sabato 23 agosto 2014

Debito pubblico e imprenditoria privata

(ricevo, volentieri pubblico e rapidamente rispondo...)

Prof Bagnai,buongiorno

Ho letto attentamente il suo libro "Il Tramonto dell'Euro" e seguo ogni tanto le sue relazioni sul web inviatemi da mia figlia.
Indubbiamente lei è un ottimo"cervello" e non posso non condividere la maggior parte delle sue analisi.  Ma quando parla di prezzi e convenienza si ricordi che esiste anche la qualità italiana; non metta a confronto il mobiliere cinese con quello veneto o brianzolo! Io ho comperato macchine in Cina. Deprimente, e a venderle un problema! Il prezzo deve avere anche un coefficiente di qualità.

Passiamo all'economia italiana.
Io sono solo un piccolo imprenditore capisco qualcosa di economia spicciola ma purtroppo non trovo in lei una denuncia esplicità delle ragioni del nostro dissesto economico. L'Euro c'entra fino ad un certo punto!
Cosa serve discutere di cambi; a meno che non si proponga di restituire le 1936 Lire per ogni Euro. Lei non ha idea di quale falcidia hanno subito i miei discreti risparmi di una vita operata dall'"amico" Prodi o chi per lui. Calcoli il 50%. Un assassinio economico per tutti!!
Ma lei intenderebbe ritornare alla Lira in rapporto 1 a 1? Così mi ritrovo probabilmente con un'altro 20% almeno di altra falcidia.

Professore, nel suo libro tenta di spiegarci che il debito pubblico italiano non è così male, è peggio quello privato; solo che quello privato lo devono pagare i privati o falliscono, quello pubblico lo paghiamo sempre noi; esclusa la "casta" che non fallisce mai!
Si rende conto da un semplice confronto con la Germania che questa spende forse come noi ma ha ca 20 Milioni di abitanti in più? Ha 2,5 Milioni di dipendenti pubblici e noi 3,5 Milioni? Da loro vi sono ca 300 Assicurazioni per la Sanità pubblica semiprivate e funzionano (notizie da mia sorella che ha vissuto 50 anni in quel Paese).
Abbiamo da 500 a 1 Milione di dipendenti pubblici inutili (non occorre che faccia esempi di come sono nati..) sono notizie della segreteria della Presidenza della Corte dei Conti che ho interpellato, la quale non sa o non vuole, nel rispetto della Costituzione, definire quanto personale e a quali stipendi ha bisogno lo Stato nei vari Uffici e Enti. E le "pensioni d'oro"? Una vergogna da diversi miliardi. Una bella pensione la darei a lei che non è certo un dipendente inutile! Si parla di 100/150 Miliardi! Eppure se facessimo come l'Inghilterra non dico di licenziare ,magariI Ma rendere a disposizione questa gente per la ricerca e il lavoro manifatturiero privato scaricando lo Stato almeno degli stipendi con i contributi a suo carico per un certo tempo. Allora si potrebbe ridurre le tasse e gli interessi pagati all'estero e ridare fiato all'economia. Questi sono gli studi che in questo momento ci interessano! Ha paura dell'argomento e della impopolarità? NON ci sono altre soluzioni! Solo dopo potremmo parlare di ritorno alla Lira. Queste cose non le dico ora solo a lei ma vi sono mie Petizioni in parlamento e lettere ai vari Presidenti del Consiglio. A cosa serve? Provi a farlo lei con tutti suoi colleghi e con i media ben informati. Certo qualche partito non ne vuole parlare perché ha paura di perdere voti ma quanti ne avrebbe da noi pma,artigiani e commercianti. Vogliamo proprio aspettare la rivoluzione? Ma chi la fa, i generali da 20mila Euro al mese?
Noi italiani abbiamo tante meravigliose qualità ma siamo anche un paese con scarso senso di responsabilità..! Dio ci aiuti!
So che lei e un uomo preciso metta pure a posto certe cifre che riferisco; non credo le troverà molto diverse.
La seguirò comunque nei suoi studi anche con altri argomenti.

Con grande stima sono
Oliviero Gulot da Ornago MB

Metta quanto sopra nel suo Blog, io non sono capace. Vediamo cosa dicono i suoi seguaci.


Gentile imprenditore, caro Oliviero,

grazie per l'attenzione. Se permette, prima provo a spiegarle io cosa non mi torna nel suo ragionamento.

Lei si sofferma purtroppo su un falso problema, quello del debito pubblico. Attenzione: non nego che il debito pubblico grazie a Monti sia diventato preoccupante. Affermo però che non è né la causa della crisi (e questo lo dice la Bce), né la causa dei suoi problemi, di lei imprenditore (e questo lo spiego nel libro precedente e lo spiegherò meglio nel prossimo libro). Capisco che lei lo senta come molto pressante, e che veda solo le tasse che lei (come e forse non meno di me) deve pagare per finanziarlo, ma l'ottica dalla quale si pone è ahimè lievemente unilaterale e di breve periodo. Questa angolazione è comune a molti piccoli e medi imprenditori, che vedono solo quello che ora perdono, col debito pubblico, ma non quello che ci hanno guadagnato prima. Bisognerà che ci veniamo un po' incontro, perché se non allarghiamo l'orizzonte andremo tutti a sbattere, e si farà più male chi più ha da rimetterci (fra noi due, ad esempio, purtroppo o per fortuna lei).

Le suggerirei di dare un'occhiata a questo post, e, eventualmente, se le va, a questo video, ma, soprattutto, a questo testo relativamente piano di Graziani.

I debiti sono il motore del capitalismo: lei è un imprenditore e questo lo sa. Cosa farebbe se non potesse contare sul credito di una banca? Credo niente (mi corregga se sbaglio).

Il problema dei debiti è il perché li si fa.

In buona sostanza (stavo lavorando proprio ora sui dati) a partire dagli anni '80, per motivi che lei immagina facilmente, mentre il mondo viveva una fase di progresso tecnico e quindi di incremento della produttività senza precedenti, il rovesciamento di certi equilibri politici permetteva di attuare in tutti i paesi occidentali una politica di repressione salariale. Il potere di acquisto dei lavoratori, come i tre interventi che le ho consigliato sopra le dicono da angolazioni diverse, smetteva di crescere.

Lo si vede molto bene se si fa il rapporto fra indice dei salari e indice della produttività:


Essendo un rapporto fra indici, la dimensione di per sé non conta, conta la dinamica, cioè se si va in su o in giù. Durante il miracolo economico la linea scende: significa che i lavoratori ricevevano una paga sempre meno congrua rispetto alla loro produttività. A partire dall'autunno caldo del 1969 la situazione si inverte: i salari reali crescono rispetto alla produttività, e ci ricordiamo tutti come e perché. All'inizio degli anni '80 un'altra svolta, discendente: inizia la fase nella quale siamo, e che ci ha portato alla catastrofe. I salari reali cominciano a calare in rapporto alla produttività, fino al punto che ora i lavoratori mediamente stanno peggio che negli anni '60 (nel senso che viene loro distribuita una proporzione inferiore del valore da loro creato).

Capisco che per il singolo imprenditore (non lei: un altro) pagare un po' di meno l'operaio sia un modo per fare maggiori profitti, a parità di ricavi. Solo che se lo fanno tutti (e a partire dagli anni '80 nel G8 l'hanno fatto più o meno tutti) c'è un problema.

Come ricorda il saggio Andrea Mazzalai nel suo "Iceberg finanza", una produzione di massa richiede un consumo di massa, e se non viene distribuito ai lavoratori un potere di acquisto proporzionale a quanto si è prodotto (cioè, nei termini del grafico: se il rapporto fra salario reale e produttività non rimane costante), il consumo di massa si può fare in un solo modo: col debito. Pubblico, o privato.

Lei giustamente depreca che lo Stato si sia indebitato negli anni '80 per sostenere una massa di dipendenti inutili.

Premesso che le auguro (e mi auguro) di non aver mai bisogno di dipendenti pubblici quali oncologi, magistrati, ecc. (giusto per ricordarle che tutti inutili non sono), mi preme però farle osservare una cosa. Lo Stato non ha assunto queste persone per poi deportarle su un'isola deserta, nel cui vulcano gettare in sacrificio i soldi ricevuti immeritatamente. I salari pagati a quelle persone sono diventati i redditi con i quali un capitalismo che aveva smesso di distribuire valore aggiunto ha potuto tirare a campare. Io non so lei in che campo intraprenda, ma le assicuro (e qui ci sono suoi colleghi che potranno confermarglielo) che il debito pubblico che ora le sembra tanto brutto è qualcosa che ha aiutato a tirare avanti lei e i suoi colleghi almeno fino alla metà degli anni '90, perché le PMI italiane o sono state fornitrici dello Stato, o hanno beneficiato della spesa in deficit dello Stato, sotto forma di incremento della domanda interna e quindi delle proprie vendite su mercato interno.

Il forestale calabrese comprava le Fiat, quando si facevano a Torino. Questo l'ho detto in faccia a Salvini e Borghezio in una conferenza pubblica, e non hanno avuto niente da dire. Tolto di mezzo il forestale (ce n'è ancora qualcuno, ci sta lavorando Renzi), la Fiat se n'è andata a Detroit. Lei si sente meglio?

Esaurita la capacità di spesa dello Stato, a metà degli anni '90 inizia il percorso di sostentamento della domanda con debito privato, molto meno sostenibile. Ora siamo al redde rationem.

Ci pensi bene.

Sono d'accordo con lei: lasciamo da parte il problema dell'euro, anche perché personalmente lo considero virtualmente già risolto. Basta vedere quali e quanti colleghi hanno fatto dietrofront in modo più o meno esplicito. Ormai nell'euro ci credono solo Giannino, Bisin e Boeri. Gli altri si sono adeguati alla letteratura scientifica internazionale e al buon senso (l'ultimo working paper del Fondo Monetario Internazionale, per dire, è una esplicita e circostanziata denuncia dei danni che l'euro sta facendo all'economia mondiale).

Veniamo al vero problema.

Lei, quando ne saremo fuori, quando l'economia ripartirà, vorrà un capitalismo nel quale il lavoratore viene retribuito in proporzione a quanto produce, anche se a due passi da Gorizia non ci sono più i carrarmati russi, o vorrà un capitalismo nel quale per campare l'operaio deve indebitarsi?

Vorrà stare dalla parte di Olivetti, di Roosevelt, o da quella di Marchionne, di Schroeder?

Se lei e i suoi colleghi sceglierete il primo esempio, può darsi che la prossima crisi arrivi un po' più tardi. Se seguirete il secondo esempio, la prossima crisi arriverà subito, e in questo il debito pubblico non c'entra un bel nulla. Dopo di che, per costruire un nuovo patto sociale è ovvio che occorra venirsi incontro con razionalità. Io non nego di essere stato (io) infastidito da molti sprechi che mi è capitato di vedere nella pubblica amministrazione, e io lo ero, infastidito, perché dal bibliotecario sonnacchioso, o dal bidello inesistente (casi rari, ma comunque non impossibili da incontrare soprattutto qualche anno fa), io non ci ricavavo nulla, se non perdite di tempo. Il fornaio, il mobiliere, il carrozziere, sui soldi di quelle persone ci campavano. Io subivo solo il loro non fare un cazzo. Quindi, forse, avrei diritto io di essere un pochino più infastidito dei simpatici imprenditori privati, perché a questi ultimi lo stipendio inutile arrivava indirettamente, sotto forma di acquisto dei loro beni, no? A me invece niente.

Le posso dire che la pubblica amministrazione, almeno quella nella quale mi trovo ad operare io, da almeno una decina d'anni ha intrapreso un percorso di razionalizzazione, tale per cui quei fenomeni ora nella mia esperienza sono scomparsi. Blocco del turnover, consolidamento dei centri di spesa, monitoraggio delle spese, ecc. Nel mio dipartimento organizzo conferenze internazionali, a maggio ho portato colleghi da 20 paesi, e tutti mi hanno fatto i complimenti per l'organizzazione. Prima non era così. Le dico solo che, per poter fare ricerca, negli anni '80 e '90 ho contato fondamentalmente sui soldi miei (tutto quello che ho scritto in quegli anni è stato scritto su PC che mi son comprato con lo stipendio, non con fondi di ricerca che non avevo!), e comunque oggi, per poter fare ricerca, ho messo su un'associazione (nonostante il mio Dipartimento, che nelle classifiche è top 25% come produzione, sia bene organizzato e relativamente ben dotato di fondi, non lo è certo abbastanza da mettermi a disposizione un ricercatore, ad esempio: e questa situazione è comune a tutti i miei colleghi, che devono fare una barca di lavoro scientifico da soli, e sempre più lavoro amministrativo da soli, perché naturalmente la produttività deve aumentare, il che significa che ormai siamo anche satelliti delle segreterie amministrative - le quali, da parte loro, grazie alla demenzialità della riforma hanno visto aumentare a dismisura il carico di lavoro).

Vede? Anch'io vedo tante cose che non andavano (e le ho subite) e non vanno (e vorrei cambiarle) nella pubblica amministrazione. Ora le cose da noi cominciano a non andare perché il desiderio di razionalizzare è diventato un delirio. Ma ci sono sicuramente sacche di inefficienza sulle quali incidere.

Ma questo rende meno vero il fatto che negli anni '80 sul debito pubblico ci abbiamo campato tutti, e che oggi siamo in crisi per colpa della demenza di alcune banche tedesche?

Non credo.

Però serve a farle capire che io le do ragione, anch'io credo che tutti debbano dare una disponibilità a riformare, ognuno, casa propria, dopo averne ripreso le chiavi.

Però, guarda caso, tutti i difensori dell'euro, a destra, al centro, a sinistra, odiano le PMI. Si è mai chiesto perché? E tutti odiano lo Stato (sì, anche a sinistra). Si è mai chiesto perché?

Il risultato però è che quando le PMI odiano lo Stato, si trovano ad essere alleate di chi le vuole morte: la grande finanza e la grande impresa delocalizzatrice (leggi: Confindustria) amiche dell'euro.

Ci aveva mai fatto caso? La casta che lei giustamente esecra è tutta per l'euro, ed erano sostanzialmente per l'euro anche Craxi, Andreotti e Forlani (il CAF, gli antenati della casta odierna). Se n'era accorto?

