domenica 3 agosto 2014

Tre pezzi sull'Unità

(ovviamente c'è stato uno strascico infinito di querimonie, per lo più di persone che desideravano non perdere una preziosa occasione di dimostrare la loro incapacità ideologica di capire. Io volevo semplicemente spiegare ai compagni dell'Unità che se il loro videino patetico era stato ampiamente perculato già nel loro sito, se i loro stessi lettori avevano latrato il proprio odio nei loro riguardi, un motivo c'era, ed era evidente. Punto. Il resto è animabellume, e, come ha detto qualcuno, se ci fossero meno anime belle succederebbero meno cose brutte. Non vorrei che saltaste alla conclusione che un modo per far succedere meno cose brutte possa essere quello di farne succedere una sola, molto brutta: togliersi di torno tutte le anime belle! Questo, come sapete, non si fa e non si deve fare perché la vera morale della favola è che alla fine ci pensano da sé, a togliersi di torno. Vi esorto quindi a mantenere i nervi saldi e a non dare continuamente in escandescenze. Io posso farlo, perché so quando, come, perché, con chi e a quale scopo farlo, e ho i miei strumenti per tracciare il feedback. Voi no, o meglio non qui: a casa vostra fate come vi pare, ma questa è casa mia, ed è una casa che tutti osservano - anche chi fa finta di no - quindi vi esorto ad attenervi alle mie regole. Detto questo vi propongo tre pezzi dalla vasta produzione letteraria che la vicenda dell'Unità ha provocato. Li metto in un certo ordine, che forse è casuale, forse no: decidete voi...)


Hanno ucciso l'Unità

stix77 ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "La liberazione":

hanno ucciso l'unità - 883

Solita notte da piddini nel Bronx
nel locale stan suonando un blues degli Stones
loschi individui alla bouvette del bar
pieni di whisky e margaridas
tutto ad un tratto la porta fa "slam"
il Guercio entra di corsa con una novità
dritta sicura si mormora che
I debiti hanno fatto "bang"

hanno ucciso L'Unità
chi sia stato non si sa
forse quelli del PD forse la comicità
hanno ucciso L'Unità
non si sa neanche il perché
avrà fatto qualche sgarro a qualche liberale o travet

Alla centrale della partitocrazia
Il premier dice che volete che sia
quel che è successo non ci fermerà
La Storia non vincerà
ma nelle sale c'è il panico ormai
nessuno esce di casa nessuno vuole guai
ed agli appelli al salvataggio in TV
adesso chi ci crede più

hanno ucciso L'Unità
chi sia stato non si sa
forse quelli del PD forse la comicità
hanno ucciso L'Unità
non si sa neanche il perché
avrà fatto qualche sgarro a qualche liberale o travet

Giù nelle strade si vedono gang
di ragionieri in doppio petto pieni di stress
se non ti vendo mi venderai tu
per 100 lire o poco più
le facce del PD sono miti per noi
piddini troppo belli sono gli unici eroi
invece Gramsci era una star ma tanto non ritornerà

hanno ucciso L'Unità
chi sia stato non si sa
forse quelli del PD forse la comicità
hanno ucciso L'Unità
non si sa neanche il perché
avrà fatto qualche sgarro a qualche liberale o travet


Postato da stix77 in Goofynomics alle 31 luglio 2014 09:14


Servi di Piddinia

Mons Colombo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "La liberazione":

La discussione di oggi con lo tsipriota (mai più in vita mia) mi ha ispirato questa rivisitazione delle alate parole del sommo.
A me piace vendicarmi così.
Una risata li seppellirà.


Servi di piddinia

-Allora com'è andata con il Tsipras?
Salvato i tuoi diritti,è aumentato il tuo salario?
-Dai ragazzi non scherziamo, lui non è come tutti gli altri.
-bll bll bll parlaci di lui.
-Ah, guardate, lui è veramente tosto e figo ed è in gambissima,
mi ha raccontato delle cose sull'Europa, ma tipo
che lui va a Bruxelles e picchia i pugni sul tavolo contro l'austerità
e fa la sinistra europea con tutti i lavoratori che lottano insieme.
-Gli hai mostrato il target2?
-No, ma ho buone possibilità.
-Allora ci vediamo questa sera, una serata tra compagni,
forse forse un po' di topa.
-Eh, compagni, purtroppo no. Questa sera sono a casa sua
per discutere sulle misure del tavolo dove sbattere i
pugni e fare il soundchek per vedere se il tono
della voce è quello giusto per dire "cattivone" a Junker,
poi devo correggere le bozze del suo libro di prossima uscita:
"Seppellirò l'austerità. Ma a tempo debito".

Siamo tutti servi di piddinia
e abbiamo dentro al cuore una canzone triste
Servi di piddinia a testa bassa
il sol dell'avvenire che ci esalta
niente macro, niente numerini
andiamo avanti a sushi e bollicine
Servi di piddinia sempre in lista
anestetizzati da un cubista
guardi il mondo dalla tua finestra
voti a sinistra e ti ritrovi a destra.

-Ehi, ma guarda un po' chi si rivede
hai la faccia di legno dove cazzo eri finito?
-Ma no, niente, è che è un periodaccio,
Travaglio ci chiama merde e Benigni è sparito.
-Dicci cos'hai avuto di preciso?
-Mah, niente, è che ho un po' di sinusite,
-AHHHHH
-non mi parte windows 98..linus non mi gira bene...
-AHHHH
-è che avuto delle storiacce con il Tsipras.
-AHHHHH! Ha abbassato il tuo salario!
-Ma no che cosa dite, è che mi aveva detto che lui..insomma
la sinistra, la democrazia, insieme, l'Europa..
poi mi ha detto che a lui, sostanzialemente, di me non gliene frega
un cazzo, e siccome io a lui ci tengo più che a me,
gli ho detto che lo rivoterò lo stesso!
-Ma non starai mica piangendo?
-Ma no, è che mi entrato la trave di Altan nel culo.
Il cervello spendo e il viso di cemento
lui è il mio piccione ed io il suo monumento..

Servi di piddinia a Ventotene
vuol far l'Europa sol con le catene
credono d'essere sempre intelligenti
e poi si piglian calci in mezzo ai denti

(piddino al telefono con Tsipras)
senti, guarda, sinceramente non mi è piaciuta quella tua
uscita su Junker. Ma come, prima mi dici che difendi
i miei diritti e poi fai melina su Junker?
Ma, cosa credi? Io sono un essere umano, sai, ho dei sentimenti,
unpercorsopoliticodisnistra, ho letto libri che i leghistinonsannoleggere,
cosa credi?
Guarda ok, mi dici che devo stare zitto e che devo darti fiducia, ok, per
me va bene. Però, sai, ci stanno togliendo tutto, pure l'Unità,
a breve il Manifesto. Come m'informo, io? Come mi faccio un opinione?
E cosa vuoi che faccia ancora?
PAUSA
Vuoi che cambi sesso, sposi una donna (che prima era un uomo),
e faccia il matrimonio civile con rito caraibico?

Postato da Mons Colombo in Goofynomics alle 30 luglio 2014 22:31


Sull'orma di un mestiere fossile

(da Massimo Rocca, collega di un certo Bottura, che a quanto ho capito è - il Bottura - uno di quegli gnometti piddini cha alimentano l'odio sociale contro il negoziante che non fa lo scontrino, eseguendo gli ordini di Nonno Zucconi, per evitare che le persone riflettano sulla natura dei problemi, ricevo e volentieri - sottolineo: volentieri - pubblico)

