lunedì 6 gennaio 2025

Things are moving...

Attenzione!

Sotto l'albero di Natale abbiamo trovato laPatrimoniale™️ per lAmbiente™️:


(cortese pensiero del Santa Klaus arancione), ma nella calza della Befana abbiamo trovato, in rapida successione, lo schianto del "cordone sanitario" austriaco, che non ha retto alla pressione del voto popolare:


e soprattutto le dimissioni del nostro Cicciobello preferito, Cicciobello globalista:


quello che bloccò i conti correnti dei camionisti per farli desistere dallo sciopero contro l'obbligo vaccinale.

Quindi, come vedete, insistere serve. Ho sempre diffidato dei geni che invocano l'astensione, considerandoli utili idioti del regime, e i fatti dimostrano che questa diffidenza è fondata: votando in modo diverso si può fare la differenza.

Aggiungo un dettaglio: non votando, si possono rendere determinanti minoranze organizzate, e in un mondo basato sulla deflazione salariale, cioè sull'immigrazionismo, bisogna stare molto attenti ad attribuire a simili minoranze un tale potere. Ascoltatevi questa intervista, ad esempio. Non la prenderei per oro colato, come del resto nulla, tranne ciò di cui si ha esperienza diretta, va preso per oro colato, ma l'idea che i laburisti abbiano prosperato sul disinteresse della classe media bianca per corteggiare i pacchetti di voti di minoranze colorate dedite a hobby più o meno condivisibili un senso ce l'ha. E attenzione: sarà anche vero che gli immigrati regolari sono più indispettiti degli autoctoni dai flussi di immigrazione irregolare, perché detestano che venga regalato ad altri quello che loro si sono guadagnato con fatica. Ma questo è un discorso diverso. Ascoltatela bene, l'intervista: le ex potenze coloniali sono più avanti di noi su una strada pericolosa, sulla quale, va riconosciuto, anche noi ci siamo avviati.

Ci vuole meno libera circolazione di qualsiasi fattore di produzione, e alla fine si andrà a parare lì (lo stesso reshoring in fondo è un pezzo di questa storia). Nel frattempo, insistete, e diffidate molto da chi vi dice di non insistere: forse lui non ha hobby discutibili, ma certamente non vi aiuta a difendere voi e la vostra famiglia da chi li ha.

(...ciao, Cicciobello globalista! Ci mancherai tanto...)


63 commenti:

  1. Resto sul mio concetto base relativo a questo argomento e ai suoi protagonisti. “Tolleranza zero”!

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  2. Sarà lui il prossimo a salutarci? https://www.lastampa.it/esteri/2025/01/06/video/macron_gli_usa_convincano_la_russia_a_trattare_sullucraina-14923235/

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  3. Ricordo bene il provvedimento contro i camionisti canadesi, come ricordo bene la foto, che hai ripubblicata tempo fa, del vecchio signore disperato in GRECIA, all'epoca, piú lontana, di altre ritorsioni.
    Gira gira i "provveditori" finiscono sempre col toccare i soldi (altrui).

    Come scrivo in casi simili, anche questo
    #IoNonDimentico.

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  4. Mi permetto questo ennesimo OT, poi torno al silenzio, promesso.
    Immagino sia una bella giornata per austriaci e forse canadesi. La Befana a noi però ha portato la notizia che il Governo ha ceduto ad Elonio l'IT nazionale. E il partito che vorrei intervenisse manda il proprio capogruppo a fare un'intervista in cui dimostra di non aver capito nulla - rispondendo al suo dubbio di un post precedente https://goofynomics.blogspot.com/2025/01/i-want-to-be-currency-from-now-on-i.html?showComment=1735940178247&m=1#c1240998208109691026
    Per cui, se l'obiettivo è ricordare che votare serve, ok. Ma la Befana temo ci abbia regalato solo carbone.

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    1. Ah, tu sei sicuramente più informato di me! Su questa cosa della cessione agli Usa dell'IT nazionale mi fido assolutamente di te. Quindi mi stai dicendo che vendiamo la SIP agli Usa? O che ti sei perso qualche dettaglio?

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    2. Tipo il 37,8% di KKR in Fibercop, o il 23,7% di Vivendi in TIM, ecc.

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    3. Parlavo di una notizia che avevo letto da Liturri (https://t.me/GiusLit/6430) ma che un amico mi segnala essere oggetto di smentita (https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/politica/2025/01/06/p.chigi-nessun-contratto-ne-accordi-con-spacex_80a7e2a9-aa11-4b17-a22e-e5a6248cac32.html). Errore completamente mio, mi scusi.
      Resta il "resto".