Se non ci aveva fatto caso non si preoccupi: è normale. Vengono spesi miliardi (come spiego appunto nel mio prossimo libro) perché non ve ne accorgiate! In Italia, con tanti imprenditori che ci sono, se ne saranno accorti forse in tre, e da quando lo hanno capito mi sostengono.

Comunque, se facciamo un po' di strada insieme certe risposte se le potrà dare da solo.

Ma...

C'è un ma.

Io sono stanco di essere l'unica persona che in Italia porta avanti un discorso inclusivo e propositivo, che non demonizza la PMI (e non per motivi opportunistici - oggi chi non si sciacqua la bocca con le PMI! - ma di percorso personale e razionale), e sono stanco di farlo, però, con il solo sostegno di studenti, disoccupati e casalinghe. Se poi la gente, invece che imprenditori, vi chiama prenditori, qualche volta tutti i torti non li ha (e io ho imprenditori in famiglia).

Questa volta c'è da riprendersi la libertà, che non è gratis. Ci faccia una pensata su e si regoli.

Cordialmente.

Alberto

90 commenti:

  1. Il signor Gulot, che a meno di improbabili omonimie vende macchine per il mio settore (chimico farmaceutico) forse non ha mai riflettuto sul fatto che i suoi clienti avevano soldi per comprare solo in quanto molto più in là nella catena c'era un pagatore pubblico che acquistava farmaci. Ok, in modo non ottimale. Ok, senza i famosi prezzi standard per le forniture mediche. Se, come dice lui, i risparmi da ottimizzazione della spesa fossero dedicati alla ricerca e sviluppo nel nostro settore, senza lo stato che paga i farmaci per i cittadini la cosa non funziona, a meno che non si esporti. Cosa che è sempre successa, ma mai come negli ultimi anni (e sorvolerò sul patologico 90% di export del mio miserando business). Mi dolgo per la sua deprimente esperienza con le macchine cinesi, ma nel complesso mi ricorda un mio fornitore e cliente, importatore prevalente, che con l'euro ha fatto bei profitti finché... il mercato domestico non è collassato.
    Tra l'altro ricordiamoci che la dottrina eurista prevede i tagli sistematici della spesa sanitaria (a cui già siamo assistendo) che hanno un'effetto ben visibile sul settore privato. Perché, ripeto, anche se sei un privato che vende sbeni o servizi a un privato , in fondo alla catena c'e' un pagatore pubblico - che se comincia a non pagare, provoca la devastazione in atto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per aver ricordato agli imprenditori importatori, che se ne battono il belino, la fine che li aspetta. A Schio riuscii a farlo ammettere a uno di loro in un'assemblea della Confindustria, senza alcuna acredine e in modo molto aperto e costruttivo. Lui diceva: se la lira svaluta ci rimetto dal lato degli acquisti, ma adesso non vendo più niente. E io: "Allora?"

      Grazie anche per aver ricordato a tutti il fatto che i soldi circolano... solo se qualcuno li mette in circolazione! Può essere un falsario, lo lo Stato. Scegliete voi!

      Elimina
    2. prego, per così poco... il dato preoccupante è che in un settore che ha subito uno sfacelo apocalittico ci sia gente che se la prende col debitopubblico, come non si sapesse chi è che apriva il portafoglio. L'iponosi mediatica è talmente profonda che pure il mio partner universitario per la ricerca ogni tanto se ne esce per quella china, prima di ricordarsi che le due briciole che gli sono rimaste per il progetti sono spesa pubblica....

      Elimina
    3. Ricordo un caro amico antiquario romano, che nel 2011, dopo i noti avvenimenti, si preoccupava di una eventuale svalutazione dell' euro, dato che comprava in USA e UK in asta. Oggi è migrato a Londra, ma aveva parecchie risorse accumulate prima del 2002!

      Elimina
  2. Dai contenuti di questo post, credo prof, che il suo prossimo libro sarà una vera "bomba" per il sistema italia! Immagino che dal punto di vista scientifico possa rimanere basito dalle reazioni dei tanti a cui fa comprendere l'ovvio! Ma credo e spero con tutto me stesso che il suo prossimo libro diverrà rivoluzionario.. E credo che molti suoi colleghi dovranno faticare non poco per denigrare le sue tesi.. Se poi il libro esce giusto in tempo con l'inasprirsi della crisi dell'euro! Bhè lei e noi, suoi sostenitori (o meglio molto semplicemente chi la pensa come lei) potremo toglierci alcune belle soddisfazioni, ma soprattutto avere più voce in capitolo per cambiare l'assetto economico/politico e CULTURALE di questo GRANDE Paese quale è l'Italia!

    Se sono troppo ottimista vi prego solo di una cosa.. Smontate il mio ottimismo in silenzio o se lo fate ad alta voce lasciate sempre aperta una porta alla speranza.. Perchè quando muore anche quella allora sì che l'uomo diventa schiavo!

    Grazie Alberto!

    RispondiElimina
  3. Non vedo l'ora di leggere il suo prossimo libro!

    RispondiElimina
  4. E' raro trovare qualcuno che capisca questo discorso.
    Per lavoro devo spesso contrattare il prezzo con i clienti e nell'occasione gli faccio notare che questa gara al ribasso, anche se inizialmente pare porti parecchie soddisfazioni a chi ha il coltello dalla parte del manico, conduce inevitabilmente a delle situazioni pessime per tutti dato che la carenza di ricchezza per qualcuno finirà inevitabilmente col ripercuotersi di settore in settore mettendo in crisi tutti a turno.
    Le risposte migliori che ho ricevuto erano quelle che; dopo aver riflettuto un attimo sulla inattaccabilità del ragionamento si dicevano sconsolati e costretti dagli eventi ad agire in quel modo.
    Ma in molti si facevano scivolare addosso il ragionamento come se non fosse mai stato pronunciato, semplicemente gli rimbalzava.
    I miei genitori si sono rimpinzati i conti con gli interessi a doppia cifra sui bot negli anni della spesa pubblica espansiva e ora si lamentano che non si fanno abbastanza tagli alla spesa, perché noi siamo irresponsabili, spreconi, e non vogliamo fare i lavori sporchi etc etc, tanto che non vado più ai pranzi domenicali sennò scoppia la terza guerra famigliare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa finisce para para nel libro (le ultime quattro righe). Ti cito o preferisci l'anonimato?

      Elimina
    2. Meglio che lei Prof. gli invii la bozza del capitolo contestualizzando la frase, così potrà decidere in modo informato, e lei Prof. magari evitare conseguenze in caso di non anonimato!

      Elimina
    3. Tanto nel libro ci siete tutti. Potrete fare una class action.

      Elimina
    4. Con me vada tranquillo, il rapporto tra costi e benefici è parecchio a suo favore; o ha dei dubbi?

      Elimina
    5. Ahahaha, bella questa.
      Ma scherza, essere citati su un libro......pure di Bagnai....e quando mi ricapita.

      p.s. Mi è sorto un dubbio......non è che mi cita in quanto avrei detto una vaccata? vabbè, mi citi lo stesso se crede, non credo di aver detto scempiaggini :-)

      Elimina
    6. No, hai individuato con precisione chirurgica la chiave del problema.

      Elimina
    7. @sandro
      Dice Alberto:
      "No, hai individuato con precisione chirurgica la chiave del problema."

      ...ma potresti essere diseredato, fai tu.

      Chiave che è poi il vero, ineludibile e forse unico (nel suo essere fondamentale) problema dell'uomo: vedere sempre le cose solo dal proprio punto di vista e per il proprio tornaconto immediato, anche quando una visione sempre egoista (nessuno sogna un uomo altruista se non gli utopisti), ma un po' più lungimirante, invertirebbe le prospettive: “è strano come una discesa vista dal basso somigli a una salita” è, non a caso, il motto della casa.

      Elimina
    8. Ahhh, non credo resterà molto dato che per non pesare su nessuno (scelta compiuta unilateralmente e senza chiedere opinione) spenderanno tutto il malloppo in qualche casa di riposo, serviti e riveriti perché loro hanno fatto sacrifici, non come noi che bla bla bla....forse resterà l'appartamento....forse (questa nel libro non la metta eh :-).

      Ora che ho una famiglia anch'io riesco a rendermi conto di cosa possa significare avere sei stipendi in casa, ripeto SEI STIPENDI in una famiglia di sette persone, e questo nei favolosi anni 80 ( i 60 al confronto sbiadiscono), capito; i sacrifici....(vero è che lasciavamo giù solo una quota certo, ma se metti insieme quattro quote fai quasi uno stipendio, senza contare che ci siamo sempre vestiti, calzati, divertiti e motorizzati senza che loro abbiano mai dovuto finanziare nulla, vorrei tanto poter fare gli stessi "sacrifici")

      Prof, ma non è che tutta quella politica espansiva abbia indotto gran parte dell'imprenditoria di allora a non investire in innovazione tanto bastava comprare bot per avere un ritorno buono e sicuro? non è proprio in quegli anni che la produttività inizia la sua fase calante?

      Elimina
    9. No, Sandro. Se il mercato tira, la produttività sale. E' quasi termodinamica: se c'è un vuoto, ti ci espandi. L'innovazione serve quando il mercato non tira, per ampliarlo o crearne uno nuovo, o per inseguirlo quando qualcun altro ha già iniziato a mettere a frutto nuove idee per entrarci. Per dirla tanto al chilo, ovviamente, perché le innovazioni sono sempre una risorsa che l'imprenditore insegue, più o meno a seconda di diversi fattori. Al contrario di quanto ci raccontano, direi che la sua "propensione all'innovazione" sia, tra questi, il meno determinante. Un periodo economico che richiede o spinge all'innovazione ne porterà in dote una maggiore espressione. Se ci pensi, il contrario dell'affermare che è con l'innovazione che si capovolge il contesto economico. Puoi creare un nuovo mercato innovando e innovi per quello, ma solo se le condizioni economiche te lo permettono. Il singolo esempio della singola idea vincente non modifica l'argomento che è di natura generale, sul livello di innovazione delle aziende di un paese nel suo complesso, così come è follia immaginare che con una generalità di idee innovative, profittevoli, non immediatamente replicabili in produzioni estere un paese risollevi le sue esportazioni e il suo mercato interno. Questo per chi dice che è l'innovazione che ci difetta.
      Se ho detto cazzate, non mancherà chi me lo farà notare.

      Elimina
  5. Mi son fermato al 4° capoverso, non ce l' ho fatta a proseguire, sa Prof. dopo che si leggono quasi giornalmente le ridicole perle di Fubini, e lei, è vero me lo ha sconsigliato, ma io le ho risposto, non ho avuto lo stomaco di andare avanti. Mi perdoni anche Oliviero, ma non mi si può obbligare a sorbirmi le sue strampalate considerazioni.
    Sarà che nella zona pontina, da cui vengo ho troppi amici e parenti che erano imprenditori e che hanno capito a loro spese cosa li abbia massacrati e cosa li abbia condotti sull' orlo del suicidio, fortunatamente senza arrivarci, perchè abbiamo dato una mano in molti; e anche loro però non volevano capire le semplici analisi che facevo, poi le hanno capite.
    Come i PDini che pensano di stare al sicuro con le loro pensioncine da meno di 2000 euro, e anche come Poletti e Baretta che pensano di tagliare 3/4000 euro su pensioni superiori e così salvaguardare gli esodati; tagliare 4000 euro, lordi annui, su una pensione lorda di 40.000 euro, significa ricavare meno di 1200 euro al lordo (ammesso che detti denari vadano a coloro che sono esodati), ma tagliare al netto circa 2000 euro a chi lo subisce, ergo 2000 di consumi interni, contro meno di 1200 di eventuali consumi esteri, credo sia qualcosa su cui riflettere per capire cosa ci attende.

    RispondiElimina
  6. "Vediamo cosa dicono i suoi seguaci"

    Sig. Oliviero, Le faccio notare che le religioni hanno i loro "seguaci" e non certo gli economisti. L'economia, che le piaccia o meno, è una scienza e come tale dovrebbe essere trattata; il fatto stesso che Lei la metta sullo stesso piano dell'astrologia o della chiromanzia è il motivo per il quale ha letto il libro ma non ha capito nulla.
    Le suggerirei di leggere anche "Anschluss" di Vladimiro Giacchè e magari anche "Il prezzo della disuguaglianza" di Joseph Stiglitz... poi, mi scusi, leggo una frase come questa: "E le "pensioni d'oro"? Una vergogna da diversi miliardi." e sa cosa mi viene in mente? Un'altra frase e cioè questa:
    "La massa altro non è che un gregge di pecore" (Benito da Predappio)

    Chinacat

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E nnamo, su, se la Stampa e l'Espresso la mettono così, è anche scusabile. Essi indulgente... Fa parte appunto di quei famosi 120 miliardi spesi per...

      Elimina
    2. @Chinacat: leggendo la lettera del sig. Oliviero è venuto anche a me in mente "Anschluss" di Vladimiro Giacché, che sto leggendo proprio in questi giorni.
      Il modo in cui è avvenuta "l'unificazione" tedesca è stato una sorta di prova generale di ciò che in seguito è accaduto con l'euro (dotare economie fortemente diverse della stessa moneta al fine di attuare politiche mercantilistiche) ma nell'esperimento tedesco tutto è avvenuto in maniera talmente spudorata da rappresentare, purtroppo, una semplificazione di grande valore didattico.
      Consiglio vivamente la lettura di "Anschluss"al sig. Oliviero e a tutti quelli che s'attardano ancora a pensare che, in fondo, l'euro è solo una moneta e che come tale non può spiegare la severità della crisi economica che stiamo vivendo.
      E' ora che gli imprenditori inizino ad ampliare le loro prospettive, da questo punto di vista, auguro al sig. Oliviero che questo intervento sia il primo passo verso un percorso di comprensione e assunzione di responsabilità.

      Elimina
  7. Alè, adesso quelli che si informano seguendo Bagnai sono “seguaci”. Bagnai capeggia forse una setta?
    Ma si può andare avanti così?

    Poi la solita manfrina sui “dipendenti pubblici inutili”, glissando sulla circostanza che sono perfettamente in media con il resto d'Europa e ben al di sotto delle “virtuose” Norvegia, Danimarca, Finlandia e Olanda e che i loro stipendi sono bloccati da anni.