Se bastasse la verità, come sarebbe tutto facile. E se chi mente sapendo, o non sapendo, di mentire venisse sempre punito come sarebbero vuoti i gironi dell'Inferno. E' facile irridere ai  disoccupati dell'Unità o a quelli dell'Inkiesta guardando nel cannochiale delle nostre convinzioni. Non hanno detto, hanno nascosto, hanno distorto il vero e la maledizione e la punizione del mercato li ha puniti. E' evidente il nonsenso? Se l'avessero fatto apposta sarebbero senatori a vita, o di più. Allora bassa manovalanza, fanteria da buttare contro le trincee come carne da cannone? Loro? con ventimila lettori? Ma non se li filava nessuno, ovviamente. Ben altre sono le divisioni di cui dispone il nemico.  Se bastasse mentire, sapendolo o non sapendolo, per chiudere, che strage. Si salverebbe qualche blog, qua e là. E se dire la verità fosse premiato dal mercato delle idee e dei quattrini, di che staremmo a parlare, tra noi. Facile prendersela con quei quattro straccioni, mentre tutti guardano i mondiali sulle tv di Murdoch. A popular government without popular information or the means of acquiring it, is but a prologue to a farce, or a tragedy, or perhaps both. E' la mia citazione favorita. Ma è un palindromo. Nemmeno l'informazione si regge senza un sistema politico, in senso lato, che voglia averla. Siamo nati con il caffè e la borghesia che chiedeva notizie di se e dei suoi interessi. Ne siamo stati la preghiera del mattino. Se quella classe ha deciso la sua autodistruzione, se siamo solo tatcherianamente individui, se ognuno di noi ricerca solo la completa affinità del cinguettio, se il mondo è in mano a pochi oligarchi pikettianamente assisi su fortune faraoniche e nessuno è in piazza contro di loro, i giornali, di carta, di bit, di cloud non servono più. Per questo chiudono, indipendentemente dalla bontà o malvagità dei loro giornalisti. Per questo quelli che non chiudono spesso non fanno più informazione.  Se l'Unità avesse dovuto chiudere per non aver detto la verità, non avrebbe mai aperto. O avrebbe chiuso al tempo di Cucchi e Magnani, chissà se qualcuno sa chi furono, o di Gomulka, o quando mio padre se andò perchè sparare sugli operai di Budapest era troppo, e via andare fino al Muro.  Se sento ancora qualcuno che me la mena con il rimpianto del giornale di Gramsci lo meno. Se volevate il giornale di Gramsci, se per caso avete letto Gramsci, perchè votate Renzi, oppure Grillo, oppure Salvini, oppure Berlusconi, oppure Ferrero? Quindi niente ipocrisie.  L'Unità non chiude perchè non pubblica gli editoriali di Borghi e Bagnai, invece di quelli di Giavazzi e Alesina. Ma perchè non pubblica quelli di Giavazzi e Alesina. Perchè non è, come gli twitta ironico e lugubre Renzi il giornale del Pd, che se lo fosse rimarrebbe aperto.  Chiude perchè Renzi ha il 40%, il 46% non vota e così Borghi resta a Milano. Chiude perchè salvo pochi  assatanati su questo blog  e pochi altri a nessuno gliene frega niente di quello che ci circonda.  Perchè ha trionfato il neoborbonico" a due dita dal culo mio fotti chi vuoi". Comprate la Padania? Comprate il Foglio? Comprate il Tempo? Comprate il Giornale? Comprate Libero? Dalle vendite in edicola non mi pare di vedere le masse . Non uno dei giornali "diventati" anti euro resterebbe aperto un giorno se non ci fossero altri motivi, non il mercato e il conto economico, a tenerli in vita. Nessun giornale, amico e nemico, "vero" o "falso" rimarrebbe  e rimarrà aperto in un paese che non legge e che non pensa,  che non vuole leggere e non vuole pensare. "nulla hanno dimenticato e niente hanno capito" diceva Talleyrand dei Borboni che aveva appena fatto tornare sulle baionette di Alessandro al trono di Francia. Ecco,noi, evitiamolo.
--
Massimo Rocca

Sintesi

Dei primi due pezzi non c'è nulla da dire se non che, soprattutto il secondo, sono geniali. Al terzo mi viene da rispondere con le parole del poeta, ma non so se il conte Rocca Mascetti volesse questa informazione.

Cerchiamo di rifasare un attimo il discorso.

A me intanto premeva non di fare un'analisi sulla sostenibilità economica del mestiere più antico del mondo (quello della puttana viene dopo: il serpente storicamente viene prima). A me premeva solo spiegare ai compagni dell'Unità perché la "gggente" li odia al punto di andarglielo a dire in faccia sul loro sito. Li odia perché hanno fatto una porcata in un momento particolarmente sbagliato, acclamando una persona che ne ha indirettamente e pulitamente uccise molte altre attraverso la violenza economica di una recessione deliberatamente provocata per venire incontro agli interessi evidenti dei creditori esteri.

Tu mi dirai che in questo la mia professione ha responsabilità più dirette della tua.

E io ti dirò la solita cosa: io alla mia professione mi sono messo di traverso, e quanto mi è costato lo so solo io e non mi va di raccontarlo perché non me ne fotte niente di farmi più o meno bello di quello che sono. L'unico giornalista che ho visto mettersi di traverso qui in Italia è Marcello Foa, forse perché non sta in Italia ma in Svizzera!

Io non vorrei scegliere la linea di attacco facile, con te, sbattendoti in faccia il carattere lievemente corporativo della tua difesa d'ufficio, però, scusa tanto: se le persone non leggono, certo, la colpa è del sistema, ma siamo veramente sicuri che sia solo così? Io ho smesso di leggere i giornali italiani verso la fine degli anni '80 quando ho realizzato che Repubblica aveva due caratteristiche che mi stavano fieramente sui coglioni e che si sarebbero potute evitare:

1) ogni articolo ripeteva lo stesso concetto tre volte (in testa, al centro e in coda), per cui la lettura si traduceva in una perdita di tempo, e questo era evidentemente uno stilema voluto, sistematico, e tu ce ne potrai spiegare il perché;

2) ogni articolo rinviava, spesso con un linguaggio gergale da "iniziati", a vicende pregresse delle quali non si dava mai nemmeno succintamente conto, rendendo impossibile per chi, come me, stava spesso all'estero, capire cosa cazzo stesse succedendo. Tornavo in Francia, aprivo Le Monde, e ogni articolo era conciso e "self contained". Ovvio che preferissi leggere la stampa estera anche in Italia.

E questo, nota bene, prescinde dal tuo atteggiamento pilatesco rispetto alla verità (quid est veritas?), che per me è un termine pericoloso da usare in termini assoluti, e che infatti non uso mai in termini assoluti: a differenza di te sono troppo religioso per farlo. Esiste una verità tecnica (i tagli non sono espansivi), una verità processuale (la Franzoni ha ucciso suo figlio, se non ricordo male... ma, appunto, non leggo i giornali), una verità storica, ecc. ecc.

La mia decisione di non leggere più non era motivata dalla ricerca della verità (irrilevante), ma da quella della qualità (assente). Anche Internt era assente, e la televisione era come se lo fosse: non ne sono mai stato un grande consumatore. Per altri ci saranno stati altri incentivi: io di me rispondo e questa è la storia della mia non lettura.

Quando poi il dibattito si è riscaldato, ed era facile prevedere che fosse così, dopo una bella stecca di trimestri consecutivi di discesa del Pil, alcuni nodi sono venuti al pettine, oltre a quello della qualità.

I giornali italiani continuamente sovvertono la verità tecnica in ambito economico, ma questa caratteristica non li contraddistingue in modo particolare: lo fa, in modo meno pedissequo, anche l'Economist, per dire. Io non ho mai pensato, in ogni caso, che i miei editoriali abbiano la virtù di risollevare il conto economico di un giornale. Io so collocarmi, di fronte a Dio e agli uomini: non sono un giornalista. Io non ho mai pensato nemmeno che qui fossimo molti: siamo quotidianamente quanti quelli che leggono l'Unità, cioè pochi, e chi mi chiede di fare un partito è un coglione: dovrebbe vedere le statistiche del blog o l'estratto conto di asimmetrie per capire di cosa sta parlando: del nulla.

Ma sul fatto che per la verità tecnica non ci sia proprio mercato ti esorterei comunque a essere più prudente. Se fosse del tutto vero, io non avrei il piacere di ricevere le tue affascinanti supercazzole. Certo, la verità non basta, non è sufficiente, come affermi tu nel tuo esordio piacevolmente ramazzottiano (ti dispenso dal prosternarti di fronte alla mia spudorata widerangedness).

Ma questo vuol forse dire che non sia necessaria? E la legge morale dentro di me che cazzo di fine ha fatto? Non possiamo fare il piagnisteo sulla fine della classe media (solo perché era lei che sosteneva il conto economico dei giornali), e dimenticarci così, fra il lusco e il brusco, le sue Grundnormen!

Ma al di là del problema etico, del quale francamente me ne batto, c'è un più banale problema logico sul quale vorrei attirare la tua attenzione. Fra necessario e sufficiente molti hanno fatto confusione, analizzando il mio pensiero (se vogliamo attribuire alla mia opera di divulgazione un'etichetta così impegnativa). Normalmente il politicume alla Melanzana fa finta che io ritenga sufficiente quello che invece è solo necessario.

Tu sei completamente di un'altra pasta: non vuoi fare lo stesso errore, vero?

Tutto qui.

Non dimenticare che questo amico ci ha dichiarato una guerra di annientamento. Guarda che una cosa del genere ha pochi precedenti nella storia recente delle democrazie occidentali (astenersi Southern Cone), e tu che sei un appassionato estensore di supercazzole credo che potresti rendertene conto meglio di me, oppure, se sbaglio, confutare facilmente questa mia osservazione. Ora, se prima forse potevano vederlo solo in pochi (ma non ne sono del tutto convinto), adesso lo vedono in molti. Anche i poveri giornalisti, poverini, poveri proletari, che quando hanno una rimostranza da fare si fan fare il filmettino da Klaus Davi (proprio come ogni proletario: quale gigantesco errore di marketing, visto che di onestà e di buon gusto con te non si può parlare perché oggi vuoi essere programmaticamente cinico!), perfino i giornalisti ormai lo sanno, e sanno quello che hanno detto, sanno che la gente sa quello che hanno detto. Se continua questo andazzo, ti assicuro, il conto economico sarà veramente un problema minore, e sarebbe un gran peccato. Mi dicevano che in Europa non ci sarebbe mai stata una guerra, e ora c'è. Continuano a dirmi che gli italiani (quali?) non hanno mai fatto rivoluzioni, che stanno troppo bene, e io annuisco compunto. Che questa guerra si combatta sul fronte dell'informazione lo sta capendo un numero crescente di persone. Internet non vi aiuta. Ecco, sei del tutto certo che ai compagni dell'Unità, più che far vedere le panciotte, non sarebbe stato utile, non so, esprimere qualche rimpianto per aver acclamato il liberatore, o per aver riportato in modo lievemente impreciso qualche fatto di sangue non trascurabile recentemente avvenuto in Ucraina?