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    4. Beh, Giuseppe è un amico, un amico vero, e quindi io apprezzo il fatto che abbia preso su di sé il rischio di diventare anche un operatore informativo, con quel che ne consegue. 😂 d’altra parte, io invitavo a una riflessione un pochino più laica: premesso che non è il mondo che gradisco, il mondo della terza globalizzazione sta andando avanti da quarant’anni, e quindi immaginare che asset anche “strategici“ possano restare nella esclusiva disponibilità dei governi nazionali è abbastanza utopistico. I capitali esteri sono già nelle nostre infrastrutture strategiche, e non ci sono solo quelli statunitensi: ci sono anche quelli cinesi, come gli addetti ai lavori sanno. Non dico che questa sia una battaglia di retroguardia. Dico solo che non possiamo scegliere fra tanti mali e il bene assoluto: possiamo scegliere solo il male tatticamente minore. Dal mio punto di vista, ben venga Starlink, così almeno potrei farvi delle dirette dalla vetta del monte Amaro. 😂

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    5. Ah beh sicuramente segnalerò a chi di dovere una simile figuraccia di fronte all'unica community di cui mi freghi qualcosa!
      Io però continuo a fare un discorso diverso: gioire delle gioie altrui mi sembra schadenfreude al contrario o triolismo. Sempre per la serie che l'elettore vuol di più, immagino...

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    6. Io mi accontenterei di avere la fibra a 25 km da Milano. Qua la TV non prende, poco male, ma manco il cellulare da quando hanno disattivato il 3G a livello nazionale.

      Servirebbero davvero più investimenti, ma la gente sembra essersi abituata a vivere nel terzo mondo.

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    7. Le complicate vicende di Fibercop e Openfiber risultano in questa situazione.

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    8. Direi che è peggio di così. Chi in passato e anche oggi non ha fatto né fa una piega per la cessione di infrastrutture IT e di dati sensibili nazionali a aziende private e straniere strepita per un eventuale accordo per l'utilizzo di una risorsa aggiuntiva e senza alternative tecnologiche.

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  5. “Se accettiamo questo metodo, non ci sono limiti a quello che ci potrà essere imposto”.
    Questo ha passato i limiti di un bel pezzo.

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    1. Questo chi? Paolo, Giustino, o Franso?

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    2. Nello specifico alludevo al just, ma solo come emblema di un metodo che qualcuno ha stigmatizzato anni fa cercando di mettere in guardia, spesso inascoltato, l'universo mondo.
      Nonsolopunturine.

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    3. Eh, questa è una questione irrisolvibile…

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  6. Ogni nazione ha il suo Cicciobello.
    La Corea del Nord ha Ciccio Kim, a noi è toccato Calenda🤦

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    1. Però Calenda su scala globale è relativamente innocuo.

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    2. Credo che il suddetto sarebbe in grado, al massimo, di premere un bottone del cappotto.

      Ma forse lo sto immaginando troppo "alla maniera di" Crozza.

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    3. Ok, io pensavo a Renzi. Detto anche "shish".

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  7. Buone notizie allora, Grazie ancora per tenerci aggiornati.
    Forse vado off topic, in realta’ forse avrei dovuto commentare al Post precedente, ma parlo pur sempre di fonti informative.
    Ci hai detto ripetutamente che la dottrina economica e’ concorde nell’affermazione che un’unione monetaria senza trasferimenti fiscali e’ un progetto che obbliga la deflazione interna dei fattori produttivi nelle Nazioni che vi partecipano, deflazione accelerata qualora il paese leader pratichi politiche mercantilistiche. Dal momento che siamo qui da oltre 2 lustri ma che la consapevolezza della trappola in cui siamo calati negli elettori è ancora insufficiente mi chiedo se non sia un problema di leadership intellettuali.
    So che smontare l’€uro sarebbe in primis una decisione politica, ma mentre sto finendo il libro di memorie del premio Nobel per economia Amartya Sen, mi interrogo se quella fase storica, anni 50 60 70 dov’è il pensiero economico si confrontava in UK e negli USA influenzando le politiche economiche coi contributi scientifici e poi dialettici di cervelli quali quelli di Sraffa, Dobb, Samuelson solo per citarne qualcuno che si spostava tra la vecchia e la nuova Cambridge non possa essere rivissuta nel nostro tempo. Ma si trattava dei Trente Glorieuses e temo siano irripetibili.