    I dettagli sono qui:

    «In Germania, su 82.170.000 abitanti i dipendenti pubblici sono 4.500.000, pari al 5,47%. Francia: 65.000.000, 5.200.000, 8%. Regno unito: 60.700.000, 2.075.000, 3,41%. Italia: 60.000.000, 3.400.000, 5,7%. Grecia: 11.200.000, 369.800, 3,3%. Svezia: 9.100.000, 1.125.000, 12,36%. Olanda : 16.400.000, 1.000.000, 6,09%, Finlandia: 5.300.000, 562.000, 10,6%».
    E va notato che «negli ultimi dieci anni sono diminuiti di ben 367.000 unità. Questo secondo le analisi del censimento 2011 calcolati rispetto il 2001. Praticamente i dipendenti della Pubblica Amministrazione sono passati da 3.209.125 a 2.842.053».

    Comunque, gran bell'articolo. 1783 parole, convenevoli esclusi, che da sole dovrebbero bastare a far capire come stanno le cose anche alle più irriducibili teste di legno.

    RispondiElimina
  8. e sono stanco di farlo, però, con il solo sostegno di studenti, disoccupati e casalinghe.

    E sticazzi, hai detto niente!!!!

    Senza poi contare l'esercito di riserva degli emigrati!

    RispondiElimina
  9. Ho l'impressione che didatticamente il Prof migliori sempre più :-), anche nel render chiare e semplici situazioni complesse a chi gli presenta obiezioni pacate nate non dalla polemica ma dall'intenzione di capire.

    E' pur vero che il discreto livello degli allievi ;-) invoglia il bravo insegnante ad essere ancora più bravo e più accurato - e che quando il livello aumenta nel tempo grazie agli insegnamenti dell'insegnante, come mi pare accaduto qui, si procede meglio tutti quanti.
    Forse la voglio trovare io a tutti i costi una "morale" a cui evidentemente aspiro, che nella fattispecie chiamerei "Gli effetti della buona della cooperazione" in eco di quell'affresco-ricordo di scuola, "Gli effetti del buon governo", che, adolescenti idealisti, per ragioni estetiche e ideologiche ammirammo.

    E ancora una volta, a distanza di decenni e di anni, un omaggio a tutti quelli che, ciascuno a proprio modo e per proprie vie, ci hanno aiutati e ci aiutano a "intendere-mettendo-assieme", letteralmente "com-prendere", cose anche diverse che un sentiero, piccolo o grande, porta l'una all'altra.

    P.S. altro: letto Graziani, mi sembra di una notevole lucidità.

    RispondiElimina
  10. @Oliviero, prima di tutto sento in cuor mio di ringraziare tua figlia per l' amore (per il papa' e per la ricerca di un po' di verità) che ha dimostrato coinvolgendoti in una riflessione non superficiale su cosa stiamo vivendo e cosa in realtà ci raccontano.
    Oltre che apicoltore vendo giornali ed avrei tutto l' interesse a stimolarne i clienti all' acquisto. Purtoppo, sarà che per puro caso mi ritrovo a fare il commerciante (non è nella mia indole), invece, invito i clienti a sospenderne la lettura e dedicarsi al Professor Bagnai. E lo faccio non perchè sono un SEGUACE, ma perchè nel mio piccolo ho dedicato la mia vita allo studio, mi ponevo (e mi pongo) tante domande e non mi accontentavo (mi accontento) facilmente delle risposte. Di professori universitari ne ho conosciuti diversi e all' ateneo di Bologna, alla facolta' di scienze politiche, abbiamo docenti di caratura internazionale, famosi editorialisti, parlamentari, ex parlamentari, ex presidenti del consiglio ecc. Ecco, non è una "università di provincia quale quella di Chieti-Pescara" per intenderci. L' idea che mi sono fatto è che nella trasmissione del sapere non si era di fronte a dell' ignoranza (in alcuni casi si ma trascurabile dopo tutto, seppur GRAVE), ma piuttosto a omertà.
    Questo Paese ora non ha bisogno di tagli alla spesa pubblica e precarizzazione del lavoro che deprimerebbe ancor piu' la domanda interna (ricordo che la campagna castacriccacorruzzionepensionid'oro fanno guadagnare voti, non è in questo momento una campagna impopolare): adesso abbiamo bisogno di VERITA' E CORAGGIO. E un modo efficace per far riprendere a riflettere (porsi delle domande e cercare delle risposte non precostituite verificando sempre che 2+2 faccia 4) i cittadini, i politici, gli imprenditori, i professori e soprattutto i giornalisti è sostenere, anche economicamente, chi ad oggi ha dimostrato risultati in termini di ricerca, buona fede e incisività nel dibattito pubblico. Lasciamo stare il fatto che ogni previsione fatta su questo blog si è immancabilmente avverata altrimenti poi passo per SEGUACE. Il centro studi è ASIMMETRIE, dal prossimo anno il 5PERMILLE PUO' ESSERE PROFICUAMENTE DONATO, ma fino ad oggi la sua attività è stata sostenuta da noi lettori con bonifici: VERITA' E CORAGGIO. Senza questo non sarà possibile riformare le inefficienze e le ingiustizie del nostro Paese perchè non saremmo piu' noi Popolo a decidere ma i GRANDI nemici della PMI e degli STATI NAZIONALI.
    Grazie per il confronto di idee.

    RispondiElimina
  11. Egr. Sig. Lei riferisce testualmente:
    "...Abbiamo da 500 a 1 Milione di dipendenti pubblici inutili..."
    "...Si parla di 100/150 Miliardi! ..."
    Si rende conto che queste cifre sono lievemente imprecise ? E su queste cifre lievemente imprecise , secondo Lei , è sensato ragionarci sopra ?
    Tanto per... 500mila e 1milione : uno è il doppio dell'altro , da 100mld a 150mld la differenza è (solo) del 50% .
    Se ad esempio un Suo collaboratore Le sparasse delle cifre di vendita, di ricavi o di quello che vuole, con una approssimazione del +-100% o +-50% , non lo prenderebbe a calci nel sedere ? E allora perché non prende a calci nel sedere chi ha propinato queste cifre a Lei... Va da sé (direbbe il Professore) , che se questi numeri fossero di Sua invenzione , da prendere a calci nel sedere , sarebbe Lei.

    Ora vi lascio, devo leggere l'oroscopo di Bagnai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sagittario: un altro giorno attaccato al computer nel tentativo di svuotare il mare con un cucchiaio. La Luna consiglia: lassa perde......

      Elimina
    2. Più che il mare, un bacino idroelettrico mentre la diga si sta crepando...
      Comunque la Luna è l'ultima a poter dare consigli in tal senso, visto che continua a provarci lei stessa da sempre... forse teme che lei possa riuscirci. Le competerebbe di diritto un posto nel firmamento, vale la pena tentare.

      Elimina
  12. Caro imprenditore,
    faccia una cosa innanzitutto nel suo interesse: studi il libro "il tramonto dell'euro", perché leggerlo non serve a nulla ( mio cognato avvocato, in maggio c. a., mi ha informato, trionfalmente di aver letto il libro del prof., ma non ha capito una beneamata fava).
    Io lo "letto" tre volte, mettendoci del tempo, perché le teorie economiche erano diverse, e ho dovuto nel frattempo ristudiarmi sia macroeconomia che economia internazionale.
    Non le dico questo per mostrarle quanto sono stato bravo, ma solo perché la realtà che subiamo, è assai complessa e va capita bene.
    Io sono una partita iva, mio malgrado, ed il mio unico cliente è una ditta privata, quindi non ho rapporti diretti o indiretti con lo stato o gli enti locali. Bene, attaccare la spesa pubblica ed il debito pubblico come fonti dei nostri mali, non solo è sbagliato teoricamente, ma anche eticamente per chi sa quali sono le cause dei nostri mali economici ( mi riferisco ai collaborazionisti, soprattutto ).
    Io non so spiegarle le ragioni del nostro declino, meglio del professore, non potrei perché non ne o gli strumenti, ma posso garantirle che le cose so capirle se voglio.
    Tre anni fa ho messo in discussione me stesso, le mie credenze, il mio lavoro, le mie convinzioni, perché le classiche spiegazioni, dell'attuale "crisi" erano sterili, e non mi convincevano.
    Ho cercato di far funzionare il cervello e non la pancia, organo quest'ultimo destinatario del frame costruito dai nostri giornalai televisivi e della carta stampata, con qualche rara eccezione.
    Siamo in guerra, per ora economica, e molte persone non se ne sono ancora accorte.
    Il grande capitale, non si accontenterà di vincere ma vorrà stravincere.
    La storia si ripete.

    RispondiElimina
  13. Nel testo di Graziani:
    "... cercando di tenere la lira tendenzialmente svalutata rispetto all’area del marco, in maniera da favorire le esportazioni e cercando, invece, di ridurre la svalutazione nei confronti del dollaro, per ridurre il costo delle importazioni"
    Non ho capito come è possibile farlo contemporaneamente.
    Qualcuno me lo saprebbe spiegare per favore?

    RispondiElimina
  14. La Luna consiglia: lassa perde

    Io, invece, mi permetterei di suggerirle di continuare.
    Lei è ormai una figura indispensabile in questo grigiore che ci soffoca tutti, compresi quelli che non ne comprendono le cause.

    RispondiElimina
  15. Nell'immaginario collettivo... lo Stato viene visto come una famiglia, in cui le uscite non possono essere maggiori delle entrate, ed il pareggio di bilancio una necessità di sopravvivenza. Difficile intendere il contrario, cioè che l'economia è fatta di moltiplicatori, che il PIL é fatto di redditi, di consumi... soprattutto, se il bombardamento e l'indottrinamento mediatico è verso gli sprechi, il lavoro fasullo, le spese pazze dei politici e delle tante caste. E, in questo inganno è caduto il nostro imprenditore.
    PS. Da quando B ha cominciato a tagliare le spese del suo Milan, a fare spending review, a ridurre stipendi, la squadra è precipitata nel baratro della mediocrità. E, i debiti, conseguenza delle mancate vittorie e incassi, non solo non sono diminuiti, ma impietosamente aumentati.

    RispondiElimina
  16. Giochiamo a carte scoperte; poi ci lamentiamo dei furbini, dei forquini, quelli con appendici che fanno zacchete zacchete, non so se mi spego e di altri coleotteri e/o ditteri, che ti demoliscono se li lasci lavorare, ma qui siamo di fronte,di fronte a professori di varia estrazione, che vanno cercando la crescita con un pastrocchio di invenzioni che non ha eguali negli ultimi tempi almeno a mia memoria; non sanno più che 'nventasse e quindi daje co' le idee brillanti. Ma mo' je manno er contributo, nun so se me spego!

    RispondiElimina
  17. Questa è davvero da ridere (astenersi da polemiche sul nucleare, non mi va di discuterne) come bufala. Lo strano essere nato da mutazioni genetiche è: Photonectes albipennis (Döderlein, 1882).
    Le bufale ormai proliferano non solo sull' Europa! Ahahahahaha, la politica agricola comune, è la migliore fra le altre bufale, ancora di più che la libertà, la pace, l' unità, la democrazia e la scelta libera. Che c' è qualcuno che sappia il titolo della colonna sonora? Bella e rilassante!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un commento assai incisivo allo spot segnalato da @ALBERTO49 è quello del "nostro" Mauro Poggi.

      Buona domenica a tutti.

      Elimina
    2. Il brano è “Evey Reborn”, tratto dal film “V per Vendetta”, puoi ascoltarlo qui.
      Curioso che abbiano scelto la colonna sonora di un film che parla della liberazione di un popolo da un regime che ne ha alterato la percezione della realtà.

      Elimina
    3. Grazie Dott. Grande
      Sono indietro con i films, è bellissimo il pezzo, e chi lo ha usato per scopi diversi è un impostore.
      Non era facile, credo, complimenti!

      Elimina
    4. @Adriana,
      si Poggi ha riassunto il concetto base. Ma è interessante vedere la radicalità delle opposte posizioni. Uno spaccato antropologico molto interessante; la nebbia PDina si taglia con il coltello!

      Elimina
  18. Caro Oliviero,
    il debito privato lo pagano i privati finché possono, poi "lo fanno diventare" pubblico e lo paghiamo tutti. Se ha letto il Tramonto o questo blog abbastanza attentamente dovrebbe averlo capito.

    Ha sottolineato "non trovo in lei una denuncia esplicità delle ragioni del nostro dissesto economico"
    Ma come? Non si parla d'altro sia nel blog che nel libro!

    "Ha paura dell'argomento e della impopolarità?"
    Veramente il professore sta dicendo da anni la cosa più impopolare che si possa dire proprio in contrapposizione al diffuso luogo comune "stato-ladro".

    E per fortuna che condivide la maggior parte delle analisi!!!!!

    Insomma caro Oliviero,
    a trattenermi sono il suo coraggio di firmarsi e la sua buona fede.
    Mio papà era un piccolissimo imprenditore (azienda più che centenaria, fondata dal bisnonno). Nonostante fosse buono e generoso (non lo dico da figlia, lo era davvero) e ci fosse un ottimo rapporto tra lui e i dipendenti, a casa mia la parola"comunista" suscitava un certo ribrezzo. Lui era liberale (PLI) per tradizione e per status, senza una precisa consapevolezza.
    Io stavo troppo bene per occuparmi di politica.
    Sto abbastanza bene anche adesso nonostante la mazzata che ci ha dato l'euro, ma a me non basta stare abbastanza bene se tanti, sempre più numerosi, intorno a me stanno male. E non piace neppure vivere in un paese dove buttano giù un governo eletto per imporne uno non eletto.
    E poi, più egoisticamente, per quanto starò ancora bene? Quando l'euro sterminerà abbastanza clienti da rendere anche me disoccupata? Quando saremo tutti schiavi e pezzenti?

    Così ho iniziato a preoccuparmi e a cercare e ho trovato, come lei, Goofynomics.
    Diciamo che sono abbastanza "Bastian Contrario" per natura ed ero politicamente vergine, quindi ho digerito subito la "pillola rossa" (poi per capire gli aspetti più tecnici ho impiegato molto più tempo e molto devo ancora imparare).

    Se il mio papà fosse ancora vivo sono sicura che capirebbe e sarebbe d'accordo con me. Spero che lei ascolti sua figlia e capisca quello che ci stanno facendo, per la sua attività e perché più numerosi siamo e più abbiamo speranza di cambiare le cose.
    I partiti liberisti e di destra hanno tradito le PMI esattamente come i sindacati e la sinistra ha tradito i dipendenti.
    Diciamocelo: molti piccoli imprenditori sembravano caricature yuppie . Pensavo fossero affetti da una patologica mania di grandezza. E in effetti lo erano, solo che la mania era forse in buona parte indotta dall'esterno.
    Volevano che voi vi sentiste grandi, importanti e potenti per avere il vostro appoggio nel portare avanti i loro interessi (contro i vostri stessi interessi).
    Vi hanno usato.