Klaus Davi avrebbe potuto aiutarli (anche rivolgersi a Renzi non è stata una genialata, diciamocelo). Un giornalista che dice: "Scusate: mi sono sbagliato!" Sarebbe una cosa eccezionale, farebbe notizia! Perché i giornalisti vogliono sempre far notizia col culo degli altri? Perché c'è "la proprietà", la linea editoriale, ecc.

Va bene.

Allora: tu lo sai, vero, che "la proprietà" presto cambierà idea? Lo sai che la SStoria è nonlineare, giusto? Me lo insegni tu! Glielo vuoi dire ai tuoi colleghi, come ad esempio al simpatico Bottura, di non far troppo lo spiritoso, perché fra un po' l'euro sarà il demonio e lui sarà costretto a dirlo? Io non dico essere onesti, per carità: sai benissimo come la penso: meglio un disonesto intelligente che un onesto coglione.

Appunto.

Quindi non fare il disonesto...

58 commenti:

  1. Non sono convinto che all'estero la "realtà tecnica" subisca lo stesso sistematico ribaltamento che le viene riservato a casa nostra, dove peraltro, leggendo il Sole 24 ore pare che gli economisti siano afflitti dal male mortale dell'unanimismo radicale.
    Ad esempio, l'Inghilterra ha recentemente visto l'inflazione crescere, un incremento significativo su base congiunturale, che andava integrato ed interpretato in un quadro di mercato del lavoro caratterizzato da una buona dinamica ( quasi 1 milione di nuovi posti di lavoro negli ultimi sei anni.....alla faccia di chi condanna la svalutazione !) ....chi ha letto gli articoli del Guardian e dell'Indipendent ha avuto innanzitutto modo di conoscere i dati (inflazione, prezzi degli immobili, tasso di disoccupazione e e suo andamento) , che sono stati ben distinti dalle interpretazioni fornite, normalmente più d'una, sulle quali il giornalista non si è sbilanciato troppo concedendo tale beneficio al lettore.

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    1. Non ne sono convinto nemmeno io, anzi, come sapete sono convinto del contrario: ho sempre detto che l'Economist è a sinistra del Manifesto, me lo sentite dire da anni. Volevo solo essere gentile con Massimo, porello, è sotto shock...

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  2. Prof,
    ma dove trovi il tempo, cioè lo spazio mentale, per seguire ANCHE Ramazzotti?
    Devo dire che a lui avevo pensato, pur nella mia estraneità al soggetto e alle canzoni in genere, non per questioni filologiche come sembri aver fatto tu considerando le parole "Se bastasse", ma in base al ritmo spezzato di molte proposizioni dello scritto, ritmo che, appunto, avevo collegato al rap e, pertanto, a Ramazzotti.

    Buona domenica a tutti :-)

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  3. Fino ai primi anni del 2000 compravo tre quotidiani al giorno, tra cui l'Unità, ero abbonato ad un paio di riviste che trattavano di attualità politica e altre le acquistavo in edicola.
    Dopo l'11 settembre 2001, però, l'attendibilità dei quotidiani, già non eccelsa, scese rapidamente fino a precipitare ai minimi cui siamo ormai abituati e via via iniziai a comprare meno quotidiani e meno di frequente.
    L'Unità, però, avevo smesso di comprarla già dal 1996, quando la sua attendibilità sprofondò a livelli infimi grazie alla direzione di Giuseppe Caldarola, uno dei tanti “riformisti” che, assieme ad Antonio Polito, Miriam Mafai, Gianfranco Pasquino, Franco De Benedetti, ecc. hanno mandato a ramengo l'idea stessa di una sinistra che avesse qualcosa a che vedere con la sua funzione storica.

    Da allora l'Unità non si è più ripresa, sicché non stupisce la fine che ha fatto.

    Quanto a Bottura, uno che definisce Bagnai “l'estensore di queste cartelle scritte con eloquio da ragazzo di seconda media e non dei primi banchi...”, non vale la pena perderci tempo.

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    1. Be', c'è quel retrogusto di invidia del mediocre che personalmente ogni tanto trovo piacevole. Sono proprio piccoli piccoli...

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  4. Alla fine è sempre colpa dell'italiano medio...

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    1. Quindi zitto e guarda il mondiale. Peraltro il nesso fra guardare il mondiale e credere che Monti sia di sinistra è un po' loose. Che Monti fosse di sinistra lo disse l'Unità. Sono d'accordo che se l'avesse detto Totti avrebbe fatto più effetto. Ma l'ha detto l'Unità. L'ha detto l'Unità.

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  5. Ah, l'annoso dilemma dell'uovo e la gallina.
    Rocca si schiera da una parte: siamo un paese di persone
    che non legge e non si informa, non gliene frega niente a nessuno,
    dunque i giornali sono pessimi, ma non possiamo prendercela coi
    giornalisti.

    Mi pare che questa ipotesi non regga in alcun modo. Avrei
    voluto essere piu' quantitativo ma non sono stato capace di
    trovare serie storiche sulla diffusione dei quotidiani in Italia
    che inizino prima del fatidico 1977 [e' incredibile quanti articoli
    si trovino - anche assai dotti - sulla storia del giornalismo in Italia
    senza che si mostrino un grafico o una tabella, gia' questo
    dice qualcosa, credo]. Dal lato positivo posso dire che la forma
    della serie temporale mostrata qui:

    http://gandalf.it/storia/storia06.htm

    e' la medesima che ho trovato in altre fonti, dunque desumo che sia credibile.
    Dunque dal '77 all' '85 si diffondevano lo stesso numero di copie di quotidiani
    di oggi [lo stesso vale per settimanali ecc.]. La serie arriva al 2003 e le vendite sono costantemente calate nel decennio, ma il numero di lettori invece e' cresciuto costantemente nello stesso periodo [http://www.fieg.it/upload/salastampa/rapporto_2012.pdf pag. 15].

    Ora il mio punto e' molto semplice. Negli anni '70 si leggevano MENO quotidiani di adesso; il grado di diffusione della lettura in genere era MOLTO minore di oggi
    [vedi http://www3.istat.it/dati/catalogo/20120118_00/cap_8.pdf]. Ma, per far sempre il solito esempio, Pier Paolo Pasolini scriveva sul Corriere della Sera (il giornale piu' mainstream possibile all'epoca). Scriveva cose che possono piacere o non piacere ma non certo banali, scriveva cose che erano contro la corrente mainstream e contro la corrente che si opponeva al mainstream. Facevano incazzare giovani e vecchi, democristiani e comunisti ecc. ecc. Non c'e' alcun dubbio che i giornali e l'informazione in generale fossero di qualita' molto piu' alta rispetto ad oggi [la prima pagina web del Corriere o di Repubblica di oggi al tempo non la avevano nemmeno STOP o Novella 2000]. Cio' non vuol dire che non producessero un informazione orientata alle esigenze dell'editore: vuol dire che era possibile "farsi una cultura" - con limiti - leggendo i giornali, mentre oggi si puo' solo degradarla.

    [continua]

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  6. [ continua...]
    E io credo che la cultura media degli italiani, la loro capacita' di interpretazione della realta' , la loro capacita' di ragionamento siano state gravemente degradate dai giornali e dalla televisione fatti dai giornalisti [su indicazione degli editori, a loro volta spinti da forze piu' grandi di loro e infine dai principi del male, quel che si vuole, ma tant'e'…..]. E questo e' successo non perche' il tasso di bugie sia aumentato - non lo so ma mi pare irrilevante - ma perche' si e' deciso che:

    1. la gerarchia dell'importanza delle notizie doveva andare a ramengo, per cui
    la gnocca della Pausini deve avere piu' rilevanza della guerra in Ucraina

    2. il gossip doveva invadere l'informazione

    3. i fatti dovevano uscire di scena [i dati sulla scena non ci sono arrivati mai]: riportare solo opinioni e contro-opinioni

    4. il pensiero fuori da un frame semplicissimo e semplicistico doveva sparire

    se ne potrebbero dire tante altre ma il risultato finale e' che si e'deciso di costruirsi dei lettori il piu' deficienti e indifferenti possibile. Si e' deciso e si e' fatto. Non si e' fatto per ragioni economiche perche' nel corso della trasformazione le vendite non sono aumentate, non si e' sfondato nulla se non la decenza.


    Ora, il meccanismo e' grande e schiacciante, ci sono i cattivoni planetari [il citato Murdoch… ma Berlusconi e' il Murdoch de noantri, dunque?] e non possiamo certo prendercela con l'ultima generazione di stagisti disgraziati. Ma con i professionisti affermati che hanno lasciato che tutto questo avvenisse senza dire bah ce la possiamo prendere? Con i direttoroni che in questi trent'anni hanno fatto i padri nobili della morale del trombonismo generale, i Mieli, gli Scalfari, i Riotta, i De Bortoli, i Feltri, con questi ci e' concesso prendercela? Hanno mosso un dito per avversare questa degenerazione? No, ne sono stati a tutti gli effetti i promotori.

    Dunque poche storie. In questo Paese ci sono pochissime persone e non c'e' alcuna classe di persone che non debba recitare il mea culpa per aver lasciato accadere quel che e' accaduto. E' evidente che - per il loro ruolo - le responsabilita' dei giornalisti non sono le stesse dei salumieri: sono inevitabilmente piu' alte. Era loro compito istituzionale mostrarci l'altra faccia della medaglia, dare spazio agli argomenti critici, portare dati concreti e costringere i politici a confrontarsi con questi. I loro giornali sono stati finanziati con soldi pubblici - molto giustamente a mio avviso, perche' se una informazione libera e pluralista e' un elemento fondamentale per una democrazia, la cittadinanza deve pagarla come paga per avere amministrazione della giustizia, ordine pubblico, sanita' ecc - e tuttavia non hanno svolto un servizio adeguato per la Repubblica (in senso di Res Publica, non del giornale), anzi, sono stati pienamente organici al progetto di devastazione del Paese e della Democrazia.