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    1. Forse mi sono distratto, ma mi sembrava di aver detto da qualche parte a qualcuno, magari non necessariamente a voi, magari in qualche post che sto tenendo in bozza, che il fatto che la cosiddetta sinistra si ancori ad una narrazione irenica della Unione Europea (che ci dà Lapace) non dovrebbe incoraggiarci a adottare narrazioni ugualmente ireniche, ma piuttosto farci diffidare di esse. Il mito delle Trente Glorieuses rientra a mio avviso in questa categoria, soprattutto per noi italiani. Sono gli anni in cui ci è stata espropriata la leadership che ci eravamo immediatamente conquistati, appena lasciati liberi, in settori come il nucleare, l’informatica, la politica energetica, e potrei aggiungerne altri. Per noi sono stati anni abbastanza umilianti, come è abbastanza normale che siano gli anni che seguono a una sconfitta. Quanto alla capacità degli intellettuali di influenzare nelle potenze egemoni il dibattito politico, mi permetto di esprimere un contenuto scetticismo. Sono d’accordo che la consapevolezza dei reali problemi che ci affliggono sia assolutamente insufficiente, ma temo che non sia possibile ottenere risultati molto migliori avendo contro, per ovvi motivi, l’intero sistema informativo, e d’altra parte non sono così graniticamente sicuro che negli anni 70 (per fare un esempio) ci fosse una consapevolezza molto più diffusa delle varie poste in gioco.

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    2. Assolutamente. La consapevolezza era meno di zero.
      Ai tempi uscì un romanzetto di fantapolitica che ebbe una certa risonanza.
      Fu scritto in forma anonima da un giornalista politico, il titolo era "Berlinguer e il Professore".
      Narrava l'avvento del compromesso storico in Italia.
      La tesi era semplice. L'Italia era un paese fallito (sì, già allora vigeva la tesi che un'economia fiorente che produceva un sacco di cose può cessare di esistere da un giorno all'altro perché qualcuno - chi di preciso? - si è indebitato) e bisognava in qualche modo intervenire.
      L'unica possibilità fu coinvolgere i comunisti.
      E così fu.
      L'avvento dei comunisti permise di fare le "riforme" (sì, anche allora, a metà degli anni '70, c'erano le famose RIFORME) e nel giro di un decennio l'Italia da Stato completamente fallito diventa uno di paesi più ricchi del mondo.
      Vi interessa, immagino, sapere che cosa fossero queste riforme che ci hanno proiettato negli empirei della crescita economica a due cifre.
      Un'aggiustatine alle Poste, velocizzare e puntualizzare un po' i treni, robe così.
      Fu un best seller.

      (Se avete il gusto dell'acheo-horror vi consiglio di andare a riportare alla luce gli interventi di Salvati e Padoan apparsi su I Quaderni Piacentini...)

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    3. Assolutamente. La consapevolezza era meno di zero.
      Ai tempi uscì un romanzetto di fantapolitica che ebbe una certa risonanza.
      Fu scritto in forma anonima da un giornalista politico, il titolo era "Berlinguer e il Professore".
      Narrava l'avvento del compromesso storico in Italia.
      La tesi era semplice. L'Italia era un paese fallito (sì, già allora vigeva la tesi che un'economia fiorente che produceva un sacco di cose può cessare di esistere da un giorno all'altro perché qualcuno - chi di preciso? - si è indebitato) e bisognava in qualche modo intervenire.
      L'unica possibilità fu coinvolgere i comunisti.
      E così fu.
      L'avvento dei comunisti permise di fare le "riforme" (sì, anche allora, a metà degli anni '70, c'erano le famose RIFORME) e nel giro di un decennio l'Italia da Stato completamente fallito diventa uno di paesi più ricchi del mondo.
      Vi interessa, immagino, sapere che cosa fossero queste riforme che ci hanno proiettato negli empirei della crescita economica a due cifre.
      Un'aggiustatine alle Poste, velocizzare e puntualizzare un po' i treni, robe così.
      Fu un best seller.

      (Se avete il gusto dell'acheo-horror vi consiglio di andare a riportare alla luce gli interventi di Salvati e Padoan apparsi su I Quaderni Piacentini...)

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    4. Sì, ma, se dobbiamo escludere i trenta gloriosi dal panorama dei veri momenti "alti" dell'Italia unita, a quali altri dobbiamo far riferimento!? Perché a quanto ne so, ne rimangono solo due: quello dell'Italia fascista e quello dell'Italia giolittiana. Altri, con tutto il rispetto, non ne vedo. E su questo blog dovremmo essere abbastanza acculturati da sapere che l'Italia giolittiana (quella che, per capirci, fa andare in brodo di giuggiole i vari liberal alla Giannino o alla Monti, e della quale stranamente gli antifascisti ed i progressisti non parlano mai) non era per niente più democratica di quella fascista, anzi...

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    5. Interessante e inquietante:

      https://it.m.wikipedia.org/wiki/Berlinguer_e_il_Professore

      Ricordavo il titolo ma non avevo idea del contenuto, all’epoca avevo altri interessi. Suggerisco attenta lettura della trama.

      Di Padoan e Salvati invece sapevo, grazie a Vladimiro.

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  8. Cominciò così: https://it.wikipedia.org/wiki/Conquista_islamica_della_penisola_iberica
    ... e finì così: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Espulsione_dei_moriscos
    ... portando cioè le lancette dell'orologio indietro di 902 anni. Come se nulla fosse mai accaduto. Non dico che accadrà, ma è già capitato e potrebbe capitare ancora.