    Secondo lei c'è più differenza e distanza tra lei e Rockefeller o tra lei e un suo dipendente (o un dipendente pubblico)?
    Ecco, allora veda lei da che parte stare.

    ps
    Oliviero continui ad occuparsi del suo lavoro. Ottimamente, sono certa, come il professor Bagnai ottimamente si occupa di economia.
    Si liberi di pregiudizi e presunzione e rilegga con più umiltà e attenzione.

    ps2
    Finché sta nel gregge, non credo sia nella posizione di poter chiamare seguace nessuno.

    RispondiElimina
  19. Eppure uno dei più grandi "ammiratori" delle PMI (prima di diventare ministro intendo) era Padoan che su vox scrive:

    "Specific efforts should also be made to restore credit flow to SMEs, which are the main driver of investment and employment in Europe and have been overly hit by financial fragmentation. On-going joint work in that area by the Commission and the EIB, in liaison with the ECB, should be pursued."

    Che Google traduce così :

    "Sforzi specifici dovrebbero essere effettuati per ripristinare il flusso di credito alle PMI, che sono il motore principale degli investimenti e occupazione in Europa e sono stati troppo colpiti dalla frammentazione finanziaria. In corso di lavoro comune in quella zona da parte della Commissione e la BEI, in collaborazione con la BCE, dovrebbe essere perseguito."

    L'articolo completo è questo:
    http://www.voxeu.org/article/reduce-policy-uncertainty-solidify-ez-recovery

    La parte che forse stona di più (vedere fig 4 del link con un R2=0,2845, Albè da quello che hai spiegato a me sembra fiacco) è questa:

    "1 The gain in potential growth is the difference between the average annual rate of growth of per capita potential GDP in 2003-08 relative to the average for 1998-2003. Most countries experienced slower average per capita growth in the second five-year period, so the positive growth effect of product-market reform would generally mean that the growth slowdown would have been greater with less reform."

    Che google traduce così:

    "1 Il guadagno in crescita potenziale è la differenza tra il tasso medio annuo di crescita del PIL pro capite potenziale nel 2003-08 rispetto alla media 1998-2003. La maggior parte dei paesi hanno più lenta medio pro capite la crescita nel secondo periodo di cinque anni, quindi l'effetto di crescita positivo della riforma del mercato dei prodotti sarebbero generalmente significa che il rallentamento della crescita sarebbe stata maggiore con meno di riforma."

    Mi sembra che pur di non ammettere che le riforme sono servite a poco, dice che senza serebbe andata peggio. Un pensiero affine a quello €urista.
    Chiedo scusa se ho usato il traduttore di google ma io da buon diversamente europeo ho qualche problema con la lingua dei padroni, perciò mi affido a Voci dall'estero e al dizionario ita-eng.

    RispondiElimina
  20. Non ho sott'occhio il dizionario quindi mi trattengo dallo sbottare.
    Io ho vissuto una vita con due genitori impiegati nei servizi pubblici.
    Finché mia madre ha diretto gli uffici di un certo paesino della brianza, questo ne ha giovato mentre io dovevo tornare a casa a piedi perché lei doveva uscire dopo l'ultimo degli inservienti. Non mi è mai pesato questo perché per me è stato un grande insegnamento: mi ha trasmesso il senso di responsabilità. Quindi, Queste esternazioni da imprenditore brianzolo "de noartri" mi fanno lievemente arrabbiare. Lei non ha idea di quanti e quali servizi pubblici le hanno fatto comodo, però quando si gioca a fare gli struzzi, si vede solo la sabbia (nella quale la testa è infilata)
    Io ho scelto di essere imprenditore nei servizi. Mi sono fatta un fondoschiena quadrato, con mio marito, per creare una società di software piccolina che ha retto la crisi del 2008 (= 7 mesi senza emettere uno straccio di fattura) ma per riuscirci abbiamo dovuto sfruttare le collaborazioni. NOI ci siamo sentiti due vermi. Non era quello il nostro progetto... inoltre abbiamo sempre lavorato con capitale proprio: soldi guadagnati negli anni in cui ci siamo fatti le ossa alle dipendenze di altri. Tutti sacrifici fatti, per cosa? Nel nostro piccolo (piccolo davvero) quando è iniziato il credit crunch, siamo stati contattati dalla banca che ci ha offerto il fido. Noi, che valiamo un soldo di cacio. Non erano queste le soddisfazioni che avremmo voluto.
    Solo un'ultima cosa e chiudo, come farò con l'azienda a dicembre, anche Ford lo aveva capito... i suoi dipendenti erano i suoi primi clienti ( come il forestale per la fiat). Lei, cosa ci vede nei suoi: costi o risorse? Temo di conoscere la risposta.
    Buona vita e che il pude gliela mandi buona ( ma non sarà cosí, temo)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, vedi, Laura, il problema del paese è proprio riconciliare questa frattura. Lo si può fare, ma non possono certo farlo i diplomati diversamente snelli che dall'alto del loro successo personale si affacciano da Twitter per giudicare i vivi e i morti, attribuendo patenti di idiozia a tutta la classe imprenditoriale italiana, di parassitismo a tutti i dipendenti pubblici (me incluso), e sollazzandosi con interminabili discussioni gergali che li fanno sentire professionisti di una materia nella quale non sono riusciti a laurearsi.

      Te ne parlo, di questi esseri irrilevanti, per segnalare un dato: ci sono tante frustrazioni in giro, e tanti modi per gestirle. Il tuo è sano: tu l'hai espressa, l'hai portata qui, e ci hai aiutato a capire dove è la frattura.

      L'Italia non ha bisogno dell'euro, e questo si sa, è un dato che siamo riusciti ad acquisire al dibattito. Poi, l'Italia ha bisogno di una Commissione per la verità e la riconciliazione. Perché se l'imprenditore qua sopra è cieco, e lo è, e gliel'ho detto anch'io, cosa dobbiamo fare? Dobbiamo sparargli? O dobbiamo cominciare a fargli capire che sta sputando nel piatto nel quale ha mangiato, e lo sta facendo in tempi e modi poco opportuni? Non credo che in Sudafrica tutti i bianchi abbiano capito che i neri sono uomini come loro. Molti imprenditori non capiranno. Ma non c'è altra strada che spiegarglielo.

      Ecco, per compiere un'operazione culturale di questo tipo gli adolescenti che cinguettano di Volcker shock (avendolo scoperto ieri) non hanno abbastanza spessore, che poi è il motivo per il quale rimangono dove sono. Ci vuole naturalmente una conoscenza professionale dell'economia, che si acquisisce con una laurea e un percorso di ricerca, e ci vuole un atteggiamento non frustrato verso l'umanità. Bisogna saper accogliere chiunque voglia il dialogo.

      Altro è (ma questo certi grandi esperti di comunicazione come Cip e Ciop non lo capiscono) la necessità di combattere il frame. Io credo che tu capisca che questo imprenditore è una vittima come te. Il carnefice si sa dov'è: nelle redazioni. Il mandante anche si sa dov'è. Ricordiamocelo. La guerra fra piccoli la vogliono i grandi. Non caschiamoci, anche se ovviamente certe affermazioni le fanno girare anche a me.

      Elimina
    2. Prof.
      ricorderà scuramente quella bella e fondamentale giornata a Roma del 12 settembre 2013, in via di Campo Marzio 74, dove mi sembra ci fosse anche la Prof.ssa Morganti, ma c' era anche Zingales, che stava sempre con l braccio alzato, ma non riuscì a parlare, sommerso da una marea di fischi ( io che lo conoscevo iniziai con i miei fischi potenti, alla pecorara e senza dita, imparati in zuccherificio per farmi sentire dai miei collaboratori). Bene, tra le altre cose importanti di quella giornata, oltre la folla che attendeva per ore di entrare e molti restarono fuori, oltre che per le presenze sul tavolo semicircolare, mi colpì moltissimo la presenza di molti imprenditori, di molti direttori di istituti di credito e di tantissimi traders con cui ebbi modo di discutere durante la fila e dopo in sala, che non avevano la minima consapevolezza di molte questioni di base, che riguardavano l' euro e la UEM (BCE, protocolli etc), il suo funzionamento (dfferenziali, bilancio UE, fondi europei, politiche di rigore), le cause della crisi (asimmetrie e differenze con l' esperienza USA ad esempio) e i suoi effetti sull' economia italiana.
      Erano molto ricettivi, ma quel solo incontro produsse curiosità in loro ma non so dire se produsse anche reali consapevolezze e voglia di approfondire ed informarsi.

      Elimina
  21. Quello che più mi spiace è che ci etichettano come persone che hanno la verità in tasca, quando invece stiamo studiando. Con fatica, perché io sono da classificare "diversamente economista", oltre che "diversamente imprenditore". Oltre alla presunzione che hanno, loro, nel dire "non ci sono altre soluzioni". Però, come sempre, ha ragione. Pacatezza nei toni, giù la testa e studiare. Chiedo venia per lo sbotto :(

    RispondiElimina
  22. Pochissimi imprenditori han capito...qui nella zona...qualche terzista che lavora per tedeschi...il discorso e sempre che cisontroppetasse illavoratorecostatroppo elepausecaffètroppolunghe c'èlacina ma MAI a chiedersi perchè prima non era così, perchè prima si stava da DIO...

    RispondiElimina
  23. Quattro, amare, chiacchiere con un amico dirigente di una piccola impresa agricola:

    -Vai da clienti vecchi di anni e ti dicono che devi ridurre i prezzi di un 20% altrimenti acquistano da altri, che non coltivano ma importano e confezionano solamente. Che fai? Li molli?
    Torni in azienda, fai lo stesso lavoro con un uomo in meno e desolatamente tiri avanti.-

    Gli ho spiegato quello che ho imparato qui: sguardo attento ma anche attonito. Avrà afferrato il 20%? Abituati al "particulare" non hanno strumenti adatti per vedere l'insieme.

    Dovrebbero usare meno il macro e impratichirsi col grandangolo...

    RispondiElimina
  24. Signor Gulot
    Lei invita i lettori del blog , ad esprimere un parere . Errore .
    Qui non siamo tutti gentili, come il Professore, con i titolari delle P.M.I .
    Bagnai è stato un signore con Lei , un po’ perché lo è sul serio ,e un po’
    perché si rende conto che le P.M.I. sono la spina dorsale dell’economia
    e la loro distruzione comprometterebbe una qualsiasi ripresa economica
    dell’ITALIA ( e anche un po’ per non avere grane con i parenti imprenditori
    Io invece la prenderò a calci nelle palle insieme a tutti i titolari delle P.M.I.
    simili a lei nella speranza molto remota che vi svegliate .
    Signor Oliviero lei gioca a scacchi ?
    Tutti i migliori giocatori adottano questa tattica ,specialmente con i principianti .
    Si fa concentrare l’attenzione dell’avversario su un finto attacco e poi a sorpresa
    si dà scacco matto su un altro fronte .
    Fuori di metafora spiego .
    Lei dice testualmente : cosa serve parlare di cambi .
    Faccia finta di essere un imprenditore che produce biscotti e che abbia lo Stato
    come acquirente . Questo Stato un po’ corrotto magari si mangia una quantità dei
    suoi biscotti , ma rifornisce anche le mense degli asili nido , magari gli ospizi , le carceri, gli ospedali e dio sa solo dove ci si può fermare .
    Bel mercato vero ? Ebbene se io sono una multinazionale dei biscotti e mi voglio
    impadronire del suo mercato e togliere di mezzo tutte le P.M.I. che operano nel settore che faccio guerra a voi tutti ?
    No noi multinazionali non siamo così scemi come lo sono mediamente i titolari P.M.I
    Noi attacchiamo lo Stato ladro ( si è fottuto un po’ dei vostri biscotti ), corrotto e pure inefficiente ( quanti biscotti sono andati persi nella distribuzione ? ) e lo facciamo fallire .
    Come ? Semplice , ma non per lei sig. Oliviero, bloccando il cambio monetario allo STATO brutto ,sporco , e cattivo in cui lei e tutti i fessi come lei risiedono e dicono : cosa serve parlare di cambio ?
    Vede l’economia è la scienza che insegna ad ottenere il massimo risultato economico con il minimo dei mezzi impiegati .
    Quindi perché attaccare tutti i coglioni delle P. M.I italiane ingaggiando una guerra di
    distruzione, che sarebbe pure troppo palese, e soprattutto per me ( multinazionale ) anche molto ma molto costosa ?
    Sa noi multinazionali giochiamo a scacchi e Studiamo e Economia , le freghiamo il mercato facendo fallire UN SOLO VERO CONCORRENTE ALLA NOSTRA ALTEZZA ( a cui per legge di simmetria corrisponde una nostra pari BASSEZZA ) .
    E il mezzo con cui raggiungo lo scopo è il BLOCCO DEI CAMBI .
    Quindi sig. Gullot e affini SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAA .
    Siamo in GUERRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA.
    Capisca almeno chi sono i suoi nemici altrimenti ci spariamo fra noi .
    Cosa purtroppo già avvenuta diverse volte in questo nostro martoriato Paese.
    Mi scuso per i calci alle sue palle ?
    No . E’ Stato lei a volere il parere dei ‘’ seguaci ‘’ , manco fossimo una setta del cazzo .





    RispondiElimina
  25. Sono stato molto colpito dai commenti, che ho letto tutti dal primo all'ultimo (ma temo che quando avrò finito, ne saranno stati scritti già molti altri).
    La ricostruzione di un'unità, la sutura, cui il professore faceva riferimento quando scriveva ironicamente (ma nemmeno troppo) di una "commissione per la verità e la riconciliazione", sarà necessaria anche tra generazioni differenti.
    Questa balorda, sciagurata, campagna stampa sta dividendo i figli dai genitori, perchè siamo stati illusi che la redistribuzione dei redditi fosse "orizzontale" , tra i lavoratori e gli sfaticati, ma anche, e soprattutto, tra le generazioni: loro ci accusavano di non voler fare niente, di stare a casa a oziare davanti al computer e di starci mangiando tutto quello che dopo la guerra avevano virtuosamente e con animo "formichino" ricostruito, noi (io lo facevo fino a qualche anno fa, non lo nego) li tacciavamo di essersi riempiti il pancino con i mutui facili del periodo della superinflazione ( vale lo stesso discorso che Sandro Ceccato faceva a proposito degli interessi sui BOT, io credo), e (autocit.) ".....e (omissis) mo ve stamo pure a pagà la pensione, a buttà'r'sangue per settecento euri che manco le sigarette."