    Qui nessuno vuole "la pelle e le ossa" di nessuno.
    Non sappiamo cosa farcene e vogliamo il meglio per il nostro Paese, che significa il meglio per tutti i suoi cittadini. Nessuno vuole la disoccupazione di nessuno, credo che noi si abbia l'obiettivo opposto, la piena occupazione nel senso ben spiegato da Barra Caracciolo come fondante della nostra Costituzione (la stessa che i giornalisti dell'Unita' sostenevano debba essere ridotta in macerie).

    Ma, credo, l'assunzione delle proprie responsabilita' e' il primo passo per avviare un qualunque percorso comune (comune come Italiani e rifondante della comunita' nazionale). Le vite umane sono ricolme di errori, le storie sociali
    delle nazioni forse ancora di piu': non e' la prima volta ne' l'ultima.
    Ne verremo fuori. Non pero' facendo finta di essere stati sempre tutti vittime.

    [non riesco piu' a mettere link attivi e ho una tastiera americana: chiedo venia]

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  7. Scalfari su La Repubblica di oggi: "Dirò un'amara verità che però corrisponde a mio parere ad una realtà che è sotto gli occhi di tutti: forse l'Italia dovrebbe sottoporsi al controllo della troika internazionale formata dalla Commissione di Bruxelles, dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale." E' agghiaccianteee!

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    1. ...ma perché la gente non legge i giornali? Perché? Oh, destino cinico e baro! Oh, italiano medio ingrato e provinciale!

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    2. Oh cielo!
      Il vegliardo è impazzito del tutto.

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    3. In pratica ci sta augurando il medesimo destino della Grecia che, del resto, come ricordava Panagiotis Grigoriou a Montesilvano, è il nostro futuro
      Temo non sia impazzito ma stia facendo scientemente da mosca cocchiera.
      Spero che la realtà mi smentisca, spero soprattutto che "il vegliardo e l'antropologo" - bel titolo sarebbe, altro che rap - si sbaglino entrambi.

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    4. @Alessandro Ale
      Bien au contraire, il vegliardo è assolutamente coerente. Qui si voleva e si doveva necessariamente arrivare. La sua affermazione dimostra con chiarezza due cose.
      a) Che tutte le analisi di questo blog sono corrette (attenzione alle cose che Scalfari dici e a quelle che omette).
      b) Che, sempre come dice il Prof., i tempi si fanno stretti e bisogna forzare un po' la preparazione all'inevitabile.

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    5. Arrivo Troika: l' ha appena detto (non auspicato, solo previsto) pure de Bortoli, in un attimo di di sincerità post incazzatura da licenziamento.
      Venite, venite B52...

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    6. il punto saliente è qua
      http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08/03/crisi-economica-scalfari-e-la-troika-e-vero-amore/1080932/

      Puro distillato di menzogna, quello di Scalfari, in cui si dichiara che la troika si è convertita a politiche economiche espansive chiudendo con l'austerità. Non credo risulti in nessun atto. Mosca cocchiera senz'altro, metodo Juncker all'opera: se nessuno dice niente....

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    7. quelli che la pace e la federazione tra stati
      Preambolo al programma di Riforme Strutturali:
      ripristino dell' assolutismo regio via appoggio invasione potenze straniere
      (Ludovico Sforza, LAPSUS...Eugenio Scalfari)

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  8. Hanno ucciso l'Unità la colpa è degli italiani che non leggono e guardano i mondiali. Va bene ,allora non avete fatto innovazione,ricerca e sviluppo .Ah come godo,sò piddino inside e da Italiano dèmodè, mi sento tanto Alborigeno

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    1. Nel precedente post ho commesso un errore,onde evitare l'ira funesta di qualche maestrina repressa,chiedo venia. Errare è umano,il perseverare è diabolico.

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  9. In casa mia ha girato L'Espresso fin dal primo numero, così posso senz'altro mettermi fra i rimbambiti storici... sa il cielo se c'è voluto del bello e del buono perché cercassi qualcuno che mi desse una chiave di lettura DELLE COSE CHE VEDEVO.
    Ma le vedevo, c'erano, crescevano, si accumulavano mentre io capivo sempre di meno. Ho trovato questo blog, come altri, per merito di mio figlio (fare come Anchise può essere scomodo ma si fa poca fatica) e i fatti sono tornati chiari, spaventosi ma chiari.
    Il vero punto debole del commento di Rocca è il contesto che sottintende: una merda quotidiana molto alta ma in una crescita abbastanza lenta da consentire un adattamento, un lento ripiego fatto di piccole rinunce verso un mondo che quelli vicini alla settantina hanno conosciuto bene. E prima o poi la tendenza s'invertirà, e poi io sono sveglio, ho buone conscenze, parlo tre lingue, qualcosa si trova sempre.
    Invece no, è tutto diverso, sia perchè la destinazione proposta NON è la metà del secolo scorso ma di quello precedente, sia perché questo processo punta evidentemente ad un punto di catastrofe. Quindi non si tratta di evitare la melma che sale piano piano ma di tenere d'occhio il soffitto che cadrà.

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  10. Il Resto del Carlino lo leggo tutte le mattine al bar da sempre; ma solo perché lo leggo gratis.
    Con tutte le fesserie che ci scrivono quotidianamente non lo comprerei neppure sotto tortura!

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  11. Questa mattina ho conosciuto il fantomatico giavazzi mentre partecipava alla trasmissione IN ONDA sulla 7 .
    Presenti travaglio e la moglie della santanchè .
    Anno prossimo ha detto che saremo al 150% del deficit pil e vicini al default e che se non vogliamo perdere i nostri risparmi dobbiamo tutti appoggiare renzi a fare ste cazzo di riforme.
    Ha ribadito che non si deve sforare il 3% ......in studio mai uno che dica il perche la spagna e la francia oltre ai soliti noti lo facciano e a nessuno frega un cazzo.
    Caro travaglio di berlusca saprai tutto ma di economia sai un cazzo.
    Prepariamoci alla lotta tra il male e il....male.
    Prof grazie di tutto ma col tempo vedo che diventa più stronzo.......politicamente impresentabile ...per questo la adoro.

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    1. Caro Tafazzi, credo che tu abbia capito la cosa più importante, quella che i tanti asini che ragliano in giro, e che volevano usarmi come taxi per far politica, non hanno capito, nonostante fosse chiara fin dall'inizio. Io sono deliberatamente "politicamente impresentabile" perché non voglio presentarmi politicamente. Non voglio il voto di nessuno. Questo è un mio limite (come il tuo "ma" elegantemente sottintende), e lo so, ma è anche il mio principale punto di forza, e so anche questo.

      Più in generale, in questo bordello di hanno messo politici e giornalisti. Troppo facile poi chiedere agli economisti di togliere le castagne dal fuoco! Fateci vedere, cari sognatori e cari amici di sognatori, cosa sapete fare...

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    2. Per questo qui siamo e qui rimaniamo a piè saldo. Del brusio quotidiano che ci circonda niente ci importa. Credo di aver sempre saputo molto bene che cosa è successo alla carriera di Alberto. Basta aver circolato per alcun tempo nei corridoi universitarii. Ricordo ancora che cosa mi dissero nell'immancabile cena del fuori sede, quando definii Monti un "quisling di periferia". E stavo in un dipartimento di antichistica. Figuriamoci se un "puro folle" sta in un dipartimento di economia.

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  12. Solo un appunto a un'analisi affilata come di consueto: se le anime belle, alla fine, si togliessero di torno da sole, non ne avremmo tante in mezzo ai coglioni. Soccorse proprio da un naturale meccanismo di protezione mimetica tra "cari amici" che siamo un po' riluttanti a estirpare una volta per tutte?

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    1. Non so che dirti se non che Massimo è un caro amico, che secondo me sottostima i rischi del mestiere. Qui il problema non è che prima o poi la gente si incazzerà. Il problema è che chi comanda prima o poi li userà come torchecul (e se l'Unità non è un avvertimento...). I giornalisti (quelli veri) son bravi ragazzi, ho tanti "cari amici" fra di loro. Appunto: mi sa che hai ragione!