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  9. La cosa peggiore sarebbe , come si potrebbe facilmente sospettare , importare con tutti i modi possibili ( "ricongiungimenti", "permessi umanitari", ius scholae ect.. ) grossi "pacchetti etnici" da mantenere a spese delle finanze pubbliche, ricavandone un "voto di scambio" onde restare "democraticamente" al potere per saccheggiare il proprio paese ?
    Ma questo non costituirebbe TRADIMENTO? E in tal caso, cosa ( a parte ovviamente votargli CONTRO ogni volta che si potesse ) si dovrebbe fare a costoro ?

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  10. Lo vedo solo io il pericolo che siano stati rimossi perché incapaci di gestire cose più grandi di loro? Da anni siamo stati abituati a vedere personaggi risibili a capo di governi importanti; forse, adesso che si devono prendere decisioni epocali, ci vogliono attori più credibili a tutti i livelli (anche nei servizi segreti)

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    1. Ecco, con commenti di questo tipo comincio ad avere difficoltà che un tempo non avrei avuto. “Credibili“ per chi? Per te Cicciobello globalista era credibile? Credo che già non lo fosse. Per un piddino Cicciobello globalista è diventato meno credibile? Credo che lo sarebbe ancora e sempre. La metto in un altro modo: sono sempre quello che ad agosto 2011 riuscì a prevedere che sarebbe arrivato un governo tecnico sostenuto dalla sinistra perché occorreva un macellaio con il grembiule rosa. Sono quindi (stato) il primo a sostenere che per interpretare certi ruoli occorre effettivamente un personaggio all’altezza. Tuttavia, che tipo di decisione si dovesse prendere in Italia era chiaro: qualsiasi libro di testo lo avrebbe detto e due post fa vi ho anche citato De Grauwe che lo ricordava. Siccome l’Italia era in deficit con l’estero, avrebbe dovuto fare austerità. Siccome l’austerità fa male ai lavoratori, si sarebbe dovuto scegliere un personaggio politico al riparo dall’ira dei lavoratori, e quindi sinistrorso e/o sostenuto dalla sinistra. Questo non era un teorema: era una semplice applicazione della teoria economica. non era nemmeno una decisione particolarmente epocale: era semplicemente l’unica decisione possibile. ora quali sarebbero le decisioni epocali da prendere in Canada tali per cui Cicciobello globalista non sarebbe più credibile per la sinistra o continuerebbe a non essere credibile per la destra?

      Sinceramente non saprei rispondere, perché non conosco quel paese e non ho studiato neanche la versione giornalistica delle dimissioni di questo tipo. Tu avresti un’ipotesi più precisa?

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    2. personaggi credibili e spendibili per l'opinione pubblica mondiale e soprattutto per la popolazione di un determinato paese; è evidente che Trudeau non avesse più l'appoggio di molti dei suoi elettori, dopo le sue decisioni impopolari, perciò andava sostituito con un personaggio più convincente; stesso discorso per la GB, la Germania, l'Austria etc. Se è in calendario la guerra mondiale, con l'incognita Trump sempre ambiguo nelle sue dichiarazioni, è bene posizionare i carrarmatini nei posti giusti prima di iniziare l'attacco. Io seguirei le dichiarazioni di Putin o Lavrov su questi cambi al vertice improvvisi

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  11. Cicciobello globalista mi ha fatto schiattare dalle risate. Poi mi sono ricordato che esistevano anche i modelli Cicciobello piage e Cicciobello Lacrime Vere :)

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    1. Non era esattamente il tipo di giocattolo in cima ai miei desideri, ma ricordo che era un pupazzo di plastica insulso che veniva fornito in diverse versioni perché se ne potessero vendere di più. Mi sembra una definizione piuttosto calzante.

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  12. Il liberismo appare comunque ormai irrefrenabile, in ogni settore della vita umana e anche culturalmente accettato da gran parte della popolazione. Mi sembra che anche dentro certi enti locali che si occupano di edilizia siano saltati i freni inibitori: applicano il silenzio assenso con modalità sconcertanti, utilizzano l'inerzia al limite del libero arbitrio. Tutto si regge sul presupposto della "semplificazione" procedimentale e sul legittimo interesse del privato di agire con "snellezza" attraverso autocertificazioni "veritiere ed in buona fede". Poi in caso di casini vari, compresi quelli giudiziari si attende che "chi dovere" approvi "l'interpretazione autentica" di norme che forse semplicemente non "soddisfano" il modello liberista di gestione degli affari che preferisce una Pubblica Amministrazione di un certo tipo.