    Apparte che leggere Bagnai e stendere quaranta pagine di business plan da solo di ciccia mia, io non lo chiamo oziare; ma questo conflitto, per una famiglia che veniva da una storia di matrice visceralmente comunista, e che si faceva vanto di preoccuparsi innanzitutto di "redistribuzioni verticali", diciamo così, è stato DI UNA MIOPIA INTOLLERABILE. Eppure ci siamo caduti con tutte le scarpe, i vecchi e i giovani. E io ho studiato economia, eh, e pure nel periodo in cui il prof (se non ho capito male) insegnava (o ricercava) nella mia facoltà. Male probabilmente (io che studiavo, intendiamoci).

    Vorrei dire ad Oliviero, sa avrà la bontà di leggere fino a qui, che proprio ieri ho finito di correggere l'ultima bozza del piano finanziario, e da domani (che è lunedì, quindi giorno fausto) mi piacerebbe cominciare a sedermi davanti a qualche consulente di una qualsiasi banca per, provare così, giusto a vedere l'effetto che fa, ma giusto per provare, quello si (magari sono veramente un buona a nulla e non riesco,..non lo escludo), ad aprire una mia attività, che peraltro non avrebbe competitor , lavorando in una "nicchissima" di mercato.
    Ebbene, VORREI INIZIARE DOMANI, MA NON POTRÒ FARLO PERCHÈ PER ANDARE A FAR STAMPARE E RILEGARE I PIANI, NON HO SOLDI A SUFFICIENZA, visto che l'ultimo lavoro, in nero ovviamente, che ho fatto un anno fa, praticamente per un tozzo di pane simbolico, mi è stato pagato con un assegno postdatato al 10 settembre (pratica, tra l'altro, non scevra da rischi, come mi sono permesso di sottolineare).

    Così anche domani bivaccherò tra computer e divano, mi concederò un qualche sclero contro mia madre (tra l'altro ex-dipendente pubblica) che si vuole vedere le repliche di conchita de gregorio, io invece la fanascienza, un altro giorno sarà passato, il pranzo con la cena l'avemo messo insieme, e per le scarpe nuove se ne parla il 10. La macchina, se me la presta papà (ed è una volkswagen); la dignità di uomo sotto i - malridotti- tacchi, e non riesco nemmeno più a provarci con una ragazza che "tanto, ma che posso offrirle io?". Con tutte le annesse frustrazioni e sfoghi successivi.
    Io credo che questa maledetta, infame, architettura economico-sociale i danni più gravi li stia facendo alla mente delle persone. Non colle informazioni, quelle si cambiano col tempo, proprio quanto alle psicosi irreversibili. Da lì scaturiscono i suicidi, il distacco completo dalla realtà. Una schizofrenìa collettiva.

    P.S.Scusatemi lo sfogo e se c'è qualche errore di ortografia me lo perdonerete. La maggior parte dei commenti li buttò lì tipo cheap, questo lo sentivo veramente tanto. Un abbraccio a tutti.

    RispondiElimina
  26. Vorrei dire all'amico imprenditore...

    Io non sono uno che capisce di moto economia, qui però ho imparato tanto...

    Ho notato da quando segue Bagnai che mai un solo politico, economista, giornalista o chicchessìa...

    abbia avuto la capacità di smentire, demolire o sputtanare tutte le cose che il Prof Bagnai divulga...Perché!

    Non perché il migliore, non perché il più bello, non perché il più bravo...

    Semplicemente perché dice cose vere!!!

    Non è poco!!!

    RispondiElimina
  27. L'Italia nel 2011 (o giù di lì) dispone di 3.247.000 impiegati nel settore pubblico, con una media di 57.7 dipendenti/1000 abitanti. "Stranamente" la Lombardia, regione che offre i migliori servizi, ha la media dipendenti/abitanti più bassa d'Italia (43.3/1000). Ora se tutte le regioni fossero virtuose come la Lombardia l'Italia dovrebbe avere 2.436.656 impiegati nel pubblico, risultando dunque un'eccedenza del 20%. In media ogni impiegato pubblico, inoltre, guadagna 29.100 euri annui, dunque la spesa nel 2011 ammontava a quasi 94 miliardi di euro, riducendo come descritto si giungerebbe a 70 miliardi, e questa contando solo gli stipendi, siccome magari le strutture in cui lavorano i suddetti sono anch'esse "in esubero" e dunque possono pure essere tolte dal conto dello stato. Ma facciamo finta che non esistano e diciamo che a questo punto possiamo alleggerire il cuneo fiscale sulle imprese di 24 miliardi. Detto questo: il prof. Bagnai ha sostenuto, in una parte del suo discorso, che il forestale calabrese nullafacente e in esubero (non per colpa sua, per carità) muoveva comunque l'economia comprandosi con il suo stipendiuccio la Punto. Ora, confesso che io sono liberale e liberista, ma non certo ottuso e dotato di una mente chiusa, anzi spesso mi metto in discussione e faccio vacillare da sole le mie convinzioni, e infatti propongo questo dubbio più come una domanda/impressione che come una affermazione. Qua, mi pare di capire, si suppone che lo Stato abbia creato come dal nulla potere d'acquisto. Ma non è forse che lo ha semplicemente spostato dal settore privato, privandolo di 24 miliardi di euro, che potevano essere lasciati lì dove stavano. E gli 800.000 impiegati in esubero? Magari non potrebbero essere stati assunti dalle imprese che, con 24 miliardi in meno, ora come ora non se lo potrebbero permettere. Uno potrebbe dire.. embè che cambia? Cambia che in seno allo Stato lavorano meno di quanto dovrebbero, mentre nel privato svolgerebbero veramente una funzione, contribuendo alla crescita. Ma magari sbaglio eh... illuminatemi :-)

    P.S. Nei commenti ho letto di parecchi offesi dall'appellativo "seguaci". Io leggo raramente il blog e l'ho scoperto relativamente da poco, e confesso che molti mi hanno dato la stessa impressione, per lo meno nella maniera nella quale vi rivolgete a Bagnai, che fate passare per Dolcino da Novara. Poi sicuramente non è così, o magari continuando a leggerlo tra un po' lo faro pure io, ma l'impressione è quella ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Della Volpe:
      i dati sono qui, divisi per regione e per costo/dipendente e qui ci sono i dati della popolazione divisa per regioni. Le faccio notare che la Lombardia ha l 70% di popolazione più della seconda che è il Lazio, che gode con Roma, del maggior numero di dipendenti pubblici, forse per qualche strano motivo. Ma magari se una regione è più popolata, sarà forse statisticamente strano che abbia un numero di dipendenti per abitante minore, cosa ne dice? E ancora per paradosso, magari in Sicilia offrono servizi di pari qualità del Trentino, avendo lo stesso numero di dipendenti per abitante.
      Le altre balle che ci viene a propinare, come quelle sul fatto che si lavori di meno in base al valore unitario di dipendenti o al loro costo unitario, derivano appunto da una analisi approssimativa della realtà. E poi ci faccia una bella dimostrazione di come quei 24 miliardi sarebbero stati spostati dal settore privato a quello pubblico, magari mi convince, parlo di dati, numeri, grafici, esempi, deduzioni logiche; io la penso in maniera opposta e non sono un liberista, anzi i liberisti alla Boldrin mi stanno leggermente antipatici, soprattutto per l' enorme numero di cazzate che raccontano al pubblico e anche perchè non si fanno la barba, soprattutto.

      Elimina
    2. Lo stato non è un impresa o una casalinga.
      I 800.000 impiegati in esubero, io non sò sè sono in esubero.
      Ma ok, diciamo che sono in esubero è sbattiamo sulla strada 800.000 impiegati, è sicuro che questi 800.000 impiegati trovino un lavoro nel privato? sopratutto in una depressione epocale in qui viaggia l'italia?
      Sè non riescono a trovare un lavoro, cosa sono le consequenze?

      a) 800.000 disocupati, costi sociali aumentano
      b) entrate fiscali diminuiscono
      c) Sè questi 800.000 impiegati hanno dei crediti bancari, avranno difficoltà a pagare le rate, o non sono più in grado di ripagarli.
      d) I crediti precari delle banche italiane aumentano, le banche si rifiuteranno ancora di più a dare dei crediti.
      e) Consumo interno diminuische.
      f) Aziende fatturano di meno, entrate fiscali diminuiscono.
      g) PIL scende, debito pubblico sale.


      Ridurre spesa pubblica è debito pubblico in una recessione è contemporaneamete deflazione non ha mai, ripeto MAI funzionato.
      Brüning adottò queste politiche economiche, il NSDAP balzò dal 14% al 37% è diventò il primo partito in germania, poco dopo hitler vinse le elezioni, il resto lo conosciamo.

      La germania nel 2009 ha pompato nel loro systema bancario è industriale 500 Mrd. cioè ha fatto quello che rimprovera agli altri. È i pirla italiani tutti ad applaudire. Il genio monti a fatto esattamente il contrario.

      Sui 20.000 forestali napoletani.
      Io vivo in svizzera, qui ci sono 60.000 contadini sussidiati dallo stato, spesa ca. 5-6 Mrd. CHF, puliscono un pò i bosci è i cespugli nelle alpi svizzere, tutto lì. sono 5-6 Mrd. che vanno ad alimentare la domanda interna svizzera.

      Elimina
    3. Caro Paolo,
      mettere sul lastrico un dipendente, pubblico o privato, significa di solito mettere sul lastrico almeno 3 persone, 3 consumatori ma anche 3 persone che debbono essere rispettate come individui; quando leggo argomentazioni come quelle sopra esposte, che quantificano numeri e non individui, e affrontano certi argomenti in maniera approssimativa, allora mi girano le palle e di brutto e divento anche pesante e molto cattivo e molti, in vari blog che ho frequentato conoscono le mie reazioni.
      Sono entrato in un giornale, il maggiore del, Paese nel 1987 ed eravamo 5000, dopo 15 anni eravamo 700 e la mia parte di razionalizzazione dei costi l' ho fatta, con cautela, con intelligenza e con il tempo, ma ho sempre considerato prima di tutto che avevo davanti delle persone come me, con una storia, con degli affetti, con delle ricchezze umane insostituibili.
      Quindi, razionalizzare la spesa

      Elimina
    4. Al nostro gentile interlocutore mancano i fondamentali, direi non solo quelli economici. Prima di arrivare al punto economico, mi sentirei di suggerirgli, per una questione di netiquette, di leggere un po' più in giro prima di intervenire, e per una questione di etichetta di non dichiararsi da solo "non ottuso". In genere è opportuno che siano gli altri a dirtelo, e per indurli a farlo la cosa migliore è dimostrargli che non lo sei. In condizioni normali queste mi sembrerebbero banalità, ma chissà perché tono e contenuti dell'intervento mi hanno fatto pensare che un breve back to basics potesse essere utile. Poi dopo arriviamo anche all'ardito concetto dello "spostamento di potere d'acquisto", naturalmente dopo esserci fatti spiegare come mai negli anni '80 il debito pubblico è cresciuto se i capitalisti, che sono la classe sociale dominante (nel capitalismo) e controllano (pagandoli e gli scandali sono noti) i politici, erano così contrari ad esso. Sarà interessante sapere cosa ne pensi il signor Della Volpe.

      Elimina
    5. Bagnai ha ragione, sono molto giovane e molto probabilmente mi mancano alcune fondamenta di economia, la quale comunque mi appassiona lo stesso. Per questo, come ho detto, ho presentato il discorso come un ragionamento "lipperlì" per poi ricevere commenti e delucidazioni. Come ho detto sono aperto a ogni spiegazione, e poi mi sono definito "non ottuso" siccome, grazie a dio, la testardaggine non fa parte dei miei difetti

      Paolo Corrado: lungi da me da voler sbattere sulla strada in questo momento storico quasi un milione di impiegati, è un discorso di razionalizzazione, teorico, che prescinde dalla situazione odierna

      ALBERTO49: sono tuttora molto tentato da non risponderle, ma pace. Nella prima parte del suo discorso non ho ben afferrato ciò che voleva significare... i dati sono quelli.. dunque? Poi mi sembra che sia abbastanza logico che se ho un quantitativo x di lavoro da svolgere ed i dipendenti sono 3, lavorano di più che disponendone di 6. I 24 miliardi sono 24 miliardi di tasse che possono essere magari detratte a quelle sulle imprese: immagino sappia bene che la tassazione sulle imprese, in Italia, sia fra le più alte nel mondo (68% VS media UE 44%). In questo senso intendevo dire che è potere d'acquisto trasferito dal privato. Ma certamente io non tentennavo nella decisione se risponderLe o no in merito a queste quisquilie. Ho infatti riletto più volte il mio post per cercare una traccia di ciò che pare abbia in Lei provocato così tanto risentimento, e, sinceramente non trovo un appiglio che sia uno. Spero sinceramente che sia stata una giornata dura a lavoro, o deludente per qualche altro punto di vista, perchè in questo caso la perdonerei per il tono aggressivo e le velate offese gratuite. Ora:
      1) io non ho detto da nessuna parte di voler licenziare quasi un milione di dipendenti schioccando le dita
      2) è un blog di economia.. l'economia non prevede l'uso dei numeri?
      3) repetita iuvant: ammettendo che questi 800.000 poveracci sono in esubero, non ho voluto assolutamente dare un giudizio morale. Se vado in un ufficio e vedo che i dipendenti non lavorano non perchè non abbiano voglia, ma perchè non hanno nessuna attività da svolgere mica ritengo che sia colpa loro! Figuriamoci
      4) ho supposto che questi 800.000 poveracci vengano per quanto possibile riassorbiti dal privato... non è fattibile? Bene stop!
      Nel caso mi fossi sbagliato, e fosse sua abitudine rivolgersi così alle persone, spero che questo tono di approccio lo tenga soltanto su internet, a fare così penso almeno un occhio nero alla settimana me lo beccherei :-)

      Elimina
    6. Voglio ancora dire due cose a Della Volpe, ma di natura strettamente tecnico statistica, magari così approfondisce l' argomento dei dipendenti pubblici:
      A) Il parametro dip./1000 ab, non può da solo definre l' economicità e l' efficienza e la rispondenza al servizio di una organizzazione così complessa come una regione, perchè appunto ntervengono considerazioni oggettive di dimensioni relative e di organzzazione del territorio, nonchè appunto la qualità dei servizi e l' appagamento dell' utenza.