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  13. Riprendendo il discorso di Zanzi Barra trovo che vi sia un parallelismo fra distruzione del ceto medio, che queste politiche economiche perseguono, e trasformazione progressiva dei quotidiani in tabloid.
    Il tabloid inglese, con il suo sensazionalismo tanto strillato quanto poco ragionato, e la massiccia dose di gossip, è tarato editorialmente per la classe proletaria e sottoproletaria inglese, alla quale non si chiede di ragionare su un fatto-notizia ma di viverlo emotivamente (la copertina sul "missile di Putin" all'indomani della strage del MH17 la dice lunga). Alla classe media più colta è riservata la stampa più seria, come il Times o il Guardian.
    La trasformazione del Corriere progressivamente nel Sun è quindi parallela alla trasformazione della classe media in nuovo proletariato, un proletariato che però deve imparare ad essere tale senza sapere di esserlo diventato.
    La conoscenza dei fatti oggettivi e la capacità critica di esaminaeli deve quindi essere progressivamente sostituita dalla conoscenza mediata dall'opinione che ne da già una visione orientata a cui applicare una falsa autonoma visione critica: io ti fornisco un dato distorto e poi lascio che tu giunga auronomamente alle conclusioni che io voglio.
    Hanno così piano piano instupidito la coscienza critica della società, con l'aiuto per i più riottosi degli intellettuali "embedded" e dei direttori degli stessi quotidiani diventati tabloid, ma che avevano ancora un patrimonio di autorevolezza da spendere.
    Il processo è riuscito politicamente: la classe media ed i suoi referenti politici sono scesi culturalmente al livello voluto (e Calderoli, per dirne uno, è diventato un "saggio" costituente, come fosse un Calamandrei, senza essere subissato da omeriche risate), ma i giornali non hanno capito la fregatura: se sei un proletario ti basta la TV ed i giornali non li compri più...

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  14. Nessuno però mi sa spiegare perché gli attacchi più viscidi, subdoli e beceri, il cui unico scopo era quello di affiggere la stella a sei punte sulla serranda di questo blog, venivano proprio da quelli che l’Unità la mostreggiavano come segno di superiorità razziale.
    Allora è ora di finirla: mi sono rotto con queste prese per il culo. C’è un generale della Gestapo che ha detto: STIAMO DISTRUGGENDO l’Italia. Ripeto: STIAMO DISTRUGGENDO, forma present continous, ovvero ne siamo consapevoli e continueremo a farlo!!!!

    Il facchino ad Auschwitz o il tipografo all’Unità non possono venirmi a prendere per il culo dicendo che non lo sapevano o che stavano solo eseguendo degli ordini. Cazzo, se anche stampi un giornale che non leggi, quello schifo di titolo ti è passato sotto agli occhi, l’hai visto, come il facchino ha sentito nelle narici l’odore dei corpi carbonizzati. Le lacrime (alla Fornero) sul fatto che non ti stava bene ma dovevi accettarlo per dar da mangiare ai tuoi figli te le puoi risparmiare.
    Non c’era alternativa? Una bella valigia di cartone chiusa con due metri di spago e un biglietto di sola andata, c’è chi l’ha fatto!!!

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    1. Linguaggio un po' forte, ma purtroppo condivido, ricordando comunque a tutti che togliendo una punta alla stella non si va da nessuna parte.

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    2. Fosse solo monti il problema.
      C'è renzi che ogni tre per due dice in tv che è appoggiato dal 40% degli italiani (40% dei votanti, considerando che a votare sono andate la metà degli aventi diritto, è appoggiato da circa un 20%; ma chiedere sincerita' da lui e' troppo) , e quindi DEVE andare sparato sulle riforme che ci chiede l'Europa.
      Ma allora mi chiedo: holland? Che ha preso circa il 15%? Non dovrebbe andarsene di corsa? Lasciare spazio alla Le Pen. Ma nin sia ma. Il giorno dopo le elezioni l'euro diventerebbe un ricordo.
      Oltre monti vorrei vedere le facce di chi ci sta spremendo come limoni.

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    3. Linguaggio forte!? E chi dice in faccia agli Italiani che li vuole distruggere, com'è?
      Ad ogni modo la mia immagine non voleva soffermarsi sul tipo di stella (per me le uniche stelle buone sono quelle del firmamento), ma su come persone che si riempiono la bocca con la retorica antifascista, usano poi gli stessi mezzi, lo stesso gas dei loro predecessori. Ogni volta che mi è capitato di leggere qualche raglio ho sempre solo trovato attacchi alla "razza Bagnai" e mai alle idee (non solo ma anche di Bagnai)... ecco il perché di quell'accostamento.

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  15. "in un paese che non legge e che non pensa, che non vuole leggere e non vuole pensare."
    E' incredibile, siamo al di sotto della mia macchinetta del caffe' aziendale! Non ci sono piu' le mezze stagioni, anzi no ormai abbiamo la mezza stagione permanente istituzionalizzata.
    "La gente sta troppo bene", e' un altro cavallo di battaglia, ma effettivamente deve essere difficile mantenere la tensione ideale (giornalisti, politici, insegnanti) quando intorno tutti stanno bene e non vogliono saperne delle tue cassandrate. Alla fine li mandi a quel paese, che il lato oscuro se li mastichi. Non e' un'assoluzione, non te l'ha prescritto il dottore di fare il giornalista, il politico, l'insegnante... di sinistra!

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    1. In effetti credo che Massimo dica "paese" per non dire "gente", perché così facendo si esporrebbe troppo. Il problema del "paese" è lo stesso di quello della "gente". Non esiste. A me sembra che le persone che vogliono capire siano in lenta ma costante crescita. Chissà, forse anche qualche compagno dell'Unità comincia a vedere il mondo con occhi diversi. Non capisco perché non dovremmo scommettere su di loro, anche se sono poche. Io continuo a farlo.

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  16. Una r4ivoluzione in Italia c'è stata. Da dove sia venuta, che direzione abbia preso e come sia finita dovrebbe essere questione su cui riflettere.

    Io trovo che da nessuna parte vi sia un'analisi approfondita sull'importanza e l'influenza delle generazioni nei sistemi sociali e delle loro derive.
    Non intendo dire che questo sia quanto di più influente vi sia nelle società, ma visto l'incalzante ritmo di cambiamento tecnico degli aspetti economici e demografici del sistema, un certo peso gravitazionale lo ha e il prof lo individua nella difesa dall'inflazione del gruzzoletto accumulato negli anni migliori che l'uomo abbia mai avuto da quando ha iniziato a sfoltire il proprio pelo e deambulare sugli arti inferiori.

    La fine dell'Unità credo sia la chiusura di un ciclo generazionale non basato sull'età ma sull'identità di classe sociale che aveva il suo riferimento nel proletariato industriale,
    Finito il proletariato, finita l'industria, l'Unità avrebbe dovuto diventare piccolo borghese.
    Doversi evolvere presuppone la mancanza di riferimenti assoluti, tra i quali vi sarebbe l'operaio meccanizzato.
    La domanda dovrebbe essere: Chi avrebbe dovuto difendere l'Unità? (domanda interpretabile sia in soggetto che in complemento oggetto).

    Troppi luoghicomunisti?

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  17. Su questo interessantissimo "verso" che assume la discussione della questione mediatica, mi pare che l'autopercezione giornalistica sia sfuggita completamente dalle loro stesse "mani": cioè sono vittime dello stesso frame che hanno iniziato a diffondere...troppi anni fa, per non esserne divenuti soggetti passivi (com'era inevitabile, non essendo in fondo che degli operatori di livello attuativo).
    Il che non elimina le responsabilità, dato che, come evidenzi, non rinunciano a professarsi portatori di scelte e di comprensione autonome: E quindi della possibilità di sbagliare e di ammetterlo.

    Ora l'implacabile svolgersi degli eventi dimostra invece che il livello di manipolazione programmato è insostenibile:
    "non "l'economia", ma "i controllori" dell'economia, come fenomeno di potere, prima ancora che come disciplina accademica (anch'essa utilizzata strumentalmente), hanno, attraverso i media, creato un discorso globale con il linguaggio pop. Di cui la pubblicità è parte...fornendo ma anche facendosi rifornire, da accademia, cinema, gossip e, ovviamente, sintassi e contenuti giornalistici: tutti quanti insieme creano una sorta di ghost institution che predetermina e fertilizza a livello di massa, il pensiero acritico su cui attecchisce la trasformazione politico-istituzionale.
    E questo, in modo tale che la trasformazione non incontri resistenze, dato che chi la conduce appare condividere tale linguaggio (prima gli affaticati negoziatori della costruzione europea, offerti, incredibilmente, come costruttori di "pace", poi i neo-liberisti "alla mano", impunemente ritenuti credibili nel voler tutelare l'occupazione)."

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  18. A parte che un disoccupato è sempre un dolore, ma dopo che hai spalleggiato i responsabili di questa crisi non puoi pretendere di restarne immune solo per imperitura fedeltà al Sistema. Toccherà anche ai giornalai italiani quelllo che accadde ai loro colleghi greci: dopo aver tenuto il sacco aperto al regime et-voilà cjiusala TV di Stato. e tutti a spasso!

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  19. Se c'e una logica nella chiusura dei "mitici giornali de sinistra", vili diffusori dell'ideologia LiBBBerista vestita di rosso, già palesata ad inizio anni 80 con la "mitica" intervista del camerata Scalfari al "compagno" Berlinguer, dopo lo Sbilifesto e l'Umidità, il 2015 ci dovrebbe regalare la chiusura di Repubblica (Federale €uroTedesca). Certo non risolverebbe i nostri problemi ma sarebbe una bella soddisfazione.

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    1. Quello che non capisco bene nel commento di Massimo, che è molto allusivo ma poco didattico, è quali siano secondo lui le forze che tengono aperti i giornali. Il mio modello, lo ammetto, è molto semplicistico. Se fosse affidabile, in effetti Repubblica dovrebbe passarsela male. Va anche detto che in termini politici le lenti della macroeconomia mi hanno permesso di vedere lontano, e voi ne siete stati testimoni. Alla fine, quello dei giornali resta comunque un problema minore. Da italiano medio a italiano medio, il giornalista che guarda la televisione dirà al lettore che guarda la televisione quello che la televisione dirà all'uno di scrivere e all'altro di leggere, e su questo non ci piove. Del resto, questo è il motivo per il quale non ho mai avuto paura, non ho mai avuto voglia di fare er partito, e non ho mai cercato il consenso (di chi?).