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  13. “Ci vuole meno libera circolazione di qualsiasi fattore di produzione, e alla fine si andrà a parare lì (lo stesso reshoring, in fondo, è un pezzo di questa storia).”
    Fermo restando l’effetto che ha avuto la deflazione salariale nell’indurre in modo coatto questa circolazione, mi sono sempre chiesto se alla fine di questa storia verrà toccata, a livello legislativo, la libera circolazione dei lavoratori all’interno della UE e se, in modo più o meno implicito, si pensa di tornare a un sistema di permessi di lavoro o di quote per muoversi da un paese all’altro.
    Su questo nessun partito “euroscettico” si è mai espresso in modo esplicito, ma sembra nella logica delle cose che, se si va avanti in questa direzione, ci sarà un’evoluzione in tal senso.

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    1. Ci sono due cose che mi colpiscono in questo commento. La prima è che vedo una specie di inversione del nesso di causalità, perché normalmente gli economisti ritengono che sia la mobilità del lavoro a causare qualche problema ai salari. Intendiamoci: è chiaro che la stragrande maggioranza dei Kindersoldat fa il suo compitino buonista spiegando che no, l’immigrazione non c’entra nulla con la depressione dei salari, gli immigrati vengono a fare i lavori che gli autoctoni non vogliono più fare, eccetera eccetera. Il punto è che per fare il compitino che viene loro assegnato questi poverini sono costretti ad andare contro alcuni principi basilari della loro disciplina, come, per dirne uno, la legge della domanda e dell’offerta. In Italia solo Barba e Pivetti hanno avuto il coraggio di dire le cose come stanno. Se lo sono potuto permettere perché erano di sinistra, prendono in cambio l’onda di non essere più considerati di sinistra da quelli di sinistra.

      La seconda, macroscopica, cosa che mi colpisce è che fra tutti i tabù europei quello di Schengen si è dimostrato il meno resistente. Paesi assolutamente ortodossi come la Francia, che è passata dall’avere un re cristianissimo all’avere un presidente europeistissimo, hanno sospeso Schengen senza fare un plissé dopo alcuni tragici fatte di cronaca. Lo stesso è accaduto in Germania. Il problema si ha, eventualmente, coi flussi di capitale, o, se volete, di risparmio. Oggi, per un paese, rivendicare un certo grado di autonomia nella gestione dei propri risparmi equivale a quello che al tempo di Mattei sarebbe stato rivendicare un minimo di autonomia nella propria politica energetica, e potenzialmente potrebbe condurre agli stessi esiti irreversibili (per chi lo facesse). Non siamo ancora pronti a quel cambio di paradigma, che pure, la storia ci insegna, prima o poi dovrà avvenire.

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    2. ***prima o poi dovrà avvenire***
      Si, ma con quali "mezzi" e in quali "circostanze" ? Temo che, anche usandolo "alla lunga", il "processo elettorale" non basterà , perché a farlo "deragliare" potrebbero facilmente accadere opportuni " incidenti" (anche del "tipo Mattei" ) .
      Molto più probabile che quel "cambio di paradigma" avvenga in modi "mostruosi " perché già troppo lungo è stato "il sonno della ragione"

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    3. Ah, ma io mica ho mai detto che sarà una passeggiata!

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  14. “Ci vuole meno libera circolazione di qualsiasi fattore di produzione". Che oltretutto sarebbe anche quello cui dovrebbe mirare un "green" più ragionevole.

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    1. Parole sante! Invece il green ideologico pensa di salvare il mondo trasportando su mezzi inquinanti tonnellate di pannelli fotovoltaici prodotti con metodologie inquinanti dalla Cina a qui.

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    2. Permettetemi di citare, in un'ottica di ripasso, le parole che il padrone di casa conosce meglio di noi. È tutto qui:
      "Di conseguenza, io simpatizzo piuttosto con coloro che vorrebbero ridurre al minimo il groviglio economico tra le nazioni, che non con quelli che lo vorrebbero aumentare al massimo. Le idee, il sapere, la scienza, l'ospitalità, il viaggiare, - queste sono le cose che per loro natura dovrebbero essere internazionali. Ma lasciate che le merci siano fatte in casa ogni qualvolta ciò è ragionevolmente e praticamente possibile, e, soprattutto, che la finanza sia eminentemente nazionale".
      http://www.criticamente.com/economia/economia_politica/Keynes_John_Maynard_-_Autarchia_Economica.htm

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    3. @wendell Grazie! No, queste parole non le conoscevo, sono stato keynesiano a mia insaputa! L’originale è questo: Keynes John Maynard. 1933. “National Self-Sufficiency.” The Yale Review 22 (4): 755–69 e si può trovare qui:

      http://gesd.free.fr/knat33.pdf

      mentre qui trovate un’interessante rassegna sul pensiero economico autarchico:

      https://academic.oup.com/isr/article/23/3/933/6063510

      Keynes però parla di autosufficienza, non di autarchia. Sono due concetti diversi.

