è molto basso, essendo fuori dalla zona euro. I tassi sui titoli pubblici UK, ad esempio, sono scesi ultimamente sotto quelli dei mitici Bund. Perché incassi interessi alti è altresì chiaro: la Gran Bretagna ha una posizione attiva in termini di investimenti diretti esteri. Significa, per capirci, che nel 2009, mentre gli investitori stranieri possedevano imprese in Gran Bretagna per 600 miliardi di sterline, la Gran Bretagna possedeva imprese all’estero per 1000 miliardi di sterline. E un’impresa, se la scegli bene, rende più di un titolo di Stato. Naturalmente sui titoli la Gran Bretagna ha una posizione passiva, che compensa, in termini di stock, quella attiva sugli investimenti diretti. Ma siccome questi rendono di più, nel 2009 i redditi esteri netti da capitali della Gran Bretagna erano pari al +1.48% del suo Pil. E i nostri al -1.64% (sostanzialmente a parità di debito netto/Pil). Il nostro problema è che ci stiamo indebitando con l’estero per pagare gli interessi all’estero. Capisci, vero, cosa significa? E chi lo sta facendo è il settore privato, per due terzi. E ora penso che tu intuisca anche quali saranno le conseguenze di una manovra che impoverirà ulteriormente una parte consistente di questo settore.

Conclusione

La Gran Bretagna, invece, è nella felice posizione di chi si fa pagare... per prendere soldi in prestito!Quindi tranquillo: Cameron sta meglio di noi e anche della Merkel. Ed è anche e soprattutto per questo che preferisce starsene fuori. Chiamalo scemo...

P.s.:
Scusate se non parlo della manovra. Mi sembra che si commenti da sé, e del resto l'hanno commentata tutti. E allora, forse è più utile chiarire i concetti di base...

17 commenti:

  1. Chiaro, come sempre. Domanda, anzi domande:
    1. se i costi della permanenza sono così alti e maggiori dei costi di uscita, perché continuiamo a rimanerci dentro, considerato che le manovre presenti e future non provocheranno che maggiore recessione in un circolo vizioso interminabile? Conviene alla Germania & co.? E perché?
    2. Nei recentissimi incontri a Bruxelles si parla di riformulazione del Trattato di Lisbona, ovviamente l’Inghilterra si tira fuori, mentre la Germania vorrebbe imporre maggiore rigidità nelle politiche di bilancio con l’introduzione di sanzioni a chi non rispetta i vincoli. Inoltre, si parla di formalizzare una prassi già attuata con Tremonti, ovvero il controllo preventivo dei commissari UE delle manovre di bilancio. Ritiene che si arriverà ad una totale traslazione di sovranità dalla periferia al centro? Perché converrebbe all’Italia e, soprattutto, ai paesi più forti?
    Io delle risposte me le sono già date, ma vorrei sentire il parere più autorevole del mio.
    Saluti.

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  2. Caro Marco,

    le sanzioni c'erano già, non sono state applicate perché il primo paese a violare la regola è stato la Germania. Due settimane fa la Bundesbank ha fatto una cosa vietata dai trattati (acquistare titoli di Stato del proprio paese intervenendo sul primario).

    Devo aggiungere altro? Sì, magari posso aggiungere i dettagli storici per chi li ignorasse. Posso farlo dopo in un post, devo darvi qualche informazione di servizio.

    A.

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    1. tecnicamente non è stata la germania intesa come stato tedesco
      è stata una partita di giro fra banche private e stato tedesco: la sostanza non cambia ma per un tedesco cambia eccome (l'importante è seguire le regole no ? )

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  3. Caro prof. Bagnai,
    sapevo che le sanzioni c'erano già (anche se minori), ma quello che volevo evidenziare è che dopo gli incontri di questa settimana pare che la Germania voglia rafforzare la sua posizione in Europa. Tira dentro altri paesi, impone all’Inghilterra l’out out, controlla l’Italia e snobba la Francia. Cosa si sono inventati per controllare meglio la baracca? Quello che succede per i bilanci civilistici delle grandi S.p.A. con la certificazione di bilancio delle società di revisione (si legga questo articolo per capire meglio http://www.linkiesta.it/vertice-europeo-bruxelles). Le manovre sui bilanci degli Stati dovranno preventivamente essere sottoposte al vaglio delle istituzioni europee (ricordo che non sono elette). Ulteriori cessioni di sovranità senza che le popolazioni siano coinvolte.
    Quello che chiedevo è: perché si vuole quanto suddetto se con le restrizioni di bilancio e la perdita di sovranità politica, economica e monetaria la domanda effettiva dei singoli paesi continuerà a scendere? Non è una strategia perdente per la Germania?
    Grazie.

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  4. .....dimenticavo. Complimenti per la sua pagina facebook. Vedo che un nutrito numero di persone la vogliono ministro dell'economia.

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  5. Guarda che quella pagina l'hanno messa su dei miei studenti, credo per prendermi in giro...

    Io in Facebook non ci sono voluto entrare, non sia mai mi ritrovano i compagni delle medie (hai presente la canzone di Elio)?