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  20. Che dire? L'Unità l'ho letta in CdF fino al '78; molto successivamente ho saputo che nelle campagne mezzadrili toscane veniva portato la domenica mattina podere per podere, di quelli buoni, da militanti peripatetici. Altri militanti portavano altri fogli in altri poderi; alcuni si abbeveravano direttamente dai pulpiti. Questo fino ai primi anni '60.

    Sono stato abbonato al manifesto per anni, gli ultimi due passati a tempestarli di lettere per indicare un'altra prospettiva. Si, lo so, fatica sprecata, come hai dimostrato: sapevano benissimo dove non guardare.
    Da diversi mesi ho rinunciato.

    L'organo esiste finché ha una funzione, anche insidiosa.

    Avanti il prossimo.

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  21. Beh,di ciccia comica ce n’era parecchia sull’Unità,caro Bottura….e per non andar troppo indietro,a cominciare dalla direzione della Conchita….campionessa di leccazampismo Soru…..altra toppata.
    Poi si sa che fine fa,prima o poi,la servitù…..sempre caro Bottura,ma tu li leggevi certi articoli dell’Unità…?

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  22. Non ho mai letto quotidiani. Tutti dicevano che bisognava farlo, anche due o tre al giorno, per confrontarli e farsi un'opinione corretta, e mentre mi domandavo cosa, se non l' ideologia, o come ho appreso da poco, la precomprensione potessero guidare il lettore verso la versione dei fatti più congeniale, visto che evidentemente ogni testata aveva la sua versione, io leggevo libri e riviste di cucina, dai 14 anni in poi studiavo e lavoravo nelle cucine, dove incredibilmente la manodopera non era mai abbastanza e proprio per questo le paghe erano buone, molto buone. Lì i giornali erano utilissimi per foderare le cassette delle patate, per assorbire olio caduto in terra e per foderare le teglie per il bagno Maria in forno, la carta attutisce il calore e non fa bollire l' acqua, la linea di confine tra un crem caramel e una frittata. Non frequentavo i miei coetanei, passavo non meno di dieci ore al giorno lavorando con adulti, ognuno con la sua storia, tutti gran lavoratori cresciuti nell'immediato dopoguerra. Tanti di loro avevano avuto esperienze professionali all'estero, sempre per scelta, e ho appreso da loro il rispetto per le proprie origini e per quelle degli altri; il mio caro chef "Balin", 20 anni in mare sulla Pacific Princess, diceva sempre che lavorare su quelle navi era come vivere in un mondo in miniatura, tante lingue, culture diverse che dopo un mese parevano una sola, gli stessi problemi, gli stessi pensieri, la stessa nostalgia.
    Avendo appreso da ottime persone l' armonia di un discorso coerente, ho trovato naturale fermarmi a riflettere quando ho scoperto questo blog. Penso di averci dedicato la stessa energia che da ragazzo mettevo nell'apprendere il mio mestiere, mestiere che ho rischiato di perdere, e non solo quello, nel 2011. La mia vita sarebbe migliore se avessi letto un quotidiano? No, non lo sarebbe stata, nella migliore delle ipotesi avrei un passato da piddino, oppure sarei refrattario ai ragionamenti come mio padre che piddino morirà, mio malgrado. Quello che posso dire è che quando qualcosa cessa di esistere, in questo caso un giornale, è perché non è sufficientemente domandato, e sarebbe interessante investigare le cause; ben diverso è il caso greco di ERT, dove è intervenuta la polizia con la forza, ma quella è un'altra storia, non bruciamo le tappe...

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    1. Se la stampaglia,specie quella che si dichiara indipendente, facesse il suo mestiere,non sarebbe inutile...il fatto è che scrivono per i loro padroni,per quelli del vapore,e pure per i colleghi.....scrivono insomma per tutti,meno che per i lettori,guai ad informarli!
      Oggi poi,la deontologia professionale pare un optional....

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  23. Allora, per mio conto, e premettendo che non sono mai stato di quella "parrocchia" (una questione, per dire archeologicamente, di analisi marxista me ne ha allontanato) io la metterei così: il Pci, fino grosso modo agli anni '70, sapeva fare il suo mestiere, naturalmente secondo il ruolo che impersonava all'interno della sua scelta (e del relativo "gioco") democratico-istituzionale in un mondo diviso in due da blocchi contrapposti e dalla c.d. guerra fredda. E anche i suoi organi di stampa ufficiali ("L'Unità", "Rinascita", ecc.) sapevano fare il loro mestiere: c'era un nemico politico da attaccare, c'era uno scontro poliitico aperto, c'era da incanalare il risentimento popolare verso il nemico, c'era da far fronte alla "cultura dominante" mobilitando fior d'intellettuali, e tutto "funzionava". Il problema è sorto successivamente, quando il Pci e i suoi organi di stampa si sono "allargati", e hanno voluto fare anche il mestiere degli altri (ad esempio col "compromesso storico"). A quel punto, venendo meno la pars destruens e adattando quella construens alla nuova strategia politica, c'è stato un rimescolamento delle carte, il nemico è divenuto alleato, poi amico, poi il processo d'identificazione s'è completato portando all'attuale situazione, in cui la ex-sinistra cerca di darsi una identità di sinistra aggrappandosi ai diritti cosmetici, visto che nei "fondamentali" non esiste più alcuna differenziazione, e Monti viene acclamato da liberatore. Nel frattempo, l'"Unità", perso l'"aggancio" col PD, è divenuto un foglio superfluo, inutie, perché altri media fanno meglio di lei il lavoro sporco per cui sono nati, e lo scempio della verità (tecnica, relativa, settoriale: non essendo religioso, ho sempre problemi a parlare di quella assoluta) è adesso, definitivamente, passato in altre mani.

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  24. io la stimo molto e la seguo su twitter ,ma io però sono poco d'accordo con la sua ultima riflessione sull'onestà :questa è una necessità in tutti i campi .....lei si immagina dover ammettere che se le servisse il consulto con un neurochirurgo lo preferirebbe intelligente e disonesto ???? anche in politica ci vuole onestà e lealta a pochi ma saldi principi ,oppure dobbiamo accettare ancora questa colossale fesseria che gli onesti sono fessi ??????allora gli svizzeri ed i canadesi ,i giapponesi nella maggioranza sono un popolo di fessi ?????????io credo che invece bisogna ritrovare il senso della correttezza e del rispetto di regole forse non in economia ,ma nella gestione di un governo di una nazione si !!!!e nel rispetto dei principi di giustizia ,affinche ognuno di noi possa sentirsi davvero libero ed in grado di fare scelte vere e non pseudoscelte tra cio che è menopeggio ......sono riuscito a spiegare il mio punto di vista ??
    Noi dobbiamo ritrovale l'orgoglio di avere alcune ,poche e semplici ma delle certezze : per esempio poter essere impegnati in un lavoro che possa farci sentire interessati ,sapere che se si ruba si è colpevoli e si paga , che la scuola insegni davvero cultura e non cose slegate svogliatamente ......poche ma condivise dal mondo più civile possibile .oppure no?
    Oppure uno intelligente e corretto ed onesto è noioso ?????Lei sa che non è così proprio perchè Lei ha vissuto in altri paesi civili e conosce la verità ......cioè che in molti paesi almeno si cerca di far rispettare le regole di un vivere civile per la coesistenza .

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    1. Certe ortografie rinviano a certe metafisiche... Quelli come te hanno rovinato il paese peggio e più dei ladri, deviando la riflessione su falsi problemi, ma va bene così: prima legge della termodidattica sempre e comunque,e WPEPPE!

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    2. @Pinkanter blu
      La scuola insegnerà sempre meno cose e sempre più slegate e in un minor numero di anni a un sempre minor numero di persone - perché sempre più non potranno permettersi di frequentare la scuola superiore statale e ancor meno l'Università -, ma purtroppo sempre sufficienti a "distruzione"- non "ad istruzione" - di sé stessi e di tutto quanto senza neppure rendersene conto.
      Ciò dico non per pessimismo di carattere, pure esistente, ma per dati di fatto e dati di scritto.
      Eventuali precisazioni un'altra volta, perché qui non sono in tema.

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    3. Ok è un troll però...

      In Giappone non esiste il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, né tanto meno il concorso esterno. Hai presente quella avveniristica legislazione introdotta grazie al lavoro di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (soprattutto ma non solo), e a tanti altri morti, dopo le urla ingoiate per anni da quelle persone che tanto volevano "onestà e giustizia", come tu dici? Dal che tutti nel mondo cercano consulenza italiana, salvo fermarsi davanti alle esigenze del capitale (valga la Germania come esempio).

      Quella visione lunga, la difesa del territorio dalle connivenze politico-affaristiche della borghesia mafiosa e i suoi traffici, poco hanno potuto davanti alla definitiva liberalizzazione dei movimenti di capitale; forse sull'onda ci si sarebbe arrivati se qualche quintale di tritolo, pavidità e opportunismo della classe politica italiana (nel frattempo mandata alla sbarra da Tangentopoli) non avesse tirato il freno a mano. Con una sintesi riduttiva si potrebbe dire che tra gli onesti e Maastricht alla fine vinse il secondo, e non poteva essere altrimenti considerato lo Zeitgeist.