      Con l’occasione constato che è bastato tornare qui per due settimane e dare qualcosa per avere in cambio molti stimoli interessanti, fra cui questo. Col crescere del livello delle sfide deve crescere quello della nostra consapevolezza, e quindi questo baluardo va presidiato e difeso. Sarà così, e al diavolo la cloaca nera.

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    4. Grazie! Io avevo letto solo la traduzione impropria in italiano (autarchia). La trovai in rete anni fa, non mi ricordo più dove, con una postilla che avvertiva il lettore dei potenziali risvolti militari delle politiche suggerite da keynes (in pratica lo accusavano di proporre il keynesismo di guerra. Assurdo). Dovrei avere ancora da qualche parte il PDF. Comunque ora mi leggerò anche la versione in lingua originale (self sufficiency). Tra l'altro autosufficienza è un termine molto più "spendibile".

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    5. Per come la vedo io “autarchia“ rinvia a un concetto di chiusura totale rispetto agli scambi esteri. Vedo però che la nostra amica Three Dogs la definisce come “il tentativo da parte di un paese di rendersi autosufficiente rinunciando agli scambî con l’estero, attuato mediante una trasformazione della struttura produttiva nazionale, che gli consenta di produrre da sé quanto prima si procurava mediante il commercio internazionale”, e quindi, mi pare di capire, come il tentativo di rendersi autosufficienti. In questo senso, la traduzione che hai letto non sarebbe particolarmente fuorviante, ma resta il fatto che autosufficienza è una parola meno urtante di autarchia, dato il percorso storico del nostro Paese.

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  15. Appena letta la notizia su televideo anche il mio pensiero e' andato subito ai camionisti e a chi ha cercato di aiutarli fornendogli il carburante perche' non rimanessero al freddo ( con l' escamotage delle taniche tutte uguali alcune piene e altre vuote per vanificare i controlli delle forze dell' ordine, dimostrazione che se c'e' la volonta' il modo di fare le cose lo si trova ). E in casa nostra ci possiamo mettere la possibile decadenza della Todde ( peccato per la ventata di aria fresca che poi così fresca evidentemente non e' ) e il 40% delle sedi zona Bologna ( cito Repubblica ) che il PD e' costretto a chiudere perche' la cassa piange ( va a finire che sara' il PD a proporre il ritorno del finanziamemto pubblico dei partiti ). Per non citare Sarkozy, condannato in via definitiva ( a quasi il carcere ) e la sua compagna di risate costretta a passare da Fazio per vendere il suo libro. Statisti, veri statisti. E intanto i puntini si uniscono, uno dopo l' altro. Ci vuole pazienza ( come lei ci predica da tempo ).

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  16. Quello che mi dà più fastidio è che questa lotta faraonica serva a cercare di recuperare, almeno in parte, tutto quello che avevamo già 30 anni fa, in qualsiasi campo. Sanità, pensioni, stipendi, istruzione, sicurezza ecc. ecc. sono andati perduti nell'indifferenza generale della gente che tutt'ora continua a farsi raccontare il mondo dagli operatori informativi senza farsi domande e senza nessun spirito critico.

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  17. Stanno avvenendo tutta una serie di cambi di regime (Canada, Austria, ecc) prima dell’insediamento di Trump. Anche UK è sotto pressione, e la Francia vedremo. Tutti verso destra.

    La prima domanda che sorge è: tenute ferme le limitazioni causate dall’euro, ci sono direzioni verso cui poter dispiegare le capacità dell’Italia (con più ROI per il pil) e subendo meno vincoli esterni da parte del nostro Impero di riferimento?
    La seconda è: cosa possiamo fare per US per ottenere/ampliare quel margine di manovra?

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    Risposte
    1. Scusami ma il concetto di ROI per Pil me lo dovresti spiegare…

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    2. Forse non ho usato correttamente i termini: quello che intendevo dire è come fare in modo di avere aree in cui gli investimenti fatti possano rendere di più per lo sviluppo dell’Italia. Mi riferivo a un tuo commento sul fatto che l’Italia, lasciata libera di fare, dopo la guerra, aveva raggiunto subito punte di eccellenza nel nucleare, informatica, ecc.

      Magari quello che ho scritto (ROI per PIL) non è invece corretto dal punto di vista economico, non ho una competenza in quell’ambito.