      B) Se si pongono su un grafico, in ascisse la popolazione e sulle ordinate i valori di dip./1000 ab, e si traccia una retta tra il punto rappresentante la Val D'Aosta (apparentemente la meno virtuosa) e quello della Lombardia (apparentemente la più virtuosa, si vedrà che al di sotto di questa retta, ci sono tutte le regioni meno che la Sicilia, la Campania ed il Lazio (la Lombardia è ovviamnte esattamente sulla retta), che quindi appaiono meno virtuose, sempre con le cautele suddescritte, ma se traccio una retta tra la posizione del Veneto e quella della Val D'aosta, allora anche la Lombardia, insieme alle precedenti, diventa meno virtuosa, questo è il metodo che si usa di solito in statistica. Coè si guarda la tendenza media di vari campioni, che appunto tenga conto di considerazioni generali e particolari, quelle sopra descritte e poi si vede come le varie situazioni si collocano in questa tendenza.
      Il Prof. Bagnai ne ha parlato per altre questioni, se non ricordo male ed io non sono certamente un professionista di statistica, ma bisogna stare attenti quando si fanno certe analisi.

      Elimina
    7. Della Volpe,
      quando si parla di argomenti qui, cerchi di inserire i link, glielo dico proprio perchè le cose si discutono su ciò che viene dimostrato, sia con analisi personali che attingendo da altri.
      Come lei vedrà qui (ma anche altrove, uso lo stesso nickname), il sottoscritto è un fanatico dei numeri e dei grafici, quindi se lei vuole, come si dice a Roma, mi invita a nozze.
      Quei dati sulla tassazione dove li ha presi? Vediamo di ragionarci su e soprattutto dia retta a Bagnai, vada a vedere cosa accadde dopo il 1981 e legga il libro di Bagnai, il tramonto dell' euro, ma le consiglierei anche Titanic Europa, per il momento bastano.

      Elimina
    8. Caro ALBERTO49,

      Ha certamente ragione, per esempio la conformazione geografica della penisola italica è più unica che rara. Molti spesso si lamentano di scuole aperte in posti di montagna che accolgono all'interno delle loro mura qualche decina di ragazzi, ma la loro esistenza è necessaria. Per questo parametro, per esempio, la Lombardia può essere un buon modello, in quanto prevede al suo interno una vasta area montuosa, per sua natura dispersiva. Anche il Piemonte ha un parametro dip/100ab basso (52,6) pur essendo gran parte montagna... Ma le altre regioni? Si rilevano, per questo fattore, casi molto meno estremi, e nonostante ciò si ha una media molto più alta.
      Come mi ha detto ho poi sviluppato il grafico:
      http://postimg.org/image/u4vs1v6qt/
      Ma le confesso che ho perso il filo logico delle sue affermazioni. Secondo me il suo discorso non ha molto senso.. e arrivo a dire che la metodologia statistica che ha proposto è errata o per lo meno inadeguata al caso che stiamo analizzando. Per esempio quando
      mi dice " se traccio una retta tra la posizione del Veneto e quella della Val D'aosta, allora anche la Lombardia, insieme alle precedenti, diventa meno virtuosa". Cosa significa? Che il Veneto è più "efficiente" della Lombardia pur avendo una media dip./ab. maggiore, per il solo merito di avere la metà della popolazione? Perchè in questo caso, se traccio dunque una linea (quella grigia) tra Lombardia e Veneto, scopro che, secondo il suo ragionamento, se correttamente interpretato, Lei giudicherebbe più efficiente una regione "virtuale" di 1000 abitanti con 53 dipendenti pubblici che la Lombardia stessa.. o sbaglio? Per essere valido quanto dice, a parer mio, si deve ammettere che il numero di dipendenti pubblici e la popolazione tendenzialmente sia inversamente proporzionale (per cui una regione come il Veneto con una media comunque bassa di dip/ab e una popolazione molto inferiore a quella della Lombardia si possa definire più "virtuosa" in quanto "controtendenza"), ma non credo sia così, non crede? :-)

      Per quanto riguarda la fonte sui dati della tassazione sulle imprese:
      http://www.cgiamestre.com/2012/05/la-pressione-fiscale-sulle-imprese-italiane-e-la-piu-alta-deuropa-ma-anche-rispetto-ai-grandi-extra-ue/
      Anche se mi soprende che un assiduo frequentatore di blog economici come Lei non sia a conoscenza di questi dati... o forse è solo sofistica?

      Elimina
    9. Bel grafico!
      Mi sono spiegato male evidentemente, la riga deve intermediare la media dei valori, dato che in tal modo si tiene conto di vari parametri che possono o meno condizionare l' efficienza di una regione in termini di costi e servizi resi, come le dicevo, dimensione, servizi etc e e poi si potrebbe fare l' andamento delle medie quadratiche; il mio era un ragionamento in tal senso, cioè la dimensione della regione, rende più efficiente il rapporto dei dipendenti per 1000 abitanti.
      La sua osservazione, sulla regione virtuale, che non esiste evidentemente, appunto rende chiaro che ha poco senso parlare di quel parametro a meno che appunto non si tenga conto anche di altre condizioni e rende altrettanto chiaro che la dimensione della regione è sicuramente un fatto che migliora l' efficienza del rapporto dip./1000 ab.
      Non darei poi un peso particolare all' orografia dei territori più che al numero di presidi sul territorio o alla dispersione della popolazone sullo stesso, o ad altri parametri ancora.
      In sostanza, lei si rende conto che ad esempio che è dfficile sostenere che la Val D' Aosta o il Trentino siano messe peggio della Lombardia ed il discorso deve essere più ampio e analitico, e quanto le dicevo tentava di stabilire appunto un metodo in tal senso?
      Passiamo al secondo punto.
      Di dati ne vanno in giro a iosa, spesso manipolati o addirittura errati e vanno sempre verificati; debbo dirle che la tassazione sulle imprese ultimamente mi è stata un po' estranea. Io di solito attingo dalle fonti come ad esempio OECD.
      In particolare lei ha affermato nel suo prec.te intervento che la tassazione sulle imprese... ed oggi mi riporta una tabella che parla di pressione fiscale in % profitti, lei comprende che ci sia qualche differenza tra le due cose.
      Anche qui il discorso va approfondito, perchè intanto se quei profitti dichiarati sono percentualmente inferiori a quelli reali di quelle imprese, allora si corre il rischio di avere dati non congruenti con imprese straniere, e maggor del reale, imprese estere che magari dichiarano di più percentualmente. Ma non solo, se i profitti diminuiscono per le imprese italiane, nel complesso, trattandosi di un dato cumulato quello che lei riporta, anno su anno, può accadere ciò che si chiama trascinamento dell' imposizione che poi viene recuperata nell' anno successivo; ma è solo una idea, perchè bisogna andare dentro le questioni. Allora io proporrei di guardare i dati relativi al fatturato delle imprese, ad esempio, o meglio vedere i dati in base al PIL dei vari paesi, di OECD che m risulta organizzazione affidabile, appunto sul Taxes on corporate income in % GDP e lei osserverà che non siamo messi così male.

      Elimina
    10. Ma magari VdA e TAA offrono servizi uguali o (leggermente) migliori... però si rende conto che la Lombardia riesce a farlo con metà dei dipendenti in proporzione. Le statistiche di OECD che mi ha proposto possono dire tutto come dire niente. C'è certamente evasione (spesso necessaria per mandare avanti l'impresa), ma non ci possiamo anche scoardare che in questi anni, per esempio, numerose imprese hanno delocalizzato (l'ISTAT rileva che già tra 2001 e 2006 il 13% delle grandi e medie imprese ha iniziato a delocalizzare) e si ha avuto un record di fallimenti (14.269 nel 2013, +54% rispetto al 2009, +14% sull'anno precedente https://www.cribis.com/news/fallimenti-in-italia-2013-anno-record-54-al-giorno-2-ogni-ora/) che, immagino, abbiano diminuito il gettito. Per la tassazione sulle imprese ovviamente è sui profitti. http://www.doingbusiness.org/data/exploreeconomies/italy#paying-taxes si trovano qui i particolari da cui la CGIA ha derivato le elaborazioni: è affiliato alla Banca Mondiale, penso ci si possa fidare :-) Secondo il ranking siamo 138esimi nel mondo, non male. Ovviamente le classifiche lasciano il tempo che trovano, ma non fa mai piacere sapere di essere sempre in fondo.

      Elimina
    11. Ferdinando: stai parlando del nulla, perché la Bce ha detto che non siamo in una crisi di debito pubblico. Quindi sei fuori strada. Ti do un consiglio: se senti un dolore al braccio sinistro, non andare dal dermatologo, vai al pronto soccorso. Ma tanto so che non lo farai. Perché lo so? Perché io credo nel mercato, a differenza di te, e il mercato con chi non capisce non ha pietà. Io un po' ce ne ho, ma non dura molto. Quindi la prossima domanda è: quando ha detto la Bce che il debito pubblico non c'entra? Se lo chiedi, qualcuno ti risponderà. Leggerai, valuterai, e DOPO proseguirai questo discorso. Mi dispiace, ma io non me la sento di bruciare le verruche a una persona con fibrillazione ventricolare. Quindi, cortesemente, passa al pronto soccorso della Bce e poi vieni a raccontarci i tuoi simpatici aneddoti. Messi nel contesto ci interesseranno di più. Così ci dicono molto su di te, e poco sulla situazione. Passo e chiudo.

      Elimina
    12. Ah, quelli che guardano le classifiche mi fanno sempre pensare di avere un certo tipo di problema riassunto in questa mappa. Io preferisco guardare i fondamentali macroeconomici. Questione di gusti, ovviamente.

      Elimina
    13. Della Volpe,
      guardi a destra, sulla retta virtuale, quella che interpola i dati, c' è una regione virtuale di 20 milioni di persone che lo fa con la metà dei dipendenti della Lombardia, sempre in proporzione ovviamente; cosa dice, ci sarà una relazione, non dico lineare, ma quasi, che ci permetta di dire che il ragionamento della dipendenza del parametro abbia qualche relazione con la dimensione del sistema considerato, o dell' insieme? Chissà! Ma sembra che anche le aziende, tra cui le banche, vogliano fare degli accordi di fusione ed ingrandirsi, per ora virtuali, per ridurre il personale. Ma insomma lo stato deve ridurre il personale, i privati anche, ma dove andremo a finire Ferdinando?
      Si è avuto un record di fallimenti che ha diminuito quale gettito, quello che lei immagina? Cioè quale, ed è immaginario o reale?
      Ed ancora, perchè su profitti? Questo lo ha detto adesso mica prima e poi le imprese mica vengono tassate solo sui profitti, veri o presunti.

      Elimina
    14. Bagnai dove ho detto che siamo in crisi da debito pubblico? Non mi sembra nemmeno di aver detto che sia colpa di questi 800.000 cristiani, che, si suppone, siano in esubero (personalmente ritengo che le cause siano molte e variegate, ovviamente con pesi specifici differenti). Ho però detto che le "classifiche lasciano il tempo che trovano" e che "non fa comunque piacere di essere sempre in fondo", perchè, come lei, presto poca fede a queste cose: era un semplice appunto, un osservazione sul fatto che in tutti i vari ranking della minchia raramente facciamo brillanti prestazioni (che tra l'altro: quella non è nemmeno una di quelle cagate basata su un Index/Punteggio creato ad hoc dal sito in questione, mette semplicemente in ordine gli Stati per pressione fiscale.. facile no?). Semplicemente ritengo che eliminando degli sprechi si possa dare un po' di ossigeno alle imprese. Spero che poi per quanto riguarda il dolore al braccio, me ne possa accorgere da solo in quanto mi accingo a iniziare gli studi di Medicina.

      ALBERTO49: vedo bene, come vedo bene anche che la Campania ha 1milione di abitanti in più e 10dip/1000ab in più del Veneto.. e la Sicilia? Il Lazio? E perchè il Molise è allo stesso livello del Friuli pur avendo 1/4 degli abitanti? Ma soprattutto, se consideriamo le dimensioni, perchè l'intera Italia viaggia sulla media del 58,8? Poi non credo che per dare una legge universale, che mi sembra tra l'altro sbagliata, si possa prendere in considerazione uno Stato unico, o no?
      Poi lei mi ha detto: quale gettito? Le statistiche che mi ha mostrato quantificano la percentuale sul PIL delle entrate relative alle tasse sulle imprese: quel gettito fiscale diminuisce se le aziende falliscono, o no?. Poi: durante la crisi le imprese oltre a fallire fanno meno utili.. e sbaglio o c'è differenza se lo stato prende il 68% di 100 piuttosto che il 68% di 80? Poi: c'è scritto che il PIL del Lussemburgo è per il 5% composto dalle tasse sulle imprese! Minchia quindi hanno una pressione fiscale stratosferica! Ah no! Aspetta... è al 20% (http://www.doingbusiness.org/data/exploreeconomies/luxembourg#paying-taxes).. e l'Australia? 47% E la Norvegia?10% sul GDP e.. 40,7% di pressione fiscale.. come vede può voler dire tutto e voler dire niente... Poi ovviamente si considera la tassazione sugli utili... Perchè, solitamente, le imprese tirano avanti con i guadagni... se poi Lei vuole tassare pure le perdite faccia pure... Ma magari sarebbe meglio che quest'idea non uscisse di qui, sennò a Palazzo Chigi ci fanno un pensierino.

      Elimina
    15. Della Volpe, caro giovinetto, se tu sai (ma non ci credo) che le cause della crisi non risiedono nel debito pubblico, perché dedichi un'attenzione lievemente psicotica alla spesa pubblica? Che lo Stato vada riformato lo so meglio io, che ci lavoro, di te. Quando sarò al governo eliminerò l'ospedale dove lavorerai, e toglierò i finanziamenti regionali alla clinica privata dove porterai i pazienti catturati nel servizio pubblico. Ti prometto che farò questo risparmio, e tutti i lettori del blog sono qui per ricordarmelo.

      Che tu venga a paragonare l'Italia al Lussemburgo dimostra solo una cosa: che probabilmente sarai un ottimo medico, come il prof. Cottard.