      Hai presente, ora, la Yakuza, la più potente mafia al mondo? Bene, è parte integrante del sistema economico "legale" giapponese (non discuto qui le motivazioni storiche della sua partecipazione nella ricostruzione post WWII, ma allora la mafia siciliana...), una bella fetta di Pil, non c'è che dire. Questa fatalistica accettazione del reale renderebbe i giapponesi o i loro rappresentanti meno "onesti" di quelli italiani? Io non saprei, ma più "onesti" no di certo!

      Poi ci spiegassero i Giavazzi&Travaglio come i tagli alla spesa prossimi venturi ("i tagli agli sprechi E QUINDI al malaffare"...) potrebbero mai risanare le casse dello Stato o le fedine penali degli italiani! Ma cazzo ci vuole a leggere un rapporto della DIA, a capire che quanto più si distrugge tessuto produttivo e reddito nazionali riducendo le entrate fiscali e si restringe l'offerta di credito bancario, tanto più l'infiltrazione della criminalità nell'economia legale si fa pervasiva con effetti devastanti nel lungo periodo? Ora che la crisi è una manna per riprendersi il territorio, ce li immaginiamo milioni di euro in tagli da 500 marcire nei sottoscala (e parliamo solo degli spicci per la "sussidiarietà orizzontale")? Gli onesti da dove attingeranno i capitali nel caso volessero mantenere in vita la propria attività (pur come prestanome), o non volessero svenderla ai capitali esteri (di cui si deve "facilitare il radicamento in Italia, sburocratizzando&flessibilizzando"...). Dai "canali alternativi", ovviamente, e non saranno emissioni obbligazionarie che il buon Draghi acquisterà. Prosciugano i pozzi e lo chiamano risanamento.

      PS_Forse la disperata idea di far confluire nel calcolo del Pil le attività criminali quali tratta di esseri umani, riciclaggio di denaro sporco, traffico internazionale di droga o contrabbando di armi potrebbe essere l'ultima spiaggia dove salvare le apparenze... Magari a bilancio si libererebbe uno 0, con cui dare la caccia ai capitali criminali (?) e "combattere chi non emette lo scontrino" (sic).

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  25. Sull'Unità sposo le parole di
    Marino Badiale. Cosa c'è da aggiungere? E non vale il vincolo di subordinazione:può valere per qualsiasi altro giornale ma non per l'Unità (o Il Manifesto).
    Era o non era il giornale di Gramsci? Era o non era il giornale della classe operaia?

    "Ciao ciao Unità, ciao!" Direbbe il mio conterraneo Cetto Laqualunque


    Prof. sono addirittura in prima pagina (ah ah ah)!
    L'avessi saputo avrei corretto un po' di refusi e cambiato qualcosina.
    Così mi fa sentire "ignudo tra i goofysti" :-)

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  26. Essere pagati per mentire.
    E' un mestiere, va tutelato.
    Epperò lo è anche fare il muratore, l'impiegato o l'imprenditore (agricolo e non). Qual'è il problema? Il problema mi pare è che in questo tempo di crisi, così mal raccontato (mentendo) dagli amici/colleghi del signor Rocca, che seguo con interesse e stima, ha prodotto un ecatombe di disoccupazione e molti di noi, compreso il sottoscritto, non hanno le spalle abbastanza larghe per solidarizzare con tutti, sono troppi!
    Quindi i bugiardi de L'Unità (quelli con la penna intinta nel culo del potente di turno, gli altri faranno all’interno del giornale altro mestiere), mi spiace ma restan fuori dal raggio della mia solidarietà, anzi, credo sia arrivato per loro il momento della tanto sospirata troika, di vincoliana memoria, ingollino la medicina (senza strozzarsi, mi raccomando!) e ce ne raccontino gli effetti, magari servendosi (omioddìo!) della verità, questa inutile sconosciuta.
    Rocca se ne faccia una ragione, mi stanno sul cazzo.
    Ciao Alberto, appena mi accreditano lo stipendio ti (mi) faccio un pensiero, sotto forma di Asimmetrie, alla faccia di chi ti (mi) vuole male, scusa anche me se possibile per il linguaggio scurrile, ma ora vedo ardere il fuoco nella savana (non è più solo una cortina di fumo, preoccupante ma lontana) la mia famiglia che fugge sempre più impaurita e bruciacchiata e io non so se, all’occorrenza, sono ancora in gamba, come leprotto.
    Buon lavoro a chi ce l’ha e buoni auspici a chi lo cerca.

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  27. beh, visto che i pezzi qui sono soltanto 3, ma che la dottrina cristallina dei pude oltre a fare a pezzi l'economia europea, a tempo debito (privato) finirà per andare in mille pezzi, aggiungo almeno un quarto pezzo...
    : )
    Il pacco.
    *
    Lucia ha lo sguardo a fermo immagine e gli occhi svenati di rosso conto in banca: è evidente che ha pianto.
    ‒ “Ho scritto il falso” ‒ confessa, cercando consolazione nell’abbraccio della casalinga di Voghera.
    ‒ “Ma gli articoli erano belli e sembravano veri, così pieni di speranza e di ricette agrodolci per uscire dalla crisi!”
    ‒ “Erano falsi.”
    La casalinga di Voghera è turbata. Scosta la giornalista e si fa il segno della croce volgendo lo sguardo al televisore.
    ‒ “E’ impossibile: m-mentre il pescivendolo ci incartava il branzino ho letto titolo e sottotitolo in grassetto e… ed era proprio come sempre!! Preciso, puntuale, uguale a quello dell’altr’anno! Identico a quello di tutti gli altri quotidiani!”
    ‒ “Dacci oggi il nostro pane, quotidiano: noi giornalisti scriviamo per mangiare. Che ti aspettavi, bella?”
    ‒ “Che almeno qualcosa di vero ci fosse, c-che la macelleria sociale ci regalasse un chilo di ripresa a testa!”
    ‒ “See….”
    ‒ “Ma almeno un etto! Magari q-qualche grammo!” ‒ farfuglia la casalinga confusa ‒ “E adesso?”
    ‒ “Il giornale ha chiuso, da oggi rinasco a nuova vita e cambio musica: posso scrivere ciò che voglio.”
    ‒ “Da oggi?!? Marco, il veterinario del primo piano, si è suicidato a Febbraio!! Non è un po’ tardi? E tutto ciò che avete scritto fino a ieri?”
    ‒ “La vita è così puntuale che anche oggi non è ieri.”
    ‒ “Ma allora… il debito pubblico, la corruzione, le riforme, più flessibilità, l’austerity, io… io faccio parte del quaranta per cento!”
    ‒ “Dovresti essere felice: hai coronato il tuo sogno, stai vivendo in una fiction” ‒ chiosa Lucia, innescando con abile scelta di tempo le lacrime della casalinga: se ride bene chi ride ultimo, mutatis mutandis, piange bene chi piange primo.
    ‒ “Cosa facciamo adesso?” ‒ domanda la voce smarrita nel mare magnum del quaranta per cento.
    ‒ “Boh, io posso dirti solo cosa farò io. Penso che scriverò prosa: racconti educativi, con una loro morale. Racconti dove la forma diventa contenuto, quindi sostanza… magari poi pubblico una raccolta, che potrei intitolare “contraffazione per assurdo”.
    ‒ “Non… non capisco: potresti farmi un esempio?”
    ‒ “Mmmm… allora, qualcosa tipo un racconto scritto su carta da regalo o da pacchi che narra di un tizio che ordina un falso Rolex su ebay e aspetta aspetta aspetta, ma non gli arriva nulla. Allora scrive decine di e-mail di protesta, avverte la polizia postale, il tutto senza esito. Disperato, consulta pure una cartomante per sapere se il Rolex gli arriverà mai, ma la vecchia viene colta da ictus al momento di divinare. Insomma, di pagina in pagina, scarti scarti scarti e alla fine arriva il pacco, ma non rimane nulla tranne il tutto, che per fatale concidenza, coincidono. Penso che lo intitolerò “il deserto dei tartarocchi”.