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    3. Dovremmo rassegnarci al fatto che riusciamo a fare meglio degli altri praticamente tutto quello che facciamo. Studiando il rapporto di draghi e i documenti di contorno (rapporti tecnici della commissione e via dicendo) mi rendo conto che l’unico settore in cui ovviamente non possiamo competere è quello delle grandi infrastrutture di rete digitali. In altre parole, non è ovviamente possibile avere un Google italiano, un Meta italiano, un Amazon italiano, e via dicendo, semplicemente perché Internet è nato come infrastruttura militare statunitense e le società che vi prosperano sono nate con pesanti finanziamenti del governo americano che hanno attribuito loro una posizione di leadership non contendibile. Fermo restando che ci sono industrie in cui cercare economie di scala Ha un senso ovvio (la costruzione di jet di linea, per dire), e fermo restando che queste economie di scala si possono tranquillamente creare con consorzi internazionali, senza bisogno dello Statone pesantone, credo che per restituire un minimo di smalto al nostro Paese, dovremmo semplicemente tornare a fare gli italiani. Intendo questa cosa sotto diversi significati, di cui forse il più importante è il salvare il nostro sistema educativo dalla modernità e dai pedagogisti, il ricominciare a insegnare le lingue classiche, il fucilare (metaforicamente) sul posto chiunque pronunci l’acronimo STEM. Gli investimenti in Italia Rendono se agli italiani formati come italiani viene consentito di creare valore. Deformandoli per andare incontro a non si sa bene quale ipotetico paradigma superiore si riesce solo a renderli inabili.

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  18. Scendo dalla Polledrara e vi rispondo. Mi sono un po’ attardato in cerca di solitudine, apro il negozio nel pomeriggio.

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  19. Nell’ambito di tutti questi “movimenti” sarebbe utile sapere se c’è qualcuno che legge il blog esperto sui temi del nucleare.

    Una cosa interessante, infatti, sarebbe capire come le possibili nuove centrali nucleari previste dal governo per l’Italia, possano inserirsi nell’approvvigionamento di materiale prodotto da quel tipo di centrale o con quel tipo di tecnologia. E che venga magari importato dagli Stati Uniti.

    Mi pare che venisse acquistato del materiale di quel tipo dagli Stati Uniti in Germania. Magari per l’ambito militare.

    E adesso che la (alla) Germania ha (hanno) spento le centrali nucleari, quello potrebbe essere un ruolo strategico per l’Italia che potrebbe garantire qualche lasciapassare in più.

    Ma appunto servirebbe qualche esperto che dica se è invece una cavolata.

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    1. Ho lavorato nel "settore" quando avevo i "calzoni corti" e ne ho visto la fine .Fu tutto distrutto per ordine del "padrone " ancor prima del "referendum" idiota allora voluto da uno che ora passerebbe per " patriota " e "genio della politica".

      Se poi "tornasse il nucleare" ( cosa assai difficile perché c'è ancora da rimuovere dalla testa degli italiani "la melma" che vi fu allora versata) sarebbe solo per avere impianti "chiavi in mano" fatti da "qualcunaltro". Cioè nella pratica , al meglio e RIpartendo oggi, saremmo indietro a l' iran di almeno ventanni.

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  20. Il tema dei mutamenti storici di narrazione mi ha sempre affascinato, portandomi in passato a tentare di esplorare il rapporto tra verità (ossia ciò che definisce la conoscenza) e credenza (che determina all'azione). Di recente ho ripreso in mano alcuni vecchi libri sul tema e, in un commento online ad uno di essi che ho letto sul sito di Einaudi (Della certezza, di Wittgenstein), ho trovato una ottima sintesi di quel che quel libro vuole dirci e che mi pare interessante: "Wittgenstein ha individuato nel senso comune un codice per i comportamenti umani che non ha presupposti o legittimazioni razionali, ma che esprime «il modo di operare infondato» che appartiene all’elemento della nostra vita. Imprimendo una svolta radicale alla questione, Wittgenstein ha sottratto le credenze del senso comune alle controversie intellettualistiche, riproponendole come lo sfondo ereditato di una comunità sociale, tenuta insieme dal linguaggio e dall’istruzione, nella quale il senso comune non è oggetto di dubbi o di certezze, ma definisce il luogo in cui si pongono dubbi e in cui si distingue tra il vero e il falso". Questa distinzione tra verità in senso empirico/logico (dunque deduttivo) di una proposizione e quadro delle credenze a priori ereditate che definisce il limite entro cui, in una data società, viene consentita la discussione e creazione di una verità condivisa su una certa proposizione spiegherebbe perché oggi tante persone in occidente non credono ad una verità che pure razionalmente sono perfettamente in grado di ri-conoscere. Per trasformare in azione (politica) una certa verità occorre dunque riuscire a creare un quadro di credenze diffuse che consentano l'adesione ad una certa verità, ma, e qui secondo me sta il punto cruciale (di cui io non mi ero reso conto per molto tempo), senza pretendere che quel quadro possa essere costruito semplicemente mostrando la verità empirica o logica delle proposizioni su cui quella verità si fonda. Questo significa che l'elettore piddino (o grillino) crederà a certe cose (oggettivametne vere) solo quando il quadro "ereditato" delle credenze comuni gli consentirà di farlo. Detto in parole povere: quello che forse manca per ora alle forze anti sistema (che etichettiamo come "destra"), che oggettivamente sono espressioni di anime differenti (socialiste, libertarie, conservatrici ed altro), è essere in grado di offrire all'elettore una ideologia unificante fondata su pochi e semplici principi da contrapporre alla tecnocrazia liberale (che si è impossessata del quadro del "senso comune"), su cui iniziare un paziente e capillare lavoro, in coro, di ripetizione ad nauseam. Altrimenti, morto (politicamente) un Trudeau, semplicemente, dopo una tornata elettorale magari vinta dalla destra, ne faranno un altro. Per questo i "se famo il partito" e gli zerovirgolisti sono il nemico peggiore di qualunque opposizione al sistema (e dunque sono i più forti gatekeeper immaginiabili, anche quando in buona fede). Ma i secondi gatekeeper più pericolosi sono gli stessi partiti anti sistema quando non riescono ad offrire ai potenziali elettori un quadro di riferimento coerente - nel tempo - sui principi generali che professano (giocando "contro" il sistema delle credenze condivise, basta infatti cambiare posizione su un tema importante una volta, per soffrirne un danno molto più grave, in termini di consenso, rispetto a chi controlla quelle credenze). In questo errore, va detto, i piddini (e cespugli annessi e connessi) difficilmente cadono: di fronte agli elettori recitano sempre in coro quegli stessi quattro concetti e non sgarrano mai, qualunque cosa accada. Scusate se mi sono dilungato, forse non era la sede adatta.