      E ora, caro giovinetto, ciao. Piantala di coprirti di merda parlando di cose delle quali nulla sai, e che solo il fascismo dell'opinione propalato da una stampa collaborazionista e corrotta ti illude di sapere. Chi si esprimesse in medicina come tu ti esprimi in economia verrebbe denunciato. In economia non lo si è fatto, finora, e si è lasciato diritto di opinione agli incompetenti, semplicemente perché non ci si è accorti che l'economia potesse fare vittime. Ora lo sappiamo, quindi la musica cambierà. Ti esorto a non giocare con la vita delle persone nella veste di economista dilettante. Su Internet tutto resta, e qualcuno potrebbe pensare che magari un giorno potresti farlo nella veste di medico professionista. La vita (e la scienza) meritano rispetto, anche il tuo. Si percepisce che ti credi molto intelligente. Ti auguro che la vita ti confermi in questa convinzione, ma essa non ti dà il diritto di fare strame dei tuoi prossimi.

      Questo chiavatelo in testa, ti aiuterà, Della Volpe.

      Elimina
    16. Vedo che non riesce ad afferrare i concetti, né miei, sulla dinamca generale dei fenomeni socio-economci che possono essere studiati con metodi matematico statistici, o le sue elucubrazioni su questioni che tutti conosciamo, ma che lei affronta con una superficialità giustificabile solo e/o forse dalla sua inesperienza, ma questo è un problema irrilevante per noi, nè tantomeno di ciò che ha tentato di farle capre Bagnai.
      Ha fatto bene lui e lo faccio anch' io, passo e chiudo.

      Elimina
  28. Hai centrato perfettamente il bersaglio Alberto: io ho fatto il piccolo imprenditore per sette anni, e tutti i piccoli imprenditori con cui sono venuto in contatto sono tutti dalla parte di Schroeder e Marchionne, guai se gli parli di Roosevelt ed Olivetti. Devo dire con tristezza che più queste persone avevano origini operaie (quelli che si sono fatti da soli nel vero senso della parola) e più sono dannatamente dalla parte di Marchionne, L'unica leva su cui contano per migliorare i profitti è massacrare in un modo o nell'altro gli stipendi deghli operai, anche in quei settori dove il costo della manodopera non è superiore al 30% del costo del prodotto. Pensa tu a quali livelli di stipendi (e conseguente crollo della domanda interna) )bisogna arrivare per recuperare uno svantaggio competitivo del 20% dato dall'euro facendo leva solo su una voce che vale il 30% del costo. Il conto è presto fatto gli stipendi dovrebbero essere più che dimezzati ( almeno -60%) per avvicinarsi al recupero della competitività persa con l'euro. Il problema è che sono culturalmente lontani migliaia di miglia da Keynes; ascoltandoli ti rendi conto che per loro è uno che è vissuto nell'antica Grecia.
    Questa è la vera tragedia italiana, ma l'hai già spiegato tu in un modo che più chiaro non si può: chi doivrebbe essere la classe portante di una linea di pensiero contraria all'euro, in realtà si sente del tutto affine e quindi alleata di quella classe che la vuole distruggere, la fionanza e la grande industria.
    Salvini è contro l'euro, ma la maggior parte della sua base elettorale è composta dalla piccola imprenditoria dei vari Oliviero, quindi è costretto a non dire mai compiutamente la verità: il nemico non è solo l'euro, ma anche il debitopubblicobruttocorruzionecattiva e quindi non potrà mai agire nel modo giusto, altrimenti non lo vota più nessuno. Sembra di vivere veramente in un romanzo kafkiano.

    RispondiElimina
  29. Gianni...sei anche stato troppo educato...

    Mi aggiungo...SIETE DEGLI IGNORANTI IN MATERIA...vi stanno togliendo anche le mutante...

    LEI HA STUDIATO ECONOMIA, E' UN LAUREATO IN ECONOMIA E COMMERCIO, A FATTO RICERCA SCIENTIFICA?

    Non si rende conto quanto lei sia ridicolo e presuntuoso venire nel blog di uno prof Universitario affermato, con tanto di ricerche scientifiche, studi, libri, ecc ecc...

    E PRETENDERE DI INSEGNARGLI IL MESTIERE???

    Abbiate un pò di umiltà mi sa che lei il libro non lo ha nemmeno letto...

    LEI E' COME UN MALATO DI CANCRO CHE VA DAL MEDICO E INSISTE NEL DIRE CHE IL SUO E' UN SEMPLICE RAFFREDDORE DA CURARE CON LE ASPIRINE!

    BHE BUONA FORTUNA ALLORA...

    RispondiElimina
  30. @Ferdinando della Volpe.. è un modo per fare trasferimenti fiscali (assumere più dipendenti nella PA).
    non lo vuole fare?
    Perfetto.. date una moneta alla Sicilia (e Sardegna) tanto per cominciare.
    Dico solo, per come siamo messi dopo un annetto elettrodomestici, auto.. costerebbero 4-5 volte..
    da liberale cosa farebbe? ops.. sa che crisi al nord che non venderebbe più un ciuffo?
    certo, sfrutterebbe i 45 mld che trasferisce nel ridurre le tasse.. DAR!
    e non avrebbero 62 mld di domanda di ritorno.

    RispondiElimina
  31. Piccola ( ma necessaria) precisazione:

    "La casta che lei giustamente esecra è tutta per l'euro, ed erano sostanzialmente per l'euro anche Craxi, Andreotti e Forlani (il CAF, gli antenati della casta odierna). Se n'era accorto?"

    Non mi risulta che Craxi sia mai stato per l'Euro.
    Avra' avuto mille altre colpe ma non questa!

    Amato certamente si, fu un SME-ista prima ed un eurista poi molto convinto, ma Bettino probabilmente no, e finche' c'e' stato lui Amato obbediva e zitto!

    Fu Andreotti, circa un decennio prima di Craxi, a portare l'Italia nello SME, con il benestare di Enrico Berlinguer (http://archiviostorico.corriere.it/2001/dicembre/31/Andreotti_adesione_allo_Sme_Berlinguer_co_0_01123110865.shtml).

    Craxi ci si ritrovo' dentro e forse fu eliminato proprio perche' con lui al Governo sarebbe stato piu' difficile far passare l'adesione Italiana a Maastricht (a Sigonella si rischio' uno sterminio tra i diversi cordoni concentrici di VAM, Carabinieri, Delta Force e militari USA della base che si fronteggiavano armi in pugno per ordine di Craxi).

    Secondo me e' stato quell'episodio a decretare la fine politica di Craxi: agli USA non si puo' dire di no e restare vivi a lungo.....

    Usci' comunque di scena anni prima di Maastricht e sempre qualche anno prima del 1996 rilascio' una intervista dall'esilio in Tunisia contro l'Euro e contro la deriva autoritaria della EU.

    http://alternativanomade.wordpress.com/2013/04/29/bettino-craxi-le-monetine-leuro-e-la-svendita-dellitalia/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, è una precisazione inutile e che non precisa un cazzo. Se avesse voluto, avrebbe potuto farla prima di finire in Africa quella intervista, tanto più quando aveva capito che volevano toglierselo di mezzo. Quindi, mi dispiace, ma né lui né Berlusconi vanno santificati. Avrebbero avuto il modo di tutelare gli interessi del proprio paese, hanno pensato a tutelare i loro, gli è andata male, vadano o stiano all'inferno. Discorso chiuso.

      Elimina
    2. "Quindi, mi dispiace, ma né lui né Berlusconi vanno santificati."
      Concordo.

      "Se avesse voluto, avrebbe potuto farla prima di finire in Africa quella intervista".
      Ari-concordo.

      "Gli è andata male, vadano o stiano all'inferno".

      Per quello che mi riguarda ne mancano ancora tanti altri (ancora in vita) che devono andare all'inferno e restarci, per responsabilita' oggettive IMHO molto piu' gravi. Per esempio le azioni di un Draghi, di un Monti o di un Napolitano mi appaiono molto piu' gravi e nefaste di quelle di un Craxi.

      Comunque avanti cosi', mi piacerebbe molto sbagliarmi circa i tempi della liberazione dall'orrendo conio.

      Elimina
    3. agli USA non si puo' dire di no e restare vivi a lungo.....

      Cellai
      Sè non mi sbaglio pochi anni fà un giudice italiano ha condannato 23 agenti della CIA, facendo incazzare un pò Obama, mi sembra che quel giudice sia ancora vivo.
      A mè questa tesi che non si può dire di no agli USA non mi convince.
      Ok, adesso si può dire che grazie a quella condanna adesso siamo in crisi nera, dando la colpa alle agenzie di rating americane.
      Invece i fautori della crisi in italia secondo mè sono italiani, Napolitano è proprio Berlusconi in primis, poi di Letta, Renzi ecc non nè parliamo nemmeno,
      Io mi domando quando l'italia fù attacata dai mercati, perchè Berlusconi invece di buttare la spugna, non ha dato l'ordine al tesoro di assorbire tutti i BOT o BTP che venivano gettati sul mercato ? è poi fare sul serio sul uscita dal euro.

      Non dimentichiamo che negli USA ci sono molti italo-americani che furono è sono tutt ora in posizioni rilevanti.

      Per esempio:

      http://it.wikipedia.org/wiki/Nancy_Pelosi
      http://it.wikipedia.org/wiki/Bill_de_Blasio
      http://it.wikipedia.org/wiki/Andrew_Cuomo
      http://it.wikipedia.org/wiki/Rudolph_Giuliani

      Elimina
  32. (..)non trovo in lei una denuncia esplicità delle ragioni del nostro dissesto economico(..)

    … ho dovuto rileggere quattro volte, perché non ci volevo credere!

    Alberto (santo subito dopo) le ha risposto da par suo in modo autorevole ed impeccabile.

    Ora però, scusami Alberto ma io non ce la faccio; sono un Brianzolo e questi sragionamenti di retrogusto moralistico, dalle nostre parti si sprecano, soprattutto tra artigiani e piccoli imprenditori!

    Monsieur Gulot, Lei non trova una denuncia esplicita?
    Absiit iniuria verbis, ma se gli occhi li tiene là dove non batte il sole, certo che non riesce a trovarla! Lei il libro, o il blog, manco l’ha letto! E se l’ha letto, non ha capito niente! Tertium non datur!

    Non si offenda e viceversa tragga spunto per rileggere con più attenzione, mettendo però in “MODE OFF” la modalità “tantotiohogiàccapitotuttoenonècomediceBagnai”
    Sono quasi certo che non lo farà. Pazienza … o forse no!

    Guardi, vediamo se così la capisce! Le confesso una mia ferocissima battaglia interiore che da circa un annetto sto combattendo con tutte le mie forze. Io ero un tipo di quelli che, senza peraltro abusarne particolarmente, a fronte di qualche sminchionata, per dire tipo la sua ma proferita da gente di più alto livello di influenza politico mediatica, commentavo con riferimenti guerrafondai, tipo questo ,o altri simili!

    Infantilismo allo stato puro, per l’amor del cielo! Me ne vergogno anche un poco, ma sa perché utilizzavo questa alternativa con una relativa leggerezza ed a guisa di varante sul tema dell’ultra innocuo “Mavaffanculo”? Perché ero perfettamente conscio e sapevo benissimo che quand’anche forse comparso il Genio della Lampada e mi avesse messo in mano un CheyTacM200 con relativo munizionamento ed assistente al tiro, e poi mi avesse detto “Eccoti servito; adesso spara però!” ..beh l’avrei guardato e gli avrei detto “ma dai sei scemo? Non scherzare: sarà un minchione, ci fa del male, ma è pur sempre un essere umano, e io non sono un assassino!” Insomma, continuando nella fantasia, per non sprecare totalmente il desiderio, mi sarei tutt’al più tolto il gusto di provare a centrare (senza riuscirci, deve essere un tiro difficilissimo anche per un proiettile che esce alla volata, vuoto per pieno, Mach3) come nel film, una lattina di birra ad un miglio di distanza! Punto!

    Ecco… io queste battute, non le faccio più! Rimosse completamente! E non tanto perché ho deciso di purgarmi da questi inutili vizietti, ma bensì perché, tira la corda tira la corda, da un annetto a questa parte, io non sono più intimamente certo di cosa farei se saltasse fuori il Genio della lampada di cui sopra! Io, adesso, ho paura, perché più di una volta mi sono sorpreso a pensare “Immedesimati veramente nella situazione: cheffai?”

    Ecco!

    Altra stramaledetta lezione di questo periodo! La guerra è un dramma, tra le altre cose, non perché mette in condizioni degli assassini di uccidere; quelli guerra o non guerra, lo hanno sempre fatto e sempre lo faranno, e senza soverchi drammi interiori. Sono fatti così, sono, appunto, degli assassini! La guerra viceversa è un dramma che grida vendetta al cospetto di Dio perché mette in condizione, costringe ad uccidere, coloro che assassini non sono.

    Le persone normali insomma, quelli che non ne avrebbero neanche per la capa di farlo, e se lo facessero ci starebbero male! Come me e probabilmente come Lei!

    Bene, questi cialtroni che ci hanno infilato in questo casino ci stanno tirando a quello, ma io, viceversa, il favore di diventare un assassino vorrei proprio non farglielo!

    [Segue e finisce sorry per la lunghezza]

    RispondiElimina
  33. [segue e finisce]

    Ho il sospetto che lei dubiti di ciò (del fatto che potremmo finire in guerra) ma la inviterei caldamente a cadere dal pero velocemente prima che sia troppo tardi, se non è già troppo tardi! I segnali macroeconomici e sociopolitici ci sono tutti! Quindi la prego, non li fiancheggi con del bieco luogocomunismo senza costrutto: ne va della nostra ed anche della sua tranquillità!

    Ci aiuti, nell’analisi sia un poco meno “frescone”, spenga lo stramaledetto televisore, legga meglio e con più attenzione il blog ed il libro, se già non le basta l’odierna cristallina risposta Bagnaiesca!

    E poi si adoperi a divulgare.

    Grazie!