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  28. E se avessero condannato l’operazione che ha portato Monti al potere cosa sarebbe successo? Sarebbero stati seppelliti di critiche dai propri lettori e avrebbero chiuso molto prima.
    L’esultanza per la incostituzionale defenestrazione del Cavaliere parte da atteggiamenti di disprezzo verso la democrazia e verso il popolo italiano che all’Unità sono dominanti da circa 25 anni e che fanno ormai parte del dna di chi lavora lì dentro. E in perfetta buona fede e con la convinzione di essere indubitalmente nel giusto!
    Accade che uno scacchista concepisca un piano del tutto sballato (magari attenendosi ai suggerimenti anacronistici di qualche illustre teorico….del secolo scorso), lo segua con previcace convinzione, tutto soddisfatto delle mosse dell’avversario, che lui ha perfettamente previsto e che dovrebbero portare a uno sfolgorante successo …… per poi accorgersi con sgomento, quando ormai è troppo tardi, che la posizione è completamente persa e che dall’altra parte della scacchiera qualcuno se la ride sotto i baffi (e anche molti degli astanti).
    Il piano l’hanno ben concepito i mandanti di Monti, invece.
    A) Obiettivo a brevissimo termine: ottenere che l’Italia aderisse a Mes non pro quota crediti, ma pro quota pil, regalando così a Germania, Francia etc una 20 miliardi ed evitando che si accendesse l’attenzione sull’enorme credito di dubbia riscossione che la Germania aveva verso i pigs.
    C’è da notare che una sorta di bailout a fv di banche estere c’era già stato con l’operazione Mps – Antonveneta, sotto l’egida del trio Draghi, Saccomanni, Tarantola, previa defenestrazione per via giudiziaria di Fazio, (che ricorda quella di Baffi, molto critico sull’unione monetaria).
    B) Obiettivo a breve termine: sistemare il Cab dell’italia (tramite distruzione del mercato interno) e iniziare un bombardamento sul patrimonio degli italiani volto a rientrare dal debito vs i creditori esteri e, magari, coprire parzialmente anche i mancati incassi dai altri stati.
    C) Obiettivo di lungo termine (perseguito da oltre 30 anni): eliminare l’Italia come concorrente industriale e come protagonista di politica internazione in Europa, nel bacino del Mediterraneo e in Medio Oriente.
    E allora mi sembra eccessiva la critica ai giornalisti dell’Unità. Una schiappa terza nazionale di scacchi non può essere criticata per aver giocato e perso ridicolmente con un Grande Maestro. Tra l’altro, la schiappa perde una partita e un po’ di autostima, i lavoratori dell’Unità il posto di lavoro

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    1. Non condivido. Se avessero fatto vera informazione avrebbero perlomeno mantenuto un numero di lettori tale da sopravvivere. Magari mi sbaglio. Ma almeno avrebbere mantenuto la dignita' professionale che come sostenitori festanti della austerita' espansiva "di sinistra" hanno perso. C'e' modo e modo di nascondere la verita': sostenere il regime nazistoide ucraino come fosse una rivoluzione liberale i lettori te li fa perdere nell' istante in cui qualcuno gli svela l'inganno.

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  29. Insomma, gli italiani esangui si sono persi nella merda, il giornale di partito nella palude PDina, i suoi giornalisti nel loro stesso blob. E quindi l'Unità chiude. Interessante l'attualità (ma anche no).

    Al giornale fondato da Antonio Gramsci (ultima volta...) mancava giusto "di venire schiaffeggiato dal fallo di gomma della Santanchè" (cit.), poi avrebbe subìto tutto il possibile bestiario degli stupri.

    Almeno quello in redazione se lo sono evitato. A malincuore?

    Dai che tanto lo salvano, altrimenti molti colleghi di Rocca (quelli che "seguono il flusso imposto dall'agenda setting, perchenonpuoianticiparelattualitasoloraccontarla", chiaro) iniziano a sentir puzza di brucio... Più sdraiati di così che altro potrebbero fare?

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  30. @Riccardo
    il prof spiegando anni fa le cause della crisi ha aperto una sorta di vaso di Pandora.
    e penso abbia fatto fare pace con il mondo ad un bel po' di persone.
    la prima cosa che ho pensato (anni fa) è che la mafia e il resto si sia sviluppato (e si sviluppano) quando le condizioni socio economiche regrediscono (spaventosamente).
    ed è stato subito detto.
    ma un review storico non si può fare perché altrimenti bisogna spiegare che un siciliano è come un lombardo e un lombardo come un tedesco.. la retorica mainstream non funzionerebbe insomma

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    1. Ma infatti è una cosa piuttosto intuitiva e chiunque ci può fare caso nella propria esperienza, che viva a nord come a sud. Se il prof o altri lo hanno esplicitato prima di me sono solo che contento e ne riconosco la paternità senza problemi.

      D'accordo gli "eretici" Alesina&Giavazzi, che come tutti i dogmatici aspettano solo di essere "seppelliti", però è assurdo che i paladini della legalità non vogliano fare 2+2. Se negano questa linearità che ben conoscono vuol dire che l'ideologia lo impone anche a loro (e su questo il prof ha scritto di recente).

      Oppure anche loro, magari in buonafede, cercano nel vincolo esterno e nella "soluzione finale" il grimaldello con cui forzare il proprio cassetto dei sogni, e vedere realizzate le proprie ossessioni. Insomma: già che 'sti tagli si devono fare, siccome nella spesa pubblica si annida la malapianta, allora facciamo un bel deserto e si ricomincia da zero "come piace a me": questo è il fine ragionamento politico, molto democratico, molto montiano a suo modo. Anche la peste un tempo rimetteva "in equilibrio naturale" l'ordine socio-economico... solo nelle novelle venivano poi ribaltati i rapporti di forza.

      Eterogenesi dei fini, nella migliore delle ipotesi. Comunque poco importa, la loro libertà di non capire una fava finisce nel momento in cui contribuiscono a rendere precaria l'esistenza di milioni di persone (in primis quella mia e delle persone a cui voglio bene). Se qualcuno mi attacca, io DEVO difendermi (cit.).

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  31. “I propagandisti di professione”

    Intendo riferirmi – il lettore l’ha ora ben capito – a quella categoria di scrittori, soprattutto giornalisti, i quali – considerando, appunto, la propria attività alla stregua di un mestiere – dopo averla posta al servizio del fascismo, continuarono a svolgerla, dopo il ’45, non senza bravura e successo a spese dell’opinione pubblica di oggi, che ingannano esattamente come ingannarono l’opinione pubblica di trenta o venti anni or sono.
    Forse, un’ultima avvertenza non sarà superflua. Si badi: uomini di un certo livello culturale autentico, come la maggior parte di quelli che ho dovuto rammentare fin qui, poterono anche piegarsi al fascismo e, con il loro cattivo esempio, recar danno a quanti ne avevano stima, in particolare ai giovani che erano i più indifesi e suggestionabili. Ma il danno maggiore lo fecero a se stessi, in definitiva: alla propria reputazione di personalità destinate a rimanere, più o meno, in evidenza nella storia della cultura del nostro tempo. Nessuno, invece, fece tanto male e con altrettanto cinismo e senza patirne conseguenze come questi di cui ora dico.
    E si badi ancora: se agli uomini di cultura si deve rimproverare qualche debolezza e compromissione nei riguardi del regime, a questi che tra poco nominerò c’è da imputare ben altro. Essi riempirono volumi e colonne di prose encomiastiche, di servizi al seguito del duce, di corrispondenze di guerra, di editoriali e commenti che (a differenza degli scritti più grossolani dei fascisti veri) avevano il pregio d’essere suggestivi, convincenti, a volte perfino spregiudicati; e, perciò, più insinuanti. Sicché l’apporto che diedero al regime, sul piano della propaganda spicciola ma di massa, fu enorme, impagabile.
    Se milioni di piccoli borghesi continuarono a rimanervi legati, anche quando qualche principio di ragionevolezza li avrebbe indotti a diffidare, il fascismo deve essere grato a questi suoi astuti sostenitori. E se migliaia di giovani e giovanissimi (i “giovani fascisti” di Bir-el-Gobi e tanti altri, che chiesero di andare volontari in Africa, in Ispagna e poi nella guerra “sbagliata” del ’40-’43) si immolarono con così sconcertante entusiasmo, ciò è dovuto anche agli incitamenti degli editoriali, alle fervide prose, alle corrispondenze-testimonianza di Mario Missiroli, Augusto Guerriero, Ugo D’Andrea, Paolo Monelli, Curzio Malaparte, Indro Montanelli, Lamberti Sorrentino, Virgilio Lilli, i due Luigi Barzini, padre e figlio, Gian Gaspare Napolitano, Alberto Consiglio e tanti altri che sarebbe impossibile – e, del resto, non occorre – continuare ad elencare.
    Tutti scrittori che esaltarono Mussolini, Hitler, le loro imprese, gli ideali altissimi della loro guerra, salvo a spiegare poi (quando i morti a venti anni non erano più in tempo per apprendere quest’altra lezione) che lo avevano fatto solo per farsi beffe dei due regimi, per giocare un tiro ai gerarchi incolti e creduloni, al seguito dei quali si erano fatti mandare, senza aver mai creduto a una parola di ciò che si erano divertiti a scrivere: essi, i furbissimi.

    Da “Il lungo viaggio attraverso il fascismo” di Ruggero zangrandi, Feltrinelli, 1963, pag. 413 e ss.

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  32. Io farei il brano però sulla sinistra, è molto migliorabile non capisco nulla di musica ma mi piacerebbe cantargliele... visto che non posso "fisicamente"...

    Solita notte da piddini nel Loft
    nel locale stan suonando un requiem dei boccons
    loschi individui alla bouvette del bar
    pieni di tablet e smartphone
    tutto ad un tratto la porta fa "slam"
    il Guercio entra di corsa con una novità
    dritta sicura si mormora che
    I soldi hanno fatto "bang"

    hanno ucciso la sinistra
    chi sia stato non si sa
    forse quelli del degli spread forse angelà
    hanno ucciso la sinistra
    non si sa neanche il perché
    avrà fatto qualche sgarro a qualche importatore di caffè...

    alla centrale dell'eurocrazia
    juncker dice che volete che sia
    le riforme nessuno fermerà
    l'europa vincerà!
    ma nelle piazze c'è fatalismo ormai
    nessuno esce di casa nessuno vuole guai
    e le poche voci contrarie in tv
    ma chi le ascolta più...

    hanno ucciso la sinistra
    chi sia stato non si sa
    forse quelli degli bond forse il calcio in tv
    hanno ucciso la sinistra
    non si sa neanche il perché
    avran fatto qualche assegno a qualche liberale vestito da Che

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