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  6. Credo si riferisca a "Tapparella", Elio vuole entrare a tutti i costi alla festa delle medie.
    La trovata dell'aspirina nella coca cola è divertente. La userei quando vedo un telegiornale.

    http://www.youtube.com/watch?v=VyfCQGOw9wg

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  7. Esattamente. E direi che questo post finisce molto meglio (con Elio) di come è cominciato (con Vierne).

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  8. Non capisco bene la questione della compensazione tra crediti e debiti. Se una banca privata di un paese X possiede titoli di debito pubblico di un paese Y e un'altra banca del paese Y possiede titoli di debito del paese X, come si possono obbligare le banche a scambiarsi i debiti? A meno di non naionalizzare le banche dei paesi X e Y...

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  9. Dott. Bagnai quando dici che per quanto concerne l'Inghilterra " il rischio paese è basso essendo fuori dalla zona euro" perchè come dice Barnard gli inglesi hanno moneta sovrana e possono sempre ripagare i titoli di stato? Per moneta sovrana Barnard intende il fatto che l'Inghilterra può stampare moneta invece di farsela prestare dai mercati privati dei capitali come succede per i paesi dell'euro. E' giusta questa formulazione?

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    1. Il mio signore, pur aristocratico, è molto umano e vuole tentare di salvarla:
      1) non chiami mai Bagnai "dottore". Ci tiene ai suoi titoli nobiliari;
      2) si astenga dal proferire le parole "moneta sovrana" o "svalutazionecompetitiva" et simila altrimenti la attendono torture innominabili da parte del già citato professore;

      Ciò detto, il mio padrone suggerisce che la risposta corretta sia: non per quel motivo ma perché prendono talleri (la moneta delle latitudini del mio signore) a un basso tasso di interesse (prezzo) e prestano i suddetti talleri a molto.

      Come il mio padrone mi ricorda, si può sempre pensare di avere dei talleri in tasca, ma di qui ad averne...

      Mi scusi se mi sono permesso, ora torno a tagliare l'erba in giardino.

      I miei rispetti.

      Herr Lampe

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    2. Be', se proprio devi dire, più che dottore (cosa che sono non sono in Italia, ma anche all'estero, avendo un dottorato) preferirei essere chiamato maestro, visto che ho un paio di diplomi in conservatorio.

      Detto questo, la risposta di Herr Lampe è impeccabile, ma forse manca un pezzo. A me comunque sarebbe venuto da dire, molto più semplicemente, che l'assenza di rischio paese deriva banalmente dal fatto che l'Inghilterra può svalutare. Punto. Quindi non si avvita nella spirale deflazionistica nella quale siamo noi. La domanda allora diventa: perché gli investitori vogliono una valuta che (come il dollaro) rischia di svalutarsi. E la risposta, ti assicuro, non è "monetasovranamonetasovrana" e via starnazzando, ma è un pochino più complessa. Prova a chiederla a Barnard (ma non era un cardiochirurgo?), vediamo che ti dice...

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    3. visto che Nicola non ha più chiesto a barnard il motivo vorrei provarci io, soprattutto per sapere se la sto pensando male o bene.

      è perchè gli investitori ritengono il rischio default maggiore del rischio di cambio?
      Usando termini, spero corretti, più tecnici: il premio (inglobato nel tasso d'interesse richiesto) per il rischio da default è maggiore di quello per il rischio di cambio?

      Perdoni riaccendere un vecchio discorso ma è un dubbio, per me insidioso, a cui spero possa rispondere

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  10. Scusi la banalità della domanda, perchè l'Inghilterra può svalutare e i paesi che adottano l'euro no?

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    1. Scusa tu, mi sono espresso male (cioè dando per scontato il fatto che questo blog sia circoscritto a chi segue la discussione dall'inizio, il che per fortuna non è).

      L'Inghilterra può svalutare ed è chiaro perché.

      Quando dico che chi adotta l'euro non può svalutare, dovrei dire più esattamente che i paesi periferici dell'eurozona ovviamente non possono svalutare il loro cambio nominale rispetto ai paesi centrali dell'eurozona, dato che questo cambio è per definizione uguale a 1 (un euro portoghese è uguale a un euro tedesco).

      Dato che i paesi dell'eurozona per lo più commerciano fra loro, il non poter aggiustare il cambio nominale fra di loro attribuisce ai paesi in surplus un indebito vantaggio e a quelli in deficit un indebito svantaggio, come spiegato più volte e fin dall'inizio.

      Tu sei gentile, e come si fa a non risponderti? Però se il blog si allarga... a qualcuno bisognerà non rispondere!

      Ora, però, se vuoi stare con noi, sappi che ci fa molto piacere, ma dai un'occhiata in giro...

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  11. Quale politica pubblica potrebbe avviare, nello specifico, un ente locale, comune o provincia, sia pur dalla loro limitata azione, per disincentivare l'indebitamento estero (degli attori presenti nella propria provincia o comune)?

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  12. Salve prof,

    sono un nuovo lettore del suo blog. Intanto la ringrazio perché mi ha aperto gli occhi riguardo l'Europa! Non mi è chiara una cosa (tenga conto che non sono esperto della materia): se si svaluta la "mia" moneta, come fa a svalutarsi anche il debito? Può fare un esempio?

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