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    1. La sede è adatta. Vorrei far osservare, sulla base della mia esperienza, che quello che manca non sono i contenuti: è il metodo. In questo momento sto gestendo con altri un merdone gigantesco scoppiato nel retrobottega parlamentare dove ci è capitato fra capo e collo un testo di maggioranza che contiene panegirici spropositati a draghi, al debito comune, al rapporto sulla competitività, agli investimenti comuni, e via delirando. Al netto del fatto che per dirimere simili matasse, basterebbe la semplice ideologia “Unione Europea = PD = Cose che non si nominano a tavola”, quando vai a fondo a simili incidenti, scopri sempre un problema di metodo. Il PD errori di metodo non ne fa perché è erede della tradizione democristiana, oltre che di quella comunista. Mi piacerebbe parlarvi molto a lungo di quante difficoltà si incontrano ragionando sul metodo, e non perché i colleghi non ne capiscano l’importanza, ma perché ormai siamo andati troppo oltre: chi non ha interiorizzato certi principi non riesce ad acquisirli semplicemente per mancanza di tempo, ed è sempre la mancanza di tempo a impedire quel minimo di coordinamento e di interazione indispensabile perché si costruisca una ideologia e una narrazione.

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  21. Ma in tutto questo, l'attacco frontale di Musk (aka dell'amministrazione Trump) al ciccobello UK, potrebbe essere visto come la "prima" rivoluzione colorata tentata in epoca recente nei confronti di un paese occidentale alleato degli USA?
    È vero che Elonio è un personaggio parecchio sopra le righe, ma raramente si è visto "sparare ad alzo zero" contro un leader di un governo occidentale legato in modo così stretto alla potenza egemone.

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    1. La vittoria elettorale è molto fresca ed i Laburisti godono di una maggioranza sproporzionata di seggi in parlamento, per cui è difficile ribaltarli così repentinamente. Inoltre Elonio ha attaccato al contempo anche Nigel Farage. Mi sembra che le sue "sparate" siano diventate tutt'altro che infrequenti nell'ultimo periodo. Decisamente Elonio tradisce una forte volontà di influenzare il discorso politico ma ci andrei cauto prima di trarre delle conclusioni.

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    2. Non sto dicendo che riuscirà a ribaltare il governo UK, ho solo detto che ha mosso accuse pesantissime nei confronti di Starmer e che continua a sparare a zero su di lui, e non credo che agisca solo a titolo personale.

      Nel caso di Farage le critiche riguardano solo il fatto che lo reputa inadeguato al suo ruolo politico.

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    3. Starmer lo vedo nervosetto però, e si è rifugiato dietro la solfa della disinformazione, anziché entrare nel merito.

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  22. Si muove anche il signor Zuckerberg, che ha appena scaricato Nick Clegg, ex leader dei libdem britannici, dal board di Meta. L'intervento dura solo 5 minuti e contiene diversi passaggi significativi.

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  23. In effetti ... things are moving al cuore dell'impero. Altro riposizionamento "di peso" (prevedibile dopo la testimonianza di prime le elezioni davanti al congresso) suggerisco di guardare tutto il video ... https://www.instagram.com/zuck/reel/DEhf2uTJUs0/

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  24. Mi chiedevo perché non aveste visto il post successivo, e poi mi sono accorto che non lo avevo pubblicato! 🤦🏻‍♂️ fra l’altro, cito anche l’appassionato contributo del signor Pan di Zucchero, che ho commentato su Twitter.

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