    RispondiElimina
  34. Caro Sig. Gulot,
    sono un imprenditore come Lei, la mia azienda l'ho fondata nel 1997 dopo tredici anni da lavoratore dipendente. Lavoro nel settore metalmeccanico, ma non ha importanza perchè i problemi sono comuni a tutti i settori merceologici. Comunque oggi, con 18 dipendenti, fatturo 2,5 milioni di euro dopo aver toccato il picco di 3,5 milioni nel 2008, anno prima del conclamarsi della crisi. Quindi faccio parte a pieno titolo (e orgogliosamente direi) di quello stuolo di PMI che sono sempre state l'ossatura dell'Italia.
    Dopo aver letto la sua lettera e la conseguente risposta del Prof. Bagnai, avrei anche io qualcosa da dirLe, avendo gli stessi problemi che ha Lei, ma avendo trovato, qui sul blog risposte che esulano dalle solite trite e ritrite che si sentono in televisione o si leggono sui giornali o si discutono nelle associazioni di categoria.
    La parolina magica è: BASTA.
    Basta parlare di tasse come se fossero IL PROBLEMA mentre non lo è affatto. Certo, esprimersi contro il governo ladro che ci succhia il sangue è liberatorio e appaga l'egoismo imprenditoriale che vorrebbe guadagnare sempre di più. Allora è facile rivoltarsi contro lo "stato ladro" che succhia i nostri sudati guadagni, dimenticandosi, tra l'altro, che i guadagni dell'imprenditore sono anche dovuti al lavoro dei dipendenti. Però a noi, chiusi nel nostro piccolo egoismo personale, in fondo, che ce ne fotte? Ma Lei non ha mai pensato a quanto incidono le tasse sul fatturato? Nel mio caso siamo attorno al 5% più o meno, meno tra l'altro di quanto incidono gli oneri finanziari. Questo non incide nemmeno sulla quota da destinare agli investimenti, perchè, mi corregga se sbaglio, gli acquisti di macchinari si fanno proprio per abbassare le tasse.
    BASTA con il lamentarsi dei dipendenti pubblici. Come Le ha spiegato meglio di me il Prog. Bagnai, se i dipendenti pubblici non venissero retribuiti, come potrebbero redistribuire il reddito ai commercianti, agli artigiani ed in definitiva agli imprenditori?
    Dobbiamo dire BASTA a questa visione miope, classista e in definitiva autolesionista che non può far altro che portarci (e ci sta di fatto portando) alla rovina. Oggi gli imprenditori, quelli veri, che vivono l'azienda, l'hanno fondata, la seguono passo passo, costruiscono manufatti o erogano servizi,non quelli che fanno finanza con i soldi delle banche, devono, DEVONO CAPIRE che lo Stato, uno Stato SOVRANO padrone dei propri mezzi anche e sopratutto economici, è parte fondamentale per lo sviluppo delle imprese e dei lavoratori.
    Mi dispiace che Lei e come Lei tanti altri colleghi non capiscano queste cose. Chiusi nella grettezza del loro egoismo personale senza analizzare razionalmente quello che è successo, che succede e che probabilmente succederà in futuro. E dire che questo approccio mentale dovrebbe essere normale per un imprenditore, il quale per sua natura dovrebbe essere sempre un passo avanti rispetto agli altri, come il capitano della nave che dall'alto della cabina di comando vede gli scogli all'orizzonte e decide di cambiare rotta, avendo una visione più ampia rispetto al fuochista della sala macchine. Mi dispace che lei abbia letto ed evidentemente non capito il libro del Prof Bagnai, che invece per me è stato illuminante. Spero che abbia il tempo, la voglia e la capacità di rileggerlo e cambiare opinione.

    Cordialmente
    Gianmario Delvò aka Lungo Fucile

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "miope, classista e in definitiva autolesionista", purtroppo a torto o ragione e' l'immagine che molti hanno delle PMI, alfa e omega dell'industria italiana, paese per qualche motivo incapace di costituire e mantenere grandi realta' di rilievo internazionale.

      Elimina
  35. @Ferdinando della Volpe.
    24 mld di tasse... sono trasferiti al sud!
    e sugli esuberi tenga presente che in molti settori siamo proprio down (forse non con i forestali).

    purtroppo abbiamo un Paese che dal dopoguerra è stato tenuto in piedi con lo skotch (intendo tra Nord e Sud).
    Per quanto riguarda la dinamica della tassazione.
    Vede, una volta era bassissima, poi
    1) divorzio con raddoppio del debito pubblico in 10 anni
    2) entrata prima nello SME e poi nello SME (in)credibile e infine nell'€

    hanno messo sotto stress enorme le nostre finanze pubbliche.
    LA DOMANDA: ma le è chiaro questo passaggio?
    ovvio che se non avessimo avuto il divorzio (e lo SME) e con un debito al 60% (e PIL superiore..) la tassazione sarebbe nettamente più bassa!
    e cribbio!

    il fatto che si invochino tagli.. a raga, il moltiplicatore è 1,5 (o di più!), fate voi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il debito crebbe più o meno del doppio nel decenno 1981-1991 ma con una dinamica pari a oltre 4 volte (4,3% anno contro l'1%) quella del precedente decennio, ma dal '78 al '81 il debito fu abbassato di 10 punti, dal 65% al 55%. Poi l' esplosione dal 55% al 98% tra '81 e '91.
      Il prof. Andreatta, maestro d Prodi, Letta etc guardate cosa disse in una famosa ed applaudita intervista (dai soliti noti, che volevano la moneta unica), perchè quell' infame atto, era strategicamente voluto in questa ottica.
      Da rimarcare queste due perle dello stesso Andreatta:
      "Naturalmente la riduzione del signoraggio monetario e i tassi di interesse positivi in termini reali si tradussero rapidamente in un nuovo grave problema per la politica economica, aumentando il fabbisogno del Tesoro e l' escalation della crescita del debito rispetto al prodotto nazionale."

      "Il divorzio aveva fatto la sua prima vittima ed era il suo autore; ma aveva dimostrato di funzionare. Negli anni successivi non divenne certo popolare nei palazzi della politica, ma continuo' ad assicurare legami fra la politica italiana e quella dell' Europa".

      Ognuno può fare da solo considerazioni quantitative su ciò che sarebbe oggi il debito senza quel divorzio e ciscuno può riflettere sull' integralismo direi religioso, di quel signore e dei suoi seguaci, alla luce dei fatti accaduti nel '92 e di quelli che stanno accadendo oggi.

      Elimina
  36. Caro Signor Oliviero,
    voleva sapere cosa ne diciamo? Ecco l'ha visto.
    Ora ci piacerebbe vedere cosa ha da dire lei.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Interesserebbe anche a me, considerando che nel frattempo alcuni colleghi di Oliviero mi hanno scritto. Evidentemente è mio destino portare la spada. E così sia.

      Elimina
  37. Ormai è notizia vecchia, ma mi fa piacere ricordare, anche al Sig. Oliviero, che esistono imprenditori che credono ancora nella funzione sociale del settore pubblico e del lavoro: Alessi nel 2013, nonostante la crisi, non ha chiesto la cassa integrazione per i suoi dipendenti, ma li ha "prestati" al Comune di Omegna in difficoltà finanziarie

    RispondiElimina
  38. Professore, articolo fantastico: ha demolito le politiche di destra e pure di sinistra. Ci ha fatto capire che entrambi non hanno mai capito nulla e men che meno lo stanno capendo ora. Eccezionale. E che purtroppo, continuando a comprimere i salari, non si esce dalla soluzione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda che il merito è di Graziani, che ci ha lasciato da poco.

      Elimina
    2. Buongiorno Professore,
      questo interessante post mi da l'occasione di approfondire un tema che è già emerso in un post di Mainstream (http://il-main-stream.blogspot.it/2014/05/ancora-sui-piedi-storti-ovvero-come-le.html) e cioè sul fatto che la struttura produttiva italiana, basata sulle PMI, aveva delle peculiarità e molte debolezze e che queste debolezze sono state aggravate dal cambio fisso e poi dall'euro mettendola in seria difficoltà.
      Questa peculiarità italiana viene ben descritta in un saggio di Giachè (http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=294&artsuite=0) e per correggere queste debolezze i vari politici hanno usato i cambi fissi come vincolo esterno, come viene descritto nel brano di Graziani.
      Mi piacerebbe poter leggere un approfondimento su questo argomento e forse è un tema interessante per un post, a meno che non ci sia già stato e me lo sono perso.

      Elimina
    3. La ringrazio Professore per il link del post che ho letto con interesse.

      Ho visto che un punto essenziale di cui si parla in quel post è la variazione della produttività nelle PMI in Italia e del fatto che questa era in linea con quella di altri paesi fino a che non sono state introdotte le riforme di precarizzazione del lavoro, che probabilmente danneggiano più una piccola impresa di una grande.

      Questo sicuramente è uno degli aspetti importanti della situazione italiana, però mi sembra che nel saggio di Giacchè si evidenziava un altro aspetto e cioè che le PMI italiane spesso sono subfornitori e questo perché un’azienda che vende prodotti finiti di solito ha bisogno di strutturarsi in maniera maggiore e ciò richiede dimensioni e figure più specializzate (marketing, rete commerciale, ricerca e sviluppo etc.) e ciò probabilmente non è nella vocazione della maggior parte dei piccoli imprenditori italiani.
      Da quello che scrive Giacchè questo tipo di aziende (piccole e subfornitrici) realizzano prodotti più sensibili al prezzo e questo sarebbe una delle spiegazioni dell’elasticità al prezzo delle esportazioni italiane.
      Questo stesso concetto lo ho ritrovato anche nel saggio di Graziani che lei ha riportato, quando parla dell’innovazione che consente di vendere a prezzi più alti e di non dover fare sempre concorrenza sui prezzi.
      Ovviamente ciò è ancora più vero quando si vendono prodotti finiti sul mercato.

      Dalla lettura di questi due saggi mi sembra che questa fosse la grande particolarità italiana e che il vincolo esterno secondo la classe politica avrebbe dovuto modificare questo stato di cose, che fino a quel momento si reggeva sulla grande impresa pubblica e sulle esportazioni. In realtà, come lei ci ha mostrato benissimo, questa strategia era la più sbagliata e di fatto sta distruggendo il tessuto italiano che eventualmente avrebbe dovuto essere corretto con interventi di politica industriale.
      Tuttavia mi sembra che questi due autori sostengano che una intrinseca debolezza di questo modello ci fosse.
      Sto cercando di “unire i puntini” e la lettura del suo post e di questi saggi mi ha dato questi spunti di riflessione, ma può darsi che sbaglio la mia interpretazione e nel caso me ne scuso, ma vorrei cercare di capire meglio e quindi se ci sono errori nelle mie interpretazioni ben vengano lavate di capo qui nel blog ;-)

      Elimina
  39. Professor Bagnai sono un prenditore esportatore. Il 90% del fatturato è generato in Russia, Emirati, USA e dai tanti odiati crucchi. E guardi sono così tanto PRENDITORE che l'80% del mio utile lo regalo ogni anno ai tanti amati dipendenti statali e alle guardie forestali siciliane che comprano FIAT. Sono uno sperticato sostenitore dell'euro in modo tale che la politica italiana faccia la cosa giusta! La prego mi convinca del contrario.

    PS: non so per quanto tempo rimarrò ancora in questo paese a lavorare perchè è vero che sono una persona generosa(il 30-40% di tasse mi sembrano sopportabili e giuste per il walfare) ma l'80% che pago attualmente mi sembrano più simili alle corvèe medievali anzi.. ora che ci penso il mezzadro era più fortunato... dava solo la metà del raccolto e gli veniva fornita protezione e una casa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carlo carissimo: se le cose stanno come dici tu (e non ho motivo di dubitarne), innanzitutto bravo, e poi effettivamente fai bene ad andartene, se ti vogliono. Magari se prima di andartene ci dici qual è la cosa giusta, io la metto nel mio prossimo libro, che forse qualche politico leggerà. Tieni presente però che io non voglio convincere nessuno, e questo l'ho sempre detto con estrema chiarezza e onestà. Ognuno è giudice dei propri interessi e valuta da sé quanto allargare il proprio orizzonte. Ti posso confessare che anch'io ho pensato spesso di andarmene e avevo anche buone opportunità. Non l'ho fatto per non far pagare alla mia famiglia il peso di una scelta che avrei dovuto, eventualmente, fare in gioventù, e sono mediamente contento di non averlo fatto. Questo paese si libererà e offrirà buone opportunità di profitto. Ma il quando è incerto.

      Preciso anche che io i crucchi non li odio affatto, proprio perché li conosco un po'. Non sono così sideralmente diversi da noi. Del resto, anche noi in Albania non ci siamo andati a cogliere le fragole, per dire.

      Quindi il problema non riguarda né i popoli, con le loro eventuali specificità culturali, né i singoli. Che la Merkel stia portando l'Europa al disastro è opinione largamente condivisa. Per te, sta facendo la cosa giusta?

      Tieni anche presente che oggi non regali il tuo utile ai forestali siciliani. Oggi ne regali un bel po' ai nostri amici tedeschi, perché salvino le loro banche (via fondi "salvastati"). Quindi ti pregherei di correggere lievemente la tua valutazione. Certo, se sei un subfornitore di aziende tedesche in questo gioco ci hai guadagnato: loro importavano da te i pezzi per costruire le macchine che vendevano ai portoghesi, ai quali le loro banche prestavano i soldi per comprarle. Se ora devi contribuire a salvare le anche che indirettamente ti hanno finanziato... be', mi dispiace: la vita è fatta anche così!

      Ma questa è solo una mia ipotesi: non posso evidentemente pronunciarmi senza sapere esattamente come funziona il tuo business, ed è proprio per questo che ritorno alla mia premessa: il migliore giudice del tuo interesse sei senz'altro tu, e io non devo convincerti di nulla.

      Buon lavoro e buona fortuna, ovunque tu decida di andare.

      Elimina
  40. Non è affatto un buon dato, anzi, dopo i sacrifici fatti da imprese e cittadini negli ultimi anni, ild ato è piuttosto preoccupante”: è il commento dell’imprenditrice reggiana Stefania Bigliardi sui dati comunicati da Bankitalia che hanno visto il debito pubblico italiano salire ad aprile di altri 26,2 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico a quota 2.146,4 miliardi di euro”. “La quota di incremento corrisponde per 11,3 miliardi al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche e per 15,4 miliardi all’aumento delle disponibilità liquide, che hanno raggiunto i 77,4 miliardi a fine aprile” spiega l’imprenditrice reggiana.
    http://www.leoniblog.it/2014/11/05/dietro-schiaffo-juncker-ce-novita-politica-i-30-miliardi-risanamento-rinviato-legge-stabilita-non-aiutano/#comments

    RispondiElimina

Tutti i commenti sono soggetti a moderazione.